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domenica 7 marzo 2021

226. RECENSIONE81: Lento is Dead by Longblond

LISTA RECENSIONI

LISTA RECENSORI 


I Longblond sono 2 personaggi con occhiali da snowboard che suonano un rock pesante, ma ballabile, contaminato da sintetizzatori analogici e digitali, con testi underground e parole mixate in lingue diverse. Questo, in breve, il riassunto di questo duo di recente formazione, ma con musicisti navigati, di cui poco altro è dato sapere, visto l'anonimato che decidono di mantenere per il loro progetto. Qualche informazione in più la potete trovare nel nostro articolo di approfondimento, appena pubblicato qui, dove invece si riesce ad apprezzare al meglio la loro concezione di duo chitarra-batteria grazie all'approfondita intervista ai due fondatori: Max Doink alla chitarra e seconda voce e R.D. alla batteria, voce ed elettronica.

L'Ep di debutto Lento is Dead ci presenta 4 tracce cantate (e ballabili), tutte plausibili hit, seguite da un paio di brani strumentali, nell'intenzione di variare l'atmosfera del disco. Tra batteria ed elettronica, tecnica scratch e riff accativanti, distorsioni fuzz e ritmiche funky, oltre che suoni potenti, i Longblond non si fanno mancare proprio nulla: una band underground con una bella dose di universalità.

Vi lasciamo ora ai dettagli tecnici dell'album, ai video d'accompagnamento, tutti ideati, montati e prodotti dallo stesso duo con la propria Longblond Video Design (LBVD) e all'approfondita recensione del nostro collaboratore di fiducia Cesare Businaro. Buon ascolto di questa band rivelazione che farà muovere le chiappe anche ai più pigri di voi!

Video:
"Dark Cities" 11.2.2020
https://www.youtube.com/watch?v=yAEYSVBciRQ
"Rock’n’roll Service" 19.1.2021 https://www.youtube.com/watch?v=uuIZdAkknMQ
 

Contatti Band: Facebook / Instagram / Bandcamp / Spotify / Youtube Cahnnel

 

 Longblond credits:

Registrato e mixato @Lignum Lab Recording di Villa del Conte (PD) da Massimo Berti (Ceo Mass)

Pubblicato il 30 Novembre 2020

Formato digitale e Cd

Special guests: Ceo Mass ai cori; Dj Einstein: parti originali di scratch

 

Qui lo ascolti


Lento is Dead 2020 Autoprodotto

(Heavy rock with electronics)

1. Dark Cities  2. Understand Nada  3. Rock'n'roll Service 

4. Lento is Dead   5. Bad Fiestos  6. Rio Fantasma 

 

RECENSIONE

LONGBLOND Lento is Dead

Ep 2020 Autoprodotto

Si definiscono come “experimental, alternative, heavy rock duo with electronics”, ma per quello che riescono a proporre nei 20 minuti e rotti del loro CD d’esordio, questa descrizione del loro genere suona perfino stretta.

Il batterista/cantante, con doppia cittadinanza (italiana e ungherese), ci tiene a sottolineare (per non dire rivendicare), quanto la città multietnica di Budapest, da sempre crocevia culturale, nella migliore tradizione della Mitteleuropa danubiana, l’abbia influenzato nel suo percorso di maturazione musicale e in effetti la proposta dei Longblond suona molto internazionale, anzitutto per l’uso di una sorta di “spanglish” nella stesura delle liriche (leggasi miscuglio di spagnolo e inglese, ma non solo), che sono quindi più votate alla musicalità, che non alla testualità delle stesse.

Il loro heavy rock, per la tendenza a mantenersi perlopiù su ritmi accelerati, ripetendo quasi all’ossesso power-chord ipersaturi, sconfina spesso in una sorta di cyber punk, sempre sorretto da fraseggi o loop elettronici (sia melodici che percussivi), peraltro mai invasivi e piuttosto efficaci, nel dare più spessore o groove, a quella che rimane pur sempre una formazione minimale, composta da un solo chitarrista e – come anticipato – un batterista/cantante.

I primi 4 pezzi (su un totale di 6 tracce), si sviluppano uniformemente entro le coordinate sonore appena descritte, con linee vocali che richiamano, nella “darkeggiante” opener track (infatti intitolata “Dark Cities”), i primi Therapy? (da “Nurse” a “Infernal Love”), se non addirittura i Joy Division, anche per quel riff semi-arpeggiato in perfetto stile “new wave”, che traina l’intero pezzo, mentre nella traccia successiva, sorretta da un riff decisamente più duro e particolarmente dinamico, tanto da ricordare i Tool più essenziali e tribaleggianti di “Opiate”, si strizza l’occhio al Perry Farrell dei primissimi Jane’s Addiction (quelli più sanguigni di “Whores”, “Chip Away” e “Pigs in Zen”), per poi virare verso un approccio canoro che non saprei in altro modo definire, se non menzionando il krishnacore degli Shelter (vedi il coro conclusivo di “Understand Nada”, forse il mio pezzo preferito dell’intero lotto, che parrebbe addirittura un campione – ma non lo è – del Ray Cappo, piuttosto che di alcuni backing vocals di “Mantra”).

Con “Rock’n’Roll Service” il duo accelera verso uno street rock dall’approccio più solare, mentre la title track (“Lento is Dead”), anche per l’uso di un riffing più metallaro, torna su registri più cupi, per poi deviare in coda su una sorta di hip-hop, con tanto di rappato e perfino un Dj Scratch, che peraltro compare più volte anche nell’arco degli altri brani, sia pure in più piccole dosi, richiamando – quando sovrapposto a chitarre distorte – nientemeno che il crossover degli Incubus di “S.C.I.E.N.C.E.”.

Chiudono il CD 2 brani (“Bad Fiestos” e “Rio Fantasma”), sostanzialmente strumentali, per quanto son ridotti al minimo gli inserti vocali, che staccando nettamente dagli altri 4, sarebbero stati forse più valorizzati, se posti in scaletta come transizioni fra una traccia e l’altra di quelle precedenti, mentre la scelta di piazzarli a fine disco, rischia di condannarli – a lungo andare – allo skip, ma in effetti meritano attenzione, perché vanno ulteriormente ad arricchire la proposta – in conclusione – eclettica dei Longblond: se la prima alterna accordi punk/hardcore a una sorta di “polka ungherese”, per poi sfociare in un rilassante stacco chill-out, la seconda riesce a sovrapporre una specie di “litania musulmana” a una base hip-hop che non avrebbe sfigurato su un disco dei Living Colour (ogni riferimento – chitarristico – alla loro “Always Wrong” è  puramente – credo – causale).


Cesare Businaro

7/10

 

Articolo ad opera di Giusy Elle

www.facebook.com/groups/ElectricDuoProject

electricduoproject@gmail.com


225. La scossa elettro-rock dei LONGBLOND

INTRO

Salto di atmosfera con la presentazione di questo secondo duo: da quelle notturne degli Eremo (qui) al rock danzereccio dei LONGBLOND. Tutto merito di un heavy rock condito con l'elettronica, in un ricco mix personale, subito identificativo di questa interessantissima band.

PRESENTAZIONE

Anche i Longblond fanno parte di quei duo misteriosi che celano la propria identità dietro a vari tipi di maschere; dalla passione per gli sport invernali estremi del batterista, qui si scelgono gli enormi occhiali da snowboard per nascondere gran parte del volto. In questa categoria vengono in mente anche i CYBORG ZERO (qui il nostro articolo) come i M.I.L.F. (vai al nostro ultimo articolo su di loro) e gli HATE AND MERDA (qui). L'idea è quindi di restare sul vago, in quanto ad informazioni: l'area di provenienza non è definita (tra Padova e Bassano del Grappa, con un pizzico di Ungheria), i nomi diventano soprannomi ed acronimi (Max Doink alla chitarra e seconda voce e R.D. alla batteria, voce ed elettronica) e di ambiti lavorativi o dell'età non parliamone, neanche fossero signorine! Insomma, nemmeno sotto tortura potrò dirvi di più... Ma pur non menzionando le band che hanno visto i nostri due militare in precedenza, vi basti sapere che questi anonimi strumentisti non sono certo di primo pelo e che arrivano a questo punto dopo svariate ed eterogenee esperienze musicali. Ascoltandone la musica ve ne potrete facilmente rendere conto.

Il progetto attuale si distoglie comunque dai precedenti e i due esecutori, già amici in precedenza, si ritrovano in sala prove più per jammare che non con l'intenzione di fondare una vera e propria band. Era il 2016 e i due ci prendono gusto tanto che le jam si susseguono regolarmente, in un godurioso momento di sfogo a tutto volume con improvvisazioni strumentali sullo stile dei Primus, divagando tra noise, parti atmosferiche, metal, rock e ambient... Quando le idee diventano interessanti si concretizzano alcuni brani mentre elettronica e voce vengono introdotti gradualmente, in quell'ottica di sperimentazione che caratterizza il duo. Ecco come sono nati i Longblond, nome ispirato al fatto che uno è alto e l'altro biondo...

Integrare il sound con basi elettroniche è comunque un processo naturale, grazie al background del batterista, mentre il repertorio viene infine completato con gli accompagnamenti del basso synth. In questo processo di costruzione del proprio linguaggio sonico, per ultima viene introdotta la voce, non necessariamente intesa come mezzo di comunicazione ma quasi uno strumento musicale tra gli altri strumenti, impostata com'è tra suoni, vocalizzi, frasi sì parlate ma a volte con parole volutamente storpiate, se funzionali al pezzo stesso: ne è un esempio "Understand Nada ", un titolo con abbinamento tra parole di lingue differenti (come anche "Bad Fiestos" o "Lento is Dead"), dove la voce compare anche a riproporre la ritmica di una parte percussiva. La voce, intesa quindi alla stregua degli altri strumenti, viene leggermente megafonata (sia in fase di registrazione che nei live) mentre vengono aggiunte delle seconde voci, pre-registrate o cantate dal chitarrista dal vivo. I testi descrivono diversi argomenti come l'impellenza di esprimersi con la propria arte, la ribellione ai canoni imposti, il riscatto e la controcultura fuori dagli schemi, le grandi città lucenti e allo stesso tempo spente. Con il 2019 iniziano gli acclamatissimi live nei locali della zona, mentre la pandemia in agguato si prepara a bloccare ogni attività successiva.

Il 2020 è quindi il momento giusto per registrare i vari singoli e raccoglierli nel primo Ep della band, un 6 pezzi autoprodotto dal titolo Lento is Dead, pubblicato il 30 Novembre e registrato al Lignum Lab Recording di Villa del Conte (PD) da Massimo Berti (Ceo Mass), autore anche del mixing e di voce di rinforzo in alcuni cori. Vi troviamo 4 brani cantati ai quali segue uno strumentale, per sottolineare la doppia anima del progetto ma anche per variegare l'esperienza dell'ascolto mentre "Rio Fantasma", l'ultimo pezzo, è inteso come un outro, o una bonus track, quasi un sunto dell'intero album con le sue molte frasi pescate dai quattro pezzi vocali precedenti e inserite in sottofondo. Originali poi le parti di scratch, suonate dall'amico Dj Einstein e rielaborate dalla band per ottenere pattern funzionali ai pezzi.

Il titolo, che non vuole essere nè una condanna nè una lotta, si rifa alla semplice constatazione di come il ritmo lento di vita, ma anche il lento "strappa-mutande" che si ballava in coppia una volta, sia ormai sorpassato, superato, morto, appunto (a parte l'inattesa onda di ritorno col lockdown...). E nell'ottica del fast e del ballabile a ritmo cardiaco serrato, i due sono dei veri e propri maestri! Tra batteria ed elettronica, tecnica scratch e riff accativanti, distorsioni fuzz e ritmiche funky oltre che suoni potenti, i Longblond non si fanno mancare proprio nulla: rudi e underground, ma con un linguaggio facilmente compensibile, ogni loro proposta è una potenziale hit. Personalmente, li considero una vera e propria rivelazione... Freschi ed accattivanti ma tosti quanto basta.

Possiamo godere anche di un paio di video clip tratti dall'album: per primo esce "Dark Cities", l'11 febbraio 2020 ad anticipazione dell'album stesso, mentre è di più recente pubblicazione "Rock'n'roll Service", dalla terza traccia, un video che con i suoi sfondi a striscie bianche e rosse o bianche e nere, ci rimanda all'iconografia del duo di storica memoria White Stripes. Entrambi sono ideati, montati e prodotti da Longblond Video Design (LBVD), quindi in sostanza auto prodotti.

E' ora di entrare nel vivo della musica dei Longblond guardando i video, ascoltando l'album, leggendo la sua recensione ad opera del nostro collaboratore Cesare Businaro oltre che, ovviamente, vedere cos'hanno da dire in merito i diretti interessati con l'intervista che gli abbiamo preparato. Buon ascolto quindi a tutti voi di questo nuovo duo, che già ci fa ballare e del quale, ne sono sicura, sentiremo anche molto parlare. 

 

"Rock'n'roll Service" Official Video

 

Altri Video: "Dark Cities"

Ascolto integrale di Lento is Dead  

Link band: Facebook / Instagram / Bandcamp / Spotify / Youtube Channel


 

INTERVISTA

1. Un saluto a voi, duo mascherato! Vi chiamerò in questa sede Long (chitarrista) e Blond (batterista), visto che gli acronimi mi paiono troppo asettici. Partiamo innanzitutto con questa vostra caratteristica, di sicuro non nuova ma sempre destabilizzante, di voler mantenere l'anonimato su tutto il progetto: niente identità personali né dati sulla vostra carriera precedente. Perché la scelta di tutta questa riservatezza? L’anonimato ci permette di focalizzare al 100% sul nostro sound attuale, sulla nostra musica, esclusivamente su quello che stiamo e vogliamo produrre come band, e non tanto sulle nostre singole personalità ed identità, ci permette di staccare dalle esperienze precedenti, dai generi musicali passati, è come ripartire da zero, da una tela bianca, senza vincoli, senza pensieri, per noi almeno è stato così, e l’utilizzo delle maschere ha facilitato questo nostro pensiero di volere un distacco dalle nostre diversità, dalle nostre storie passate come singoli, e quando le mettiamo diventiamo esclusivamente i Longblond e la loro musica.

2. I Longblond sono quindi un restart, un nuovo Punto Zero, da cui ripartire e ricostruirsi musicalmente. So che il vostro linguaggio musicale, così composito e stratificato, è nato casualmente all'inizio, jammando, ma si è sviluppato secondo una visione ben precisa. Ci volete raccontare il percorso intrapreso? Esatto, un restart. Tutto è iniziato con delle lunghissime sessioni di prove strumentali senza uno scopo ben definito se non quello di jammare in stile noise, con anche parti atmosferiche, e inoltre metal, rock, funky e ambient psichedelico... unico scopo era la sperimentazione, divertimento a volumi altissimi. Una volta poi create le classiche strutture dei brani rock, è iniziato l’inserimento, strato dopo strato, di nuovi suoni, vocalizzi, cantati, parlati, basi elettroniche, i bassi synth di accompagnamento, scratch, seconde voci e così via, tutto a strati e pian piano, in quanto il progetto è nato senza un’identità di genere ben definito, questo da una parte è un gran vantaggio cioè la libertà di esprimersi senza vincoli, però può e potrebbe portare anche a punti morti in cui non si sa bene come proseguire, diciamo che la creatività e l’assenza di standard da seguire a noi ha permesso di sviluppare i vari brani a modo nostro creando una nostra identità che brano dopo brano si é consolidata

3. Analizziamo singolarmente i vari livelli: chitarra e batteria, parlateci della vostra strumentazione. Allora, siamo in 2, ma la nostra strumentazione fa per quattro. Per la chitarra utilizziamo 2 testate valvolari e 2 casse da 240 e 300 watt, combinando insieme a pedaliere ed effettistiche varie le 2 linee di suono, a volte il cambio al volo dei settaggi avviene con un vero e proprio balletto del chitarrista sul un enorme pedaliera studiata nei minimi dettagli, tutti i passaggi sono in tempo reale, non programmati digitalmente. Possiamo dire che nonostante il nostro sound si avvalga di basi elettroniche, quindi una parte digitale abbastanza innovativa, siamo comunque legati anche ai suoni rock quelli belli pompati, analogici, quelli classici del vero rock dagli anni ’70 in poi, infatti come batteria per la registrazione del nostro Ep Lento is Dead abbiamo usato una cassa vintage bella grossa da 24” della Ludwig Vistalite del '76, e come tom e timpano sempre di quegli anni, fusti molto potenti e ricchi di bassi, tutto contornato da piatti molto sonori, sia in studio che in live.

4. Come vengono gestite le basi elettroniche durante i live? Sono pre registrate o costruite al momento? Le basi elettroniche generalmente nascono post brano, ma in questo ultimo periodo è successo che siano il punto di partenza, e per i live usiamo delle basi pre programmate. Infatti per il momento in due sarebbe difficile gestire un terzo strumento sul palco, quindi usiamo un portatile e una scheda audio, inoltre un altro problema sarebbe anche la quantità enorme di collegamenti e di cavi necessari per tutta questa strumentazione extra, e nei locali può creare un problema di spazi e anche di tempi, soprattutto se si condivide il palco con altre band, quindi per adesso, almeno in questa cosa, cerchiamo di essere minimal, anche se non si esclude in futuro di eseguire dal vivo parti col synth o attivare in tempo reale tramite pad elettronici delle basi o dei singoli suoni.

5. Anche la voce è stata aggiunta per avere un "suono" in più. Sono tanti gli usi che ne fate: come la gestite, di volta in volta, in maniera funzionale al pezzo? All’inizio era solo musica strumentale, successivamente sono nate le parti vocali, c'era l'esigenza di aggiungere dei "suoni", dei vocalizzi, delle frasi parlate, per dare appunto una voce al progetto. Strato dopo strato si sono formati i testi, sono per la maggior parte in inglese, a nostro avviso la lingua con la giusta musicalità per il nostro mix di generi, ma per la ricerca di alcune sonorità parte dei testi sono formati da parole volutamente storpiate, sbagliate o slang di altre lingue che però suonano corrette per il brano, il ritornello di "Understand Nada” ne è un esempio, inoltre nello stesso brano c'è anche una parte di voce che ripropone una parte ritmica di uno strumento percussivo, quindi anziché suonare la parte, l'abbiamo cantata ricercando parole e suoni. La voce infatti è stata aggiunta per avere un "suono" in più, per completare il progetto Longblond, non per avere un lead sound che spicchi di più, ma un ingrediente in più, dosato alla pari degli altri strumenti. L’effetto voce voluto è un effetto leggermente megafonato sia in registrazione che nei live, ci sono anche alcune seconde voci sia pre-registrate che cantate dal vivo.

6. Trovo molto efficaci le parti di scratch inglobate nel tessuto sonoro dei vari brani: conferiscono groove, rendono originale il vostro rock e nel contempo richiamano subito alla mente la vostra seconda natura elettronica. Vi siete avvalsi dell'aiuto di un amico dj, per registrarle, ma poi queste tracce sono state ulteriormente manipolate: raccontateci come vi è venuta l'idea di inserirle nel vostro linguaggio, innanzitutto, e come si sviluppa l'integrazione all'interno della vostra musicalità. Come le parti vocali, vedi il discorso della “stratificazione musicale” di prima, anche l’utilizzo dello scratch è stato aggiunto a brani già esistenti e consolidati, e l’idea è nata da quel senso di necessità di un supporto musicale, un qualcosa in più e ritmico, simile ad una percussione, a un pattern o loop, e questa necessità pian piano ha costruito nella nostra testa il suono dello scratch old school dei dj anni ’90. Per molti con la parola “elettronica” si intende una vastissima famiglia di suoni analogici e digitali, effetti, e altre stranezze sonore e spesso si incorpora anche lo scratch, del resto esistono già possibilità digitali per riproporre suoni simili, ma ancora non è la stessa cosa come un dj dal vivo con i suoi dischi. Dj Einstein è un ottimo dj con dei suoni potenti, reali, e con idee creative, ha suonato in diverse band alternative inoltre ha una fortissima cultura del mondo dj tra Beastie Boys e Run DMC. Nel pomeriggio passato insieme ha messo in console diversi dischi e insieme abbiamo creato delle parti per alcuni brani, lui è stato molto intuitivo, e bravo ad interpretare le ritmiche che a voce gli proponevo, e a creare degli scratch convincenti, inoltre abbiamo registrato un bel po’ di freestyle scratching che poi solo successivamente abbiamo elaborato coi Longblond e adattato ai nostri brani, sia dell’Ep che ad altri.

7. Il linguaggio raggiunto, seppur all'inizio di questa nuova avventura, mi pare molto universale nella sua trasversalità. E' comprensibile ai più, seppur di matrice heavy rock, e risulta anche molto internazionale. Come avete intenzione di presentarvi? Quale il vostro pubblico di riferimento?

Sicuramente i molti gruppi internazionali che abbiamo ascoltato e le varie esperienze di vita che abbiamo fatto hanno influito sul nostro genere creando il nostro sound, il nostro mix, ed essendo appunto un mix di generi un pubblico di riferimento ben preciso non pensiamo di avercelo, i brani hanno sfumature differenti, più rock alcune, più alternative altre, o con più elettronica... dipende. Quindi anche l’ascoltatore potrebbe arrivare da influenze musicali differenti, per farti un esempio ad un ragazzo polacco che ascolta Hip-hop è piaciuto molto l'Ep, ma allo stesso momento ad una ragazza italiana che ascolta rock pesante e stoner è piaciuto ugualmente quello che facciamo, quindi come vedi è abbastanza difficile per noi definire un pubblico di riferimento.

8. Avevate iniziato a suonare dal vivo da neanche un anno, prima del blocco causa pandemia: immagino i vostri live potenti e molto coinvolgenti: come descrivete la reazione del pubblico alla vostra proposta musicale? E' musica che invita a ballare, la vostra, una specie di rock dance... Sì, i concerti sono iniziati nella primavera del 2019, l’Ep non era ancora uscito e stavamo lavorandoci a sprazzi, comunque siamo riusciti a trovare delle realtà che ci hanno permesso di esibirci anche senza presentare il classico demo al bancone. La risposta è stata sicuramente positiva, nonostante il pubblico non avesse precedentemente ascoltato le nostre cose, appunto non avendo ancora materiale registrato. Rock dance? Non saprei, nella nostra musica c'è dentro un po' di tutto, definirlo con 2 parole è difficile in quanto ogni brano ha qualcosa di differente come mix di generi.

Per quanto riguarda il vostro Ep Lento is Dead, com'è stato il processo di registrazione e rifinitura dell'album in questo complicato 2020? Raccontateci un po' l’esperienza. L’Ep è stato registrato e masterizzato al Lignum Lab Recording, il processo è stato divertente e un’ottima esperienza ma anche abbastanza lungo in quanto l’abbiamo registrato, mixato e consolidato il master in periodi differenti, a sprazzi, sia perché questo studio è molto richiesto sia per avere il tempo di maturare bene le varie idee per noi da aggiungere, quindi non c’era fretta e tra una serata in studio e la successiva diverse volte sono passati anche mesi.

10. Due i videoclip attualmente all'attivo: dall'opening track è uscito il video ad anticipazione dell'Ep mentre il secondo è stato pubblicato in questo 2021. Due video interessanti, girati con la vostra Longblond Video Design -LBVD-, producete infatti videoclip anche per terzi, giusto? Riguardo il video di "Rock'n'roll Service", è solo una mia impressione oppure tutti quegli sfondi a righe sono ispirati all'iconografia dei nostri predecessori famosi, i White Stripes? E' una casualità o un richiamo voluto? La produzione dei video musicali per noi è stata una sfida, e con la LBVD siamo riusciti a sbizzarrirci e sviluppare idee visive, oltre che sonore, legando meglio il nostro progetto, divertimento sì, in parte, ma ovviamente anche molto lavoro, tra riprese, montaggio, creazione e ricerca di idee che comunque mettano in primo piano l’artista e la musica. Essendo direttamente produttori di questi video riusciamo a dare il colore giusto al sound, o almeno proviamo ad avvicinarci a quella che potrebbe essere un’idea che leghi le due cose, due mondi, l’ascolto e la visione. White Stripes grande band, in questo caso il richiamo visivo è più che altro un semplice caso.

11. Come avete gestito questo anno di fermo e come siete preparati per la ripartenza? Quali i vostri progetti futuri? Lo stop forzato del 2020 l’abbiamo sfruttato creando e progettando il nostro secondo video "Rock’n’Roll Service", inoltre abbiamo scritto e consolidato alcuni brani e alcune basi elettroniche, anzi diciamo parecchie basi. Quando abbiamo potuto muoverci, abbiamo provato dal vivo nel nostro studio, le prove via streaming non fanno per noi, abbiamo bisogno del sound reale del rock, dell’aria della gran cassa e i volumi dei Marshall. Come progetti ne abbiamo un bel po’ in scaletta, tra registrazioni in studio e la progettazione di alcuni video per noi e altre band.

E' stato un vero piacere, Long e Blond, approfondire il vostro modo di intendere il duo rock; sicuramente una visione alternativa ed originale, vi ringrazio quindi per la vostra testimonianza. Vi lascio infine concludere con parole vostre mentre personalmente vi auguro una fulgida carriera, come ben meritate, ricca di soddisfazioni, in attesa di poter ballare anch'io a un vostro prossimo live! Ringraziamo voi per lo spazio. In conclusione possiamo dire che i Longblond sono 2 personaggi anonimi con occhiali da snowboard che suonano un rock pesante contaminato da sintetizzatori analogici e digitali, con testi underground con parole in lingue diverse.

 

DISCOGRAFIA

LENTO IS DEAD 2020, Autoprodotto (Heavy Rock w. Elettronic)

1.Dark Cities  2.Understand Nada  3.Rock'nRoll Service  4.Lento is Dead  5.Bad Fiestos  6.Rio Fantasma

 

QUI lo ascolti


QUI la nostra recensione


 

Articolo e intervista a cura di Giusy Elle

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