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venerdì 25 dicembre 2020

220. ELENCO ARTICOLI 2020

 LISTA ARTICOLI Edp 2019

 

Un altro anno è passato, e di quelli storici! Un 2020 a sorpresa, duro per tutti. Nessuno l'ha trascorso indenne, scottato dal virus influenzale Covid-19 oppure dalle restrizioni causate dai vari lockdown. Un anno sicuramente terribile per quanto riguarda il mondo dello spettacolo, improvvisamente bloccato, con una breve parentesi di respiro giusto in estate. Eppure il mondo non si è fermato, e i musicisti con lui. Gli album in programma sono stati tutti egualmente pubblicati mentre a noi di Edp, la pausa forzata di primavera ci ha dato tempo per ripartire con le compilation, ferme da ben quattro anni. L'insolita occasione ha permesso ai duo di creare canzoni nuove per questa occasione, con delle collaborazioni esclusive e memorabili per noi della community.

L'attività giornalistica si è rallentata per dar spazio all'organizzazione di questo evento ma entro la fine dell'anno ci siamo messi in pari con la presentazione dei duo in sospeso. A conti fatti abbiamo pubblicato ben 26 articoli tra cui la presentazione di 6 nuovi duo, altri 6 aggiornamenti, 12 recensioni, abbiamo trattato della nuova compilation oltre che pubblicato una lista ordinata dei ben 200 articoli che hanno visto la luce dal 2012 ad oggi. Qui a seguire un riassunto di ogni post, che se vi è sfuggito durante l'anno o avete voglia di rileggere, può riempire le giornate festive di questo periodo natalizio 2020. Buona lettura e buona musica a tutti. Che il 2021 sia l'anno dei live!

 

 ELENCO ARTICOLI 2020

195) La natura selvaggia e gloriosa dei THE HAUNTING GREEN (22.2.2020) Iniziamo l'anno con la presentazione di un duo friulano dalla musica intensa e dal messaggio profondo: loro sono gli Haunting Green, ossia Cristiano Perin alla chitarra e Chantal Fresco alla batteria. Ingegnere della bioedilizia l'uno e attivista per la salvaguardia del fiume Tagliamento l'altra, lanciano un messaggio impellente con la propria musica, quello di salvaguardare la Natura prima che sia troppo tardi, anche se, nella visione pessimistica/realistica della realtà, secondo loro il punto di non ritorno è già stato superato...

196) RECENSIONE68: Natural Extinctionby The Haunting Green  (22.2.2020) Dopo un Ep d'esordio (2014) a due anni dalla fondazione del duo, Natural Extinction (2019, Psychedelic Dirge Records) è la prova sulla lunga distanza. E che prova! Un bel Black Metal, di nordica memoria, che sviluppa le sue 7 tracce tra arpeggi, sonorità sospese e qualche intervento growl. Recensito per noi dall'attivissimo Cesare Businaro.

197) OVO: vent'anni e non sentirli... (25.3.2020) Siamo arrivati al ventesimo anno della carriera musicale di questo iconico duo, votato alla dimensione live e conosciuto, seppur da un pubblico di nicchia, nel mondo intero. Miasma, in maniera quasi profetica, annuncia il periodo subdolo che si stava stagliando all'orizzonte. Uscito in un momento in cui si era ormai pienamente coscienti dell'infausta presenza del virus influenzale covid-19, Stefania Pedretti e Bruno Dorella arrivano appena ad iniziare il loro tour europeo che presto devono interromperlo: per questioni di sicurezza ma anche per non dover restare bloccati al di fuori dei confini nazionali. Verrà ripreso a fine estate, dopo che i due erano riusciti comunque ad inanellare una serie di live con i propri progetti paralleli, durante l'estate.

198) RECENSIONE69: Miasma by OvO  (25.3.2020) Rappresentanti del noise più estremo, gli OvO sono riusciti ad essere più che credibili con i loro semplici strumenti, dove la batteria di Bruno era oltremodo ridotta all'osso. Figli del loro tempo ma abili nell'adattarsi alle nuove tendenze, con l'Lp Abisso del 2019 introducono invece l'uso dell'elettronica nel loro set minimalista con un risultato assolutamente personale ed inatteso: l'elettronica infatti non è soltanto un accessorio da affiancare agli strumenti canonici, il loro è un sopraffine lavoro di integrazione dei suoni fino a raggiungere un'amalgama personale e distintiva. Da questo momento, che segna uno spartiacque nella produzione musicale dei due, gli album a seguire ricalcano tale via, approfondendo sempre più l'argomento. Dopo un trittico di album, l'evoluzione successiva, anticipata dal duo stesso, doveva essere la conversione totale all'elettronica ma il nuovo materiale, mirabilmente elaborato da Giulio Favero, il compagno di fiducia di questi ultimi anni, prende una tale corposità e grado di "lordura" da soddisfare talmente la band da rimanere nel percorso tracciato nella loro seconda fase musicale. Recensione di Giacomo Guidetti (Ka).

199) RAI'SE: la forza della natura (11.4.2020) Nuovo duo sebbene di musicisti navigati, i Rai'se nascono nel vicentino dall'unione del chitarrista milanese Fabio Silevestri e del batterista Luca Brunello, già nei Mangia Margot. Propongono un post-core strumentale molto sentito, con il quale vogliono elogiare la forza della Natura ed auspicare un ritorno dell'Uomo alla sua matrice più primitiva: in questo senso il messaggio è molto vicino ai colleghi friulani The Haunting Green. Anche la musica dei due gruppi è similmente potente ed elegiaca, sebbene i Raìse prediligano un timing più serrato per le proprie composizioni. La loro traccia "Commuovelalegge" inoltre, dedicata alla figura dell'anarchico Bartolomeo Vanzetti, compare nella nostra compilation di quest'anno in featuring con Stefania Pedretti, l'incredibile vocalist degli OvO.

200) RECENSIONE70: Crepa! by Raise  (11.4.2020) La Crepa è una fessura, la fenditoia attraverso la quale possiamo avere un barlume del mondo naturale che abbiamo abbandonato, in nome dello sviluppo tecnologico. Una crepa nel muro che nei secoli abbiamo costruito e consolidato e che ci isola ed allontana sempre più dal mondo naturale dal quale proveniamo e al quale dovremmo essere intimamente connessi. Questo il concept dietro al bell'album strumentale di 6 tracce, mirabilmente prodotto, mixato e masterizzato da A. Charlie Di Carlo all'Haunted Studio. Il disco doveva vedere la luce nel tardo 2019, ma per motivi vari viene pubblicato soltanto a fine febbraio 2020; recensione ad opera di Cesare Businaro.

201) 200 Articoli: indice (16.4.2020)  Visto che ho impostato male il mio "sito", aprendo in realtà un blog a cascata, sento sempre la mancanza di un indice facilmente consultabile. Con l'occasione del traguardo dei 200 articoli pubblicati, ho messo un po' d'ordine nei link, raggruppando i vari post in ordine alfabetico delle band e degli argomenti trattati. Una bella panoramica sul lavoro "giornalistico" portato avanti dalla sottoscritta dal 2012 ad oggi.

202) I-TAKI MAKI for Children e Video Premiere (27.4.2020) I nostri amici I-Taki Maki, ciociari ormai stabilizzati a Berlino, continuano a sfornare materiale discografico arrivando al loro quinto LP in studio, un concept album dedicato ai bambini bistrattati di tutto il mondo ma anche agli adulti disadattati a causa di un'infanzia difficile. Un argomento denso e sentito, come gli ultimi affrontati negli album precedenti, tutti imperniati su tematiche sociali. Questo articolo è anche l'occasione per presentare il loro terzo video, tratto dalla traccia di apertura dell'album. La batterista Mimmi è anche autrice di un romanzo di recentissima pubblicazione e già vincitore di un paio di concorsi letterari (Come tutti gli uomini fanno, Lupi Editore), nato dalla sua competenza di sociologa e ispirato dalla sua stessa condizione di emigrata: ci dipinge una serie di intimi cammei, personaggi approdati a Berlino per i motivi più disparati, realmente incontrati dall'autrice stessa.

203) RECENSIONE71: Misfit Children by I-Taki Maki (27.4.2020) Approfondimento dell'album Misfit Children con la recensione del nostro collaboratore Mali Yea.

204) ROUGH ENOUGH: rudi quanto basta(13.5.2020) I Rough Enough sono un duo alt-rock catanese fondato nel 2017 dal chitarrista Fabiano Gulisano che si assesta ora in formazione con il batterista Raffaele Auteri. Band con grande resa su palco, partecipano a festival vari, aprono per band importanti ma incidono in poco tempo anche due LP: l'ultimo, Molto poco zen, esce per l'etichetta OverDub Recordings ed è un omaggio al garage punk di storica memoria. I due sono comunque già in lavorazione del nuovo album che li vedrà alle prese con sonorità più vicine al post rock/noise di matrice anni '90.

205)RECENSIONE72: Molto poco Zen by Rough Enough (13.5.2020) Recensione di Molto Poco Zen ad opera di Cesare Businaro. L'labum è composto da 11 brani, cantati in italiano, che trattano dell'uomo in sé e il suo sentire, soprattutto il suo soffrire. Una tematica sviluppata da molti duo in questo periodo, penso per esempio ai Sonny & The Stork.

206) MARMO e "Viceversa" (Recensione73) (8.6.2020) Le sonorità post metal anni '90 stanno alla base della musica dei Marmo che, fondati nel 2014 a Forlì da Campione Frizzino (chitarra) e Gianluca Piras (pelli), e con la supervisione di un terzo elemento, tale Paolo il Faro, pubblicano ad oggi il quarto Ep, un 4 pezzi rilasciato nella sola versione digitale. Raccomandato per i nostalgici di Helmet, Melvins e Pelican. Recensione ad opera del nostro Nicola Cigolini.

207) INSTRUMENTAL Vs VOCALISTCompilation (28.6.2020) Il lockdown di primavera ci ha dato il tempo per dedicarci all'organizzazione di una nuova compilation, progetto che avevamo affrontato l'ultima volta ben quattro anni fa. In questa occasione abbiamo osato di più, chiedendo ai membri della community una composizione originale. In realtà frutto di featuring. Vista infatti la grande quantità di duo strumentali, ho proposto a loro di dare a disposizione una propria traccia e ai vari cantanti di aggiungere il proprio contributo vocale. L'entusiasmo per la proposta è stato grande e ne sono uscite mirabili collaborazioni: c'è chi ha richiesto un collega specifico, chi ha aproffittato di concretizzare un featuring da lungo tempo in cantiere, chi ho abbinato personalmente intuendo un comune sentire. Dieci le tracce strumentali, seguite dagli altrettanti featuring, pubblicate sul nostro profilo Bandcamp. A Novembre il tutto si è poi concretizzato nella stampa fisica del nostro primo Cd, che raccoglie i dieci brani rielaborati, distribuito tra i vari aderenti alla compilation, per una divulgazione ancora più massiccia della musica dei duo. Instrumental Vs Vocalist è una vera chicca, una raccolta di spledide collaborazioni che dimostrano l'abilità e la professionalità dei vari partecipanti ma anche il grado di coesione raggiunto dalla nostra community. In questo articolo potete trovare i dettagli di tutti i partecipanti (per la prima volta anche tre duo basso-batteria) e i link ai numerosi video scaturiti da queste nuove tracce.

208) Che Macello questi ZOLLE! (11.7.2020) Lo storico duo lodigiano Marcello Bellina-Stefano Contardi esce quest'anno con il quarto album in studio, un Lp di 9 tracce profeticamente intitolato Macello. Esce infatti in piena pandemia, in pieno lockdown e in piena zona rossa, più macello di così! Nonostante il tour di promozione venga completamente compromesso, i due non ci deludono con le proprie composizioni, all'altezza delle aspettative. Un Hard Rock/Heavy Metal strumentale, lento e possente, a marchio distintivo della band, pubblicato per la riconfermata Subsound Records, e che si arrichisce, questa volta, di qualche intervento vocale. Simpatico il video dell'opening track, in formato fumettistico, che non tradisce l'anima goliardica del duo. Con l'ausilio vocale del collega oltremanica Harry Armstrong, gli Zolle chiudono le dieci tracce della nostra Feat Compilation.

209) RECEN74: Macello by Zolle(11.7.2020) E' compito dell'instancabile Nicola Cigolini introdurvi nei meandri dell'album Macello con la sua recensione. Ricordiamo che tutti i nostri articoli sono corredati di link di ascolto all'album, collegamento ai video e intervista con i musicisti della monografia.

210) La poetica romantica degli ANICE (23.8.2020) Il chitarrista Mali Yea, cinese di seconda generazione, viene da Reggio Emilia e dopo una carriera nel mondo dello skate, si dedica alla sua seconda passione: la musica. Fonda nel 2011 il suo duo alt-rock Anice che però riesce a raggiungere una stabilità di formazione solo in questo ultimo periodo, in compagnia del batterista Nicola Bigliardi. Dopo un nove tracce d'esordio, due Ep e un terzo da solista, seppure sempre con il nome di Anice, è ora finalmente l'ora della pubblicazione di un bel Long Playing, dal titolo Poems About Destruction. Il duo ci catapulta in un mondo etereo e sospeso, a volte scosso da momenti più corposi, una poesia sonora che tra elettronica ambient, interventi drone ed arpeggi vari, ci parla della china distruttiva intrapresa dalla razza umana, senza mai però giudicare, criticare, intervenire in alcun modo. Il concept dell'album è soltanto uno stato di constatazione, da cui l'aura melanconica delle composizioni. Mali è recensore Edp e nostro grafico in varie occasioni: suo è per esempio l'artwork della nostra Feat Compilation.

211) RECEN75: Poems About Destruction by Anice (23.8.2020) Uscito per la Coypu Records in abbinata con la DreaminGorilla, l'album viene pubblicato in digitale su Bandcamp e in esclusivo formato fisico di vinile, in tiratura limitata. Un piccolo traguardo prezioso per il duo, il cui contenuto viene qui recensito dalla nostra collaboratrice Mimmi, al suo esordio per Edp.

212) Il volo degli ALCA IMPENNE (14.9.2020) Questo giovane duo da Napoli (Lorenzo Abbate e Antonio Originale), di recente formazione, ci delizia con un rock dalle coordinate anni '90, un mix di stoner, grunge e psichedelia, cantato in italiano, che dopo la pubblicazione di alcuni singoli si concretizza nel primo omonimo Ep. Dalla vincente resa su palco, sono molti i festival e gli opening live che li vedono protagonisti. Due gli Official Video a coronamento delle loro composizioni.

213) RECEN76: Alca Impenne -Ep omonimo (14.9.2020) E' il fan di Edp Cesare Businaro, nostro prezioso recensore, a farvi da guida nella musica degli Alca Impenne, storico e ormai estinto volatile della famiglia dei pinguini, che è stato scelto dal duo come simbolo del rock, longevo genere musicale a rischio d'estinzione. Ma fino a che ci sono giovani intenti a perpetuarne la memoria, c'è ancora molta speranza di lunga vita.

214) VULBO: dalla Tetra Dimesione ai palchi nostrani + video Premiere (11.10.2020) Vulbo, duo improbabile ma vincente, spensierato ma professionale, divertente ma seriamente impegnato, è il protagonista di questa mononografia. I suoi fondatori sono Alessandro Frosio e Antonio Cassella che, distanziati da 13 anni di età ma accomunati da un medesimo modo di intendere la musica, fondano il duo a Bergamo nel 2017. E cosa ci fanno ascoltare? Un "math-metal bluesettone con un po' di noise" come amano definirlo essi stessi... strumentale ma sempre un po' ballabile e strutturato in forma canzone tanto da diventare una chicca con l'intervento vocale dei Milf nel featuring per la nostra compilation. Vulbo poi è un personaggio di fantasia, un mezzo mostro che vive nella Tetra Dimensione e alle cui ipotetiche avventure si rifanno i due per la composizione dei vari brani. I disegni di Vulbo sono opera di Alessandro stesso, come il secondo video tratto dall'omonimo Ep, che abbiamo l'onore di ospitare qui in anteprima. Intervista con i due mattacchioni.

215) RECEN77: Vulbo -Ep omonimo (11.10.2020) E' ancora Nicola Cigolini ad approfondire l'ennesimo album per noi di Edp, un 7 tracce autoprodotto che viene personalizzato con una scritta a pennarello su ogni Cd.

216) La nuova pepita dei GOLD MINERS NIGHT CLUB (24.10.2020) Il locale notturno dove i minatori d'oro vanno a straviarsi dopo una dura giornata di lavoro è l'ipotetica location che ha dato nome a questo duo, nato a Brescia nel 2016 da due amici che già suonavano assieme: Federico Capuzzi (chitarra e voce) e Nicola Romano (batteria e cori). Giunti al secondo album autoprodotto, mantengono le coordinate rock blues, alternando brani in puro stile rock'n'roll ad altri più hard rock. Tre i video a coronazione del disco, tutti visionabili da questo articolo, dove potete accedere anche all'intervista ai musicisti del duo.

217) RECEN78: Gold and Booze by GoldMiners Night Club (24.10.2020) Gli 11 brani che compongono questo album sono le ipotetiche storie di altrettanti minatori che si incontrano la sera al club per una bevuta e che ci raccontano i loro drammi in chiave rock'n'roll. L'album si può ascoltare in streaming sul profilo Bandcamp del duo e non è seguito da alcun supporto fisico. Era prevista la pubblicazione in vinile, ma visto l'anno nefasto per i live, la stampa è stata rimandata a tempi migliori. E' compito del nostro amatissimo Bob Cillo (Dirty Trainload) accompagnarci nei meandri di questo disco nato dalla polver e sudore del lontano West.

218) Nulla è difficile per i SONNY & THE STORK (8.12.2020) Con i Sonny & The Stork (Varallo -VC- 2014) ci eravamo già incontrati nei nostri spazi virtuali in occasione dell'uscita del loro primo album; replichiamo ora per il nuovo Nihil difficile volenti, arricchito nei suoni dalla produzione di Livio Magnini (Bluvertigo). Diego Vermiglio e Giuseppe Pagnone, in queste 8 tracce di alt-rock cantato in italiano,  ci parlano della sofferenza dei singoli, dei loro drammi e paure, ma anche della possibilità di risolvere ogni conflitto individuale, come suggerito dal titolo dell'album. Tre i video ad anticipazione del disco, due dei quali arrangiati in fase di lockdown. I Sonny & the Stork non sanno arrendersi di fronte a nessuna difficoltà! Ne parliamo con diego, portavoce per il duo nella nostra intervista.

219) RECEN79: Nihil difficile volenti by Sonny & The Stork (8.12.2020) Eccoci all'ultima recensione del  2020, la prima per il nostro nuovo collaboratore Matteo Manganelli.

220) ELENCO POST 2020  (26.12.2020) Eccoci qui...

 

 

Articolo a cura di Giusy Elle

www.facebook.com/groups/electricduoproject

electricduoproject@gmail.com


 

 

 

martedì 8 dicembre 2020

219. RECENSIONE79: Nihil dificile volenti by Sonny & The Stork

LISTA RECENSORI 

Sonny & The Stork è un duo fondato nel 2014 a Varallo (VC) da Diego Vermiglio (chitarra e voce) e Giuseppe Pagnone (batteria). Nihil difficile volenti è il secondo Lp che vede la luce a settembre 2020, a distanza di 4 anni dal disco d'esordio Dimenticati e ritrovati.

Otto tracce di rock dalle sfumature varie (altrock, grunge, psichedelia) cantato in italiano e nato sotto la supervisione di Livio Magnini (Bluvertigo) nella figura di produttore esecutivo. Fondamentale il suo contributo per dare una sferzata di potenza al suono di chitarra di Diego che vede ora l'aggiunta di pedalini vari ma soprattutto di un ampli da basso oltre quello di chitarra.

I testi dei brani trattano tematiche sociali, dalla migrazione all'influenza dei media nella nostra vita, e sebbene l'album sia stato registrato prima del lockdown, molti dei contenuti appaiono ancor più attuali alla luce delle incredibili novità di questo 2020. Interessante il brano di chiusura del disco, un featuring con l'amico rumorista Enkil, che li trasporta al confine della loro zona di confort musicale.

Tre i videoclip, inoltre, ad anticipazione dell'album, due dei quali improvvisati durante il lockdown ma dall'ottima resa. Trovate tutti i particolari in merito nell'articolo appena pubblicato, dove abbiamo avuto il piacere di raggiungere il chitarrista Diego per una piacevole chiacchierata (qui).

L'album esce autoprodotto ma gode della distribuzione della Pirames International nonchè del supporto della BlackPoisPromotion di Antonella Lavini.


Video: "A Scanner Darkly" / "Erisimo" / "La coperta di Linus"

Contatti band: Facebook / InstagramSpotify / Bandcamp / YoutubeChannel

 

Nihil difficile volenti credits:

Registrazioni, mix, produzione artistica: Livio Magnini

Master: Giovanni Versari (La Maestà Mastering)

Disegno e illustrazione a cura di Mattia Ronco

Artwork a cura di Diego Vermiglio

Pubblicato il 18 Settembre 2020

Formato: Cd (tiratura limitata 100 copie) e digitale

Distribuzione: Pirames International

 

Qui lo ascolti 

Nihil difficile volenti 2020

Autoprodotto

(AltRock)

 1. Le Big Bang  2. Gioco a somma zero  3. A Scanner Darkly 

4. L'elenco delle bocche inutili  5. La coperta di Linus 6. Erisimo 

7. La prima nozione di Euclide  8. Virgulto (feat. Enkil)

 

RECENSIONE: SONNY & THE STORK "Nihil difficile volenti" (Lp 2020 Autoprodotto)

 

Non è facile riuscire a rendere pieno il proprio suono con una formazione ridotta all'osso per quel che riguarda l'ambito rock. Una chitarra, una batteria e una voce. Questo invece basta a Sonny and the Stork, duo piemontese che presenta il nuovo lavoro “Nihil difficile volenti”, titolo che suona decisamente come una sfida e dichiarazione di intenti al tempo stesso.

Piacciono quando si inerpicano su riff vagamente stoner e dal tiro tipicamente rock'n roll, come “A scanner darkly” (che il testo si rifaccia in minima parte al capolavoro di Dick, e la sua ottima trasposizione cinematografica ad opera di Linklater?), un pezzo breve e diretto dove le parole risultano perfettamente incastrate nel groove generale.

Analogamente accade in “Erisimo”, veloce e ben costruita, con una bella melodia e un ritornello a presa rapida, che mi ha ricordato qualcosa dei Sux!, storico gruppo milanese underground e mai giustamente riconosciuto.

Piacevole anche “Gioco a somma zero”, in cui i bpm diminuiscono ma rimane solida la costruzione del brano, arricchito da azzeccate soluzioni vocali e una precisa sezione ritmica.

Meno a fuoco, a personale gusto di chi scrive, “La coperta di Linus”, che soffre un po' troppo della derivazione di certo rock alternativo italiano “d'autore” e vagamente grunge, in cui le parole non suonano bene come si vorrebbe, rendendo la canzone meno coinvolgente rispetto ad altre presenti all'interno del pur breve disco.

Le tracce strumentali, per quanto bene eseguite, rimangono dei riempitivi che non aggiungono molto all'economia complessiva del disco, che in totale rimane dunque interessante, ottimamente registrato e mostra delle buone potenzialità da parte di questo duo.

Menzione d'onore per il packaging, cosa ormai rara in un'era completamente schiava dell' “hic et nunc” in cui si ascoltano mediamente 30 secondi di ogni pezzo su spotify, e l'idea fisica di disco va piano piano a scomparire.

Matteo Manganelli

 

Articolo ad opera di Giusy Elle

www.facebook.com/groups/ElectricDuoProject

electricduoproject@gmail.com

 

 

 

218. Nulla è difficile per i SONNY & THE STORK

Altri post correlati: SONNY & THE STORK: i naufraghi del rock

INTRO

Giusto tre anni fa abbiamo avuto modo di presentare il duo piemontese SONNY & THE STORK e il loro album d'esordio Dimenticati e Ritrovati. Ci ritroviamo quest'anno in occasione della pubblicazione del nuovo disco, Nihil difficile volenti.

AGGIORNAMENTO

Diego Vermiglio (chitarra e voce) e Giuseppe Pagnone (batteria) si incontrano e riconoscono musicalmente nel 2014, anno in cui, entrambi momentaneamente orfani di band, decidono di fondare un duo chitarra e batteria nella loro Varallo, in provincia di Vercelli. Lo chiamano SONNY & THE STORK giocando un po' sui loro soprannomi: “Sonny boy dita sanguinanti vermiglio” era l'appellativo affibbiato a Diego da un amico un giorno che, suonando la chitarra, cominciò a sanguinare da un dito, con Sonny Boy che ricorre spesso tra i nomi dei chitarristi blues; 'Stork', la cicogna, era invece il soprannome del batterista, dovuto al suo fisico alto e dinoccolato. Ma simbolicamente Sonny sta a rappresentare l'Uomo e Stork la Natura, in un ideale ritorno alle radici primordiali dell'uno e all'equilibrio tra i due mondi: un argomento caro a molti duo, quello del ritorno dell'Uomo all'ordine primordiale delle cose (THE HAUNTING GREEN) e a un rapporto più rispettoso con la natura (RAI'SE), a dimostrazione di come certi argomenti siano sempre più impellenti e di come anche la musica possa e debba farsi portavoce di argomenti universalmente fondamentali.

Dimenticati e Ritrovati (dalla duplice lettura Dimènticati e Ritròvati) è il disco d'esordio del duo che esce nel 2016 presentandoci 9 brani rock, cantati in italiano, i quali ci mostrano il disagio di vivere in una società complessa e deludente come quella odierna e che criticano l'imperante piccolezza umana ma che, in maniera positiva, suggeriscono anche delle soluzioni per far fronte alle problematiche ricorrenti nella vita di ognuno di noi. L'artwork, studiato e disegnato dallo stesso chitarrista visti i suoi studi di grafica pubblicitaria, ci mostra una bottiglia in mare, con un uomo all'interno, come messaggio d'aiuto secondo canonico gesto di speranza da naufrago, a sottolineare l'impellenza del messaggio del duo.

Era fine 2017 quando abbiamo avuto il piacere di ospitare Diego e Giuseppe nei nostri spazi virtuali e i due stavano già lavorando al nuovo capitolo discografico con l'aiuto di rilievo di Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo che, in forma di produttore, stava contribuendo al nuovo suono della band. Di lì a poco i due dovevano entrare in studio per registrare i nuovi brani ma, per vicissitudini varie, l'album Nihil difficile volenti vede la luce soltanto in questo sciagurato 2020 risultando, nel suo messaggio, terribilmente attuale e profetico: no, non andrà tutto bene... ma tutto si può superare... Il duo è stato comunque sempre molto attivo, comparendo anche, nel 2019, tra i vincitori del contest #mk302010 lanciato dai Marlene Kuntz. 

Nihil difficile volenti è composto da otto tracce dalle varie sfumature di rock: potrete trovarci l'alt rock ma anche il grunge o sonorità più pacate e psichedeliche. I testi mettono a nudo l’umanità mostrandone la sua precarietà ma, come tradizione della band, anche il suo potenziale. Pubblicato nel settembre 2020, viene anticipato da ben tre singoli, in formato videoclip: “A Scanner Darkly” esce il 19 Giugno e rappresenta proprio ciò che stiamo vivendo: sebbene scritto prima del lockdown, non poteva essere più attuale. Un riff ripetitivo e martellante è la caratteristica di questo brano che critica apertamente l'impatto dei social network e del bombardamento mediatico che condizionano e manipolano ogni giorno l'opinione pubblica. Il distanziamento sociale era già presente in precedenza per via dei social, ora questo distanziamento è diventato forzato e necessario dalla pandemia che stiamo vivendo e finalmente ci sta facendo capire quanto sia importante vivere i rapporti interpersonali più veri e più umani. Il videoclip è costruito con un collage di vecchi film e cartoon di cineteca.

Il 24 luglio è il turno di "Erisimo" dove il gruppo affronta uno dei temi connessi al lockdown da virus:  la precarietà della vita e il suo potenziale. Erisimo, per gli antichi Greci, era una medicina considerata miracolosa contro tutti i veleni. "La coperta di Linus" esce invece il 21 Agosto e ci racconta il fenomeno dell'immigrazione con tutte le sue sfumature e problematiche. Il racconto è visto dagli occhi di un migrante che nel mare cerca disperatamente la sua salvezza, ignaro di poter incontrare la morte per mano di altri esseri umani. La storia si tramuta poi in una danza, interpretata in questo video dalla ballerina Letizia Marocchino; una danza straziante ma anche piena di speranza, in attesa di un futuro migliore (anche se solo immaginato). La coreografia è stata curata da Chiara Pillon, mentre le riprese e il montaggio sono opera di Social Valet.

L'album si chiude con una traccia featuring di Enkil (qui una loro versione live), musicista acusmatico e rumorista, che vira il suono del duo verso l'elettronica. Che sia la prossima evoluzione sonora dei due? Lo sapremo con le risposte di Diego in fase d'intervista... Per il momento aggiungiamo una news dell'ultima ora: il duo ha deciso di uscire il 28 Dicembre 2020 con un ulteriore Ep, 4 tracce live registrate al Circolo Arci Monolite Gattinara (VC) nel 2016.

Intanto ascoltiamoci il rock dei Sonny & The Stork e guardiamo i tre bei video ad anticipazione di Nihil difficile volenti, album che sarà invece compito del nostro nuovo collaboratore Matteo Manganelli recensire (qui). Se volete sapere qualcosa di più su Matteo e tutti gli altri volontari che ci aiutano con passione a divulgare la realtà dei duo, vi rimando infine all'articolo sullo staff di Edp (qui); a seguire invece l'intervista con il chitarrista Diego Vermiglio e... Coraggio, che con la forza di volontà si può superare ogni momento difficile della vita! Questo il bel messaggio che il duo di oggi ci offre a piene mani...

"Erisimo" Official Video

 

 Altri video: "A Scanner Darkly" / "La coperta di Linus"

Ascolto di Nihil difficile volenti

Disponibile su iTunes, Apple Music, Spotify, Deezer, Google Play, Amazon

 


INTERVISTA

1. Ciao Diego, ben ritrovato in questi nostri spazi a rappresentanza del duo! Non ci siamo mai persi di vista perché siete stati sempre fedeli al gruppo Facebook di Edp dove ci avete tenuti aggiornati sulle vostre novità, ma la nostra ultima intervista risale a Novembre 2017, ben 3 anni fa. A quell'epoca eravate prossimi ad entrare in studio per registrare il vostro nuovo album, com'è poi che è passato tutto questo tempo per la pubblicazione del disco? Ciao cara Giusy, siamo sempre molto contenti di far parte della tua “missione”. Per quanto riguarda il tanto tempo trascorso prima della pubblicazione di “Nihil difficile volenti” ti posso dire che in parte è attribuibile alle difficoltà economiche che, un gruppo indipendente come il nostro, deve affrontare per permettersi le registrazioni, il master, ecc. ed in parte riferibile alla  lunga e difficile ricerca di un'etichetta che distribuisse il disco. Ma chi la dura la vince! Data dopo data e sacrificio dopo sacrificio siamo riusciti a salire anche questo scalino e ne siamo molto contenti perché, aldilà di tutte le difficoltà, è stata una bellissima esperienza che ci auguriamo di rifare al più presto.

2. Ci avevate anticipato brani strumentali e forse un pezzo in collaborazione con un terzo elemento: l'ultima traccia dell'album, infatti, è un featuring con il musicista acusmatico e rumorista ENKIL. Qui il suono vira verso l'elettronica, come vi siete trovati in questa veste? ENKIL è un nostro amico e collega da molti anni e nasce dalla nostra stessa piccola realtà. Abbiamo sempre condiviso con lui molti confronti ed esperienze, sia in sala prove che in veste live. Lui rappresenta un mondo sonoro molto diverso dal nostro ma, l'intento e l'attitudine artistica, ci accomunano molto; questo ci ha portato, con interesse e piacere, a collaborare di tanto in tanto e a contaminarci con sonorità che altrimenti, al momento, non sapremmo come esplorare, cosa che a noi piace molto fare.

3. Nihil Difficile Volenti è il titolo di questo nuovo album: nonostante tutto non rinunciate mai a una certa dose di positività! Dimenticati e Ritrovati parlava del disagio di vivere dell'uomo moderno ma tentava di dare soluzioni alternative al nichilismo. Ora, nonostante tutte le difficoltà del momento, urlate a pieni polmoni che ciò che si desidera si può ottenere e che la volontà supera ogni momento di difficoltà. L'album è stato scritto prima della pandemia, come spiegate ora questo messaggio, alla luce dei tempi difficili che stiamo affrontando? Come vedete, voi, l'uscita da questo tunnel? Pensiamo che la buona volontà e il sapersi reinventare non sia mai stato così importante come ora, non sappiamo rispondere riguardo ad una visione di “uscita dal tunnel” perché quello che sta accadendo è una cosa che la società non aveva mai vissuto quindi non possiamo conoscere le conseguenze di tutto questo. La speranza rimane l'ultima a morire sempre nella consapevolezza che il fallimento non muore mai come il cambiamento e la nostra capacità, limitata dalla stupidità umana, di adattarsi e sopravvivere. La difficoltà è sempre presente, è la volontà che aiuta a conviverci e, a volte, a superarla. Ricordiamoci che il rispetto per la nostra casa e per chi ci abita con noi è la cosa che ci potrebbe salvare ma, il tutto va avanti e muta in un'eterna entropia anche se noi non ne dovessimo più far parte. Noi, con umiltà, continueremo ad esprimerci fino alla fine.

4. Questo album ha visto alla produzione un nome di spicco, come Livio Magnini dei Bluvertigo. L'incontro con l'artista è stato un po' fortuito, com'è stato poi lavorarci assieme? E' stata un'esperienza molto bella ed interessante che sicuramente ci ha fatto crescere. Abbiamo avuto a che fare con studi minuscoli pieni di storia e trasudanti di suoni che ci hanno fatto sentire piccoli in confronto a chi ci aveva preceduto. Livio è stato un “Papà” che ci ha preso per le orecchie e, senza mai snaturarci, ha visto un “che” in noi, sconosciuti musicisti squattrinati di provincia, e ci ha dato il suo valore aggiunto. Aldilà del riscontro che potremmo avere siamo molto contenti di aver vissuto quest'esperienza e speriamo di poterla rifare al più presto.

5. Mi ricordo che il suo apporto era incentrato sull'arricchimento del vostro suono. Siete partiti in maniera molto diretta, chitarra e batteria nella sua semplicità; Livio voleva utilizzare invece tutti quegli escamotage che rendono il suono della chitarra più pieno e che vanno molto in voga tra i duo oggigiorno: dall'uso dell'octaver all'uscita della chitarra su un secondo amplificatore, da basso. Ci vuoi parlare, Diego, di questa evoluzione e di come vi ritrovate adesso rispetto agli esordi? I suoi consigli sono stati molto utili e, durante la prima sessione di registrazione, ha aggiunto molti effetti alla mia pedaliera e ha applicato l'utilizzo dei due ampli, uno da chitarra e l'altro da basso, al mio suono. Questo mi ha portato ad ampliare notevolmente il numero di suoni a disposizione e mi ha fatto capire come utilizzarli in una formazione essenziale come la nostra. Prima del suo incontro, ho sempre utilizzato un testata cassa valvolare anni '70 da basso (cimelio di mio padre passato, per fortuna, da poggia TV in salotto a pesantissimo, ma essenziale, compagno di concerti e registrazioni), durante la seconda sessione di registrazioni sono stato molto contento di usare la mia pedaliera fresca di novità e accoppiare due ampli di cui ormai non posso più fare a meno!

6. L'apporto di Livio si è limitato ai suoni o è intervenuto anche nella stesura dei brani, in suggerimenti promozionali o quant'altro? A livello musicale e compositivo Livio è stato un signore molto rispettoso delle nostre proposte e per questo non ha cambiato nemmeno una nota né un accordo dei nostri brani, ha aggiunto dei piccoli, ma grandi, accorgimenti che, hanno valorizzato ogni pezzo e ha cercato di spronarci a dare sempre il 100% in registrazione, inoltre ci ha aiutato a trovare un'etichetta e un ufficio stampa, si è dimostrato un produttore che va oltre alla sua “mansione” e per questo gli siamo molto grati.

7. Ben tre video ad anticipazione dell'album. Descrivici un po' la genesi e lo sviluppo di ognuno: abbiamo gli estratti da film di cineteca, la giornata in casa, la danzatrice... Il periodo in cui abbiamo dovuto presentare i videoclip è stato davvero delirante, avevamo in programma per Febbraio le riprese di “A Scanner Darkly” ma, per ovvi motivi, è saltato tutto. A quel punto ho dovuto ingegnarmi per presentare comunque qualcosa e, su consiglio dell'ufficio stampa, ho deciso di utilizzare vecchi film e video trovati su youtube liberi da diritto d'autore. La sfida è stata ardua, anche perché era il primo video che montavo in vita mia, ma è stata un'esperienza molto stimolante e piacevole. Il video parla dell'impatto (social media, TV, ecc.) che ha la società su di noi ogni giorno e di come si potrebbe reagire a questa grande pressione.

Il secondo videoclip “Erisimo” è stato ancora più difficile, volevo presentare qualcosa di completamente originale questa volta ma, ero solo con la mia casa come unica location e il mio cagnolino come unica comparsa, una fotocamera prestata che non avevo mai usato in vita mia e tanta buona volontà. A quindici giorni dallo scadere della consegna, ho preso uno specchio, ricavato da un'anta di un armadio, e l'ho usato per inquadrarmi e girare le scene. Il video parla della quarantena e di come è difficile misurarsi con sé stessi, ma poi sfocia nel piacere della musica che rende tutto più sopportabile.

Il terzo video, in qualche modo, è stato un sospiro di sollievo perché siamo riusciti a girarlo come volevamo fare con il primo, la ballerina è mia cugina che si è prestata molto volentieri per rendere possibile l'ultimo passo prima dell'uscita dell'album. Il brano narra la storia di un migrante vista dal suo punto di vista, la ballerina rappresenta il mare, la speranza e il mondo occidentale che cerca di accogliere piuttosto che scacciare e denigrare.

8. Avevate in programma un bel tour promozionale, rimandato causa nuove restrizioni oppure, previdenti, l'avete direttamente pensato per l'anno a venire? Purtroppo in questo momento è veramente impossibile trovare delle date; la situazione è ferma e non è mai stata così critica, anche le prove non sono più possibili e so che tantissimi gruppi sono nella nostra stessa situazione. Appena si potrà ci rifaremo e cercheremo di suonare il più possibile.

Bene Diego, ti ringrazio per la presenza qui a Edp. In attesa di poterci riabbracciare tutti ed incontrare in occasione dei live, ti lascio concludere con una tua osservazione. Tanto tutto si supera, Nihil Difficile Volenti! Grazie a te per il tuo grande interesse e la tua grande passione. Chiudiamo dicendo che la volontà è quello che rende possibile ogni passo verso la propria realizzazione, è molto difficile mantenerla viva e presente ma, quando c'è, tutto rimane lo stesso ennesimo scalino da superare ma, con una voglia in più di mettersi in gioco e di dare il massimo anche quando sembra vano. Possiamo dire che ogni briciola di volontà verrà messa a disposizione della nostra musica comunque vadano le cose. “Tutto andrà bene” è solo una frase illusoria che non ci garantisce nulla ma, cercare di esprimersi mettendo in gioco ogni fibra della  nostra volontà equivale a sentirsi vivi indipendentemente da come andrà a finire. Il futuro non lo conosce nessuno , ma l'impegno che mettiamo per fare ciò in cui crediamo non è un pronostico, è una realtà tangibile che ci permette di vivere onestamente il nostro presente.

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DISCOGRAFIA

NIHIL DIFFICILE VOLENTI 2020 Autoprodotto, distribuito da Pirames International (Altrock)

1.Le Big Bang  2.Gioco a somma zero  3.A Scanner Darkly  4.L'elenco delle bocche inutili  5.La coperta di Linus 6.Erisimo  7.La prima nozione di Euclide  8.Virgulto (feat. Enkil)

 

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DIMENTICATI E RITROVATI 2016 Autoprodotto (Altrock)

1.Frammenti  2.Wilson  3.L'amor proprio  4.386  5.L'intermediario 6.Blush  7.Il secondo rinascimento  8.Karma dignità e classe  9. Ilario



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Link ad altre recensioni:

https://www.rockit.it/recensione/49162/sonnyandthestork-nihil-difficile-volenti

https://thesoundcheck.it/2020/09/22/nihil-difficile-volenti-psich-rock-allitaliana/

https://www.musictraks.com/sonny-the-stork-nihil-difficile-volenti-recensione-e-streaming/

https://www.radiocoop.it/sonny-the-stork-nihil-difficile-nolenti/

 

 

Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle

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electricduoproject@gmail.com

 

sabato 24 ottobre 2020

217. RECENSIONE78: Gold and Booze by Gold Miners Night Club

LISTA RECENSORI 

Siamo a Brescia ma la polvere che viene smossa è quella delle miniere d'oro di un fulgido Old West al quale i Bresciani Gold Miners Night Club fanno riferimento per l'immaginario del loro duo. Federico Capuzzi e Nicola Romano, con Gold and Booze, il loro secondo album in studio - sebbene registrato in presa diretta - ci raccontano le 11 storie di altrettanti ipotetici personaggi che frequentano e popolano il locale notturno dopo una faticosa giornata di lavoro. Tra alcool, musica e oro, si raccontano le storie di uomini impavidi o timorosi, schivi o spavaldi, ognuno col suo vissuto e tragico passato alle spalle. I generi musicali prescelti per questa narrazione variano dall'Hard Rock al Rock Blues, dal Garage Punk al Rock'n'roll, tra riff ben studiati, grinta e fuzz a manetta.

Due i videoclip ad anticipazione dell'album, pubblicato autonomamente il 24 aprile 2020 in formato digitale, e uno subito a seguire, tutti ideati e girati dai componenti stessi della band. Di recente invece un quarto video animato da Maria Comi che tratta il sempre attuale argomento dei migranti naufraghi e che chiude l'album con questa accorata ballad.

A seguire la recensione più approfondita dell'album con l'abile guida di Bob Cillo, il nostro collaboratore del duo barese Dirty Trainload (qui il nostro approfondimento su di loro), mentre nell'articolo appena pubblicato potete trovare la biografia completa del duo Gold Miners Night Club e l'intervista a Federico e Nicola. Preparatevi a ballare, il sudore di una lunga giornata di lavoro si lava con musica ed alcool!

 

Video: "I Want Gold" / "Run, Run, Run" / "Italian Boy" / "Oh Death"

Contatti Band: Facebook / Instagram / YoutubeCahnnel

artic

Gold and Booze credits:

Registrato e mixato presso il Poddighe Studio (BS) da Andrea Poddighe e Carlo Poddighe

Masterizzato da Andrea De Bernardi

Pubblicato il 24 Aprile 2020

Formato: Lp digitale

Label: autoprodotto

 

Qui lo ascolti

Qui lo acquisti: iTunes, Apple Music, Spotify, Deezer, Google Play, Amazon

 

Gold and Booze 2020

Autoprodotto

(Rock Blues, Hard Rock, Garage Rock, Rock'n'roll) 

1.If I Had a Guitar  2.Loser  3.Gold and Booze  4.Moonshiner  5.Brian and the Invisible Band  6.Muscle Car  7.I Want Gold  8.Goodbye  9.Italian Boy  10.Run Run Run  11.Oh Death

 

RECENSIONE

GOLD MINERS NIGHT CLUB "Gold and Booze"

Lp 2020 Autoprodotto

Lo scorso Aprile approda sulle più diffuse piattaforme digitali il secondo lavoro dei bresciani Gold Miners Night Club. Il duo prosegue con la propria ricetta: hard e punk-rock ben shakerati, con muscoli ed energia a farla da padroni e quel po’ di attitudine “garage” ad aggiungere un tocco di verve che non guasta mai. La scommessa di Federico Capuzzi (chitarra e voce) e Nicola Romano (batteria e cori), è quella di creare una rock band “full blast” con l’organico ridotto all'osso.

L’album raccoglie undici tracce autografe cantate in Inglese. I singoli “I Want Gold”, “Italian Boy” e il boogie “Run Run Run” vengono prescelti in rappresentanza e realizzati anche in forma di video-clip; i primi due in particolar modo, costituiscono un indovinato complemento visivo al lavoro.

Le carte in tavola sono già ben chiare sin dalla iniziale “If I Had A Guitar”: sound “guitar based” senza fronzoli sostenuto da una valida batteria dal chiaro stampo “classic rock”.

La Gretsch baritona riesce a dare al suono del duo la dovuta pienezza, ricoprendo anche frequenze più basse di quelle tradizionalmente riservate alle sei corde. Capuzzi fa un largo uso di fuzz e spazia attraverso le 11 composizioni con notevole perizia, sia nella gestione dei suoni che nel fraseggio.
“Muscle Car” strizza l’occhiolino alla Highway Patrol di Junior Brown, con distorsione a maggior numero di ottani. 

L’album scorre senza pieghe, con una certa omogeneità della qualità compositiva e i tre singoli già citati a far tendere l’orecchio in modo particolare.

Incisiva anche la voce, efficacemente filtrata e inserita nel sound con appropriata dose di mix; merito che va accreditato all'ottimo lavoro del Poddighe Studio di Brescia e al sapiente mastering di Andrea De Bernardi.

Il disco si chiude con la lenta ballata di atmosfera “Oh Death”, dedicata a chi perde la vita in mare cercando un futuro sulla nostra sponda del Mediterraneo.

Consiglio certamente di cercare su Youtube gli spumeggianti video di “I Want Gold” e “Italian Boy”; se la miscela di rock’n’roll asciutto e diretto dei Gold Miners Night Club vi conquisterà, questo loro “Gold And Booze” saprà senz'altro ricompensarvi.


Bob Cillo

 

Articolo ad opera di Giusy Elle

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electricduoproject@gmail.com


216. La nuova pepita dei GOLD MINERS NIGHT CLUB

BIOGRAFIA

I Gold Miners Night Club vengono da Brescia ma portano addosso tutta la polvere dei cercatori d'oro del mitico West. Sudore e blues s'impastano nella loro musica tra riff intriganti, chitarre fuzzose e voce effettata.

Federico Capuzzi (chitarra e voce) e Nicola Romano (batteria e cori), due ragazzi nati nei primi anni '90, si conoscono nel 2010 e suonano assieme in varie band fino a quando nel 2016, vista l'affinità raggiunta su palco e i medesimi gusti musicali, decidono di formare un gruppo che trasmettesse la forza delle grandi formazioni rock in una chiave, però, più snella e minimalista: cosa meglio della formazione a due?

Nel giro di un anno è già on line il loro primo omonimo album di otto tracce, con una bella copertina dove i due, armati di frontalino e picozza, rafforzano il concept della band. L'impronta musicale del duo, un rock blues grintoso, è già ben che definita.

L'anima prima del combo è sicuramente quella live e le occasioni per esibirsi non mancano: tra locali e festival li si possono trovare in vari luoghi dello stivale, ed è in questo periodo che nascono anche nuovi brani, undici alla fine, che andranno a comporre il loro secondo lavoro discografico, Gold and Booze, un'altra pepita, che vede la luce in pieno lockdown dell'aprile 2020. Undici nuovi brani inediti che sono in realtà le storie di undici personaggi che frequentano il Night Club dei minatori e che raccontano i loro drammi in chiave rock'n'roll.

L'album viene registrato in presa diretta, per cogliere al meglio l'impatto dei due su palco, al Poddighe Studio di Brescia. Nessun Cd per questa versione, che potrete acquistare e ascoltare in digitale su tutte le principali piattaforme musicali, ma che prevedeva una preziosa stampa in vinile, rimandata ormai a tempi migliori, quando i live torneranno a riempire i nostri calendari.

I Gold Miners Night Club, in compenso, ci hanno deliziati con una serie di videoclip, scritti e diretti dagli stessi componenti della band: due ad anticipazione dell'album ("I Want Gold" e "Run, Run, Run") e un terzo, "Italian Boy", subito dopo.


E' invece del 9 Maggio il video della ballad a chiusura dell'album, "Oh Death", una struggente preghiera rivolta alla morte da un naufrago che chiede di prendere se stesso e risparmiare i suoi cari in balia del mare. Nel contesto riporta alle rocambolesche traversate oceaniche di secoli fa ma il tema è ancor oggi attuale ricordando i migranti che tentano la traversata del Mediterraneo. Con la pubblicazione di questo video, animato da Maria Comi, è stata anche lanciata una campagna di raccolta fondi a sostegno di Mediterranea per rilevare l'importanza del lavoro di testimonianza, di denuncia e di salvataggio che svolge. A questo scopo sono state realizzate anche delle t-shirt in vendita sulla piattaforma Worth Wearing con il disegno di una nave veleggiante su un’onda sonora a dimostrazione di come anche la musica possa contribuire al prezioso lavoro delle ONG in mare.



Altri video: "I Want Gold" / "Run, Run, Run" /

Ascolto integrale di Gold and Booze

Disponibile su iTunes, Apple Music, Spotify, Deezer, Google Play, Amazon

 

A seguire l'intervista con Federico e Nicola dei Gold Miners Night Club, che ci hanno risposto coralmente, e nell'articolo a seguire la recensione a firma Bob Cillo dei Dirty Trainloads. Chi meglio del nostro collaboratore barese per espolorare le sonorità d'Oltre Oceano del loro secondo album Gold and Booze? Preparatevi a ballare, dopo una dura giornata di lavoro, nonostante la stanchezza, i minatori hanno voglia di divertirsi al Club!

INTERVISTA

1. Ciao Federico e Nicola, lieta di accogliervi nei nostri spazi virtuali. Dalla pianura lombarda alle terre polverose del Vecchio West: come nasce la passione per il rock'n'roll e il blues e l'idea di rifarsi ai minatori d'oro?

Siamo entrambi cresciuti ascoltando le grandi rockband degli anni 70 e i bluesman degli anni 50, perciò le atmosfere statunitensi sono ben radicate nel nostro immaginario. Volevamo creare un sound diretto e sporco, e l'ambiente buio e polveroso di un locale notturno frequentato da minatori è l'ideale per ospitare la nostra musica.

2. Una volta deciso di fondare una propria band, come mai proprio la scelta del duo chitarra-batteria? Chi avevate in mente come modello?

Abbiamo entrambi avuto esperienze in band più numerose e sentivamo la necessità di suonare con dinamiche più semplici e dirette, sia a livello musicale che umano. Sono vari gli artisti che ci influenzano. Se da un lato amiamo l'aggressività essenziale di gruppi come i White Stripes e i primi Black Keys, manteniamo l'ambizione di esprimere un sound ricco e pieno in stile Led Zeppelin o Queens of the Stone Age, pur essendo solo in due.

3. Come ottente questo sound pieno, appunto ? Chitarra baritona fuzzosa e voce effettata... le frequenze basse vengono mantenute. La batteria, invece, ha dovuto adattare il suo drumming per far quadrare i suoni di un duo?

F: Come chitarrista non sono un grande amante degli effetti. Mi piace che la chitarra sia il più "vicino" possibile all'amplificatore e che abbia un suono potente  e immediato. Quando uso la chitarra con accordatura normale mi aiuto con fuzz e octaver, mantre per la chitarra baritona basta la distorsione e un tocco di fuzz. E riguardo il doppio ampli? Per registrare il secondo disco in studio ho usato un doppio ampli, ma non l'avevo mai fatto prima. Il risultato mi ha molto soddisfatto perché permette di ampliare molto il suono. Non ho ancora avuto modo di sperimentarlo dal vivo, per ovvi motivi, ma non vedo l'ora di provarlo.

N: Per la batteria invece ho optato per una Zep Set, la riproduzione della batteria di Bonam. La cassa é da 26 e mi permette di avere una potenza notevole accompagnata da suono profondo e avvolgente. In questo modo riesco a non perdere il groove delle basse, che ovviamente mancano un po' in un duo, e a non perdere la botta.

4. In quattro anni due dischi e tanti concerti, mi pare di capire che la dimensione live sia quella che meglio vi rappresenta (da qui anche la scelta, credo, di registrare in presa diretta): com'è in questo periodo di quasi assenza di live?

Registrare e pubblicare un disco è sicuramente bellissimo, ma è sul palco che la nostra musica prende vita davvero. In questo periodo non abbiamo suonato né abbiamo cercato date, perché esibirsi davanti a una platea di persone sedute e distanzate, nel sacrosanto rispetto delle regole di sicurezza, sarebbe per noi anche peggio che non suonare affatto. Per ora preferiamo aspettare tempi migliori, quando potremo di nuovo accalcarci e sudare tutti insieme.

5. Gold and Booze, il vostro secondo album, è composto da 11 brani che raccontano le storie di altrettanti personaggi, ipotetici frequentatori del locale notturno per minatori. C'è il produttore clandestino di whisky, il musicista, l'avido e l'incorrutibile, il giovane immigrato italiano e altri ancora. Da dove avete preso ispirazione per dipingere queste figure?

Alcune sono ispirate a persone che abbiamo incontrato durante le tournée, come ad esempio Brian and the invisible band, altre sono personificazioni di un lato della nostra personalità o di un sentimento. Il disco è nato da una domanda che ci siamo posti: se il Gold Miners Night Club fosse un vero locale notturno, chi lo frequeterebbe e che tipo di storie avrebbe da raccontare?

6. Gold and Booze è uscito solo in versione digitale. Nessun Cd in programma ma avevate in mente di pubblicare un vinile, al suo posto, rimandato solo per le contingenze da Covid-19. La domanda in generale è, e che ho fatto in altri casi simili: come mai puntare tutto su un formato fisico che sì, è tornato in auge ed è di prestigio, ma che è limitato nella riproduzione in quanto non sono in molti a possedere un giradischi?

Abbiamo stampato il primo album su CD e abbiamo avuto modo di appurare che si tratta ormai di un supporto obsoleto. Chi lo acquista ai nostri concerti lo fa praticamente solo come gesto di sostegno economico nei nostri confronti, ma in pochi lo usano davvero per ascoltare i brani, avendo a disposizione il formato digitale molto più comodo. Invece il vinile unisce la volontà di contribuire alle spese della band con il piacere di avere in casa un oggetto di grande fascino e che raccoglie sempre più appassionati.

7. La vostra musica è universale, diretta e d'effetto, come mai nessuna etichetta a supportare le vostre uscite discografiche? E' una scelta? Oltre che tra le italiane si può pensare a una ricerca anche tra le straniere.

Abbiamo cercato il sostegno di un'etichetta per un po', sia in Italia che all'estero. Forse non abbiamo cercato abbastanza o l'abbiamo fatto nel modo sbagliato, ma di fatto a un certo punto ci siamo stancati. Per ora procediamo da soli, se poi la nostra musica arriverà alle orecchie di qualcuno che la apprezza, ben venga.

8. In compenso vi siete sbizarriti nella creazione di vari videoclip: i primi tre, "I Want Gold",  "Run, Run, Run" e "Italian Boy", sono tutti frutto della vostra fantasia e produzione. Ci raccontate come li avete realizzati?

Sarà poco romantico, ma quando si è in due le spese vanno divise per due e dopo la produzione del disco ci era rimasto poco budget. Abbiamo allora deciso di realizzare alcuni videoclip da soli, cercando idee semplici ma efficaci. Abbiamo giocato col montaggio per I want gold, cambiando d'abito e di personalità per sottolineare come la febbrile smania per l'oro accomuni diverse tipologie di persone. Run Run Run racconta una fuga disperata, e il video è più essenziale che mai: un uomo che corre, con sullo sfondo un paesaggio che può ricordare atmosfere statunitensi ma che è in realtà la pianura padana. Per quanto riguarda Italian Boy invece la scelta è stata obbligata, perché eravamo in pieno lockdown e non potevamo muoverci da casa. Abbiamo dovuto perciò trovare un modo di realizzare un video stando ognuno presso la propria abitazione, e con l'escamotage della televisione siamo riusciti a fare una panoramica del Paese. Il tempo per curare il montaggio non ci mancava di certo.

9. Diversamente, il videoclip di "Oh Death", toccante ballad sul tema della migrazione in mare, è stato lasciato disegnare alle abili mani di Maria Comi. Com'è nata questa collaborazione e la scelta di avviare una campagna fondi per Medditerranea, una Onlus che si dedica al salvataggio dei naufraghi migranti dal Nord Africa?

Quello dei migranti è un dramma che occupa da troppi anni le pagine dei giornali, fino a diventare quasi una tragica normalità, ma rimane a nostro avviso uno dei temi più importanti cui si possa dare voce. La canzone è una preghiera che un naufrago rivolge alla morte, e ci sembrava che un cartone animato potesse trasmettere meglio il lato poetico della storia, mentre le immagini reali riportano lo spettatore alla cruda realtà. Maria Comi è un'amica e un'artista dotata di grande sensibilità, perciò era perfetta per l'incarico e nonostante fosse la prima volta che realizzava un'animazione ha fatto un lavoro straordinario. Al momento di pubblicare il brano però sentivamo di poter fare di più. Abbiamo quindi disegnato una t-shirt, sempre con l'aiuto di Maria, che abbiamo messo in vendita sulla piattaforma Worthwearing, che si occupa di raccogliere fondi per associazioni no profit, tra cui appunto Mediterranea.

10. Quali i prossimi passi del duo? Quanto c'è ancora da scavare nel tunnel in cerca d'oro?

In attesa di poter portare sul palco questo ultimo disco, le idee sono tante. Stiamo scrivendo pezzi nuovi, e stiamo anche pensando di registrare un disco di cover riarrangiate in stile Gold Miners. Siamo convinti che il tunnel che abbiamo iniziato a scavare sia profondo e ricco di filoni, non ci resta che darci dentro con la pala!

Grazie a voi Federico e Nicola per la vostra testimonianza qui a Edp. Lunga vita al rock'n'roll! Grazie a voi, ci si vede ai prossimi live!

 

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DISCOGRAFIA

GOLD AND BOOZE 2020, Autoprodotto (Rock Blues, Hard Rock, Garage Rock, Rock'n'roll)

1.If I Had a Guitar  2.Loser  3.Gold and Booze  4.Moonshiner  5.Brian and the Invisible Band  6.Muscle Car 7.I Want Gold  8.Goodbye  9.Italian Boy  10.Run Run Run 11.Oh Death


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GOLD MIENRS NIGHT CLUB 2017, Autoprodotto (Rock Blues, Hard Rock, Garage Rock, Rock'n'roll)

1.Gummy Eyeballs  2.Everybody want to be like me  3.I live my life  4.Shut the fuck up  5.Rock'n'roll song  6.I wanna fah 7.Gold & dinamyte  8.Funeral party 


 

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Link ad altre recensioni:

https://www.rockit.it/recensione/47821/goldminersnightclub-gold-and-booze

https://www.vivamag.it/gold-miners-night-club-gold-and-booze/

https://universorockandmetal.wordpress.com/2020/05/09/gold-miners-night-club-gold-and-booze

https://www.rockrebelmagazine.com/index.php/2020/05/06/recensione-gold-miners-night-club-gold-and-booze

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Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle

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