venerdì 15 luglio 2016

111. RECENSIONE30: Terminus Ep by Nadsat




   Quello di oggi è un duo nuovo, formato nel 2015 nella bassa bolognese. I fondatori: Michele Malaguti e Alberto Balboni, rispettivamente chitarra elettrica e batteria. Il lavoro discografico: Terminus Ep.
   Entrambi amanti della letteratura e cinematografia fantascientifica, trasportano questa loro passione all'interno del progetto musicale che, dal nome della band NADSAT (lingua inventata dallo scrittore Anthony Burgess nel suo Arancia Meccanica) fino ai titoli dei loro brani, ricalcano terminologia ed eventi provenienti dal Cielo, dallo Spazio e da ipotetici mondi futuri. L'Ep Terminus risulta così un concept album imperniato intorno a questo argomento.
   I brani sono per lo più strumentali, a parte il finale -brevi strofe cantate dallo stesso Michele- e la traccia iniziale che, come un intro, ci prepara alle sonorità intergalattiche proposte dai due. La voce di Gianni Pedretti (collega di Michele nella band Detour Doom Project) con spoken word ci ricorda la fragilità della Terra mentre si atterra in un altro pianeta da conolizzare... Si tratta di cinque pezzi per una ventina di minuti abbondanti di musica nei generi math rock e noise, impreziositi da interventi prog e psichedelici.
   Magistralmente registrato al SubCave Studio di Bologna da Gianluca "Pecos" Grazioli è stato pubblicato il 21 Marzo 2016 e distribuito e coprodotto da Kaspar House. L'artwork è ad opera di Inserirefloppino (il batterista Marco Migani del duo corregionale San Leo) ed è seguito dall'Ufficio Stampa La Concertini di Musica Brutta.
   Per tutti i dettagli sulla band e per l'intervista ai due, rimando al nostro articolo di presentazione ai Nadsat (qui).


Ascolto integrale di Terminus Ep

Contatti:
www.facebook.com/nadsatmusic
www.nadsat1.bandcamp.com/releases
www.youtube.com/channel/UC7gEpJUXFJqWtCHIgYPlAtg
Booking: nadsat.band@gmail.com



TERMINUS EP

1.Kepler-452B
2.Landing
3.Ares3 (presente nella nostra EmilyDuo Compilation)
4.R.Romina
5.Eta Carinae



RECENSIONE
NADSAT
TERMINUS EP (Autoprodotto/Kaspar House 2016)
Genere: math rock, noise, strumentale, sperimentale.
Voto: 6,5/10

Ecco che, direttamente da Bologna, mi capitano per le mani questi NADSAT, duo Noise/Math-Rock formato da Michele Malaguti (Chitarra, Sample,Voci, Concept) e Alberto Balboni (Batteria, Concept).
Il disco in questione è il loro primo lavoro, un EP di 5 tracce, della durata complessiva di circa 21 minuti e totalmente strumentale, eccezion fatta per le tracce 1 e 5. Ispirato da opere cine-letterarie fantascientifiche e da tutto ciò che concerne i fenomeni universali, ha come concetto i curiosi dilemmi dell’uomo che sgomento, ad ogni alzata di sguardo verso il cielo, si chiede il perché dell’esistenza di questo ignoto che lo circonda.

Si parte con ‘Kepler-452b’, intro dalle atmosfere claustrofobiche, con un insert vocale in italiano parlato da Gianni Pedretti (Colloquio, Detour Doom Project, Neronoia). Il brano scorre bene ed introduce, in un andamento dal vago sapore Doom, ‘Landing’. Questa seconda traccia già fa capire le “cattive” intenzioni del duo, orientato sulla possenza e sul groove. Il tempo di immedesimarmi e ‘Landing’ è già alla fine (al minuto 3.31 odo un miagolio, e non è un mio problema neuronale. Provare per credere!). Segue ‘Ares 3’, rapida nell’esecuzione e chirurgica come un bisturi, fino al finale lento e roccioso. Come se non bastasse, la successiva ‘R.Romina’, è introdotta da una interessante scarica di batteria che porta ad un’apertura quasi Psycho/Punkabilly che ben presto lascia spazio, a metà brano, ad atmosfere sulfuree da Sludge, per tornare alla psicosi iniziale. Si chiude in bellezza, con ‘Eta Carinae’. Con i suoi 6’16’’, è il brano più lungo del disco. Nonostante ciò, la ricchezza di suoni e le variazioni ritmiche ben studiate, lo rendono fluido e non noioso. A circa 3’55’’ c’è una parte cantata, che porta il tutto ad un delirio ritmico e ad una chiusura, così come l’apertura, che viaggia tra spazio e orbite.
Insomma, davvero un bel lavoro, questo ‘Terminus EP’. Ben pensato, ben realizzato e senza troppi fronzoli. Come dicevo, sono circa 21 minuti al servizio di rumori ben congegnati, suoni al limite della neo-psichedelia e ritmiche all’insegna del groove. Un buon inizio, per un duo che potrebbe benissimo guardare al cielo e viaggiare proprio in quegli orizzonti e spazi sconfinati, a cui si ispira.

Danilo 'Damage' Peccerella







Articolo ad opera di Giusy Elle

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