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giovedì 29 gennaio 2015

53.RECENSIONE10: Terrestre by Samcro






   Dopo la retrospettiva del duo SAMCRO e l'intervista a Mario Caruso e Nicola Cigolini (qui) eccoci ora ad analizzare più a fondo "Terrestre", l'opera prima di questa 2-piece aretina. Lo faremo grazie alla recensione approfondita del nostro collaboratore EDP Bob Cillo, ma prima giusto una presentazione più generica da parte nostra.
   "Terrestre" è un album di nove tracce di buon sano rock'n'roll condito con venature garage blues per un risultato sonoro grintoso e coinvolgente che i due amano definire Blues Rock Garage. Le due anime musicali della band (blues "nero" del Missisipi e jazz per il chitarrista Mario, più rock anni '70 per Nicola) si fondono a meraviglia in questo album rendendolo un ottimo esempio di equilibrio tra eleganza e ruvidezza, tra classe e cattiveria... di facile ascolto (ma assolutamente non banale), ci porta a danzare, a pigiare sull'acceleratore dell'auto, a darci dentro durante le nostre corse al parco... non per svilire l'opera d'esordio dei nostri Samcro, tuttaltro! per farvi capire piuttosto il tipo di energia potente ed esplosiva che i 28 minuti di "Terrestre"ci riescono a comunicare... riff d'effetto, ruvidi e diretti per un blues viscerale sorretto dalla batteria precisa ed incalzante di Nicola.
   Registrato con suoni lo-fi di gran calibratura, è cantato in italiano per dare un po' di nazionalismo a un genere così lontano dalla nostra tradizione (scelta poco apprezzata dal nostro recensore che da sempre ha avversione per i testi in italiano ma che ha accettato più che volentieri di recensire questo album visti tutti gli altri suoi punti di forza) da una piacevole voce pulita di Mario, sorretta dai cori del batterista. I testi parlano di argomenti semplici, comuni, come i disagi causati da Trenitalia, l'attrazione carnale verso la propria donna, oppure si ispirano a film polizieschi, raccontando uno spaccato di vita quotidiana, da cui il titolo dell'intera opera, "Terrestre", appunto: "un’esortazione a tenere i piedi per terra e riflettere sui temi moderni della nostra società", ci spiega Mario in fase d'intervista.
   L'album è stato registrato in presa diretta, masterizzato e mixato presso Fotostudio da Gabriele "Mau" Maurizi e Tommaso "Risto" Ristori nel 2013, pubblicato dall'etichetta aretina Soffici Dischi in collaborazione con Warning Records nell'Aprile 2014 e distribuito da Audioglobe. Foto e grafica di Giorgio Cerrato.
   Due i singoli estratti dall'album, da cui i video in tema: "Terrestre" e "Parentesi". "Terrestre", prima traccia dell'album, è stata scelta come portavoce della musica dei Samcro in quanto, come loro stessi affermano, vero compendio delle anime del duo e reale connubio tra il blues più viscerale e il garage più spinto. Nel video, girato sul greto dell'Arno, il fiume vuole richiamare il mitico Missisipi (sulle cui sponde nacque il blues "nero" al quale in nostro chitarrista Caruso attinge a piene mani), mentre i sassi levigati, le "rocks", sono un chiaro riferimento alla vena rock portata avanti dal batterista Cigolini. Il video di "Parentesi" è più semplice e diretto, come il brano che ci sta dietro, inteso come un motivo facile, da canticchiare per strada. Si vede l'evoluzione dei Samcro, dalle serate passate a giocare a biliardo parlando del progetto duo, fino a una loro esibizione live: un assaggio di ciò che realmente si può assistere in una serata Samcro... Regia e montaggio ad opera di Mastrocinque Gaetano Maria. 

Video





TERRESTRE 2014, Soffici Dischi/Warning Records

1.Terrestre 2.Parentesi 3.Police Tango 4.Causa Effetto 5.Ritorno 6.Trenitalia.com  7.Cartone 8.Tu Come Stai 9.Un Motivo












RECENSIONE EDP by Bob Cillo
SAMCRO "Terrestre"
Cd 2014, Soffici Dischi/Warning Records -Audioglobe

I SAMCRO sono una formazione di Arezzo che si definisce, con quella dose di autoironia che non guasta mai, "un duo di barbuti in sovrappeso". Dalla foto di copertina sembrerebbe quasi che i due somiglino come fratelli ma la foto a figura intera che li ritrae sul retro fuga subito ogni dubbio a riguardo.
SAMCRO sta per "Sons of Anarchy Motorcycle Club, Redwood Original", una sigla altisonante e promettente presa a prestito da un gruppo di bikers divenuti personaggi di una produzione televisiva statunitense.
Le prime note che vengono fuori da questo 9 tracce ci introducono senza troppi preamboli in un suono ad alta energia, dall'impatto ruvido e potente come si conviene. Purtroppo a stemperare un po' l'entusiasmo iniziale subentra un cantato in italiano che stride un po' con le sonorità della band. Il chitarrista e cantante Mario Caruso e Nicola Cigolini, a batteria e voce, si avvalgono comunque di un ottimo lavoro di produzione, con suoni di stampo "Lo-Fi" ben calibrati e voci ben integrate nel mix senza emergere più del necessario.
Il brano di apertura è la title track "Tertestre", scelta anche per il video promozionale dell'album, e rivela subito due musicisti tecnicamente molto abili e determinati a farci ascoltare un album di rock'n'roll di ottima caratura, godibile dal principio alla fine. La Stratocaster di Caruso sfodera suoni coinvolgenti e trascinanti dispensando generosamente piacevoli echi di Hendrix e Stevie Ray Vaughan; questo risulta particolarmente evidente nei brani "Ritorno", "Trenitalia.com" e nella suggestiva strumentale conclusiva "Un Motivo". Sia però chiaro che non si tratta dei soliti fraseggi inflazionati e plagiati ma di piacevoli citazioni concepite con originalità e rielaborate con creatività e buon gusto. I due SAMCRO nelle note di copertina tengono difatti a specificare che questo "Terrestre" è un album "pensato", ancor prima che suonato e registrato, un album che vanta una track list composta interamente di brani originali. Una pulsione creativa non da poco in un periodo in cui troppi giovani musicisti finiscono intrappolati negli sterili e perversi meccanismi delle tribute band; un fenomeno che sta assumendo le proporzioni di una vera e propria piaga sociale. Troppi musicisti oggi si autocensurano rinunciando di fatto ad esprimere la propria creatività in musica, intesa come forma d'arte, preferendo uniformarsi pedissequamente a modelli predigeriti per loro dal mainstream. I SAMCRO, al contrario, sono teste pensanti e suonano la musica che amano con vigore e passione.
Unico disappunto, come dicevo, è il cantato in italiano un po' scialbo: tanto più che i testi dei brani non sembrano brillare per comunicatività, incisività ed efficacia e né trasudare l'attitudine che ci si aspetterebbe da una band che nasconde la definizione di "sons of anarchy" nel proprio nome.
In conclusione, l'unica provocazione che mi sento di lanciare a questo eccellente duo toscano è di guardare un po' meno ai Bud Spencer e di più a Jon Spencer: aumentare ancora impatto e spigolosità del loro ottimo sound, aggiungendo magari forza evocativa alle liriche.

7,5/10
Bob Cillo



Articolo ad opera di Giusy Elle










52. BLUES2: SAMCRO, una folle corsa in moto


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INTRO/BIO
   E la corsa continua! Dopo quella del treno merci dei pugliesi Dirty Trainload eccoci qui oggi a proseguire il discorso duo blues con gli aretini SAMCRO. Il nome, originariamente pronunciato Sam-crow (la truppa dello zio Sam), risale a una band di motociclisti fuorilegge fondata nel 1967 in California da un gruppo di veterani del Vietnam, ed è acronimo dell'interminabile Sons of Anarchy Motorcycle Club, Redwood Original. Da qui una serie televisiva statunitense di recente trasmissione che ha ispirato il nome al nostro duo.
   I Samcro nostrani sono dunque Mario Caruso e Nicola Cigolini (classi '87 e '84) due amici di lunga data e due anime musicali diverse ma che si fondono alla perfezione in questo progetto a due. Il chitarrista e cantante affonda le sue origini nel blues del profondo Sud degli Stati Uniti (ma le sue passioni sono anche il jazz anni '20, il bebop e la fusion) mentre il batterista ha un'anima più rock e più moderna; i loro riferimenti musicali vanno da Ben Harper a Jimi Hendrix, dai Led Zeppelin ai nostrani Ministri o al duo BACHI DA PIETRA... Il blues di oggi è quindi ibrido, un misto di sonorità il cui risultato è un rock'n'roll potente, "brutto sporco e cattivo" quanto basta, dalle ritmiche incalzanti e i riff ipnotici e coinvolgenti, una musica che non lascia indifferenti ma che prende e travolge, un genere misto tra garage, blues delle origini e rock'n'roll che loro stessi definiscono nella misura di Blues Rock Garage.
   Ma prima ancora della loro musica vediamo chi sono questi due strumentisti, mori e barbuti quasi come fratelli! Mario è un perito aziendale, corrispondente in lingue estere, con la forte passione per la musica e per la letteratura (pubblicherà a breve un romanzo -qui il nostro articolo). Studia chitarra elettrica sotto la guida di un grande maestro Lizard ma da autodidatta impara altri strumenti che vanno dal basso elettrico alle percussioni, dall'armonica a bocca e la tromba al piano. Dopo alcune esperienze lavorative decide di dedicarsi completamente alla musica, al cinema e alla letteratura ed attualmente, oltre a suonare la chitarra e a cantare nei Samcro, è infatti studente di Letteratura Arti e Spettacolo dell'Università di Siena, collabora con l'etichetta discografica Soffici Dischi e gestisce il Circolo La Nave, un piccolo centro di aggregazione giovanile, a dimostrazione anche dell'impegno di Mario nel sociale. Nicola non è certo da meno, specializzandosi in basso elettrico ma portando la sua passione per la ritmica anche allo studio della batteria e percussioni. Oltre a lavorare da libero professionista, attualmente è batterista dei Samcro ma suona anche il basso nella rock band aretina Digitale Purpurea collaborando anche lui attivamente con l'etichetta discografica Soffici Dischi, la stessa che ha dato alla luce il loro nuovissimo album d'esordio "Terrestre".
   Il duo si forma nell'inverno del 2012 dopo un'iniziale e inconcludente avvio in tre, in quanto l'affiatamento dei due amici creava un'alchimia musicale altrimenti inimitabile. Inoltre i nostri due avevano alle spalle ben quindici anni di militanza in varie band e presenza su palchi per cui non è difficile per dei musicisti di tale calibro fondere in un attimo i propri stili musicali. E' così che dopo solo cinque mesi dalla fondazione del duo i Samcro si esibiscono sul palco (di casa) di Arezzo Wave Downtown 2013 non passando certo inosservati. E' in una di queste date che vengono notati da Roberto Breda Bardelli della casa discografica Soffici Dischi da cui prende vita l'album "Terrestre", uscito ad Aprile 2014 in collaborazione con Warning Records e distribuito da Audioglobe.
   Quest'album d'esordio è una corsa all'impazzata degna del club motociclistico da cui i due prendono il nome, un 9 tracce intenso, pari a 28 minuti di fatica e sudore in cui Mario e Nicola sfoderano tutte le loro armi di battaglia: riff potenti e incandescenti ma anche melodici e accativanti, dal suono perennemente distorto e una batteria incalzante e precisa che spinge in maniera prepotente. State attenti al pedale dell'acceleratore, se li ascoltate durante un viaggio in auto! La musica proposta dai Samcro è un blues ruvido, diretto e viscerale, prepotentemente rock, molto rock'n'roll, con parentesi tirate ai limiti del garage più sporco. Ci sono certo virtuosismi da blues "colto" ma la sonorità "sporca" delle origini è sempre presente, il tutto miscelato in un suono lo-fi di gran calibratura. L'equilibrio è infatti il punto forte di questo duo che riesce sempre a giocare tra classe e cattiveria, melodia e irruenza, eleganza e furia, puntando tutto però sull'impatto e la potenza sonora. Registrati in presa diretta, ci sembra proprio di essere in prima fila sotto il palco di un loro live! Si tratta di coinvolgente neo-blues (ma più entusiastico ed energico), al quale i grandi White Stripes e Black Keys ci hanno già abituato e che qui viene nazionalizzato da testi in italiano, cantati magistralmente dalla calda voce pulita del nostro Mario Caruso, mentre accompagnano i cori del collega che riesce ad emergere dal suono tonante della sua batteria... nel panorama italiano potremmo tranquillamente affiancarli al duo più noto dei BSBE.
   Un album di facile ascolto, quindi, ma assolutamente mai banale, coinvolgente e ballabile, che andremo ad analizzare più a fondo grazie all'intervento di Bob Cillo (qui), nostro recensore ufficiale EDP, e dal quale sono stati estratti due singoli dai quali i video: l'omonimo "Terrestre", prima traccia dell'album, il brano che maggiormente rappresenta l'anima del duo in quanto connubio tra il blues viscerale e il garage rock, e infine "Parentesi" e la sua spinta musicale alle soglie del garage più estremo. Ecco a voi i due video menzionati e a seguire una piacevole intervista con i nostri due, Mario e Nicola della two-piece aretina Samcro...

Samcro live, Arezzo Wave 2013 https://www.youtube.com/watch?v=JwvQMtfTYbc




LABELS

SOFFICI DISCHI www.sofficidischi.it

Soffici Dischi è un'etichetta indipendente di Arezzo fondata nel lontano 1996 da Roberto Bardelli, detto "Breda", che si autodefinisce, con auto ironia "piccola etichetta indipendente" se non addirittura "minuscola etichetta indipendente" -in realtà non sempre grande corrisponde a qualità... Nasce per produrre gruppi indipendenti con generi che spaziano su vari frangenti del rock: dal cantautorale del rinomatissimo Andrea Chimenti, al Blues Rock dei Samcro, all'Etno pop/world music dei Kabìla, fino all'Indie Rock/Electro dei Rain Dogs: sette artisti in tutto nel loro roster.










INTERVISTA
1. Mario e Nicola, lieta della vostra presenza qui all'EDP. Tanto per incominciare a conoscerci raccontateci come avete iniziato a suonare assieme: com'è la genesi del vostro duo? Mi pare che non siete partiti con l'idea di questa line-up in quanto originariamente in trio.
Siamo amici di vecchia data; come tutti i musicisti della nostra città ci conoscevamo e nutrivamo già stima reciproca ancor prima di collaborare insieme. Il confluire delle nostre esperienze musicali ci ha portato a creare un progetto nuovo insieme. A dire il vero, io (Mario) notai Nicola che suonava la batteria – pur essendo un bassista – e mi impressionò soprattutto, al di là della tecnica, il cuore e la passione con le quali frustava le pelli. Anche se inizialmente abbiamo cominciato in tre, abbiamo prestissimo individuato che la nostra strada era di creare un duo esplosivo, portando in Italia un genere nuovo, miscelando il garage rock al blues nero del profondo sud degli Stati Uniti. Abbiamo sì cominciato in tre, ma volevamo creare qualcosa di ancora più originale, e facendo delle prove in due, con particolari set-up tecnici e sonori, abbiamo capito che quella del duo era la strada giusta.

2. Vi ritenete power duo convinti, quindi, e non avete in mente un terzo elemento per il futuro della band. Quali sono secondo voi i punti di forza di una line-up a due e quale il suo fascino?
Siamo molto convinti della nostra scelta, del nostro sound, della nostra ispirazione artistica. Un terzo elemento? Non sappiamo. Sicuramente nel prossimo disco penseremmo più a qualche collaborazione per integrare qualche strumento, ma sul palco rimarremo sicuramente in due. I punti di forza della nostra line up sono infatti il legame molto stretto fra di noi, l’intesa artistica e soprattutto la costanza e la dedizione. Sono i motivi per il quale forse con un terzo elemento non saremmo più in sinergia. All’inizio avevamo cominciato in tre, si diceva, ma quando ci trovavamo io e Nicola a suonare in due si verificava una sinergia tale che solo così potevamo ottenere: non è un caso che siamo diventati un duo. Siamo molto convinti della nostra scelta, del nostro sound, della nostra ispirazione artistica. Non escludiamo però la collaborazione con altri elementi, ma siamo quasi convinti che questo duo tale rimarrà.

3. SAMCRO è il nome del vostro duo ma anche l'acronimo di un noto club motociclistico USA da cui una serie televisiva. Com'è che vi siete ispirati al titolo del telefilm?
Perché un gruppo di musicisti è unità, amicizia, e rispetto: componenti fondamentali che ci legano e sulle quali crediamo che un gruppo possa andare davvero avanti.

4. Avete mai guidato una moto?
Certamente!

5. Tra le vostre influenze citate anche gli italianissimi BACHI DA PIETRA di Giovanni Succi e Bruno Dorella. Si tratta di uno splendido duo noir blues (attualmente in trio...), dall'identità molto forte: in cosa consiste il loro contributo alla musica dei Samcro?
Ne ammiriamo i testi e la profondità della loro opera. Quintale è un disco sublime come non se sentiva da un po’ in Italia. Concordo!
6. Con quali altri power duo avete avuto il piacere di condividere il palco?
Di recente, con i Fuzzuf, power duo giovanissimo bergamasco, molto interessanti.

7. Come nascono i brani dei Samcro?
Innanzitutto da un sentimento anticonformista: prima scriviamo la musica, e la stessa, con le particolari note, ci ispirano le parole dei testi. Abbiamo entrambi idee compositive, scriviamo tanto, uniamo e arrangiamo.

8. Come nelle più idilliache delle situazioni, voi siete stati "notati" dalla casa editrice che ha pubblicato il vostro album: ci raccontate com'è stato l'incontro con l'etichetta Soffici Dischi, la decisione di pubblicare il vostro album ed infine l'inizio della vostra collaborazione con l'etichetta stessa? Qual'è il vostro contributo lavorativo all'interno della label?
Siamo molto felici di collaborare attivamente con la Soffici Dischi di Roberto Bardelli. Ci ha notato durante un live al quartiere di S. Andrea, per la storica Giostra del Saracino, ad Arezzo. Ha fatto e sta facendo un gran lavoro con noi: grazie alla Soffici Dischi abbiamo avuto dei contatti con molti uffici stampa che ci hanno recensito il disco e siamo distribuiti dalla più che nota Audioglobe. Entrambi collaboriamo attivamente con l’etichetta gestendo la branca Soffci Dischi Concerti, che si occupa di promozione e booking per tutti i gruppi del rooster dell’etichetta.

9. Arezzo Wave è il vostro palco di casa, un appuntamento annuale che avete seguito dal pubblico o avevate già avuto modo di esibirvi con qualcuna delle vostre altre band? Com'è stata l'esperienza dei Samcro nel 2013?
Fu la prima volta per entrambi ad Arezzo Wave. Fu una bella edizione ma purtroppo, a causa di un temporale violento, il nostro giorno di esibizione fu spostato al lunedì successivo. L’affluenza fu chiaramente minore ma comunque siamo felici di aver suonato ad un’edizione di Arezzo Wave.

10. Che aria musicale si respira nella vostra regione, in generale?
La Toscana, e più da vicino Arezzo a nostro dire, pullula di band che spaccano davvero. C’è molto affiatamento, talvolta purtroppo anche competizione soprattutto negli ambienti un po’ provinciali, ad ogni modo una scena davvero molto interessante.

11. "Terrestre"... a cosa si riferisce il titolo dell'album? Perché la scelta di questo titolo?
Perché abbiamo scritto un disco a contenuto perfettamente terrestre. Talvolta si dimentica ciò che siamo, che si dissolve con ciò che ci circonda. Terrestre, essenzialmente, è un’esortazione a tenere i piedi per terra e riflettere su temi moderni.

12. Questo il messaggio principale che desiderate veicolare con i vostri testi?
Sostanzialmente sì. Aggiungiamo anche che per comprendere a pieno un disco bisogna ascoltarlo dall’inizio alla fine. Un disco è fondamentalmente una narrazione in cui nulla è scritto o detto a caso; saltando una canzone si perde il filo del discorso. Solo ascoltandolo per intero si può comprendere “Terrestre”.

13. Raccontateci qualcosa dei due video "Terrestre" e "Parentesi".
Con Terrestre abbiamo voluto esattamente rendere l’idea del contrasto del nostro genere; la vicinanza di un fiume, l’Arno, a rievocare un po’ le rive del Mississippi, e quei bellissimi sassi ritraggono per l’appunto il nostro amatissimo rock.
Parentesi è un video che ritrae la parte iniziale del nostro gruppo: passavamo molte sere a giocare a biliardo io (Mario) e Nicola discutendo e parlando di questo progetto, e sono venuti fuori anche dei testi. Piano piano abbiamo iniziato a suonare live e abbiamo cercato di rendere un’idea di ciò che succede e di come siamo realmente sul palco nel montaggio di questo video. Abbiamo fatto un video semplice affinché Parentesi possa essere un motivo da canticchiare per strada.

14. Mario, ormai sei immerso nell'arte a tutto tondo: suoni, studi cinema e letteratura e in breve uscirà addirittura un romanzo a tuo nome. Ci puoi anticipare qualcosa di quest'ultimo?
Posso anticipare solo che sarà un romanzo di narrativa, di facile lettura, nel quale cerco di spiegare e rendere l’idea di un particolare movimento e di una grande tematica attuale attraverso un pizzico di esistenzialismo e di presa di coscienza. Sul contenuto preferisco mantenere il riserbo più completo, come anche l’editore col quale uscirà, ma vi terrò aggiornati se può fare piacere. Certamente! (Qui  il nostro articolo al proposito)

15. Infine, quali i vostri progetti futuri come Samcro?
Fare dischi e suonare in Italia, in Europa, e perché no, proprio negli Stati Uniti. Noi due, italiani suonatori di mandolino, siamo fatti di tanti sogni ma di poche presuntuose pretese. Vogliamo fare musica nel vero senso della parola, nel presente come al futuro, l’importante è suonare e trasmettere tutto quello che abbiamo e soprattutto tutto ciò in cui crediamo. Intanto, finiamo il tour di Terrestre e ci chiuderemo in studio; un nuovo disco è in cantiere e ne prevediamo l’uscita per ottobre-novembre 2015. Restiamo in attesa, allora...

Siamo giunti alla fine, Mario e Nicola. Grazie ancora per il vostro contributo. Io vi lascio alle conclusioni finali mentre vi auguro un anno nuovo denso di eventi interessanti e ricco di grandi soddisfazioni musicali!
Grazie per l’intervista. State offrendo un ottimo tributo a tutti i power duo italiani, vi facciamo tanti complimenti per questo! A presto



DISCOGRAFIA
TERRESTRE 2014, Soffici Dischi/Warning Records

1.Terrestre 2.Parentesi 3.Police Tango 4.Causa Effetto 5.Ritorno 6.Trenitalia.com  7.Cartone 8.Tu Come Stai 9.Un Motivo





Qui la nostra recensione


Altre recensioni all'album


Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle




mercoledì 14 gennaio 2015

51. EDP e Undergoundzine Webzine

Lista collaborazioni

   Dell'Undergroundzine Webzine abbiamo già avuto modo di parlare nel corso della presentazione alla mia intervista ad opera di Martina Tosi, fondatrice della rivista web in questione (qui). Con il tempo abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, oltre la data di nascita! Soprattutto lavoriamo con un medesimo modus operandi, abbiamo un comune senso del rispetto e della collaborazione e ci dedichiamo con passione, ognuna attraverso i propri canali in rete, alla divulgazione delle realtà musicali underground italiane. Insieme abbiamo pubblicato la freedownload compilation "Full Band Vs. Power Duo" (qui) concentrandoci sulle realtà musicali del Trentino, nostra provincia comune nonchè provato a comporre qualche brano a distanza, via mail, con il progetto ovviamente a due, 11x2= 22 (qui). 
   A questo punto Martina mi ha chiesto di collaborare ulteriormente con lei e in maniera continuativa curando una rubrica mensile sui power duo nella sua rivista on-line. Quale onore per me! E quale ottima opportunità per divulgare ulteriormente la realtà dei duo elettrici italiani! Undergroundzine Webzine è infatti una rivista ben assoldata, attiva da 6 anni e con una media di 100 download per ogni uscita mensile! Il suo pubblico di lettori, per lo più metal ma non solo, travalica anche i confini nazionali...
  




Ogni mese pubblicherò quindi un articolo, tratto da quelli già compilati per il nostro sito e qui pubblicati, oppure stilandone di nuovi per l'occasione. Ecco la lista:

Articoli EDP pubblicati su Undergroundzine Webzine:
2019:
GENNAIO-FEBBRAIO36a. Il lungo cammino de I-TAKI MAKI
36b. L'inerzia in movimento dei KA
Recensioni: A Place to Leave I-TAKI MAKI by Mali Yea e Inerte KA by Nicola Cigolini
MARZO-APRILE: 37a METEOR: come una scheggia dal cielo...
37b La pesantezza del MARMO
Recensioni: Magic Pandemonio-METEOR by Mali Yea e La gravità del Buio-MARMO by Cesare Businaro


2018:
GENNAIO-FEBBRAIO31a. SONNY&THE STORK: i naufraghi del rock.
31b. THE BIG SOUTH MARKET: il centro commerciale del rock.
Recensioni: Dimenticati e Ritrovati SONNY&THE STORK by Mario Caruso e Muzak THE BIG SOUTH MARKET by Danilo Peccerella
MARZO-APRILE:32a.NADSAT: mitragliate math-rock.
32b. Le bordate lard-rock del duo ZOLLE
Recensioni: Crudo NADSAT by Danilo 'Damage' Peccerella e InFesta ZOLLE by Giacomo Guidetti
MAGGIO-GIUGNO33a. L' "Arte degenerata" dei MALATESTA
33b. I picchi estatici dei TRISTAN DA CUNHA
Recensioni: Entartete Kunst MALATESTA by Luca Sabata e Praia TRISTAN DA CUNHA by Giacomo Guidetti
LUGLIO-AGOSTO34. THE INFRAMEN: gli “infra-duo” fuzz-makers
Recensione: Mondo Faz THE INFRAMEN by Cesare Businaro
SETTEMBRE-OTTOBRE35. NADSAT -Live report+guitar ring by Cesare Businaro
NOVEMBRE-DICEMBRE: Rivista non pubblicata.



2017:
Gennaio 201725. La nuova Creatura degli OVO
Recensioni: "Creatura" OVO by Giacomo Guidetti e "Acephale" LUDMILLA SPLEEN by Nicola Cigolini
Recensioni: "Riot" ABOVE THE TREE by Danilo Peccerella e "Dust... and it will be forever" I-TAKI MAKI by Martino Vergnano
Recensioni: "Discordia" BOLOGNA VIOLENTA by Danilo Peccerella e "Plan" CULTURE WARS by Martino Vergnano.
Aprile-Maggio 201728. La rocca di San Leo e il rock dei SAN LEO
Recensioni: "XXIV" SAN LEO by Bob Cillo e "Inside" MARMO by Nicola Cigolini
Giugno-Luglio-Agosto 2017: 29. Il Male e l'Odio secondo gli Hate&Merda
Settembre-Ottobre: nessun articolo Edp
Novembre-Dicembre: 30. ANICE: va giù che è un piacere...
Recensioni: “Gold” ANICE by Nicola Cigolini

2016:
Gennaio 2016: 13. La Befana de I COSPIRATORI
Recensioni: 'Yuma' BETTIE BLUE e 'Hexagon Garden' MELAMPUS, entrambi by Martino 
Recensioni: "non avrai altro duo all'infuori di..." TU by Martino e "Fulmicotone"/"Scarecrow" COSPIRATORI by Giac
Recensioni: "Lampo" e "Soprusi" GUERRRA by Luca Sabata
Recensioni: "Necroide" BACHI by Caruso e "Small Universes" HYSM?DUO by Danilo Peccerella
Recensioni: "Full Moon" RIVERWEED by Caruso e "Porkestra" ZOLLE by Giac Drummer
Recensioni: "Terminus Ep" NADSAT by D.Peccerella e "Fibonacci" GLOBETROTTER by Luca Sabata
Settembre 2016: 21. EmilyDuo COMPILATION 
Recensioni: "Eeeh!?!" LUDMILLA SPLEEN by Bob Cillo e "Il giorno delle altalene" SDANG! by Martino Vergnano 
Recensioni: "Due" CANI DEI PORTICI by Giacomo Guidetti e "Uhu! Uhu!" PRESSIONE SU MALTA by Martino Vergnano 
Recensioni: "God Save the Teen" MILF by Nicola Cigolini e "Buzz" THE CHICKEN QUEENS by Bob Cillo 
Recensioni: "Lazy Electrons" FUCSIA by Nicola Cigolini e "La malinconia delle Fate" SDANG! by Luca Sabata    




Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle



martedì 6 gennaio 2015

50. La Befana de I COSPIRATORI


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   Eccoci oggi al primo appuntamento dell'anno nuovo! E' passata la Befana stanotte e ci ha lasciato questo post... oggi parleremo di musica italiana, un po' Folk e un po' Punk, un po' Grunge e anche Delta Blues, con il duo I COSPIRATORI dalla provincia di Torino. Quale data migliore del 6 Gennaio, per un articolo su di loro, visto che il singolo di punta del loro omonimo album si intitola proprio “La Befana”?
   L'anima del duo è Martino Vergnano classe '76, musicista di vecchia data. Nella band Filid suona Irish Music da oltre quindici anni, indifferentemente chitarra acustica, cornamusa e flauti irlandesi (low whistle e ulleann pipes). Nella sua lunga carriera la band si esibisce in numerosi festival nazionali ed internazionali (Celtic Connections Glasgow 2014, Busto Folk, Irlanda in festa Bologna e molti altri) suonando in tutta Italia ed Europa. Hanno all'attivo 5 album e molti loro brani compaiono su compilation di riviste specializzate di musica irlandese e celtica. Per anni ha militato poi in varie band Rock, Folk Rock e Irish prestando la sua voce e suonando indifferentemente chitarre e mandolino, strumenti che porta in eredità nel duo de I Cospiratori. Tutta questa attività musicale ha dato le sue soddisfazioni portando Martino ad esibirsi su numerosi palchi nazionali ma anche in Germania, Inghilterra, Irlanda, fino a un tour negli Stati Uniti nel 2010. Di rilievo la band Rosenkranz con la quale incide 3 album e vince il primo MEI Space, contest di musica indie, venendo poi premiata al MEI di Faenza.
   Martino nel contempo si ingegna in un fantasioso ventaglio di mestieri approdando infine al centro per disabili CST “Un Passo Insieme” di Val della Torre (TO), una fondazione onlus nata per sviluppare le loro abilità e renderli indipendenti. A tale scopo tengono corsi di danza, arti marziali, biologia, green economy, corsi di primo soccorso e di musica, tant'è che all'interno della struttura si trova anche una sala musicale (sala prove e studio di registrazione Upi) che Martino gestisce e nel quale ha registrato e autoprodotto tutti i lavori del duo. Siamo nell'autunno del 2012 e un giorno Elisa Cerrano, sua collega e batterista esordiente, prova la batteria in dotazione e Martino rimane colpito dal suo stile semplice ed efficace. In un attimo si rende conto delle potenzialità e degli stimoli creativi che un duo potrebbe offrire anziché la solita formazione di 3, 4 o 5 elementi e sebbene l'idea di creare un duo chitarra-batteria non lo avesse mai sfiorato prima di allora, da subito inizia a suonare con Elisa in questa nuova formazione. Sono nati I COSPIRATORI... i due registrano dapprima il singolo “La Befana” e subito a ruota un album omonimo di 9 tracce (più due cover della tradizione Old Time come Bonus Tracks) che esce autoprodotto nel giugno di quest anno. Un bel mix di blues, folk, cantautorato punk dai testi originali ed irriverenti; una chitarra semiacustica dai bei suoni distorti per lui, ma anche mandolino, qualche traccia di pianoforte e abbellimenti sonori vari.
   Nel contempo il duo entra nella scena nazionale musicale vincendo anche il Music Contest del “Bierfest Almese 2013” con la presenza in giuria, tra gli altri, di Bass Vicio dei Subsonica.
Ad inizio 2014 però la batterista Elisa, con la quale l'album era stato registrato, lascia il duo per maternità (auguri alla neo mamma!) e al suo posto subentra Paolo Chiorino. Strumentista navigato, da oltre 20 anni suona nel gruppo di Folk Rock americano Wells Fargo e nei Refounders, band di rock inglese con i quali si esibisce regolarmente in tutta Italia, Francia, Inghilterra e Germania e con i quali ha all'attivo numerosi album e un tour giapponese.
   Per I Cospiratori il 2014 si presenta denso di novità: vengono selezionati per partecipare alle selezioni live del Pistoia Blues Festival 2014, in estate aprono il concerto degli inglesi The Onironauts e vengono selezionati per partecipare a settembre al Reset Festival di Torino. Non paghi di questi riconoscimenti, i loro testi gli danno l'accesso a un workshop a numero ristretto con autori ed editori della BMG Italia e in autunno la loro cover di “Name Your Heart” di Matt Moody (canzone resa celebre da uno spot della Mercedes a livello mondiale nel 2011/2012) riceve apprezzamenti direttamente dall'autore e dai suoi fan americani. Una passione, per I Cospiraotri, quella di realizzare cover omaggio ai loro autori preferiti (le trovate tutte pubblicate su soundcloud), riarrangiando il materiale in maniera nuova e del tutto personale. 
   Ma ci sono altre sorprese dentro la calza della befana per questo duo piemontese! Attualmente la coppia è all'opera su ben due album: il primo, di inediti, e un secondo di traditional americani rivisitati e riarrangiati per dobro, mandolino, pentole, bidoni e latte arrugginite, ma anche canzoni Old Time, Blues primordiale, canti dei prigionieri ai lavori forzati... un loro omaggio a certa musica americana e anche al grande Alan Lomax senza il quale oggi non conosceremmo buona parte dei bluesman entrati nella storia. Ed ora quattro piacevoli chiacchiere per conoscere meglio Martino e Paolo de I Cospiratori.

“I tuoi maledetti rutti” https://www.youtube.com/watch?v=hP2AWpC3-oo
Filid live (con Martino ai flauti) https://www.youtube.com/watch?v=3yYRlku8GdA 

GENERI MUSICALI TRATTATI NELL'ARTICOLO
OLD TIME: Per chi non fosse a conoscenza di questo genere musicale, ecco una breve descrizione: l'Old Time è quel genere di musica nato nel Nuovo Mondo ad opera dei coloni europei. Questi si portavano dietro un bagaglio culturale fatto anche di musica folk, tradizionale. Ecco che l'Old Time si ispira così a composizioni folkloristiche specie Inglesi, Irlandesi e Scozzesi ma anche alla musica tradizionale Francese, Spagnola, Tedesca nonché Africana. E' la forma più antica di musica tradizionale del Nord America dopo quella dei Nativi Americani e dalla quale discendono generi sviluppatisi nel Nuovo Mondo, quali il Bluegrass e il Country. Viene per lo più suonata con strumenti acustici quali il violino, la chitarra, il banjo e l'armonica.




INTERVISTA
1. Ciao Martino, benvenuto nei nostri spazi EDP. Per incominciare a conoscerci raccontaci come e quando ti sei avvicinato alla musica suonata e come sei approdato all'Irish Music e all'Old Time.
M- Ciao EDP grazie, mi sono avvicinato alla musica suonata intorno ai 14 anni, io e due dei miei 5 fratelli entusiasmati dai dischi dei Beatles, Deep Purple, Creedence, Led Zeppelin etc. che avevamo in casa e dai primi concerti dal vivo ai quali ci capitò di assistere decidemmo di provare a mettere su un gruppo o meglio di provare a suonare insieme senza un "piano preciso".
Un negozio di strumenti a Giaveno (paese dove sono nato e cresciuto) stava svendendo gli ultimi strumenti musicali prima di chiudere così io e i miei 2 fratelli comprammo un basso, una chitarra, una tastiera e un amplificatore con 4 ingressi. Quello fu il primo timido passo di avvicinamento alla musica suonata.
Da quel momento e lentamente nel tempo con fratelli e amici abbiamo esplorato vari generi e vari strumenti musicali fino poi ad approdare alla musica irlandese, con questa musica e quel mondo fu amore a prima vista, durante un viaggio a Belfast nel '97. 
Da lì la mia passione per la musica folk, popolare, tradizionale si estese a tutti i 4 punti cardinali fino appunto ad arrivare alla musica old time americana (in buona parte grazie a mio fratello Davide Vergnano, violinista dei Filid e dei The Rosenkranz), anche se, per quanto mi appassiona e ne riarrangio e ripropongo molti brani, non mi considero un fautore tanto meno un "purista" di quel genere. 

2. Hai suonato spesso in band numerose e mai preso in considerazione la line-up a due chitarra-batteria. Cosa ti ha fatto cambiare idea, in un attimo? Cosa ci trovi di interessante in questa formazione rispetto a band più numerose?
M- Mi è capitato di suonare in vari tipi di formazioni, numerose e non (suono anche in duo "zampogna e ciaramella"); non ho mai escluso a priori alcun tipo di formazione e nemmeno mai preso come dogma che una band debba per forza avere i canonici basso chitarra e batteria, non ho mai avuto nessuna pianificazione a livello di line up, ho suonato e suono con persone accomunate dalla passione per certa musica, atmosfere, ritmi, per un certo tipo di sound, a volte si è in tanti a volte in pochi.
Il duo de I Cospiratori nasce comunque da una scelta precisa, da una curiosità, da una volontà di provare a vedere e sentire cosa può venire fuori quando si è in pochi, due, meno di due si è solisti ed è un concetto di far musica ancora diverso.
Al di là comunque del numero dei componenti è importante avvicinarsi il più possibile a ciò che si ha in mente a livello musicale cercando di esprimerlo al meglio. Se ci si rende conto che in due tutto questo viene fuori senza bisogno di altro allora ha senso, se invece ci si accorge che "manca qualcosa" allora ben vengano altri musicisti a contribuire... 
Ciò che trovo interessante e stimolante in un duo è appunto l'essenzialità con la quale ci si trova a fare i conti e poi (per esperienza diretta) ti trovi in due a un continuo confronto diretto, a un serrato dialogo, sei "costretto" a dover parlare,  ragionare, confrontarti costantemente e questo in formazioni più numerose può non accadere, spesso le dinamiche sono molto diverse così succede di avere il batterista che lega molto col tastierista, il bassista che è amicone del cantante ma non sa il cognome del chitarrista e si creano dei "sottogruppi", delle "correnti", il che non necessariamente è negativo... in due è tutto più diretto... se il batterista  non parla col chitarrista e il chitarrista non va d'accordo col batterista la cosa è belle che al capolinea.

3. Com'è stata dettata la scelta del vostro nome? Cosa volete “cospirare” e contro chi?
M- Il nostro nome voleva avere il gusto del "western all'italiana", vuoi per la passione per la musica old time, per la musica americana, per l'immaginario di un mondo che forse non esiste... volevamo e vogliamo dare l'idea di ciò che siamo e ciò che ci piace, con autoironia e leggerezza. All'inizio avevo proposto "gli uccisori" ma grazie alla sensibilità di una donna nel duo, il nome svoltò in qualcosa di meno cruento... sono comunque (uccisori e cospiratori) due titoli di episodi di Tex Willer (altro grande esempio di america "all'italiana")... I Cospiratori non è un nome dettato da polemiche o beghe ma uno scanzonato omaggio a Tex e comunque a un "far west" visto da italiani... non cospiriamo contro niente e nessuno... e poi se anche cospirassimo segretamente non potremmo rivelarlo altrimenti che razza di cospiratori saremmo? :)

4. Nelle altre band in cui hai suonato, cantavi anche. Solo in questo progetto parallelo componi personalmente e canti i tuoi brani?
M- Ho sempre cercato di comporre e scrivere, cantare e suonare cose mie, l'ho fatto nei progetti precedenti e lo faccio nei progetti attuali, oggi come oggi mi piace anche cimentarmi con covers e traditionals ovviamente riarrangiati secondo un gusto personale.

5. Nelle altre band vi esprimete in Inglese, come è stata la scelta di comporre i testi in Italiano?
M- Per non dilungarmi vi dirò che nasce da un'esigenza di comunicare ed entrare in contatto con chi ho intorno nella maniera più diretta e più veloce possibile, un'esigenza che prima non avevo e che ora sento molto... un po' come quando corri dal verduriere a comprare un bel cespo di insalata perché il tuo corpo te lo chiede anche se tu vorresti invece tutt'altro... 
Ho cantato e scritto in inglese perché volevo entrare in contatto con amici e amiche irlandesi, scozzesi, inglesi e americani... sono stato là, ho vissuto, lavorato, cazzeggiato in paesi anglosassoni, ho dovuto correggere, limare, migliorare, semplificare perché appunto volevo comunicare, entrare in contatto in qualche modo con loro.
Adesso sto a Grange di Brione, dietro a un cimitero in piena campagna, luoghi con poche centinaia di anime (quasi tutte belle anime ;) e voglio entrare in contatto (musicalmente parlando) con loro e poi con altri 60 milioni di italiani e quindi sono ripartito con la lingua italiana e con frasi semplici e dirette e spero a volte anche divertenti... mi permetto di consigliare a chi scrive canzoni in varie lingue di andare sempre a "testarle" nei luoghi dove si parla quella lingua... fatelo almeno una volta!

6. Da dove sbucano i tuoi personaggi? Perchè in ogni brano si dipinge una figura precisa, una scenetta specifica...
M- I miei personaggi (ma anche luoghi e fatti) sbucano dalla tradizione popolare, dall'immaginario collettivo anche di piccole comunità, mezzi proverbi, filastrocche etc. ovviamente riviste dal nostro punto di vista sbilenco, in un certo senso facciamo musica popolare... (col big muff ) senza però essere un gruppo folkloristico che si mette in costume e ne fa una rappresentazione ingessata bensì mischiamo generi e strumenti, influenze, ritmi, filastrocche etc. divertendoci.
Il fatto che ci sia quasi sempre uno straccio di storia, una figura precisa raccontata nella maniera più semplice e diretta possibile, è dettata dall'esigenza di comunicare ed entrare in contatto con gente schietta, semplice e che ha voglia di divertirsi e vogliamo farlo senza strani ermetismi o sfoggi stilistici intellettualoidi a volte indecifrabili. 

7. I tuoi brani nascono prima dalla musica o dai testi?
M- Dalla musica, spesso da un ritmo... 

8. All'inizio sei stato affascinato dall'essenzialità del drumming di Elisa, ora invece ti fai accompagnare da un batterista navigato: com'è la differenza tra i due? Un druimming diverso ti porta a comporre in maniera diversa?
M- In entrambi i casi un'esperienza per me molto preziosa e unica: con Elisa suoni con una brava musicista che non sa di esserlo, con la sensibilità ma anche la praticità di una donna, un'attitudine professionale spontanea e naturale, uno stile diretto e asciutto che in un duo è tutto.
Paolo non è solo un gran batterista ma un polistrumentista, con una cultura musicale incredibile, nonostante la sua bravura ha un'umiltà e una serenità di fondo che ti trasmette sia in concerto che in studio. Il suo contributo negli arrangiamenti è fondamentale, non sarà mai qualcosa di scontato ma sarà diretto, semplice ed efficace senza cose inutili o inutili sfoggi di tecnica... ha un'esperienza pluridecennale e un grande lato umano che trasmette quando suona. Quando avevo 16 anni andavo in autostop a sentirlo
suonare col suo gruppo Wells Fargo e poi con The Refounders e mai più avrei sperato di suonarci insieme 20 anni dopo... Un drumming diverso porta necessariamente a comporre in maniera differente ed è bello che sia così: i ritmi e le melodie si inseguono, a volte parte tutto da un ritmo altre volte la batteria asseconda la chitarra...
In entrambi i casi oltre a divertirmi molto ho imparato e sto imparando molto da loro e per questo sono grato a entrambi.
L'altra differenza nel suonare con Paolo o con Elisa sta nel fatto che quando finisco di suonare con Paolo nessuno viene a chiedermi se siamo fidanzati... comunque per togliere eventuali dubbi: non sono fidanzato ne' con Elisa ne' con Paolo... perché se due musicisti suonano insieme devono anche stare insieme nella vita? Non siamo gli Abba! :) 

9. Paolo, questa de I Cospiratori è la tua prima esperienza in duo? Cosa trovi d'interessante in una line-up a due rispetto a una comune full-band e com'è, da batterista, lavorare senza basso?
P- Sì, già... ho un'esperienza precedente in duo con mio fratello. Era un gruppo moooolto saltuario formato nel 1978 e volendo ancora attivo, anche se non abbiamo mai più fatto niente. Ci chiamavamo C. BROS. Lui voce, chitarre, armoniche. Io voce, chitarra acustica, mandolino, varie percussioni. Nel repertorio c'erano degli originali dei Wells Fargo oltre a dei classici prevalentemente USA , Dylan, Byrds, Woody Guthrie, Big Bill Broonzy... i Beatles e gli stones. Comunque quello era il classico duo acustico.
Quella con I Cospiratori è la mia prima esperienza di duo elettrico senza basso. Ho iniziato ad interessarmi al duo lo-fi dal primo LP del White Stripes, che ho poi visto 4 volte dal vivo. Sicuramente ci sono stati in precedenza altri duo ma i WS sono stati i primi ad uscire a livello internazionale. Considero Jack White un genio, uno dei pochi musicisti innovatori degli ultimi 20 anni. 
L'esperienza senza basso mi attira molto e sempre di più. Questo non ne esclude l'utilizzo. Ritengo che un bel quartetto di r'n'r, di rock blues, eccetera abbia delle motivazioni molto valide.  Il duo lo ritengo un modo differente di fare e ascoltare musica.
Proprio l'altra sera alla fine di un concerto dei Cospiratori uno del pubblico (un batterista, tra l'altro) mi ha detto: molto bello ma non trovi che vi manchi un basso? Mi è venuto in mente un paragone che, non so se perché, forse perchè ero all'ottava birra, mi è sembrato abbastanza azzeccato. Hai sempre mangiato la pasta col parmigiano, una volta la mangi senza. Tutto subito pensi che manchi qualcosa, però dopo un po' ti accorgi che ha un suo perché, un altro gusto ma egualmente positivo. Il che non toglie il fatto di mangiarla nuovamente con. È solo un differente gusto e non è detto che non sia anche migliore. 
Lavorare senza basso lascia molto più spazio all'improvvisazione, puoi andare senza regole precise ovviamente rispettando il tempo. E questa è la cosa più bella.

10. Ci anticipate qualcosa dei prossimi album? Quand'è prevista la loro uscita?
M- Stiamo preparando due album in contemporanea, uno sarà un album di inediti in italiano, essenzialmente per voci, chitarra elettrica e batteria... molto Electric Duo nel pieno significato del termine! L'altro sarà un album di brani della tradizione Old Time e Folk Blues americana riarrangiati alla nostra maniera per chitarra resofonica e acustica, mandolino, batteria, percussioni (bidoni arrugginiti, pentole, coperchi), washboard, cucchiai, con due grandi amici ospiti qua e là all'armonica e violino; entrambi registrati con registratore analogico a bobina. 
I lavori dovevano uscire per Natale ma purtroppo nel pieno della lavorazione, dei ladri sono venuti a rubare in studio quasi tutta la nostra strumentazione e attrezzatura e questo ha rallentato di molto i lavori, fortunatamente non hanno rubato i nastri e grazie all'aiuto di molti amici potremmo finire i due lavori. A questo punto dovrebbero essere pronti per questa primavera (2015).

Ciao Martino e Paolo, grazie per la vostra presenza qui all'EDP; vi auguro per questo duo tutte le gratificazioni e soddisfazioni musicali già ottenute con le altre vostre band. Lascio a voi concludere l'intervista con parole vostre...
Grazie a voi e grazie a te Giusy!
Grazie al vostro progetto, alla pagina facebook e al blog abbiamo avuto occasione di ascoltare dei duo molto bravi e interessanti che senza di voi difficilmente avremmo conosciuto.
Suonare in duo è un buon modo per provare a vedere e interpretare la musica in maniera un po' diversa e questo ci piace molto e ascoltando altri electric duo questo si sente ed è stimolante.
Vista la crisi che purtroppo ricade anche nel settore musicale, sui concerti nei locali, pub etc stiamo cercando di pensare e proporre nuove formule di concerti come ad esempio suonare in orari diversi dai soliti... mattino, pranzo, pomeriggio.. se qualcuno lì fuori avesse altre idee per nuove formule di concerto ci scriva, sicuramente gente che riesce a far stare in piedi una canzone, un brano, un album  in due, avrà qualche trovata geniale anche in materia di concerti!
Se qualcuno volesse ascoltare la nostra musica (e perché no sostenerla acquistandola) può trovarla seguendo i nostri links... se poi qualcuno ci volesse a suonare dal vivo, ci scriva.
Grazie ancora a tutti, ciao
I Cospiratori


Ascolto di tutte le loro pubblicazioni:
Per acquisto:



DISCOGRAFIA
LA BEFANA singolo 2014, Autoprodotto

1.La Befana








I COSPIRATORI 2014, Autoprodotto
Stampato in 100 copie numerate

1.Un monaco in Baviera 2.I tuoi maledetti rutti 3.La befana 4.Fino a domani 5.Mammeglio 6.Un problema che vorrei avere 7.Brutta ma ricca 8.Non sei più qui 9.Il porto di Torino BONUS TRACKS 10.Oh Death 11.A Man of Constant sorrow




Articolo ed intervista ad opera di Giusy Elle