Presentiamo oggi un duo di validi
strumentisti che dopo una partenza “spontanea” con il nome di
FORTE Vs. LEO comincia solo ora a costruire una propria identità
definita dal punto di vista musicale e sceglie di farlo col nuovo
nome di TU. Ma partiamo dagli inizi...
Siamo a Roma nel 2011 e il chitarrista siciliano Sebastiano Forte
con il batterista pugliese Federico Leo usano i rispettivi nomi per
appellare il duo appena formato. Formato per l'abbandono di Fabrizio
Paparello, il tastierista che li aveva appena fatti conoscere... Sì,
perché come in molti casi questa 2-piece nasce dalle ceneri di una
line-up più ampia, nello specifico un hammond trio formatosi un paio
d'anni prima, dove a quanto pare si perpetuava già la tradizione
della band senza basso. In due decidono di sperimentare partendo dal
funk, jazz, psichedelia, noise, per procedere infine verso lo
spettro intero dei generi musicali. E così, ampia e mista, resta la
produzione musicale dei due fino ad oggi, grazie alla loro maestria
strumentale, caratterizzandoli nel genere "tutti e nessuno".
Vediamo infatti come sono arrivati a gestire tutto questo bagaglio
musicale e a inserirlo nel loro album di debutto "Non c'è altro
duo all'infuori di..."
Sebastiano Forte, nato a Siracusa nel 1978, è musicista
professionista con alle spalle esperienze lavorative di vario tipo.
La sua formazione scolastica inizia come clarinettista e lo vede
diplomarsi al Liceo Musicale di Catania in Teoria e Solfeggio,
perfezionandosi in armonia jazz; si interessa anche di teatro
seguendo laboratori e seminari con grandi nomi di entrambi i settori,
musicale e teatrale. Alla Sapienza di Roma acquisisce invece una
laurea in Psicologia (Indirizzo Clinico e di Comunità) con la tesi
"Intonazione musicale e contatto interpersonale" e la
successiva abilitazione alla professione; segue quindi un corso
triennale di Artiterapie con orientamento psicofisiologico per
concludere infine il suo iter di studio proprio in questi mesi con la
Laurea Specialistica in chitarra e arrangiamento jazz al
Conservatorio di Frosinone. Un lunghissimo percorso di studi di tutto
rispetto, quindi!
Nel contempo si prodiga anche in ambito lavorativo musicando
numerosissime opere teatrali, facendo il produttore per la casa
discografica Funkyjuice, professando come psicologo clinico
individuale e di gruppo, sempre con particolare attenzione
all'aspetto musicale tanto da operare come musicoterapeuta in molte
scuole o in progetti legati alla disabilità e al recupero.
Attualmente, oltre a destreggiarsi tra queste attività, è
insegnante in una scuola musicale, artista formatore nei laboratori
per le scuole e all'ospedale Bambin Gesù, dirige un'attività di
Formazione Aziendale attraverso le arti, collabora come musicista e
consulente musicale nella produzione di lungo/cortometraggi,
documentari, pubblicità ed altro ancora. I riconoscimenti tramite
concorsi nazionali di vario tipo, sia in ambito musicale che
teatrale, non si contano nemmeno...Come musicista ha suonato in numerosissime band di generi vari e anche da solista nel progetto L.E.D. ma il gruppo che gli resta maggiormente a cuore restano i Qbeta (una band siciliana di etno-funky mediterranea fondata nel 1999 dai fratelli Cubeta e con la quale collaborò anche Roy Paci), gruppo abbandonato nel 2013 dopo una decennale presenza come chitarrista e che gli ha riservato le maggiori soddisfazioni (palchi importanti come quello del Primo Maggio a Roma nel 2011 o esperienze all'estero come il Forum Social Mundial del 2005 in Brasile o l'Austin City Limits nel 2010 in Texas). Attualmente la sua esperienza live come compositore e/o musicista è più legata al teatro e alla sola band dei TU.
Dal canto suo il batterista Federico Leo è un compare all'altezza.
Nato a Lecce nel 1985 si laurea in Grafica e Progettazione
Multimediale perseguendo in simultanea un percorso di studi musicali:
diploma specialistico in jazz alla Fonderia delle Arti di Roma e
laurea in biennio di specializzazione jazz al Conservatorio di
Frosinone. A Umbria Jazz vince perfino una borsa di studio per la
frequenza di un anno al Berklee College of Music di Boston,
cosa che purtroppo non farà mai...
Anche per lui la musica è l'attività principale: si è dedicato
molto all'insegnamento che ha dovuto però infine accantonare per
mancanza oggettiva di tempo in quanto, militando in simultanea in
numerose band, è spesso in tour; essendo grafico, inoltre, si occupa
anche della comunicazione visuale per le band di cui fa parte.
Attualmente ha vari progetti stabili, si diceva, infatti suona la
batteria in un numero impressionante di gruppi! Con gli Armaud (trio
di musica raffinata e delicata che si muove tra Roma e Amsterdam,
fondato dalla cantante, trombettista e chitarrista Paola Fecarotta)
ma anche nel trio post-jazz Luz (con Giacomo Ancillotto alla chitarra
e Igor Legari al contrabbasso. Tra i cinque migliori gruppi jazz e
tra i dieci migliori album jazz italiani del 2014 per Musica Jazz.
Tra i 100 dischi internazionali maggiormente rappresentativi del
2014, secondo Jazzit), nel collettivo impro-pop-radicale Gronge X
(uno dei gruppi più rappresentativi della scena indipendente
italiana già dalla metà degli anni '80 e che tutt'oggi continua a
sperimentare con ottimi risultati grazie ad un' ineguagliabile
attitudine performativa), nei Nidi d'Arac (pizzica, elettronica e
rock per il primo e più importante gruppo ad aver tradotto la musica
tradizionale salentina in un linguaggio attuale; di imminente uscita
il prossimo album per Goodfellas), nel trio jazz-rock-impro Koìko
(con Marco Cerri Ciommei al sax alto e Matteo Marcucci alla chitarra;
disco in uscita imminente per Desuonatori), ma anche nella Bottega
Glitzer (il gruppo della cantante italo/svizzera Nadja Maurizi, con
un album pubblicato da Leave/Universal). Con i Pasquale Ametrano
Cinematic Orchestra ha riprodotto le musiche di Morricone dei film di
Carlo Verdone e fa parte del collettivo romano di improvvisazione
Franco Ferguson. In passato era stato capo della band di AvenueQ, un
musical offbroadway nella versione italiana in tour per i maggiori
teatri italiani per quasi 50 date, e anche nella band di “Solo Per
Amore”, spettacolo di e con Loretta Goggi.
E' chiaro che con due musicisti di tale formazione ci troviamo di
fronte a un duo di qualità, dove viene naturalmente accantonata
l'idea della 2-piece grezza e ribelle per dar spazio a musiche più
"colte" e varie pur presentandosi in formato "pop".
Rimasto orfano il trio del tastierista, i due iniziano a sperimentare
da soli partendo dal jazz-psichedelic-funk-noise per estendersi in
breve a tutti i generi musicali conosciuti. All'inizio i Forte Vs.
Leo non si propongono come una vera e propria band da palco
concentrando invece le loro performance principalmente nei concorsi
musicali e vincendone parecchi, anche d'alto livello, come nel caso
del Festival Nazionale dei Conservatori. E' quindi solo della fine
2014 la decisione di cambiare il nome della band, attinto
originariamente ai loro personali, in quello di TU, nell'intento di
dare un carattere più definito al duo-project.
Tu... sembra un nome insolito, tutto da spiegare, eppure non
estraneo al panorama musicale internazionale, specie tra i duo! Cosa
dire dei TU chitarra-batteria formato da Trey Gunn (uno dei primi
allievi del Guitar Craft di Robert Fripp) e Patt Mastellotto (che a
sua volta collaborò con i Krimson)? Tanto interessanti da aprire
alcuni concerti dei Tool nel 2006... E come non ricordare il Tù, duo
pop anni '80 delle gemelli canadesi (di ovvia origine italiana)
Amanda e Cassandra DiBlasi? Ma questi sono Sebastiano e Federico, i
TU italiani, che si presentano in questo 2015 con il loro album
d'esordio dal simpatico ed ironico titolo "Non avrai altro duo
al di fuori di...", ottimo slogan che sarebbe da applicare
all'EDP intero! Quasi quasi glie lo rubo, infatti...
Come da previsioni, questo lungo album (ben 18 tracce tra le quali
però anche pezzi molto corti, di uno o un paio di minuti, come ponte
tra un brano e l'altro) ci mostra i due alle prese con vari generi
musicali. Tenendo ferma una certa predominanza per il funky, troviamo
brani che spaziano dall'indie alle atmosfere anni '70, dal jazz alla
cover di musica italiana anni '60, dal rock-blues alla White Stripes
al tormentone da hit. I brani sono cantati per lo più in italiano ma
anche in inglese e i pezzi cantati sono spesso intervallati da un
brano strumentale... insomma, una miscellanea insolita che però
potrà accontentare il pubblico più vario. E nonostante la seriosità
del percorso di studi dei due, è piacevole osservare che tra le
varie sfaccettature di Sebastiano e Federico venga messa in risalto
soprattutto quella dell'allegria, dell'ironia, dell'umorismo e
scanzonatura. Molti brani si rivelano apertamente "simpatici"
o ironici e anche la copertina dell'album, che ci mostra una curiosa
"scena del crimine", attesta l'attitudine goliardica dei
nostri musicisti professionisti. Vestiti di nero con bombetta sono
loro stessi le vittime del caso (ossia le sagome a terra dopo un
cruento omicidio) come gli ancor più improbabili assassini. Tutti
particolari che andremo ad analizzare in fase d'intervista con Sebastiano, il portavoce del duo per quest'occasione e che, tra il serio e il faceto, ci racconta cos'è un power duo dal punto di vista dei TU.
"Non avrai altro duo all'infuori di..." esce
ufficialmente il 16 Marzo 2015 per Altipiani, ed è distribuito da
Audioglobe per il supporto fisico e Believe per il digitale. La cover
di "Se c'è una cosa che mi fa impazzire", brano di Mina
del 1967 (registrato con in cuffia l'originale! Qualunque musicista
sa quanto sia difficile un'impresa del genere...), viene proposto
come teaser dell'album mentre dal tormentone "Hold You",
primo singolo estratto, viene realizzato il video ufficiale,
dimostrando ancora una volta la semplicità e simpatia con cui i
nostri hanno deciso di presentarsi. Un duo originale per musica di
facile ascolto ma di gran maestria nell'esecuzione. A questo punto,
che altro duo potremmo ascoltare se non i TU???? E con quale
recensione approfondire il loro album se
non quella del nostro fido collaboratore Martino Vergnano? Simpatia
per simpatia, se ne leggeranno delle belle...
Li seguono Altipiani per il booking e la Root Island di Riccardo
Rozzera per la promozione e ufficio stampa.
"Hold You", Official Video
"Se
c'è una cosa che mi fa impazzire", cover
TU
live@Angelo
Mai
Ascolto
integrale dell'album su Rock.it
LABELS
Altipiani
www.altipiani.it
Altipiani
Produzioni Musicali non è soltanto un'etichetta discografica
indipendente ma una vera e propria Factory nata a Roma nel 2001 dalla
mente di Paolo Panella. L'idea è quella di creare un collegamento
tra artisti, tecnici e addetti alla promozione in una
prospettiva di collaborazione in grado di assicurare un confronto
costante volto al reciproco scambio di idee e servizi. Per la Factory
concetti quali “contaminazione artistica” e
“multidisciplinarietà” si pongono come fondamentali linee-guida
del progetto, aperto a sempre nuove collaborazioni. ALTIPIANI si
propone, dunque, come una struttura “orizzontale” in grado di
supportare l'intero processo di creazione di un disco, dalla sua
registrazione in studio fino alla distribuzione nei negozi e alla
relativa promozione.
Questo è possibile grazie, oltre che alle risorse interne, all'interazione di volta in volta di diverse strutture, quali Studio di Registrazione, addetti alla Distribuzione (Goodfellas, Audioglobe, Believe) e Uffici Stampa e Promozione vari oltre l'Altipiani WebTv, il canale ufficiale streaming dell'etichetta stessa.
Questo è possibile grazie, oltre che alle risorse interne, all'interazione di volta in volta di diverse strutture, quali Studio di Registrazione, addetti alla Distribuzione (Goodfellas, Audioglobe, Believe) e Uffici Stampa e Promozione vari oltre l'Altipiani WebTv, il canale ufficiale streaming dell'etichetta stessa.
Nessun
altro power duo chitarra-batteria oltre ai TU nel catalogo Altipiani.
https://www.facebook.com/pages/Altipiani/164722963539629
INTERVISTA
1.
Sebastiano e Federico, benvenuti nei nostri spazi EDP. Il vostro
percorso musicale è di tutto rispetto, avete avuto molte band nelle
quali suonare, come siete approdati infine al duo? Il duo non è solo un approdo. Ognuno di noi continua a suonare in organici più ampi. Ma il duo è una possibilità di ricerca, di esplorazione di un modo diverso di fare musica e probabilmente questo lo fai quando incontri un musicista con una sensibilità simile.
2.
A un certo punto della vostra carriera avete sentito l'esigenza di
cambiare il nome del duo, cosa vi ha fatto propendere per una nuova
identità? Il fatto che quello che era un duo di ricerca
Il fatto che quello che era un duo di ricerca e sperimentazione acquistava sempre più degli elementi pop o rock. Eravamo delle rockstar potenziali ed avevamo bisogno di un nome che fosse più breve dei nostri cognomi messi insieme ed addirittura più breve del cognome del solo Federico.
Il fatto che quello che era un duo di ricerca e sperimentazione acquistava sempre più degli elementi pop o rock. Eravamo delle rockstar potenziali ed avevamo bisogno di un nome che fosse più breve dei nostri cognomi messi insieme ed addirittura più breve del cognome del solo Federico.
3.
Il nome TU come è stato scelto? Avevate in mente il duo
chitarra-batteria di Gunn e Mastellotto? Al plurale potrei appellarmi
a voi con il pronome Tui?
Non avevamo in mente altro che cozzate che si possono dire chiamandosi TU, tra queste il fatto che non ci puoi chiamare al plurale, ma solo interloquire con noi alla seconda persona singolare. E così riceverai anche le nostre risposte come TU.
Non avevamo in mente altro che cozzate che si possono dire chiamandosi TU, tra queste il fatto che non ci puoi chiamare al plurale, ma solo interloquire con noi alla seconda persona singolare. E così riceverai anche le nostre risposte come TU.
4.
Quali gli accorgimenti particolari, da entrambe le parti, per far
"funzionare" una band formata solo da chitarra e batteria?
Quali i pro e i contro di suonare in due anziché in full band?
E' tutta una questione di ingordigia. Noi facciamo un concerto come se fossimo in 4 o 5 e pretendiamo una cena per 5, un cachet per 5, onorificenze varie. Possiamo farlo perché abbiamo una idea del suono che vogliamo ma anche del cibo o della simpatia che pretendiamo. Il conto si presenta quando devi caricare gli strumenti. Ma prima o poi chiameremo un trio o un quartetto a montare e smontare il backline.
5.
Avete mai condiviso il palco con altri power duo chitarra-batteria?
In realtà no ma credo che succederà presto.
In realtà no ma credo che succederà presto.
6.
Come nascono i brani dei TU? So che partite dall'improvvisazione...
Questo è vero. Ma nel frattempo succede che stiamo capendo cosa ci riesce meglio e la scrittura diventa sempre più mirata e meno improvvisata. Poi riserviamo tanto spazio alla creazione estemporanea, anche dal vivo. Abbiamo tanti nuovi brani nati da frammenti di testo, l'esatto contrario dei primi brani.
7.
Come mai comporre indifferentemente in tanti stili diversi? A che
pubblico vi rivolgete?
Non esiste un "pubblico" predefinito. Ogni persona che ti ascolta può avere la libertà o l'intelligenza di seguirti anche quando ti avventuri in territori lontani da sé. Credo che questa idea ci venga dal fatto che non guardiamo la televisione. La tv ti fa pensare che la gente sia stupida e non cambia mai idea. Gli stili musicali, i generi, sono etichette comode ma false. Potrebbero servire ad etichettare i dischi da vendere ma visto che la gente non compra i dischi a peso, questa cosa ha veramente poco senso.
Non esiste un "pubblico" predefinito. Ogni persona che ti ascolta può avere la libertà o l'intelligenza di seguirti anche quando ti avventuri in territori lontani da sé. Credo che questa idea ci venga dal fatto che non guardiamo la televisione. La tv ti fa pensare che la gente sia stupida e non cambia mai idea. Gli stili musicali, i generi, sono etichette comode ma false. Potrebbero servire ad etichettare i dischi da vendere ma visto che la gente non compra i dischi a peso, questa cosa ha veramente poco senso.
8.
Com'è che due musicisti sopraffini come voi decidono di realizzare
un album sotto tanti aspetti "pop", o comunque di "facile
ascolto"?
Perché il pop o l'ascolto facile per noi sono una parte della ricerca, del creare libero. Se io sono libero di creare e di sperimentare non devo escludere il semplice da questo e rifugiarmi in circoli di atonalità e none bemolli. Posso anche far convivere le canzoni con momenti più psichedelici o noise o fluvs o smeghjk. La vita è fatta così, no? Non conosco persone totalmente pop.
Perché il pop o l'ascolto facile per noi sono una parte della ricerca, del creare libero. Se io sono libero di creare e di sperimentare non devo escludere il semplice da questo e rifugiarmi in circoli di atonalità e none bemolli. Posso anche far convivere le canzoni con momenti più psichedelici o noise o fluvs o smeghjk. La vita è fatta così, no? Non conosco persone totalmente pop.
9.
Sebastiano, mi dicevi che i concerti dei TU, selezionati nel numero
visti gli innumerevoli impegni di entrambi, li consideri "difficili,
impegnativi musicalmente ma proprio per questo di grande
soddisfazione": ci puoi chiarire questo concetto?
Avere un impatto musicale forte, momenti di libertà, di improvvisazione e cantare delle canzoni nello stesso concerto è difficile. Personalmente questa difficoltà è molto stimolante, soprattutto quando senti che il risultato ti piace.
Avere un impatto musicale forte, momenti di libertà, di improvvisazione e cantare delle canzoni nello stesso concerto è difficile. Personalmente questa difficoltà è molto stimolante, soprattutto quando senti che il risultato ti piace.
10.
Nel disco ci sono delle sovraincisioni di tracce, spesso una linea
base di chitarra sulla quale tessere gli assoli di Sebastiano; come
gestite la cosa dal vivo? Usate loop stations o vi presentate
assolutamente puristi?
Il loop è stato l'elemento di partenza di questa sperimentazione in duo. Piano piano si è cercato di trovare un equilibrio tra momenti di sovrapposizione di parti (loop live di chitarra o anche di batteria, voci, effetti) a momenti in cui ci sono solo i due strumenti o uno dei due, più le voci ad esempio. Stiamo cercando di esplorare quali sono le possibilità di arrangiamento e di creazione con questa formazione, con e senza la tecnologia dei loop.
Il loop è stato l'elemento di partenza di questa sperimentazione in duo. Piano piano si è cercato di trovare un equilibrio tra momenti di sovrapposizione di parti (loop live di chitarra o anche di batteria, voci, effetti) a momenti in cui ci sono solo i due strumenti o uno dei due, più le voci ad esempio. Stiamo cercando di esplorare quali sono le possibilità di arrangiamento e di creazione con questa formazione, con e senza la tecnologia dei loop.
11.
Vorrei analizzare con voi l'aspetto ludico e poco serioso con il
quale avete deciso di proporre i TU. Da persone con il vostro
curriculum ci si aspetterebbe musicisti seri e seriosi, piuttosto,
invece Stanlio ed Ollio sono ancora tra noi... gli studi psicologici
di Sebastiano hanno interferito positivamente in tal senso?
L'aspetto ludico è importante in qualsiasi lavoro si faccia. Hai mai visto giocare un bambino? L'impegno e la concentrazione che può raggiungere, la precisione... Poi il fatto che io abbia studiato psicologia o Federico architettura è una complessità in più con cui giocare.
L'aspetto ludico è importante in qualsiasi lavoro si faccia. Hai mai visto giocare un bambino? L'impegno e la concentrazione che può raggiungere, la precisione... Poi il fatto che io abbia studiato psicologia o Federico architettura è una complessità in più con cui giocare.
12.
Sebastiano, ti sei anche specializzato in musico-terapia, la tua
laurea in psicologia ha visto discutere una tesi sulla musica e
professi l'attività con attenzione particolare verso la disabilità
e il recupero. Ci puoi, in poche righe, spiegare la forza e la
valenza della musica (e dell'arte), nei rapporti interpersonali e
nella crescita individuale?
Credo che la forza della musica non abbia bisogno di spiegazioni, a meno che non vogliamo scendere troppo in meccanismi specifici. Per me fare musica anche in campo educativo o di recupero è uno stimolo artistico. E' interessante capire sempre i limiti e le potenzialità artistiche di un gruppo e lavorare con queste finalità è terapeutico (nel senso che ti aiuta a tirar fuori il meglio) qualsiasi sia la tua conoscenza musicale ela tua capacità.
Credo che la forza della musica non abbia bisogno di spiegazioni, a meno che non vogliamo scendere troppo in meccanismi specifici. Per me fare musica anche in campo educativo o di recupero è uno stimolo artistico. E' interessante capire sempre i limiti e le potenzialità artistiche di un gruppo e lavorare con queste finalità è terapeutico (nel senso che ti aiuta a tirar fuori il meglio) qualsiasi sia la tua conoscenza musicale ela tua capacità.
13.
La cover del vostro album di debutto, "Non avrai altro duo al di
fuori di...", ci mostra una scena del crimine dove voi due,
nella mise abito scuro e bombetta, siete le vittime del caso, ma
anche gli eventuali criminali... A cosa si riferisce questa copertina
umoristica?
Non spiegheremo niente di questa copertina. E' un affare più grosso di noie rischiamo la vita in tre, con Stefano D'Amadio che è il fotografo che ci ha aiutato.
Non spiegheremo niente di questa copertina. E' un affare più grosso di noie rischiamo la vita in tre, con Stefano D'Amadio che è il fotografo che ci ha aiutato.
14.
"Hold You" è il primo singolo estratto dall'album, da cui
il video ufficiale. Ci raccontate un po' come è nato il video, chi
l'ha realizzato e la scelta del taglio simpatico con cui vi
presentate?
Avevamo fatto delle registrazioni in sala prove e c'era una bella energia e la webcam del computer. E' bastato questo! La simpatia crediamo sia un dono innato, anche se fuori dal palco uno di noi due è molto antipatico. Il video è stato montato dal più simpatico di noi, Federico, che è un bravissimo montatore e per un periodo è stato ricercatissimo da molti veterinari.
Avevamo fatto delle registrazioni in sala prove e c'era una bella energia e la webcam del computer. E' bastato questo! La simpatia crediamo sia un dono innato, anche se fuori dal palco uno di noi due è molto antipatico. Il video è stato montato dal più simpatico di noi, Federico, che è un bravissimo montatore e per un periodo è stato ricercatissimo da molti veterinari.
15.
Quali i progetti futuri di voi Tui?
Abbiamo già i brani per un altro disco e siamo abbastanza fuori moda per falro subito. Ci proveremo e nel frattempo suoniamo e presentiamo "nonavraialtroduoallinfuoridiTU".
Abbiamo già i brani per un altro disco e siamo abbastanza fuori moda per falro subito. Ci proveremo e nel frattempo suoniamo e presentiamo "nonavraialtroduoallinfuoridiTU".
Ottimo
Tui... grazie della vostra testimonianza qui all'EDP! Vi lascio
concludere con un finale tutto vostro.. Senza strumenti dici? Sì, finale d'intervista... Beh, non abbiate altro duo all'infuori di...
Link band
PROMOZIONE
E UFFICIO STAMPA: Roots Island
DISCOGRAFIA
1.Ettesubub
2.Robot Girl 3.44322 5.Quarterless Disco 6.Hold You Reprise
(Geghegé) 7.Se c'è una cosa che mi fa impazzire 8.Io senza te
9.Primo Giugno 10.#10 11.Nonavraialtroduoaldifuoridi 12.Stai zitto
13.#13 14.Djangol 15.Le tue parole 16. A.F.A.
17.#17 18.23.23
Lo
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Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
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