Dopo la
presentazione del duo torinese BETTIE BLUE e la chiacchierata
con Fabio ed Emanuela in fase d'intervista (qui),
eccoci ora a parlare più approfonditamente del loro album d'esordio
"Yuma".
Grazie al loro primo Ep
"StoneSelvatique" Bettie e Blue entrano in contatto con con
Omid Jazi, musicista, produttore e collaboratore dei Verdena per il
loro album "Wow". Questi si rivela molto incuriosito dalla
proposta musicale dei due e desidera con loro elaborare il materiale
che stava nascendo nel frattempo. E' da questo incontro che prende
forma definitiva "Yuma", il full lenght dei Bettie Blue,
con caratteristiche particolari, quali l'uso indifferente di italiano
e inglese secondo formula già testata dallo stesso Jazi. Sbarcati a
Londra all’Hackney Road Studio di Omid, in due giorni registrano le
8 tracce di “Yuma” che viene rilasciato in Italia il 17 marzo
2015. Le riprese sono affidate al sound engineer Shuta
Shinoda (Primal Scream, My Bloody Valentine, Hot Chip) mentre
Omid Jazi cura produzione artistica, mix e mastering e si esibisce al
piano sulla traccia "No Doubts".
L'album è un misto tra GarageBlues
e AltRock con sonorità di fondo a reminiscenza delle colonne sonore
dei film western. "Quel treno per Yuma" è ben un must del
western (ad opera di Delmer Daves, girato nel 1957 e interpretato da
Glen Ford) ma l'album dei Bettie Blue non vuole essere un preciso
riferimento od omaggio alla pellicola di cui sopra, pur mantenendo un
certo simbolismo di base: come nel film i due personaggi principali
si presentano durante un conflitto, così la contrapposizione degli
opposti e il dualismo vogliono essere la base su cui è strutturata
l'intera opera.
Anche il video ufficiale, estratto
dalla penultima traccia dell'album, ricalca questa simbologia
presentando lo schermo diviso a metà, con i due strumentisti intenti
a suonare parti diverse del medesimo brano, completandosi a vicenda;
nato dalla mente del regista Nicola Martini, è prodotto da Paolo
Maria Pedullà.
Eccoci ora pronti alla divertente
recensione di Martino Vergnano, del duo I Cospiraotri, concittadino
dei torinesi Betti Blue di quest'oggi. Sua opera prima anche se, per
un gioco degli eventi, viene pubblicata solo ora dopo la seconda prova con "Hexagon Garden" dei Bolognesi Melampus.
Video ufficiale: "Everything but you"
YUMA 2015, Lp
Autoprodotto
1.Un processo attento 2.Il mio
personale mostro di Lochness 3.La persistenza della memoria 4.Mamba
surf 5.No doubts 6.Opera tua 7.Everything but you 8.Yuma
Lo ascolti su Spotify
RECENSIONE
BETTIE BLUE "Yuma"
Lp 2015, Autoprodotto
"Quel direttissimo Yuma-Torino
Porta Nuova" :
Betty blue Bettie
blu Betti bloo ... Betty boop...eccomi qui cari amici per la
mia prima recensione per Electric Duo Project, ed eccomi subito alle
prese con una bella patata bollente per usare un'espressione dei
giovani d'oggi.. Perché bollente? perché i Bettie Blue esordiscono
o esordiono (giusto per spiazzare gli insicuri) con il loro primo
album ufficiale "Yuma" e non lo fanno tanto per ammazzare
il tempo ma lo fanno in grande stile sotto tutti i punti di vista...
Yuma è un concept album, Yuma è stato registrato e mixato a Londra,
Yuma vuole lasciare un segno. Il comunicato stampa che ne accompagna
l'uscita è curatissimo... nelle note troviamo persino che i Bettie
Blue condividono e hanno condiviso case, dischi... droghe (per la
gioia della polizia ;-)... ovviamente sono e possono essere
tutte cose interessanti ma ciò che mi è richiesto in questo ambito
è di recensire la musica quindi da qui in poi varchiamo le porte del
gusto soggettivo... ovvero: sarà piaciuto a Martino il disco dei
Bettie? Per non farvi attendere oltre la risposta è semplice e
veloce: sì!
fine ..... ahhhhhh
Ok ok motiviamo un po' questo sì...
Yuma è un album granitico, 8 episodi, direi un libro, ok Bettie non
arrabbiatevi immagino preferireste che dicessi un film (magari Quel
treno per Yuma ;-) ma ripeto siamo nel fantastico mondo della
soggettività, io lo vedo e lo sento molto come un libro, 8 capitoli,
8 episodi che presi singolarmente hanno un senso e stanno in piedi
senza bisogno degli altri sette fratelli ma ovviamente senza
scomodare i fratelli cervi e nemmeno i sette nani (che poi
erano fratelli i nani? o solo persone ai margini della società che
dividevano le spese di una modesta casetta nei boschi?) dunque 8
episodi compatti, sinceri ma non modesti, nemmeno falsamente modesti.
I Bettie Blue in questo album sembrano
voler dire: sì, a questo giro siamo consapevoli delle nostre
capacità, delle nostre potenzialità e vogliamo esprimerle al
meglio, con un'ottima produzione dei suoni (mi scazza ammetterlo ma
le chitarre hanno un suono talmente bello da far incazzare) tutto
questo però mantenendo una giusta dose di umiltà.
I Bettie Blue in Yuma non fanno i
piacioni, vanno per la loro strada o forse sui loro binari e fanno
bene. Non farò nessun paragone e nemmeno nessun accostamento a
questo o a quel gruppo perché non mi sono mai piaciute le recensioni
dove passi il tempo a leggere i cosi mi ricordano i cosi di quel
periodo... ora la mia non vuole essere una sviolinata da qui a Yuma
ma quest'album ha molti punti di forza, ha la personalità di
chi non guarda alle mode passeggere, ha carattere, come certi vini
piemontesi...
Le canzoni scorrono ma attenzione
stiamo parlando di un nebbiolo.
Se volete un vinello da tracannare
avete sbagliato osteria...
Fossi uno di quei recensori che si
sente in dovere di dare delle specie di consigli /bacchettate al
fondo della recensione finirei con una frase del tipo: avreste potuto
osare cari amici con un album di canzoni interamente in italiano...
ma non lo farò, l'album in questione presenta canzoni cantate in
italiano e in inglese, se è arte -e di arte mi sembra davvero
si tratti nel caso di Yuma- avete fatto benissimo così... Un album
maturo, un album che nella scrittura, arrangiamenti e sound è pronto
a sfidarsi coi pesi massimi, non voglio raccontarvi troppo, dovete
ascoltarlo e scoprirlo anche voi cari lettori, quando avrete voglia
di scoprirlo non sarà mai troppo tardi perché (come certi vini) non
teme il trascorrere del tempo. C'è energia, ci sono atmosfere che ti
catturano e poi è dura uscirne, c'è essenzialità, c'è una Torino
che non è la solita Torino... Non quella finto alternativa sballona
ma la Torino reale, lontana dai localini che sanno di Erasmus...
Adesso andrò a vedermi "Quel treno per Yuma " mentre
ascolto i Bettie Blue o andrò a vedermi i Betti Blue dal vivo mentre
ascolto "Quel treno per Yuma "... insomma spero che su quel
treno o ai loro concerti ci sia un goccio di vino o birra che mi è
venuta sete ....
Non so che tipo di votazioni diamo qui
all'EDP comunque per attenermi a una votazione scolastica a "Yuma"
dei Bettie Blue do un bel: dall'otto al nove. Alla prossima!
8,5/10
Martino Vergnano
Articolo ad opera
di Giusy Elle
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