martedì 23 gennaio 2018

152. RECENSIONE48: Crudo by Nadsat

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Dei Nadsat, un duo strumentale della Bassa Bolognese fondato nel 2015 da Michele Malaguti e Alberto Balboni, avevamo già parlato un anno e mezzo fa nell'articolo di presentazione della band (qui) nonchè recensito il loro esordio in studio Terminus Ep. All'epoca, i due erano già al lavoro sul nuovo materiale che sarebbe andato a costituire poi la prova sulla lunga distanza, ossia il full lenght Crudo. Dopo un aggiornamento sul percorso musicale dei Nadsat e intervistato i due fondatori nell'articolo appena postato (qui) in questa sede ci concentriamo sull'analisi del loro ultimo lavoro discografico.

Fin dai loro esordi i Nadsat si erano attestati sulle coordinate del MathRock, del Noise e di quello spirito libero infuso dal JazzCore. L'Ep di presentazione era imperniato attorno a un concept prettamente Sci-Fi e a tratti si intuiva un approccio melodico. Con il nuovo album Michele e Alberto si lasciano trasportare maggiormente dalla libertà free jazz con un incedere però molto secco ed incisivo dato dalle spigolose ritmiche math, sapientemente miscelate, per un risultato che loro stessi definiscono "un compromesso fra la violenza noisecore e le metriche math". Crudo è un disco semplificato, per certi versi, ridotto all'osso, molto grezzo e viscerale, eppure giostrato e dosato con tale saggezza da rivelare un'accresciuta maturità della band. Dal vivo, poi, sono una vera potenza. A dimostrazione l'esibizione al release party al Freakout Club di Bologna, il 12 Aprile del 2017 (con i Demikhov e il duo basso-batteria Ka) a cui segue una lunga carrellata di date per il tour di presentazione dell'album.

Crudo, album di 8 tracce per poco più di mezz'ora di ascolto, si è avvalso degli stessi collaboratori già sperimentati con Terminus Ep. Uno su tutti Claudio Adamo, il chitarrista dei corregionali Cani Dei Portici, che con il suo mastering al Fonoprint di Bologna ha dato un tocco di qualità agli album dei due. La grafica poi è sempre ad opera di Inserirefloppino, ossia il batterista Migani di un altro meritevole duo chitarra-batteria romagnolo degno di nota, ossia i San Leo. Una cordata poi di sette etichette indipendenti a supporto di questo album, dalla Toten Schwan Records (Cani dei Portici, Hate&Merda, Marlon Brando, Sdang!, She Said Destory) alla Vollmer Industrie, ma per un breve excursus su ognuna di loro, suggeriamo un'occhiata all'articolo d'approfondimento appena pubblicato (qui).

Vi lasciamo ora all'ascolto dei NADSAT e all'approfondimento delle note tecniche del loro album Crudo, nonché alla dettagliata recensione di Danilo 'Damage' Peccerella (batterista del duo mathcore e sperimentale beneventano Globetrotter) che a suo tempo aveva già recensito il loro ep di debutto, seguendo così lo sviluppo artistico della band.


Crudo credits:
Composto e suonato da Michele Malaguti (chitarra, dronething, RTG) e Alberto Balboni (batteria, gong)
Registrato e mixato da Enrico Baraldi (Ornaments) al Vacuum Studio e al Waiting Room Studio (Bologna)
Masterizzato da Claudio Adamo (Cani dei Portici) presso Fonoprint Studio (Bologna)
Grafiche di Inserirefloppino
Ufficio Stampa: Nunzia Tamburrano, Dischi Bervisti press@dischibervisti.com


Qui lo ascolti

Crudo 2017
Toten Schwan, Upupa, Vollmer Industries,
E' un brutto posto dove vivere, Koe Records, Oh! Dear Records
(Mathrock, Noise, Strumentale, Sperimentale)

1. Misozoic
2. Atp
3. Novus
4. Carcharodon
5. Umhlaba
6. Sivik
7. Droid
8. Dolomite


RECENSIONE
NADSAT "Crudo"
Lp 2017 Toten Schwan e altri

Ricordo con piacere il primo EP di questi bolognesi NADSAT, di cui io stesso feci una recensione neanche tanto tempo fa. Il duo propone un Math con influenze Noise e un pizzico di Jazzcore.
Ecco che il chitarrista Michele Malaguti (qui accreditato come 'Guitars, Dronething, RTG') ed il batterista Alberto Balboni (qui accreditato come 'Drums, Gong') mi tornano tra le mani con questo loro primo disco, che porta il titolo di Crudo e che già mi incuriosisce per titolo, artwork ben fatto a cura di 'Inserirefloppino' e copertina d'impatto, rappresentante una testa di animale (oserei dire nascosta dietro una maschera di un altro animale non ben definibile. Sembrerebbe un ibrido), in legno (credo) e che ricorda un totem, su un corpo di carne cruda, tipo una bistecca... Sembrerebbe che ho fatto uso di droghe, lo so, ma vi assicuro che non è così...
A differenza delle 5 tracce del precedente 'Terminus EP', qui le tracce sono 8 e inizio l'ascolto.

'Mesozoic' apre le danze, con mid tempo di batteria cadenzato tra giochi di doppio pedale e riff dissonanti, che portano il brano ad un bridge in crescendo, fino ad un finale dalla lentezza tipica del Doom.
Si prosegue con 'ATP', brano che parte con linee di batteria dalle idee percussive su tom e timpani, per poi svilupparsi in velocità e progressioni ben sviluppate.
'Novus' è il terzo brano, più ipnotico e incalzante ma anche dalle tinte più oscure, che mi fa pensare ad un viaggio in un bosco in fiamme e fumo negli occhi, da tenere obbligatoriamente aperti affinché brucino come l'inferno.
'Carcharodon' parte con le migliori intenzioni tipiche del Math per poi sfociare in una inaudita violenza noise con doppio pedale persistente ma mai noioso, anche perché davvero interessante nelle sue progressioni e nei suoi cambi di tempo, che scorrono notevolmente fino al finale con riff di chitarra da tappeto ad Alberto, che chiude da dietro le pelli con un approccio solista.
Si lascia spazio al quinto brano dal titolo 'Umhlaba', introdotto da elettronica, chitarre clean arpeggiate e batteria in cui i fusti tornano ad un concetto primordiale percussivo. L'aria è opprimente e nerissima come la pece e 'Umhlaba' sembra un filo di nylon tagliente sempre teso, un intermezzo che fa da apertura a 'Sivik', sesta traccia di questo disco, che comincia nell'isteria Math per poi lanciarsi in accordi di chitarra lunghi e batteria ossessiva. Tutto ciò dura però
poco, perché subito si torna alle scomposizioni ritmiche e alle malate dissonanze di Michele, che terminano il brano con la batteria in fade-out mentre folli suoni elettronici fanno da tappeto.
'Droid' è la penultima traccia dell'album, che alterna momenti puliti ad altri ultra distorti in una danza isterica e altalenante tra arpeggi malinconici e fasi ritmiche a non lasciare mai sensi di vuoto.
Solo quando leggo 'Dolomite', mi rendo conto che sotto non c'è scritto più nulla poiché il suddetto è l'ultimo brano di Crudo. 'Dolomite' fa scapocciare e non poco, vero è che sono costretto a cancellare e correggere più volte una inevitabile dislessia da epilessia sulla tastiera del PC.
Le ossessioni contenute in questo brano sono ben concentrate e racchiuse come sottovuoto, quindi immaginate di essere incellophanati vivi (per rendere l'idea) e non credo ci sia molto da aggiungere. Questa sontuosa montagna si chiude all'improvviso e così sia.

34 minuti finiscono in fretta, soprattutto se pensati con cognizione ed ingegno.
Crudo è davvero un disco che spacca e che alza di molto l'impatto e l'intellegibilità dei NADSAT,
anche rispetto al loro primo EP Terminus. Questo non solo grazie al livello compositivo ed esecutivo dei musicisti (semplicità ma consapevolezza e giusto approccio, gli ingredienti segreti), ma anche grazie alle ottime recording di Enrico Baraldi nel Vacuum Studio e nel Waiting Room Studio di Bologna e al potente lavoro di mastering a cura di Claudio Adamo (Cani Dei Portici) al Fonoprint Studio, sempre in quel di Bologna.
Posso dire di attendere solo due cose: il prossimo album e di vederli live.

Danilo 'Damage' Peccerella
8/10


Articolo ad opera di Giusy Elle
www.facebook.com/groups/ElectricDuoProject
electricduoproject@gmail.com





151. NADSAT: mitragliate math-rock


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INTRO
L'anno nuovo è arrivato e noi siamo qui, presenti come sempre. Pronti a seguire l'evolversi del mondo dei duo elettrici chitarra-batteria? Sì perchè questo 2018 non lo iniziamo con la presentazione di una nuova band, bensì con il proseguio dell'avventura a due dei NADSAT, duo romagnolo che avevamo già analizzato un anno e mezzo fa (qui), all'uscita del loro primo Ep. Il tempo è passato, loro si sono evoluti nelle sonorità proposte e ci presentano ora il full lenght di debutto, Crudo.
Una band interessante quella dei Nadsat, che ha saputo crescere, integrarsi alla perfezione con la ricca scena musicale della propria regione ma anche distinguersi nel panorama nazionale, affiancandosi infine a nomi di spicco della scena math-core italiana. Un percorso che hanno espressamente sviluppato all'interno del mondo dei duo e che, in quanto tale, merita una doppia attenzione da parte di noi Edp.
Andiamo quindi ad approfondire tutte le novità dei Nadsat con un aggiornamento, una breve analisi delle etichette che appoggiano la loro musica, l'intervista con i fondatori ed infine la recensione alla loro prima prova sulla lunga distanza, Crudo, ad opera del nostro recensore Danilo 'Damage' Peccerella (qui).

AGGIORNAMENTO
Era metà Luglio del 2016 quando abbiamo presentato i NADSAT, duo fondato l'anno precedente dai giovani romagnoli Michele Malaguti e Alberto Balboni (qui l'articolo di presentazione). Per l'occasione abbiamo analizzato il loro Ep d'esordio, un 5-pezzi di math-rock/noise imperniato sul concept dello sci-fi, Terminus Ep, che li associava ad altri power duo ispirati al mondo della fantascienza, come i Lombardi GRAFTAGE (qui il nostro articolo) e HIBAGON (con quest'ultimi le sonorità sono ancora fortemente associabili). In realtà Michele e Alberto stavano già creando i pezzi che da lì a qualche mese sarebbero sfociati nel loro primo vero full lenght, e il loro sound stava già cambiando...

La formula di base restava sempre un math-rock secco e spigoloso, alternato a momenti noise e a soluzioni jazz-core, ma le parvenze melodiche dell'Ep d'esordio, evocatrici di profondità siderali, erano destinate a scomparire. Non per niente il nuovo album viene intitolato Crudo: come la musica che i due trasmettono, in tutta la sua dissonanza, tempi dispari e rumore, e senza concetti da sviluppare (al contrario di Terminus Ep). Un disco semplificato, per certi versi, ridotto all'osso, ma non per questo facile da seguire: il suo ascolto non è mai armonioso, mai distensivo o scontato, eppure vi inchioderà alle casse, in attesa di una performance live dove i due si esprimono al meglio.

I Nadsat nascono in Emilia Romagna, regione così ricca di power duo da aver noi dell'Edp dedicatole una bella e nutrita compilation, la EmilyDuo Compilation (qui). La band aveva quindi dei begli esempi in regione a cui ispirarsi, in particolar modo i CANI DEI PORTICI (qui il nostro articolo di presentazione), duo sopraffine che del post-core ha fatto la sua bandiera e che si è distinto a livello nazionale e non solo -sono per esempio appena rientrati da un tour in Francia. Ora che i Nadsat si sono fatti un nome, condividono spesso il palco coi Cani, e spesso anche i viaggi verso live oltre regione. Del resto, che Michele e Alberto si siano ispirati a loro come agli Zu o agli Zeus!, non è un segreto, ma materiale da comunicato stampa.

Grazie al genere comune, i Nadsat non potevano poi non far riferimento anche ai GUERRRA!, duo da Terni di grande maestria, che riesce a fare del math (soprattutto in fase live) persino un genere musicale coinvolgente! (Qui il nostro articolo di presentazione). Già per il Teminus Ep avevano scelto la Kaspar House come casa di distribuzione, la stessa etichetta che aveva dato alla luce l'anno prima l'album Soprusi dei due Umbri, etichetta salentina a sua volta fondata da Ferdinando Farro, il chitarrista del duo afro-punk ormai sciolto, MAYBE I'M. Il mondo dei duo fa cerchio e si rafforza, vedendo attualmente Nadsat e GueRRRa! battagliare spesso sugli stessi palchi.

Come si diceva, i Nadsat sono un duo chitarra-batteria convinto e che della collaborazione all'interno della categoria ne fanno uno stile e un marchio identificativo. Numerosi infatti sono gli esponenti di questa line-up ad aver contribuito ai loro album: Claudio Adamo, il chitarrista dei Cani dei Portici, ha masterizzato entrambi i lavori in studio del duo, e con che gran maestria! Il primo Ep si distingueva infatti parecchio per la qualità del suono, del resto Adamo è un fonico professionista presso lo storico Fonoprint, ossia il più grande studio di registrazione italiano, noto per seguire live tutti i concerti dei big nazionali (Vasco Rossi, Ligabue ecc.). Entrambe le copertine sono poi state curate da Inserire Floppino, ossia Marco Migani, il funambolico batterista dei SAN LEO (qui il nostro articolo), strepitoso duo corregionale di SlowCore.

Anche la Promozione e l'Ufficio Stampa sono stati lasciati in mano al mondo dei duo, basti pensare che Dischi Bervisti è una realtà parallela ai BOLOGNA VIOLENTA (qui il nostro articolo), duo sludge di Treviso, nella figura di Nunzia Tamburrano.

I Nadsat passano infine da un primo Ep co-prodotto dalla Kaspar House all'album d'esordio seguito da ben sette etichette discografiche indipendenti, tutte che ruotano, in una maniera o nell'altra, attorno alla realtà dei power duo. Ad aprire la strada la mitica Toten Schwan (CANI DEI PORTICI, HATE&MERDA, MARLON BRANDO, SHE SAID DESTROY, SDANG!) e a seguire le etichette che già supportarono Due dei Cani dei Portici: È un Brutto Posto Dove Vivere, Koe Low Profile Distro (gestita dal batterista dei Cani dei Portici, Demetrio Sposato), Oh Dear! Records, Vollmer Records, oltre che Upupa Produzioni, con in catalogo l'ultimo lavoro in studio dei giovanissimi e talentuosi corregionali MOOD. Non perdetevi quindi l'approfondimento di queste realtà discografiche indipendenti nazionali (in calce all'articolo, dopo la discografia della band), mentre noi proseguiamo con l'intervista d'aggiornamento a Michele Malaguti e Alberto Balboni, che hanno risposto in concerto alle nostre domande, rimandando infine a un articolo specifico (qui) per l'approfondimento di Crudo con la recensione di Danilo 'Damage' Peccerella. Buona lettura e buon ascolto con le mitragliate dei NADSAT!

Link video


INTERVISTA
1. Ben ritrovati Michele e Alberto, vedo che state procedendo alla grande nel vostro percorso musicale! Vi siete presentati fin dall'inizio come una band sostanzialmente math-rock, ma le spigolosità tipiche del genere erano al tempo un po' smussate, o almeno alternate a momenti di blanda melodia: cosa vi ha fatto propendere per una virata prettamente math, in tutta la sua crudezza, appunto?
Ciao Giusy e grazie di questa intervista. Per quanto riguarda la tua domanda: più che una virata verso il math siamo arrivati ad un compromesso fra la violenza noisecore e le metriche math, se così si può dire. Crudo è un disco molto grezzo per certi aspetti, molto viscerale. Volevamo dare un'impronta primordiale al suono, incastrandolo con i tempi dispari tipici del math e non solo. C'è stata una grande influenza di quella strana cosa chiamata jazzcore in questo album, sia per la ricerca della dissonanza sia per il mood totalmente libero di alcuni pezzi.

2. I vostri corregionali Cani dei Portici sono sempre stati per voi non solo un punto di riferimento stilistico ma anche dei veri e propri amici, se non mentori. Ci volete parlare del rapporto di lavoro e amicizia che intercorre tra voi?
Con Claudio e Demetrio c'è un'amicizia fraterna, nata incontrandoci in un festival dove abbiamo suonato assieme (era forse il nostro secondo concerto e improvvisammo quasi tutto il live). Sono di certo i muscisti della scena underground con i quali c'è più legame, un legame che va ben oltre la musica. Cerchiamo di trovarci il più spesso possibile, anche solo per dire cazzate tutti insieme e divertirci. Claudio ha inoltre masterizzato il nostro disco e Demetrio ci ha aiutato con la sua piccola distro, ci hanno sempre sostenuto nel nostro percorso musicale e questo ci fa davvero piacere. La nostra stima verso di loro come musicisti è altissima e il fatto che credano nel nostro progetto è un'iniezione di autostima fondamentale, a prescindere dal lato umano e dall'amicizia che ci lega.

3. Altro power duo chitarra-batteria math rock nazionale, di un certo spessore, sono gli umbri GueRRRa!. Anche con loro si è instaurato un rapporto di amicizia e collaborazione e spesso condividete i palchi assieme: cosa ci potete raccontare di questa band?
Giulio e Marco sono due persone fantastiche, li abbiamo conosciuti a Fabriano in un locale dove abbiamo suonato assieme e da lì siamo rimasti in contatto per poi diventare amici. Adoriamo l'Umbria e cerchiamo di suonarci il più spesso possibile, così come abbiamo suonato spesso con i GueRRRa. Dal vivo sono davvero ipnotici e Soprusi è un disco che amiamo molto, sia per il concept che sta dietro ai pezzi sia per l'aspetto prettamente musicale e sperimentale. Questo loro approccio libero e anarchico alla musica ha di certo influenzato il nosto disco e il nostro modo di comporre.

4. Tra collaboratori vari (masterizzazione e grafica), etichette e promozione, vi siete affidati a professionisti del mondo dei duo: si tratta di una scelta casuale o esplicitamente voluta?
Non è una scelta voluta, ci siamo semplicemente affidati a persone competenti e delle quali abbiamo stima. Il fatto che Claudio (mastering) e Marco (grafiche) suonino in un duo è casuale, una bella casualità diciamo. Di sicuro questo ha aiutato noi e loro nelle rispettive collaborazioni, essendo loro ben consci delle dinamiche di una formazione così minimale e del senso profondo del nostro progetto.

5. Ci raccontate come avete intitolato i brani di Crudo? Non è sempre facile dare dei titoli a brani strumentali, se non nel caso di un concept, come nel vostro precedente Terminus Ep. Qui usate nomi strani e lingue antiche... quale il loro significato?
I titoli dei brani di Crudo sono stati scelti principalmente seguendo delle suggestioni, delle immagini che ci sono venute in mente all'ascolto delle nuove composizioni. Ad esempio "Droid" per il suo incedere sequenziale e matematico, "Mesozoic" per la cadenza violenta e massiccia (il Mesozoico è l'era di dominio dei dinosauri sulla Terra), "Novus" molto semplicemente perhè è stato fra i primi pezzi composti e segnava un nuovo corso. Non c'è una regola, un titolo potrebbe anche essere deciso per il solo fatto che quella parola o frase suona bene, dipende.

6. La dimensione live è per voi molto importante; avete alle spalle numerosissimi concerti: quale ricordate con maggior soddisfazione? All'estero avete ancora mai suonato?
E' difficile scegliere il nostro live preferito. Di certo ricordiamo con piacere il release party di Crudo al Freakout e il Krakatoa Festival al TPO. E no, non abbiamo ancora suonato all'estero ma è nelle nostre priorità.

7. L'Emilia Romagna è un nodo cruciale della musica indipendente nazionale. Tantissime belle band oltre che molti power duo, ottimi organizzatori, bei locali e rinomati festival: come la vedete e vivete questa realtà voi, dall'interno?
L'Emilia Romagna è una specie di isola felice per la musica in questo paese. Siamo fortunati a vivere tutto questo in prima persona, ce ne rendiamo conto ogni giorno e soprattutto quando andiamo in giro a suonare. Ciò non vuol dire che tutto sia idilliaco, ma di certo l'ambiente è più vivo e stimolante di tanti altri posti, vuoi per la rete di musicisti che bene o male si conoscono tutti e frequentano gli stessi posti, vuoi per il flusso continuo di persone che vengono ad esempio a Bologna e dintorni per poi rimanere ed arricchire la scena musicale regionale.

8. Quali i prossimi passi dei Nadsat? Quante bordate dobbiamo ancora aspettarci da questo duo?
I prossimi passi sono quelli logici da fare: suonare il più possibile, andare all'estero e scrivere nuovo materiale per il prossimo disco cercando di far crescere questa nostra creatura chiamata Nadsat.

Grazie infinite per questo incontro, Michele e Alberto. Sento che avremo molte altre occasioni per incontrarci, qui su Edp! Buon proseguimento nella vostra carriera, quindi.
Ringraziamo anche noi e saluti a tutti i lettori di questo blog.



DISCOGRAFIA
CRUDO 2017, Toten Schwan, Upupa Produzioni, Vollmer Industries, E' un brutto posto dove vivere, Koe Records, Oh! Dear Records (Mathrock, Noise, Strumentale, Sperimentale)

1.Mesozoic 2.Atp 3.Novus 4.Carcharodon 5.Umhlaba 6.Sivik 7.Droid 8.Dolomite


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Qui la nostra recensione

TERMINUS EP 2016, Kaspar House (Sci-fi, Mathrock, Noise, Strumentale, Sperimentale)

1.Kepler-452B 2.Landing 3.Ares3 4.R.Romina 5.Eta Carinae




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Qui la nostra recensione



Link ad altre recensioni

LABELS
ToTen ScHwAN Records www.totenschwan.altervista.org
Della Toten Schwan abbiamo già avuto modo di parlare in occasione dell'articolo dedicato ai CANI DEI PORTICI e successivamente in quello incentrato sul secondo album dei Bresciani SDANG! (qui). Quest'etichetta indipendente è infatti molto attiva oltre a concedere ampio spazio ai power duo nazionali.
La TSR è innanzitutto un'associazione culturale no-profit che tra le altre attività è anche etichetta discografica. Nata a La Spezia nel 2011 da un collettivo di musicisti, porta avanti la filosofia della controcultura. Controcultura come necessità per la sopravvivenza etica, collettivo come mondo ideale dove si collabora e ci si aiuta.Tra le sue pubblicazioni troviamo 5 interessanti compilation freedownload (e in stampa a tiratura limitata di 50pz) e gli ultimi album di alcuni power duo: oltre agli HATE&MERDA e ai due nomi già menzionati, nel loro catalogo troviamo anche il duo chitarra-batteria da Pistoia MARLON BRANDO nonché lo storico duo all female basso-batteria SHE SAID DESTROY. Si sono aggiunti di recente i NADSAT con il loro full lenght Crudo.

E' un brutto posto dove vivere
Casa discografica e di distribuzione, la EUBPDV è stata fondata a Padova nel 2014 da Fabio Zanaga. Si tratta di una realtà incentrata sulla sottocultura Underground che non si dedica soltanto alla musica ma spazia anche tra le altre forme d'arte. E' un progetto indipendente, autoprodotto e no profit portato avanti con passione dall'unico fondatore, noto anche come DjFlass. Co-conduttore della web radio e omonima tapelabel Scaglie di Rumore (etichetta incentrata nella produzione e distribuzione di musica punkhardcore) fonda questa label nell'ottica di scoprire e proporre realtà sempre legate alla scena underground ma non trattate dalla già citata label.
EUBPDV non fa distinzioni di generi, propone ciò che gli piace e in due anni può contare una dozzina di uscite con gruppi da tutto lo Stivale con diversi suoni e diverse proposte. Nel nostro caso ricordiamo Due dei CANI DEI PORTICI e Crudo, il primo full lenght dei NADSAT.
Esiste anche un blog dove vengono pubblicate interviste alle band ed ad altri artisti locali, articoli su festival, eventi ed altro ancora.
Non si tratta di una Booking Agency ma ogni tanto vengono organizzati concerti per far festa con gli amici.
L'evoluzione per il futuro è quella di produrre anche libri, riviste o fanzine mentre finora è stato stampato soltanto Ragazzo in Vendita, fumetto post/porno realizzato da Punx666 & Delicatessen.

Koe Records low profile distro www.koerecords.wordpress.com
Si tratta della casa discografica e di distribuzione nata a Bologna nel 2014 dallo stesso batterista dei Cani dei Portici, Demetrio Sposato. Una piccolissima realtà nata per supportare alcune band dell'underground locale. Portata avanti con la filosofia DIY non ha scopi di lucro ed è supportata soltanto dalla passione per la musica del fondatore stesso. Tra i duo del suo catalogo troviamo i lavori dei CANI DEI PORTICI stessi e dei corregionali NADSAT www.facebook.com/koerecords

Oh! Dear Records e' una piccolissima etichetta musicale indipendente in ponte fra la Scozia (Glasgow) e la Sardegna (Sassari). L'etichetta nasce a dicembre 2015 con l'intenzione di supportare e promuovere la realtà locale sassarese. Tea, la fondatrice, ha avuto modo di studiare a Bologna e da qui ha affinato uno sguardo attento per le diverse realtà nazionali e internazionali. Sceglie le band con cui collaborare sia seguendo il proprio istinto sia sopratutto per l'approccio stesso all'idea di musica. Come molte altre etichette Oh!Dear Records è completamente casalinga e DIY.
Tra le uscite prediligono la cassetta e diversi progetti di riciclaggio, tra cui il fatto stesso di riversare a mano la musica nelle cassette per contenere sprechi e soldi. Tra le varie iniziative l' Oh!Dear Summer Fest e l'Oh!Dear Summer Compilation sono volti a finanziare il progetto di riforestazione dell'area retrodunale di Porto Ferro (tra le piu belle spiagge del nord Sardegna) e sensibilizzare la questione ambientale. Prossimamente avranno il piacere di collaborare con i Maledetta Dopamina, band anomala caratterizzata dalla line-up basso+ due batterie, mentre in catalogo troviamo Due dei CANI DEI PORTICI e Crudo dei NADSAT.

Upupa Produzioni www.facebook.com/upupaproduzioni/ Etichetta nata a Finale Emilia nel 2009 dalle menti di Giorgio e Paolo. In catalogo hanno l'ultimo lavoro discografico dei giovanissimi ma oltremodo talentuosi MOOD. www.upupaproduzioni.com







Etichetta musicale indipendente nata a Cuneo nel 2013 e basata sulla filosofia del Do It Yourself, viene fondata da Alberto Cornero (musicista indipendente) e Francesco Groppo (tecnico del suono), personaggi attivi nella scena musicale locale da quasi 15 anni. I due decidono dapprincipio di offrire supporto alla rigogliosa scena musicale della zona per poi allargarsi alle band del resto d'Italia e di recente anche a proposte dall'estero.
Prerogativa principale è quella di non porsi limiti di genere ma di supportare e produrre i progetti che più piacciono, offrendo loro servizi che spaziano dalle riprese effettuate con lo studio mobile professionale WhereverRecording, alla preparazione di grafiche, alla gestione dei rapporti con pressing plants, etc. Spaziano quindi dal Pop al PowerViolence, passando per PostRock, Noise, DoomJazz e PostHardcore. Nell'ottica del DIY amano anche, quando possibile, instaurare e mantenere contatti diretti con le band che supportano e che sono prima di tutto costituite da persone con le quali è bello scambiare opinioni per crescere e maturare.
Le Vollmer Industries sono i distributori della zona per Due dei CANI DEI PORTICI mentre nel loro roster sono presenti anche i PASTEL, power duo che però di recente è passato al trio e i NADSAT con il full lenght Crudo. www.facebook.com/VOLLMERindustries


Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle