venerdì 15 luglio 2016

110. Il Cielo, lo Spazio e il Cosmo dei NADSAT


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EmilyDuo Compilation



INTRO
   Dopo la presentazione ufficiale dell'EmilyDuo compilation, il fortunato volume 3 delle compilation regionali Edp (evidentemente dedicata ai duo chitarra-batteria dell'Emilia Romagna e presentata nello scorso articolo), ritorniamo a parlare di band, presentandovi un duo proprio di questa regione. Come per altri duo trattati ultimamente (vedi i GLOBETROTTER o gli HYSM?DUO), ci troviamo di fronte a musica strumentale, in questo caso in chiave math-rock sperimentale. Vediamo quindi di scendere nei dettagli dei NADSAT...

BIOGRAFIA
   Libri e film di fantascienza, profondità dell'universo, sonde spaziali e pianeti lontani... queste le coordinate stellari del duo chitarra-batteria di recente formazione NADSAT, nato nel 2015 nella bassa bolognese, da due giovani ragazzi provenienti da Crevalcore e San Giovanni in Persiceto. I due in questione sono il chitarrista Michele Malaguti (1992), che si adopera anche ai campionamenti e in qualche rara occasione alla voce, e il collega batterista Alberto Balboni (1990).
   Studente-lavoratore il primo (Scienze Politiche -indirizzo Sviluppo e Cooperazione Internazionale) con all'attivo collaborazioni nel mondo degli eventi musicali e lavoratore il secondo, in realtà si conoscono da parecchio tempo avendo entrambi militato nella band altrock Il Salotto del Loto e facendo attualmente parte del trio noise Carneviva (mi giungono voci di un recentissimo scioglimento della band). Come si diceva, sono entrambi appassionati di opere fantascientifiche e lo si evince già a partire dal nome. Nadsat è infatti la lingua inventata dallo scrittore Anthony Burgess per far comunicare alcuni dei giovani personaggi del suo romanzo distopico A Clockwork Orange, il meglio noto, a livello nazionale, col titolo di Arancia Meccanica. Del resto ci sono altri duo che cercano ispirazione nello sci-fi e nell'insondabilità dello spazio infinito, così ricordiamo i lombardi GRAFTAGE (qui il nostro articolo di presentazione) e i loro corregionali HIBAGON. 
Terminus è il primo lavoro discografico della band, un Ep di cinque pezzi già però strutturato nella forma di concept album ed imperniato, guarda caso, su argomenti fantascientifici. La copertina, scura e vaga, ci ricorda la profondità della volta celeste ammirata da un pianeta lontano...
   Registrato con una qualità sorprendente, musicalmente parlando si muove tra il math rock e il noise, con soluzioni sperimentali prog e psichedeliche. Assolutamente interessante, è un'opera prima che sta riscuotendo successo sia nella critica che tra il pubblico, un inizio promettente quindi per un giovane duo che avrà ancora modo di sorprenderci...
   Rilasciato il 21 Marzo 2016, Terminus Ep è stato registrato, mixato e masterizzato al Sub Cave Studio di Bologna da Gianluca "Pecos" Grazioli. Nella traccia introduttiva "Kepler -452B" (Parte? Non parte? Ah ecco, sì, inizia...) compare la voce di Gianni Pedretti (Colloquio, Detour Doom Project -con lo stesso Michele Malaguti-, Neronoia) in formato spoken word: ci presenta l'atterraggio in un pianeta da colonizzare e ci ricorda la fragilità della Terra... L'artwork è ad opera di Inserirefloppino (il batterista di un altro duo chitarra-batteria emiliano, i postrock SAN LEO). Promosso da La Concertini di Musica Brutta di Simone Barra nonché distribuito e coprodotto da Kaspar House, ha avuto l'onore di comparire su Impatto Sonoro per l'anteprima in streaming.
   Detto questo spendiamo qualche parola sull'etichetta di supporto all'ep (già presentata in fase di analisi di altri duo), passiamo all'incontro diretto con Michele Malaguti e Alberto Balboni grazie all'intervista ai due, e infine al post successivo con la recensione a Terminus Ep ad opera del nostro collaboratore Danilo 'Damage' Peccerella del duo sperimentale beneventano Globetrotter.
   Come già dissero i Nadsat stessi: "La sonda è atterrata. Inizio delle trasmissioni..."


LABELS
Kaspar House ha sede a Eboli (SA) presso lo spazio autogestito Murotorto che condividono con altre realtà. Il fondatore dell'etichetta di produzione e distribuzione è Ferdinando Farro, il chitarrista del duo afro-punk MAYBE I'M, attualmente in stand by. In catalogo, oltre ad alcuni lavori dei Maybe I'm stessi, o dei JHATOR, nuovo duo di Ferdinando (chitarra e sax), troviamo anche l'album jazz-math-core Soprusi, opera prima per i GUERRA nella lineup a due (qui il nostro articolo su di loro). Non mancano alcune registrazioni degli HYSM?DUO, interessante e prolifica band tarantina di Rock In Opposition e Avant Rock fin dal 2006, loro stessi fondatori di un'etichetta dal ricchissimo ed originale catalogo, ai quali abbiamo dedicato un articolo anche di recente.



Presenti nella nostra EmilyDuo Compilation con il brano Ares3


INTERVISTA
1. Ciao Michele a Alberto, grazie per la presenza qui all'Edp. Raccontateci come vi siete conosciuti e come nascono i Nadsat.
Ci siamo conosciuti più o meno fra il 2010 e il 2011, iniziammo a suonare insieme nei Salotto Del Loto.

2. Perchè proprio un duo chitarra-batteria?
Era già da qualche tempo che parlavamo della possibilità di formare un duo, questa cosa affascinava entrambi. Di certo c'era la volontà di provare una formazione nuova per noi, ridotta all'osso ma al contempo molto versatile e libera.

3. Quali le vostre soluzioni tecniche per reggere la mancanza degli altri strumenti?
MICHELE: le soluzioni tecniche sono molto semplici e riguardano principalmente la chitarra. Utilizzo due amplificatori, uno da chitarra e uno da basso, ma il centro di tutto è l'Octaver. Questo pedale genera un'ottava bassa e grazie ai due output posso utilizzare i due amplificatori in maniera combinata, con la sola ottava bassa generata dall'effetto che suona nell'amplificatore da basso. Sembra una cosa astrusa detta così ma è molto intuitivo e davvero semplice. Ovviamente abbiamo ricercato un suono che ci permettesse di avere la resa migliore possibile dal vivo.

4. A partire dal nome della band fino a quello del vostro Ep di debutto, fate riferimento alla letteratura e cinematografia fantascientifica. Come mai questa decisione di trasportare in musica una passione completamente diversa?
Crediamo che questa decisione sia dovuta al “salto nel buio” in cui ci siamo lanciati con questa formazione e questo progetto. Siamo sempre stati affascinati dall'esplorazione spaziale e di conseguenza dalla fantascienza. Crediamo che riflettano l'essenza profonda e inconscia del genere umano: noi siamo e saremo sempre degli esploratori, dei viaggiatori. La curiosità è la più importante e potente spinta dell'umanità: ogni grande o piccola conquista parte da lì. Inoltre la fantascienza, quella fatta bene, ha implicazioni esistenziali e sociologiche incredibili. Pensiamo ad esempio a “Blade Runner”, o alle opere di Asimov, a Kubrick, a Dick e Burgess. C'è veramente di tutto: la sopravvivenza, il concetto di Io e di volontà di vivere, l'esistenzialismo, l'ignoto, la riflessione sociologica e sul futuro, il rapporto fra intelligenza artificiale ed esseri umani.

5. Terminus è diviso in cinque tracce molte delle quali portano titoli ispirati al cosmo (sonde, stelle, pianeti). Nel caso di un concept album strumentale come questo, avevate già in mente degli argomenti specifici da trasportare in musica oppure è la musica che nasce in sala prove ad ispirare i titoli alla fine?
Per quanto riguarda il nostro Ep è difficile dire se sia nata prima la musica o il concept. Crediamo che già dalla composizione del primo pezzo qualcosa fosse nell'aria, semplicemente le due cose si sono evolute insieme sullo stesso binario. La scelta dei titoli, della grafica e dei campionamenti ha fatto il resto e ha delineato meglio il concept.

6. Quale sarebbe la trama di un ipotetico film con Terminus Ep come colonna sonora?
M: Difficile dirlo. Come regista ed estetica immagino il Ridley Scott di “Alien”. Probabilmente sarebbe una storia di sopravvivenza, un ritorno ai primordi della vita ma in un contesto di esplorazione spaziale. Sarebbe un film dai pochi dialoghi, con lunghi piani sequenza, in un ambiente ostile e terribile, ma incredibilmente bello.
ALBERTO: immagino un'odissea spaziale, quasi kubrickiana, tempeste di polvere e solitudine. Rocce, montagne, niente di più, un ambiente scarno e lontanissimo.

7. Siete un duo nuovo ma sia come critica che pubblico state ricevendo una forte risposta positiva. Ve lo aspettavate?
Sinceramente no. Sappiamo di fare musica non proprio immediata, già solo il fatto di aver fatto un disco quasi completamente strumentale può tagliare fuori una grossa fetta degli ascoltatori. Siamo soprattutto contenti del riscontro nei live, il pubblico reagisce davvero bene e per noi è una cosa bellissima. Ne approfittiamo per aprire una piccola parentesi: in Italia la musica live è bistrattata, delegittimata, considerata un fastidio. Tutto ciò è semplicemente vergognoso...la gente è affamata di musica, di cultura, di arte e di socialità. Noi ce ne rendiamo conto quando suoniamo in giro, e bisogna assolutamente sostenere tutti coloro che ancora si spaccano la schiena per creare certi eventi. Per quanto riguarda la critica fino ad ora è stata generosa con noi e ne siamo davvero felici, speriamo di continuare su questa strada e di migliorare in quelle cose in cui dobbiamo migliorare.

8. Ora siete in fase promozionale dell'album; ci sono già brani pronti per un ipotetico full-lenght?
Siamo più o meno a metà strada nella composizione del prossimo disco. Questa volta sarà un album, prevediamo 8 brani nella scaletta e quello che abbiamo fino ad ora ci piace tantissimo. Stiamo già suonando cose nuove live e per ora sembrano rendere bene.

9. Pensate di restare nelle tematiche sci-fi anche nei lavori futuri?
Il prossimo disco quasi sicuramente non avrà un concept dietro e non ritornerà la tematica fantascientifica. Forse ci sarà il titolo di un pezzo che può richiamare questi argomenti ma la cosa finisce lì. Sarà un disco libero ed eterogeneo, anche perché non vogliamo fossilizzarci su una cosa e portarla avanti per inerzia. Stiamo cercando di fare un disco sincero, viscerale e molto di pancia, forse più sperimentale e noise del primo. Vorremmo riuscire a infilare anche qualche sonorità jazzcore qua e là ma è ancora da vedere. Noi cerchiamo con umiltà di fare il nostro, quello che ci riesce meglio e soprattutto quello che ci piace.

10. Raccontateci gli ascolti musicali che stanno alla base della vostra formula personale di math-noise rock.
M: io e Alberto abbiamo gusti molto diversi, il che è una ricchezza enorme. Tuttavia spesso ci incontriamo a metà strada e abbiamo ascolti in comune. Direi che come importanza per la nostra musica sono da citare di certo gli Zu, Il Teatro degli Orrori, Zeus, Fuzz Orchestra, The Mars Volta e tanti altri. Alberto viene dal mondo metal ed ha portato alcuni elementi nel suo modo di suonare la batteria, soprattutto nella “botta” diciamo.
A: anche secondo me band come gli Zu hanno avuto grande influenza, personalmente ritrovo anche elementi nella ritmica che possono essere riconducibili a gruppi che adoro come Tool, Primus, Meshuggah.

11. E cosa state ascoltando in quest'ultimo periodo?
M: ultimamente io sto ascoltando molto gli Swans, l'ultimo dei Radiohead, Zu, Fuzz Orchestra, At The Drive-In, Oxbow. Sono anche un appassionato di elettronica e sono letteralmente innamorato di James Holden in questo periodo, mi fa impazzire. Adoro poi Ben Frost, Tim Hecker, Burial, Jon Hopkins, Four Tet, Blanck Mass e altri producer. Ho sempre detto che prima o poi uscirò con un progetto elettronico, ho qualche cosa da parte ma è ancora tutto in stallo e in fase embrionale, potrebbero volerci anni, chissà.
A: in questo periodo ascolto spesso i Meshuggah, gli Zu, gruppi emergenti italiani tipo i Cani dei Portici ed i Mood. Vorrei citare anche i Mastodon, Nine Inch Nails, Tying Tiffany, Röyksopp, moltissimo death metal (passione di famiglia) come Cattle Decapitation, Criptopsy, Death, Coffin Surfer.

12. E' appena stata pubblicata la nostra EmilyDuo Compilation (qui) dove comparite anche voi col brano Ares3. Che effetto vi ha fatto il suo ascolto panoramico? Conoscevate già tutti i duo chitarra-batteria della vostra regione?
La Emily Duo Compilation ci è piaciuta davvero tantissimo e per noi è stato un piacere farne parte. Crediamo sia davvero un ottimo punto di partenza per coloro che non conoscono i duo della regione, potendo trovare una selezione davvero eterogenea e di altissima qualità. Conoscevamo alcuni dei duo presenti, ad esempio gli amici Cani Dei Portici e Legni Vecchi, i San Leo (il batterista Marco è autore delle grafiche del nostro ep e delle nostre magliette), gli OvO e i The Chicken Queens.

13. Quali i power duo con i quali avete condiviso i palchi nella vostra recente carriera live?
Fra i duo con i quali abbiamo condiviso il palco ricordiamo con affetto gli amici Cani Dei Portici. Abbiamo aperto il release party del loro ultimo disco al Freakout Club di Bologna e resta ancora il miglior concerto che abbiamo mai fatto, a livello di esecuzione, suoni, atmosfera e pubblico. Abbiamo anche suonato un paio di volte assieme ai Legni Vecchi, nel modenese, davvero bravi e imperdibili dal vivo. A Fabriano abbiamo affiancato i GueRRRa (qui l'articolo Edp su di loro), un gruppo math/jazzcore di Terni con il quale abbiamo legato molto e che consigliamo a tutti quelli che amano la follia sonora e i tempi dispari a raffica.

Siamo alla fine ormai, vi lascio concludere...
Ringraziamo l'EDP e tutti quelli che ci mettono il loro tempo per l'intervista e le altre attività.
Noi da qui fino a settembre saremo in piena fase di composizione e non vediamo l'ora di uscire con nuovo materiale. Un saluto a tutti e grazie!

www.facebook.com/nadsatmusic
https://nadsat1.bandcamp.com/releases
www.youtube.com/channel/UC7gEpJUXFJqWtCHIgYPlAtg


DISCOGRAFIA
TERMINUS EP 2016, Kaspar House (mathrock, noise, strumentale, sperimentale)

1.Kepler-452B 
2.Landing 
3.Ares3 
4.R.Romina 
5.Eta Carinae


Qui la nostra recensione


Link ad altre recensioni


Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle
electricduoproject@gmail.com

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