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lunedì 14 ottobre 2019

188. Quanta suspense con i TENSE UP!



INTRO
Dopo la musica da ballare della nuova formazione cibernetica dei CYBORG ZERO (qui) passiamo oggi a tutt'altro genere musicale per incontrare atmosfere più haevy e tensioni metriche anticipate persino dal nome del duo, TENSE UP! Non ci sono dubbi, in tal senso, per questa seconda 2-piece col punto esclamativo... (qui invece l'articolo sugli SDANG!)

BIOGRAFIA
Stacchi secchi all'unisono di matrice math rock, violenza sonora che ricorda il grind, campionamenti di dialoghi da vecchi film anni '50... i TENSE UP! non potevano che finire alla Dischi Bervisti di Nicola Manzan (anche se solo per la promozione con Nunzia Tamburrano), fondatore del progetto musicale BOLOGNA VIOLENTA, da non molto in duo (qui), al quale i nostri di oggi sembrano quasi rifarsi... Vincenzo e Luca, in realtà, uniscono le loro esperienze maturate nelle band del passato (hardcore per il chitarrista; stoner, indie e post punk per il batterista) amalgamando le influenze in un prodotto personale, felicemente riuscito. Loro lo chiamano "Surf Rock'n'roll" e, certo, il riverbero a molla lo si percepisce, ma tale definizione ci richiama alla mente atmosfere decisamente più rilassate! Solo con l'aggiunta dell'aggettivo 'Eerie' (inquietante, angoscioso), che i due hanno cura di aggiungere alla definizione, tutto inizia a prendere più senso. Il frenetico e angosciante Rock del duo strumentale reggiano ci investe come un treno in corsa, non fatto solo di potenza e impatto ma anche di suspense e inquietudine, tensione che oscilla tra normalità e follia, insomma, una colonna sonora moderna per vecchi thriller in bianco e nero. Un grandioso serbatoio, quello dei film di suspense da cineteca, da cui trarre ispirazione a piene mani per porre base al concept della band.

Il progetto viene inizialmente concepito nel 2015 nella mente del chitarrista Vincenzo Mellita ('80) e prevedeva, oltre che un normale organico di musicisti, anche tutte le sue passioni: dai film noir di cineteca alla vena garage punk. Dopo diverse evoluzioni e cambi di membri, sarà l'incontro con Luca Bajardi (classe 1990) a dar forma finalmente alla 2-man band, aggiungendo sonorità surf, alt rock e latin jazz al progetto originario di Vincenzo. Imprevedibilmente, l'insieme si trasforma in un cataclisma in arrivo, un'orda di barbari infuriati pronti a far tabula rasa di ogni ostacolo che incontrano. Frenesia, tensione, sospensione, queste le emozioni che pervadono la musica dei due o come ci rivelano essi stessi nel Press Kit: "Tense Up! è l’incrocio fra la strada del thriller e quella del rock, l’intersezione a raso tra le atmosfere del cinema noir e i riverberi della surf music. Nessun traffic light in aiuto, segnale o voce amica: freddi dialoghi di nervose pellicole in bianco e nero che dilatano il tempo, contraggono i momenti, sono i soli compagni di questa corsa sfrenata contro il tempo e gli schemi".

Anche la breve recensione di Radiocoop riassume al meglio il progetto Tense Up!: "Il duo reggiano abbraccia il terrorismo cinematografico strumentale dei Naked City di John Zorn, lo filtra attraverso le fantasie splatter di Quentin Tarantino, passando per le colonne sonore poliziesche italiane degli anni '70 e un’anima surf. Condendo il tutto con un approccio e un’attitudine hardcore punk. Originale e devastante". 

A fine 2018 si concludono le registrazioni del primo, omonimo Ep e da qui iniziano i loro tour, che li vedono impegnati sia in Italia che all'estero. Seguono una serie di video promozionali dove la reale storia del duo si intreccia con sceneggiature inventate. Il disco, un 6 pezzi di poco più di venti minuti, viene registrato, mixato e masterizzato in vari studi della zona. Pubblicato in maniera autonoma a fine aprile di quest'anno, mi arriva a casa avvolto in una simpatica copertina dove un ipotetico quotidiano, piegato ad origami, svela questa news in tutti i suoi ipotetici risvolti, politici economici sociali e fors'anche ecologici. Solo il timore di non saperla ricomporre mi ha frenato di dispiegare il tutto e leggere per bene le trovate dei due...

Non ci resta quindi che curiosare più a fondo nel combo grazie alle parole stesse dei suoi musicisti, Vincenzo Mellita e Luca Bajardi del duo reggiano Tense Up! per poi addentrarci nelle atmosfere sonore del loro album con l'aiuto prezioso del nostro collaboratore Nicola Cigolini (qui). Buona tensione a tutti voi!

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INTERVISTA
1. Un saluto a voi Vincenzo e Luca. Interessante questo nuovo duo che avete fondato. Vincenzo, so che eri partito pensando a un trio canonico, qualcosa non ha funzionato e infine la line up vincente si è dimostrata quella del duo chitarra-batteria: ci racconti quindi la genesi dei Tense Up!?
V: Il progetto TENSE UP! È nato nel 2015, con l’intento di creare un percorso musicale alternativo, diverso dalle mie precedenti esperienze. Ho composto buona parte del nostro primo materiale da solo, immaginando una band tradizionale o di poco allargata. Le prime formazioni prevedevano effettivamente più elementi, con un impostazione da power trio, ma l’impresa stentava a decollare e le persone inizialmente coinvolte hanno preso altre strade. L’incontro con Luca è stato assolutamente necessario per dare nuova sostanza al progetto, in una formazione ridotta, ma con entrambi gli elementi attivamente coinvolti nell’arrangiamento del vecchio e nuovo materiale. In un duo, idee e groove, non si disperdono: è stata la scelta migliore e, col senno di poi, la più naturale.

2. A monte di questa, che potremmo ben definire 'concept band', c'è tutto un immaginario legato ai film noir da cineteca. Quando e come nasce questa tua passione e in che senso intendevi trasportarla in musica?
V: Più che passione, la definirei ricerca. Come per tutte le altre forme d’arte, anche nel cinema, da spettatore, ho sempre cercato qualcosa che stimolasse la mia curiosità, magari riscoprendo generi e pellicole appartenenti a un passato nemmeno troppo lontano. Il cinema noir ha tutte le caratteristiche che volevo riportare nel mio mondo musicale: tensione, suspense, mistero, fascino e follia. Diciamo che i film noir erano la perfetta rappresentazione estetica dell’idea di musica che avevo in testa all’inizio del progetto e, viceversa, la musica che ho cominciato a scrivere è diventata un tributo sonoro a quelle pellicole.

3. Luca, ti sei inserito in questo contesto solo dal punto di vista musicale oppure condividi anche tu le medesime passioni cinematografiche di Vincenzo?
L: Con Vincenzo condividiamo la passione per la ricerca e la sperimentazione, ma è stato lui ad introdurmi al cinema noir e a tutto il suo immaginario. Ho apprezzato da subito la sua capacità di infondere nella musica la velocità e la frenesia degli inseguimenti, l’armonia misteriosa e lugubre, i ritmi serrati e, all’occorrenza, sospesi. Certo conoscevo i classici del genere, ma la sua ricerca mi ha aiutato a sposare il progetto e la sua filosofia, coinvolgendomi nella selezione del materiale da cui trarre ispirazione.

4. Ci sono altri power duo con un'impostazione molto simile alla vostra, ossia che prendono spunto dal mondo cinematografico. Penso per esempio ai basso-batteria THE INFRAMEN (qui il nostro articolo) e al loro immaginario fantascientifico legato ai film tokusatsu (il genere giapponese dei super eroi). Li conoscete?

V: No, ma approfondiremo certamente. Credo che ogni power duo condivida qualcosa oltre la musica, ossia la necessità di creare qualcosa di rumoroso e originale: il confronto diretto, l’interplay fra gli strumenti e la necessità di fare molta economia nella composizione, unisce tutte queste realtà e crea un legame che va oltre la definizione di genere.

5. I vostri background musicali messi assieme farebbero pensare a una musica un po' diversa... la combinazione delle vostre esperienze si tramuta invece in questo progetto in un'amalgama di suoni e generi imprevedibile, seppure ben riuscita. E' sempre l'ispirazione ai thriller che chiama tensione, angoscia, inquietudine e suspance. Come pensate possa essere percepita dal pubblico, in assenza di immagini appropriate?
V: Durante i live cerchiamo sempre di portare un po’ di noir nelle nostre performance, partendo dal nostro abbigliamento fino alle scelta di oggetti scenografici che richiamano quel mondo. Cerchiamo di non perdere quel senso di urgenza e tensione che caratterizza la nostra musica, mantenendo sempre l’intensità al massimo e coinvolgendo nella nostra ricerca l’ascoltatore: all’interno della nostra scaletta, trovano sempre posto estratti audio tratti dai classici del genere, cercando di stimolare la curiosità e di mantenere alta la concentrazione. Dopo le nostre esibizioni, è bello ricevere domande su questi aspetti, perché capisci di esserti avvicinato all’obiettivo.

6. Avete mai pensato di aggiungere ai vostri live la proiezione dei film, o stralci di essi, a cui vi ispirate? I vostri video prendono in effetti più questa strada...
L: Stiamo lavorando a qualcosa del genere, per rendere l’esperienza dello spettatore più completa e unica. Per cominciare, abbiamo cercato di riproporre quelle atmosfere nei nostri video, immergendoci totalmente in essi e coinvolgendo alcuni amici nella loro realizzazione. Abbiamo già realizzato alcuni “episodi” di questa storia, ispirandoci ad alcuni classici del cinema in bianco e nero. Per il futuro non escludiamo di sperimentare anche con altre tecniche di ripresa, magari portando i nostri attori ai nostri live, in un mix di realtà e finzione, dove il pubblico potrebbe diventare parte della storia.

7. Quale il film famoso che vi piacerebbe ri-musicare e la trama di un ipotetico film per la cui colonna sonora starebbero già bene i brani del vostro primo lavoro discografico? I videoclip che avete realizzato seguono questa via, in effetti...
V: Non abbiamo ancora provato a musicare un film edito, ci siamo spinti verso una direzione differente, provando a creare delle colonne sonore per film che abbiamo solo immaginato, stereotipati. Sicuramente sarebbe bello musicare uno dei film di Hitchcock, il maestro del brivido. Scrivo sempre io le trame dei nostri videoclip, cercando di tradurre in immagini la nostra musica: il cerchio si chiude, creando le immagini per le nostre colonne sonore. E’ un processo solo apparentemente disordinato, perché in realtà prevede un discreto rigore e impegno.

8. Approfondiamo i retroscena di questi riuscitissimi videoclip. Si tratta di un mix tra live musicali, esperienze personali della band e immagini tratte dai vecchi film thriller. Come li avete concepiti e a chi avete affidato le registrazioni?
V: Realizziamo personalmente i nostri video episodi, con un attitudine DIY. Questo ci permette di mantenere anche un’immagine lo-fi, che è in parte ricercata e in parte il risultato di budget non troppo alti. Ci piace arrangiarci: creiamo i costumi, la scenografia, lavoriamo ai personaggi, coinvolgiamo amici e cerchiamo di rendere l’esperienza quanto più personale possibile. Mi occupo personalmente di riprese e montaggio, e questo mi ha permesso di sviluppare un metodo per arrivare al risultato sperato: probabilmente in futuro ci faremo aiutare anche da qualcuno, ma l’esperienza acquisita grazie a questi primi esperimenti ci permetterà di esprimere al meglio le nostre idee.

9. Il vostro primo Ep esce autoprodotto. Vi avvalete della valida realtà di Dischi Bervisti per quanto riguarda la promozione. Non avete mai pensato di appoggiarvi totalmente all'etichetta indipendente di Nicola Manzan? Le vostre sonorità sono proprie del loro catalogo... Conoscevate già il duo BOLOGNA VIOLENTA (qui il nostro articolo) il cui fondatore è Nicola stesso?
L: L’autoproduzione è stata in parte una scelta, in parte una necessità. Avevamo voglia di far conoscere al mondo le nostre idee, e sarebbe stato utile avere qualcuno in grado di aiutarci a trovare il modo migliore per farlo. Tuttavia sentivamo che il materiale era già ad un buon punto, e una volta cominciate le registrazioni, abbiamo deciso di autoprodurre totalmente l’EP. Forse è stata anche questa urgenza a farci incontrare i ragazzi di Dischi Bervisti. di cui apprezziamo praticamente ogni pubblicazione. Sarebbe bello continuare a collaborare con loro, ma a riguardo non abbiamo ancora definito le prossime mosse: staremo a vedere!

10. Come mai questo peregrinaggio tra uno studio e l'altro per le registrazioni degli strumenti e l'elaborazione dei suoni?
V: Le sessioni di registrazione, come spesso accade, possono essere spalmate su lunghissimi periodi di tempo. Nel nostro caso, sono durate quasi un anno. Avevamo delle idee precise riguardo al nostro suono, e non volevamo rinunciare alle sfumature a cui avevamo lavorato durante la pre-produzione. Abbiamo quindi scelto lo studio migliore per ogni esigenza anche se, ogni tanto, abbiamo anche dovuto fare marcia indietro e ripetere intere sessioni. E’ stato bello coinvolgere persone diverse, stimolate dalla sperimentazione e dalla voglia di fare qualcosa di insolito. Credo che sia stato un momento di crescita per la band e per chi ha collaborato a questo disco, ed è stato bello appagare l’ambizione collettiva che si era generata intorno al lavoro.

11. Nessuno di voi aveva precedentemente militato in un duo chitarra-batteria. Ci volete parlare della vostra esperienza in tal senso? In cosa avete dovuto adattare il vostro playing? Quali i pro e contro che avete riscontrato?
L: All’inizio l’idea ci spaventava, perché temevamo di dover rinunciare ad una buona parte del nostro impatto. Era la prima volta per entrambi, ma conoscevamo e ascoltavamo già diversi gruppi con questo assetto. Siamo partiti da quello: abbiamo fatto un po’ di ricerca, e abbiamo trovato la strada giusta per affrontare questa nuova esperienza. Non c’era alcun “lutto” da affrontare, poiché le persone con cui avevamo suonato avevano lasciato il progetto amichevolmente. Quindi abbiamo approfittato di questo tempo per approfondire le nostre competenze. Oggi tornare indietro sembrerebbe strano, anche perché il suono sta evolvendo verso qualcosa di ancora diverso, e siamo sicuri che in buona parte sia dovuto al nuovo assetto. Inoltre questo ci ha permesso di concentrarci positivamente sulla nostra intesa, migliorando la nostra capacità di condividere le idee.

Grazie ancora ragazzi per il vostro contributo alla causa dei duo elettrici. Vi lascio concludere con una vostra affermazione e... buona carriera a voi! Musicale o cinematografica che sia...
V e L: Ci piacerebbe chiudere con la citazione di un dialogo, contenuto in uno dei nostri pezzi:
Chi siete?” – “Io dico che dovresti saperlo.”

Link band


DISCOGRAFIA
TENSE UP! 2019, Autoprodotto/Dischi Bervisti (Surf Rock'n'core)

1.Mr. Memory 2.Carrusel 3.I Killed Him 4.Astraphobia 5.The Key 6.Private Traps



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Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle

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