giovedì 5 novembre 2015

86. RECENSIONE22: @-@ by Little Boy Lost



   I LITTLE BOY LOST sono un duo elettrico della scena musicale di Padova da ben 10 anni. Nascono nel 2005 come trio ma ben presto restano i soli due fondatori, amici d'infanzia, Andrea Saggion, chitarra e voce, e il batterista Edy Cabrele. La band procede negli anni in formazione a due per tornare in tre in un breve periodo, ma sempre in fase live: i LBL si avvalgono infatti del bassista per i loro tour mentre continuano a creare e provare nella line-up a due.
   Hanno all'attivo tre album nel genere stoner-grunge con forte influenza doom e psichedelica. Il loro ultimo lavoro in studio risale al giugno 2015: "@_@" (emoticon per intendere stupore, stordimento), un 6 tracce più bonus track per una trentina di minuti di ascolto. Registrato dal vivo in sole due sessioni nel dicembre 2013 vede il cantante Andrea impegnato nelle voci per tutto l'anno a seguire in quanto volevano proprio far passare un certo tempo dopo la pubblicazione dell'album precedente. In fase d'intervista i nostri ci spiegano appieno il significato della scelta del nome: "E' un album ipnotico e psichedelico ed è questo l'effetto che cerchiamo di trasmettere, lo stordimento e l'incredulità. Il simbolo @_@ rappresenta la staticità perenne, l'immobilità di chi è bloccato in una situazione dalla quale non può più uscire. È il nostro modo di intendere la nostra situazione oggi come oggi. È lo stupore ma anche il disincanto di chi sa di essere bloccato in una prigione dorata, l'estasi perpetua e mortale di chi fà musica in Italia". Come negli album precedenti le sonorità sono cupe, pesanti, mentre i testi insolitamente positivi. La voce di Andrea si ritrae in sottofondo, cantando in un lamentoso falsetto, stile già accennato nell'album precedente ma che qui trova piena espressione e maturità. Interessante la collaborazione con il chitarrista Lotus Purity che ci presenta un assolo nella seconda traccia dell'album. Proprio da questa ("You wonder?") o da "Mirror" nascerà infine un video a rappresentazione dell'album stesso. Il disco è completamente ascoltabile (e acquistabile) nel loro profilo Bandcamp.
   Per chi volesse approfondire la storia di questo duo rimandiamo alla retrospettiva a loro dedicata mentre procediamo qui con una recensione track by track al loro "@_@" ad opera del nostro collaboratore EDP Giac Drummer. Come sempre... buona lettura e buon ascolto...


"The Mountain Song"
“Legato Bluesummer” 2012 in trio





@_@ 2015, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)

1.Penetration
2.You Wonder? Feat Lotus Purity
3.Mirrors
4.Hi, Mario!
5.Pop Korn
6.Da-Doom



RECENSIONE
LITTLE BOY LOST "@_@"
Lp 2015, Autoprodotto

E’ l’aspra distorsione di “Penetration” ad introdurci in quella che è l’ultima fatica dei Little Boy Lost. Band con alle spalle 10 anni di carriera tra live, cambi di direzione e incertezze.
Il suono tradisce quelle che sono le loro passioni primigenie, in particolare quando lo stoner si fonde con memorie grunge (Nirvana, Alice In Chains).
Ma è un suono che potremmo definire “luciferino”, come nella seconda parte della stessa Penetration, a conferire alla band una nota originale.
La voce sprofonda nel mix generale, nelle tenebre più oscure, la batteria e la chitarra invece ci arrivano belli e sicuri, dritti in faccia.
La saturazione chitarristica crea delle tessiture droniche per dare supporto a un cantato che si fa flebile e delicato ("You wonder?"). Brano con apertura epica e divagazioni math, tanto sognante da apparire come una filastrocca dai risvolti ambigui, tra i migliori momenti del disco nella sua alternanza di pieni e vuoti, voce fioca e aggressività stoner.
“Mirrors” su tempi medium slow, porta delle sonorità in bilico tra le composizioni del John Murphy di “28 giorni dopo”, influenze psichedeliche, progressioni post-rock e accelerazioni figlie di Rated R.
Il disorientamento è rappresentato dal cantato indecifrabile, dove incomprensibile, nella sua evidente fragilità, ne è l’origine e ancora più straniante è il contrasto con la violenta componente sonora.
Ancora bizzarre marcette decadenti ("Hi, Mario!"), che non dispiacerebbero di certo a Marco Fasolo (Jennifer Gentle), in cui il fantasma di Aleister Crowley si tinge di note punk.
Stranezze disseminate qua e là, un nome preso da William Blake, e infine un doom da commiato ("Da Doom"), per un album le cui sonorità ci portano alla mente sedute occulte ed esoteriche, la cui colonna sonora perfetta sarebbe di certo una dose massiccia di “acid rock” di cui i Little Boy Lost sono buoni tessitori.

7/10
Giac Drummer



Articolo ad opera di Giusy Elle

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