INTRO
"H&M"... visto che Edp
non è un blog di moda, possiamo
essere certi che questo acronimo non riguarda la nota marca
d'abbigliamento. Anzi, nulla di più lontano da ciò che è moda o
tendenza! Gli "H&M" di oggi sono piuttosto un combo
chitarra-batteria fiorentino, dedito a uno sludge estremo e
disturbante, che non ama proprio per nulla mettersi sotto i
riflettori. Semmai, tutto il contrario.
HATE & MERDA il loro nome per esteso, dopodiché il riserbo più
assoluto. Non desiderano rivelare i loro nomi e tanto meno i propri
volti che, su palco, nascondono sempre sotto spessi cappucci neri.
Lontani da ogni snobismo o provocazione, il loro intento è ben
diverso e più nobile: non coltivare ego alcuno... L'idea di base non
è tanto l'anonimato, quindi, quanto proprio l'annullamento del
concetto di identità. Come dicono di sé stessi : "Siamo tutti
uguali nel nostro non essere nessuno".
Non essendoci così passato da raccontare nell'universo degli Hate
& Merda, il mio articolo è costretto a prendere una piega
diversa dall'impronta che dedico comunemente alle presentazioni dei
duo. Mi piace molto, e trovo utile, presentare un progetto musicale
seguendo il background delle persone che lo compongono, arrivando al
personaggio partendo dalla persona, secondo un excursus umano che
contestualizzi il tutto. Ma quando gli Hate & Merda salgono sul
palco non sono nemmeno personaggi, soltanto persone spogliate del
proprio ego e dei costumi quotidiani. Semplici testimoni di un
disagio comune, si fanno portavoce di questo messaggio universale che
comunicano con intensità ed impatto.
Così, sebbene molti di noi siano a conoscenza delle splendide
realtà che Unnecessary1 e Unnecessary2 (ovviamente è così che si
fanno chiamare!) coltivino in parallelo, e che avrei amato
approfondire, ci limitiamo a raccogliere qui le notizie su di loro
che già circolano in rete, contando in qualche chicca in più in
fase d'intervista...
Foto by Katia Egiziano
BIOGRAFIA
Gli Hate & Merda nascono a Firenze nel 2012 dall'incontro di
due sconosciuti denominati semplicemente Unnecessary1 (batteria) e
Unnecessary2 (chitarra e voce). Si vestono di nero, si incappucciano
il volto e sfornano uno sludge estremo, cantato in italiano, che li
fa da subito spiccare nel panorama underground nazionale.
L'anno dell'odio è il loro album d'esordio, uscito a fine
2014 e supportato da tre interessanti etichette indipendenti (Toten
Schwan, Utu Conspiracy e la nascente Dio Drone), tuttora testimoni
attive del percorso musicale dei due. Sei tracce registrate in presa
diretta che ci rivelano il background hardcore del duo, rifinito però
da una bella manciata di noise ed atmosfere doom e i cui testi in
italiano non lasciano veli sulle intenzioni e sul pensiero dei due.
Il disco, registrato e mixato da Niccolò Gallio e masterizzato da
Alessandro Maffei, è
ottimamente accolto sia dalla critica che dal pubblico che,
sovrastato dai volumi e dall'etica-estetica dei due, non può far
altro che riconoscerne la valenza. Una bella serie di live li portano
in giro per tutto lo stivale mentre nel 2015 approdano anche in
Belgio, al Pukkelpop Festival.
E' del 2016 invece l'uscita del secondo album, La Capitale del
Male, supportato da una lunga schiera di etichette -orgoglio
dell'underground nostrano- in prima fila le case discografiche già
presenti per il primo disco. Nell'onda delle riconferme anche per
questa registrazione i due si rimettono nelle mani della coppia
Gallio-Maffei. Con qualche spoken word, molte grida straziate dal
dolore e tanta violenza sonora, i due Unnecessary ci vomitano la loro
inquietudine ricalcando la forma vincente dell'album precedente:
sonorità cupe e disturbanti, atmosfere tenebrose e violente. Solo
"In Itinere", brano ad intermezzo dell'album, ci concede
qualche minuto di tregua regalandoci anche collaborazioni magistrali
come il violoncello sognante di Matteo Bennici (Squarciatrici) e la
voce di Stefania Pedretti degli OvO, maleficamente sussurrata in
sottofondo. Interessanti e coinvolgenti sono poi i live, intesi quasi
come una performance, dove il duo ci fa partecipe della propria
repulsione per un mondo privo di speranza.
Detto questo, non possiamo scendere in maggiori dettagli sugli Hate
& Merda: è la musica stessa a parlare in vece loro... proviamo
soltanto ad approfondire il taglio particolare conferito al duo con
l'interessante intervista ai nostri musicisti Non-necessari.
Passeremo poi ad analizzare la cordata di etichette indipendenti a
supporto de
La Capitale del Male e infine a scandagliare le
caratteristiche di questo album particolare con la
recensione secondo Giacomo Guidetti, bassista del power duo Ka.
Come sempre... buon ascolto e buona lettura!
INTERVISTA
1.
Ciao persone non indispensabili, benvenute nelle pagine dell'Edp.
Tanto per incominciare, raccontateci come vi siete incontrati e come
è nato il duo. Ma soprattutto, perché proprio il duo? Avevate già
una pensiero comune che vi ha portati all'estetica della band o la
filosofia che soggiace al progetto è nata in un momento successivo?
Unn1:
il duo è nato dopo essere usciti dal noto negozio di abbigliamento,
eravamo andati a comprarci delle mutande, un po’ schifati dalla
vita.
Unn2:
abbiamo gravitato nello stesso ambiente per anni senza frequentarci,
ma alla fine è stato inevitabile avvicinarci e collaborare, e di
conseguenza suonare insieme appena ci siamo resi conto di avere un
sentimento comune da sputare fuori.
2.
Nella tradizione noise, ma non solo, il mascheramento del volto è
molto diffuso. Nel vostro caso non si tratta di scenografia o di
alienamento dalla realtà, né tanto meno di celamento dell'identità.
Per voi è qualcosa di più forte e nello stesso tempo maggiormente
carico di significato: è l'annullamento stesso dell'ego.
Da
una parte l'ego va riconosciuto per sviluppare un sano senso di
identità e di autostima, dall'altro va superato per non restare
ingabbiati nella relatività di questo mondo. Quale il percorso
personale e filosofico, fors'anche spirituale, che vi ha portati a
questo traguardo?
Unn2:
potrei dilungarmi all'infinito con dissertazioni più o meno
plausibili e filosofiche sull'idea di coprire viso e identità, ma la
realtà è molto più semplice: non ci interessa raccontare di noi
come persone e neppure di vedere la nostra faccia su una rivista o in
rete. I social sono pieni di facce e di cazzi personali dei quali non
interessa nulla a nessuno, abbiamo scelto di dissociarci da questo
tipo di approccio all'esistenza. non siamo neppure vanitosi sulle
nostre 'maschere', indossiamo lo stesso putrido paio di calze
dall'inizio.
Unn1:
dai, poi fa figo no? In realtà mettersi una calza che copre i tuoi
lineamenti e le tue espressioni riesce a farti distaccare da una
sorta di ego personale, per diventare, come nel mio ruolo, un
semplice fabbro ai tamburi.
3.
Quando salite sul palco sembra proprio che vi caliate in una realtà
parallela, in una dimensione particolare della quale il pubblico può
soltanto intuire la portata. Ci volete descrivere l'esperienza live
dal vostro punto di vista, ossia da dietro le maschere? E' qualcosa
di simile a un'esperienza mistica, a un viaggio sciamanico? Vivete il
potere estatico della musica? Come ritornate alla realtà dopo un
vostro concerto?
Unn2:
sotto la calza fa sempre molto caldo e si vede davvero poco. La
realtà scompare letteralmente dagli occhi e si resta soli. Credo che
anche questo influenzi molto il nostro modo di porci sul palco.
Fondamentalmente è come se suonassimo sempre da soli in fondo a un
pozzo.
Unn1:
l’effetto è quello descritto da unn2. Il ritorno alla realtà del
dopo concerto è faticoso. In primis perché spesso ti trovi a dovere
smontare tutto senza avere un attimo di tregua. E poi ti senti
scarico, esaurito, ma in pace con te stesso. Per pochi minuti, sempre
meno.
4.
Nel vostro progetto a due l'entità e l'ego sono celati, si diceva,
cosa che non vale invece per i testi! Scritti in italiano, sono fatti
per essere ascoltati e capiti, il messaggio è quindi esplicito e
diretto. Il vostro può essere ritenuto un messaggio universale di
disagio e repulsione che non abbisogna di nessun personaggio
specifico per essere veicolato?
Unn1:
i testi sono scritti in italiano proprio per questo. Perché devono
essere capiti e onestamente pensare di scriverli in inglese
significherebbe che stai affrontando una platea di ascoltatori di
tutto il mondo. Un po’ troppo, almeno per quello che è successo
fino a ora.
Unn2:
il messaggero non è mai importante, ma le parole devono arrivare in
faccia come coltellate. i nostri testi non pretendono di essere
universali, mi sorprende sempre quando qualcuno ci dice di essersi
ritrovato in una nostra frase, e in quel caso mi dispiace per lui.
5.
Le bruttezze e i difetti degli umani sono un nodo cruciale dei vostri
testi. Parole negative imperano nei titoli e nel nome stesso del duo.
Per superare il male è necessario scandagliarlo così in profondità?
Da qualche parte avete detto: "Viviamo nella Luce ma crediamo
nel Buio...". Inoltre, secondo la filosofia di Stefano Santoni
che avete condiviso: "Il male serve. Serve anche il male...".
In ultima analisi, qual è -se c'è- la vostra ricetta contro i mali
che soffocano il mondo?
Unn1:
sicuramente suonare per me è un grosso aiuto psicologico. Non sarei
niente se non suonassi, non potrei rapportarmi con nessuno, non ci
riuscirei. Ognuno ha la sua strada, questo aiuta l’individuo.
Ognuno ha il suo male, anche questo aiuta l’individuo nel suo
cammino verso la fine.
Unn2:
la prima frase non è nostra, e di sicuro con una calza in faccia non
si vive facilmente nella luce. Stefano è riuscito senza saperlo a
condensare in un unico discorso tutti i nostri pensieri che hanno
formato poi La Capitale Del Male.
Di
ricette non ne ho, ma di recente qualcuno mi ha detto 'per essere
libero devo morire'.
6.
Nei due anni trascorsi tra la stesura dei vostri due album, H&M
in cosa sono cambiati, o meglio, evoluti? Sia sonoricamente che a
livello d'intenti, quali le differenze e le continuità tra L'anno
dell'odio e La
capitale del male?
Unn1:
lascio ai critici dire o scrivere cosa sia cambiato ed evoluto. Per
noi a un certo punto diventa una necessità di espressione, e in quel
momento bisogna iniziare a provare i pezzi nuovi. Non so quale strada
prenderemo, se continueremo questa via.
Unn2:
teniamo molto a mantenere il nostro approccio spontaneo e istintivo
com'è sempre stato fin dal primo live improvvisato. i due dischi
raccontano storie diverse ma dal medesimo punto di vista. forse ci
siamo solo incattiviti ancora un po', se possibile.
7.
Visto il vostro inserimento totale nel panorama musicale underground
nazionale, grazie alle vostre band e ad alcuni interessanti progetti
paralleli, siete i referenti adatti per analizzare il fenomeno della
musica estrema in Italia. Mi pare di vedere una bella scena in tal
senso, attiva e propositiva, dove anche i duo si distinguono. Qual è
la vostra analisi, in proposito, di questi ultimi dieci anni?
Unn2:
i due non necessari suonano soltanto negli HM, in tal senso non ci
sentiamo rappresentativi di nessuna scena o fenomeno. personalmente
apprezzo che in Italia al momento circolino diversi progetti
'estremi', negli ultimi anni il fraintendimento della parola 'indie'
aveva rammollito fin troppe persone.
Unn1:
sono molto combattuto sui miei sentimenti riguardo alla “scena”,
di per sé già una parola un po' inutile. A volte mi sembra tutto
uno schifo, o quasi tutto, mi sembra che ci siano posers ovunque,
dediti più all’apparenza e ai rapporti interpersonali che alla
musica in quanto tale o a un modus operandi diverso da quello che ti
faccia apparire un po’ “yeah”. A volte invece incontro qualche
amico (sono pochi), e passo una gran bella serata.
8.
Gli stessi duo rock (chitarra-batteria e basso-batteria, anche se un
po' meno questi ultimi) sono cresciuti a dismisura in termini di
quantità nonché passati dall'incomprensione di venti anni fa al
riconoscimento completo di quest'ultimo periodo. Spesso si
organizzano serate a tema se non interi festival spadroneggiati da
queste combo. Come descrivereste voi l'evoluzione del fenomeno? E
quale il motivo di tale successo?
Unn2:
anni fa iniziò ad andare di moda la 'formazione monca', che a volte
pareva fin troppo forzata e più una scelta di campo. Forse oggi
imperano le bands a due perché difficilmente più persone riescono a
sopportarsi tra loro.
Unn1:
oltre al fatto della sopportazione,
credo ci siano svariati fattori che scremino il numero di persone
coinvolte in un progetto. Vuoi il tempo e la geografia, vuoi i pochi
soldi e le tante spese, vuoi l’importanza che ha preso l’idea di
potere fare musica in modo diverso, senza più contare sul classico
quartetto o terzetto rock e pop.
9.
Infine come vedete, all'interno di questo quadro, il contributo di
Edp? C'è qualcosa che, secondo voi, potremmo sviluppare maggiormente
a favore della realtà dei power duo chitarra-batteria nazionali?
Unn1:
se siete fissati con i duo, pensate che ci sono infinite forme per
esserlo, non solo il power duo composto da chitarra e batteria.
Certo, proprio per non disperdersi nel
mare magnum dei duo abbiamo voluto specializzarci...
Unn2:
smettere di perseguitare i gruppi che vogliono restare anonimi
[ahah].
10.
Ho apprezzato molto lo scambio di opinioni con voi, che anche in
questo caso vi siete dimostrati più utili e necessari di quanto non
volete far credere! ;) Vi ringrazio enormemente e vi saluto mentre vi
chiedo di delucidarci sui vostri progetti futuri.
Unn2:
se è così allora abbiamo decisamente sbagliato qualcosa! Al momento
siamo reticenti a suonare live, dopo un anno e mezzo trascorso
prevalentemente in giro preferiamo dedicarci un po' di tempo per
scrivere un capitolo nuovo.
Unn1:
forse ci allargheremo a 3 componenti ma se ci pagate, rimaniamo in
due.
DISCOGRAFIA
L'ANNO
DELL'ODIO 2014, Toten Schwan, Utu Conspiracy, Diodrone
(Sludge, Drone, Doom, Hardcore)
1.Ascoltare
con dolore 2.Carne gotica 3.Pioggia d cicatrici e sogni negati
4.Pietà 5.L'eternità di un'estate terribile 6.Veglia di
condoglianza
Ascolto
e freedownload
LA CAPITALE
DEL MALE 2016, Diodrone, Dischi Bervisti, Icore Produzioni,
Sangue Dischi, Shove Records, Simula Records,Toten Schwan Records,
Utu Conspiracy, Zas Autoproduzioni (Sludge, Drone, Doom, Hardcore)
1.La
Capitale del Male 2.Foh 3.L'Inesorabile Declino 4.In Itinere 5.La
Capitale del mio Male 6.Profondo nero senza fine 7.Vai via
Qui
lo ascolti
Link
ad altre recensioni
LABELS
Etichetta
indipendente della quale abbiamo già trattato in occasione della
loro ultima uscita di prestigio, Creatura degli OvO.
Sotto
il nome Dio Drone, a seguito della censura del termine da parte di un
social network, si raccoglie ad inizio 2013 un gruppo di amici
musicisti fiorentini che si interrogano sul confine tra ciò che è
lecito perché comunemente accettato, o ciò che è frutto di
espressione artistica personale, libera da ogni tipo di costrizione.
Quest'ultimo soltanto è il vero underground, e il collettivo che si
forma attorno a questo nome decide di supportare la scena musicale (e
artistica in generale) votata alla libertà di espressione e alla
sperimentazione. Convinti del potere estatico della musica,
prediligono espressioni artistiche rumoristiche o di ricerca mentre
l'idea di base è di riunire sotto un unico tetto realtà artistiche
particolari ed isolate per stimolare nuove collaborazioni: la
metodologia applicata è quindi quella del DIY e della
collaborazione, che prevede un forte supporto reciproco.
Capitanati
dal fondatore Naresh Ran, allora voce della band post metal Qube, Dio
Drone inizia le sue attività raccogliendo vari artisti in una serie
di compilation ed organizzando concerti con le suddette band.
Compilation e festival sono ancora il punto forte del collettivo
mentre è nata successivamente e in maniera spontanea la realtà di
etichetta discografica. Nel loro ricco catalogo troviamo anche altri
power duo chitarra-batteria: dagli stessi Hate&Merda, al duo doom
LA CUENTA fino alla coproduzione di un album dei pistoiesi MARLON
BRANDO. In un'epoca in cui il formato fisico di libri e musica è
andato smaterializzandosi, Dio Drone preferisce supporti old style,
come vinili e audio cassette.
www.facebook.com/diodrone
Altra
interessante realtà discografica indipendente, già presentata in
occasione dell'articolo sui Cani dei Portici (
qui).
Dischi
Bervisti viene fondata a Treviso nel 2012 come etichetta di musica
indipendente per supportare l'uscita del nuovo album di Bologna
Violenta: Utopie e piccole soddisfazioni. L'idea nasce dallo
stesso Nicola Manzan (solista dei Bologna Violenta, ora in duo con
batteria) e dalla compagna Nunzia Tamburrano che da lì in poi
continuano l'attività con band a loro affini, spesso di amici.
Proprio per questa filosofia, dettata dal gusto personale, non c'è
un genere specifico supportato dalla casa editrice.
Essendo
Bologna Violenta, la band del fondatore, in realtà un progetto
solista approdato alla formazione di duo elettrico, una 2-man band di
AvantGarde e GrindCore, molti sono i duo presenti nel loro catalogo.
Oltre ai CANI DEI PORTICI troviamo anche i METEOR (noise, Brescia),
gli HATE&MERDA (sludge, Firenze), e il duo lui-lei di chitarre
HARMONIC PILLOW.
Dischi
Bervisti non è solo etichetta di musica indipendente ma anche
Ufficio Stampa diretto da Nunzia e dedicato anche a band non presenti
nel proprio roster.
Si
tratta di un'etichetta indipendente fondata nel 2014 a Fabriano (AN),
lo stesso paese d'origine dei LUDMILLA SPLEEN, e quindi etichetta già
presentata in un articolo dedicato a questo duo (
qui).
Quasi un' "etichetta di quartiere", per loro, è stata
fondata da Giacomo Bergantini, un personaggio che non faceva parte
della scena musicale marchigiana ma che, da buon fruitore di musica e
organizzatore di concerti, ha voluto contribuire in un momento in cui
la ricca scena musicale anconetana stava languendo. Icore Produzioni
non è però un modo per trovare e conservare un panorama musicale
locale, piuttosto è l'intento di aprirsi all'esterno per accogliere
ciò che ha da offrire e nutrire un tessuto locale, cercando di
colmare quelle assenze che si sono venute a creare nel tempo.
Principalmente
focalizzata in produzioni Metal e PostHardcore, Icore segue lo scopo
di ricercare la bellezza nei suoni scuri e viscerali. I membri del
collettivo credono nell'underground come forma di comunità e
socializzazione, di rapporto di collaborazione tra individui e
secondo questa filosofia adottano la metodologia DIY coinvolgendo
attivamente le band associate.
Dalla
scena underground italiana si stanno recentemente allargando alle
produzioni internazionali, mentre nel loro catalogo troviamo altri
power duo, come gli HATE&MERDA di oggi e i Bolognesi HYPERWULFF.
Sangue
Dischi www.sanguedischi.com
Etichetta
Diy e di distribuzione nata a Bologna nel 2007. Luca è il fondatore
e l'unico a gestire il progetto. Le uscite nascono per lo più da un
rapporto diretto con i gruppi, ovvero da rapporti di amicizia o
conoscenza consolidata negli anni, mentre per i nuovi ascolti
predilige le proposte che veramente lo entusiasmano. Quando il tempo
è poco, si è costretti ad ottimizzare... Sangue Dischi si dedica
per lo più ai generi punk, hardcore e noise con predilizione per il
formato in vinile.
Nel
suo catalogo troviamo band interessanti e tra i duo segnaliamo i
METEOR (chitarra-batteria noise, duo strumentale da Brescia), le
basso-batteria milanesi Agatha oppure gli inossidabili Zeus!
www.facebook.com/pg/sanguedischi
Etichetta indipendente
italiana fondata nel lontano 1994 ad Alessandria e gestita da Manuel
Piacenza. HardCore, Emo, Crust, Grindcore... questi i generi
prediletti dalla Shove Records.
Simula
Records è un'etichetta con sede a Bristol (Uk) che produce quasi
esclusivamente tapes.
Della
Toten Schwan abbiamo già avuto modo di parlare in occasione
dell'articolo
dedicato ai CANI DEI PORTICI e successivamente in quello incentrato
sul secondo album dei Bresciani SDANG! (qui).
Quest'etichetta indipendente è infatti molto attiva oltre a
concedere ampio spazio ai power duo nazionali.
La
TSR è innanzitutto un'associazione culturale no-profit che tra le
altre attività è anche etichetta discografica. Nata a La Spezia nel
2011 da un collettivo di musicisti, porta avanti la filosofia della
controcultura. Controcultura come necessità per la sopravvivenza
etica, collettivo come mondo ideale dove si collabora e ci si aiuta.
Tra
le sue pubblicazioni troviamo 5 interessanti compilation freedownload
(e in stampa a tiratura limitata di 50pz) e gli ultimi album di
alcuni power duo: oltre agli H&M e ai due nomi già menzionati,
nel loro catalogo troviamo anche il
duo chitarra-batteria da Pistoia MARLON BRANDO nonché lo storico duo
all female basso-batteria SHE SAID DESTROY.
Utu
Conspirancy www.utuconspiracy.bandcamp.com
Attiva
a Firenze fin dal 2008, viene fondata dal trio sludge/noise LA CUENTA
per la pubblicazione del loro primo album. Trio rimasto da qualche
tempo in duo chitarra-batteria, viene attualmente portata avanti dai
membri sopravvissuti, Matteo e Nicola.
Col tempo si sono
dedicati alla pubblicazione e co-produzione di molti altri dischi e
nel loro catalogo compare anche qualche duo, seppure non propriamente
chitarra-batteria: Gargamella per esempio è un duo tra il medievale
e la musica sperimentale, mentre Whip Me sviluppa le proprie sonorità
sull'industrial e la witchouse.
www.facebook.com/UTU-CONSPIRACY-125589167481864
Zas
Autoproduzioni è una storica etichetta Grind e Hardcore, nata alla
fine del 1997 in Val Susa (TO) come etichetta di cassette registrate
in casa; il fondatore è ormai noto a tutti come Marco Zas. Col tempo
si è impegnato, secondo fedele ottica Diy, alla produzione di
cassette, dischi e cd hardcore/punk in tutti i suoi “sotto-generi”
più violenti ed estremi come il grindcore, il crust, il
power-violence… insomma hardcore estremo. Etichetta testimone dei
primi anni fatti di scambi di cassette, lettere e francobolli fino
all’era di internet, la Zas non ha fini di lucro ed è mossa solo
dalla passione; proprio in quest'ottica ha anche una distribuzione di
registrazioni e merchandising frutto di scambi con altre etichette.
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle