INTRO
Finalmente la bussola Edp punta verso Sud
presentandovi i rockers Pugliesi THE BIG SOUTH MARKET. Se
diamo un'occhiata veloce al ricco censimento dei power duo
chitarra-batteria italiani (qui),
suddiviso non solo per generi e anno di fondazione ma anche per
regioni, balza subito all'occhio la sproporzione numerica dei duo del
Nord e Centro rispetto a quelli del Sud Italia: 83, 50, 25...
verrebbe da pensare che il combo non funzioni al Sud, o che la
creatività dei nostri giovani meridionali sia più latente. Niente
di più falso! La verità è che per ragioni sociali ed economiche,
ancor oggi molti giovani del Meridione risalgono lo Stivale per
motivi di studio o lavoro. Qui si stabilizzano e, se già musicisti,
continuano la loro attività. Molti infatti di quei numerosi power
duo del Centro e del Nord, interessanti, innovativi e creativi, altro
non sono che musicisti del Sud che ci regalano a piene mani
l'originalità della propria arte, un ricco e inestimabile contributo
all'underground nazionale.
Non è però il caso della band di oggi che a Barletta risiede e
professa tutta la propria musicalità. Una regione interessante, la
Puglia, da questo punto di vista, la cui scena musicale è ricca e
innovativa: come ci disse una volta Livia Monteleone (Dirty Trainload), polistrumentista barese e da lungo tempo residente
in California, nonché speaker della storica radio pirata Free Radio
Santa Cruz (qui l'articolo): "Da
diciottenne ho lasciato Bari che non aveva che un debole battito
cardiaco per quanto riguarda una cultura musicale underground. Ora
l'intera Puglia, mi sa, dà parecchi punti alla mia Santa Cruz...".
A proposito di duo chitarra-batteria ricordiamo innanzitutto i
MINIMANIMALIST, che come i Big South Market suonano stoner, poi c'è
il garage blues dei DIRTY TRAINLOAD e dei MOREGUNFIELD, senza
scordare gli storici HYSM? DUO, impegnatissimi nell'improvvisazione
radicale e nella loro etichetta indipendente Hysm? che ha dato luce a
tanti progetti alternativi e di ricerca dell'intera nazione. Non
mancano ovviamente i combo basso-batteria, che per amor di
'fratellanza' andiamo a menzionare: Djeco, Donbruno, Nu-Shu, The
Inframen... ma vediamo di approfondire il duo rock di oggi, che tiene
alto il nome della propria regione, grazie a una rapida retrospettiva
della band, l'intervista ai due componenti e fondatori, nonché alla
recensione del loro Ep di debutto Muzak (qui).
RETROSPETTIVA
Il duo di oggi non poteva essere che tale... i BIG SOUTH MARKET, in
quanto duo ufficiale, si forma nel 2015 a Barletta grazie all'unione
di Giuseppe Chiumeo alla chitarra e Ruggiero Ricco alla batteria, ma i
due fondatori, entrambi classe '83, sono amici di lunghissima data.
Compagni di classe già alle scuole medie, passavano interi pomeriggi
ad ascoltare assieme musica e vinili e di tanto in tanto
strimpellavamo in casa: l'uno alla chitarra elettrica scordata,
l'altro con un rullante di fortuna... il duo era già in fase
embrionale e il destino segnato per i due giovani musicisti!
Certo
molta strada era ancora da fare prima che i due si incontrassero in
questo progetto, vent'anni dopo... e anche i percorsi scelti dai due
differiscono non poco: Giuseppe si laurea in legge e attualmente
lavora in uno studio legale, mentre il compare batterista, dopo
l'istituto di geometra, avvia una ditta edile in proprio. Similmente,
i percorsi musicali seguiti dai due vengono scanditi da ritmi
diversi: Chiumeo è fondatore, oltre che chitarra e voce, del trio
crossover The Rest Side, nel quale milita dal 1998 fino al 2015, anno
di scioglimento della band. Oltre a un album prodotto da Alessandro
Paolucci, -storico bassita dei Row Power, ma anche membro dei
Prozac+, Vanilla Sky- (The Rough Core of Things 2011,
Tarock/Black Nutria), nel 2012 viene pubblicato un Ep in italiano
mentre il trio, negli anni, divide il palco con artisti di caratura
internazionale come One Minute Silence, Blonde Redhead, Verdena,
Browbeat, GF93 e Sacrum.
Ruggiero
Ricco, dal canto suo, presta la propria maestria alle pelli in ambito
prettamente metal per band di discreto successo: con i Golem
partecipa al festival Wacken Open Air 2011, in Germania, e nel 2013
accompagna i Fear Factory, come open band, nel loro 'Industrialist
Russian Tour'; con i Dogma si esibisce come supporting act per il
tour europeo dei Lordi, ma la storica (1999) e famosa band di cui è
membro stabile, è la trash metal Cancrena (Underneath EP
2007, Vision Metal Rec.; Hidden Depravity 2012, Logic Illogic)
- da non confondersi con l'omonima band marchigiana di brutal death
fondata qualche anno prima. I Cancrena della scena underground
pugliese sono una devastante onda d'urto con radici nel trash metal
anni '90 il cui furiosissimo singolo "The Sponger" (2007) -ma dal ritornello accativante- viene
scelto nientemeno che come sigla del programma di sport estremi "X",
in onda su Sky, portando infine la band ad un contratto con la
statunitense Vision Metal Records. L'attività concertistica si è
esponenzialmente intensificata con gli anni, vedendo i Cancrena
condividere palchi con nomi di spicco (Extrema, Obituary) mentre lo
stile personale si è stabilizzato oggi in un misto tra trash e
sludge per brani che alternano melodia e aggressività.
Due
musicisti dalla grande esperienza e dal rock nelle vene, quindi,
Giuseppe Chimeo e Ruggiero Ricco, la cui abilità nel fondere i
propri differenti background musicali ha dato vita a un ottimo
miscuglio sonoro fatto di melodia e potenza pura: il progetto The Big
South Market è infatti un perfetto mix di sonorità hard rock,
stoner e metal concretizzatosi, l'anno seguente alla fondazione del
duo, nell' Ep d'esordio Muzak (5 tracce per 17 minuti
d'ascolto). L'album ci rivela tutta la natura vincente
dell'espressione musicale raggiunta: come in una folle corsa sulla
Route66, si viene spinti dalla batteria poderosa del duo, incalzati
dalla grinta della voce (clean/scream), cullati da grandi riff di
chitarra Southern Rock mescolati a sonorità blues,
attitudine grunge, atmosfere stoner, echi nu metal... Generi
che hanno fatto del basso uno strumento portante, nella loro
struttura, ma che i duo chitarra-batteria riescono ormai abilmente ad
ovviare grazie ad artifizi tecnici e, come in questo caso, a un fitto
interplay tra chitarra e batteria in grado di coprire l'intera gamma
di frequenze. Ma è quel rock che scorre veloce nelle vene, tirato e
cattivo quanto basta, a fare dei loro live un'esperienza devastante!
Tanto da non farvi rimpiangere basso alcuno... Le melodie subito
comprensibili, accattivanti e di "facile ascolto", invece,
mi facevano intuire, seppure erroneamente, il concept alla base della
band.
'Muzak'
è infatti un termine gergale e un po' dispregiativo per intendere
quella forma musicale standard solitamente trasmessa da sottofondo in
locali pubblici o centri commerciali, come piacevole e neutro
contorno ad altre attività. Visto però che in questi non luoghi
musica del genere non viene trasmessa (altrimenti sarebbe la volta
buona che incomincio a frequentare i colossi del mercato!), leggevo
in questa scelta della band una certa critica al sistema. Niente di
più errato! La risposta è molto più semplice: nei sogni di
abbondanza dei due c'è un megastore di musica libera, dove puoi
attingere a piene mani dai tuoi generi preferiti. Il Grande Mercato
della Musica, praticamente...
Titolo
dell'album e nome della band fanno parte quindi di questa idea di
base mentre tutta l'iconografia del progetto la ricalca e la
rafforza. La cover dell'album ci presenta un passaggio alla cassa di
un supermercato mentre nel retro viene rappresentata la gelida e
alienante mappa di un centro commerciale, appunto. Per
l'approfondimento di Muzak (registrato e masterizzato da
Giuseppe Dentamaro, già produttore del secondo album dei Cancrena)
rimandiamo però all'articolo appositamente dedicato, con la recensione del nostro collaboratore
Danilo 'Damage' Peccerella (Globetrotter)
mentre noi ci apprestiamo a scambiare due piacevoli chiacchiere con
gli ospiti di oggi: Giuseppe Chiumeo e Ruggiero Ricco che in quel di
Barletta, con il loro progetto THE BIG SOUTH MARKET, hanno
inaugurato il Centro Commerciale del Rock!
Ascolto:
Muzak, full ep in ascolto su youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=TkULvWjJTEc
INTERVISTA
1.
Ben trovati qui all'Edp, Giuseppe e Ruggiero. Voi strimpellavate già
assieme da ragazzini con una chitarra e una batteria di fortuna, a
livello domestico: com'è che dopo un ventennio avete deciso di
concretizzare questa line-up a due?
G:
Ciao Giusy, grazie per lo spazio innanzitutto. Che dire…dopo
vent’anni era giusto dare un seguito a quello che sognavamo di fare
da piccoli, condividere la musica suonata così come all’epoca
condividevamo dischi e giornali.
2.
L'abbinata tra i vostri background musicali ha dato vita a una gran
bella soluzione: musica facilmente godibile ma con grande grinta e
spinta ritmica. Questo mix è stato facile e naturale o è frutto di
una precisa ricerca sonora?
G:
La scelta del duo è stata sin da subito una scommessa. Non è facile
tirar fuori dei suoni così grintosi, soprattutto quando si tratta di
un duo chitarra e batteria. Probabilmente con il basso avremmo avuto
vita facile dal punto di vista dell’impatto, ma meno scelte a
livello di armonie.
R:
In realtà tutto quello che si sente sul disco o live è il frutto di
tanto lavoro in sala prove, anche se probabilmente non è corretto
parlare di “precisa ricerca sonora”. I nostri suoni e le nostre
idee sono state sempre chiare, si è trattato solo di trasformarle in
riff e canzoni.
3.
Sebbene vi destreggiate in generi come lo stoner, dove il basso la fa
da padrone, avete prediletto la line-up chitarra-batteria. Come avete
superato le ovvie difficoltà di resa, in proposito? E' bastato il
solito escamotage dello splittaggio del suono di chitarra anche in un
ampli di basso e accordature abbassate?
G:
L’escamotage è quello ma puoi realizzarlo in tanti modi
differenti. Personalmente prediligo i suoni bassi e i drop tunes ma è
anche vero che i pezzi sono così tirati da creare da soli la resa
giusta.
Dal
vivo i suoni sono quelli voluti, a volte addirittura devastanti, e i
fonici quando vedono il backline tirano un sospiro di sollievo.
R:
Vero. Dal vivo è molto più semplice creare l’intesa giusta con i
fonici. Per il resto saliamo sul palco con la voglia di spaccare e
questo fa la differenza, a prescindere dai pedali, dagli ampli e
dalla batteria.
4.
Con quali altri power duo (chitarra o basso e batteria) avete avuto
il piacere di suonare?
G:
Tanti power trio ma ancora nessun duo purtroppo.
5.
Conoscete i Piemontesi THE BUCKLE? Hanno
uno stile molto simile al vostro (HeavyRock/Stoner) e anche loro sono
legati da una ventennale amicizia... Vi vedrei felicemente abbinati
in fase live!
G:
Perché no! Loro sono fortissimi e ovviamente incontrano il nostro
gusto. Quarant’anni di amicizia potrebbero far crollare il palco.
6.
E' evidente che la vostra musica non è la tipica trasmessa nei
centri commerciali (magari!). Come vi è venuto in mente quindi di
associare la band e il vostro Ep a questa realtà? Da dove il concept
del progetto? In quale misura esiste una critica al sistema, in
questo messaggio?
G:
No nessuna critica. Volevamo che la nostra musica, benché avesse una
strada precisa, non andasse in un’unica direzione. Abbiamo
immaginato un centro commerciale dove l’ascoltatore è libero di
rifornirsi nel reparto che preferisce, dallo stoner, al metal, dal
blues al grunge.
Da
qui l’idea del “Market” e il concept di tutto l’Ep.
R:
Naturalmente ho sposato immediatamente l’idea. Il metal è il mio
habitat naturale ed è quello che ho sempre suonato. Ma i miei
ascolti abbracciano molti più generi. Misurarsi con qualcosa di
diverso e sperimentare è stimolante, e ti fa migliorare.
7.
Ho notato una particolarità nella presentazione dei TBSM a livello
di web: a distanza di oltre un anno dalla sua pubblicazione, non
compare nessun video ufficiale e l'album non è nemmeno stato
caricato sul vostro Soundcloud. E' una precisa strategia di marketing
o semplicemente vi ritenete innanzitutto una live band?
G:
Nasciamo, siamo e moriamo come live band, assolutamente. L’intero
disco è stato concepito per essere suonato dal vivo ed è quella la
nostra dimensione e quella attraverso cui vogliamo ci veda il
pubblico. Per quanto riguarda il web, l’Ep è presente su tutte le
piattaforme digitali del mondo, è facilmente acquistabile (iTunes e
Amazon) ed è in streaming su youtube e spotify. Il disco è presente
su soundcloud ma in modalità privata per l’inoltro del materiale
ad etichette e webzine.
Il
video ufficiale ce lo riserviamo per il primo full length.
8.
Cambiando argomento: sembra che la scena musicale underground
pugliese sia molto valida e in pieno fermento, cosa ci raccontate in
merito, da osservatori interni?
R:
La scena pugliese è sempre stata molto attiva. In particolare
nell’ultimo decennio molti artisti nostrani si sono fatti
apprezzare anche all’estero in tour importanti. Posso citare i
Golem con i quali ho avuto il piacere e l’onore di suonare al
Wacken Open Air. Sempre come batterista dei Golem ho partecipato
all’Industrialist Russian Tour 2013, come opener dei Fear Factory.
Mi
sento di consigliare due nomi su tutti: Backjumper e The Ossuary.
9.
Infine, quali i vostri progetti futuri? Nuovi brani in cantiere?
G:
Stiamo buttando giù il nuovo materiale che, speriamo, andrà a
comporre presto il nuovo disco.
A
breve riprenderemo con l’attività live.
Grazie
mille Giuseppe e Ruggiero per la vostra partecipazione negli spazi
Edp. Tanta buona musica a voi e che... il centro commerciale dei Big
South Market possa distribuire un'esplosione di rock per
questo
Natale!
G
e R: Grazie mille a te e un grande saluto a tutti i lettori di EdP!
Peace and rock.
Contatti:
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DISCOGRAFIA
MUZAK
Autoprodotto/The Orchard 2016 (HardRock/Stoner)
1.Big Deal 2.Before (You Make it Deeper) 3.Moondrink 4.Red Carpet
5.Desert Motel
Qui la nostra recensione
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Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
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