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mercoledì 19 giugno 2019

182. RECENSIONE #62: Y by San Leo






E' dal 2013 che i SAN LEO ci deliziano con le loro suite strumentali, tanto evocative e misteriose, quanto elegiache ed ipnotiche. Con Y, l'ennesimo album in vinile 12" a tiratura limitata, si conclude una trilogia musicale dedicata alla trasformazione alchemica; disciplina, l'alchimia, alla quale i due si rifanno da sempre, tanto nella filosofia quanto nell'iconografia.
Per sapere tutto sul duo, rimando all'articolo di aggiornamento appena postato (qui) e all'originario di presentazione (qui), dove Marco Tabellini e Marco "Inserirefloppino" Migani si sono raccontati nella nostra intervista, svelando i misteri delle loro composizioni. Potete trovare anche una breve presentazioni delle aetichette indipendenti d'appoggio all'album.
Qui procediamo con gli approfondimenti tecnici di Y e la sua recensione ad opera del chitarrista degli Anice, Mali Yea.

Contatti Band:
http://sanleo.bandcamp.com/




Y credits:
Registrato mixato e masterizzato da Riccardo Gamondi @Fiscerprais Studio, Pontrecurone, Aprile 2018
Pubblicato il 24 Gennaio 2019
Formato: Vinile nero 12" (300 copie) e formato digitale
Grafica: Inserire Floppino

Qui lo ascolti

Y 2019
Brigadisco, E’ un brutto posto dove vivere, Coypu Records,
DreaminGorilla Records, I Dischi del Minollo, Tafuzzy Records
(PostRock, MathRock, Sperimentale)

SIDE A
1.Una presenza, una doppia entità nascosta nell'ombra: tra le fenditure del legno risiedeva il riflesso del vero volto
2. La lama in attesa, la vertigine di un gesto inesorabile, l’eco sinistra delle urla del re
SIDE B
3. Lasciami precipitare come pioggia di meteore: a me fuoco e distruzione, a me catastrofe e rinascita
4. Nella risacca udì la voce della mutazione marina, un sussurrare di ossa tramutate in conchiglie



RECENSIONE
SAN LEO "Y"
Lp 2019 Brigadisco, E’ un brutto posto dove vivere, Coypu Records, DreaminGorilla Records, I Dischi del Minollo, Tafuzzy Records

Sotto il segno dell’eremita "San Leo", il tagliapietre, i due ragazzi riminesi: Marco tabellini e Marco Migani, rispettivamente chitarra e batteria, portano a compimento il terzo capitolo del loro oscuro cammino esoterico. L'album, semplicemente intitolato "Y", è strutturato in quattro distinti movimenti musicali dal carattere strumentale, arcane fasi lunari fregiate da titoli suggestivi di una certa importanza (come da loro tradizione), basti pensare solo alla prima composizione di apertura intitolata "Una presenza, una doppia entità nascosta nell'ombra: tra le fenditure del legno risiedeva il riflesso del vero volto", che già di per sé suggerisce all'ascoltatore un immaginario del tutto singolare ed enigmatico.
La stesura è volutamente ostica, tutt'altro che immediata e questo fa sì che il disco si sveli piano piano, ascolto dopo ascolto, un aspetto che va considerato come un valore aggiunto in questi tempi poveri di "attese". C’è la faticosa volontà di alzare la consapevolezza a un livello superiore ma sono necessari sacrifici iniziatici.
"Y" è una sorta di limbo dilatato dove si arranca durante la salita sull’impervia e desolata "montagna" dei San Leo, la scalata è lunga e in alcuni momenti la meta sembra allontanarsi, fugace. Nulla sembra essere in grado di squarciare il cielo plumbeo che si stratifica inesorabile sopra le teste, greve e impenetrabile.
Sempre dello stesso album: "La lama in attesa, la vertigine di un gesto inesorabile, l'eco sinistra delle urla del Re" "Lasciami precipitare come pioggia di meteore: a me fuoco e distruzione, a me catastrofe e rinascita" "Nella risacca udì la voce della mutazione marina, un mormorio di ossa tramutate in conchiglie"

Mali Yea


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