giovedì 5 novembre 2015

85. LITTLE BOY LOST: dieci anni tra duo e trio.


INTRO
   Oggi presentiamo un duo con alle spalle ben dieci anni di carriera, originario dalla provincia di Padova e che porta il nome curioso di LITTLE BOY LOST. Al di là di essere un nome originale, lo ritroviamo come titolo di un brano hit australiano di Johnny Ashcroft, di una nota poesia di William Blake, nonché di un romanzo a firma di Marghanita Laski da cui il film Golden Globe Award con Bing Crosby del 1953, diretto da George Seaton.
   Ma concentriamoci ora sui Little Boy Lost nazionali e sulla loro travagliata carriera che li ha portati fono a qui, in bilico tra duo, trio e presunti scioglimenti della band.


BIOGRAFIA
   Andrea Saggion (classe '84) e Edy Cabrele ('86) si conoscono fin dall'infanzia. Andrea è il primo ad approcciare il mondo della musica acquistando nel 2001 una Fender Squire Stratocaster con la quale suonare, da autodidatta, i suoi miti del momento, che andavano dai Red Hot Chili Peppers ai Sex Pistols, dai Muse ai Nirvana. Suona in una cover band chiamata ''I.L.L.'' (Tre Allegri Ragazzi Morti, Punkreas, Derozer, Verdena) mentre Edy lo segue tra il pubblico, fino ad entrare anche lui a far parte del gruppo (due chitarre-batteria) come bassista e corista. La vita del quartetto è di breve durata e i due amici decidono di fondare così una nuova band, un trio con brani originali ispirati ai Verdena, Nirvana e punk stampo Ramones, denominata Mastide, nella quale Edy si impegna a suonare la batteria, sua attrazione prima. Ma la vita con il bassista Alberto Alessi, come spesso capita nelle dinamiche di una band, non è tra le più facili e il combo si riduce all'osso con i due soli componenti primi. Andrea e Edy procedono registrando una demo composta da 5 tracce chitarra-voce e batteria, registrata in presa diretta in digitale e che decidono di chiamare "Little Boy Lost": siamo nell'autunno del 2005, il duo è nato definitivamente e da quella prima demo prende infine anche il nome della band.
   Sostituito Edy alle pelli dal collega Mattia Munaron, il sound del duo acquisisce velocità e potenza e in pochi mesi esce il primo album ufficiale, "Suisound", registrato da Franz Fabriano negli studi del The Cube Room di Padova, alias lo studio-sala prove dove i Little Boy Lost si esercitano. La critica ne è subito entusiasta, le recensioni sono tutte spontanee e favorevoli; ciò per il gruppo sarà determinante per la decina di date che riusciranno a procurarsi, la più importante delle quali fu l'esibizione al Rockonte nell'agosto 2007. Ricordiamo che in quegli anni era molto più complicato di ora esibirsi live e che il duo elettrico era ancora guardato con un certo "sospetto" dagli addetti ai lavori. Ma purtroppo le sorprese dietro l'angolo erano in agguato e nel bel mezzo delle loro prime soddisfazioni il batterista Mattia abbandona il duo che dovrà rinunciare ad un ingaggio importante, quale l'apertura di un concerto dei Jennifer Gentle, live al quale i Little Boy Lost erano stati convocati niente meno che dalla prestigiosa etichetta bergamasca Jestrai Records. L'umore del fondatore Andrea è ai minimi storici tanto da intraprendere la via per l'estero, in un viaggio di due mesi in Argentina, lasciando il duo ufficialmente sciolto per tutto il 2008. Rientrato incredibilmente rigenerato, comunica che i Little Boy Lost in realtà non si sono mai sciolti, che sono solo rimasti in stand by e che ora sono pronti a ricomporre nuova musica grazie al ritorno dell'originale batterista Edy Cabrele alle pelli. Il duo è nuovamente attivo e per di più nella sua formazione originale...
   Si riparte dalla sala prove dove i due si intrattengono a lungo e solo dopo oltre un anno registrano la prima autoproduzione, un unico brano, ''The Mountain Song'', registrato e masterizzato in analogico (Studer Revox 2piste) da Saggion nel novembre 2010. La canzone ottiene un timido saluto che è più che sufficiente per spingere il duo ad autoprodurre anche altre 11 canzoni ma l'impresa si rivelerà titanica e fuori portata. L'album "Sim" vedrà la luce solo a inizio 2012 per essere riregistrato da lì a pochi mesi dal ricontattato Franz Fabriano, il produttore del precedente "Suisound". Per la registrazione dell'album e per alcuni live i due chiamano nuovamente al basso Alberto Alessi, e in questo periodo il duo si presenta nuovamente in formazione a tre. Anche all'ennesima uscita di Alberto, Andrea e Edy si fanno accompagnare da un nuovo bassista, Tommaso Mazzonetto, per il tour triveneto del 2013. 
   E' solo per la creazione dell'album successivo che i nostri "ragazzi persi" decidono nuovamente di contrarsi a duo: a dicembre 2013 si chiudono in studio al Mal de Testa Records, a Tombolo (PD), dove registrano, in presa diretta e in due sole sessioni, chitarra e batteria di ben sette nuovi brani. Da gennaio a giugno 2014 Andrea compone invece la parte vocale del nuovo lavoro mentre il resto dell'anno viene speso nel tentativo di ottenere il mix migliore per un lavoro che vedrà la luce definitiva soltanto nel luglio di quest'anno, il 2015, quando finalmente esce "@_@" (emoticon per ottenere la faccina "perplesso, stordito"), l'ultimo full lenght del duo, un 6 tracce più bonus track per un totale di poco meno di trenta minuti di musica, ascoltabile e acquistabile al loro profilo Bandcamp.
   Per quanto riguarda il sound dei Little Boy Lost, band che si è inventata e reinventata nel corso di questi dieci anni, possiamo dire che mantiene invece una nota stilistica fondamentalmente uniforme. Partito da basi grunge e stoner condite con la pesantezza del doom e divagazioni psichedeliche, si evolve lentamente introducendo degli elementi sperimentali. Nel primo lavoro, "Suisound", fa spesso capolino il grunge delle origini, specie nella voce di Andrea, novello Cobain veneto, mentre l'atmosfera di base è cupa e potente, claustrofobica alla Alice in Chains. "Sim" si perpetua nella stessa linea mentre si intuisce una tecnica accresciuta nella chitarra di Andrea, che ora si espone con qualche piacevole arpeggio. Ci scappa anche una ballad e una parentesi più garage prima di rituffarsi nelle atmosfere pesanti tanto care al duo. Ma è con l'ultimo lavoro, "@_@", che troviamo le maggiori novità: oltre alla potenza della batteria e ai riff pesanti e ripetitivi di chitarra, quasi ipnotici, si innesta ogni tanto qualche rapido assolo mentre la voce di Andrea, che finora si era esibita in canoniche espressioni vocali, cambia registro e modo di esprimersi. Uno stile che era appena accennato nell'album precedente prende ora il sopravvento abbandonando le parole e la melodia classica per tramutarsi in un lontano lamento in falsetto, un coro indefinito registrato in secondo piano che lascia una traccia di sperimentazione nella scia del duo. Ma lasciamo al nostro collaboratore Giac Drummer il compito di condurci nei dettagli di "@_@" nel corso della sua recensione (un otttimo 7/10 il suo giudizio) mentre noi procediamo con l'intervista ad Andrea Saggion e Edy Cabrele del duo Little Boy Lost da Curtarolo (PD).


"The Mountain Song"
“Legato Bluesummer” 2012 in trio


INTERVISTA
1. Ben arrivati negli spazi EDP, Andrea e Edy. Che ne dite di raccontarci come è nata la scelta del nome "Little By Lost" per la vostra prima demo e successivamente del duo?
A: Il nome Little Boy Lost mi è stato appunto suggerito da una poesia di William Blake contenuta nel suo celeberrimo “Songs of Innocence” che nel 2005 stavo studiando per un esame di letteratura inglese all'Università. Mi ero invanamente portato il testo, con la speranza di studiarlo, all'Oktoberfest a Monaco di quell'anno. Una sera in camera d'albergo lessi quella poesia sotto i fumi dell'alcol e decisi che avrei portato avanti un progetto musicale con quel nome.
E: Un mese dopo pubblicammo infatti il nostro primo demo con quel nome e ci affezionammo ad esso.
A: Abbiamo avuto momenti però nei quali avremmo voluto cambiare il nome: ad un tratto eravamo convinti fosse troppo emo. Ma ormai eravamo in ballo.

2. Nel corso dei vostri dieci anni di carriera siete spesso passati dalla formazione a due a quella a tre, ci dite quali differenze, in pro e contro, avete riscontrato nelle due line-up? A prescindere dal rapporto felice o meno tra i membri... 
A: Il gruppo è sempre stato incentrato sulle nostre idee principali. Anche nel corso dei cambiamenti di formazione comunque Edy è sempre stato presente.
E: Nella formazione a due riusciamo ad essere più immediati e ad essere più veloci nel processo creativo. Se una canzone secondo noi è buona ci deve colpire da subito e in due riusciamo a confrontarci meglio e ad essere più diretti su questioni delicate. In compenso abbiamo spesso ricevuto critiche negative dal vivo per l'insufficienza di bassi nelle nostre canzoni.
A: Il mio è un suono piuttosto chitarroso che bassoso.
E: Sono molto importanti le alte frequenze per noi, se vogliamo davvero assordare la gente. (Sganascia, ndr)
A: In compenso quando suonavamo in tre le critiche live erano decisamente più favorevoli, eravamo più compatti ed il carico di lavoro su di me era notevolmente alleggerito, a livello sia pratico che mentale.
E: In tre gli errori si sentono di meno.
A: Siamo tutti e due notevolmente alleggeriti. Il lato negativo è che ciò può portarti ad una dipendenza dal basso non solo a livello di frequenze ma anche di arrangiamenti e melodie. Alcune canzoni contenute in “Sim”, ad esempio, non possiamo più riprodurle dal vivo poiché sarebbero troppo scarne, se non addirittura completamente diverse. 

3. Quella a due attuale pensiate sia la line-up definitiva per voi o siete propensi a qualche altra sperimentazione a tre? 
A: Siamo aperti a nuove esperienze con musicisti nuovi, ma siamo certi che in ogni caso il lavoro di composizione dipenderà esclusivamente da noi due in sala prove senza bassista. Abbiamo però avuto ottime esperienze di miglioria negli arrangiamenti portate da critiche provenienti da un ascoltatore esterno. Alberto Alessi mi ha dato ottimi consigli nell'arrangiamento di “Quore I'm Sick”, che reputo una delle nostre canzoni più belle.
E: … per i live sicuramente arebbe meglio con bassista tosto.
Le basi della vostra musica sono il grunge e lo stoner ma 

4. In due avete mai cercato di sopperire alle frequenze mancanti del basso? Quali i vostri accorgimenti per far "stare in piedi" un power duo?
A: Eh... bella domanda. All'inizio, nel 2005, ero convinto che un gruppo a tutto volume in un piccolo locale fosse abbastanza per qualsiasi tipo di ascoltatore. Così mi comprai ben due amplificatori, uno per i puliti ed un altro per un incremento del 100% di volume, ma distorto. Funzionò, e parecchio, all'inizio. Poi con i palchi leggermente più grandi, microfonati o non, all'aperto o grandi palchi al chiuso, i difetti cominciarono a farsi sentire e pesantemente. Provai varie combinazioni di set-up, acquistai pick up sempre più grossi ed un octaver molto pesante. Il bassista è il basssita, non c'è niente da dire e lo riconosciamo appieno. Noi siamo nati per suonare in piccoli club a volume orrendo.
E: Il bassista è molto importante ma quello che abbiamo sempre cercato di fare era qualcosa di diverso dall'ordinario power tiro. Chi segue questa rubrica potrebbe esprimerlo con parole migliori, ma fondamentalmente è tutto qua. 
A: Anche suonare accordi in quarta non è male. 

5. Le basi della vostra musica sono il grunge e lo stoner ma dentro c'è molto di più, per una miscela personale targata Little Boy Lost. Ci parlate della peculiarità del vostro stile? Come lo avete raggiunto, di quale miscela è composto...
A: So che Josh Homme è disposto addirittura a mentire per domande come questa, in effetti è un po' come rivelare il proprio ingrediente segreto. Ma siccome noi non siamo nessuno (non ditelo in giro però eh) posso solo dire che il volume è importante per noi. Il concerto deve essere un'esperienza fisica che ti tocca dappertutto. Mi piacciono poi gli effetti per chitarra. Non ne ho molti ma le combinazioni sono parecchie. Ogni canzone deve essere diversa dall'altra e devi suonare come se, oltre la chitarra, la corrente la stessi prendendo anche tu.
E: Grunge e Stoner sono due generi musicali divisi da qualche barriera ma che in comune hanno quello che piace a noi: cattiveria e distorsioni.
A: Distorsioni della realtà.
E: Sfogarsi. Andiamo gente viviamo in tempi piuttosto cupi. Non si può sopportare tutto senza impazzire.
A: Non si può restare apatici. Si può fare musica che trasmetta rassegnazione e apatia ma è comunque un fare qualcosa. Trasmettere emozioni? Più che altro esplorare mondi intoccati. Non possiamo parlare di tribute band, per esempio.
E: Ci piace molto poi la psichedelia. La nostra società è infestata dalle droghe. Ci piace suonare ricreando gli stessi effetti con la musica di chitarra e batteria.


6. Andrea, quali sono le tematiche dei tuoi testi? 
A: Nel periodo di “Suisound” ero un po' ingenuo: pensavo che i testi non avessero molta importanza, sicché componevo pensando più che altro alla metrica e alla correttezza nella musica. Le tematiche erano, come dire, lucidamente depressive, perché non stavo tanto bene fisicamente all'epoca. Poi con “Sim” ho tentato di dire più cose, esprimermi meglio su questioni quali l'odio, l'amore, la pazzia, la morte, l'Arte e tutte cose che avevo studiato in passato dai grandi scrittori con i quali volevo misurarmi. So che può sembrare ridicolo, ma è così. In “Sim” volevo un album canonico. Nell'ultimo album ho tentato invece “la via di mezzo”: canzoni semplici, di poche parole, ma di grande importanza. Per esempio: penso sia una bella domanda chiedere ad una persona quando è stata l'ultima volta in cui ha “immaginato”. E ripeterla all'infinito sarebbe pazzesco.


7. Con quali altri duo elettrici avete condiviso i palchi?
E: Pochi a dir la verità.
A: Forse solo un gruppo, nel 2008, che non sappiamo se suona ancora: Run&Gun si chiamavano, facevano rock standard da quanto ricordo. 

8. "Suisound", "Sim" e ora uno schematico "@_@", attinto dagli emoticon (a proposito, si pronuncia "chiocciola trattino chiocciola"?): com'è stata la scelta dei titoli dei vostri album?
A: Il primo album si chiama “Suisound” ed è un gioco di parole. “Sim” vuol dire “sì” in portoghese e noi per un bel pezzo ci abbiamo riso sopra senza motivo. E' un album molto cupo a livello sonoro, ma i testi sono piuttosto positivi ed allegri. L'ultimo album non ha un titolo pronunciabile. Deve essere di libera interpretazione, anche se ovviamente il fattore “faccetta” è piuttosto determinante. E' un album ipnotico e psichedelico ed è questo l'effetto che cerchiamo di trasmettere, lo stordimento e l'incredulità. Il simbolo @_@ rappresenta la staticità perenne, l'immobilità di chi è bloccato in una situazione dalla quale non può più uscire. È il nostro modo di intendere la nostra situazione oggi come oggi. È lo stupore ma anche il disincanto di chi sa di essere bloccato in una prigione dorata, l'estasi perpetua e mortale di chi fà musica in italia. È Paul Sheldon dopo la sua avventura con Annie Wilkes. È Santa Teresa colpita all'angelo malizioso del Bernini. È il Little Boy Lost. È lo spettatore di Infinite Jest. L'immagine è tratta da un quadro che ho dipinto io mischiata con un'immagine che ha trovato Edy. Un pastrocchio, un errore voluto di proposito, una cosa kitsch, un'opera d'arte. Chi ha ascoltato il disco sa che ci sono 7 tracce e non 6 come indicato. È una canzone che si discosta tanto dalle altre, dovrebbe sorprendere ma neanche più di tanto ed ecco che ritorniamo a @_@, la faccia steccata. Stupore, assuefazione, rassegnazione e disillusione. Il nostro è un bel disco, ma assolutamente inutile e prescindibile come qualsiasi altra opera d'arte.
E: ''Suisound''e ''Sim'' sono stati prodotti in maniera molto diversa rispetto a questo ultimo @_@ che è stato registrato dal vivo in sole due sessioni nel dicembre 2013. Per tutto l'anno successivo Andrea è stato a fare le voci, in diverse versioni e maniere molto diverse da quelle poi finalmente pubblicate. Non volevamo pubblicarlo a solo un anno di distanza da ''Sim''. Quindi se qualcuno ascolterà il nostro album saprà che effettivamente questo è il nostro modo di suonare, questi sono i suoni della nostra batteria e della nostra chitarra. Pochissimo editing, solo tanto lavoro di missaggio e tanto lavoro prima in sala prove. C'è poi l'assolo di chitarra in ''You Wonder?'' di Lotus Purity. Era una cosa che non avevamo mai fatto. Abbiamo voluto invitare questo nostro caro amico, Lotus Purity appunto, e gli abbiamo detto di scatenarsi e tirare fuori il miglior assolo metal per la nostra canzone. E' stato un grande, ci aveva sempre affascinato l'idea di un featuring e questo è andato addirittura oltre le nostre aspettative.
Sarà questa la canzone o magari ''Mirrors'', di cui ne faremo un video promo.

9. Nella vostra decennale carriera avete pubblicato tre album ma a fatica, pochi video e nessuna foto ufficiale. Come intendete la promozione dei Little Boy Lost? E' molto faticoso il lavoro Do It Yourself?
A: A noi piace suonare e creare musica nuova. Non siamo poser o fotomodelli. Quello non ha niente a che fare con la musica. Abbiamo anche girato un video stile “standard” (Lovers' Eyes, Sim 2012 ndr) ma non ci è piaciuto per niente e l'abbiamo ritirato. Magari lo ripubblicheremo più avanti.
Il nostro fine ultimo è appunto creare musica nuova: I concerti, i video digitali della rete, le foto e la vita stessa dei musicisti se ne andranno e verranno dimenticati per sempre. Se rimarrà qualcosa, rimarrà appunto un disco e magari neanche un supporto adatto per leggerlo (ahahahhah). Sono i dischi che restano e devono essere belli: Artisticamente, del nostro passato siamo piuttosto soddisfatti, anche se cerchiamo sempre di evitare di ripeterlo: Non ci interessa quindi promuoverci in nessun modo, tranne quando buttiamo fuori un disco nuovo. Non siamo ricchi e non abbiamo centinaia di migliaia di euro da spendere per cose che sono veramente futili. Abbiamo ricevuto diverse proposte da diverse etichette “indipendenti”. Le abbiamo tutte rifiutate, solo perché non avevamo i soldi per pagarle e per fare cose che abbiamo fatto benissimo lo stesso anche da soli, ovvero recensioni (anche se mai paraculate dall'etichetta di turno) e disponibilità della musica tramite i vari supporti digitali del periodo che stavamo vivendo.
La Fama. Ci sono ben due sonetti di Keats sulla Fama. Per non parlare dell' ”Ode all'indolenza”.
E: Le cosiddette etichette indipendenti degli anni duemila si offrono (magari) di fare lavori che puoi fare anche da solo: ovvero cose che non servono a niente.


10. Come avete visto svilupparsi la scena musicale in quel di Padova in questo decennio di attività? I locali, le band, il pubblico... c'è stata qualche sensibile trasformazione?
A: Sempre peggio: Un tempo riuscivi ad inserirti nella scena ora devi pagare per suonare. Non stiamo scherzando e lo sapete benissimo tutti quanti. Già la scena è appestata dalle cover band, in più a Padova ci saranno cinque locali in cui suonare che ovviamente sono perennemente occupati. A Padova poi abbiamo suonato dappertutto: Abbiamo addirittura stancato. Purtroppo non abbiamo i mezzi ed un budget sufficiente per un tour all'estero, o anche solo fuori regione.
E: Eh sì, siamo proprio sfigati. Non come Ramazzotti.
A: Ci sono ottime band in giro di musica originale ed è giusto che adesso suonino loro. 

11. Avete notato un approccio diverso nei confronti dei power duo, sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, nei vostri dieci anni di carriera? 
A: Noi saremo sempre uno scandalo dal vivo. Devi venire a vederci Giusy! Scherzi a parte, normalmente la gente è piuttosto colpita, ma inevitabilmente dopo un po' il locale si svuota per l'eccessivo volume o perché semplicemente a nessuno interessa la nostra musica, magari perché facciamo semplicemente schifo. Non riusciamo ad inserirci facilmente nella scena... io purtroppo non riesco a farmi tanti nuovi amici così spontaneamente. 
E: A Padova, in Veneto, la musica rock non interessa a nessuno, a meno che non parliamo di tribute band: La gente ha bisogno di essere sicura di ciò che sta ascoltando. Troppi input nuovi potrebbero cambiarti davvero la vita! 

12. Voi siete partiti da Myspace, quando le band facevano appena capolino nel mondo del web. Come avete vissuto e come vedete il mezzo della rete per quanto riguarda il mondo della musica? 
A: Myspace è appunto sparito ed è questo il triste destino di tutti i social network. Su Mypsace avevamo molto materiale, sia fotografico che musicale, anche con inediti pubblici (ahahah) che però sono andati perduti con la pagina. Meglio fare un disco che suonerà come nuovo fra dieci, quindici, venti anni. 
E: Facebook è dannosissimo. Se dici davvero quello che pensi sei fregato. Prima o poi scoppierà una guerra.  

13. Prossimi progetti per i Little Boy Lost?  
Abbiamo in mente di fare un video per promuovere il nostro ultimo album “@_@”, la canzone sarà “Mirrors”, che pensiamo sia la nostra evoluzione più estrema. 
E: Suonare e migliorare la tecnica: Fare musica nuova ed originale, sempre. 

Grazie Andrea e Edy per la vostra presenza qui all'EDP; vi auguro un'ancora lunghissima carriera a due e vi lascio salutare i nostri lettori con parole vostre. 
Grazie a te Giusy, questo pensiamo sia il nostro testamento definitivo del 2015. Grazie a tutti coloro che ci hanno seguito, che ci supportano e/o sopportano e a tutti coloro che eventualmente si avvicineranno alla nostra musica. Buon ascolto a tutti!

Little Boy Lost



DISCOGRAFIA
SUISIDE 2007, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)

1.Draven 2.Nagasaki Nightmare 3.Herbert Knaupp 4.Agonamesa 5.Rose 9.15 6.Self Made Man 7.Tu Tu Cha Cha 8.Little Boy 9.Stranguria




Qui lo ascolti:


SIM 2012, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)

1.El Vermonts 2.Flammipher 3.Legato BlueSummer 4.Re Cecconi 5.Favourite Garden 6.Quore I am Sick 7.The Mountain Song 8.Venere




Qui lo ascolti:

@_@ 2015, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)

1.Penetration 2.You Wonder? Feat Lotus Purity 3.Mirrors 4.Hi, Mario! 5.Pop Korn 6.Da-Doom




Qui lo ascolti:
Qui la nostra recensione



Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle


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