INTRO
Era da tempo
che delle giovani punk anni '80 mi strillavano addosso dalle pagine
di FB: era la copertina rossa di "Le Ragazze del Rock" di
Jessica Dainese, una scrittrice musicale che avevo tra le amicizie
del social network. Alla fine mi sono decisa ad acquistarlo; me lo
sono fatta spedire con dedica direttamente dall'autrice stessa ed è
così che ho iniziato a leggere, tutto d'un fiato, questo splendido
volume. Si fa un excursus della musica underground femminile
italiana attraverso dettagliati profili di band a partire dagli anni
'60 fino ai giorni nostri. Breve introduzione con le ragazze beat,
lungo approfondimento del punk e del movimento Riot Grrrl,
panoramica finale delle band moderne inizio Terzo Millennio.
Più mi addentravo nella lettura dei
testi, più mi rendevo conto che questo libro non mi era capitato tra
le mani per caso, o che comunque faceva proprio al caso mio!
Innanzitutto già nell'introduzione trovo queste parole: "I
criteri per la scelta delle band (...) sono stati i seguenti: gruppi
(o duo, non artiste soliste), italiani (...), femminili (o
prevalentemente tali), rock e dintorni (no pop, no reggae, no folk),
che abbiano pubblicato almeno un disco, e che abbiano materiale
originale (no cover band)". Ero stupefatta! Per una volta tanto
non solo la categoria dei duo elettrici non veniva snobbata od
esclusa, ma nominata, ufficialmente riconosciuta e addirittura
affiancata, per intento e stile, alle full-band. All'interno profili
di duo come le MOTORAMA, le ALLUN, le AMAVO (tutte "2-piece
female band" che avevo già avuto modo di conoscere da anni
grazie al mio progetto Electric Duo Project e la cui carriera potevo
ora approfondire) o il duo basso-batteria AGATHA, e citazioni di
altri, come THE JAINS, progetto rock della ex Vj di MTV Kris Reichert
o gli ALICE TAMBOURINE LOVER. Inoltre realizzo come Jessica sia
principalmente un'intervistatrice musicale mentre io stessa mi ero
appena approcciata, per gioco e per caso, alle interviste dell'EDP e
stavo giusto curando il mio secondo pezzo, dedicato... alle
Motorama... guarda le coincidenze!
Jessica mi è stata utile quindi
tanto nel materiale di ricerca quanto nell'approccio all'intervista
musicale in sé, soprattutto con il suo primo libro "La felicità
è un pezzo di Vinile", ovvero una raccolta di articoli ed
interviste che lei stessa ha realizzato nei suoi primi otto anni di
collaborazione con Alias, l'inserto culturale del quotidiano Il
Manifesto.
Fatte le dovute premesse non potevo
quindi non intervistare questa giovane ma indubbiamente competente
scrittrice musicale, con un po' di timore e tanta umiltà,
ovviamente, vista la mia condizione di neofita. Gli argomenti di cui
trattare erano molteplici ma non potevo abusare del poco tempo libero
della nostra intervistata, così mi sono concentrata su argomenti
meno presenti nelle altre, numerosissime interviste a lei dedicate.
Abbiamo analizzato con Jessica i primi anni della sua carriera, il
periodo delle fanzine nonchè il passaggio dal mondo cartaceo a
quello del web. C'è molto materiale ancora da sondare per sfruttare
al meglio la sua competenza musicale, per cui dedicheremo sicuramente
un secondo appuntamento a questa giovane scrittrice. Restate
sintonizzati!
BIOGRAFIA
Jessica Dainese, classe 1975, è una
ragazza dolce e minuta ma dotata di tanta grinta rock. Cresciuta a
Barbie Rockstar, Madonna e Riot Grrrl, si appassiona di musica fin
da giovanissima, e di quella fatta da ragazze giovani e ribelli come
lei. Nata a Luvigliano, un paesino dei Colli Euganei dove -con le sue
stesse parole- "l'evento più rock era osservare i pensionati
che alle otto del mattino prendevano il primo grappino al bar",
sente il bisogno di esplorare orizzonti più ampi, cosa di meglio
dunque di un viaggio-studio all’estero? Approfittando di scambi
interculturali tra studenti, nel 1992/93 segue tutto il suo quarto
anno di liceo linguistico negli States, e più precisamente nel
Missouri. Un'esperienza eccitante che la arricchisce soprattutto dal
punto di vista musicale, venendo proprio lì a conoscenza del
movimento Riot Grrrl.
Al rientro in Italia fonda, con
l'amica Barbara, la sua prima fanzine, SCREAMING SHEEP (1994/95),
trattando principalmente di musica punk e indie, iniziando così a
tessere una bella rete di conoscenze tra artisti musicali e addetti
ai lavori: era il periodo pre-internet e ancora si usavano fogli
ciclostilati per far circolare le proprie idee, per pubblicizzare
band o eventi, per incontrarsi e scambiare idee.
Altra esperienza importante per
Jessica sarà quindi la sua permanenza a Londra (1999-2001),
metropoli nota, tra le altre cose, per il suo fervore musicale; è di
questo periodo la sua seconda fanzine TIGERHEART, di stampo
Riot Grrrl, e una collaborazione con la rivista free press del
rock club "Rock City" di Nottingham.
In questi anni Jessica ha quindi
modo di approfondire tutto un mondo musicale underground, sia
italiano che estero, nonché di sperimentarsi nella scrittura
musicale e nelle interviste. E' così che al suo rientro in Italia,
nel 2001, da un suo pezzo scritto a macchina e inviato via fax al
Manifesto, inizia a collaborare professionalmente
con la rivista, scrivendo per Alias, il suo famosissimo inserto
culturale del sabato: una collaborazione che dura tuttora e dalla
quale esperienza esce nel 2010 il suo primo libro "La Felicità
è un pezzo di Vinile", ossia una raccolta di gran parte dei
suoi articoli ed interviste nei suoi primi otto anni di
collaborazione. Ormai internet inizia a dilagare e ad avere il suo
peso, per cui Jessica si trasferisce in rete dapprima con un blog
(ancora Tigerheart) nonchè con il suo sito NIXZINE.ORG.
E' dell'anno seguente infine, per la
Sonic Press di Oderso Rubini, il suo secondo e fortunatissimo libro
di successo "Le Ragazze del Rock", che descrive, come da
sottotitolo, "40 anni di musica rock femminile italiana".
Un bellissimo tributo alle donne che hanno fatto la storia musicale
underground nazionale e che senza una simile certosina e competente
raccolta non sarebbero mai state ricordate, se non addirittura
conosciute. Da questa esperienza nasce tutta una serie di eventi
promozionali del libro, spesso accompagnati da concerti di alcune
band nominate nel volume, nonché una compilation in tema: "Le
ragazze del rock", 2012, pubblicata e distribuita da Goodfellas.
Seguono numerosissime interviste anche su canali nazionali, e un sito
in tema, ma di queste sue due opere parleremo più approfonditamente
in sede bibliografica.
Vogliamo qui semplicemente
aggiungere che suoi articoli sono apparsi praticamente su tutte le
riviste a tema, come su Rolling Stone, Vogue Italia, Rumore, Ritual,
Max, Punkster, Blow Up, ed estratti dai suoi articoli e fanzine
sono stati citati in libri quali "Ultradonne", “Riot
Grrrl: Revolution Girl Style now!” e “Le mie cose”.
Dolce e carina, vi coinvolgerà con
il suo stile accattivante e con l'infinita competenza musicale di cui
è dotata. Lunga vita quindi alla carriera di questa giovane
scrittrice!
Per una descrizione più dettagliata
dei generi trattati in questa sede, e in particolare per un
approfondimento sul fenomeno musicale Riot Grrrl, rimandiamo alla
sezione “Generi underground trattati nell’intervista” nella
nostra pubblicazione numero 02 dedicata alle Motorama (qui)
INTERVISTA
1- Ciao Jessica,
sono proprio lieta di accoglierti tra le pagine di questo blog. Ho
letto con piacere i tuoi libri che ho trovato sia interessanti che di
ispirazione, quindi benvenuta! Tenterò ora di porti qualche
domanda... Mi pare di aver capito che i tuoi viaggi all'estero sono
stati fondamentali per la tua formazione musicale, quindi dimmi, dove
hai soggiornato nel tuo primo viaggio negli States, che amicizie
frequentavi e quali scoperte rivelatorie hai fatto nel campo della
musica?
Grazie cara,
troppo buona :-)
Il mio primo
soggiorno negli States è stato nel 1992-93. Ho frequentato un anno
di high school in Columbia, Missouri. Non proprio al centro del
fermento musicale, certo, ma grazie alle mie “sorelle” e agli
amici ed amiche che frequentavo, ho avuto modo di conoscere band
nuove e di vedere qualche concerto. La “scoperta” principale però
è stata la scena Riot Grrrl. La prima volta che ho sentito parlare
di Riot Grrrl è stato infatti in quel periodo, grazie alla lettura
casuale di un controverso articolo a loro dedicato sulla rivista
Newsweek. L'articolo non era granché, ma la scoperta dell'esistenza
di un movimento punk-femminista (e di band quali le Bikini Kill)
cambiò la mia vita :-)
Jessy e Barbara con Kathi e Kathleen
delle Bikini Kill al CSA Pedro di
Padova. |
2- In seguito
curi una tua fanzine musicale,
la SCREAMING SHEEP: parlaci di quel periodo, di come è nata l'idea,
della rete di amicizie che ti eri costruita e di cosa scrivevi nello
specifico.
Screaming Sheep fu un'idea mia e della
mia amica Barbara. Volevamo creare una fanzine scritta in inglese che
parlasse per lo più di band italiane (Marlene Kuntz, Prozac+, Soon,
Ustmamò...), e distribuirla all'estero. Un progetto ambizioso! La
scena musicale italiana di metà anni '90 era ottima, e volevamo dare
una mano ad esportare questi artisti anche all'estero. Volevamo anche
una “scusa” per andare backstage e conoscere i nostri artisti
preferiti! Per ricevere dischi gratis ed entrare, sempre gratis, ai
concerti. Per lo più scrivevo interviste e recensioni, qualche pezzo
più futile su moda, stile, cibo ecc, e disegnavo qualche vignetta di
questa pecora, Screaming Sheep, che era la nostra mascotte. Non era
una fanzine che si prendeva troppo sul serio! Ne producevamo... boh,
100? 200? copie per volta (fotocopiate). Non tante. Le scambiavamo
con altre fanzine (italiane e straniere, soprattutto britanniche), le
vendevamo per corrispondenza, le lasciavamo in contovendita ad alcuni
negozi di dischi, come la Green Records a Padova (mitico Giulio!).
Abbiamo avuto qualche bella soddisfazione con Screaming Sheep:
abbiamo conosciuto le Bikini Kill, abbiamo ricevuto una lettera
scritta personalmente dal mitico John Peel (storico conduttore
radiofonico della BBC, N.d.a.), abbiamo ricevuto una cassettina da
una certa Isabella Santacroce, siamo diventate amiche di band quali i
Prozac+, che una volta mi hanno dedicato una loro canzone davanti a
migliaia di persone, siamo riuscite a portare copie della nostra
fanzine al leggendario negozio di dischi londinese Rough Trade (e le
abbiamo vendute!) ecc :-)
3- Quale il
motivo per l'attrazione, nello specifico, della musica al femminile?
Non lo so. Le voci femminili mi
piacciono semplicemente di più, è un fattore “estetico” credo
:-) è sempre stato così. Da piccola ascoltavo solo donne, a parte
Michael Jackson: Madonna, Kylie, Go-Go's, Bangles, Janet Jackson ecc.
Poi, quando sono cresciuta (e ho imparato l'inglese!), c'era anche
il fattore dei testi: quelli scritti da donne rispecchiavano
ovviamente meglio quello che pensavo e sentivo! Infine, come ho già
detto in altre occasioni, io volevo diventare una rockstar, non una
groupie ;-) quindi mi identificavo meglio nelle rockstar donne!
4- Infatti, con
tali modelli e influenze come hai fatto a non suonare uno strumento e
a diventare una musicista tu stessa?
Non sono per niente portata. Ci ho
provato, eccome se ci ho provato. Con la chitarra, il basso, le
tastiere. Alla fine ho “cantato” in un paio di progetti mai
arrivati a nulla, e ho capito che forse era il caso di passare
dall'altra parte del microfono. I miei sogni di rockstar si sono
infranti.
5- Dopo qualche
anno dal primo viaggio all'estero sei approdata a Londra dove hai
abitato per un paio di anni: in cosa differiva il panorama musicale
locale rispetto a quello d'Oltreoceano e ancor più rispetto al
nostro nazionale?
Vediamo... innanzitutto, in Inghilterra
avevo amici musicisti che potevano permettersi di dedicare il 100%
del loro tempo alla musica e cercare di “sfondare”, visto che
ricevevano un discreto sussidio dallo Stato e non erano costretti a
cercare un “lavoro vero” (erano riconosciuti come musicisti dallo
Stato). E questo credo sia uno dei motivi per cui la Gran Bretagna ha
un ruolo di primo piano nella scena rock e pop mondiale: lo Stato
permette ai giovani di dedicarsi alla musica, all'arte ecc. (almeno
questo era vero quando abitavo lì alla fine degli anni '90).
Un'altra cosa che ho notato è che le donne che suonano in
Inghilterra non erano viste come aliene, come invece
succedeva/succede in Italia. E infatti le band di donne, di
estrazione Riot Grrrl o no, erano molto più numerose rispetto
all'Italia.
6- Gli anni che
vanno dal 1999 al 2001 e che ti vedono risiedere a Londra,
corrispondono più o meno al periodo in cui hai curato la tua seconda
fanzine,
TIGERHEART. In che misura la scena musicale londinese ti ha
influenzato?
Più che londinese direi britannica, e
la risposta è: moltissimo! Tigerheart parlava meno di musica
rispetto a Screaming Sheep. I temi trattati erano per lo più i
classici temi che si trovavano nelle fanzine Riot Grrrl: femminismo,
sfruttamento dell'immagine femminile, disordini alimentari,
sessualità ecc. Ero in contatto epistolare con molte Riot Grrrls
britanniche, le loro fanzine influenzavano molto la mia e viceversa.
Più che la scena musicale, direi quindi che fu la scena Riot Grrrl
ad influenzarmi. Anche se comunque quando intervistavo qualche band,
erano ovviamente britanniche, visto che vivevo lì ;-)
7- In seguito,
con il prepotente dilagare di internet, sei approdata in rete con un
tuo sito musicale, il nixzine.org. In cosa differiva dalle tue
fanzine precedenti? Come si è sviluppata la tua conoscenza musicale
in rete?
Non ero grande esperta di computer o di
Internet all'epoca, ma avevo un fidanzato programmatore e inoltre
frequentavo un corso per Web Master, quindi siamo riusciti a mettere
su questa webzine che, al contrario delle fanzine mie precedenti, era
piuttosto un lavoro di squadra. Oltre a me e al mio ragazzo, c'erano
parecchi e validi collaboratori: Massimiliano (rockstar padovana, ora
fotografo di moda), Giulia, Beppe (altra rockstar padovana!), Ricky
Britpop, mia sorella Ludy e tanti altri :-) era molto divertente!
Ovviamente grazie alla rete e ai programmi P2P la mia conoscenza
musicale è cresciuta moltissimo, anche se continuo a preferire i
dischi e i libri ad Internet! Certo che grazie alla rete le novità
arrivano in tempo reale...
8- Quando hai
iniziato a stilare le prime interviste e a quando le prime famose?
La prima intervista in assoluto è
stata agli Assalti Frontali nel... boh, '94 o '95. Io e Barbara ci
siamo presentate backstage, se non sbaglio al Rivolta, Centro Sociale
di Marghera, dopo il concerto degli Assalti, con un registratore a
cassette, e abbiamo chiesto loro se potevamo intervistarli. Non
sapevamo nulla degli Assalti Frontali, ma abbiamo bluffato bene (come
accadde spesso in futuro). Credo. Poi abbiamo intervistato
praticamente tutte le band italiane di quel periodo. Le prime
interviste ad artisti internazionali “famosi” sono avvenute
quando ho iniziato a scrivere per Alias. Le prime, se non sbaglio:
Ani di Franco e gli Yeah Yeah Yeahs.
9- So che hai
un'idea ben precisa del concetto d’intervista: un mezzo per
analizzare la persona prima ancora del personaggio, un approccio che
istintivamente ho usato anch'io: ci vuoi spiegare meglio la tua
concezione personale d'intervista? Come si è evoluta nel tempo?
In realtà non mi sono mai soffermata
ad “analizzare”, a “studiare” un metodo e non so neppure bene
se e come si è evoluta nel tempo. È una cosa molto istintiva. Le
interviste che facevamo per Screaming Sheep molto spesso erano
improvvisate, a volte non conoscevamo neppure bene la band, era più
che altro delle chiacchierate. Una volta abbiamo intervistato i No
Means No, band di cui io personalmente non sapevo assolutamente
nulla, ma alla fine è venuta talmente bene l'intervista che fan
stessi dei NMN ci hanno detto che era una delle più belle che
avessero mai letto (!!). Non sono una musicista e di musica,
tecnicamente, non ne so granché. Non mi interessa tanto chiedere ai
musicisti che strumenti usano o cose del genere. Mi piace cercare di
conoscere la persona al di là del personaggio, alle volte ci riesco
altre no, dipende da tanti fattori :-) Ovviamente ora mi preparo bene
prima di intervistare qualcuno, quasi maniacalmente, non faccio più
improvvisate come una volta :-D Ma a volte le interviste vengono
meglio se si dimentica un attimo tutti i fatti e si “improvvisa”
un po' :-) Se l'intervistato la percepisce come una chiacchierata
informale (sto ovviamente parlando di interviste per telefono o di
persona) e non un'intervista “professionale”, spesso in certi
momenti fa cadere la “maschera” e gli scappa detto qualcosa di
più interessante di “abbiamo scelto questo produttore perché
blablabla...”.
10- E' vero, hai
usato mezzi diversi per intervistare i vari artisti: le mail, il
telefono, il contatto diretto: quali le differenze e le difficoltà
nei vari casi? Quale la formula che più preferisci?
Odio il telefono, ma a volte è l'unica
soluzione (in questo caso meglio Skype, con il video è più
divertente). Preferisco il contatto diretto sicuramente. Anche se
trascrivere l'intervista è incredibilmente palloso. Per email eviti
questo problema, ma per email c'è poco spazio per la spontaneità.
11- Raccontaci
del personaggio che più ti ha affascinato in fase d'intervista e di
quello che si è allontanato di più dall'idea preconcetta che avevi.
Mi hanno affascinato in tanti, ma
diciamo che con Patti Smith e i Sonic Youth mi tremavano le gambe :-)
Lydia Lunch me l'aspettavo un po' stronza, invece sotto sotto era
simpatica (sembrava una caricatura quando faceva la stronza, come
fosse il suo personaggio)! Anche Asia Argento mi avevano detto essere
un po' stronza, invece con me è stata molto carina.
12- Come ho
sottolineato nell'introduzione ho apprezzato molto sentirti parlare
così apertamente di duo rock e soprattutto considerarli come delle
band comuni e non come qualcosa di alieno, monco di qualche
strumento. Quali sono i primi duo chitarra elettrica e batteria di
cui sei venuta a conoscenza e come li hai vissuti, considerati? Come
ti sembrano inseriti come categoria, al momento, nel panorama
musicale nazionale rispetto a quello estero?
Ad essere sincera, non ho mai
considerato i duo in modo diverso rispetto alle band. Non conta
tanto da quanti membri è formato un gruppo, a volte senti delle
one-man o one-woman band che fanno casino
per 5! :-D Non ricordo quali siano stati i primi duo di cui sono venuta a conoscenza, ma sono certa di non averli mai considerati meno di una band. Credo che in Italia recentemente siano usciti parecchi duo molto interessanti, ti faccio qualche nome tra i miei preferiti: Amavo, She Said Destroy!, Versailles. Ottime scelte...
per 5! :-D Non ricordo quali siano stati i primi duo di cui sono venuta a conoscenza, ma sono certa di non averli mai considerati meno di una band. Credo che in Italia recentemente siano usciti parecchi duo molto interessanti, ti faccio qualche nome tra i miei preferiti: Amavo, She Said Destroy!, Versailles. Ottime scelte...
13- Ed ora ti
giro una tua domanda tipica, di quelle che hai posto a tante
musiciste intervistate, specie a quelle che hanno abbinato musica e
moda: da bambina hai cucito anche tu gli abiti per la Barbie?
Aggiungo: avevi la Barbie Rockstar?
Avevo Barbie Rockstar, che era una
delle mie preferite, ovviamente! E sì, come molte bambine creavo a
volte abitini per le mie Barbie. Molte femministe odiano questa
bambola, ma io continuo ad essere femminista e ad amarla :-) (però
non è una domanda che ho posto alle musiciste che ho intervistato,
eh... forse una volta?!). Sì è vero, le ho
viste nel periodo che trattavi di Riot...
14- So che sei
sempre indaffaratissima in mille progetti in simultanea. Cosa c'è
nel cilindro magico di Jessica Dainese per il prossimo futuro?
Sì, mille progetti e poi non ne
finisco manco uno! Oltre ad avere in lista diversi articoli per i
prossimi numeri di Alias, dovrei finire di lavorare al sito
leragazzedelrock.it, all'ebook de “Le Ragazze del Rock”, ed
infine sto lavorando al mio prossimo libro, una raccolta di
interviste ed illustrazioni.
Grazie di cuore
per la tua presenza qui all'EDP, cara Jessica, per la tua
disponibilità nonostante i tuoi numerosissimi impegni e tanti, tanti
auguri per i tuoi molteplici progetti, quindi.
Noi restiamo in
contatto in attesa delle tue prossime pubblicazioni...
Grazie a te!! :-)
BIBLIOGRAFIA
LA FELICITA' E' UNA
FETTA DI VINILE
Articoli ed interviste per Alias e Il
Manifesto
Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.a,
Roma 2010
Jessica Dainese scrive articoli ed
interviste musicali per il quotidiano Il Manifesto e il suo inserto
culturale Alias fin dal lontano 2002. Questo testo è una raccolta di
gran parte del suo lavoro collaborativo fino al 2010: otto anni di
interviste ed articoli, quindi, pubblicati in maniera cronologica. Si
può notare così anche
l'evoluzione nello stile di scrittura
della nostra Jessica che si destreggia tra artisti del calibro di Ani
di Franco, Cristina Donà, Le Tigre, Caparezza, Sonic Youth e molti
altri, fino ad una mitica intervista con la rocker per eccellenza,
Patti Smith.
Vi si trovano inoltre interessanti
approfondimenti sulla scena elettronica al femminile, sul fenomeno
queercore, sui Ladyfest, sullo shoegaze ed altro
ancora.
Se vi siete persi uno, molti o tutti
gli articoli del Manifesto firmati Jessica Dainese, non potete
perdervi anche questo splendido compendio! Reperibile presso www.ilmiolibro.kataweb.it
LE RAGAZZE DEL ROCK
40 anni di rock femminile italiano
A cura di Oderso Rubini, Sonic Press,
Bologna 2011
Oderso Rubini è un produttore
musicale che lavora da decenni nel settore e spesso ha collaborato
con band al femminile: ricordiamo per esempio le CLITO e le SQUEZZER
da lui prodotte negli anni '80. Sempre attento alla scena femminile
rock nazionale, è fondatore del festival "In the Pink of Rock"
che si tiene annualmente a Bologna a partire dal 2010. Quando infine
ipotizza
un volume dedicato al rock italiano al
femminile per la sua nascente Sonic Press, la scelta cade subito su
Jessica Dainese, abile scrittrice/intervistatrice rock con forte
propensione per la musica in versione "rosa"; Jessica
ovviamente accetta con entusiasmo, visto che un'idea simile balenava
da tempo anche nella sua mente... è il 2010 e l'avventura è
iniziata...
Il libro che scaturisce dalla
collaborazione dei due e dalla penna della nostra Jessica è
un'interessante excursus nel mondo rock fatto da donne italiane, a
partire dagli anni '60 fino ai giorni nostri. Con cura certosina
l'autrice scava nel passato e, grazie al libro Ciglia Ribelli
di Claudio Pescetelli, inizia con un capitolo introduttivo dedicato
alle ragazze del beat.
Il volume prosegue suddiviso in tre
grandi sezioni cronologiche: PUNK ATTITUDE (anni '70-'80 con band
tipo Clito, Kandeggina Gang, Antigenesi), HIPS, LIPS. TITS. POWER
(anni '90 e band del calibro di Mumble Rumble, Le Bambine Cattive,
Motorama, tutta la scena Riot Grrrl italiana –Pussy Face, My
Sisterical ecc.- le Cleopatras e molto altro) per concludersi con la
sezione più recente intitolata ONE OF THE BOYS? (anni 2000: Diva
Scarlet, Roipnol Witch e Kyuuri con il loro collettivo Rock with
Mascara, Mab, i duo Amavo, Allun e Agatha e tantissime altre). In
conclusione di ogni sezione ecco lo spazio "Le Altre" dove
troviamo qualche breve citazione di band dove la presenza femminile,
anche se non totalitaria, gioca un ruolo importante.
Un testo quindi completo e di
qualità dove le band proposte sono state personalmente contattate ed
intervistate dall’autrice stessa.
Ciò che ne scaturisce è un
panorama evolutivo non solo musicale ma anche socio-politico del
panorama italiano di questi ultimi 40 anni. Il gruppo femminile
"ribelle" degli anni '60 era poco più di una "girl-band"
costruita a tavolino dai produttori dell'epoca mentre sarà solo nei
due decenni successivi che sotto l'influenza del femminismo da una
parte e dall'attitudine punk dall'altra (permettendo così anche a
ragazze non tecnicamente dotate di esprimersi su palco), che le
giovani musiciste dell'epoca possono dar voce ai loro sentimenti più
profondi nonché alla rabbia per un certo tipo di oppressione
maschilista imperante. Anche nel corso degli anni '90, grazie
all'influenza del movimento Riot Grrrl d'Oltreoceano, si perpetuano
queste impostazioni femministe e politiche mentre al giorno d'oggi
pare che le ragazze amino suonare semplicemente per il gusto di
farlo, a prescindere dal contenuto specifico dei loro testi, poiché
spesso, più preparate musicalmente, non si sentono un fenomeno
rispetto ai loro colleghi maschi ma parte equanime di un mondo
musicale non più percepito come sessista... le rivendicazioni di
genere sembrano quindi completamente abbandonate.
Ma com'è che un libro così
interessante non s'era mai visto prima nell'editoria musicale
italiana? La stessa Jessica, nel corso delle numerosissime interviste
a seguito della pubblicazione del suo libro, ci spiega come
l'argomento potesse sembrare un grande fiasco editoriale, di poco
"appeal" commerciale. Lo dimostra il fatto che le più
importanti riviste musicali italiane hanno dato poca importanza alla
pubblicazione di questo volume che invece è stato ottimamente
recensito dalle riviste specializzate (Il Mucchio, Rumore, Jam) e da
alcune riviste femminili (Gioia, Marieclaire). Il successo e
l'interesse per il libro è inoltre innegabile visti i dati di
vendita del volume e le numerose serate di presentazione alle quali
Jessica è stata chiamata in tutta Italia.
Interessanti infine i progetti
correlati alla sua promozione: spesso le presentazioni si
concludevano con l'esibizione live di alcune band citate nel volume
che hanno poi portato alla pubblicazione di una compilation di 24
brani ad opera di alcune band presenti nel libro; la compilation "Le
Ragazze del Rock" è pubblicata dall'etichetta Spit/Fire e
distribuita da Goodfellas.
Per ultimo la nascita di un sito
dedicato, www.leragazzedelrock.it (ancora in lavorazione), dove l'autrice dà voce ad altre artiste
musicali femminili (anche soliste o appartenenti a band miste)
lasciando loro lo spazio di una pagina personale.
Appurato quanto un simile volume non
possa mancare negli scaffali di ogni vero appassionato di musica,
ecco qui il sito per il suo acquisto
http://www.ndanet.it/le-ragazze-del-rock.html
COLLABORAZIONI
ULTRADONNE
Femmine scomode, supervixens, bad girls
e nuove impreviste mutanti
P.O.V., Tunnel Edizioni, 1997
Da Tura Satana a Courtney Love, da
Candida Royalle a P.J.Harvey, da Poppy Z.Brite a Orlan, decine di
donne che, con il loro operato, allargano i confini di un'identità
femminile in continua evoluzione.
Musica, arte, cinema, fumetto,
performance sono i campi d'espressione scelti, i territori esplorati
con approcci nuovi e originali da queste Ultra Donne i cui percorsi
inediti e spiazzanti sono qui descritti.
Ampio intervento di Jessica Dainese
con un intero capitolo dedicato alle Riot Grrls.
RIOT GRRRL :
REVOLUTION GIRL STYLE NOW!
Di Nadime Monem, Black Dog
Publishing, 2007
Dal titolo del primo album delle
Bikini Kill, band al femminile riconosciuta come capostipite del
movimento Riot, ecco un libro britannico dove vengono riportate
alcune pagine della fanzine di Jessica "Tigerheart" oltre una copertina e due collage. Il
tutto con citazione pubblica della fonte.
LE MIE COSE
Mestruazioni: storia, tecnica,
linguaggio, arte e musica.
Raffaella Malaguti, Mondadori, 2008
Sollevando con ironia il velo di
imbarazzo che da sempre copre le mestruazioni, questo libro
sopperisce alla mancanza, nel panorama italiano, di testi di storia
sociale e culturale sul ciclo femminile.
Attraverso numerosi percorsi –dalla
storia del pensiero medico, alle mutate norme sociali e culturali, ai
progressi della tecnica della protezione, alla letteratura e alla
musica pop- l’autrice propone uno sguardo nuovo su questo momento
centrale della vita femminile e lo inserisce a pieno titolo nella
storia delle donne, del costume e dell’arte.
Nella sezione musicale dedicata
all’argomento, l’autrice cita ampiamente un articolo di Alias
della nostra Dainese dedicato alle mestruazioni in musica. Come
scrive anche in “Le Ragazze del Rock”, è proprio del punk al
femminile trattare apertamente gli argomenti più vicini al
mondo-donna, dallo sfruttamento sessuale all’anoressia come del
ciclo mensile e delle sue sindromi. Ne parlavano su fanzine ed
incontri come ne scrivevano sui testi delle loro canzoni…
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