INTRO
Dopo la presentazione ufficiale
dell'EmilyDuo compilation, il fortunato
volume 3 delle compilation regionali Edp (evidentemente dedicata ai
duo chitarra-batteria dell'Emilia Romagna e presentata nello scorso
articolo), ritorniamo a parlare di band, presentandovi un duo proprio
di questa regione. Come per altri duo trattati ultimamente (vedi i
GLOBETROTTER o gli HYSM?DUO),
ci troviamo di fronte a musica strumentale, in questo caso in chiave
math-rock sperimentale. Vediamo quindi di scendere nei dettagli dei
NADSAT...
BIOGRAFIA
Libri e film di fantascienza, profondità dell'universo, sonde
spaziali e pianeti lontani... queste le coordinate stellari del duo
chitarra-batteria di recente formazione NADSAT, nato nel 2015 nella
bassa bolognese, da due giovani ragazzi provenienti da Crevalcore e
San Giovanni in Persiceto. I due in questione sono il chitarrista
Michele Malaguti (1992), che si adopera anche ai campionamenti e in
qualche rara occasione alla voce, e il collega batterista Alberto
Balboni (1990).
Studente-lavoratore il primo (Scienze Politiche -indirizzo Sviluppo
e Cooperazione Internazionale) con all'attivo collaborazioni nel
mondo degli eventi musicali e lavoratore il secondo, in realtà si
conoscono da parecchio tempo avendo entrambi militato nella band
altrock Il Salotto del Loto e facendo attualmente parte del trio
noise Carneviva (mi giungono voci di un recentissimo scioglimento
della band). Come si diceva, sono entrambi appassionati di opere
fantascientifiche e lo si evince già a partire dal nome. Nadsat è
infatti la lingua inventata dallo scrittore Anthony Burgess per far
comunicare alcuni dei giovani personaggi del suo romanzo distopico A
Clockwork Orange, il meglio noto, a livello nazionale, col titolo
di Arancia Meccanica. Del resto ci sono altri duo che cercano
ispirazione nello sci-fi e nell'insondabilità dello spazio infinito,
così ricordiamo i lombardi GRAFTAGE (qui il nostro articolo di presentazione) e i loro corregionali HIBAGON.
Terminus è il primo lavoro discografico della band, un Ep
di cinque pezzi già però strutturato nella forma di concept album
ed imperniato, guarda caso, su argomenti fantascientifici. La
copertina, scura e vaga, ci ricorda la profondità della volta
celeste ammirata da un pianeta lontano...
Registrato con una qualità sorprendente, musicalmente parlando si
muove tra il math rock e il noise, con soluzioni sperimentali prog e
psichedeliche. Assolutamente interessante, è un'opera prima che sta
riscuotendo successo sia nella critica che tra il pubblico, un inizio
promettente quindi per un giovane duo che avrà ancora modo di
sorprenderci...
Rilasciato il 21 Marzo 2016, Terminus Ep è stato
registrato, mixato e masterizzato al Sub Cave Studio di Bologna da Gianluca "Pecos" Grazioli.
Nella traccia introduttiva "Kepler -452B" (Parte? Non
parte? Ah ecco, sì, inizia...) compare la voce di Gianni Pedretti (Colloquio, Detour Doom Project -con lo stesso
Michele Malaguti-, Neronoia) in formato spoken
word: ci presenta l'atterraggio in un pianeta da colonizzare e ci
ricorda la fragilità della Terra... L'artwork è ad opera di
Inserirefloppino (il batterista di un
altro duo chitarra-batteria emiliano, i postrock SAN LEO). Promosso
da La Concertini di Musica Brutta di
Simone Barra nonché distribuito e coprodotto da Kaspar House, ha avuto l'onore di comparire su Impatto Sonoro per l'anteprima in streaming.
Detto questo spendiamo qualche parola sull'etichetta di supporto
all'ep (già presentata in fase di analisi di altri duo), passiamo
all'incontro diretto con Michele Malaguti e Alberto Balboni grazie
all'intervista ai due, e infine al post successivo con la recensione a Terminus Ep ad opera
del nostro collaboratore Danilo 'Damage' Peccerella del duo
sperimentale beneventano Globetrotter.
Come già dissero i Nadsat stessi: "La sonda è atterrata.
Inizio delle trasmissioni..."
LABELS
Kaspar
House Production www.facebook.com/kasparhouseproduction
Kaspar
House ha sede a Eboli (SA) presso lo spazio autogestito Murotorto
che condividono con altre realtà. Il fondatore dell'etichetta di
produzione e distribuzione è Ferdinando Farro, il chitarrista del
duo afro-punk MAYBE I'M, attualmente in stand by. In catalogo, oltre
ad alcuni lavori dei Maybe I'm stessi, o dei JHATOR, nuovo duo di
Ferdinando (chitarra e sax), troviamo anche l'album jazz-math-core
Soprusi, opera prima per i GUERRA nella lineup a due (qui
il nostro articolo su di loro). Non mancano alcune registrazioni
degli HYSM?DUO, interessante e prolifica band tarantina di Rock In
Opposition e Avant Rock fin dal 2006, loro stessi fondatori di
un'etichetta dal ricchissimo ed originale catalogo, ai quali abbiamo
dedicato un articolo anche di recente.
Presenti nella nostra EmilyDuo Compilation
con il brano Ares3
INTERVISTA
1.
Ciao Michele a Alberto, grazie per la presenza qui all'Edp.
Raccontateci come vi siete conosciuti e come nascono i Nadsat.
Ci siamo conosciuti più o meno fra il 2010 e il 2011, iniziammo a
suonare insieme nei Salotto Del Loto.
2.
Perchè proprio un duo chitarra-batteria?
Era già da qualche tempo che parlavamo della possibilità di formare
un duo, questa cosa affascinava entrambi. Di certo c'era la volontà
di provare una formazione nuova per noi, ridotta all'osso ma al
contempo molto versatile e libera.
3.
Quali le vostre soluzioni tecniche per reggere la mancanza degli
altri strumenti?
MICHELE: le soluzioni tecniche sono molto semplici e riguardano
principalmente la chitarra. Utilizzo due amplificatori, uno da
chitarra e uno da basso, ma il centro di tutto è l'Octaver. Questo
pedale genera un'ottava bassa e grazie ai due output posso utilizzare
i due amplificatori in maniera combinata, con la sola ottava bassa
generata dall'effetto che suona nell'amplificatore da basso. Sembra
una cosa astrusa detta così ma è molto intuitivo e davvero
semplice. Ovviamente abbiamo ricercato un suono che ci permettesse di
avere la resa migliore possibile dal vivo.
4.
A partire dal nome della band fino a quello del vostro Ep di debutto,
fate riferimento alla letteratura e cinematografia fantascientifica.
Come mai questa decisione di trasportare in musica una passione
completamente diversa?
Crediamo che questa decisione sia dovuta al “salto nel buio” in
cui ci siamo lanciati con questa formazione e questo progetto. Siamo
sempre stati affascinati dall'esplorazione spaziale e di conseguenza
dalla fantascienza. Crediamo che riflettano l'essenza profonda e
inconscia del genere umano: noi siamo e saremo sempre degli
esploratori, dei viaggiatori. La curiosità è la più importante e
potente spinta dell'umanità: ogni grande o piccola conquista parte
da lì. Inoltre la fantascienza, quella fatta bene, ha implicazioni
esistenziali e sociologiche incredibili. Pensiamo ad esempio a “Blade
Runner”, o alle opere di Asimov, a Kubrick, a Dick e Burgess. C'è
veramente di tutto: la sopravvivenza, il concetto di Io e di volontà
di vivere, l'esistenzialismo, l'ignoto, la riflessione sociologica e
sul futuro, il rapporto fra intelligenza artificiale ed esseri umani.
5.
Terminus
è diviso in cinque tracce molte delle quali portano titoli ispirati
al cosmo (sonde, stelle, pianeti). Nel caso di un concept album
strumentale come questo, avevate già in mente degli argomenti
specifici da trasportare in musica oppure è la musica che nasce in
sala prove ad ispirare i titoli alla fine?
Per quanto riguarda il nostro Ep è difficile dire se sia nata prima
la musica o il concept. Crediamo che già dalla composizione del
primo pezzo qualcosa fosse nell'aria, semplicemente le due cose si
sono evolute insieme sullo stesso binario. La scelta dei titoli,
della grafica e dei campionamenti ha fatto il resto e ha delineato
meglio il concept.
6.
Quale sarebbe la trama di un ipotetico film con Terminus
Ep come colonna sonora?
M: Difficile dirlo. Come regista ed estetica immagino il Ridley Scott
di “Alien”. Probabilmente sarebbe una storia di sopravvivenza, un
ritorno ai primordi della vita ma in un contesto di esplorazione
spaziale. Sarebbe un film dai pochi dialoghi, con lunghi piani
sequenza, in un ambiente ostile e terribile, ma incredibilmente
bello.
ALBERTO: immagino un'odissea spaziale, quasi kubrickiana, tempeste di
polvere e solitudine. Rocce, montagne, niente di più, un ambiente
scarno e lontanissimo.
7.
Siete un duo nuovo ma sia come critica che pubblico state ricevendo
una forte risposta positiva. Ve lo aspettavate?
Sinceramente no. Sappiamo di fare musica non proprio immediata, già
solo il fatto di aver fatto un disco quasi completamente strumentale
può tagliare fuori una grossa fetta degli ascoltatori. Siamo
soprattutto contenti del riscontro nei live, il pubblico reagisce
davvero bene e per noi è una cosa bellissima. Ne approfittiamo per
aprire una piccola parentesi: in Italia la musica live è
bistrattata, delegittimata, considerata un fastidio. Tutto ciò è
semplicemente vergognoso...la gente è affamata di musica, di
cultura, di arte e di socialità. Noi ce ne rendiamo conto quando
suoniamo in giro, e bisogna assolutamente sostenere tutti coloro che
ancora si spaccano la schiena per creare certi eventi. Per quanto
riguarda la critica fino ad ora è stata generosa con noi e ne siamo
davvero felici, speriamo di continuare su questa strada e di
migliorare in quelle cose in cui dobbiamo migliorare.
8.
Ora siete in fase promozionale dell'album; ci sono già brani pronti
per un ipotetico full-lenght?
Siamo più o meno a metà strada nella composizione del prossimo
disco. Questa volta sarà un album, prevediamo 8 brani nella scaletta
e quello che abbiamo fino ad ora ci piace tantissimo. Stiamo già
suonando cose nuove live e per ora sembrano rendere bene.
9.
Pensate di restare nelle tematiche sci-fi anche nei lavori futuri?
Il prossimo disco quasi sicuramente non avrà un concept dietro e non
ritornerà la tematica fantascientifica. Forse ci sarà il titolo di
un pezzo che può richiamare questi argomenti ma la cosa finisce lì.
Sarà un disco libero ed eterogeneo, anche perché non vogliamo
fossilizzarci su una cosa e portarla avanti per inerzia. Stiamo
cercando di fare un disco sincero, viscerale e molto di pancia, forse
più sperimentale e noise del primo. Vorremmo riuscire a infilare
anche qualche sonorità jazzcore qua e là ma è ancora da vedere.
Noi cerchiamo con umiltà di fare il nostro, quello che ci riesce
meglio e soprattutto quello che ci piace.
10.
Raccontateci gli ascolti musicali che stanno alla base della vostra
formula personale di math-noise rock.
M: io e Alberto abbiamo gusti molto diversi, il che è una ricchezza
enorme. Tuttavia spesso ci incontriamo a metà strada e abbiamo
ascolti in comune. Direi che come importanza per la nostra musica
sono da citare di certo gli Zu, Il Teatro degli Orrori, Zeus, Fuzz
Orchestra, The Mars Volta e tanti altri. Alberto viene dal mondo
metal ed ha portato alcuni elementi nel suo modo di suonare la
batteria, soprattutto nella “botta” diciamo.
A: anche secondo me band come gli Zu hanno avuto grande influenza,
personalmente ritrovo anche elementi nella ritmica che possono essere
riconducibili a gruppi che adoro come Tool, Primus, Meshuggah.
11.
E cosa state ascoltando in quest'ultimo periodo?
M:
ultimamente io sto ascoltando molto gli Swans, l'ultimo dei
Radiohead, Zu, Fuzz Orchestra, At The Drive-In, Oxbow. Sono anche un
appassionato di elettronica e sono letteralmente innamorato di James
Holden in questo periodo, mi fa impazzire. Adoro
poi Ben Frost, Tim Hecker, Burial, Jon Hopkins, Four Tet, Blanck Mass
e altri producer. Ho sempre detto che prima o
poi uscirò con un progetto elettronico, ho qualche cosa da parte ma
è ancora tutto in stallo e in fase embrionale, potrebbero volerci
anni, chissà.
A: in questo periodo ascolto spesso i Meshuggah, gli Zu, gruppi
emergenti italiani tipo i Cani dei Portici ed i Mood. Vorrei citare
anche i Mastodon, Nine Inch Nails, Tying Tiffany, Röyksopp,
moltissimo death metal (passione di famiglia) come Cattle
Decapitation, Criptopsy, Death, Coffin Surfer.
12.
E' appena stata pubblicata la nostra EmilyDuo
Compilation (qui)
dove comparite anche voi col brano Ares3.
Che effetto vi ha fatto il suo ascolto panoramico? Conoscevate già
tutti i duo chitarra-batteria della vostra regione?
La Emily Duo Compilation ci è piaciuta davvero tantissimo e per noi
è stato un piacere farne parte. Crediamo sia davvero un ottimo punto
di partenza per coloro che non conoscono i duo della regione, potendo
trovare una selezione davvero eterogenea e di altissima qualità.
Conoscevamo alcuni dei duo presenti, ad esempio gli amici Cani Dei
Portici e Legni Vecchi, i San Leo (il batterista Marco è autore
delle grafiche del nostro ep e delle nostre magliette), gli OvO e i
The Chicken Queens.
13.
Quali i power duo con i quali avete condiviso i palchi nella vostra
recente carriera live?
Fra
i duo con i quali abbiamo condiviso il palco ricordiamo con affetto
gli amici Cani Dei Portici. Abbiamo aperto il release party del loro
ultimo disco al Freakout Club di Bologna e resta ancora il miglior
concerto che abbiamo mai fatto, a livello di esecuzione, suoni,
atmosfera e pubblico. Abbiamo anche suonato un paio di volte assieme
ai Legni Vecchi, nel modenese, davvero bravi e imperdibili dal vivo.
A Fabriano abbiamo affiancato i GueRRRa (qui
l'articolo Edp su di loro), un gruppo math/jazzcore di Terni con il
quale abbiamo legato molto e che consigliamo a tutti quelli che amano
la follia sonora e i tempi dispari a raffica.
Siamo
alla fine ormai, vi lascio concludere...
Ringraziamo l'EDP e tutti quelli che ci mettono il loro tempo per l'intervista e le altre attività.
Ringraziamo l'EDP e tutti quelli che ci mettono il loro tempo per l'intervista e le altre attività.
Noi da qui fino a
settembre saremo in piena fase di composizione e non vediamo l'ora di
uscire con nuovo materiale. Un
saluto a tutti e grazie!
www.facebook.com/nadsatmusic
https://nadsat1.bandcamp.com/releases
www.youtube.com/channel/UC7gEpJUXFJqWtCHIgYPlAtg
DISCOGRAFIA
TERMINUS
EP 2016, Kaspar House (mathrock,
noise, strumentale, sperimentale)
1.Kepler-452B
2.Landing
3.Ares3
4.R.Romina
5.Eta Carinae
Qui lo ascolti https://nadsat1.bandcamp.com/releases
Qui la nostra recensione
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ad altre recensioni
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
electricduoproject@gmail.com
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