martedì 30 luglio 2013

09. JESSICA DAINESE: Intervista ad un'intervistatrice

INTRO
Era da tempo che delle giovani punk anni '80 mi strillavano addosso dalle pagine di FB: era la copertina rossa di "Le Ragazze del Rock" di Jessica Dainese, una scrittrice musicale che avevo tra le amicizie del social network. Alla fine mi sono decisa ad acquistarlo; me lo sono fatta spedire con dedica direttamente dall'autrice stessa ed è così che ho iniziato a leggere, tutto d'un fiato, questo splendido volume. Si fa un excursus della musica underground femminile italiana attraverso dettagliati profili di band a partire dagli anni '60 fino ai giorni nostri. Breve introduzione con le ragazze beat, lungo approfondimento del punk e del movimento Riot Grrrl, panoramica finale delle band moderne inizio Terzo Millennio.
Più mi addentravo nella lettura dei testi, più mi rendevo conto che questo libro non mi era capitato tra le mani per caso, o che comunque faceva proprio al caso mio! Innanzitutto già nell'introduzione trovo queste parole: "I criteri per la scelta delle band (...) sono stati i seguenti: gruppi (o duo, non artiste soliste), italiani (...), femminili (o prevalentemente tali), rock e dintorni (no pop, no reggae, no folk), che abbiano pubblicato almeno un disco, e che abbiano materiale originale (no cover band)". Ero stupefatta! Per una volta tanto non solo la categoria dei duo elettrici non veniva snobbata od esclusa, ma nominata, ufficialmente riconosciuta e addirittura affiancata, per intento e stile, alle full-band. All'interno profili di duo come le MOTORAMA, le ALLUN, le AMAVO (tutte "2-piece female band" che avevo già avuto modo di conoscere da anni grazie al mio progetto Electric Duo Project e la cui carriera potevo ora approfondire) o il duo basso-batteria AGATHA, e citazioni di altri, come THE JAINS, progetto rock della ex Vj di MTV Kris Reichert o gli ALICE TAMBOURINE LOVER. Inoltre realizzo come Jessica sia principalmente un'intervistatrice musicale mentre io stessa mi ero appena approcciata, per gioco e per caso, alle interviste dell'EDP e stavo giusto curando il mio secondo pezzo, dedicato... alle Motorama... guarda le coincidenze!
Jessica mi è stata utile quindi tanto nel materiale di ricerca quanto nell'approccio all'intervista musicale in sé, soprattutto con il suo primo libro "La felicità è un pezzo di Vinile", ovvero una raccolta di articoli ed interviste che lei stessa ha realizzato nei suoi primi otto anni di collaborazione con Alias, l'inserto culturale del quotidiano Il Manifesto.
Fatte le dovute premesse non potevo quindi non intervistare questa giovane ma indubbiamente competente scrittrice musicale, con un po' di timore e tanta umiltà, ovviamente, vista la mia condizione di neofita. Gli argomenti di cui trattare erano molteplici ma non potevo abusare del poco tempo libero della nostra intervistata, così mi sono concentrata su argomenti meno presenti nelle altre, numerosissime interviste a lei dedicate. Abbiamo analizzato con Jessica i primi anni della sua carriera, il periodo delle fanzine nonchè il passaggio dal mondo cartaceo a quello del web. C'è molto materiale ancora da sondare per sfruttare al meglio la sua competenza musicale, per cui dedicheremo sicuramente un secondo appuntamento a questa giovane scrittrice. Restate sintonizzati!

BIOGRAFIA
Jessica Dainese, classe 1975, è una ragazza dolce e minuta ma dotata di tanta grinta rock. Cresciuta a Barbie Rockstar, Madonna e Riot Grrrl, si appassiona di musica fin da giovanissima, e di quella fatta da ragazze giovani e ribelli come lei. Nata a Luvigliano, un paesino dei Colli Euganei dove -con le sue stesse parole- "l'evento più rock era osservare i pensionati che alle otto del mattino prendevano il primo grappino al bar", sente il bisogno di esplorare orizzonti più ampi, cosa di meglio dunque di un viaggio-studio all’estero? Approfittando di scambi interculturali tra studenti, nel 1992/93 segue tutto il suo quarto anno di liceo linguistico negli States, e più precisamente nel Missouri. Un'esperienza eccitante che la arricchisce soprattutto dal punto di vista musicale, venendo proprio lì a conoscenza del movimento Riot Grrrl.
Al rientro in Italia fonda, con l'amica Barbara, la sua prima fanzine, SCREAMING SHEEP (1994/95), trattando principalmente di musica punk e indie, iniziando così a tessere una bella rete di conoscenze tra artisti musicali e addetti ai lavori: era il periodo pre-internet e ancora si usavano fogli ciclostilati per far circolare le proprie idee, per pubblicizzare band o eventi, per incontrarsi e scambiare idee.
Altra esperienza importante per Jessica sarà quindi la sua permanenza a Londra (1999-2001), metropoli nota, tra le altre cose, per il suo fervore musicale; è di questo periodo la sua seconda fanzine TIGERHEART, di stampo Riot Grrrl, e una collaborazione con la rivista free press del rock club "Rock City" di Nottingham.
In questi anni Jessica ha quindi modo di approfondire tutto un mondo musicale underground, sia italiano che estero, nonché di sperimentarsi nella scrittura musicale e nelle interviste. E' così che al suo rientro in Italia, nel 2001, da un suo pezzo scritto a macchina e inviato via fax al Manifesto, inizia a collaborare professionalmente con la rivista, scrivendo per Alias, il suo famosissimo inserto culturale del sabato: una collaborazione che dura tuttora e dalla quale esperienza esce nel 2010 il suo primo libro "La Felicità è un pezzo di Vinile", ossia una raccolta di gran parte dei suoi articoli ed interviste nei suoi primi otto anni di collaborazione. Ormai internet inizia a dilagare e ad avere il suo peso, per cui Jessica si trasferisce in rete dapprima con un blog (ancora Tigerheart) nonchè con il suo sito NIXZINE.ORG.
E' dell'anno seguente infine, per la Sonic Press di Oderso Rubini, il suo secondo e fortunatissimo libro di successo "Le Ragazze del Rock", che descrive, come da sottotitolo, "40 anni di musica rock femminile italiana". Un bellissimo tributo alle donne che hanno fatto la storia musicale underground nazionale e che senza una simile certosina e competente raccolta non sarebbero mai state ricordate, se non addirittura conosciute. Da questa esperienza nasce tutta una serie di eventi promozionali del libro, spesso accompagnati da concerti di alcune band nominate nel volume, nonché una compilation in tema: "Le ragazze del rock", 2012, pubblicata e distribuita da Goodfellas. Seguono numerosissime interviste anche su canali nazionali, e un sito in tema, ma di queste sue due opere parleremo più approfonditamente in sede bibliografica.
Vogliamo qui semplicemente aggiungere che suoi articoli sono apparsi praticamente su tutte le riviste a tema, come su Rolling Stone, Vogue Italia, Rumore, Ritual, Max, Punkster, Blow Up, ed estratti dai suoi articoli e fanzine sono stati citati in libri quali "Ultradonne", “Riot Grrrl: Revolution Girl Style now!” e “Le mie cose”.
Dolce e carina, vi coinvolgerà con il suo stile accattivante e con l'infinita competenza musicale di cui è dotata. Lunga vita quindi alla carriera di questa giovane scrittrice!


Per una descrizione più dettagliata dei generi trattati in questa sede, e in particolare per un approfondimento sul fenomeno musicale Riot Grrrl, rimandiamo alla sezione “Generi underground trattati nell’intervista” nella nostra pubblicazione numero 02 dedicata alle Motorama (qui




INTERVISTA

1- Ciao Jessica, sono proprio lieta di accoglierti tra le pagine di questo blog. Ho letto con piacere i tuoi libri che ho trovato sia interessanti che di ispirazione, quindi benvenuta! Tenterò ora di porti qualche domanda... Mi pare di aver capito che i tuoi viaggi all'estero sono stati fondamentali per la tua formazione musicale, quindi dimmi, dove hai soggiornato nel tuo primo viaggio negli States, che amicizie frequentavi e quali scoperte rivelatorie hai fatto nel campo della musica?
Grazie cara, troppo buona :-)
Il mio primo soggiorno negli States è stato nel 1992-93. Ho frequentato un anno di high school in Columbia, Missouri. Non proprio al centro del fermento musicale, certo, ma grazie alle mie “sorelle” e agli amici ed amiche che frequentavo, ho avuto modo di conoscere band nuove e di vedere qualche concerto. La “scoperta” principale però è stata la scena Riot Grrrl. La prima volta che ho sentito parlare di Riot Grrrl è stato infatti in quel periodo, grazie alla lettura casuale di un controverso articolo a loro dedicato sulla rivista Newsweek. L'articolo non era granché, ma la scoperta dell'esistenza di un movimento punk-femminista (e di band quali le Bikini Kill) cambiò la mia vita :-)

Jessy e Barbara con Kathi e Kathleen delle Bikini Kill al CSA Pedro di
Padova.
2- In seguito curi una tua fanzine musicale, la SCREAMING SHEEP: parlaci di quel periodo, di come è nata l'idea, della rete di amicizie che ti eri costruita e di cosa scrivevi nello specifico.
Screaming Sheep fu un'idea mia e della mia amica Barbara. Volevamo creare una fanzine scritta in inglese che parlasse per lo più di band italiane (Marlene Kuntz, Prozac+, Soon, Ustmamò...), e distribuirla all'estero. Un progetto ambizioso! La scena musicale italiana di metà anni '90 era ottima, e volevamo dare una mano ad esportare questi artisti anche all'estero. Volevamo anche una “scusa” per andare backstage e conoscere i nostri artisti preferiti! Per ricevere dischi gratis ed entrare, sempre gratis, ai concerti. Per lo più scrivevo interviste e recensioni, qualche pezzo più futile su moda, stile, cibo ecc, e disegnavo qualche vignetta di questa pecora, Screaming Sheep, che era la nostra mascotte. Non era una fanzine che si prendeva troppo sul serio! Ne producevamo... boh, 100? 200? copie per volta (fotocopiate). Non tante. Le scambiavamo con altre fanzine (italiane e straniere, soprattutto britanniche), le vendevamo per corrispondenza, le lasciavamo in contovendita ad alcuni negozi di dischi, come la Green Records a Padova (mitico Giulio!). Abbiamo avuto qualche bella soddisfazione con Screaming Sheep: abbiamo conosciuto le Bikini Kill, abbiamo ricevuto una lettera scritta personalmente dal mitico John Peel (storico conduttore radiofonico della BBC, N.d.a.), abbiamo ricevuto una cassettina da una certa Isabella Santacroce, siamo diventate amiche di band quali i Prozac+, che una volta mi hanno dedicato una loro canzone davanti a migliaia di persone, siamo riuscite a portare copie della nostra fanzine al leggendario negozio di dischi londinese Rough Trade (e le abbiamo vendute!) ecc :-)

3- Quale il motivo per l'attrazione, nello specifico, della musica al femminile?
Non lo so. Le voci femminili mi piacciono semplicemente di più, è un fattore “estetico” credo :-) è sempre stato così. Da piccola ascoltavo solo donne, a parte Michael Jackson: Madonna, Kylie, Go-Go's, Bangles, Janet Jackson ecc. Poi, quando sono cresciuta (e ho imparato l'inglese!), c'era anche il fattore dei testi: quelli scritti da donne rispecchiavano ovviamente meglio quello che pensavo e sentivo! Infine, come ho già detto in altre occasioni, io volevo diventare una rockstar, non una groupie ;-) quindi mi identificavo meglio nelle rockstar donne!

4- Infatti, con tali modelli e influenze come hai fatto a non suonare uno strumento e a diventare una musicista tu stessa?
Non sono per niente portata. Ci ho provato, eccome se ci ho provato. Con la chitarra, il basso, le tastiere. Alla fine ho “cantato” in un paio di progetti mai arrivati a nulla, e ho capito che forse era il caso di passare dall'altra parte del microfono. I miei sogni di rockstar si sono infranti.

5- Dopo qualche anno dal primo viaggio all'estero sei approdata a Londra dove hai abitato per un paio di anni: in cosa differiva il panorama musicale locale rispetto a quello d'Oltreoceano e ancor più rispetto al nostro nazionale?
Vediamo... innanzitutto, in Inghilterra avevo amici musicisti che potevano permettersi di dedicare il 100% del loro tempo alla musica e cercare di “sfondare”, visto che ricevevano un discreto sussidio dallo Stato e non erano costretti a cercare un “lavoro vero” (erano riconosciuti come musicisti dallo Stato). E questo credo sia uno dei motivi per cui la Gran Bretagna ha un ruolo di primo piano nella scena rock e pop mondiale: lo Stato permette ai giovani di dedicarsi alla musica, all'arte ecc. (almeno questo era vero quando abitavo lì alla fine degli anni '90). Un'altra cosa che ho notato è che le donne che suonano in Inghilterra non erano viste come aliene, come invece succedeva/succede in Italia. E infatti le band di donne, di estrazione Riot Grrrl o no, erano molto più numerose rispetto all'Italia.

6- Gli anni che vanno dal 1999 al 2001 e che ti vedono risiedere a Londra, corrispondono più o meno al periodo in cui hai curato la tua seconda fanzine, TIGERHEART. In che misura la scena musicale londinese ti ha influenzato?
Più che londinese direi britannica, e la risposta è: moltissimo! Tigerheart parlava meno di musica rispetto a Screaming Sheep. I temi trattati erano per lo più i classici temi che si trovavano nelle fanzine Riot Grrrl: femminismo, sfruttamento dell'immagine femminile, disordini alimentari, sessualità ecc. Ero in contatto epistolare con molte Riot Grrrls britanniche, le loro fanzine influenzavano molto la mia e viceversa. Più che la scena musicale, direi quindi che fu la scena Riot Grrrl ad influenzarmi. Anche se comunque quando intervistavo qualche band, erano ovviamente britanniche, visto che vivevo lì ;-)

7- In seguito, con il prepotente dilagare di internet, sei approdata in rete con un tuo sito musicale, il nixzine.org. In cosa differiva dalle tue fanzine precedenti? Come si è sviluppata la tua conoscenza musicale in rete?
Non ero grande esperta di computer o di Internet all'epoca, ma avevo un fidanzato programmatore e inoltre frequentavo un corso per Web Master, quindi siamo riusciti a mettere su questa webzine che, al contrario delle fanzine mie precedenti, era piuttosto un lavoro di squadra. Oltre a me e al mio ragazzo, c'erano parecchi e validi collaboratori: Massimiliano (rockstar padovana, ora fotografo di moda), Giulia, Beppe (altra rockstar padovana!), Ricky Britpop, mia sorella Ludy e tanti altri :-) era molto divertente! Ovviamente grazie alla rete e ai programmi P2P la mia conoscenza musicale è cresciuta moltissimo, anche se continuo a preferire i dischi e i libri ad Internet! Certo che grazie alla rete le novità arrivano in tempo reale...

8- Quando hai iniziato a stilare le prime interviste e a quando le prime famose?
La prima intervista in assoluto è stata agli Assalti Frontali nel... boh, '94 o '95. Io e Barbara ci siamo presentate backstage, se non sbaglio al Rivolta, Centro Sociale di Marghera, dopo il concerto degli Assalti, con un registratore a cassette, e abbiamo chiesto loro se potevamo intervistarli. Non sapevamo nulla degli Assalti Frontali, ma abbiamo bluffato bene (come accadde spesso in futuro). Credo. Poi abbiamo intervistato praticamente tutte le band italiane di quel periodo. Le prime interviste ad artisti internazionali “famosi” sono avvenute quando ho iniziato a scrivere per Alias. Le prime, se non sbaglio: Ani di Franco e gli Yeah Yeah Yeahs.

9- So che hai un'idea ben precisa del concetto d’intervista: un mezzo per analizzare la persona prima ancora del personaggio, un approccio che istintivamente ho usato anch'io: ci vuoi spiegare meglio la tua concezione personale d'intervista? Come si è evoluta nel tempo?
In realtà non mi sono mai soffermata ad “analizzare”, a “studiare” un metodo e non so neppure bene se e come si è evoluta nel tempo. È una cosa molto istintiva. Le interviste che facevamo per Screaming Sheep molto spesso erano improvvisate, a volte non conoscevamo neppure bene la band, era più che altro delle chiacchierate. Una volta abbiamo intervistato i No Means No, band di cui io personalmente non sapevo assolutamente nulla, ma alla fine è venuta talmente bene l'intervista che fan stessi dei NMN ci hanno detto che era una delle più belle che avessero mai letto (!!). Non sono una musicista e di musica, tecnicamente, non ne so granché. Non mi interessa tanto chiedere ai musicisti che strumenti usano o cose del genere. Mi piace cercare di conoscere la persona al di là del personaggio, alle volte ci riesco altre no, dipende da tanti fattori :-) Ovviamente ora mi preparo bene prima di intervistare qualcuno, quasi maniacalmente, non faccio più improvvisate come una volta :-D Ma a volte le interviste vengono meglio se si dimentica un attimo tutti i fatti e si “improvvisa” un po' :-) Se l'intervistato la percepisce come una chiacchierata informale (sto ovviamente parlando di interviste per telefono o di persona) e non un'intervista “professionale”, spesso in certi momenti fa cadere la “maschera” e gli scappa detto qualcosa di più interessante di “abbiamo scelto questo produttore perché blablabla...”.

10- E' vero, hai usato mezzi diversi per intervistare i vari artisti: le mail, il telefono, il contatto diretto: quali le differenze e le difficoltà nei vari casi? Quale la formula che più preferisci?
Odio il telefono, ma a volte è l'unica soluzione (in questo caso meglio Skype, con il video è più divertente). Preferisco il contatto diretto sicuramente. Anche se trascrivere l'intervista è incredibilmente palloso. Per email eviti questo problema, ma per email c'è poco spazio per la spontaneità.

11- Raccontaci del personaggio che più ti ha affascinato in fase d'intervista e di quello che si è allontanato di più dall'idea preconcetta che avevi.
Mi hanno affascinato in tanti, ma diciamo che con Patti Smith e i Sonic Youth mi tremavano le gambe :-) Lydia Lunch me l'aspettavo un po' stronza, invece sotto sotto era simpatica (sembrava una caricatura quando faceva la stronza, come fosse il suo personaggio)! Anche Asia Argento mi avevano detto essere un po' stronza, invece con me è stata molto carina.

12- Come ho sottolineato nell'introduzione ho apprezzato molto sentirti parlare così apertamente di duo rock e soprattutto considerarli come delle band comuni e non come qualcosa di alieno, monco di qualche strumento. Quali sono i primi duo chitarra elettrica e batteria di cui sei venuta a conoscenza e come li hai vissuti, considerati? Come ti sembrano inseriti come categoria, al momento, nel panorama musicale nazionale rispetto a quello estero?
Ad essere sincera, non ho mai considerato i duo in modo diverso rispetto alle band. Non conta tanto da quanti membri è formato un gruppo, a volte senti delle one-man o one-woman band che fanno casino
per 5! :-D Non ricordo quali siano stati i primi duo di cui sono venuta a conoscenza, ma sono certa di non averli mai considerati meno di una band. Credo che in Italia recentemente siano usciti parecchi duo molto interessanti, ti faccio qualche nome tra i miei preferiti: Amavo, She Said Destroy!, Versailles. Ottime scelte...

13- Ed ora ti giro una tua domanda tipica, di quelle che hai posto a tante musiciste intervistate, specie a quelle che hanno abbinato musica e moda: da bambina hai cucito anche tu gli abiti per la Barbie? Aggiungo: avevi la Barbie Rockstar?
Avevo Barbie Rockstar, che era una delle mie preferite, ovviamente! E sì, come molte bambine creavo a volte abitini per le mie Barbie. Molte femministe odiano questa bambola, ma io continuo ad essere femminista e ad amarla :-) (però non è una domanda che ho posto alle musiciste che ho intervistato, eh... forse una volta?!). Sì è vero, le ho viste nel periodo che trattavi di Riot...


14- So che sei sempre indaffaratissima in mille progetti in simultanea. Cosa c'è nel cilindro magico di Jessica Dainese per il prossimo futuro?
Sì, mille progetti e poi non ne finisco manco uno! Oltre ad avere in lista diversi articoli per i prossimi numeri di Alias, dovrei finire di lavorare al sito leragazzedelrock.it, all'ebook de “Le Ragazze del Rock”, ed infine sto lavorando al mio prossimo libro, una raccolta di interviste ed illustrazioni.

Grazie di cuore per la tua presenza qui all'EDP, cara Jessica, per la tua disponibilità nonostante i tuoi numerosissimi impegni e tanti, tanti auguri per i tuoi molteplici progetti, quindi.
Noi restiamo in contatto in attesa delle tue prossime pubblicazioni...
Grazie a te!! :-)


BIBLIOGRAFIA

LA FELICITA' E' UNA FETTA DI VINILE
Articoli ed interviste per Alias e Il Manifesto
Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.a, Roma 2010

Jessica Dainese scrive articoli ed interviste musicali per il quotidiano Il Manifesto e il suo inserto culturale Alias fin dal lontano 2002. Questo testo è una raccolta di gran parte del suo lavoro collaborativo fino al 2010: otto anni di interviste ed articoli, quindi, pubblicati in maniera cronologica. Si può notare così anche
l'evoluzione nello stile di scrittura della nostra Jessica che si destreggia tra artisti del calibro di Ani di Franco, Cristina Donà, Le Tigre, Caparezza, Sonic Youth e molti altri, fino ad una mitica intervista con la rocker per eccellenza, Patti Smith.
Vi si trovano inoltre interessanti approfondimenti sulla scena elettronica al femminile, sul fenomeno queercore, sui Ladyfest, sullo shoegaze ed altro ancora.
Se vi siete persi uno, molti o tutti gli articoli del Manifesto firmati Jessica Dainese, non potete perdervi anche questo splendido compendio! Reperibile presso www.ilmiolibro.kataweb.it

LE RAGAZZE DEL ROCK
40 anni di rock femminile italiano
A cura di Oderso Rubini, Sonic Press, Bologna 2011

Oderso Rubini è un produttore musicale che lavora da decenni nel settore e spesso ha collaborato con band al femminile: ricordiamo per esempio le CLITO e le SQUEZZER da lui prodotte negli anni '80. Sempre attento alla scena femminile rock nazionale, è fondatore del festival "In the Pink of Rock" che si tiene annualmente a Bologna a partire dal 2010. Quando infine ipotizza
un volume dedicato al rock italiano al femminile per la sua nascente Sonic Press, la scelta cade subito su Jessica Dainese, abile scrittrice/intervistatrice rock con forte propensione per la musica in versione "rosa"; Jessica ovviamente accetta con entusiasmo, visto che un'idea simile balenava da tempo anche nella sua mente... è il 2010 e l'avventura è iniziata...
Il libro che scaturisce dalla collaborazione dei due e dalla penna della nostra Jessica è un'interessante excursus nel mondo rock fatto da donne italiane, a partire dagli anni '60 fino ai giorni nostri. Con cura certosina l'autrice scava nel passato e, grazie al libro Ciglia Ribelli di Claudio Pescetelli, inizia con un capitolo introduttivo dedicato alle ragazze del beat.
Il volume prosegue suddiviso in tre grandi sezioni cronologiche: PUNK ATTITUDE (anni '70-'80 con band tipo Clito, Kandeggina Gang, Antigenesi), HIPS, LIPS. TITS. POWER (anni '90 e band del calibro di Mumble Rumble, Le Bambine Cattive, Motorama, tutta la scena Riot Grrrl italiana –Pussy Face, My Sisterical ecc.- le Cleopatras e molto altro) per concludersi con la sezione più recente intitolata ONE OF THE BOYS? (anni 2000: Diva Scarlet, Roipnol Witch e Kyuuri con il loro collettivo Rock with Mascara, Mab, i duo Amavo, Allun e Agatha e tantissime altre). In conclusione di ogni sezione ecco lo spazio "Le Altre" dove troviamo qualche breve citazione di band dove la presenza femminile, anche se non totalitaria, gioca un ruolo importante.
Un testo quindi completo e di qualità dove le band proposte sono state personalmente contattate ed intervistate dall’autrice stessa.
Ciò che ne scaturisce è un panorama evolutivo non solo musicale ma anche socio-politico del panorama italiano di questi ultimi 40 anni. Il gruppo femminile "ribelle" degli anni '60 era poco più di una "girl-band" costruita a tavolino dai produttori dell'epoca mentre sarà solo nei due decenni successivi che sotto l'influenza del femminismo da una parte e dall'attitudine punk dall'altra (permettendo così anche a ragazze non tecnicamente dotate di esprimersi su palco), che le giovani musiciste dell'epoca possono dar voce ai loro sentimenti più profondi nonché alla rabbia per un certo tipo di oppressione maschilista imperante. Anche nel corso degli anni '90, grazie all'influenza del movimento Riot Grrrl d'Oltreoceano, si perpetuano queste impostazioni femministe e politiche mentre al giorno d'oggi pare che le ragazze amino suonare semplicemente per il gusto di farlo, a prescindere dal contenuto specifico dei loro testi, poiché spesso, più preparate musicalmente, non si sentono un fenomeno rispetto ai loro colleghi maschi ma parte equanime di un mondo musicale non più percepito come sessista... le rivendicazioni di genere sembrano quindi completamente abbandonate.
Ma com'è che un libro così interessante non s'era mai visto prima nell'editoria musicale italiana? La stessa Jessica, nel corso delle numerosissime interviste a seguito della pubblicazione del suo libro, ci spiega come l'argomento potesse sembrare un grande fiasco editoriale, di poco "appeal" commerciale. Lo dimostra il fatto che le più importanti riviste musicali italiane hanno dato poca importanza alla pubblicazione di questo volume che invece è stato ottimamente recensito dalle riviste specializzate (Il Mucchio, Rumore, Jam) e da alcune riviste femminili (Gioia, Marieclaire). Il successo e l'interesse per il libro è inoltre innegabile visti i dati di vendita del volume e le numerose serate di presentazione alle quali Jessica è stata chiamata in tutta Italia.
Interessanti infine i progetti correlati alla sua promozione: spesso le presentazioni si concludevano con l'esibizione live di alcune band citate nel volume che hanno poi portato alla pubblicazione di una compilation di 24 brani ad opera di alcune band presenti nel libro; la compilation "Le Ragazze del Rock" è pubblicata dall'etichetta Spit/Fire e distribuita da Goodfellas.
Per ultimo la nascita di un sito dedicato, www.leragazzedelrock.it (ancora in lavorazione), dove l'autrice dà voce ad altre artiste musicali femminili (anche soliste o appartenenti a band miste) lasciando loro lo spazio di una pagina personale.
Appurato quanto un simile volume non possa mancare negli scaffali di ogni vero appassionato di musica, ecco qui il sito per il suo acquisto http://www.ndanet.it/le-ragazze-del-rock.html
Inoltre qui un'interessantissima intervista con domande approfondite sul libro.


COLLABORAZIONI

ULTRADONNE
Femmine scomode, supervixens, bad girls e nuove impreviste mutanti
P.O.V., Tunnel Edizioni, 1997

Da Tura Satana a Courtney Love, da Candida Royalle a P.J.Harvey, da Poppy Z.Brite a Orlan, decine di donne che, con il loro operato, allargano i confini di un'identità femminile in continua evoluzione.
Musica, arte, cinema, fumetto, performance sono i campi d'espressione scelti, i territori esplorati con approcci nuovi e originali da queste Ultra Donne i cui percorsi inediti e spiazzanti sono qui descritti.
Ampio intervento di Jessica Dainese con un intero capitolo dedicato alle Riot Grrls.

RIOT GRRRL : REVOLUTION GIRL STYLE NOW!
Di Nadime Monem, Black Dog Publishing, 2007

Dal titolo del primo album delle Bikini Kill, band al femminile riconosciuta come capostipite del movimento Riot, ecco un libro britannico dove vengono riportate alcune pagine della fanzine di Jessica "Tigerheart" oltre una copertina e due collage. Il tutto con citazione pubblica della fonte.




LE MIE COSE
Mestruazioni: storia, tecnica, linguaggio, arte e musica.
Raffaella Malaguti, Mondadori, 2008

Sollevando con ironia il velo di imbarazzo che da sempre copre le mestruazioni, questo libro sopperisce alla mancanza, nel panorama italiano, di testi di storia sociale e culturale sul ciclo femminile.
Attraverso numerosi percorsi –dalla storia del pensiero medico, alle mutate norme sociali e culturali, ai progressi della tecnica della protezione, alla letteratura e alla musica pop- l’autrice propone uno sguardo nuovo su questo momento centrale della vita femminile e lo inserisce a pieno titolo nella storia delle donne, del costume e dell’arte.

Nella sezione musicale dedicata all’argomento, l’autrice cita ampiamente un articolo di Alias della nostra Dainese dedicato alle mestruazioni in musica. Come scrive anche in “Le Ragazze del Rock”, è proprio del punk al femminile trattare apertamente gli argomenti più vicini al mondo-donna, dallo sfruttamento sessuale all’anoressia come del ciclo mensile e delle sue sindromi. Ne parlavano su fanzine ed incontri come ne scrivevano sui testi delle loro canzoni…