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martedì 15 gennaio 2019

172. RECENSIONE57: Il paese dei camini spenti by Sdang!






Siamo al terzo appuntamento con gli Sdang! (Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti), duo strumentale chitarra-batteria bresciano che, dopo l'Ep autoprodotto degli esordi (Il giorno delle altalene) e il 6 tracce successivo (La malincoia delle Fate) esce a dicembre 2018 con un nuovo, splendido album, dall'ennesimo titolo suggestivo: Il paese dei camini spenti. Un'opera discografica completa di 11 tracce in cui si sedimenta l'estetica degli Sdang!: tecnica al servizio dell'ascolto, generi freddi e schematici (math rock) ammorbiditi da una forte presenza di melodia e repentini ma intriganti cambi prog.

Questro concept album, come i precedenti, volge lo sguardo al passato, alla spensieratezza dell'infanzia, alla magia delle fiabe, con ulteriore nostalgia, in questo caso, nei confronti di un glorioso seppur umile passato che è destinato ad essere fagocitato dal moderno che avanza. Parla anche della nostra mente e della capacità di mantenerla sana e positivamente attiva. Il pacchetto di cerini che, con il medesimo artwork della cover, viene presentato in allegato all'album, ci invita simbolicamente a riaccendere tutti i nostri ricordi spenti e a mantenere viva la fiamma della vita stessa.

Interessante il video costruito attorno alla settima traccia dell'album, "Teleferica al chiaro di luna", realizzato con immagini di repertorio gentilmente concesse dall'Archivio Storico Cinema d’Impresa di Ivrea. L'artwork, questa volta sganciato dalla grafica fumettistica (ma concettualmente legato da un punto di vista del colore), è stato invece elaborato dagli stessi Sdang! in concerto con Milena Berta mentre le etichette indipendenti a supporto del disco sono la riconfermata DreaminGorilla e la nuova alleata Edison Box. 

Per ogni approfondimento sulla carriera del duo o sulle etichette di cui sopra, come per accedere all'intervista a Nicola ed Alessandro, rimando all'articolo completo, appena pubblicato, mentre in questa sede ci addentriamo nei dettagli tecnici dell'album e alla sua recensione a firma Mali Yea, chitarrista del duo reggiano Anice.


Video:
"Il campanile oltre la nebbia" https://youtu.be/D_2aiZWRq74

Contatti Band:


Il paese dei camini spenti credits:
Gli Sdang! sono:
Nicola Panteghini (chitarre, batteria elettronica, bass synth) e
Alessandro Pedretti (batteria, percussioni, pianoforte, glockenspiel, filed recording)
Con la partecipazione di:
Superdownhome: batteria e cigar box in "Il meccanismo dell'orologio"
Claudia Ferretti: voce in "Tre vecchie streghe"
Fidel Fogaroli: Korg Sigma, Fender Rhodes e Siel Orchestra 2 in "Tre vecchie streghe" e
"Teleferica al chiaro di luna"
Ronnie Amighetti: synth in "Estate - Cartolina"
Francesco Venturini: tromba in "Ruggine sul mulino ad acqua"
Pierangelo Taboni: pianoforte in "In assenza di nuvole"
Scritto e suonato da Sdang!
Prodotto da Sdang! e Ronnie Amighetti
Registrato e mixato da Ronnie Amighetti @La Casa del Bao, Prevalle (BS) a febbraio/marzo 2018
Masterizzato da Daniele Salodini @Woodpecker Studio (BS)
Pubblicato nel Dicembre 2018
Coprodotto da DreaminGorilla ed Edison Box
Artwork by Sdang! e Milena Berta


Qui lo ascolti

Il paese dei camini spenti 2018
DreaminGorilla, Edison Box
(PostRock, MathRock, Prog)

1. Il paese dei camini spenti
2. Il campanile oltre la nebbia
3. Forse dopo cena verrà la neve
4. Il meccanismo dell'orologio
5. Tre vecchie streghe
6. Estate -Cartolina
7. Teleferica al chiaro di luna
8. Ruggine sul mulino ad acqua
9. Quando le donne stavano ai lavatoi
10. La festa di San Sebastiano
11. In assenza di nuvole

RECENSIONE
SDANG! "Il paese dei camini spenti"
Lp 2018 DreaminGorilla, Edison Box

Terzo album per il duo chitarra e batteria bresciano, nel 2018 gli Sdang! rompono il silenzio aggiungendo un altro capitolo alla loro personale discografia. A distanza di 2 anni dal precedente lavoro intitolato “La malinconia delle fate”, Alessandro Pedretti e Nicola Panteghini, sostenuti dalle etichette EdisonBox Records e DreaminGorilla Records, confezionano con cura “Il paese dei camini spenti”, opera strumentale dal nome particolarmente evocativo. Altrettanto suggestivi i titoli delle 11 tracks che vanno a comporre questo concept album caratterizzato da un sound limpido e piacevolmente privo d’orpelli.

L’aspirazione è quella di richiamare alla mente, attraverso una mirata scelta dei titoli, storie e visioni di un’altra epoca, un immaginario bucolico che si perde tra le spire del tempo, vecchi scatti in bianco e nero pervasi d’inconsolabile nostalgia.

Al di là del fatto che i brani in questione raggiungano o meno l’obiettivo sopracitato, l’ultima fatica degli Sdang! restituisce una certa freschezza, malgrado gli ingredienti della ricetta siano sdoganati da tempo, infatti è facile captare nel background dei due musicisti bresciani evidenti influenze Math Rock e molto altro ancora, il loro bagaglio stilistico è ampio e spazia in maniera generosa dalla Prog alle oniriche atmosfere proprie del Post Rock, dal Jazz al Southern Rock, dal Blues fino ad arrivare a sonorità più ruvide prossime al Metal.

L’album apre con l’omonima title track che in sostanza non è altro che un breve intro fatto di crepitii di legna che arde, per l’appunto in un camino, e note lievi di pianoforte in sottofondo. Il cambio è radicale e si passa repentinamente a “Il campanile oltre la nebbia”, brano mordace che senza mezze misure lascia intuire le reali intenzioni della band. La tensione cala col seguire di “Forse dopo cena verrà la neve”, narcotico brano che fluttua tra antitetici stati d’animo. “Il meccanismo dell’orologio” invece spiazza un po’, nell’accezione negativa del termine, lasciando in bocca quel retrogusto che ricorda alla lontana, azzarderei dire, qualcosa di già digerito dei Lynyrd Skynyrd. “Tre vecchie streghe” al contrario alza il tiro, con un sound più erosivo e dai richiami nordici. Il resto prosegue agevolmente tra risalite psichedeliche che trasudano nel brano intitolato “Teleferica al chiaro di luna” e atmosfere dichiaratamente jazz alla Miles Davis in “Ruggine sul mulino ad acqua”…

Altro dettaglio che potrebbe risultare marginale ma che in realtà non lo è affatto, è la scelta di accompagnare il CD con una piccola confezione di fiammiferi, coordinati graficamente con la copertina dell’album, soluzione che personalmente ho trovato alquanto commovente.

Mali Yea


Articolo ad opera di Giusy Elle


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