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Foto by Veronica Ganassi
Presenti anche nella
nostra EmilyDuo Compilation -qui
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INTRO
Edp è tornato ed è pronto più che mai
a presentarvi tanti duo italiani nella formazione chitarra-batteria.
Come spiegato nell'articolo precedente, la pausa di quattro mesi è
stata forzata dall'organizzazione di una rassegna musicale estiva qui
in Valsugana (Trentino), dove comunque abbiamo avuto modo di inserire
parecchi duo Edp o personaggi che in tale formazione hanno militato
(a voi l'articolo). Ora che la bonaccia
è tornata e che la sottoscritta ritrova i suoi ritmi e i propri
tempi, si possono riallacciare i vecchi fili... ci sono band che
hanno avuto fin troppa pazienza in attesa di un nostro articolo o
recensione, e i loro album sono ancora qui, che circolano nei vari
lettori.
E' ora intanto di onorare gli amici ANICE visto che è da giusto un
anno che attendono un nostro articolo! Li ho incontrati al Krakatoa
Fest di Bologna nell'ottobre 2016, quando ho ricevuto il loro Waste
da recensire, mentre mi ritrovo a questa edizione 2017 a reincontrare
il duo, col nuovo batterista e le loro nuove sonorità, ormai con un
altro Ep pubblicato (Gold) e materiale per un lavoro
discografico nella nuova formazione; come vedete ho un po' di
arretrati... Seguiranno poi gli articoli dedicati ai THE BIG SOUTH
MARKET, SONNY AND THE STORK, I NADSAT, ZOLLE... Questi i sospesi...
il resto verrà da sé.
RETROSPETTIVA
ANICE è un duo chitarra-batteria in fase di trasformazione.
Fondato a Reggio Emilia a fine 2011 dal chitarrista Mali Yea assieme
a Tommaso di Tullio, dopo un album e due Ep si ritrova oggi in
formazione con un nuovo batterista trasformando in gran parte le
sonorità del duo. L'apporto di Nicola Bigliardi è stato stimolante
e prolifico, tanto che i due hanno in mano già materiale per un
nuovo lavoro discografico. Ma andiamo per ordine e vediamo come gli
Anice sono arrivati fino a qui...
Mali
Yea nasce a Bologna nel 1977 da genitori di origine cinese e si
laurea nel 2004 in Pittura all’Accademia di Belle Arti mentre
attualmente lavora come grafico nel campo dell’editoria (per Edp è
autore della cover dell'EmilyDuo Compilation).
Grande appassionato di skateboard, pratica questo “sport” fino
alla fine del 2010; dopo aver appeso la tavola al muro riprende in
mano la chitarra, sua vecchia passione, che precedentemente studiava
da autodidatta.
Nel 2011 incontra il batterista Tommaso di Tullio e fonda il duo
Anice: la musica che ne scaturisce è un piacevole alt-rock
strumentale che in pochi mesi si concretizza nel primo demo,
contenente 4 tracce, mentre i due iniziano ad esibirsi live. In
regione non mancano le occasioni e tra locali, circoli e piccoli
festival si confrontano con i gruppi di rilievo della scena post-rock
emiliana (Draft, Amp Rive, Baffodoro...).
Nel 2013 suonano in apertura ai The Pharmacy (Seattle) allo storico
circolo Arci Calamita di Cavriago (culla dei Giardini di Mirò)
mentre successivamente vengono invitati alla VIII edizione del
Watchout Festival di Mantova dove si esibiscono a fianco di gruppi
come i Lvte (Bleuaudio Records) e gli ZOLLE, duo metal da Lodi e spin
off dei Morkobot (qui il nostro articolo
su di loro). Nello stesso anno gli Anice lavorano insieme ad alcuni
membri dei Draft, Colbach, Amp Rive e The Death of Anna Karina a un
nuovo progetto musicale chiamato Dolpo (drone/doom/ambient),
ensemble, ancora molto attivo e di grande spicco, che si ispira a un
antico rituale Bön prebuddista, culto dei morti praticato dai monaci
nepalesi; Mali non suona la chitarra in questo progetto ma vari
strumenti che costruisce con le proprie mani (ghironda, flauti
armonici, death whistle...). Da questa nuova esperienza nasce l’album Yak Path Sessions (2014)
recensito come uno dei migliori dischi del 2015 da
Sentireascoltare. A ottobre del 2013 a Reggio Emilia prende vita
il Red Noise, la rassegna di musica live curata da Olivier Manchion,
fondatore degli Ulan Bator, Permanent Fatal Error e membro dei Faust,
dove Anice e Dolpo aprono ufficialmente la prima stagione.
Finalmente nel 2014 il duo pubblica il primo album, autoprodotto,
intitolato The Embrace is a Perfect Circle e contenente ben 9
brani inediti. Un piacevolissimo esordio fatto di chitarre
prevalentemente pulite a tessitura di atmosfere struggenti, brevi
scoppi di distorsione e curata batteria al servizio
dell'accompagnamento mentre le tracce si dipanano con naturale
scioltezza.
Sempre nello stesso anno Mali e Tommaso entrano a far parte del
grande collettivo di Arzan (The
Reggioemilian Extemporaneous Symphonic Rock Supergroup), orchestra
con più di trenta elementi diretta dall'Olivier Manchion di cui
sopra, progetto ambizioso che raggruppa al suo interno musicisti
provenienti da formazioni come: Giardini di Mirò, Spartiti, Offlaga
Disco Pax e Julie’s Haircut. Anche negli anni a venire le
soddisfazioni non mancano per il duo, dalle esibizioni in prestigiosi
festival di street art internazionali alla realizzazione della
colonna sonora di un breve film documentario.
Per quanto riguarda le pubblicazioni, a febbraio 2016 esce il nuovo
Ep autoprodotto intitolato Waste, 50 copie limited edition
numerate a mano contenente 4 brani inediti, mentre in questo 2017
segue a ruota la pubblicazione dell'ennesimo 4 tracks dal titolo Gold
e la sua masterizzazione per l’uscita su musicassetta (Bleuaudio
Records).
Fin qui la musica di Mali è sempre stata fedele a sé stessa:
semplice, immediata ma che giunge dritta al cuore, in una struggente
e piacevole versione strumentale che a mio avviso pecca solo della
carenza del cantato (essendo i brani fortemente strutturati e
melodici, il mio background di cantante prende il sopravvento creando
subito melodie su quelle che sembrano delle ottime basi) ma che a
molti invece non disturba affatto, uno su tutti Marcello Zinno,
Direttore Responsabile di RockGarag.it, come da sue estasiate recensioni. Con Gold si percepisce una maggiore
maturità del progetto con arrangiamenti un po' più raffinati e
ampio uso di arpeggi.
Dopo tanti anni assieme però la band si scioglie e il progetto a
due di Mali Yea vive un momento di stallo. Finalmente l'incontro con
Nicola Bigliardi, il nuovo compare d'avventura alle pelli, non solo
rimette in pista (e su palco) la band, ma infonde nuova linfa
creativa e stimola il duo a ricercare nuove soluzioni e sonorità.
Distorti più massicci, uso dell'elettronica (con un mini synth
gestito dal batterista) ed effetti noise lanciano il combo verso
orizzonti più estremi, dove non si sente più la carenza del cantato
ma dove la vecchia impronta melodica ancora campeggia, conferendo
dolcezza ed armonia a un genere altrimenti freddo e sterile, in un
mix molto apprezzato dal pubblico. In una ventata di nuova energia,
in pochi mesi i due musicisti assemblano un discreto numero di brani
tanto da entrare in studio e registrare un nuovo disco, che uscirà
con l'anno nuovo. Noi per ora ci concentriamo sulla recensione di Gold (ad opera del nostro prolifico collaboratore Nicola
Cigolini), Ep pensato e registrato nella vecchia formazione e ultimo documento dell'accoppiata Yea-di Tullio, mentre
attendiamo con interesse e curiosità l'uscita del nuovo lavoro.
Infine, prima di passare all'intervista con gli Anice, mi preme
nominare un'altra bella iniziativa curata dal nostro chitarrista:
Mali, che in tutti questi anni è stata figura nota e attiva nella
scena musicale reggiana, ha infatti creato nella sua città, con
l'aiuto di alcuni amici, il BANDAY FESTIVAL, un evento di musica live
dedicato ai giovani e alle band emergenti, rassegna musicale che
attualmente è giunta alla sua quinta edizione e che ci presenta
sempre degli ottimi esordi, con un occhio di riguardo rivolto ai duo.
INTERVISTA
1.
Ciao carissimo Mali, finalmente onoro la promessa di dedicare agli
Anice un articolo di presentazione. Nell'ultimo anno da quando ci
siamo incontrati ne sono successe di cose! Dopo un periodo di stand
by con il duo hai trovato un nuovo compagno d'avventura alle pelli,
Nicola Bigliardi, inoltre è uscito il terzo lavoro discografico
della band, l'Ep Gold.
Ci vuoi descrivere un po' la svolta Anice? Dove si trova ora il duo?
Il
2016 è stato un anno veramente duro… da molti punti di vista. La
vecchia formazione si è sciolta e per parecchio tempo ho brancolato
nel buio cercando di rimettere insieme i pezzi di un passato ormai
“anemico”. Il progetto è rinato grazie all’arrivo di Nicola
Bigliardi, batterista anche dei Lone Prism. Una ventata d’aria
fresca, Nicola è un musicista molto giovane, tra noi ci sono ben 18
anni di differenza ma per la sua età è parecchio sveglio. Oltre
alla batteria suona anche il glockenspiel e gli piace sperimentare
con i sintetizzatori… nel giro di pochi mesi abbiamo registrato un
intero disco del quale sono molto soddisfatto, l’uscita del nuovo
album è prevista per il 2018.
L’Ep
Gold invece è una raccolta di brani registrati
precedentemente con il vecchio batterista, rieditati e nuovamente
masterizzati per l’uscita su musicassetta per Bleuaudio Records.
2.
Partendo ora dalle origini, ci racconti come è nato il duo e come vi
siete incontrati te e Tommaso di Tullio?
Ci
siamo incontrati per caso a un bruttissimo concerto. Fumavo sigarette
fuori dal locale per non sentire la musica. Credo fosse al Calamita.
3.
Perché proprio una two-men band? Avevate dei riferimenti stilistici
in mente? O nel 2011 ormai il duo chitarra-batteria era un'opzione
come un'altra.
Quando
ero un pischello strimpellavo la chitarra da solo nella mia
cameretta, i pezzi erano tutti strumentali, senza voce, sotto ci
immaginavo una batteria, credo sia per questo motivo che oggi ho un
duo del genere.
4.
Da dove il nome della band e perché avete scelto un vecchio
giocattolo di legno come primo logo del gruppo?
Trovare
un buon nome al giorno d’oggi è come trovare un parcheggio libero
la Vigilia di Natale al centro commerciale... è praticamente
impossibile. La verità è che spesso bevo pastis, una bevanda
francese a base di anice.
Il
vecchio logo invece non aveva un significato particolare… mi
piacevano quei vecchi giocattoli, adoro le cose vintage, che hanno un
po’ di storia alle spalle…
5.
Come descriveresti l'evoluzione musicale degli Anice? Sono passati
ormai sei anni dalla vostra formazione. Il tuo strumming, il tuo
senso melodico, in cosa sono maturati?
Agli
inizi la mia intenzione era quella di fare del gran post-rock, ma
come ha detto un mio caro amico (Alberto Vecchi) è una fortuna che
alla fine non ci sia riuscito.
Scherzi
a parte, credo che non bisogna mai smettere di mettersi alla prova.
Ora ascolto vecchie registrazioni e non mi riconosco più, questo è
un buon segno perché significa che sto continuando a crescere, senza
fermarmi mai.
6.
Nicola, un benvenuto nella nuova avventura Anice. Vuoi raccontare a
Edp, realtà dedicata ai duo chitarra-batteria, cosa ti ha invogliato
a suonare in un organico a due? Hai dovuto modificare il tuo drumming
per adattarti alla situazione?
Ciao, grazie, diciamo che l’inizio non è stato una passeggiata. Io
venivo dai Lone Prism, facevo rock psichedelico alla Motorpsycho,
eravamo in tre: chitarra, basso e batteria e c’era il cantato.
Anche se non suonavamo col basso standard ma con un basso
“chitarristico” (Gianni Maroccolo style per intenderci), avevo un
appoggio nella fase ritmica. Proprio per questo motivo, ho deciso
subito di provare per Anice, avevo voglia di esplorare la filosofia
dei duo e sperimentare. In Anice ho dovuto reinventare proprio tutto
l’approccio alla batteria: la cosa istintiva era quella di riempire
il più possibile per non far sentire la mancanza di un basso. Poi
però piano piano sono entrato nella mentalità del duo e di quello
che aveva in mente Mali e abbiamo iniziato a togliere peso, a ridurre
all’osso il tutto, a fare dei veri e propri brani minimal. Il mio
set della batteria non è cambiato molto perché ho sempre avuto un
debole per i batteristi che facevano il giusto con poco. Inoltre ho
portato nel progetto il mio glockenspiel (metallofono) e un piccolo
korg che mi serve per fare particolari effetti.
7.
Mali, sei molto attivo nella scena musicale della tua Reggio Emilia,
hai anche fondato nel 2013 il Banday Fest, un festival musicale
dedicato alle nuove leve della scena locale. Ci racconti un po'
quest'esperienza di scouting che dura da cinque anni? Cosa ti ha
spinto a realizzare la prima edizione e come si è evoluta la
rassegna al suo quinto anno di vita?
Dunque,
all’epoca i miei amici ed io non sapevamo bene cosa stessimo
facendo, l’idea nacque al bancone di un bar, il posto dove
solitamente nascono le idee più interessanti, diciamolo...
Questo
Festival lo ritengo importante perché nasce veramente dal basso,
senza un soldo ma con tanta passione per la Musica, insomma, quella
che io ritengo genuina. Spero che un giorno questo evento possa
ispirare i giovani ha fare qualcosa di loro...
8.
Come descriveresti la realtà musicale in Emilia Romagna? Noi da
fuori la vediamo come una scena fervida, anche estrema nei generi,
ricca di power duo, viva in numero e qualità di eventi, ma so che
dall'interno non tutti la pensate così...
Luci
e ombre… a volte più ombre che luci.
9.
Ora una domanda più personale ma di forte attualità: i tuoi
genitori, di origine cinese, sono immigrati decenni fa. Tu sei nato
direttamente in Italia ma come hai vissuto qui la tua esperienza di
"straniero"? E' forte la presenza della comunità cinese a
Reggio Emilia e la sua influenza per un discendente di tale etnia?
C'è la convinzione diffusa che delle comunità cinesi in Italia,
sebbene molto numerose e radicate, si conosca troppo poco... popolo
discreto e lavoratore, si vede di sfuggita in giro e raramente si
mescola con il popolo ospitante... non vorrei andare di luoghi comuni
però, correggimi pure!
La
vita per uno “straniero” non è mai facile. A quattordici anni mi
spedirono in Cina per la prima volta. Non parlavo una parola. I
cinesi stessi mi guardavano straniti, mi pigliavano per il culo, mi
chiedevano da dove venissi in realtà? È buffa la vita. Questa breve
storia triste spiega tutto.
10.
Come hai visto crescere e svilupparsi il fenomeno migratorio fuori e
all'interno della tua comunità in questi decenni?
Credo
che un periodo storico così non ci sia mai stato prima, le persone
comuni non sono preparate a questo cambiamento globale… il mondo si
trasforma e noi dovremo cambiare con lui.
11.
Tornando agli Anice, concluderei chiedendoti quali sono i vostri
progetti futuri, i goal e le speranze per i mesi a venire...
Credo
che la cosa migliore che ci possiamo augurare è continuare a suonare
e dare il meglio di noi, sempre.
Grazie
mille Mali per il tuo cortese intervento nei nostri spazi. Auguro a
te e Nicola un ottimo proseguimento d'avventura e ci aggiorniamo con
l'album in arrivo! Grazie a voi per il vostro tempo, è stato
un piacere!
DISCOGRAFIA
1.Summer Light 2.Falling Silence 3.Touch You 4.Gold
Qui la nostra recensione
1.Bloody Square 2.Slow Life 3.The Truth in the Middle
4.Obsolescence
Recensione: http://www.rockgarage.it/?p=56004
1.Full Colours 2.Cathartic Monkey 3.Drunk Moon 4.Sand in my Shoes
5.Ad Hoc 6.Great 7.Watch the World from Afar 8.The Embrace is a
Perfect Circle 9.Ghost Track
Ascolto:
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
electricduoproject@gmail.com