INTRO
Dopo
la musica da ballare della nuova formazione cibernetica dei
CYBORG ZERO (
qui) passiamo oggi a
tutt'altro genere musicale per incontrare atmosfere più haevy e
tensioni metriche anticipate persino dal nome del duo, TENSE UP! Non
ci sono dubbi, in tal senso, per questa seconda 2-piece col punto
esclamativo... (
qui invece l'articolo
sugli SDANG!)
BIOGRAFIA
Stacchi
secchi all'unisono di matrice math rock, violenza sonora che ricorda
il grind, campionamenti di dialoghi da vecchi film anni '50... i
TENSE UP! non potevano che finire alla Dischi Bervisti di Nicola
Manzan (anche se solo per la promozione con Nunzia Tamburrano), fondatore del progetto
musicale BOLOGNA VIOLENTA, da non molto in duo (
qui),
al quale i nostri di oggi sembrano quasi rifarsi... Vincenzo e Luca,
in realtà, uniscono le loro esperienze maturate nelle band del
passato (hardcore per il chitarrista; stoner, indie e post punk per
il batterista) amalgamando le influenze in un prodotto personale,
felicemente riuscito. Loro lo chiamano "Surf Rock'n'roll"
e, certo, il riverbero a molla lo si percepisce, ma tale definizione
ci richiama alla mente atmosfere decisamente più rilassate! Solo con
l'aggiunta dell'aggettivo 'Eerie' (inquietante, angoscioso), che i
due hanno cura di aggiungere alla definizione, tutto inizia a
prendere più senso. Il frenetico e angosciante Rock del duo
strumentale reggiano ci investe come un treno in corsa, non fatto
solo di potenza e impatto ma anche di suspense e inquietudine,
tensione che oscilla tra normalità e follia, insomma, una colonna
sonora moderna per vecchi thriller in bianco e nero. Un grandioso
serbatoio, quello dei film di suspense da cineteca, da cui trarre
ispirazione a piene mani per porre base al concept della band.
Il
progetto viene inizialmente concepito nel 2015 nella mente del
chitarrista Vincenzo Mellita ('80) e prevedeva, oltre che un normale
organico di musicisti, anche tutte le sue passioni: dai film noir di
cineteca alla vena garage punk. Dopo diverse evoluzioni e cambi di
membri, sarà l'incontro con Luca Bajardi (classe 1990) a dar forma
finalmente alla 2-man band, aggiungendo sonorità surf, alt rock e
latin jazz al progetto originario di Vincenzo. Imprevedibilmente,
l'insieme si trasforma in un cataclisma in arrivo, un'orda di barbari
infuriati pronti a far tabula rasa di ogni ostacolo che incontrano.
Frenesia, tensione, sospensione, queste le emozioni che pervadono la
musica dei due o come ci rivelano essi stessi nel Press Kit: "Tense
Up! è l’incrocio fra la strada del thriller e quella del rock,
l’intersezione a raso tra le atmosfere del cinema noir e i
riverberi della surf music. Nessun traffic light in aiuto, segnale o
voce amica: freddi dialoghi di nervose pellicole in bianco e nero che
dilatano il tempo, contraggono i momenti, sono i soli compagni di
questa corsa sfrenata contro il tempo e gli schemi".
Anche
la
breve recensione di Radiocoop
riassume al meglio il progetto Tense Up!: "
Il duo reggiano
abbraccia il terrorismo cinematografico strumentale dei Naked City di
John Zorn, lo filtra attraverso le fantasie splatter di Quentin
Tarantino, passando per le colonne sonore poliziesche italiane degli
anni '70 e un’anima surf. Condendo il tutto con un approccio e
un’attitudine hardcore punk. Originale e devastante".
A
fine 2018 si concludono le registrazioni del primo, omonimo Ep e da
qui iniziano i loro tour, che li vedono impegnati sia in Italia che
all'estero. Seguono una serie di video promozionali dove la reale
storia del duo si intreccia con sceneggiature inventate. Il disco, un
6 pezzi di poco più di venti minuti, viene registrato, mixato e
masterizzato in vari studi della zona. Pubblicato in maniera autonoma
a fine aprile di quest'anno, mi arriva a casa avvolto in una
simpatica copertina dove un ipotetico quotidiano, piegato ad origami,
svela questa news in tutti i suoi ipotetici risvolti, politici
economici sociali e fors'anche ecologici. Solo il timore di non
saperla ricomporre mi ha frenato di dispiegare il tutto e leggere per
bene le trovate dei due...
Non
ci resta quindi che curiosare più a fondo nel combo grazie alle
parole stesse dei suoi musicisti, Vincenzo Mellita e Luca Bajardi del
duo reggiano Tense Up! per poi addentrarci nelle atmosfere sonore del
loro album con l'aiuto prezioso del nostro collaboratore Nicola
Cigolini (
qui). Buona tensione a tutti
voi!
Link video
Link album
INTERVISTA
1.
Un saluto a voi Vincenzo e Luca. Interessante questo nuovo duo che
avete fondato. Vincenzo, so che eri partito pensando a un trio
canonico, qualcosa non ha funzionato e infine la line up vincente si
è dimostrata quella del duo chitarra-batteria: ci racconti quindi la
genesi dei Tense Up!?
V:
Il progetto TENSE UP! È nato nel 2015, con l’intento di creare un
percorso musicale alternativo, diverso dalle mie precedenti
esperienze. Ho composto buona parte del nostro primo materiale da
solo, immaginando una band tradizionale o di poco allargata. Le prime
formazioni prevedevano effettivamente più elementi, con un
impostazione da power trio, ma l’impresa stentava a decollare e le
persone inizialmente coinvolte hanno preso altre strade. L’incontro
con Luca è stato assolutamente necessario per dare nuova sostanza al
progetto, in una formazione ridotta, ma con entrambi gli elementi
attivamente coinvolti nell’arrangiamento del vecchio e nuovo
materiale. In un duo, idee e groove, non si disperdono: è stata la
scelta migliore e, col senno di poi, la più naturale.
2.
A monte di questa, che potremmo ben definire 'concept band', c'è
tutto un immaginario legato ai film noir da cineteca. Quando e come
nasce questa tua passione e in che senso intendevi trasportarla in
musica?
V:
Più che passione, la definirei ricerca. Come per tutte le altre
forme d’arte, anche nel cinema, da spettatore, ho sempre cercato
qualcosa che stimolasse la mia curiosità, magari riscoprendo generi
e pellicole appartenenti a un passato nemmeno troppo lontano. Il
cinema noir ha tutte le caratteristiche che volevo riportare nel mio
mondo musicale: tensione, suspense, mistero, fascino e follia.
Diciamo che i film noir erano la perfetta rappresentazione estetica
dell’idea di musica che avevo in testa all’inizio del progetto e,
viceversa, la musica che ho cominciato a scrivere è diventata un
tributo sonoro a quelle pellicole.
3.
Luca, ti sei inserito in questo contesto solo dal punto di vista
musicale oppure condividi anche tu le medesime passioni
cinematografiche di Vincenzo?
L:
Con Vincenzo condividiamo la passione per la ricerca e la
sperimentazione, ma è stato lui ad introdurmi al cinema noir e a
tutto il suo immaginario. Ho apprezzato da subito la sua capacità di
infondere nella musica la velocità e la frenesia degli inseguimenti,
l’armonia misteriosa e lugubre, i ritmi serrati e, all’occorrenza,
sospesi. Certo conoscevo i classici del genere, ma la sua ricerca mi
ha aiutato a sposare il progetto e la sua filosofia, coinvolgendomi
nella selezione del materiale da cui trarre ispirazione.
4.
Ci sono altri power duo con un'impostazione molto simile alla vostra,
ossia che prendono spunto dal mondo cinematografico. Penso per
esempio ai basso-batteria THE INFRAMEN (qui il nostro articolo) e al
loro immaginario fantascientifico legato ai film
tokusatsu (il genere giapponese dei super eroi). Li
conoscete?
V: No, ma approfondiremo certamente. Credo che ogni power duo
condivida qualcosa oltre la musica, ossia la necessità di creare
qualcosa di rumoroso e originale: il confronto diretto, l’interplay
fra gli strumenti e la necessità di fare molta economia nella
composizione, unisce tutte queste realtà e crea un legame che va
oltre la definizione di genere.
5.
I vostri background musicali messi assieme farebbero pensare a una
musica un po' diversa... la combinazione delle vostre esperienze si
tramuta invece in questo progetto in un'amalgama di suoni e generi
imprevedibile, seppure ben riuscita. E' sempre l'ispirazione ai
thriller che chiama tensione, angoscia, inquietudine e suspance. Come
pensate possa essere percepita dal pubblico, in assenza di immagini
appropriate?
V: Durante i live cerchiamo sempre di portare un po’ di noir nelle
nostre performance, partendo dal nostro abbigliamento fino alle
scelta di oggetti scenografici che richiamano quel mondo. Cerchiamo
di non perdere quel senso di urgenza e tensione che caratterizza la
nostra musica, mantenendo sempre l’intensità al massimo e
coinvolgendo nella nostra ricerca l’ascoltatore: all’interno
della nostra scaletta, trovano sempre posto estratti audio tratti dai
classici del genere, cercando di stimolare la curiosità e di
mantenere alta la concentrazione. Dopo le nostre esibizioni, è bello
ricevere domande su questi aspetti, perché capisci di esserti
avvicinato all’obiettivo.
6.
Avete mai pensato di aggiungere ai vostri live la proiezione dei
film, o stralci di essi, a cui vi ispirate? I vostri video prendono
in effetti più questa strada...
L: Stiamo lavorando a qualcosa del genere, per rendere l’esperienza
dello spettatore più completa e unica. Per cominciare, abbiamo
cercato di riproporre quelle atmosfere nei nostri video, immergendoci
totalmente in essi e coinvolgendo alcuni amici nella loro
realizzazione. Abbiamo già realizzato alcuni “episodi” di questa
storia, ispirandoci ad alcuni classici del cinema in bianco e nero.
Per il futuro non escludiamo di sperimentare anche con altre tecniche
di ripresa, magari portando i nostri attori ai nostri live, in un mix
di realtà e finzione, dove il pubblico potrebbe diventare parte
della storia.
7.
Quale il film famoso che vi piacerebbe ri-musicare e la trama di un
ipotetico film per la cui colonna sonora starebbero già bene i brani
del vostro primo lavoro discografico? I videoclip che avete
realizzato seguono questa via, in effetti...
V: Non abbiamo ancora provato a musicare un film edito, ci siamo
spinti verso una direzione differente, provando a creare delle
colonne sonore per film che abbiamo solo immaginato, stereotipati.
Sicuramente sarebbe bello musicare uno dei film di Hitchcock, il
maestro del brivido. Scrivo sempre io le trame dei nostri videoclip,
cercando di tradurre in immagini la nostra musica: il cerchio si
chiude, creando le immagini per le nostre colonne sonore. E’ un
processo solo apparentemente disordinato, perché in realtà prevede
un discreto rigore e impegno.
8.
Approfondiamo i retroscena di questi riuscitissimi videoclip. Si
tratta di un mix tra live musicali, esperienze personali della band e
immagini tratte dai vecchi film thriller. Come li avete concepiti e a
chi avete affidato le registrazioni?
V: Realizziamo personalmente i nostri video episodi, con un
attitudine DIY. Questo ci permette di mantenere anche un’immagine
lo-fi, che è in parte ricercata e in parte il risultato di budget
non troppo alti. Ci piace arrangiarci: creiamo i costumi, la
scenografia, lavoriamo ai personaggi, coinvolgiamo amici e cerchiamo
di rendere l’esperienza quanto più personale possibile. Mi occupo
personalmente di riprese e montaggio, e questo mi ha permesso di
sviluppare un metodo per arrivare al risultato sperato: probabilmente
in futuro ci faremo aiutare anche da qualcuno, ma l’esperienza
acquisita grazie a questi primi esperimenti ci permetterà di
esprimere al meglio le nostre idee.
9.
Il vostro primo Ep esce autoprodotto. Vi avvalete della valida realtà
di Dischi Bervisti per quanto riguarda la promozione. Non avete mai
pensato di appoggiarvi totalmente all'etichetta indipendente di
Nicola Manzan? Le vostre sonorità sono proprie del loro catalogo...
Conoscevate già il duo BOLOGNA VIOLENTA (qui
il nostro articolo) il cui fondatore è
Nicola stesso?
L: L’autoproduzione è stata in parte una scelta, in parte una
necessità. Avevamo voglia di far conoscere al mondo le nostre idee,
e sarebbe stato utile avere qualcuno in grado di aiutarci a trovare
il modo migliore per farlo. Tuttavia sentivamo che il materiale era
già ad un buon punto, e una volta cominciate le registrazioni,
abbiamo deciso di autoprodurre totalmente l’EP. Forse è stata
anche questa urgenza a farci incontrare i ragazzi di Dischi Bervisti.
di cui apprezziamo praticamente ogni pubblicazione. Sarebbe bello
continuare a collaborare con loro, ma a riguardo non abbiamo ancora
definito le prossime mosse: staremo a vedere!
10.
Come mai questo peregrinaggio tra uno studio e l'altro per le
registrazioni degli strumenti e l'elaborazione dei suoni?
V: Le sessioni di registrazione, come spesso accade, possono essere
spalmate su lunghissimi periodi di tempo. Nel nostro caso, sono
durate quasi un anno. Avevamo delle idee precise riguardo al nostro
suono, e non volevamo rinunciare alle sfumature a cui avevamo
lavorato durante la pre-produzione. Abbiamo quindi scelto lo studio
migliore per ogni esigenza anche se, ogni tanto, abbiamo anche dovuto
fare marcia indietro e ripetere intere sessioni. E’ stato bello
coinvolgere persone diverse, stimolate dalla sperimentazione e dalla
voglia di fare qualcosa di insolito. Credo che sia stato un momento
di crescita per la band e per chi ha collaborato a questo disco, ed è
stato bello appagare l’ambizione collettiva che si era generata
intorno al lavoro.
11.
Nessuno di voi aveva precedentemente militato in un duo
chitarra-batteria. Ci volete parlare della vostra esperienza in tal
senso? In cosa avete dovuto adattare il vostro playing? Quali i pro e
contro che avete riscontrato?
L: All’inizio l’idea ci spaventava, perché temevamo di dover
rinunciare ad una buona parte del nostro impatto. Era la prima volta
per entrambi, ma conoscevamo e ascoltavamo già diversi gruppi con
questo assetto. Siamo partiti da quello: abbiamo fatto un po’ di
ricerca, e abbiamo trovato la strada giusta per affrontare questa
nuova esperienza. Non c’era alcun “lutto” da affrontare, poiché
le persone con cui avevamo suonato avevano lasciato il progetto
amichevolmente. Quindi abbiamo approfittato di questo tempo per
approfondire le nostre competenze. Oggi tornare indietro sembrerebbe
strano, anche perché il suono sta evolvendo verso qualcosa di ancora
diverso, e siamo sicuri che in buona parte sia dovuto al nuovo
assetto. Inoltre questo ci ha permesso di concentrarci positivamente
sulla nostra intesa, migliorando la nostra capacità di condividere
le idee.
Grazie
ancora ragazzi per il vostro contributo alla causa dei duo elettrici.
Vi lascio concludere con una vostra affermazione e... buona carriera
a voi! Musicale o cinematografica che sia...
V
e L: Ci piacerebbe chiudere con la citazione di un dialogo,
contenuto in uno dei nostri pezzi:
“Chi siete?” – “Io dico che dovresti saperlo.”
Link band
DISCOGRAFIA
TENSE
UP! 2019, Autoprodotto/Dischi Bervisti (Surf Rock'n'core)
1.Mr. Memory 2.Carrusel 3.I Killed Him 4.Astraphobia 5.The Key
6.Private Traps
Link
ad altre recensioni
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle