SAN LEO è un duo chitarra-batteria dalla
provincia di Rimini che prende il nome e la propria
iconografia dalla storia delle proprie terre. Formati nel 2013 sono
Marco Tabellini alla chitarra (con alle spalle esperienze musicali che
vanno dall'improvvisazione radicale al jazz-core, dal math rock alla
classica contemporanea) e Marco Migani alle pelli (batterista in
formazioni dal folk al black metal). Questo background colto e vario
fa sì che la proposta musicale dei due, un postrock strumentale, sia
originale ed interessante: nel suo processo sperimentale, come per
l'alchimia del Conte Cagliostro al quale idealmente si rifanno, la
musica dei due riesce a mescolare in maniera equilibrata Mathrock,
Kraut e Freejazz. Richiami colti che non influiscono nella natura di
ampio respiro dell'album, quattro suite strumentali apprezzabili e
godibili ai più.
Se volete conoscere tutto sulla biografia dei due musicisti, capire
il loro punto di vista musicale grazie all'intervista diretta con
Migani e Tabellini e dare un'occhiata alle etichette indipendenti che
supportano il loro XXIV, rimando all'articolo
d'approfondimento sulla band, appena pubblicato (qui).
In questa sede ci soffermiamo invece sugli aspetti tecnici dell'album
e sulla sua approfondita recensione ad opera di Bob Cillo, chitarra e
voce del duo garage blues barese DIRTY TRAINLOAD.
Link
Video:
XXIV
, Video Teaser https://youtu.be/yfFDu_qN5Lw
Live
performance https://www.youtube.com/watch?v=Mvkx5TrMUck
Link
band:
XXIV
credits:
Tutti
i brani scritti e composti da Marco "Tabe" Tabellini
(chitarra) e Marco "Inserirefloppino" Migani
(batteria)
Registrato e mixato presso M24 Studios di Milano, nel febbraio 2015, ad opera di Luca Ciffo (Fuzz Orchestra)
Registrato e mixato presso M24 Studios di Milano, nel febbraio 2015, ad opera di Luca Ciffo (Fuzz Orchestra)
Masterizzato
da Riccardo Gamondi (Uochi Toki) al Fiscerprais Studio
Etichette:
Tafuzzy Records, Corpoc
Formato:
Vinile nero 12", 300 copie numerate e formato digitale
3 Novembre 2015: anteprima streaming in esclusiva su bastonate.com
8 Novembre 2015: uscita ufficiale Lp e digitale
Release party @ The Night of Cusso Duro, Circolo ArciAlbini Saludecio
(RN)
Qui lo ascolti
XXIV 2015
Tafuzzy Records, Corpoc
(Postrock Strumentale, Sperimentale)
1. Ammirando pilastri di roccia arenaria, ci ritrovammo a precipitare
come foglie verso il brulicante cuore della materia
2. Alla deriva, incantati dalle rifrangenze del sole e cullati dalle
onde, fino al sopraggiungere del gelido terrore: pinne brune
tutt’intorno
3. Relegati nelle vastità di grotte sotterranee, celando tutta la
rabbia e l’antico rancore nelle stanze di pietra viva
4. A piedi scalzi, su rocce acuminate e sentieri scoscesi, per
raggiungere la vetta e disintegrarsi alla luce del sole
RECENSIONE
SAN LEO "XXIV"
Lp 2015
Tafuzzy Records, Corpoc
XXIV è il lavoro di esordio dei San Leo, duo romagnolo
formato dal chitarrista Marco Tabellini aka M Tabe, già nei Uochi
Toki, e dal batterista Marco Migani, in arte “Inserirefloppino”.
L’album è un vinile prodotto in tandem dalle etichette Corpoc e
Tafuzzy e registrato nel Febbraio 2015 nello studio M24 di Milano
dalle abili mani del poliedrico Luca Ciffo, chitarrista della Fuzz
Orchestra.
Il disco è formato da quattro composizioni strumentali lunghe ed
elaborate, tutte con durata superiore ai sette minuti e con titoli
tali da fare impallidire Lina Weirtmuller, ad iniziare per esempio
con: “Ammirando pilastri di roccia arenaria, ci ritrovammo a
precipitare come foglie verso il brulicante cuore della materia”.
Per fortuna il formato digitale riporta una versione più facilmente
fruibile dei titoli e il brano di apertura diventa semplicemente
“Pilastri”. Questa attitudine eccentrica viene manifestata anche
con una roboante presentazione con riferimenti ad una “visione al
di fuori della contemporaneità”.
Vezzi a parte, ciò che veramente conta è che i San Leo
impressionano fin dalle prime note con un sound sorprendentemente
articolato e raffinato, tanto da ricordare più da vicino una “full
band” del miglior progressive rock che non asciuttezza ed
abrasività da tipico rock duo. In particolare, colpisce la grande
escursione dinamica, che spazia con naturalezza e sapiente
disinvoltura da suoni eterei quasi ambient all’impatto sonoro di
granitici e imponenti “wall of noise”, con chitarra distorta
dalle sonorità hard.
La seconda composizione, il cui titolo sintetico è “Pinne”, si
apre con suggestive atmosfere che ricordano i Tangerine Dream di
Phaedra. Più in generale il disco strizza più volte l’occhiolino
a certo “Kraut Rock”, sebbene i San Leo, con approccio
decisamente personale, riescano a fondere le loro influenze in un
amalgama piacevolmente organico ed armonico.
Tutte le tracce dell’album hanno qualità omogenea e pari dignità
e l’intero lavoro scorre godibile, senza cedimenti di sorta,
alternando potenziali soundtracks dalle atmosfere coinvolgenti a
momenti di maggiore pressione sonora.
Il fragore di alcuni climax mi riporta alla memoria addirittura “The
Ascention”, il seminale capolavoro di Glenn Branca da cui tanto
hanno imparato i Sonic Youth.
In conclusione i San Leo ci regalano un disco a cui non manca nulla,
realizzato con gusto e passione, ottimo auspicio per i capitoli a
venire. Non perdeteli di vista.
Bob Cillo
8/10
Articolo ad opera di Giusy Elle
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