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giovedì 18 febbraio 2016

94: SAMCRO2: I Colpevoli...






INTRO
   Ci sono nomi che si ripetono, qui all'Edp, duo che lasciano il segno e che si ripropongono con regolarità... uno di loro è sicuramente quello dei SAMCRO, two-piece aretina di rock-blues sanguigno formata dal chitarrista, cantante e compositore Mario Caruso e il suo collega alle pelli Nicola Cigolini. Li abbiamo incontrati all'uscita del loro primo album, "Terrestre" del 2014 (qui), abbiamo di recente seguito la figura di Mario nella veste di scrittore debuttante, con il suo romanzo di narrativa "Un Salto nel Buio" (qui) e li ritroviamo infine oggi all'uscita di "Colpevoli", il loro secondo full lenght, pubblicato il 22 dicembre 2015 e presentato ufficialmente il 5 gennaio successivo al Pastificio Elettrico di Arezzo. Nell'articolo di presentazione dei Samcro abbiamo capito l'origine del loro nome, il differente background musicale dei due fondatori e la magica interazione che ha portato alla peculiarità della loro musica, ora, a un anno e mezzo di distanza dall'album di debutto e dopo un intenso anno di attività live che li ha visti sui palchi di gran parte d'Italia, vediamo i Samcro pronti a ripartire con un disco di rock duro e crudo, sempre in tensione sul metronomo, un undici pezzi adrenalici che nel secondo brano, "La Ricostruzione", vede anche l'intervento di voce narrante da parte di Paolo Benvegnù, special guest di spicco. Solo alla fine dell'album possiamo godere di un attimo di riposo, ci si rilassa su una lunga splendida ballad (12 minuti) dalle sonorità dolci ed aperte, come la porta di benvenuto che l'autore spalanca ai moderni migranti, giunti per mare dopo pene e sofferenze, ansie, paure e rinnovate speranze... "Benvenuto" è infatti il titolo del brano di chiusura: dopo il cantato un lungo intermezzo sonoro, la risacca del mare, il dolce fragore delle onde che si spezzano sulla costa, sulla banchisa, su una spiaggia salvifica... infine torna la musica che lentamente si trasforma in una melodia orientaleggiante, quasi a mostrare la via dello scambio e della convivenza... questo il messaggio finale che i Samcro vogliono comunicare con il loro nuovo lavoro discografico "Colpevoli".
   Sebbene ci siano voluti solo 9 mesi di composizione per passare da un disco all'altro, i segni di un processo evolutivo ci sono tutti. Se da un lato i notevoli punti di forza del primo album (energia, coinvolgimento, grinta e freschezza) sono stati mantenuti e valorizzati, dall'altro il contenuto dei testi si è arricchito di spessore. Mentre in "Terrestre" Mario cantava delle semplici cose di tutti i giorni, ora ci presenta un Concept Album concentrato sulle problematiche sociali di questi ultimi anni: ci parla di immigrazione, dei sordidi giochi delle banche, dei problemi forti di oggi giorno, attraverso però la critica aperta nei confronti dei maggiori "colpevoli", gli ipocriti appunto, coloro che: "fanno finta di non vedere o che per comodità preferiscono guardare il tutto attraverso un piccolo schermo", citando il loro comunicato stampa. I testi sono sempre in italiano, lingua prediletta del compositore Caruso vista anche la sua grande passione per la Letteratura Classica del nosto Paese, mentre il cantato fa l'occhiolino al rock cantautorale di Giovanni Succi del duo piemontese BACHI DA PIETRA, dei quali i Samcro dichiarano apertamente di subire il fascino e l'influenza. La voce è più matura, sviluppata roca, e i suoni della chitarra più grossi e pesanti.
   L'album, pubblicato dalle riconfermate Soffici Dischi e Warning Records, è distribuito da Audioglobe. Ma vediamo di andare più a fondo alle tematiche di quest'ultimo lavoro in studio del duo con l'intervista ai diretti interessati, Mario Caruso e Nicola Cigolini della two-piece aretina Samcro, e con una breve impressione-recensione del nostro collaboratore Martino Vergnano.


RECENSIONE
SAMCRO "Colpevoli"
Lp 2015, Soffici Dischi/Warning Records

Che bello il nuovo disco dei Samcro, porca miseria già dopo tre pezzi so che gli darò 10. Il dramma è che mi piace talmente tanto che so già che farò una recensione di merda... bravissimi, disco pazzesco e suoni pazzeschi... il duo elettrico come me lo immagino: fuzz, batteria, riff, e poi il cantato in italiano... 10 bon... cos'altro potrei dire? Bravissimi... sono bloccato di fronte a cotanta "duoelettricità"! 10... anzi dieci e lode... vostro Martino Vergnano, a voi studio.

10/10
Martino Vergnano


Ascolto di "I COLPEVOLI"





INTERVISTA
1. Bentornati negli spazi Edp, cari Mario e Nicola. Mi sembra che siete molto attivi come duo, due album a un anno e mezzo di distanza l'uno dall'altro, molti live in giro per l'Italia, addirittura la stesura e pubblicazione di un romanzo nel qual mentre! Raccontateci come è stato questo periodo...
M. È stato un anno lungo, per certi aspetti anche difficile, ma abbiamo deciso di fare un disco riversandoci tutto quello che avevamo da dire. Abbiamo trascorso giornate intere in sala prove a registrare provini su provini: la voce che non va, i passaggi che non funzionano. Ciò che ha valorizzato le nostre difficoltà facendone virtù è stato il tipo di concept scelto. In questo disco, nient’altro che le parole hanno funzionato da combustibile per questa nuova miscela di suoni molto più potenti e studiati, dove siamo fieri di dire che, forse per la prima volta, almeno secondo noi, parole, interpretazione e musica vanno di pari passo.

2. Quando avete iniziato a comporre il materiale per il secondo album? 9 mesi, pari alla gestazione di un bambino, sembra essere il vostro tempo medio di composizione: Mario, hai composto in questa tempistica un album e altrettanto tempo ti è voluto per concepire il tuo romanzo, pensate di riuscire a mantenere una media del genere anche per i prossimi lavori?
M. Sì, pensiamo che ci vuole almeno un anno per lavorare davvero su un disco, specie se si vuol valorizzare i testi ed elaborare un concept. I nostri nove mesi sono stati intensi, ma in realtà qualcosa era pensata anche prima, ecco perché parliamo di un anno.

3. Quali le maggiori novità in "I Colpevoli" rispetto al precedente "Terrestre"? Ci sono state scelte fatte "a tavolino"? Le tematiche dei testi riconducono il tutto a un Concept Album... Inoltre sento i suoni ispessiti, la voce più matura... soprattutto questa è passata da una timbrica pulita, che comunque mi piaceva molto, a una versione più felpata, roca a volte...
M. Mentre Terrestre era un disco più contaminato dal blues, come i testi, semplici all’apparenza ma criptici, Colpevoli è la svolta che cercavamo. Già prima che l’album nascesse sentivamo come un irrefrenabile impulso di creare un disco che mettesse luce su una situazione disperata, tuttavia inserendosi in un contesto globale, poiché oggi, a prendere posizione su una cosa precisa, si rischia di essere accusati di qualunquismo. In relazione di ciò, senza prendere una posizione politica, né ideologica, né inquisitoria, né morale, abbiamo musicato non una condanna né tantomeno un giudizio, ma un’analisi, a volte ironica com’è nel nostro stile, a volte più crudele, non solo sul dramma dell’emigrazione africana, ma anche del fatto stesso in senso globale e su come questo viene metabolizzato nella più spicciola realtà, che può essere quella di un adolescente provinciale, fino a quella delle grande istituzioni. Il disco non vuol essere mai troppo diretto, ci siamo riservati di nascondere alcune cose dietro a qualche “allegoria e derisione”.

4. Mario, nell'intervista per l'occasione dell'uscita del tuo romanzo, ti chiedevo in cosa differisse il processo di scrittura tra un romanzo e una canzone. Ovviamente sottolineavi come nel romanzo ci si possa dilungare in ogni forma di descrizione e sviluppo della tematica mentre nel testo di una canzone bisognasse condensare i concetti e puntare tutto sull'essenza. Ora che con "I Colpevoli" hai trattato argomenti più "corposi", hai adattato il tuo stile di scrittura?
M. Sì i testi sono scritti tutti da me ad eccezione di “Opponibile” nato da un’idea di Nicola e poi arricchita insieme. Per la scrittura di questi testi ho adottato un registro alternativo al mio normale modo di scrivere: ho lavorato più sulle parole tenendo conto della loro musicalità e della metrica, è più un fatto di gusto che uno letterario in questo genere. Probabilmente ciò che avvicina più la letteratura e la musica è il cantautorato, ma nel rock, a maggior ragione quando c’è il blues di mezzo, occorre fare delle scelte, delle quali comunque vado fiero.

5. Sono tanti i "colpevoli" in una società che non va ma tu, Mario, punti il dito anche verso chi tacitamente guarda e non si muove, verso chi prende poca posizione. Come vedi i travagliati giorni contemporanei e che soluzione suggerisci?
M. I colpevoli che descriviamo noi sono quelli pervasi da indifferenza e passività. Soprattutto questa ultima condizione è quella deleteria. Finché non ci sarà una solidarietà genuina e ogni pregiudizio razziale sarà bandito, continuerà ad esserci passività e intolleranza. Non dimentichiamoci chi siamo, noi italiani, e non dimentichiamoci nemmeno la nostra storia che, guarda caso, è caratterizzata in gran parte da emigrazione: in fondo, tutti i popoli del mondo sono nomadi, è un fatto antropologico provato.

6. Nella seconda traccia dell'album, "La Ricostruzione", godete di un intervento di spicco quale il cantante Paolo Benvegnù. Come è stata l'idea di coinvolgerlo e come si è sviluppata la collaborazione?
N. L’idea è nata in sala prove quando Mario ha portato quella porzione di testo parlato e me lo ha fatto sentire, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “questo pezzo sarebbe bellissimo se a interpretarlo fosse Paolo Benvegnù”, era una mia ferma convinzione far cantare quella parte proprio a lui. Fortuna ha voluto che al Simmetrie Festival eravamo il gruppo di apertura proprio dei Benvegnù, e da una semplice domanda è partita una bellissima collaborazione, sana e senza fronzoli come nella musica dovrebbe essere sempre. Paolo è stato gentilissimo e in meno di due settimane avevamo il pezzo pronto.

7. Mi incuriosisce la genesi del brano di chiusura, "Benvenuto". Lo considero un pezzo forte dell'album pur discostandosi completamente dal resto delle composizioni; può quasi considerarsi canzone-manifesto di un fenomeno sociale di spicco come lo è quello dell'immigrazione in questi ultimi anni. E' un benvenuto, ovviamente, ma velato di tristezza, di sospesa malinconia... da un lato per la nostalgia del passato lasciato alle spalle, dall'altra per la consapevolezza del destino incerto che li attende ora, alla fine del loro viaggio, penso... è così?
M. È un pezzo nell’ottica di quelle persone realmente sensibili al dramma dell’emigrazione. Quel “benvenuto” si inserisce in un discorso molto più globale, ci sono parole che lo fanno intendere ma, dato che ci piace essere un po’ labirintici, questo “benvenuto”, paradossalmente, è il pezzo con più positivismo dell’album. Non solo è rivolto a chi viene, ma anche a chi va; è rivolto a quelli che giudicano con razzismo ed etnocentrismo, affinché anche loro possano essere dei bevenuti in un’ottica più solidale. A un discorso così più volte si sente rispondere: «ma son tutti criminali, e hanno la cultura delle bestie». Inutile dire che questo pensiero non ha consistenza. Gli umani possono essere crudeli come no, ci saranno sempre i “buoni” e i “cattivi”. Non può essere né una questione di razza né di religione.

8. Immagino siate pronti per il tour promozionale dell'album. Avete in programma anche date fuori confine? Sebbene i testi siano in italiano ci vedo una gran internazionalità nella musica dei Samcro...
M. Per ora le date del tour si concentrano soprattutto in Italia, perché è qui che dobbiamo lavorare a fondo. Ma il fatto di andare all’estero ci ha da sempre attratto e stiamo studiando a delle possibilità per spostarci su gran parte dell’Europa centrale. L’America è un progetto, per ora, troppo ambizioso: per noi sarebbe un sogno, pertanto non escluderemo l’ipotesi. 

9. Un'ultima domanda a Mario scrittore: come procede con la promozione e la vendita del tuo romanzo di debutto "Il grande buio"?
M. Procede davvero bene, e molto meglio di quanto mi aspettassi. Il 2015 è stato un anno magnifico sotto questo punto di vista, e sdoppiarmi tra letteratura e musica è stata una sfida ma anche una bella soddisfazione. Sto cominciando adesso a raccogliere tutte le opinioni dei lettori del romanzo, come quelle degli ascoltatori del disco dei SAMCRO: la dura fatica prima o poi pagherà, l’importante è crederci, sempre.

Grazie ancora Mario e Nicola, tanta buona musica a voi!



DISCOGRAFIA
TERRESTRE 2014, Soffici Dischi/Warning Records

1.Terrestre 2.Parentesi 3.Police Tango 4.Causa Effetto 5.Ritorno 6.Trenitalia.com  7.Cartone 8.Tu Come Stai 9.Un Motivo





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Qui la nostra recensione

COLPEVOLI 2015, Soffici Dischi/Warning Records

1.Dalle Ceneri 2.La ricostruzione 3.Reagire al dolore 4.Opponibile 5.Martin X 6.Similitudine  7.Mahmud 8.Kingsley 9.Colpevoli 10.Il mare dentro di te 11.Benvenuto






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Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle