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martedì 23 aprile 2013

06. SAKEE SED: il duo stile full-band


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INTRO
   Nella nostra ultima intervista abbiamo avuto il piacere di analizzare la figura della fotografa musicale Monelle Chiti (qui); ricorderete che Monelle ha avuto modo di immortalare con i suoi scatti numerosi duo, sia elettrici che non, e che nel roster della sua agenzia promozionale, la Cococì Promotion, compariva anche il duo elettrico Sakee Sed: vogliamo ora terminare il discorso analizzando quindi questo duo in particolare. Un duo elettrico a tutti gli effetti ma, essendo il chitarrista in realtà un polistrumentista, i Sakee Sed amano arrangiare in studio i loro brani in maniera "completa", aggiungendo una comune linea di basso e sovraincisioni varie. Dal vivo suonano spesso solo in due, ma si fanno anche accompagnare su palco da altri amici musicisti, come il caso di Roberta Sammarelli, la bassista dei Verdena. Nel corso di questa intervista analizzeremo con loro proprio questa scelta di muoversi in bilico tra un duo e un gruppo completo e la concezione specifica che hanno di una 2-piece band questi due simpatici ed ironici musicisti del Bergamasco.

 

BIOGRAFIA
   I SAKEE SED sono un duo crooner/psyco/rock formato da Marco Ghezzi (chitarra, piano e voce) e Gianluca Perucchini (batteria), classe '84 e '86. I due, originari della provincia bergamasca e amici fin dai primi anni del liceo, da qualche anno vivono a Bergamo per concentrarsi sulla loro attività di musicisti. E' proprio in questa cittadina che nel 2010 nasce la band mentre già ad Aprile dello stesso anno esce il primo LP d’esordio, autoprodotto, “Alle basi della Roncola”, ottimamente accolto dalla critica (disco dell’anno per Impatto Sonoro, Good Times Bad Times e Nerds Attack) che riscuote successo anche con altre recensioni sulle più grosse testate musicali: tredici canzoni orecchiabili, dall'impatto immediato e dal sapore che varia dal blues allo psycho (video di "Cenami il Cefalo").
   Partono quindi in tour e suonano per più di ottanta date tra acustiche ed elettriche in meno di un anno partecipando anche al MiAmi Festival, Nel Nome nel Rock Festival, Filagosto Festival e al Rock and Rodes Festival. Durante il tour cambiano più volte formazione e in nome della collaborazione si fanno accompagnare da altri musicisti: durante la prima parte del tour partecipa anche Roberta Sammarelli, bassita dei Verdena, mentre nelle date successive troviamo alternati Martina Togni (Hodge), Anna Carazzai e Alfonso Surace (Torquemada).
   A Gennaio 2011 esce “Bacco EP” che li rilancia in tour come uno dei migliori gruppi indipendenti italiani. Ristampano il primo LP ed in breve esauriscono anche le copie di “Bacco EP” superando nel qual mentre il centinaio di concerti e aprendo per famosi artisti italiani quali i Verdena, Brant Bjorke, Bud Spencer Blues Explosion, Zen Circus, Marta Sui Tubi, Giorgio Canali e Nicolò Fabi (video di "Bacco" ).
   Nel Maggio 2012, dopo la lunghissima esperienza live, registrano in tre settimane il secondo LP “A Piedi Nubi” (Appropolipo/Audioglobe) che cambia totalmente lo scenario della band, aggiungendo molta psichedelia e grandi canzoni. Il nuovo disco trova ancora grande approvazione dalla critica facendoli entrare nel roster di DNA Concerti dove alla band in tour si aggiungono anche Jonathan Locatelli (basso) e Guido Leidi (chitarra).
   A seguito di tutto ciò nell’estate del 2012 fondano loro stessi l’etichetta “Appropolipo Records”.
Hanno appena terminato la loro ultima fatica in studio, “Ceci N'est Pa Un EP”, che esce proprio oggi 23 Aprile 2013. Proprio per questa occasione abbiamo contattato Gianluca che ci ha gentilmente rilasciato l'intervista a seguire. Il lavoro era stato anticipato dal singolo "Boccaleone" (qui) ma ora abbiamo in anterpima anche il pezzo "Il mio Alterreggae" (qui) da cui, in breve, il video ufficiale.
   Un breve excursus ora sul loro genere musicale per passare quindi all'intervista con Marco dei Sakee Sed, due semplici e splendide persone che affrontano questo loro viaggio musicale con molta passione ed umiltà, ma anche con grande ironia, alternandolo per sussistenza a lavori meno pertinenti fino però alla fondazione di una loro etichetta indipendente che li mette totalmente in gioco nel mondo a loro più congeniale: quello della musica.

GENERI underground trattati nell'intervista:
Rock psichedelico Sottogenere del rock conosciuto ai più: nato a cavallo tra gli anni '60 e '70 simultaneamente in Inghilterra e negli USA, cerca di ricreare sonorità sognanti e lisergiche, da cui il nome. Come maggiori esponenti si ricordano indubbiamente i Pink Floyd.
Crooner Non si tratta di alcun genere musicale bensì di uno stile di cantato nato dopo l'avvento del microfono: mentre prima si doveva elevare la voce in modo tale che tutta la platea potesse coglierne l'audio, con l'ausilio della tecnica microfonica il cantante potè finalmente giocare sulle dinamiche, sussurare, parlare quasi... Lo stile crooner è nato negli Stati Uniti e l'ambiente ideale per la sua esibizione era quello del piccolo locale dalle luci soffuse, a volte dotato di una pista da ballo. In questi locali l'accompagnamento più congeniale era quello costituito da basso, batteria e piano e di conseguenza la voce, benché sussurrata, si trasformò in elemento essenziale. La musica di accompagnamento, specie nelle registrazioni, è invece la grande orchestra, anche se priva della sezione archi: Bing Crospey è uno dei primi esponenti del crooning mentre Frank Sinatra ne è sicuramente il più famoso e maggior rappresentante.
In Italia lo stile ha avuto fortuna dapprima negli anni a cavallo tra i '50 e i '60, con esponenti tipo Teddy Reno, Johnny Dorelli o Emilio Pericoli, contrapposti a quelli che all'epoca venivano definiti "urlatori" (Adriano Celentano, Little Tony, Tony Dallara); una seconda ondata la troviamo con Fred Bongusto e Peppino di Capri, mentre nell'epoca moderna si è distinto a livello internazionale il nostro Mario Biondi.


Presenti nella nostra "LombarDuo compilation"



INTERVISTA

1.Ciao a te Marco, benvenuto a uno dei nostri appuntamenti musicali dell'EDP.
Iniziamo col conoscerci: raccontaci qualcosa di voi, di come vi siete approcciati alla musica, quali erano i vostri generi d'ascolto da giovani e come si sono evoluti nel tempo.
Ciao cari, il nostro approccio alla musica per entrambi è nato dai fratelli maggiori che suonavano i Nirvana e gli anni '90 Americani, Io e Gianluca suoniamo (non assieme) da quando siamo piccoli tipo nove anni, io cominciai con la chitarra e Gianluca con la batteria.
I nostri generi erano e sono gli stessi: si parte specialmente dagli anni '60 ad arrivare ai giorni d'oggi senza scrupoli. Ascoltiamo entrambi parecchia musica di generi e provenienze diverse anche se prediligiamo il cantato e il suonato internazionale, con astio e difficoltà ascoltiamo musica italiana.
Anche se devo dire che ultimamente ci sono novità italiane molto interessanti.

2.So che siete amici di lunga data, raccontateci ora della vostra decisione di formare un duo e del significato del vostro nome. Nella scelta di questa formazione avevate già dei duo di riferimento?
Circa 5 anni fa si sfaldarono i rispettivi progetti di entrambi così decidemmo di iniziare a suonare per sfogarci in due, chitarra batteria e stop, pura violenza, cattiveria e attitudine allo strumento cioè uno sfogo e formammo i De Seekas. Con questo nome registrammo anche un disco ma che per cause fisiche abbiamo abbandonato o momentaneamente messo nel cassetto. Dopo una ventina di date eravamo distrutti!!! Nel frattempo acquistai un pianoforte da saloon, iniziammo a jammare e a comporre con questo strumento. Decisi di provare a cantare in italiano e fu subito magia! Da lì nacquero i Sakee Sed, l'opposto di De Seekas, attitudine parallele delle nostre personalità che si riflettono musicalmente nella nostra quotidianità.


3.Per anni avete suonato assieme basandovi sull'improvvisazione, com'è stato il passaggio all'atto compositivo più strutturato di una canzone?
Noi continuiamo a basarci sull'improvvisazione! Ma prima o poi bisogna scrivere e fissare un giro, un riff o quel che è! Per cui abbiamo iniziato a registrare tutto quel che facciamo e dedicarci a scrivere canzoni.
La nostra passione rimane comunque la jammata in saletta che dura ore con un solo giro, giocare sulle dinamiche per cui suonare davvero morbidi e psichedelici e poi esplodere in tsunami e così via. 

4.Marco, come ci hai anticipato, oltre alla chitarra a un certo punto ti sei appassionato anche al pianoforte: raccontaci del tuo singolare approccio a questo strumento e della tua più varia formazione di polistrumentista.
Mentre eravamo spiritualmente De Seekas iniziai per lavoro e per studio ad appassionarmi alla Musicoterapia e all'animazione musicale. Scoprii che il piano è uno dei mezzi più potenti di dialogo musicale e non, per cui decisi di acquistarne uno per studiarlo e suonarlo. Da qui nasce questo grande feeling con Haward, pianoforte da saloon di Chicago del 1903, con il quale abbiamo scritto tutto "Alle Basi della Roncola". Il pianoforte mi ha aperto un mondo acustico che altri strumenti prima non erano riusciti a farmelo vedere ed ascoltare, è sicuramente il re degli strumenti!
Una volta che suoni un pianoforte tutti gli altri strumenti diventano un po' più semplici, per cui iniziai a suonarli un po' tutti.

5.Voi siete fondamentalmente un duo ma vi piace arrangiare le vostre canzoni in maniera completa: come mai questa esigenza? I duo elettrici sono in genere fieri della loro line-up e al massimo adottano qualche escamotage per sopperire al taglio di frequenza dei bassi: esponeteci invece la vostra visione di duo...
Non è una esigenza ma bensì un piacere! Ascoltare un pezzo arrangiato ad hoc con tutti gli strumenti del caso è davvero un piacere per noi. Siamo un motore a due cilindri ma con tutti gli optional! Sulle basse è vero è un gran casino riuscire a riempire ed arrangiare essendo solo in due, infatti abbiamo sempre cercato un bassista e registrato i pezzi in studio con il basso. Il basso tra l'altro è l'altra mia grande passione. Con il nuovo Ep “Ceci N'est Pa Un EP” sperimentiamo per la prima volta l'assenza del basso, questa parte verrà presa dalla mia mano sinistra alle prime ottave del pianoforte. Per cui sperimentiamo la formazione power trio piano, chitarra e batteria.
D'altronde la musica è un mondo da scoprire ed esplorare. Portare sempre lo stesso format ci stufa e ci annoia, da un lato se trovi la formula magica potresti sfornare dischi su dischi che funzionano certamente, dall'altro lato noi ci rompiamo le palle!!!



6.Su palco comparite spesso in formazione di full band, con tanto di bassista e a volte seconda chitarra, in modo da riprodurre le sonorità delle registrazioni in studio; in alcune occasioni vi esibite invece voi due da soli: come affrontate il live in questo caso? Fate uso di basi preregistrate o riducete all'osso la traccia musicale?
Nel caso siamo in due tutto diventa molto viscerale e di attitudine, abbandoniamo la struttura dinamica e armonica del pezzo e ci lanciamo in una sottoforma di improvvisazione e recita allo strumento su quel copione. E' quasi come essere la cover band dei Sakee Sed ma lo fai in due e a sentimento.

7.Avete aperto le date di notevoli musicisti dell'underground italiano e spesso collaborate con loro, specie live: i Sakee Sed si sono fatti una bella cerchia di amicizie musicali in questi pochi ma intensi anni di carriera: raccontaci qualcosa in merito.
Per anni prima di iniziare questa esperienza pensavamo che l'Italia fosse un paese con una attitudine alla musica abbastanza scarsa ed elitaria. Invece abbiamo scoperto artisti, band e addetti ai lavori davvero in gamba con un cuore e un'attitudine mostruosa. Penso che attualmente potremmo vantarci di essere uno dei paesi che a livello musicale (rock, alternativo, psichedelico, garage, lo-fi ecc....) spacca davvero, anche a livello mondiale.
Abbiamo sempre incontrato bellissime persone e ottimi musicisti forse i più disperati siamo noi!!! Ahahahah.

8.Nel corso degli anni la vostra musica ha subito delle variazioni stilistiche, ce ne volete parlare? Penso soprattutto alla svolta psichedelica di "A Piedi Nubi", sebbene qualche accenno sul genere si poteva già intravedere nei lavori precedenti.
"A Piedi Nubi" è stato un disco che ha raccolto quell'anno e mezzo di tour per l'Italia con quei musicisti e con quella formazione, Alfonso Surace e Anna Carazzai con i quali cominciammo a scrivere e jammare sui pezzi che poi hanno composto l'Album. Sono sonorità che hanno girato nell'aria della nostra saletta e sui palchi italiani e per cui andavano incise, come se fosse un autoritratto. La foto della squadra di calcio di quell'annata. Abbiamo preso i ricordi e i vissuti sonori e incisi su un disco.

9.So che voi provenite da un ambiente di provincia e che la campagna vi ha plasmati fin dall'infanzia: è forse in questa memoria che sono nati i titoli delle vostre pubblicazioni? Voglio dire: "Alla base della Roncola", "Bacco", "A Piedi Nubi"....
Chi più chi meno ma sicuramente sia io che Gianluca siamo contaminati e caratterizzati dall'ambiente della campagna bergamasca anche se non siamo contadini o ortolani, anzi ci piace molto la città! Direi che siamo molto colpiti dall'aria e dalla cultura del nostro paese che spesso ci spiazza e stordisce per cui cerchiamo spesso un modo per evadere da essa. Culturalmente direi che siamo  elementi fuori luogo qui, ma perfettamente a tema con l'habitat in cui siamo prati, colline, fiumi, laghi, montagne salame e vino.

10.Marco, come nascono le tue canzoni e quali le tematiche predilette dei testi?
Tema tosto. Principalmente direi che seguo un filone intimista che sfocia spesso nel nonsense.
Dipende tanto dal pezzo in questione e da qual è l'emotività di base che fa nascere il pezzo. Ci sono brani molto densi e intimi che scavano nelle parti più primitive e personali dell'essere umano e altri brani con non vogliono dire proprio un cazzo ma è groove, tiro e pacca, punto.
A volte alcuni sono degli esperimenti, brani cavia che sai già che li butti in vacca. Ma è bello così! Penso che il pezzo giusto sia magico e non tutti i pezzi lo sono, se no saremmo stregoni!
Alcuni testi sono invece abbastanza espliciti ma senza una collocazione e un soggetto! E' tutto da scoprire.
Mi vien difficile tematizzare troppo una canzone, forse perché se dovessi esprimermi su quel che stiamo vivendo e quel che sta accadendo sarei troppo cattivo e aggressivo e ho la paura attualmente di cadere in discorsi filo politici che non ritengo attinenti alla musicalità dei Sakee Sed. I Sakee Sed sono un libro di favole per piccoli ed adulti, siamo scrittori molto semplici a cui piace viaggiare e mai soffermarsi sul parchè delle cose ma vederle con sfumature diverse ed uniche.
Forse chiamatela psichedelia o forse semplicemente una favola dalle trame variopinte.


11.Ti presenti come cantante crooner: a quando la predilezione per questo genere di cantato melodico?
Ma a dirti la verità fu una recensione a farci scoprire il termine crooner. Io non so come definirmi anche perché effettivamente i Sakee Sed non sono un genere musicale ma una scuola di musica e di generi musicali. Per cui da canzone a canzone potremmo trovare un genere e un tipo di cantata.
Mi sento comunque un cantante strillatore, melodico a cappella. Per nulla impostato ma tanto valvolare, spesso mi diverte tirare la voce finché non ne può più e sperimentare tonalità e canti che davvero non c'entrano una fava con il mio timbro che è molto basso e con le attuali cantate italiane.

12.So che nonostante i fitti impegni musicali di questi ultimi anni voi avete sempre continuato a lavorare, in simultanea: impieghi diversi dalla musica, purtroppo. Attualmente avete fondato una vostra etichetta musicale, l'Appropolipo Records, con la quale avete pubblicato il vostro album "A piedi nubi" e con la quale immagino avrete intenzione di collaborare con altri artisti: che sia un tentativo di passare ad un lavoro inerente al mondo musicale da affiancare al vostro di musicisti? E' la vostra soluzione per tentare di vivere di sola musica in Italia?
L'etichetta è semplicemente la nostra casetta con la quale non vogliamo trovare lavoro ma bensì diffondere i nostri lavori. In Italia come all'estero si campa di musica quando sei in tour in continuazione, per cui puoi diffondere il tuo nome direttamente a chi ascolta musica. É il miglior metodo di promozione e vendita musicale per un gruppo indipendente. Bisogna farlo per anni e anni affinché ti crei una buona rete di ascoltatori e fan che hanno voglia di  ascoltarti e vederti suonare. Se lo si fa per lavoro è grazie a loro, a chi ascolta e a chi ama la musica.

13.Attualmente state completando le registrazioni del vostro ultimo ep: cosa ci potete anticipare in merito? Quante le canzoni e quale il titolo dell'ep? A quando la pubblicazione? E come saranno lo stile ed i suoni, questa volta?
Le registrazioni sono appena finite ed esce il 23 di Aprile. L'album come ho anticipato è registrato con tre soli strumenti e non avrà il basso. Saranno piano, chitarra e batteria a tenere testa al groove. Il cantato è un ennesimo esperimento, un diverso utilizzo della mia voce, delle ritmiche e dei testi e  in questo caso molto nonsense. É un buon esperimento e ci ha dato soddisfazioni notevoli, ora speriamo che ce le dia anche dal vivo su palchi grossi.
Il nostro feeling con questi tre strumenti è molto buono e nonostante siamo solo in tre esce un ottimo magma sonoro dall'apparenza quasi orchestrale, gonfio e ricco.
Il disco ha un'attitudine sonora analogica tant'è che il lavoro e il master è stato inciso su bobina e abbiamo evitato il più possibile le conversioni e l'utilizzo del digitale.
Quel che è uscito si chiama "Ceci n'est pas un EP",  anche perché effettivamente non è un EP e neanche un disco. Sono sei pezzi e 18 minuti di suonato, verrà diffuso in free download dal sito di Appropolipo Records (www.appropoliporecords.it) e verranno stampati solamente 300 vinili che potrete ordinare dal sito o acquistare ai nostri live.

14.Avete già organizzato il suo tour promozionale? Dove vi vedremo prossimamente per ascoltare i nuovi brani dal vivo? Continuerete nella formula duo per le incisioni e full-band per i live?
Le prossime date fissate sono le seguenti e il tour è in via di costruzione:
27 Aprile @ Bloom, Mezzago
30 Aprile @ Premio Maggio, Bari
31 Maggio @ Depero Club, Rieti
11 Giugno @ Sbirrando, Calusco d'Adda

Per questi live saremo in tre come è stato inciso l'EP. Piano, chitarra e batteria e per altri pezzi basso, chitarra e batteria.
Seguiteci per restare aggiornati sui vari social network e sul sito della nostra Appropoliporecords, che ovviamente oltre a noi potete seguire anche cosa stanno facendo Le Capre a Sonagli.

Marco, grazie della tua presenza qui all'EDP: teneteci aggiornati con le vostre novità sulla pagina Facebook dell'EDP e lunga vita alla vostra giovane carriera!
Grazie a voi dell'attenzione e speriamo che sia breve ma intensa. ;)


LINK
Sakee Sed
http://sakeesed.bandcamp.com per l'ascolto completo di tutta la loro discografia
Cococì Promotion
Apropolipo Records
e-mail per booking booking@appropoliporecords.com
Electric Duo Project
www.facebook.com/groups/electricduoproject



DISCOGRAFIA

 

ALLE BASI DELLA RONCOLA 2010, autoprodotto.

1.Whisky & Coke  2.Vermouth & Baby  3.Happy Thomas  4.Walzer  5.Mrs. Tennessee  6.I'm Drunk  7.Risvegliati dolcemente  8.Cenami il cefalo  9.Dente del diavolo  10.Caffè degli artistici  11.Honky Thonky Honk  12.Uncachaca  13.Benson & Eggs

BACCO EP 2011, autoprodotto.

1.Bacco  2.C'è Stato Un Party  3.Oggi  4.Repetita Iuvant  5.Tralalala



A PIEDI NUBI 2012, Appropolipo/Audioglobe.

1.A piedi nubi  2.A.S.M.A. Los angeles  3.Molecola  4.Sta piovendo  5.Colpo al materasso  6.Tritolo  7.Diavolo  8.L'ultimo ricordo di Siel  9.Megattera  10.Presto parto


CECI N'EST PA UN EP 2013, Appropolipo

1.Boccaleone  2.Il mio Altereggae  3.Metal Zoo  4.Olderifa Express  5.Jimmy è perso nel delirio  6.Strappi Bianchi