Del
duo torinese I Cospiratori abbiamo detto tutto negli articoli
a loro dedicati, tanto che non ci resta altro che approfondire
l'argomento del loro ultimo album in studio, o meglio, doppio album
formato da due supporti fisici diversi, vendibili separatamente. A
conferma però che si tratta di un unico concept, le copertine
rimandano a una medesima iconografia sviluppata specularmente una nei
toni bianco-nero e l'altra nero-bianco.
"Fulmicotone" è un otto
pezzi di brani originali, cantati in italiano con una voce spesso
alterata ad effetto telefono, che rappresentano storie attinte dal
vissuto del quotidiano ma presentate in maniera del tutto surreale.
Personaggi semplici ma curiosi, nati dalla mente del suo creatore, il
chitarrista e cantante del duo, Martino Vergnano. La musica che li
accompagna è poi un misto di garage, blues, punk, folk...
Soprattutto Martino attinge dal blues delle origini, quello scarno e
grezzo nato sulle sponde del Mississipi, i cui rimandi sono ancor più
evidenti in "Scarecrows". Questo secondo album infatti è
una raccolta di classici Old Timey reinterpretati e una serie di
brani di punta dei Cospiratori stessi, ora riarrangiati in versione
acustica e con testo in inglese. Il batterista Paolo Chiorino
similmente sviluppa il suo set in linea con gli album, sedendosi
dietro a una più canonica batteria rock per il primo, mentre nel
secondo lavoro amplia il suo armamentario percussivo fino a
comprendere cucchiai, vecchi bidoni arrugginiti, washborad e quant'altro.
Due anime simili sviluppate in due
concetti diversi: ecco riassunto il succo del doppio album dei
Cospiratori, registrato in maniera analogica su bobina in soltanto
due giorni (il numero due che magicamente si ripropone...), presso
L'Upi Recording di Val della Torre (TO) e che vede la luce il 23
Giugno 2015; molti gli ospiti che il duo accoglie in sala
registrazione: Sebastiano Re e Sergio Chiorino alle armoniche, Davide Vergnano al violino, Thomas
Guiducci al banjo a cinque corde, Graziano Pettinari alla versione
irlandese tenore del medesimo strumento ed infine Emanuele Pettinari
al bouzuki.
Ma ora andiamo ad analizzare nei
dettagli questo lavoro con la recensione ad opera del nostro
collaboratore Giacomo Salis.
FULMICOTONE Album 2015,
Autoprodotto
1.Occhio di vetro 2.Osteria della
vecchina 3.Hey bionda 4.Non lo sai 5.Gina 6.Felice 7.Scaffale
8.Il contadino
Qui lo ascolti:
https://play.spotify.com/artist/2HFQXFlSiBeRn7Q24PoxBL
Qui lo acquisti:
SCARECROWS
Album 2015, Autoprodotto
1.A Shot in the Dark
2.Oh Death 3.Oh Mean Girl 4.Stack O'Lee 5.Long John 6.Hills of
Colorado 7.Am I Born to Die
8.Derby Town 9.Satan Yr
Kingdom Must Come Down 10.The Stolen Mandolins
Qui lo ascolti:
https://play.spotify.com/artist/2HFQXFlSiBeRn7Q24PoxBL
Qui lo acquisti:
RECENSIONE
I Cospiratori: "Fulmicotone"
e "Sacrecrows"
Album 2015, Autoprodotti
Usciti da una versione ancora più
becera di “Fratello dove sei” dei Coen, il duo torinese dei
Cospiratori si distingue per eccentricità, ironia, e leggerezza
d’intenti.
Amano sicuramente l’azzardo e il
puntare alto, infatti uscita doppia in questo 2015, con un disco di
inediti (Fulmicotone) e uno di reinterpretazioni (Scarecrows);
due facce della stessa medaglia, con fili logici differenti ma
rimandi continui e diversificati, che portano l’ascoltatore a
ricercare i riferimenti sottotraccia.
Registrato in maniera istintiva, “di
getto” come dichiarato dai due autori, il lavoro è infatti una
testimonianza della spontaneità con cui il duo opera. Scevra di
inutili sfarzi, la scrittura dei
Cospiratori è una miscela di rock’n’roll-blues piuttosto
accattivante, con deviazioni punk e psyco.
Vedi il blues di fattura Dead
Weather di “Osteria della vecchina”, il punk di “Hey
Bionda”, e in seguito il flauto da early blues su tappetto di
tamburi e washboard in un dichiarato omaggio al nume tutelare Otah
Turner (Non lo sai).
Basta semplicemente questo binomio in
sequenza ad evidenziare la totale non curanza del duo nei confronti
delle “convezioni di genere”.
E si continua così nella tracklist, il
country di “Gina” che sfocia in un'invocazione gospel, l'hard-
grunge di “Felice”, e infine incursioni in personali
rielaborazioni desert (Scaffale).
I testi di Martino Vergano danno vita a
un fiabesco concept, i cui brani sono abitati da strani esseri con
occhi di vetro, personaggi d’osteria, tra echi di canzoni popolari
e rielaborazione di vecchi racconti.
Se hanno stoffa nello scrivere brani ne
dimostrano altrettanta nel reinterpretare il vasto repertorio blues:
affascinati da un’America ormai scomparsa, decidono di celebrarla
attraverso le loro ossessioni, il cui immaginario è zeppo di uomini
incappucciati, corvi, storie sussurrate e poco rassicuranti.
“Scarecrows” offre dodici momenti
di seducente folk/blues, in cui veniamo catapultati tra sale da
ballo di infimo livello (Stack O’lee), atmosfere festive e
nevrotiche (The Hills of Colorado), il blues trascinato di “Am I
Born to Die”, così sofferto e suadente, e la rielaborazione di
“Long John”, un canto di prigionieri ai lavori forzati, e ad
arrugginire il tutto vecchi bidoni, cucchiai, campane e washboard.
Essenziali e
diretti, cupi e apparentemente goliardici, i Cospiratori
rappresentano un anello di congiunzione tra radici sonore del Nuovo
Mondo e un immaginario nostrano fatto di tradizioni popolari e
proverbi.
8/10
Giac Drummer
Articolo ad opera
di Giusy Elle
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