mercoledì 30 marzo 2016

97. RECENSIONE25: Soprusi by GueRRRa



   Nell'articolo di presentazione ai GUERRRA abbiamo parlato della nascita di questo duo umbro, del significato del loro nome, della genesi di questo album anche con i diretti interessati, Marco Stentella e Giulio Marconi, tramite un'intervista a loro dedicata.
Facciamo ora una breve presentazione dell'album "Soprusi" per lasciarvi infine alla sua recensione, mirabile opera di debutto del nostro collaboratore Edp Luca Sabata, batterista del duo partenopeo Karawane.
   I Guerrra sono una band strumentale di math-core nata nel 2011 a Terni come trio e assestata definitamente a duo nel 2015. Alle soglie dell'uscita del secondo album infatti la band subisce delle defezioni che costringono i due sopravvissuti a riarrangiare i brani per il nuovo set-up che, con l'aggiunta di qualche traccia nuova, porta alla pubblicazione di "Soprusi". Si tratta di un'opera complessa, ben pensata e strutturata, un concept album dedicato ai personaggi del passato o attuali che si sono messi in gioco con i propri ideali o invenzioni, e che per questo sono stati ingiustamente perseguitati. Ogni brano è dedicato ad uno di questi soggetti, otto personaggi più una traccia già pubblicizzata in trio (da cui un video) intitolata "La Scimmia". 
   L'album si presenta molto ben curato nel suo artwork: in cartoncino reciclato dall'insolito formato 18x18, è corredato da nove tavole realizzate, come la copertina, dal disegnatore Tagliamani che ha voluto interpetare il concetto di soprusi presentando una serie di animali, per lo più in via di estinzione se non già estinti, deturpati nella loro forma, come le vite dei pensatori dell'album stesso. Anche la copertina presenta una giovane donna fortemente mutilata... Il tutto presentato in versione serigrafata da parte di Vortice 
   "Soprusi" è stato registrato live presso il Musical Academy di Terni ed è uscito ufficialmente il 26 Ottobre 2015 per le etichette Cave Canem e Kaspar House e può essere integralmente ascoltato nei profili Bandcamp e Soundcloud dei GueRRRa.
   Dal brano di apertura "Ipazia d'Alessandria", è stato realizzato un suggestivo videoclip ad opera di Cosimo Brunetti, uno splendido gioco di danza tra una ballerina e uno sfondo animato da lui stesso disegnato. Per approfondire tutti questi argomenti consigliamo la lettura dell'articolo di presentazione alla band mentre vi lasciamo alla dettagliata recensione Edp di "Soprusi" dei GueRRRa. 

“Ipazia” official video https://www.youtube.com/watch?v=q4z6ba9Dyqs
"Soprusi" ascolto integrale www.guerrra.bandcamp.com 




SOPRUSI 2015, Cave Canem/Kaspar House (math rock, jazzcore, strumentale)

1.Ipazia d'Alessandria 2.Filoteo Alberini 3.Giordano Bruno 4.Alan Turing 5.Nikola Tesla 6.La Scimmia 7.Pippa Bacca 8.Max Stirner 9.Maria Soledad Rosas.








Qui lo ascolti 



RECENSIONE
GUERRRA "Soprusi"
Album 2016, Cave Canem DIY/Kaspar House Production

I ragazzi hanno avuto la gentilezza di mandarmi sia SOPRUSI che il precedente Lampo, motivo per cui questa recensione cercherà di analizzare non solo l’ultimo disco, ma la loro opera completa, dando uno sguardo all’evoluzione che il gruppo ha avuto nel tempo.

Conobbi i GueRRRa tempo fa per caso, mentre esploravo SoundCloud. C’era questo pezzo, Maratta, che insisteva su uno strano riff, sembravano due 4/4 più un 7/4 nevrotici, che chiudevano con una sezione di power chord e un clack, colpo solitario di jam block. E via a ricominciare. Fantastico.

Così comincia Lampo, il loro primo album, prodotto quando erano ancora un trio. Musica incisiva, marciante, piena di cambi convulsi, con parti esplosive e parti pacate, che si mescolano con impeto e non danno tregua all’ascoltatore: i pezzi sono brevi attacchi, lampi da 2-3 minuti in media, che coercizzano l’attenzione dall’inizio fino alla fine. L’idea dei GueRRRa è prendere un discorso, presentarlo, estenderlo, poi scarabocchiarlo, accartocciarlo, dargli fuoco, spegnerlo, riprenderlo, soffiare via la cenere, dargli ancora fuoco e poi finire, a volte col botto, a volte quasi in silenzio, altre volte rallentando, oppure fingendo una resa, ma solo per ricolpirti un’ultima volta.

Ho ascoltato Lampo tutto d’un fiato, e mi è piaciuto moltissimo, sebbene ci siano alcuni elementi che alle mie orecchie hanno funzionato meno di altri. Il disco mi ha sorpreso molto fino a Sbrat, da lì in poi è risultato un po’ autoreferenziale. Ad esempio, c’è qualche somiglianza con Maratta nel riff di chitarra in 3R, mentre Blitzkrieg e Lampo mi sono sembrate delle sintesi conclusive un po’ prolisse. Ma molte sono le parti geniali, tra cui: l’intero pezzo di Maratta, il mio preferito del disco; l’apertura della batteria in Golpe dopo il primo minuto, così come la melodia da videogiochi retrò verso 2.30; il riff intricato nel finale di Termìte; l’ultima sezione di Sbrat, dissonante e pesante.

In sostanza, se la linea nel grafico ha raggiunto una bella vetta fino a Sbrat, si è poi stabilizzata da Gavrilo Princip fino alla fine, senza però nessun calo. Lampo è un ottimo primo disco, e trovo che sarebbe stato ancora più incisivo se avesse concentrato la sua energia in un numero minore di pezzi.

Vorrei spendere una nota in lode di Marco Stentella, fondatore del progetto. La sua chitarra, oltre alle chiare influenze delle etichette di genere, mi ha in particolar modo ricordato il suono degli American Football, ma più acido e teso, e a tratti anche i virtuosismi di Tosin Abasi. Apprezzo molto la sua capacità compositiva e le mille sfumature che è capace di dare ai pezzi.

Veniamo adesso al secondo lavoro, SOPRUSI. La prima cosa che si nota è che laddove il suono del trio era più pieno, rotondo, qui il suono del duo è più pulito, scuro, scarnificato, ma riesce comunque ad essere d’impatto. Essendo stato registrato live, le dinamiche sono più evidenti, e l’atmosfera risulta più tagliente. Sin dall’ascolto di IPAZIA D’ALESSANDRIA, il pezzo di apertura, ritorna la tensione, ma stavolta è incentrata sull’inquietudine, il turbamento, l’ostilità; i tempi si allungano leggermente, le sezioni distorte diventano più predominanti. Si percepisce il loro modus operandi tipico, ma anziché lampi troviamo piccole tele, dipinte con pennellate rapide ed energiche. FILOTEO ALBERINI richiama il nervosismo bellico del precedente disco. GIORDANO BRUNO termina con un riff potente che sfocia nel caos di un fuoco rabbioso. E poi, c’è la prima innovazione del disco: ALAN TURING. La decifrazione di un codice, le oscurità celate al suo interno, l’ansia di un uomo solo, un compito dalla difficoltà enorme, respiro affannoso. Poi, un climax, la rabbia aumenta, una sensazione monolitica, colossale, immanente, insormontabile, che infine esplode, furente. L’uomo grida, riprende fiato, grida di nuovo, stavolta più forte, ma perde la voce, e stremato cade all’indietro. La piccola tela è molto bella, ma mi dispiace che non ci abbiano inserito uno sprazzo di luce nel finale, perché Turing è poi riuscito nel suo intento, e il suo genio è stato così grande che le stesse autorità che l’hanno condannato si sono accorte dello sbaglio, senza che prima passassero dei secoli, e hanno riabilitato completamente la sua memoria. Una piccola magra consolazione, che tuttavia rende Turing unico fra i personaggi di SOPRUSI. Passando all’ascolto di NIKOLA TESLA, si notano figure tecniche in comune con Guerrra, messe in un circuito chiuso ed esaltate fino ad esplodere. LA SCIMMIA è un pezzo sopravvissuto all’evoluzione della formazione, la cui potenza rimane però immutata. La batteria fa qualche variazione rispetto all’originale, c’è qualche cambio di dinamica e degli effetti di risonanza nella chitarra che riempiono il finale e lo rendono più bello rispetto all’originale. Il pezzo è diventato più vario, ma i suoi punti di forza rimangono. PIPPA BACCA e MAX STIRNER, come Filoteo, riprendono molto i modi di fare del precedente album, con qualche parafrasi nei finali. Ad esempio, in quello di Bacca c’è un richiamo ritmico agli armonici di chiusura di Maratta; in quello di Stirner sembra esserci un veloce richiamo alla sezione centrale di Ipazia. Il disco termina con la sua seconda innovazione: MARIA SOLEDAD ROSAS. Due note minimaliste fanno da impalcatura, mentre un bell’arpeggio di chitarra arricchisce la ritmica e la batteria procede lineare per dare spazio a sample di violini e sax che si intrecciano tra loro. Un esperimento, di cui rimane in mente l’atmosfera dolce e melanconica.

Il lavoro fatto in Lampo era più organico, sia nel suono quanto nelle intenzioni. Ora le intenzioni si trasformano, i pezzi sono più eterogenei, ma il concetto rimane lo stesso: dalla guerra come entità generale alla guerra come entità personale, ma pur sempre guerra.

SOPRUSI ben estrapola i punti di forza consolidati nella precedente esperienza, senza alcuna perdita, e li inserisce all’interno di un contesto nuovo, con l’aggiunta di sonorità meno di genere e più sperimentali. Il concept funziona bene e il risultato è un disco di buona efficacia. Senza contare che il packaging e il lavoro complementare di Tagliamani confezionano un’opera pregevole a 360 gradi.

Forse è un lavoro di transizione, forse hanno solo voluto fare degli esperimenti. Ma quale che sia il fronte su cui si sposteranno in futuro, i GueRRRa hanno dimostrato che sarà sempre qualcosa di interessante.

I miei pezzi preferiti: Maratta, Termìte, IPAZIA D’ALESSANDRIA, ALAN TURING, LA SCIMMIA.

9/10
Luca Sabata



Articolo ad opera di Giusy Elle


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