Il secondo botto degli SDANG!
Quando l'Acqua incontra la Musica
LA NOSTALGIA DEGLI SDANG!
Presenti nella nostra Instrumental Vs Vocalist Compilation (articolo) |
INTRO
La line up a due si presta a
molteplici interpretazioni: abbiamo l'irruenza e l'istintualità di
una band che in questo combo ritrova l'immediatezza del suonare solo
in due, la ricerca sonora o il semplice volume a palla, oppure
strumentisti sopraffini che si cimentano con questa nuova sfida.
Ecco, oggi ci ritroviamo in quest'ultimo caso con due musicisti
professionisti quali lo sono Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti
da Brescia, che fondano gli SDANG! agli inizi del 2014 e che già
entro l'anno registrano il loro primo ed omonimo Ep di cinque pezzi
per una trentina di minuti di musica, quanto basta per farci capire
di che pasta sono fatti i due e di che classe riescono a sfoggiare,
in una miscela sapiente di math rock, prog strumentale e tante
influenze che hanno caratterizzato i loro ascolti nel corso degli
anni.
Sdang!... suono onomatopeico attinto dai fumetti per rappresentare
il suono di una porta che sbatte, di qualcosa che urta con violenza
contro qualcos'altro. Proprio come uno schiaffo sonoro si viene
egualmente colpiti dalla onda d'urto musicale creata da questa
2-piece, soprattutto nella title-track, che in poco tempo ha già
fatto parlare molto di sé. Tante date, passaggi radio, interviste e
recensioni al loro omonimo Ep di debutto. In effetti c'è molto
materiale in rete su questo duo e i suoi musicisti che vantano ormai
una lunga carriera all'attivo... per cui andiamo pure ad analizzare
più approfonditamente il percorso musicale dei due nonché la
nascita e lo sviluppo del duo elettrico Sdang! Tanta simpatia attinta
dal mondo dei fumetti quanto serietà e professionalità nel progetto
musicale proposto...
BIOGRAFIA
Nicola
Panteghini, classe 1980, è il più "anziano" dei due
strumentisti degli Sdang! e vanta una carriera musicale di tutto
rispetto. Inizia lo studio della chitarra classica a dieci anni per
poi continuare con l'acustica e l'elettrica spaziando dal rock al
jazz, dal metal alla musica per colonne sonore, dal cantautorale al
pop. Si laurea in Conservazione dei Beni Musicali presso la Facoltà
di Lettere e Filosofia di Parma e dopo primi impieghi come
bibliotecario e archivista riesce ora a lavorare di sola musica.
Oltre ad insegnare chitarra e musica d'insieme (sia privatamente che
per scuole musicali) e a professare l'attività di storico della
musica nelle scuole superiori, svolge un'intensa attività di
musicista, prevalentemente come chitarrista elettrico e acustico,
autore e arrangiatore, senza disdegnare però di esibirsi anche come
cantante, bassista e batterista. Ha partecipato a numerose band e
progetti, talmente tanti che siamo costretti a menzionare giusto i
più esemplari, come il gruppo metal Eviscerate (a detta di molti una
delle realtà più significative nel panorama heavy metal
indipendente) o la collaborazione con il cantautore Paolo Cattaneo.
Degno di nota resta l'ancora attivo gruppo dei Giuradei dove milita
anche il suo collega in duo, il batterista Pedro.
Pedro
è l'appellativo familiare usato da Nicola per intendere il suo
compare, Alessandro Pedretti, classe '86, noto anche come "Petrol".
Altro degno musicista, si diceva... inizia a 15 anni lo studio della
batteria, suo strumento principe, seguendo anche corsi di
improvvisazione radicale, per proseguire parallelamente con lo studio
della chitarra e l'approccio alla composizione elettronica. Come il
suo collega è quindi polistrumentista e a volerlo potremmo vederli
negli Sdang! anche invertiti nei rispettivi ruoli... Tra i suoi
progetti più riusciti ricordiamo Radici Sonore (un progetto di
ricerca musicale che indaga le infinite possibilità di analizzare e
ricollocare i materiali sonori in un determinato contesto),
Sique&Petrol (un duo con la cantante Silvia Dallera - ma
quartetto in fase live- dove Petrol riversa la propria passione per
la canzone "pop" pur sporcandola con elementi psichedelici,
minimalisti e poliritmici), Saija/Pedretti (duo d'improvvisazione
glitch/ambient/drone nel quale i musicisti affrontano un percorso di
ricerca elettroacustica mescolando e riassemblando attraverso laptop
vari elementi sonori) e infine i Giuradei. Dei Giuradei vale la pena
spendere qualche parola in più visto che è proprio in questa
esperienza che i due s'incontrano e dalla quale nasce infine il duo
Sdang!
I Giuradei sono una band bresciana nata nel 2005 dal cognome dei
fratelli Ettore e Marco, un progetto in bilico tra il cantautorato e
la rabbia del rock, un rock "poetico" (come lo definiscono
gli stessi fondatori) a cavallo tra le canzoni di Vasco e De Andrè.
Ettore è un raffinato paroliere che assieme al fratello Marco,
polistrumentista, arrangiatore e produttore,
forma una coppia perfetta, una specie di duo che in fase live
si avvale però di alcuni turnisti. In questo ruolo nel 2009 entra
Alessandro alla batteria mentre tre anni dopo è il turno di Nicola
con la sua chitarra. Assieme battono i palchi di tutta Italia nel
corso di oltre 250 live per quei fortunati che hanno avuto modo di
assistere a questa band dal valore altissimo seppure non ancora
conosciuta come dovrebbe (sebbene molti siano i riconoscimenti già
ottenuti: nel solo 2006 Premio Nuova Canzone d’Autore al M.E.I. di
Faenza, finalisti ai Premio Fuori dal Mucchio e Premio De Andrè;
partecipazioni ai Premio Tenco 2008 e al Premio Ciampi 2009, per
menzionarne solo alcuni). A primavera 2014, durante i momenti di
pausa per i preparativi del tour a seguito dell'uscita dell'omonimo
album dei Giuradei, Nicola e Alessandro iniziano a suonare assieme
per svago scoprendo così di avere molte affinità e di riuscire
magicamente a completarsi a vicenda senza il supporto di nessun altro
strumento. E' così che nascono gli Sdang!... gli ascolti comuni li
riportano al loro background giovanile: tanto grunge anni '90, heavy
metal del decennio precedente, stoner, post rock, math... il tutto
raccolto ora in una sapiente cornice prog che fa della proposta
personale di questo duo una vera chicca per intenditori.
I due passano così i momenti liberi di questo periodo nella
mansarda del Panteghini partendo da una fase d'improvvisazione con
chitarra in un plug-in del pc e batteria elettronica. Registrano il
materiale e selezionano i pezzi meglio riusciti considerandoli basi
per le improvvisazioni dal vivo, senonché, lavorandoci sopra ancora
un po', finiscono per trasformarsi in brani veri e propri da cui la
decisione di suonarli con un ampli e una batteria veri e produrli
definitivamente in un album. In autunno gli Sdang! sono pronti per
registrare il materiale: si chiudono per un paio di giorni nella casa
di vacanze della Famiglia Panteghini, sul Lago d'Iseo, e con il
supporto tecnico del Blufemme Studio di Montirone (BS) registrano le
cinque tracce che andranno a comporre i trenta minuti de "Il
giorno delle altalene", Ep di debutto del power duo di oggi. I
suoni sono in presa diretta, per non snaturare la genuinità del
progetto, e si registra così, in maniera spontanea, senza griglie né
metronomi, e soprattutto senza sovraincisioni... lo sdang! che vi
arriva, specie nei live, è quindi al naturale, dato da due soli e
semplici strumenti, senza addizione o artificio alcuno. Sono le doti
strumentali eccellenti di Nicola e Alessandro a conferire tanta
potenza e maestria all'album, senza per questo tralasciare l'aspetto
emotivo della musica, che traspare sempre e comunque dalla precisione
delle loro note e dai vari inserti melodici: tecnica, grazia ed
eleganza si sposano a meraviglia... All'inizio compariva anche
qualche parola nei brani ma in breve spariscono del tutto, lasciando
il progetto Sdang! puramente strumentale. Eppure i due dichiarano
apertamente di voler raccontare storie, pur senza parlare e cantare,
tant'è che lo stesso Ep nasce come idea musicale da un racconto del
Panteghini, a sua volta illustrato da Petrol... due amici musicisti
che non disdegnano di collaborare in progetti paralleli... L'ep esce
ad Aprile 2015 con copertina gialla fluorescente e grafica semplice
attinta nuovamente al mondo dei fumetti (a riprova dell'origine del
nome) ad opera dell'amico Andrea Pedrini. Segue il video della title
track "Il giorno delle altalene", girato da Ronnie
Amighetti in sala registrazione e montato dai fratelli Donazzan mentre i video che
accompagnano i live sono ad opera di Andrea Pettinari. Gli Sdang!
sono seguiti da Michele Orvieti dell'ufficio stampa Sfera Cubica e
dal partner Lala (BS) per quanto riguarda il booking.
Il disco è pronto, non resta che suonare... nell'estate appena
trascorsa sono molti gli eventi che li vedono protagonisti (suonano
in acustico a Radio città del Capo di Bologna, per es.) e i festival
che accolgono i nostri Sdang! (Arena Sonica di Brescia, ormai alla
sua quindicesima edizione; all'Urla Fest di Genova aprono per gli
Zu)... il loro nome si fa sempre più presente mentre la loro
reputazione sale, tanto da arrivare alle orecchie dell'organizzatrice
del Malta Street Art Festival, che quest'anno si è tenuto a La
Valletta e che li vuole lì presenti. Una splendida vetrina per gli
Sdang! e una gran soddisfazione personale che li vede riconosciuti
anche al di fuori dei confini nazionali a poco più di un anno dalla
loro nascita. Attualmente sono in pausa concerti per definire il loro
full lenght che, come nell'esperienza precedente, sarà registrato in
autunno e pubblicato in primavera dell'anno successivo. A fine 2015
rinizieranno con i live, le cui date potete seguire qui.
Bene, degli Sdang! sembra essere detto di tutto e
di più, vero? specie per una band di recente formazione... e invece
no! C'è ancora un episodio degno di nota che vede i nostri due
collaborare assieme, pur non essendo ancora formata la 2-piece. Siamo
nel 2013, giusto un anno prima, quando il batterista Pedretti, in
cerca di nuovi stimoli e in un momento di slancio scrive a Colin
Edwin, il bassista dei Porcupine Tree fin dal 1993, per
una collaborazione. Con lo spirito tipico degli stranieri, se la
proposta è ritenuta valida si è pronti a confrontarsi con
personaggi anche sconosciuti al grande pubblico, e così è per Colin
che da subito apprezza le doti compositive e batteristiche del nostro Petrol e
accetta la proposta. I due lavorano a distanza su ben 12 brani
completi in maniera semplice e diretta, senza troppi confronti
verbali, ma solo 4 di queste vengono registrate in un Ep denominato
"Endless Tapes" come il nome del duo che li rappresenta. Un
duo, guarda caso... ma non basso-batteria, come sembrerebbe, bensì
due sole menti a creare canzoni complete. Ecco quindi per la
registrazione del disco e per le date che ne seguono, aggiungersi un
paio di musicisti, nello specifico il nostro Panteghini alla
chitarra e il già compare Corrado Saija (ricordate il duo ambient?)
alle tastiere. E' per questo motivo che in rete troverete spesso
Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti degli Sdang! presentati come
"chitarra e batteria dei Giuradei e del progetto Endless Tapes
del bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin" ma è solo qui
all'EDP che potete arrivare a conoscere tutti i risvolti della
storia... perché oltre alla retrospettiva completa del duo possiamo
anche avvalerci di una fonte diretta grazie all'intervista con questi
splendidi musicisti bresciani e scendere nei particolari del loro "Il
giorno delle altalene" grazie alla simpatica ed esaustiva
recensione ad opera del nostro
collaboratore Martino Vergnano. Come un sommergibile andiamo quindi
sempre più a fondo nel vasto mare degli Sdang!
SDANG!
“Il
giorno delle altalene” Official Video
https://www.youtube.com/watch?v=79-2hky8bj4
“Il
ponte del diavolo” Versione acustica, Live Radio Città del Capo
“Autunno” live@Carmen
Town 16.4.2015
GIURADEI“La zingara” https://www.youtube.com/watch?v=fWBaPyjZ2Pg
“Strega” https://www.youtube.com/watch?v=pHAmpmrd0no
ENDLESS TAPES
“Punto
di vista differente” https://www.youtube.com/watch?v=6E_iAszyU8E
INTERVISTA
1.
Benvenuti a voi, Nicola e Alessandro, nei nostri spazi EDP! Proviamo
a conoscerci meglio... Com'è che a rappresentanza di un progetto
professionale e serio come quello degli Sdang! avete scelto nome e
grafica attingendoli dal mondo dei fumetti?
Nicola:
da piccolo guardavo il telefilm di Batman e Robin, quello di Batman
con la pancetta per intenderci, e mi piaceva quando, nel fare a
botte, sullo schermo della TV apparivano i vari suoni onomatopeici
‘bum’ ‘smash’ ‘crash’ a mo’ di fumetto… ecco mi
sembrava l’idea adatta per rendere l’idea di impatto.
Alessandro:
Perché bisogna essere leggeri, ma facendolo seriamente!
2.
Sdang! è un suono onomatopeico per descrivere un forte urto, un
qualcosa che sbatte. Mi preparava a una musica più d'impatto, volumi
esagerati, il famoso "muro di suono", o comunque a un
genere più "caotico" ... voi sapete essere raffinati
invece, dosate le misure dove serve con gran maestria... forse è
l'effetto dal vivo ad essere più... "sdangoso"?
N:
Sì dal vivo mi sa che è meglio, o forse no, semplicemente abbiamo
toppato con la copertina e con il nome! Sdang! In ogni caso non lo
usa nessuno ed è semplice da ricordare, funziona e ci piace, penso
sia sufficiente.
A:
E' un nome che è arrivato così all'improvviso, un motivo ci sarà,
non sta a noi scoprirlo!
3.
Sdang nasce come idea musicale da un racconto di Nicola, a sua volta
illustrato da Alessandro. Ce ne volete parlare? Si intitolava appunto
"Il giorno delle altalene"? E' un racconto pubblicato? L'Ep
è inteso quindi come una colonna sonora?
N:
no per carità non è pubblicato… parla di una storiella d’amore
tra tredicenni, niente di più. E’ quello che evoca forse che
smuove un po’: l’idea del ricordo, la malinconia della
giovinezza, insomma il bel tempo che fu, spensierato e ‘libero’.
Diciamo che questa prima idea potrebbe portarci a raccogliere le
influenze di qualche scrittore vero, e a creare musica sulla spinta
di scritti e letture che più ci coinvolgono; senza fare gli sboroni,
penso ad una specie di opera lirica con libretto, ma senza la
declamazione delle parole, solo sensazioni. Forse è un po’ troppo
pretenzioso…
A:
L'idea di ispirarsi a scrittori, libri e racconti è una costante.
Una musica che si sostiene senza il supporto delle parole permette di
accedere con più semplicità nel vastissimo mondo delle sensazioni.
Un titolo può evocare un ricordo, un'emozione. La nostra musica
aiuta, in un certo senso, a guardarsi dentro e scoprire qualcosa di
nuovo ad ogni ascolto (riporto parole di un recensore!). Questo è
magnifico!
4.
Raccontateci di come è nato ed è stato registrato il video del
singolo primo estratto dall'album.
N:
Abbiamo la fortuna di lavorare con Ronnie Amighetti, che è un ottimo
fonico, cantante, chitarrista, e compositore. Con noi, durante le
registrazioni, si è limitato a posizionare i microfoni e a fare un
po’ di video. Fortunatamente ha anche un ottimo occhio, quindi
abbiamo tenuto il girato e abbiamo fatto il video, ad un costo
irrisorio. Tutto qui. Volevamo una testimonianza di quei giorni, e
volevamo calcare un po’ la mano sulla parte diciamo tecnica,
chitarre, ampli, batterie e cose così, ed ecco qua.
5.Voi
avete suonato in numerose band, con esperienze di vario tipo: come
concepite il duo chitarra-batteria? La chitarra suona come una
chitarra dai suoni puliti e la batteria come in full-band ma
vi
preoccupate anche per l'assenza del basso e vi ingegniate per coprire
la mancanza di certe frequenze?
N:
io uso 4 canali. Uno è chitarra, con relativi effetti. Uno è la
chitarra che suona regolarmente un’ottava più bassa (grazie ad un
MicroPog) e che copre le basse grazie anche ad una DI per basso che
va dritta nell’impianto, e uno è la linea che fa quella specie di
synth paddosi che si sentono, sempre nell’impianto. Tutto
contemporaneamente, e nel disco quello che senti è tutto dalla prima
all’ultima nota in diretta, suonato di fila per intenderci, come
una volta. Non me la sto tirando, solo ci piace registrare una
canzone, non comporla in postproduzione unendo tanti pezzi, è un po’
la nostra poetica. Per il suono della chitarra elettrica mi piacciono
molto i suoni con poco gain, corde grosse e ampli decente. Penso di
poter dire che è il mio, il nostro suono, o almeno quello che ci
convince di più. Grazie per averci svelato i
tuoi segreti tercnici! Molto interessanti...
A:
per quel che riguarda il mio approccio ritmico all'interno di Sdang!
innanzitutto c'è l'ascolto. La comprensione di quello che si sta
creando e di conseguenza, il mio lavoro risulta esser quello di
creare delle strutture che si auto-reggono, compensando la mancanza
di altri strumenti. Suoniamo spesso molto compatti senza fare un
accento in comune, tuttavia, quando ci raddrizziamo, l'insieme
risulta essere molto potente.
6.
In questo vostro primo anno, anno e mezzo di attività, avete avuto
occasione di condividere il palco con qualche altro duo elettrico?
N:
Sì, i Franc Didic ci hanno aperto molti concerti all’inizio, e
recentemente abbiamo suonato con La Merda… mi sono piaciuti molto,
anche se entrambi sfruttano basi e cose preregistrate, quindi sono
abbastanza lontano da noi per questo…
A:
ci sono stati anche i grandiosi Meteor!!
7.
Raccontateci un po' l'esperienza del Malta Street Art Festival al
quale avete partecipato lo scorso Agosto.
N:
la mia compagna è una streetpainter che lavora molto all’estero
(si chiama Vera Bugatti), sapeva che a Malta c’era anche un
festival collaterale di band locali, abbiamo mandato il disco, è
piaciuto, ci siamo messi d’accordo su cachet e rimborsi ed eccoci
lì tutti insieme. Molto bello. Bella gente, bel caldo e band
interessanti.
8.
Amicizia, affinità, comunione d'intenti... voi siete l'ennesima
dimostrazione di come lavorare in due richieda un affiatamento
particolare... concordate?
N:
Si, per me è fondamentale. Se sto su un palco e guardo Pedro
lasciando intendere ‘wow cheffigata’ vuol dire esattamente
quello. Questo per dirti che ci piace riuscire ad essere sinceri in
quello che facciamo. I metallari usano il termine ‘poser’ per
indicare qualcuno che si traveste ma non ci crede veramente… ecco
noi non siamo poser della musica, ma ci crediamo a quello che stiamo
facendo. Crediamo nel progetto Sdang! e in quella musica, così come
crediamo al mestiere di musicisti quando dobbiamo suonare con altri e
condividerne i progetti. Se ci va male facciamo sempre a tempo a
creare una cover band di Max Pezzali.
A:
E' un piacere avere a che fare con una persona che intende
perfettamente quello che fai (e quello che senti) senza pretendere di
sovrastarti con le sue idee. E' un privilegio! Sdang! è un 50% a
testa che ci spalleggiamo con tanto divertimento e con il fine di
restituire al pubblico un 100% intensissimo di buona musica. Che
immagine splendida...
9.
Suonate assieme nei Giuradei e negli Sdang!, uno scrive e l'altro gli
dipinge le vignette, anche nel progetto Pedretti/Edwin Colin quando
c'era bisogno di un chitarrista Alessandro ha subito pensato a
Nicola, come all'altro suo collaboratore (Corrado Saijia) alle
tastiere. Quanto è importante per voi il lavoro e quanto invece lo
considerate mezzo per intrecciare rapporti umani di un certo rilievo?
N:
Nella musica, come in tutta l’arte, il lavoro è umanità e ti
relaziona con le sensazioni delle persone e dei colleghi. E’ il suo
bello e a volte il suo brutto. Io personalmente scelgo di suonare con
bravi musicisti che sono anche splendide persone, perché poi ci devo
andare in giro e ci devo dormire nello stesso letto, forse. Il lavoro
del musicista ti obbliga ad intrecciare rapporti, e a farli diventare
ottimi, se ti limiti a fare il musicista non vai da nessuna parte.
A:
Vale lo stesso anche per me. Un progetto comune non può durare a
lungo se non si rispetta e non si conosce l'altra persona anche fuori
dalla musica. Il lato musicale è solo una parte degli aspetti della
persona. Ho conosciuto grandi musicisti ma perfetti idioti, cosi come
grandi persone ma poco musicali. Con Nicola ho scoperto l'ago della
bilancia che cercavo da 15 anni!
10.
Alessandro, a proposito del progetto Endless Tapes con Colin Edwin
(bassista dei Porcupine Tree) ci parli di come è invece inteso quel
duo? Non è certo una 2-piece basso-batteria! Com'è che avete
pensato di comporre brani completi di tutte le tracce? Forse
Alessandro perché tu sei polistrumentista e anche compositore?
A:
Endless Tapes nasce come progetto di scambio d'idee tra me e Colin.
Il primo brano che gli avevo mandato non era una traccia di batteria,
bensì una composizione vera e propria che ha colpito Colin non solo
per l'immediatezza e la scansione ritmica ma anche per la struttura
e le idee melodiche al quale lui ha aggiunto una parte di basso e una
coda a tempo dimezzato con diversi strumenti (Il brano è
"Punto di vista differente").
Abbiamo deciso di continuare a comporre in questa maniera, senza
confrontarci a parole. Sono molto soddisfatto di ciò che abbiamo
prodotto e... posso anticipare che a gennaio uscirà il nostro primo
disco!
11.
Un Ep per Endless Tapes e uno per gli Sdang! In entrambi i casi state
procedendo con un full album. Ci potete anticipare qualcosa, per noi
dell'EDP, del vostro primo full lenght come Sdang!? So che verrà
registrato in autunno, come il precedente, e similmente vedrà la
luce in primavera, ma non so... ci sarà ancora la grafica
fumettistica? Di quanti brani sarà composto? La musica è nella scia
di quella che abbiamo avuto il piacere di conoscere o si sta
evolvendo?
N:
probabilmente sei brani, più lunghi e più curati nella
composizione. Non credo ci sarà ancora la grafica fumettistica, ma
non ne sono sicuro. Se l’economia ce lo permette faremo anche il
vinile. Stiamo provando molto e ragionando il giusto, e ci stiamo
guardando intorno, come fanno in tanti come noi.
A:
I brani nuovi sono la naturale evoluzione di quelli che abbiamo
registrato per “Il giorno delle altalene”. L'ascoltatore
riconoscerà i nostri tratti distintivi ma allo stesso tempo verrà
portato ad ascoltare sonorità diverse. E' naturale. Vogliamo stare
al passo con i tempi..i nostri tempi ;)
12.
In una vostra intervista ho letto di come l'idea degli Sdang! si sia
col tempo rivelata un progetto degno di essere coltivato, pur
mantenendo una certa dose di "disillusione, che sappiamo bene
come gira l'essere musici oggi". Nessuno lo può sapere meglio
di voi che lo esercitate di professione! Raccontateci le differenze
nel vivere di musica oggi o quindici-venti anni fa, per esempio. E
come vi sembra che si prospetti il futuro?
N:
Non posso dirtelo perché 15/20 anni fa non facevo ancora il
musicista, ma ero al liceo e suonavo per hobby. La disillusione è
quella che ti fa rimanere coi piedi per terra: non vogliamo
‘sfondare’, diventare famosi, o tutte 'ste cazzate, non cerchiamo
più successo di altri, vogliamo solo creare le condizioni per far
ascoltare musica e condividerla con altri, ma queste condizioni
devono essere proporzionate alle nostre vite, quindi non investiremo
mai 10.000 euro in un ufficio stampa, perché ci sembra una
stronzata. Forse una volta c’erano più opportunità? Boh,
non so. C’è tanta gente che suona? Meglio, comunque
emergerà chi vale qualcosa. Non saremo noi? Vuol dire che ci siamo
sbagliati, pazienza!
A:
Il futuro sarà qualcosa che ancora non conosciamo, si vedrà...
comunque sono soltanto convinto che la qualità vincerà sempre su
tutto, magari non arriverà proprio a tutti. Magari arriverà in
ritardo. Noi non vogliamo costringere nessuno ad ascoltarci.
Cerchiamo di invitare il maggior numero di persone perché sappiamo
che quello che stiamo facendo ha un grande valore. Il valore della
creatività messa in luce dall'impegno, dalla costanza e dalla
consapevolezza di portare alla luce qualcosa di radioso, qualcosa che
fa stare bene.
Vi
ringrazio ancora, Nicola e Alessandro, per la vostra presenza all'EDP
e per l'intelligenza delle risposte. Vi lascio salutare con parole
vostre.
N:
Comandamento n.1: nuova musica, nuovi concerti. Sempre.
A:
Molecola!!!!!
Booking: info@lalamusic.it
DISCOGRAFIA
IL
GIORNO DELLE ALTALENE 2015, Autoprodotto
1.Il
giorno delle altalene 2.La notte di San Lorenzo 3.Metafisica
4.Autunno 5.Il ponte del diavolo
Qui lo ascolti
Qui la nostra recensione
Link
ad altre recensioni
http://www.artistsandbands.org/ver2/recensioni/recensioni-album/7373-sdang-il-giorno-delle-altalene
http://www.freakoutmagazine.it/13-10-2015/music-mag/recensioni/69664/sdang-il-giorno-delle-altalene-2015-autoproduzione/
http://www.freakoutmagazine.it/13-10-2015/music-mag/recensioni/69664/sdang-il-giorno-delle-altalene-2015-autoproduzione/
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
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