Nell'articolo di presentazione ai GUERRRA abbiamo parlato della nascita di
questo duo umbro, del significato del loro nome, della genesi di
questo album anche con i diretti interessati, Marco Stentella e
Giulio Marconi, tramite un'intervista a loro dedicata.
Facciamo ora una breve
presentazione dell'album "Soprusi" per lasciarvi infine
alla sua recensione, mirabile opera di debutto del nostro
collaboratore Edp Luca Sabata, batterista del duo partenopeo
Karawane.
I Guerrra sono una band
strumentale di math-core nata nel 2011 a Terni come trio e assestata
definitamente a duo nel 2015. Alle soglie dell'uscita del secondo
album infatti la band subisce delle defezioni che costringono i due
sopravvissuti a riarrangiare i brani per il nuovo set-up che, con
l'aggiunta di qualche traccia nuova, porta alla pubblicazione di
"Soprusi". Si tratta di un'opera complessa, ben pensata e
strutturata, un concept album dedicato ai personaggi del passato o
attuali che si sono messi in gioco con i propri ideali o invenzioni,
e che per questo sono stati ingiustamente perseguitati. Ogni brano è dedicato ad
uno di questi soggetti, otto personaggi più una traccia già
pubblicizzata in trio (da cui un video)
intitolata "La Scimmia".
L'album si presenta molto ben curato
nel suo artwork: in cartoncino reciclato dall'insolito formato 18x18,
è corredato da nove tavole realizzate, come la copertina, dal
disegnatore Tagliamani che ha voluto
interpetare il concetto di soprusi presentando una serie di animali,
per lo più in via di estinzione se non già estinti, deturpati nella
loro forma, come le vite dei pensatori dell'album stesso. Anche la
copertina presenta una giovane donna fortemente mutilata... Il tutto
presentato in versione serigrafata da parte di Vortice.
"Soprusi" è stato
registrato live presso il Musical Academy di Terni ed è uscito
ufficialmente il 26 Ottobre 2015 per le etichette Cave Canem e Kaspar
House e può essere integralmente ascoltato nei profili Bandcamp e
Soundcloud dei GueRRRa.
Dal brano di apertura "Ipazia
d'Alessandria", è stato realizzato un suggestivo videoclip ad
opera di Cosimo Brunetti,
uno splendido gioco di danza tra una ballerina e uno sfondo animato
da lui stesso disegnato. Per approfondire tutti questi argomenti
consigliamo la lettura dell'articolo di presentazione alla band mentre vi lasciamo alla dettagliata recensione Edp di "Soprusi" dei GueRRRa.
"Soprusi"
ascolto integrale www.guerrra.bandcamp.com
SOPRUSI 2015, Cave
Canem/Kaspar House (math rock, jazzcore, strumentale)
1.Ipazia d'Alessandria 2.Filoteo
Alberini 3.Giordano Bruno 4.Alan Turing 5.Nikola Tesla 6.La
Scimmia 7.Pippa Bacca 8.Max Stirner 9.Maria Soledad Rosas.
Qui
lo ascolti
RECENSIONE
GUERRRA "Soprusi"
Album 2016, Cave Canem
DIY/Kaspar House Production
I ragazzi hanno avuto la gentilezza
di mandarmi sia SOPRUSI che il precedente Lampo, motivo
per cui questa recensione cercherà di analizzare non solo l’ultimo
disco, ma la loro opera completa, dando uno sguardo all’evoluzione
che il gruppo ha avuto nel tempo.
Conobbi i
GueRRRa tempo fa per caso, mentre esploravo SoundCloud. C’era
questo pezzo, Maratta,
che insisteva su uno strano riff, sembravano due 4/4 più un 7/4
nevrotici, che chiudevano con una sezione di power chord e un clack,
colpo solitario di jam block. E via a ricominciare. Fantastico.
Così
comincia Lampo, il
loro primo album, prodotto quando erano ancora un trio. Musica
incisiva, marciante, piena di cambi convulsi, con parti esplosive e
parti pacate, che si mescolano con impeto e non danno tregua
all’ascoltatore: i pezzi sono brevi attacchi, lampi
da 2-3 minuti in media, che coercizzano
l’attenzione dall’inizio fino alla fine. L’idea dei GueRRRa è
prendere un discorso, presentarlo, estenderlo, poi scarabocchiarlo,
accartocciarlo, dargli fuoco, spegnerlo, riprenderlo, soffiare via la
cenere, dargli ancora fuoco e poi finire, a volte col botto, a volte
quasi in silenzio, altre volte rallentando, oppure fingendo una resa,
ma solo per ricolpirti un’ultima volta.
Ho ascoltato
Lampo tutto d’un fiato, e mi è piaciuto moltissimo, sebbene ci
siano alcuni elementi che alle mie orecchie hanno funzionato meno di
altri. Il disco mi ha sorpreso molto fino a Sbrat,
da lì in poi è risultato un po’ autoreferenziale. Ad esempio, c’è
qualche somiglianza con Maratta nel riff di chitarra in 3R,
mentre Blitzkrieg e
Lampo mi sono sembrate
delle sintesi conclusive un po’ prolisse. Ma molte sono le parti
geniali, tra cui: l’intero pezzo di Maratta, il mio preferito del
disco; l’apertura della batteria in Golpe
dopo il primo minuto, così come la melodia da videogiochi retrò
verso 2.30; il riff intricato nel finale di Termìte;
l’ultima sezione di Sbrat, dissonante e pesante.
In sostanza,
se la linea nel grafico ha raggiunto una bella vetta fino a Sbrat, si
è poi stabilizzata da Gavrilo Princip fino alla fine, senza però
nessun calo. Lampo è un ottimo primo disco, e trovo che sarebbe
stato ancora più incisivo se avesse concentrato la sua energia in un
numero minore di pezzi.
Vorrei
spendere una nota in lode di Marco Stentella, fondatore del progetto.
La sua chitarra, oltre alle chiare influenze delle etichette di
genere, mi ha in particolar modo ricordato il suono degli American
Football, ma più acido e teso, e a tratti anche i virtuosismi di
Tosin Abasi. Apprezzo molto la sua capacità compositiva e le mille
sfumature che è capace di dare ai pezzi.
Veniamo
adesso al secondo lavoro, SOPRUSI.
La prima cosa che si nota è che laddove il suono del trio era più
pieno, rotondo, qui il suono del duo è più pulito, scuro,
scarnificato, ma riesce comunque ad essere d’impatto. Essendo stato
registrato live, le dinamiche sono più evidenti, e l’atmosfera
risulta più tagliente. Sin dall’ascolto di IPAZIA
D’ALESSANDRIA, il pezzo di apertura,
ritorna la tensione, ma stavolta è incentrata sull’inquietudine,
il turbamento, l’ostilità; i tempi si allungano leggermente, le
sezioni distorte diventano più predominanti. Si percepisce il loro
modus operandi tipico, ma anziché lampi troviamo piccole tele,
dipinte con pennellate rapide ed energiche. FILOTEO
ALBERINI richiama il nervosismo bellico del
precedente disco. GIORDANO BRUNO termina
con un riff potente che sfocia nel caos di un fuoco rabbioso. E poi,
c’è la prima innovazione del disco: ALAN
TURING. La decifrazione di un codice, le
oscurità celate al suo interno, l’ansia di un uomo solo, un
compito dalla difficoltà enorme, respiro
affannoso. Poi, un climax, la rabbia aumenta, una sensazione
monolitica, colossale, immanente, insormontabile, che infine esplode,
furente. L’uomo grida, riprende fiato, grida di nuovo, stavolta più
forte, ma perde la voce, e stremato cade all’indietro. La piccola
tela è molto bella, ma mi dispiace che non ci abbiano inserito uno
sprazzo di luce nel finale, perché Turing è poi riuscito nel suo
intento, e il suo genio è stato così grande che le stesse autorità
che l’hanno condannato si sono accorte dello sbaglio, senza che
prima passassero dei secoli, e hanno riabilitato completamente la sua
memoria. Una piccola magra consolazione, che tuttavia rende Turing
unico fra i personaggi di SOPRUSI. Passando all’ascolto di NIKOLA
TESLA, si notano figure tecniche in comune
con Guerrra, messe in
un circuito chiuso ed esaltate fino ad esplodere. LA
SCIMMIA è un pezzo sopravvissuto
all’evoluzione della
formazione, la cui potenza rimane però immutata. La batteria fa
qualche variazione rispetto all’originale, c’è qualche cambio di
dinamica e degli effetti di risonanza nella chitarra che riempiono il
finale e lo rendono più bello rispetto all’originale. Il pezzo è
diventato più vario, ma i suoi punti di forza rimangono. PIPPA
BACCA e MAX STIRNER,
come Filoteo, riprendono
molto i modi di fare del precedente album, con qualche parafrasi nei
finali. Ad esempio, in quello di Bacca
c’è un richiamo ritmico agli armonici di chiusura di Maratta; in
quello di Stirner sembra
esserci un veloce richiamo alla sezione centrale di Ipazia.
Il disco termina con la sua seconda innovazione: MARIA
SOLEDAD ROSAS. Due note minimaliste fanno da
impalcatura, mentre un bell’arpeggio di chitarra arricchisce la
ritmica e la batteria procede lineare per dare spazio a sample di
violini e sax che si intrecciano tra loro. Un esperimento, di cui
rimane in mente l’atmosfera dolce e melanconica.
Il lavoro
fatto in Lampo era più organico, sia nel suono quanto nelle
intenzioni. Ora le intenzioni si trasformano, i pezzi sono più
eterogenei, ma il concetto rimane lo stesso: dalla guerra come entità
generale alla guerra come entità personale, ma pur sempre guerra.
SOPRUSI ben
estrapola i punti di forza consolidati nella precedente esperienza,
senza alcuna perdita, e li inserisce all’interno di un contesto
nuovo, con l’aggiunta di sonorità meno di genere e più
sperimentali. Il concept funziona bene e il risultato è un disco di
buona efficacia. Senza contare che il packaging e il lavoro
complementare di Tagliamani confezionano un’opera pregevole a 360
gradi.
Forse è un
lavoro di transizione, forse hanno solo voluto fare degli
esperimenti. Ma quale che sia il fronte su cui si sposteranno in
futuro, i GueRRRa hanno dimostrato che sarà sempre qualcosa di
interessante.
I
miei pezzi preferiti: Maratta, Termìte, IPAZIA D’ALESSANDRIA, ALAN
TURING, LA SCIMMIA.
9/10
Luca Sabata
Articolo ad opera
di Giusy Elle
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