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mercoledì 13 marzo 2013

05. MONELLE CHITI: fotografa musicale di "big"

INTRO
   Dopo l’intervista di gran spessore dedicata al duo noise ed avant-metal Ovo, nonché in attesa di concludere l'argomento con un approfondimento sui suoi due singoli componenti, rivolgiamo ora la nostra attenzione ad un settore di "contorno" nel mondo della musica: la fotografia musicale. Assolutamente non un argomento di minore importanza, anzi, senza i validi personaggi che si muovono dietro all’obiettivo di una macchina fotografica non apprezzeremo nemmeno tanti magici momenti ed espressioni live mirabilmente immortalati da questi artisti, che riescono anche a dare un “valore aggiunto” all’immagine dei musicisti con le loro foto promozionali.
   Affronteremo l'argomento analizzando la figura della giovane artista toscana MONELLE CHITI che, nonostante la sua giovane età, si è fatta conoscere nel panorama musicale nazionale grazie al suo indiscusso talento ritrattistico. Sicuramente i suoi scatti vi sono passati tra le mani visto che collabora da anni con la rinomata rivista musicale Il Mucchio (e non solo) e che le sue foto sono comparse tra le pagine di quotidiani come La Repubblica e Il Corriere della Sera.
   Per visionare una carrellata dei suoi scatti più significati vi suggerisco questi links:
www.flickr.com/music       


BIOGRAFIA
  Monelle nasce nel 1983 a Fucecchio (FI), località che già diede i natali a Indro Montanelli. Appassionata di fotografia fin dall'infanzia, la natura della Toscana è la sua prima fonte d'ispirazione dopodiché viene attratta dal fascino del ritratto. Assidua frequentatrice di concerti fin dall'adolescenza, non poteva che abbinare le sue due grandi passioni sviluppando così l'arte specifica della fotografia musicale. Decisa ad intraprendere questo percorso, conclude gli studi di fotografia nella sua regione d'origine per poi trasferirsi all'età di 23 anni a Milano dove inizia la sua vera e propria carriera lavorativa collaborando con i più grandi gruppi rock italiani e varie riviste specializzate. In breve la giovane artista si fa conoscere grazie ai suoi scatti di notevole talento, proponendo reportage di artisti del calibro di R.E.M, Iggy Pop, Foo Fighters, Placebo, Green Day, The Strokes o i nazionali Verdena, Caparezza, Il Teatro degli Orrori, Baustelle, Sick Tamburo e tanti, tanti altri tant'è che la lista potrebbe continuare per molto ancora! Attualmente collabora con svariati festival musicali nazionali che si avvalgono della sua professionalità per il resoconto fotografico dei loro eventi. 
Dave Grohl -Foo Fighters
Caparezza
Nel 2012 sviluppa ulteriormente la sua attività con due progetti paralleli: la realizzazione di alcuni workshop fotografici in collaborazione con il collega Paolo Acquati e l'apertura della Cococi Promotion, un'agenzia di promozione ed ufficio stampa che promuove giovani band e che collabora anche con etichette discografiche (vedi la Appropolipo Records) e progetti vari, come Matriosca Videos, gruppo di videomakers specializzati in interviste e live report. Attualmente cura in particolare le band in fase di ascesa di Bergamo e dintorni; tra i gruppi da lei seguiti troviamo anche un duo rock, i SAKEE SED, che avremo piacere di intervistare nel nostro prossimo incontro.
  
   Ma ora la parola alla diretta interessata Monelle Chiti!


INTERVISTA

1. Ciao Monelle, benvenuta in questa puntata dell'EDP!
Il tuo nome, MONELLE CHITI, sembra un bellissimo nome d'arte mentre invece risulta essere proprio quello anagrafico: una volta per tutte, ci dici come si pronuncia il tuo cognome? Alla francese, come suggerirebbe il nome, o all'italiana? Non l'avevo mai sentito prima...
Innanzitutto ciao a tutti i lettori e grazie a te Giusy per lo spazio concesso! :)
Tornando al mio nome... Chiti è un cognome prettamente toscano, si pronuncia all'italiana ovviamente! Il mio nome invece è francese e si legge “Monel”, dal francese appunto (come Michelle, Corinne... le doppie non si leggono e neppure la “E” finale). Per il resto è vero, il mio nome è molto insolito, in Italia credo di esserci solo io, mentre in Francia e in Canada è molto diffuso. Tutto è nato dai miei genitori che negli anni '80 andavano spesso in Francia e avevano molti amici là; una loro amica si chiamava Monelle, era la moglie di un famoso regista francese. Da lì la scelta del nome.

2. La tua attrazione per le macchine fotografiche inizia già in giovanissima età: avevi qualcuno in casa che ti ha passato questo hobby?
Hobby non direi, ma diciamo che in casa mia ci sono sempre state macchine fotografiche analogiche, telecamere ed altri strumenti che ora potremo definire “vintage”. Erano tutte di mio padre, lui da giovane lavorava in teatro. Io ho semplicemente sperimentato tutti questi fantastici strumenti provandoli e facendo pratica quasi per gioco.

      3. Crescendo in un paesino della Toscana, la natura è stata ispiratrice dei tuoi primi scatti: a quando la passione per i ritratti? Ora che ti muovi negli ambienti musicali, ti viene ancora voglia di "ritrarre" Madre Natura?
La passione per i ritratti è nata quando sono diventata un po' più grande; da piccola appunto mi piaceva fotografare paesaggi, anche perché ho avuto la fortuna di crescere in un posto meraviglioso come la Toscana che di spunti ne offre molti. Così automaticamente fotografi quello che di bello vedi intorno a te, visto che magari a 10 anni non ci tieni neppure a fotografare le persone. Quando poi sono cresciuta ho iniziato a fare anche ritratti per il fatto che inizi ad avere esigenze fotografiche diverse rispetto a quando sei una bambina. Ora che mi muovo negli ambienti musicali, la voglia di fotografare “Madre Natura” non è assolutamente svanita, semplicemente sono foto che faccio meno frequentemente. C'è da dire anche che non abitando più in Toscana gli spunti per fotografare un bel paesaggio sono decisamente diminuiti.

Verdena
4. Hai o hai avuto colleghi famosi di riferimento?
Di riferimento non proprio, ma sicuramente colleghi che mi hanno aiutato a migliorarmi sì. Citerei su tutti Pasquale Modica perché è stato sicuramente quello che fin dall'inizio ha creduto in me e mi ha voluta con sé a lavorare ad Arezzo Wave. Quel festival è stato una grande scuola per me, lavoravo con persone che da anni facevano questo mestiere e mi hanno insegnato molto.


5. Qual è il genere musicale che ascoltavi da adolescente e quali le tue attuali preferenze?
Da adolescente alle mie attuali preferenze musicali i gusti sono cambiati molto; fino ai 16/17 anni ho sempre ascoltato musica pop e r&b, come Christina Aguilera, Alicia Keys e le Destiny's Child. Vengo dal pop vero e proprio se così si può dire. Ma tutto ciò è dipeso dal fatto che quelli erano gli anni boom di Mtv, che io ascoltavo da quando tornavo da scuola fino a sera. E Mtv trasmetteva principalmente musica “commerciale”. Poi la svolta con gli Oasis e i Verve che mi hanno portato ad ascoltare “brit-pop”; in seguito sono passata ai Foo Fighters e l'inizio di uno storico programma come “Brand:New” su Mtv mi ha fatto scoprire tutti i gruppi indipendenti italiani. Da lì ho sempre ascoltato più la musica italiana che quella straniera, apprezzando molto il genere cosiddetto rock, ma ammirando e seguendo molto anche gruppi come i Radiohead e tutti i progetti di Jack White.

6. Praticamente nella vita tu sei riuscita ad abbinare due forti passioni: fotografare e andare ai concerti. Agli inizi fotografavi dal pubblico, immagino: eri la fan che pernottava davanti ai cancelli per ottenere delle buone inquadrature da sotto il palco? Le tue prime foto musicali sono quindi di artisti famosi? Come si arriva da "sotto il palco" a "dietro le quinte"?
Esatto, fotografavo dal pubblico, ma mi andava bene così; all'inizio sei imbarazzato dall'andare “al di là delle transenne”, preferisci stare in disparte e sperimentare, perlomeno per come l'ho vissuta io. E poi neppure conoscevo i modi per andarci, io non ho mai avuto la fortuna di ritrovarmi sotto ad un palco perché conoscevo qualcuno, mi ci sono ritrovata quando ho iniziato a farlo di lavoro e poi da lì ho conosciuto tutti. Tante volte e ultimamente succede esattamente il processo inverso. Ma tant'è. Per il resto non ero la fan che pernottava davanti ai cancelli, anche perché non si parla di concerti che avevano 10.000 spettatori. Però arrivavo sempre per tempo, quello sì, e perciò riuscivo sempre ad avere i posti migliori e in prima fila. Ricordo i concerti dei Negramaro, mica facevano San Siro ai tempi, io li ho visti quando davanti a loro c'erano meno di 500 persone. Stessa cosa per i Ministri, adesso dovunque vanno registrano il sold-out, io li conosco e li fotografo da quando erano proprio agli inizi. Così come i Baustelle. Loro sono corregionali, li ho visti proprio crescere e diventare quello che sono oggi. Quindi sì, le mie prime foto musicali sono di artisti che ora sono famosi, ma all'epoca erano conosciuti solo da chi era fan o da chi era appassionato di un certo genere musicale.

7. In pochi anni ti sei fatta un nome ben conosciuto nel settore, tant'è che ora vieni chiamata ad immortalare anche molti dei festival musicali estivi che spopolano nella nostra bella penisola. Com'è l'ambiente del festival rispetto al singolo concerto?
Il festival è innanzitutto un posto all'aperto dove, già per il fatto che è estate, mi trovo sicuramente meglio. In più ha una struttura degna di nota, le giuste luci e anche l'atmosfera migliore rispetto ad un singolo concerto magari in posto al chiuso. Ad un festival si respira un'aria di festa, di vacanza, di allegria, e credo che questo sia un parere puramente oggettivo.
Penso che sia questa la grande differenza, il contesto più che il gruppo che poi andrai a vedere e/o fotografare.

Cyborg
8. So che assieme al tuo collega Paolo Acquati hai realizzato recentemente un paio di workshop di "fotografia musicale". E' presumibile che tu ti rivolga ad un pubblico già esperto nella fotografia e che desideri specializzarsi ora in questo settore: come e dove si sono svolti questi workshop e cosa avete insegnato? Quali le tematiche e i consigli? Ne avete altri in programma?
Il primo si è svolto l'estate scorsa al Filagosto Festival, a Filago vicino Bergamo, in uno dei festival estivi musicali più conosciuti della Lombardia; l'altro invece è stato fatto a Bergamo da Novembre a Gennaio scorso presso lo Spazio Polaresco. Malgrado siano stati entrambi due corsi di fotografia veri e propri, sono state due esperienze diverse sotto molti punti di vista: il primo era un festival all'aperto, un palco gigante, luci della Madonna, più allievi da gestire, il caldo, un pubblico da 3000 persone. Capisci che è stato totalmente diverso dal secondo che è stato fatto in inverno, in un locale, in uno spazio ristretto e con molte più problematiche da gestire soprattutto perché il Polaresco non ha un pit per i fotografi e gestire 10 persone davanti ad un palco non è stato semplice. In ogni modo in entrambi i workshop abbiamo cercato di insegnare le nozioni base di fotografia (tempi di esposizione, diaframma, regola dei terzi ecc..) e in seguito anche di metterle in pratica, ovviamente! Per i futuri corsi ancora niente programmato, ma siamo in trattative per altri da fare in primavera e in estate. Ci piacerebbe rifarlo in entrambi i luoghi dove lo abbiamo già fatto, soprattutto al Filagosto che offre la giusta struttura per insegnare un mestiere del genere.

Sadside Project
9. In questi anni di crisi stai riscontrando atteggiamenti diversi nell'organizzazione dei festival?
Più che altro riscontro diversità nella scelta dei luoghi dove fare i festival, ti parlo in particolare di quelli itineranti o di quelli che non hanno ancora una location fissa malgrado la città rimanga la stessa. Mi riferisco ad Italia Wave che solo l'anno scorso è tornato ad Arezzo dopo anni di spostamenti vari o della Festa della Musica di Chianciano Terme in Toscana che da qualche anno deve trovarsi un nuovo luogo ogni volta per il festival visto che gli aiuti economici della provincia son sempre meno. Per il resto gli altri fattori sono facilmente immaginabili: meno soldi = meno gruppi o gruppi di rilievo minore.

10. Nel fare un buon servizio fotografico durante un live riesci anche a goderti il concerto e lo spettacolo?
Attualmente ci riesco, ma non è sempre facile, dipende anche quanto sei coinvolta dal live o dal gruppo stesso.

11. Sei la fotografa ufficiale di qualche band? Con chi dell'underground italiano sei entrata maggiormente in amicizia?
La parola “ufficiale” è una parola che mi va sempre un po' stretta e che cerco di usare il meno possibile, che non si sa mai. Magari pensi che sia ufficiale che domani hai una tua foto pubblicata su una rivista e invece all'ultimo la cambiano. Non si sa mai insomma, e anche con le band vale lo stesso: in questo mondo siamo tutti necessari ma mai indispensabili. In pratica però sono e sono stata la fotografa ufficiale di tante band per il fatto che è tanto tempo che collaboriamo insieme ed è poi automatico che la gente ti associ a loro. C'è gente che mi vede la fotografa ufficiale dei Verdena e ne sono onorata, ma per loro direttamente non ho mai lavorato, anche se in 7 anni che li seguo credo di essere la fotografa che ha più foto live loro di chiunque altro. Ho lavorato per festival dove suonavano, per commissioni, per locali, o per passione e da lì mi son ritrovata con tante loro foto, ma non ho mai lavorato direttamente per conto loro. Per il resto sono stata la fotografa ufficiale di Caparezza per un progetto di un dvd live, dei Sakee Sed che lo sono tutt'ora, dei Lombroso anni e anni fa, dei Ministri e di tanti altri ma dipende da che lavori si stanno portando avanti e da qual è il rapporto che hai con la band. Oltre questi che ti ho nominato in amicizia sono entrata con molti altri: ti nomino su tutti gli Zen Circus, A Toys Orchestra, Il Pan del Diavolo, Bologna Violenta e Le Capre a Sonagli.

12. Con i tuoi scatti hai immortalato star internazionali del calibro di Dave Grohl, Iggy Pop, Greenday, R.E.M oltre ai connazionali Verdena, Caparezza, Afterhours, tanto per citarne solo alcuni. C'è qualcuno che consideri più scenicamente adatto ad essere fotografato?
Tra quelli che hai nominato direi sicuramente Caparezza per un fattore di scenografia strepitosa che ha ad ogni concerto. I Verdena e i Foo Fighters sono nella categoria “preferiti” per un fattore di gusto personale e tra l'altro sono anche perfetti da fotografare per un fattore estetico; penso che incarnino pienamente l'idea del rock che ho in mente io.

13. Chi vorresti tanto fotografare tra quei pochi che ancora non hai avuto modo?
Sicuramente Jack White, bello, rock, geniale, ha sempre avuto dei progetti fighissimi, dai White Stripes ai Racounteurs. Lui non l'ho mai visto dal vivo e mi piacerebbe molto fotografarlo. Dev'essere un ottimo soggetto. Lo penso anch’io!

14. Secondo te è importante conoscere già qualcosa delle band sulle quali vuoi realizzare un servizio fotografico?
Sì, penso che sia importante e conti molto sia quanto conosci la band sia quanto conosci le canzoni. Ho parlato proprio di questo con un mio amico fotografo tempo fa, e si diceva che più conosci un gruppo più riesci a fotografarlo meglio perché conosci i movimenti, i gesti, le espressioni. Ovviamente se il gruppo ti piace a volte il tutto ti può fregare, perché magari sei presa dall’emozione o a cantare, ma alla fine ho notato che spesso quando fotografo qualcuno che mi piace le foto risultano ottime – cosa che hanno notato anche gli altri e che tra l’altro mi rende maggiormente contenta per il fatto che le mie emozioni siano evidenti anche nelle mie fotografie.

15. Che duo hai avuto modo di fotografare?
Ne ho fotografi molti in tutti questi anni, su tutti ti direi i Bud Spencer Blues Explosion che forse sono il duo rock più famoso che attualmente ci sia in Italia. Poi ti direi i Sadside Project, bravissimi, altro duo romano, poi i Sakee Sed, i Lombroso, The Cyborgs, Il Pan del Diavolo, Il Genio, gli Orange, i Serpenti e tanti altri. Praticamente tutti! Anche se non sempre duo elettrici... Dei Sadside Project ho dei bei ricordi: due splendide persone che hanno aderito all’Electric Duo Project fin dall’inizio con grande entusiasmo! I Cyborgs poi sono micidiali!

Bud Spencer Blues Explosion
 16. Nel 2012 hai fondato una tua agenzia di promozione e ufficio stampa, la COCOCI PROMOTION. Quanti sono i gruppi che segui? So che c'è anche un duo tra di loro!
   Sì esatto, la Cococi Promotion è nata a Milano un annetto fa ed è essenzialmente un'agenzia di promozione / ufficio stampa. Seguiamo sia gruppi che attività di vari progetti, come Matriosca Videos, che sono un gruppo di persone che fanno interviste e live report, o etichette discografiche, come l'Appropolipo Records. Per il resto i gruppi che seguo come promozione / ufficio stampa sono Sakee Sed, Arcane of Souls, Le Capre a Sonagli ed altri. Ti parlo di quelli bergamaschi perchè sono quelli con cui sto lavorando maggiormente. Il duo in questione sono appunto i Sakee Sed.

17. Con che criterio scegli le band da promuovere e in che genere musicale si collocano?
I criteri possono essere vari, da una proposta mia di collaborazione con gruppi che mi piacciono a collaborazioni di band che ci chiedono direttamente di lavorare con loro. Principalmente però mi piace lavorare con band che mi piacciono e che meritano, non mi va di collaborare con gruppi che non ritengo validi o con scarse possibilità di successo. Ne viene anche dalla mia reputazione da ufficio stampa, ci tengo ad avere gruppi che valgono e che so che hanno un potenziale. Attualmente si collocano tutti nel genere rock, ma è stato un caso, non perchè li scelgo con il criterio: “collaboriamo solo se fai un certo tipo di musica”. Prossimamente infatti dovrei iniziare a collaborare anche con cantanti e gruppi di tutt'altro genere.

18. Parlaci un po' dei SAKEE SED; a ruota seguirà un'intervista specifica a loro dedicata ma intanto anticipaci chi sono, da dove vengono e che genere di musica fanno. Come vi siete conosciuti?
I Sakee Sed sono un gruppo rock'n'roll di Bergamo. Sono principalmente un duo, ma dal vivo collaborano con tanti altri musicisti e quindi spesso hanno una formazione un po' allargata, magari per situazioni come festival ed altre occasioni di eventi particolari come la recente Appropolipo Night al Bloom di Mezzago (serata che celebrava l'etichetta da loro fondata) dove sul palco con loro hanno suonato anche Luca e Alberto dei Verdena. In ogni modo li ho conosciuti tre anni fa quando praticamente sono usciti con il primo disco, “Alla basi della Roncola”; li fotografai ad un festival in Toscana, a Carrara. Poi li ho rivisti spesso in giro perché essendo amici dei Verdena (oltre ad essere della stessa città) o li incontravo ai loro concerti o altre volte suonavano in apertura proprio del trio stesso. Da lì siamo diventati amici e abbiamo iniziato a collaborare insieme.

Sakee Sed
19. L'estate è il gran momento per i festival all'aperto: dove ti troveremo prossimamente?
Sicuramente a molti festival di Bergamo e dintorni, come il Filagosto Festival e Senza Far Rumore Festival per dirtene alcuni. In più come ogni anno lavorerò al Festival della Musica di Chianciano Terme, vicino Siena. E poi vedremo... seguitemi sui miei canali e passo passo saprete dove trovarmi! :)



Il Genio
Ok, allora ci incontreremo da qualche parte sotto un palco!
E' stato un vero piacere parlare di un argomento meno conosciuto ai più, anche del settore musicale, e tu sei stata molto piacevole con le tue risposte. Un buon proseguimento per la tua carriera e un gran saluto musicale da tutto l'Electric Duo Project.












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Cococi Promotion