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INTRO
Il 2016 è iniziato con una spiacevole
sorpresa: da un giorno all'altro RockGarage Radio, all'interno
della quale curavamo una rubrica di duo Edp ogni due settimane, ha
improvvisamente chiuso i battenti. Di fronte all'esosa richiesta di
pagamento per la trasmissione, da parte della Siae, gli organizzatori
hanno deciso di declinare... ritenevano ingiusta la somma per loro
che, progetto senza fini di lucro, trasmettevano un podcast diffuso
da altri emittenti... (qui l'articolo
della collaborazione con tutti i motivi della chiusura). Ci siamo
trovati così senza duo "on air" dopo questa piacevole
esperienza con il progetto radio di RockGarage e ci siamo perciò
subito attivati per coprire la lacuna. Radio ce n'è tante, sul web,
ma a noi piace sempre dare priorità a chi di duo se ne intende, se
non addirittura a chi suona direttamente in una band di questa
line-up, così, memori di una collaborazione già imbastita ma mai
sviluppata, abbiamo contattato nuovamente Livia Monteleone, la
polistrumentista pugliese da molti anni residente negli States,
compare di Bob Cillo nel duo DIRTY TRAINLOAD negli anni 2009-2011
(qui il nostro articolo a loro
dedicato). Livia, da squisita persona che si è sempre dimostrata, ha
rinnovato la sua disponibilità per la collaborazione proposta,
questa volta in maniera definitiva. Si trattava soltanto di attendere
una nuova sede per Free Radio Santa Cruz che, da storica radio pirata
degli States, deve ripetutamente cambiare la base d'appoggio per
sopravvivere... Nel frattempo siamo arrivati alla pubblicazione della
EmilyDuo Compilation (qui), molto
apprezzata da Livia, che per il riavvio del suo programma ha deciso
proprio di iniziare da qui, presentando l'Edp in generale e
scegliendo 4 brani dalla suddetta compilation (ecco il podcast della prima puntata). Il frutto dell'unione di oggi porterà poi
molti altri dei power duo italiani ad essere trasmessi via radio nei
prossimi mesi, niente meno che in California!L'emittente: FREE RADIO SANTA CRUZ, 101.3fm (e in streaming al sito della radio); il programma: "Music in the Mail" in onda ogni venerdì ore 18.00; la presentatrice: Kipli Dj...
Ma procediamo con ordine andando a presentare questo splendido personaggio che è Livia Monteleone...
BIOGRAFIA
Dietro lo pseudonimo Kipli troviamo un volto già noto, qui
all'EDP: Livia Monteleone del duo Dirty Trainload.
Livia nasce in Italia (Genova, 1954, ma cresce a Bari), scopre
il mondo del rock psichedelico e del punk britannico grazie al
fratello maggiore e già a 18 anni abbandona la
famiglia per farsi un po' di esperienza di vita. Fermatasi infine a
Roma per sei anni studia per un po' lingue straniere all'univeristà,
canto lirico, improvvisazione vocale e jazz. Suonava già un po' di
chitarra quando un incontro con un trio di buskers stranieri le apre
gli occhi nei confornti di una realtà ancor più affascinante,
quella di musicista vagabondo... Erano gli ultimi anni '80 e dopo un
periodo di 'immersione profonda' nel mondo degli street
performers e uno studio forsennato di
accordi jazz sulla chitarra, partì anche lei all'avventura per un
lungo periodo, a cavallo della propria moto. Un'esperienza di vita
che la mette in contatto con tanti splendidi personaggi underground:
musicisti, artisti, giocolieri, performers
di ogni tipo, e anche molti artigiani di talento. Dopo più di un
anno di avventure 'on the road', passato viaggiando come street
musician in Europa, grazie ad un amico
sassofonista approda infine in California, a Santa Cruz, città da
sempre nido di idee nuove e ribelli, comunità attiva nei campi
dell'arte e della musica, patria per chi si batte per l'ecologia, la
salute, la vita alternativa e spirituale. Qui suona dapprima nel
mondo del jazz, poi, imbracciata una chitarra elettrica, dà vita ad
un paio di band che producono i suoi pezzi in stile funk-rock. Tra
tutti i progetti con cui collabora il suo preferito resta comunque il
duo Dirty Trainload con il quale ha suonato per un paio di anni e
co-scritto l'album "Trashtown" (2011, Otium-CNI). Livia ha
anche una professione in mano, quella artigianale di vetraia, e
nell'arco di vent'anni sono molte le opere grandiose in vetro
piombato che nascono dalle sue mani, grandi progetti per privati,
chiese ed opere pubbliche. Purtroppo un incidente con la sua moto la
costringe all'inoperosità e causa i molteplici interventi a cui
viene sottoposta è costretta ad abbandonare ogni progetto musicale e
lavorativo. E' in questo periodo che la sua vita prende una svolta
nuova. Inizia a frequentare Free Radio Santa Cruz (FRSC) come ospite
nel programma di un amico, familiarizzando con la stazione
indipendente e progettando infine il suo programma personale.
Free Radio Santa Cruz nasce nel 1995 e si
tratta di una vera e propria radio pirata, ebbene sì, proprio una
radio pirata! ma con delle caratteristiche peculiari: una delle
uniche negli States ad essere sopravvisuta per così tanti anni
(citata anche da Wikipedia in una lista
di radio pirata storiche) e nata nella comunità per la comunità, tanto da essere da questa
adorata e rispettata. Nel 2010 riceve perfino una targa di
riconoscimento niente meno che dal sindaco stesso di Santa Cruz! Tale
Mike Rotkin... Il film "I Love Radio Rock" del 2009 del
resto, che glorifica una radio pirata inglese degli anni '60,
contribuì molto a dare maggior notorietà e rispetto a queste
tipologie di realtà (qui il trailer).
Con studio e locazione dell'antenna
ovviamente clandestini, da 20 anni è sì on air senza permessi nè
pagamenti ma anche senza pubblicità e under-writers essendo
portata avanti dalle donazioni della comunità e dai programmatori
stessi che si auto-finanziano e auto-gestiscono. Il
broadcast è sempre presente, 24 ore al giorno, ogni giorno, in sfida
alle regole federali; vanno in onda per protestare contro il
controllo delle onde radio e per produrre e far ascoltare una
diversità di programmi non offerti nelle stazioni radio comunemente
controllate dalle corporazioni federali. FRSC è inoltre parte di un
crescente movimento di micro-radio, che supporta il lavoro di media
indipendenti e altre stazioni radio pirata e non commerciali.
E' muovendosi tra questi studi che nota una miriade di cd, ancora
nel loro involucro, prender polvere sugli scaffali... erano album
spediti all'emittente da musicisti come lei, da band desiderose di un
ascolto, un passaggio radio e che invece giacevano totalmente
abbandonati nel dimenticatoio! Nello spirito DIY della radio si
prende l'impegno di ascoltarli e catalogarli scoprendo, nel contempo,
delle produzioni molto interessanti, dei piccoli capolavori... ecco
allora l'idea di aggiungere un programma al palinsesto della radio,
un intervento periodico che potesse dar luce e merito a tutte queste
realtà sconosciute dell'underground che inviavano il loro materiale
alla radio. Era il Marzo del 2014 e nasceva il programma radiofonico
"Music in the Mail" programmato e condotto dalla nostra
Livia, in arte Kipli. Col tempo le cose si sono evolute ed ora è
Livia stessa a cercare attivamente band interessanti da proporre al
proprio pubblico o a farsi inviare materiale nella propria casella
postale (da cui il nome del programma). Non si limita ad un genere
specifico, anzi, il suo spettro musicale è vario e comprende stili
tra i più disparati, l'importante è che ci sia qualcosa di nuovo e
originale da proporre.Nel programma si trasmettono alcuni brani delle band selezionate e di alcune si passa ad un vero e proprio approfondimento con presentazione e intervista telefonica. Duo vari sono già comparsi in programma grazie all'attenzione di Livia per questa line-up, e perfino la sua prima puntata, quasi per caso, si incentra su questa formazione. Vengono inoltre presentate altre realtà musicali, come etichette indipendenti di particolare interesse con le quali Kipli ha deciso di collaborare. E' in questo spirito di collaborazione e semplice desiderio di informazione che nasce il rapporto tra Music in the Mail e EDP. Di tanto in tanto Livia selezionerà alcuni power duo italiani chitarra-batteria dalla nostra Community presentandoli infine tramite i canali del suo programma radiofonico. Un altro servizio, tra quelli già attivi, che aggiungiamo ai nostri duo italiani e nel contempo un canale internazionale per la diffusione del fenomeno power duo e dell'operato dell'EDP. Sarà nostra cura aggiornare il link qui di seguito con tutti gli interventi radiofonici a noi dedicati.
Lieti di accrescere le modalità di diffusione dell'EDP, passiamo ora ad un incontro diretto con Livia Monteleone che ci presenterà il suo concetto di informazione musicale, la sua visione politica della vita, la sua dedizione e servizio per la comunità e molto altro ancora. Un'intervista lunga e approfondita per una persona che merita davvero!
Ascolto in streaming www.freakradio.org
Broadcast delle puntate www.mixcloud.com/kipli
"I Love Radio Rock" trailer del film https://www.youtube.com/watch?v=qX1SSiFWF-s
INTERVISTA
1.Ciao
Livia, lieta di presentare finalmente la nostra collaborazione
musicale! Tra il tuo programma radiofonico "Music in the Mail"
e la realtà EDP. Dimmi, in che misura hai considerato interessante
il nostro Progetto italiano?
Penso
che qualsiasi iniziativa che aiuti il network del mondo musicale sia
importante, necessario!
Mettere
in luce il lavoro di un'artista, o di una band, che meritano
attenzione, è certo una cosa utilissima, soprattutto per un universo
sonoro che gravita lontano dal mainstream.
Finire con più di uno
strumento, e spesso suonando contemporaneamente più strumenti di
quanto sia saggio fare, è stata un po' una sorpresa sviluppatasi
lentamente... un ossimoro. Da sempre la mia strada si è
sviluppata con una chitarra. Imparavo vagando fra le acque di
diversi stili, mano a mano, fra l'altro invidiando e desiderando
spesso lo strumento altrui!
Con le mie bands ero
sempre alla chitarra ritmica, ma scrivevo spesso i riffs o le linee
di basso. Arrivata alle soglie del vagone di blues dei Dirty
Trainload, con quella locomotiva inarrestabile di Bob Cillo alla
chitarra... non c' era da pensarci due volte: a parte la mia funzione
principale, la voce, dovevo sostenere e partecipare al suono che
volevamo raggiungere con i pezzi che scrivevamo. Un suono sporco,
immediato, diretto, 'in your face'. Ho cominciato con un voice
effect dai 10000 settings (!) e un set up di batteria un po' ispirato
ad uno dei miei duo preferiti!! ...si chiamavano Restavrant e
ora Snakearm, check them out. Grancassa e charleston con
giocattoli vari fissati al floor tom e pentolame vario appeso intorno
a me. Ho provato e riprovato e son riuscita a cavalcare il mulo
testardo dell'one-man-band, suonando un banjo tenore o un'armonica,
mentre marcavo il tempo. Poi si è aggiunto un'occasionale
presenza della chitarra baritona, finendo con avere appunti su quali
strumenti dovevo suonare per i diversi pezzi, tanto era il girotondo
immane!
3. Come hai deciso in così giovane età di
abbbandonare tutto e tutti per una vita musicale all'avventura in
giro per il mondo?
Ho
sempre avuto la sensazione, o meglio, la consapevolezza, chiara e
limpida, che questa vita è la mia opportunità all'esistenza. Non ho
pazienza per 'itinerari dovuti'. L'università, formar famiglia, il
'lavoro' proficuo, o sicuro... chi se ne frega. Ho da sempre voluto
esplorare e sperimentare, imparare quanto più posso, ciò che mi
importa, e a modo mio. Viaggiare soddisfa una enorme parte di questi
bisogni, la musica un'altra.
4. Quali i ricordi belli di quel periodo e
quali le difficoltà?
Ricordi
magici: suonare con gente con cui non puoi parlare la stessa lingua.
Capirsi a gesti, e poi incontrarsi in pieno fra le note.
Le
difficoltà: la povertà ti limita certo i movimenti! C'è parecchio
che non ho potuto fare... non ne ho avuto i mezzi. Ma ho fatto molto,
moltissimo... con ben poco in tasca. Ho anche dovuto vivere la
diffidenza di persone di vedute limitate e cultura un po' chiusa, non
abituate a vedere una ragazza che viaggia da sola in moto (non ne ho
incontrata un'altra, di donne in moto, negli anni '80... in tutta
Europa!), o con il mio stile di vita 'on the road'.
5. Come sei approdata infine a Santa Cruz,
California?
Mi
son trasferita a Santa Cruz al seguito di un amico sassofonista
californiano, col quale avevo scorrazzato un po' in moto per
l'Europa e l'Africa. Ho sempre vissuto in grandi città, e volevo una vita 'in
the country', ma non lontana da quegli elementi culturali che per me
sono importanti. Santa Cruz, ad un'ora di auto a sud di San
Francisco, una città piccola e decentrata, culla della cultura
Hippie, centro di una università ed un college, patria del surf,
dello skateboard, della mountain bike, del rock psichedelico, della
lotta per la Marjuana legalizzata, mi calzò a pennello.
6.
Oltre che polistrumentista non hai nemmeno barriere di genere
musicale, com'è suonare in ambienti jazzistici e poi fondare rock
bands?
Ognuno
ha la propria crescita, e a volte sembra un pò una metamorfosi.
Non
ho avuto nè una guida, nè una persona fidata a cui affidarmi o con
cui confidarmi. Se come ascoltatrice il mio mondo era popolato dal
rock ed il blues sin da giovanissima, come cantante e chitarrista non
sapevo come svilupparmi. Ed ero solissima. Non rinnego nulla, tutto
mi è servito, e molto. Siamo tutti il prodotto di ciò che abbiamo
fatto, ed io sono contentissima del mio fardello del passato. Devo
dire che mi ha aiutato tremendamente a crescere. Certo è che non mi
interessa per niente esprimermi con sofisticati 'scat' o frasistica
jazz, o far sentire i miei acuti da alto soprano. Mi interessa
colpire il cuore del concetto, far vibrare le corde che contano,
raggiungere il bulls-eye del target sonoro ed emotivo con quello che
propongo con la musica e le parole. ...E divertirmi!
E
come ho notato poi fra tanti bravissimi musicisti, l'apertura a
diverse forme espressive del suono è una conseguenza naturale di chi
ha curiosità ed apertura mentale, culturale. Se ti trincei dietro al
tuo punk rock o il tuo garage blues, o la tua musica elettronica in
modo esclusivo, perdi un cosmo di meraviglie. Questo comunque non
significa che non hai dei filtri. Anzi. Penso di avere dei filtri a
tripla trama. Solo il fior fiore, per Music in the Mail!
7. In seguito al tuo incidente in moto la tua
vita è cambiata. Ha subito uno stop e una svolta, ci vuoi parlare di
quell'esperienza?
Hhhhmmm...
no. Scherzo... Che dire, un giorno sei lì a due passi dal tuo tour
con Bob Cillo, una sfilza di pezzi nuovi bollenti, date in tutta
Europa, ed il giorno dopo ti han detto che son passate 2 settimane, e
che non sei morta e che fra qualche mese potrai perfino camminare...
La mia comunità di amici si è riunita intorno a me, e mi ha aiutato
per un anno intero (Bob incluso!), dividendosi il calendario per
occuparsi di me. Sedia a rotelle, droghe pesanti, un sacco di
operazioni. Quattro anni tosti tosti.
Sono
la stessa persona, ora, nessuna epifania spirituale, ma son piena di
gratitudine verso i miei amici e la mia famiglia, ho una gran voglia
di vivere, una gran gioia, desiderio di fare mille cose, aiutare
quanto più posso la mia comunità, e non ho paura di nulla. No,
manco di risalire su una moto...
8. Free Radio Santa Cruz è una delle realtà
che hai incontrato in questo nuovo percorso: descrivici lo spirito
dell'emittente, i suoi scopi e la sua difficoltà nel portare avanti
i propri intenti.
FRSC
è una radio pirata da lunga data, fin dal 1995, e una delle poche ad
aver sopravvissuto così a lungo. Alcuni dei fondatori
sono ancora fra noi, nel collettivo, e son davvero personaggi
incredibili, dei militanti delle airwaves.
Nel collettivo siamo tutti volontari, e ci auto-tassiamo per
provvedere alle spese. A volte organizziamo eventi fund-raisers,
e comunque siamo sempre 'in rosso'.
Ogni giorno ci sarebbe il rischio che la polizia si presenti con un
mandato di perquisizione e che si chiuda tutto. Ma non succede da
molti anni. Successe forse tre volte, da quanto ho sentito, di certo
negli anni '90. Invece la comunità ama Free Radio Santa Cruz, e la
sostiene.
Spesso
invece dobbiamo cambiare la sede dell'antenna, quella infatti è la
parte “pirata” (come riproposto nel logo) più visibile e fragile
di questo enterprise.
A volte abbiamo dovuto cambiare la locazione nel giro di due
settimane! Ci vuole molta pazienza, aiuto di un bel gruppo di gente,
pick ups grandi, e l'intervento di un paio dei nostri 'ingegneri' per
dirigere tutto il lavoro. Ovvio, ci vuole anche un nuovo 'pirata' che
abbia fegato ed un posto adatto di sua proprietà da offrire per
l'antenna. Proprio di recente abbiamo avuto uno stop causa fase di
trasferimento. Questo quindi è un enterprise
totalmente illegale ma noi ne andiamo fieri!
Andiamo in onda per protestare il controllo delle onde radio, per
portare controllo e responsabilità locale alla comunità dei media,
per produrre e mandare in onda una diversità di programmi che
comunemente non vengono proposti nelle stazioni radio controllate dal
potere delle corporazioni. L'FFC (Federal Communications Commission),
si occupa del regolamento delle onde radio nell'interesse pubblico ma
noi crediamo che abbia fallito in questo incarico dimostrandosi
invece controllato da interessi monetari.
9. Muovendoti tra l'Italia e gli States, tua
seconda patria, hai una prospettiva ampia e realistica delle realtà
musicali nei due Paesi. Inoltre come hostess di un programma
radiofonico per realtà underground sei la persona più adatta a
rispondere a queste domande: come ci descriveresti il panorama
musicale underground negli States? Le giovani band d'Oltreoceano
incappano nelle nostre stesse difficoltà per emergere dal Mare
Magnum dell'anonimato?
Ho
il sospetto che il panorama musicale underground ovunque assuma
diversi aspetti, forme, rilevanze, ricezione, in modo immediato,
imprevedibile. Tutto può cambiare nel giro di poco tempo.
Da
diciottenne ho lasciato Bari che non aveva che un debole battito
cardiaco per quanto riguarda una cultura musicale underground. Ora
l'intera Puglia mi sa dà parecchi punti alla mia Santa Cruz, alla
lunga. Ho imparato che non è più prevedibile come una volta: ci si
aspettava le chicche a New York, San Francisco, Los Angeles, Seattle.
Ora ci sono artisti fuori dall'ordinario dove meno te li aspetti, e a
volte se son più di due, creano una corrente già lì, nel buco di
Timbuktu.
Il
crollo del muro di Berlino come sappiamo ha creato una geografia
culturale diversa, che negli ultimi due decenni ha maturato panorami
musicali nuovi, pieni di energia, rinvigoriti da nuove influenze.
Il
crollo del monopolio delle case discografiche ha cambiato la
situazione per la produzione, e lo sviluppo a macchia d'olio dei
forum internet ha modificato il consumo. Al di fuori del noioso
mainstream la gestione è sempre più in mano agli stessi artisti, il
potere è decentrato. E` un bellissimo periodo, secondo me. Un
pullulare di talento, di forme espressive diversissime, e non ci sono
confini. Dalla 'mia' West Coast al Giappone (questo il territorio
'coperto' fin ora dal mio programma) trovi bellissima musica, artisti
che meritano attenzione.
Le
difficoltà sono un pò le stesse dappertutto, immagino. A
condizioni simili, simili problemi.
Nelle
città più grandi o venues popolari è più difficile ottenere gigs,
pagano poco e magari devi garantire un certo numero di pubblico, a
meno che tu non abbia un nome abbastanza conosciuto che da sè
garantisce quel tipo di richiesta. Bands organizzano tours
affidandosi all'entusiasmo e all'appoggio 'concreto' dei loro
sostenitori.
Io
stessa ospito intere bands a casa mia quando passano a suonare per
Santa Cruz!
Nel
Mare Magnum dell'anonimato nuota la maggior parte di noi musicisti,
su tutto il pianeta, e si arriva sulla spiaggia una bracciata alla
volta, con molto lavoro, con dedizione, molti gigs.
Dovremmo
sostenere e promuovere tutte quelle piccole realtà ed iniziative che
ospitano eventi artistici fuori dal mainstream. Quelle sono le culle
del successo. Di tutti noi.
...“Music
in the Mail”: il concetto iniziale era che io suonassi pezzi scelti
dai cd che riceveva la radio. Ora le cose si sono evolute ed io
stessa sono molto attiva nel cercare bands interessanti da proporre
alla mia audience.
Ovvio
le mie scelte sono dettate soprattutto dal mio gusto che però, col
tempo, si è evoluto in direzioni diverse, con interesse sempre
crescente verso musica fuori dall'ordinario, dal prevedibile. Musica
fuori dal canone 'canzone', musica che spinge i confini del cervello.
Detto ciò apprezzo anche la tradizione, se fatta bene e con
personalità. Insomma, il mio gusto spazia a 360 gradi, ma ho un
filtro a trama fitta. Non per questo ho uno spettro musicale
limitato, anzi, i generi e le bands che propongo sono fra i più
disparati. Ciò che conta per me, è che siano interessanti, che
propongano qualcosa che sia completamente fuori dagli 'stampini
musicali' che ammorbano l'universo e che eseguano bene quel che
vogliono suonare.
11. Hai all'attivo collaborazioni anche con
case discografiche interessanti e particolari, cosa ci dici al
proposito?
Ho
cominciato -e continuato- soprattutto con contatti diretti con le
bands, aiutata un po' dal fatto che già conoscevo alcuni gruppi e
persone. Bob Cillo, con tutti i suoi numerosi contatti con gente
splendida, che apprezza da tempo Dirty Trainload, mi ha dato più che
una mano, mi ha dato tutto un braccio!
Ma
se vogliamo parlare di case discografiche... please! Fatevi un
favore! Fatevi un giro musicale accompagnati dalla casa produttrice Music a la Coque. Pino Montecalvo è da
molto tempo un talent scout e coraggioso produttore.
Anche
i Lepers Production offrono parecchio materiale fuori dall'ordinario
ed un approccio puramente anarchico, sia nelle collaborazioni
musicali, che nel consumo. Miriadi di saporiti downloads gratuiti.
Ho
usato poco le case discografiche più 'tradizionali', come per
esempio Zephir Music in Belgium
perchè,
come ho menzionato, preferisco un approccio diretto con le bands.
12. La tua esperienza come dj radiofonica in
cosa ti ha arricchita?
Non
mi ritengo proprio una “dj”. Spesso mi presento come 'DJ Kipli'
perchè aiuta la mia identificazione immediata con un progetto
radiofonico e musicale. Ma in realtà il mio è un lavoro di
ricerca, da talent scout, poi da editor, scegliendo il materiale,
segmenti di intervista, reviews, ed aggiungendo anche le mie umili
opinioni. Questo tipo di lavoro ha raffinato le mie capacità di
'ascoltatore'. La mia attenzione è più affilata. Provo un grande
entusiasmo quando dei talenti pazzeschi come Duke Garwood, o Noura
Mint Seymali accettano di collaborare con me. Sento che non ci sono
confini per quello che posso fare con il mio show, chi posso
proporre, è come... sky is the limit! Sento anche una certa
'responsabilità' (e gran piacere) nel promuovere gente che merita,
ora che indosso una veste che -nel suo piccolo- me lo permette.
13. So che dedichi altro tempo della tua vita
alla comunità di Santa Cruz, ci vuoi parlare della tua attività di
volontariato?
In
breve: sono la leader di un gruppo di supporto per un centinaio di
persone afflitte da Linfedema, una condizione (trauma meccanico del
sistema vascolare linfatico) spesso conseguenza del percorso
terapeutico del cancro, soprattutto per le donne. Non c'è molta
informazione, perfino nel mondo medico, nè strutture, per un
problema che affligge il 40% circa delle donne che hanno subito
mastectomia o isterectomia (ed altri tipi di interventi chirurgici).
Mentre
ero in cura per via del mio incidente, ho studiato per diventare
terapista del linfedema, e da un paio di anni offro sessioni
terapeutiche gratuite a chi non se lo può permettere. Collaboro con
diversi centri, due cliniche a Santa Cruz, e poi partecipo ad
iniziative di volontariato che beneficiano i senza tetto. Partecipo
come posso, quanto più posso. Incontro bella gente e mi sento utile.
Complimenti, davvero!
14.
Avevi anche un'altra professione, oltre quella di musicista, prima
dell'incidente: eri artigiana vetraia, artista del vetro piombato,
lavoro che sei riuscita a riprendere in mano solo di recente. Hai
realizzato opere grandiose in vent'anni di attività, raccontaci come
è nata quest'avventura, come realizzi le tue opere, dove si trovano
adesso...
A
30 anni mi son sentita finalmente in dovere di 'crearmi un mestiere'.
Ero a San Francisco. Mi son guardata intorno, ed ero circondata da
vetrate piombate stile vittoriano, Art Deco, e giù di lì.
Ho
pensato: imparo a far vetrate e poi propongo disegni diversi. Ho
trovato un artista che mi ha preso sotto la sua 'ala', ho lavorato
gratuitamente per lui per un paio di anni, apprendistato 'vecchio
stile' insomma,
e poi mi son messa in proprio. Quando mi son trasferita a Santa Cruz ho accettato l'unico lavoro a tempo pieno che abbia mai avuto in vita mia, e per 10 anni ho avuto la fortuna di essere a capo di progetti maestosi, per chiese ed edifici comunali. Queste opere sono sparse in Sylicon Valley, giù nella Monterey Bay, a San Francisco, ed ovviamente nella contea di Santa Cruz. Veramente dei lavori spettacolari, Livia. Complimenti!
e poi mi son messa in proprio. Quando mi son trasferita a Santa Cruz ho accettato l'unico lavoro a tempo pieno che abbia mai avuto in vita mia, e per 10 anni ho avuto la fortuna di essere a capo di progetti maestosi, per chiese ed edifici comunali. Queste opere sono sparse in Sylicon Valley, giù nella Monterey Bay, a San Francisco, ed ovviamente nella contea di Santa Cruz. Veramente dei lavori spettacolari, Livia. Complimenti!
15. Nonostante i tuoi innumerevoli progetti
musicali, ricordi sempre con affetto e nostalgia la collaborazione
con Bob Cillo nei Dirty Trainload. Raccontaci la tua versione di quel
periodo.
Bob
Cillo è un Bluesman con la B maiuscola. Onestamente: un pezzo da 90.
E' anche una gran bella persona. Una bomba di energia. Eravamo un 'team' che funzionava a meraviglia, davvero in sintonia per il 'come'
ci si dedicava. Musicalmente davo a Dirty Trainload una presenza rock
mentre Dirty Trainload svelava la mia anima blues. Abbiamo scolpito quel
bell'album, Trashtown, con dedizione ed entusiasmo. Abbiamo
collaborato nel mezzo di pazzesche difficoltà e circostanze, e non
abbiamo permesso che nulla diventasse un ostacolo insormontabile. A
volte Bob ha dovuto praticamente portarmi sul palco in braccio. Dei
nostri tours ho amato ogni momento, i posti magnifici visitati
durante i viaggi, gli amici nuovi e quelli ritrovati, altri
musicisti, bocconi divisi in un'osteria, e soprattutto, of course, i
nostri concerti, i momenti sul palco.
Ora
Dirty Trainload va forte, sempre sui binari sudici del blues di
quell'inarrestabile treno in corsa che è Bob.
Bene carissima Livia, grazie a questa
intervista abbiamo conosciuto meglio la bella persona che sei. Non
possiamo far altro che augurarti il meglio per il tuo futuro, mentre
restiamo in contatto per i duo "on air"... sarà un piacere
lavorare con te! Lunga vita alla collaborazione mentre ti lascio
intanto concludere...
Grazie
Giusy, grazie EDP. Sono onorata per cotanta attenzione nei miei
confronti.
Auguro
a tutti coloro che saggiamente seguono il progetto EDP, bellissime
scoperte musicali di cui godere!
E
a voi, duo italiani: non vi meravigliate se un giorno di questi
busserò alla vostra porta...
Livia
Monteleone – in arte: Kipli
Sito
Radio: www.freakradio.org
Pagina
Facebook:
https://www.facebook.com/pages/Music-in-the-Mail/1576595819231697
Contatti: liviaontheroad@gmail.com
"Music in the Mail" - Free Radio Santa Cruz - PO Box 7811-
Santa Cruz, CA 95061 USA
Articolo ed intervista
ad opera di Giusy Elle
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