Eccoci alla
recensione dell'Ep "Il giorno delle altalene", del
duo bresciano Sdang! Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti sono
polistrumentisti e arrangiatori, musicisti di professione, tanto per
intenderci, e l'album che propongono ne è una degna dimostrazione.
Il tentativo ben riuscito di far confluire in un unico stile omogeneo
tutte le influenze sonore che i due hanno avuto modo di apprezzare
nell'arco della loro carriera musicale: math rock, psichedelia, heavy
metal anni'80, grunge, stoner, post rock, il tutto sapientemente
raccolto in una cornice prog... Come lo Sdang! dei fumetti, le parti
più aggressive ti colpiscono come un botto sonoro ma l'album non è
solo questo, è in realtà tutto un alternarsi di pieni e di vuoti,
di furia e calmi momenti melodici dipinti con gran stile e sapienza.
Un duo strumentale molto suggestivo che con la propria musica riesce
a dipingere scenari ben precisi, che arriviamo ad immaginare anche
senza l'ausilio delle parole, il naturale accompagnamento sonoro ad
un racconto scritto dallo stesso chitarrista e disegnato dal collega
Alessandro.
L'album è autoprodotto, registrato
in presa diretta senza sovraincisioni grazie all'aiuto tecnico del
Blufemme Studio di Montirone (BS) e ha visto la luce nell'Aprile
2015. L'artwork in stile fumettistico è ad opera dell'amico Andrea
Pedrini.
Dalla title track viene registrato
un video in sala prove grazie alla regia di Ronnie Amighetti,
materiale poi montato dai fratelli Donazzan; i video che accompagnano
i live sono invece opera di Andrea Pettinari. Gli Sdang! sono seguiti
da Michele Orvieti dell'ufficio stampa Sfera Cubica e dal partner
Lala (BS) per quanto riguarda il booking.
Infine se volete sapere qualcosa di
più su Nicola e Alessandro come strumentisti, sulla partecipazione
degli Sdang! al Malta Street Art Festival, sulla loro militanza
comune nella band I Giuradei o della loro collaborazione con Colin
Edwin, bassista dei Porcupine Tree, non perdetevi l'articolo
in tema, corredato da una splendida intervista ai due che non
disdegnano rivelarci nemmeno i propri segreti di suono e
registrazione! Intanto ascoltatevi l'album e i video tratti da "Il
giorno delle altalene" mentre leggete la sua vivace recensione
uscita dalla penna imprevedibile del nostro collaboratore Martino
Vergnano. Come sempre: buona lettura e buon ascolto...
“Il giorno delle altalene” Official Video https://www.youtube.com/watch?v=79-2hky8bj4
“Il ponte del diavolo” Versione
acustica, Live Radio Città del Capo
“Autunno”
live@Carmen
Town 16.4.2015
Booking: info@lalamusic.it
IL GIORNO DELLE ALTALENE
Ep 2015, Autoprodotto
1. Il giorno delle altalene
2. La notte di San Lorenzo
3. Metafisica
4. Autunno
5. Il ponte del diavolo
RECENSIONE
SDANG! "Il giorno delle
altalene"
Eccomi qui cari amici e amiche di EDP a
recensire per voi il nuovo album degli Sdang!, duo
elettrico che più duo non si può; chitarra e batteria punto. Niente
voce a distrarci.
La copertina e la grafica dell’album
non mi avevano minimamente fatto pensare a ciò’ che musicalmente
contiene: una bella sorpresa..
La chitarra e la batteria sviluppano i
5 temi dell’album, il titolo di ogni singolo episodio mi basta a
volare con l’immaginazione: si parte con “Il giorno delle
altalene” che dà anche il titolo all’album;
quando hai dei titoli del genere sei a
metà dell’opera… a volte mi chiedo come possano venire in mente
certi titoli senza avere un testo, poi penso che magari gli Sdang!
partano proprio dal titolo per svilupparci su una musica così
energica, precisa, a tratti anche gentile ma mai molle…
Altalene che dondolano solitarie nel
parco senza che nessuno le abbia spinte, forse mosse dal vento, le
vacanze sono finite e le foglie iniziano a cadere e loro dondolano
senza che nessuno sia lì a godersi questo spettacolo, il sole va e
viene, cadono le prime pioggie... la musica sotto è la perfetta
colonna sonora, il brano cambia umore più volte, riff energici e
batteria decisa e sicura di sè guidano le danze e le altalene
seguono questo ritmo, loro cigolano e ad un certo punto dove il pezzo
si fa quasi noise, agguanti un’altalena, ci salti su e inizi a
dondolare sempre più veloce... questo è ciò che suggerisce a me la
loro musica, complice un barbera bello spesso bevuto in grandi
bicchieri...
Si continua con “La notte di San
Lorenzo”... le stelle cadenti, chissà forse nel titolo un omaggio
al film dei fratelli Taviani… chissà... anche qui la musica lascia
grande spazio all’immaginazione, ad un certo punto mi sembra di
sentire Jimmy Chamberlin che incontra i Sonic Youth ma poi c’è
molto di più… sarebbe riduttivo partire coi soliti paragoni.
“Metafisica”... e penso subito a De
Chrico o al Nunziante, pittore delle mie parti... penso ai loro
quadri e la musica mi sembra adatta per rivedere le loro opere... un
leone che corre dietro a una bicicletta, una nuvola dentro una
stanza, un cielo verde, una porta che dà sul prato... e gli Sdang a
loro agio in scenari del genere... buono 'sto barbera!
Arriva “Autunno” e l’atmosfera si
fa quasi post rock; non è un autunno malinconico, qui le foglie non
hanno paura di staccarsi dagli alberi, nell’album i momenti più
tranquilli non sono mai tristi, percepisco una gioia di fondo, una
vitalità in ogni brano, in ogni passaggio... mi chiedo quanto spazio
all’improvvisazione i due si siano riservati in fase di
registrazione... funziona tutto a meraviglia: i brani uno ad uno e
l’album intero fluisce dall’inizio alla fine con soluzione di
continuità, credo di trovarmi ancora una volta di fronte a un
concept album, chissà... ho quella impressione... il disco è
registrato e mixato magistralmente il che per i miei gusti non è
sempre una nota di merito ma è un dato di fatto e va riconosciuto,
in questo caso dopo un po’ di ascolti non riuscirei ad immaginarlo
con un sound grezzo, in questo caso non avrebbe proprio senso.
L'album si chiude con “Il Ponte del
Diavolo” e penso al Ponte del Diavolo nelle valli di Lanzo, certe
aperture nel disco e sopratutto in questa traccia mi riportano ai
momenti più sognanti e strumentali dei primi Smashing Pumpkins dove
la chitarra con un bel delay fa navigare i tamburi e i piatti...
Per certi versi “Il giorno delle
altalene” potrebbe essere un album molto urbano ma io ragazzo di
provincia e di campagna con questa musica volo in mezzo ai prati, ai
campi, a luoghi fuori mano, posti che devi andare un po' a
cercarteli, un po' come questo splendido lavoro, che grazie a EDP ho
avuto la fortuna di scoprire. Fatelo anche voi seguendo i links che
vi porteranno alla loro musica e ai loro concerti!
Per oggi è tutto cari amici e amiche
di EDP. Grazie agli Sdang! per aver pubblicato quest’ottimo lavoro
e grazie a voi per aver letto fin qui...
Un bel : "dal nove al dieci"
agli Sdang! non glielo toglie nessuno.
A risentirci Giusy, ti restituisco la
linea, a voi studio.
9,5/10
Martino Vergnano
Articolo ad opera
di Giusy Elle
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