martedì 22 novembre 2016

124. Il duo FUCSIA elettrico

Post correlati:
Quando l'Acqua incontra la Musica

INTRO
   E' con piacere che oggi vi presento un duo mio corregionale, i Trentini FUCSIA. Come molti altri power duo aggiungono l'elettronica al loro set up scarno di chitarra elettrica e batteria, ma loro lo fanno nel più canonico dei modi: per ottenere una "dance music". Il loro infatti è un coinvolgente rock elettronico che semplicemente fa ballare, fa muovere i piedi e il corpo dietro a un ritmo serrato e melodie intriganti. Musica piacevole ed accattivante, ben confezionata ed eseguita in maniera professionale, che saprà conquistare l'ascoltatore di ogni estrazione sonora. Sicuramente brani orecchiabili e fruibili ai più ma anche apprezzabili da chi abbia ascolti più approfonditi o particolari, grazie al ponderato ed interessante mix tra strumenti elettronici ed elettronica più pura.
   In regione un'altra band, i Resando, avevano tentato questa miscela di suoni, tanto vincenti che alla fine li hanno portati in Inghilterra per il gran salto di carriera, mentre tra i duo italiani soltanto i Bolognesi PHOENIX CAN DIE aggiungono l'elettronica con un risultato simile. Ma andiamo a vedere chi sono i due di oggi...


BIOGRAFIA
   I Fucsia nascono a Trento sul finire del 2012 dall'incontro di Simone Gottardi (classe 1995) -chitarra, voce e synth- con il batterista Paolo Brugnara (1978). Nati come trio canonico restano in breve in due, ma con alle spalle altri progetti full band da portare avanti: Simone milita anche come frontman nel trio AltRock L'Opera di Amanda, mentre Paolo, dopo essersi alternato alle pelli in rock band quali i Reverse e i Stone Malament, suona nel trio metal chitarra-batteria + vocalist DiaoloKan. I Fucsia sono per loro, che studiano e lavorano (Paolo è un ingegnere aerospaziale), un side-project, quelli che in questi casi vengono proprio chiamati side-duo, ossia un progetto libero ed easy ma non principale, per chi è già fortemente impegnato in altri progetti. Per questo motivo le registrazioni si susseguono a ritmo dilatato. 
   Iniziano a comporre brani rock inediti, con un synth aggiuntivo, che sfociano nel 2014 in Two is Better, un Ep di 5 tracce il cui titolo attesta quanto il duo sia una line-up voluta ed apprezzata. Lavoro totalmente Diy, era stampato in casa e personalmente distribuito in semplicissime buste di nylon, senza artwork nè orpelli d'altro tipo.
   E' invece recente il secondo lavoro discografico, Lazy Electrons, un Ep di soli tre pezzi confezionati con la media di uno all'anno, che segna una svolta stilistica e professionale nella produzione del duo. Mentre nella prima versione dei Fucsia si affacciavano timidamente le tastiere nella tessitura chitarra-batteria, è questo l'album che li conduce verso sonorità decisamente più elettroniche. Per entrambi l'electronic rock era un campo inesplorato ma visto il percorso di studi di Simone (musica elettronica al Conservatorio di Trento), il passo era quasi inevitabile.
   Il titolo ricalca l'atmosfera che ha accompagnato la realizzazione dell'album: 'Electrons' perchè il nuovo sound è caratterizzato da un uso massiccio dell'elettronica (synth ed electro percussions), 'Lazy' perché uscito con molta calma rispetto al lavoro precedente. Il risultato però valeva la pena l'attesa e dimostra tutta la cura utilizzata nella sua realizzazione. Importante è stata indubbiamente la co-produzione di Mauro Andreolli, già contattato per il master di Two is Better, figura di spicco nel panorama musicale regionale e produttore conosciuto non soltanto in Trentino. Con Lazy Electrons si è reso disponibile fin dalle prime fasi di realizzazione dell'album permettendo di avere le idee chiare sul nuovo risultato a cui puntare ancora prima di entrare in studio, e di conseguenza preparare tutto in modo adeguato. Nelle sue abili mani è stato lasciato tutto il processo di editing, mixaggio e mastering per un risultato che ha indubbiamente mantenuto le aspettative. L'album non sembra certo suonato da un duo ma ciò non è un problema in quanto nei live i Fucsia sono in grado di riprodurre tutto in maniera molto fedele grazie all'uso delle basi, ai trigger sulla batteria e all'infinità di effetti che usa Simone. Con questa formula d'effetto si sono esibiti al MEI di Faenza, a Mantova e in molti festival regionali, vincendo infine anche la tappa trentina di Rock Targato Italia nonché la serata finale a Milano. 
   In generale le nuove canzoni sono quasi pop, strutturare in maniera più semplice e diretta rispetto al lavoro precedente, ma caratterizzate da maggior attenzione nella cura dei dettagli e nella ricerca di sonorità adeguate. L'uscita dell'album è stata più volte posticipata a causa di una serie interminabile di problemi legati alla realizzazione del videoclip tratto dal primo brano "Laser", scelto ad anticipazione dell'album. Alla fine è stato deciso di rivolgersi a Michelangelo De Cia, considerato che i lavori già realizzati per alcune band locali erano assolutamente compatibili con la musica proposta dai Fucsia.
   La seconda traccia, "Something More", era già presente nel lavoro precedente ma viene qui ri-registrata in linea con le altre due canzoni. Infine l'album si chiude con "Improve", brano che ha tenuto impegnata la band per oltre un anno tra cambiamenti più o meno convincenti prima di trovare una versione definitiva. Ora l'Ep Lazy Electrons è finalmente disponibile (solo online), in formato digitale da tutti i principali store, e in formato "Mastered for iTunes" appositamente utilizzato per lo store di Apple. E' stato registrato presso il Metro' Rec Studio di Riva del Garda (TN), tra ottobre e novembre 2015 mentre la grafica è ad opera di Mattia Nardin. Vi lascio ora all'intervista con Paolo Brugnara, il batterista dei Fucsia, che rappresenta in questo caso la band, mentre vi consiglio l'ascolto streaming di Lazy Electrons che, per brevità e genere immediatamente fruibile, si presta al loop del tasto loop... Nel prossimo post, invece, la recensione dell'album ad opera di Nicola Cigolini (Samcro) e una simpatica nota aggiuntiva da parte del Capitan Wyzno, osservatore esterno del panorama musicale underground trentino, che parla anche di noi dell'Edp. Buona lettura e buon ascolto quindi!

Ascolto integrale di Lazy Electrons https://fucsia.bandcamp.com/album/lazy-electrons




INTERVISTA
1. Ciao Paolo, finalmente una band corregionale tra gli spazi Edp! Benvenuti quindi. Inizia raccontandoci com'è avvenuto il vostro incontro.
Paolo: Ciao, e grazie a te! Noi abitiamo in una valle piuttosto piccola, tra musicisti è impossibile non conoscersi. Sembra quasi di essere famosi…ci siamo incontrati nel 2012 ed in quel periodo avevamo entrambi molta voglia di sperimentare e di avviare qualcosa di nuovo, da li è partito tutto.

2. Perchè proprio il duo? Il titolo del vostro primo Ep sembra suggellare la scelta di questa line-up.
Va detto che il nostro progetto nacque come trio, infatti con noi suonava pure un bassista… dopo le elezioni politiche del 2013, dalle quali emerse che un italiano su tre era a favore di Berlusconi, Simone ed io decidemmo di allontanare Gianluigi (il bassista) in modo da annullare ogni statistica e azzerare il rischio che tra di noi potesse esserci un potenziale idiota. In definitiva, two is better…

3. Com'è il rapporto tra due musicisti di un'età così diversa? Il duo implica anche affiatamento, complicità...
Credo che un rapporto può crescere e durare solo se c’è uno scambio tra le due parti. In questo caso la differenza di età gioca a nostro favore. Da un lato c’è un collegamento diretto ad un mondo che non mi apparterrebbe più, con l’entusiasmo e l’energia che porta con sé, dall’altra parte un po’ di esperienza e di stabilità…

4. Com'è che avete scelto proprio un colore per definire la vostra 2-piece?
Abbiamo scelto questo nome per ricordare un gatto che avevo, e che appunto era completamente fucsia. Questo gatto si chiamava Edoardo, e senza alcun dubbio è stato l’amico a sei zampe migliore che abbia mai avuto. Nel 2011 Edoardo decise di fare un viaggio in Asia, e da allora non l'ho più rivisto (anche se so per certo che se la sta spassando). Per me era davvero importante ricordarlo in qualche modo, il nostro progetto infatti partì col nome di “Edoardo Music Experiment”. Fu Simone poi a pensare che sarebbe stato sufficiente ricordare solo il colore delle sue squame, quindi decidemmo di chiamarci semplicemente Fucsia.

5. Rispetto all'Ep d'esordio avete fatto un cambio di rotta a livello sonoro, potenziando l'ausilio dell'elettronica per un risultato molto pop e dance. Come mai questa scelta, seppur vincente?
Mah, all’inizio non avevamo le idee molto chiare su ciò che volevamo fare. I primi brani che abbiamo scritto sono più frutto del caso che di scelte ponderate, con il tempo e l’esperienza, tenendo conto delle risorse di cui disponevamo, ci siamo resi conto che avremmo ottenuto un impatto maggiore semplificando alcune parti e curando maggiormente tutto ciò che riguarda il suono…

6. Quanto dovete, nell'ispirazione del vostro sound, a una band corregionale famosa quali i Resando?
Credo che “Secrets” sia uno di quei dischi che lasciano il segno. Capita spesso che qualcuno ci accomuni a questa band sentendo il nostro Ep, e ciò non può che renderci felici!

7. L'apporto di Mauro Andreolli nella realizzazione dei vostri due lavori discografici è stata rilevante. La sua produzione vi ha fatto definire in maniera chiara i traguardi sonori che volevate raggiungere. Puoi presentare il personaggio ai nostri lettori e dirci il tipo di rapporto che si è creato tra voi?
Con Mauro c’è stato da subito un ottimo feeling. La sua professionalità e la sua competenza sono stupefacenti, è davvero una persona unica e speciale, è bravissimo, è bellissimo e soprattutto non mi ha pagato per scrivere queste cose!!!
Nella registrazione di “Lazy Electrons” Mauro ci ha seguiti già dalla fase di acquisizione (Metrò Rec) e il suo aiuto è stato determinante per aiutarci a trovare il sound potente e contemporaneamente pulito che caratterizza i tre brani dell’Ep. Chi si rivolge a Mauro Andreolli sa di lavorare con una persona che non entra nel merito artistico, si “limita” soltanto all’aspetto sonoro ma lo fa più che bene.

8. Cosa ci racconti della realizzazione del videoclip di "Laser"?
Per il video volevamo qualcosa che fosse in tema con la canzone, da subito abbiamo pensato a un video realizzato al computer. Ci siamo affidati a Michelangelo De Cia, che già collabora con gli Exercoma. Trovo che i suoi lavori siano molto adatti alla musica che proponiamo. Ogni scena è divisa in tre parti, chiaramente per allacciarsi al testo della canzone.

9. Avete dedicato molto tempo ed energie nel progetto Fucsia; vi siete avvalsi anche di nomi importanti per la sua realizzazione. Come mai alla fine avete deciso di uscire autoprodotti anziché appoggiarvi alla professionalità di un'etichetta discografica?
In realtà non ci siamo soffermati molto a pensarci. L'unica cosa che volevamo fare era registrare il materiale che avevamo. Non avremmo saputo come muoverci in maniera efficace se avessimo voluto rivolgerci a qualche etichetta. In ogni caso, se volessimo farlo ora, l'Ep che abbiamo in mano sarebbe di certo un ottimo biglietto da visita.

10. E cosa ci dici a proposito del formato solo digitale scelto per la divulgazione di Lazy Electrons? Avete in mente un pubblico ben preciso? A me sinceramente il fisico manca, e ai concerti è spesso richiesto.
Il formato fisico è molto importante effettivamente… per “Lazy Electrons” abbiamo preferito puntare più sul contenuto, a svantaggio della forma magari. Indubbiamente penseremo al formato fisco quando avremo un album completo.

11. Come siete inseriti nel panorama musicale regionale? Fate un genere non molto diffuso qui in Trentino. La stessa formazione rock band a due elementi non è così numerosa, in effetti... eppure so che piacete molto!
Il Trentino è da considerarsi una piccola comunità per quanto riguarda il mondo della musica inedita. Basta qualche “live” per far parte del panorama musicale regionale. Il nuovo materiale, pur essendo piuttosto elaborato, è fatto di melodie semplici che non richiedono troppi ascolti. Credo piaccia per questo…

12. Quali i vostri progetti futuri per valorizzare al meglio il duo Fucsia?
Attualmente ci stiamo concentrando sulla scrittura. L’idea è quella di avere materiale a sufficienza per poter registrare un album intero, e speriamo davvero di arrivare a farlo entro la fine dell’anno prossimo. Parallelamente cercheremo di portare avanti l’attività live, che da sempre è la fonte primaria di energia per una band come la nostra.

Ottimo Paolo, sei stato molto gentile ed esauriente. Grazie per la tua compagnia, un augurio di soddisfacente carriera mentre lascio spazio per una tua conclusione...
Grazie a te! Invito tutti a visitare la nostra pagina su facebook, da dove è possibile ascoltare l’Ep “Lazy Electrons”, e se vi va lasciate un “like”. A presto e grazie ancora! FCS



DISCOGRAFIA

TWO IS BETTER 2014, Autoprodotto (Rock Elettronico)

1.Something More 2.Two is Better 3.Unmoved 4.Il doppio della metà 5.Hurt (cover) 6.1.38 7.Un_Moveeda

LAZY ELECTRON 2016, Autoprodotto (rock elettronico)

1. Laser 2. Something More 3. Improve




Qui lo ascolti



Qui la nostra RECENSIONE



Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle


125. RECENSIONE36: Lazy Electrons by Fucsia






   I FUCSIA, power duo chitarra-batteria da Trento, nascono nel 2012 dall'incontro tra Simone Gottardi (chitarra e voce) e il batterista Paolo Brugnara. Il primo è un giovane studente di musica elettronica al conservatorio e in quanto tale l'apporto di questa componente non poteva mancare nel suo personale progetto a due. Introdotta timidamente nell'Ep d'esordio (Two is better, 2014), raggiunge il suo culmine e l'armoniosa amalgama con i due strumenti base in Lazy Electrons, l'ultimo Ep, uscito a Febbraio 2016. Si tratta di una raccolta di tre brani in chiave disco-rock di notevole fattura. Ogni canzone, pur nella semplicità della sua struttura, è frutto di una grande attenzione per i dettagli e ricerca delle sonorità adeguate: il risultato, diretto, immediato e coinvolgente, è una formula vincente che fa di ogni pezzo di questo album un potenziale brano da hit.
   Del resto il tempo non è mancato per la sua realizzazione: ci sono voluti tre anni perché questo Ep vedesse la luce, tra intoppi sulla resa di certi brani o ritardi dovuti al video. Ma ciò che veramente conta è che il risultato finale sia proprio quello ricercato dai Fucsia, grazie anche all'apporto artistico e al costante intervento di Mauro Andreolli, noto produttore locale.
   Da "Laser", prima traccia dell'album, è stato estratto un video registrato da Michelangelo de Cia all'interno di una galleria, da cui anche la foto di copertina dell'Ep. 
   Vi lasciamo quindi all'ascolto integrale dell'album mentre rimandiamo: qui in calce alla recensione di Lazy Electrons a firma di Nicola Cigolini, e qui all'articolo di presentazione e approfondimento della band, assolutamente da non perdere, con retrospettiva e intervista ai suoi due componenti. Anticipo che in questi spazi ci sarà oggi un ospite d'eccezione, tale CAPITAN WYZNO, personaggio straniero che segue da vicino la musica trentina ma anche Edp e dalle cui "memorie" riproduciamo un simpatico reportage che comprende la sua personale presentazione dei Fucsia oltreché qualche aneddoto riferito a noi e ai nostri duo. Buon ascolto, quindi, e buona lettura!


Ascolto intetegrale di Lazy Electrons https://fucsia.bandcamp.com/album/lazy-electrons

Contatti:

Lazy Electrons è disponibile solo online da tutti i principali store, e in formato "Mastered for iTunes" creato su consiglio di Mauro Andreolli appositamente per lo store di Apple.

Credits:
Brani scritti e composti da: Simone Gottardi (chitarra/voce/synth) e e Paolo Brugnara (batteria).
Registrato presso il Metro' Rec Studio di Riva del Garda (TN), Ott-Nov 2015
Video di Michelangelo de Cia
Grafica ad opera di Mattia Nardin




LAZY ELECTRON 2016, Autoprodotto (Rock elettronico)

1. Laser 
2. Something More 
3. Improve


Qui lo ascolti


RECENSIONE
FUCSIA "Lazy Electrons"
Ep 2016 Autoprodotto

I FUCSIA sono un duo di Trento che hanno rilasciato nel maggio 2016 "Lazy Electrons", un mini Ep di 3 traccie che però fa già capire di che pasta sono fatti questi ragazzi. Un rock elettronico di pregevole fattura, che ti catapulta in un mood molto particolare fatto di sfumature sintetiche nel quale è piacevole perdersi ma che non disdegna anche un pò di cattiveria, cosa che per il mio modesto parere non guasta mai.
L'apripista è LASER, un brano che ha tutte le caratteristiche dell'opening: un bel mood di sinth iniziali per poi proseguire con il martellamento di batteria e voci ben curate (dizione impeccabile della lingua inglese, che in un progetto così non guasta mai), richiamo anche ad un brit pop nelle strofe per poi arrivare a dei ritornelli molto NIN e ad aperture assai dark, un bel mix di tutte queste cose che porta a far sì che il pezzo sia molto godibile già dai primi ascolti.
Nel mezzo troviamo SOMETINGH MORE, dove traspare sempre questa atmosfera dark elettronica; continua il mood precedente, ma già con delle sfumature più rock (sembrerebbe esserci anche una chitarra distorta sepolta in questo mare di sinth e automazioni che però non risultano assolutamente pesanti, anzi, molto piacevoli).
La chiusura di questo breve ma intenso viaggio spetta a IMPROVE, dove il duo trentino prepara al finale con un'atmosfera più rilassata che lascia spazio ad un po' di malinconia: il fiato corto che si sente ne è la prova.
Insomma nel complesso un lavoro ben svolto, ben studiato, ottimamente curato nei particolari, un gioiellino che non vi annoierete mai di ascoltare! Li aspetto al varco della prova live per vedere se tutto quello che di buono si è sentito su disco si trasformi in realtà su di un palco, e davvero spero che avvenga il più presto possibile.



Nicola Cigolini
8/10






CAPITAN WYZNO
   In Trentino abbiamo un osservatore esterno che monitora con costanza il panorama musicale underground della regione. Si tratta di uno dei tanti turisti che popolano le nostre terre e che, come molti di loro, ci si è affezionato da decenni. Oltre ad apprezzare le varie località montane in periodo estivo quanto durante la stagione sciistica, Erick Le Wooz, Francese d'origine ma da anni stanziato in Gran Bretagna, coniuga la sua passione per la musica promuovendo la scena underground locale. Per far questo usa mezzi concreti: dall'appoggio diretto acquistando dischi e gadget delle varie band, all'archivio regionale, disponibile in un blog d'oltremanica, fino a un sito che arricchisce con ogni novità inerente la musica trentina.
Per evitare lo stile giornalistico o il semplice e freddo aggiornamento, adotta nel suo blog uno stratagemma letterario: come il mitico Capitano di Ventimila Leghe sotto il Mare, si immedesima in un capitano di sommergibile che scandaglia i mari locali in cerca di novità sonore. Lui è Capitan Wyzno, il suo sommergibile è il Wyznoscafo e i suoi resoconti vengono raccolti in “Ventimila leghe sotto la musica Trentina”.
Di noi dell'Edp ha parlato spesso nei suoi capitoli, in maniera sempre scherzosa, come da suo stile, e visto che in uno di questi ha raccolto sia la nostra realtà che recensito Lazy Electrons dei Fucsia (paragonandoli a sua volta ai PHOENIX CAN DIE), abbiamo ritenuto opportuno ospitare i suoi scritti, con onore e piacere, in questo articolo a tema.
   Giusto alcuni appunti prima della lettura: se trovate riferimenti strani senza capirne il nesso, sappiate che si tratta di giochi di parole con nomi di band trentine; quando mi capitano tra le mani i suoi scritti, provvedo sempre a una rapida correzione, vista la difficoltà nell'esprimersi in italiano per lui che è straniero, ed è in questo ruolo di detentore di "penna rossa" che mi descrive in questa sede; sebbene in riferimento all'Edp abbia avuto l'accortezza di nominare il maggior numero possibile di power duo locali (Maria Devigili, Death by Pleasure, Otterloop) e non (Phoenix Can Die, OvO), è ovvio che un'improbabile pic-nic in riva al lago di Levico con questi ultimi sia un escamotage letterario... dopo questo suo preambolo, alla fine del capitolo potete finalmente addentrarvi nella recensione al nuovo Ep dei Fucsia. Buona e simpatica lettura a tutti con questo nuovo intervento all'Edp!
www.facebook.com/capitanwyzno
www.databasemusicaletrentino.blogspot.co.uk



IL CAPITOLO DI CAPITAN WYZNO con Edp e recensione di Lazy Electrons dei Fucsia(Estratto da “Ventimila leghe sotto la musica Trentina” http://capitanwyzno.simplesite.com)

"EDP cattura il Wyznoscafo"Doveva essere una missione della domenica, quasi una passeggiata. L’Intel ci invia tre traccie dei Fucsia, il duo electro-chitarra-batteria di Simone Gottardi. Un “side project” dell' Opera di Amanda. Siamo in un transito quasi di routine quando l’allarme ci tira tutti fuori dalla tranquilla monotonia di questa immersione. Jones, al sonar, è il primo ad accorgersi di qualcosa:
- Segnale nel 175, distanza 200 metri, stessa profondità... Viene da dietro!
- Trattamento segnale acustico, conservare rotta, velocità e profondità.
- Ed è enorme Capitan! E' il vascello ammiraglio del EDP... stessa rotta, stessa velocità, stessa profondità. E' arrivato accanto a noi.
Nettuno stridente! Adesso che siamo fatti come topi! Bisognava rendersi conto che non potevamo farla così a lungo al naso e alla barba del Ammiraglio Giusy Elle senza farci beccare. Doveva succedere un giorno o l’altro... E quel giorno era oggi. Non è proprio permesso avventurarsi in certe acque territoriali senza rischiare di prendersi la sculacciata dovuta. Siamo stati presi con le mani nel sacco e dovevo sicuramente calar le braghe per accogliere la frusta ammiraglia sulla mia morbida parte anatomica. Che figuraccia... Proprio il giorno che indosso il tanga.... Un colpo, e un colpo unico del sonar ammiraglio, invade tonante la totalità del Wyznoscaffo... Sarà un abbordaggio...
- Risale 5 gradi sull'asse, annuncia Jones.
- Risaliamo anche noi di 5 gradi su questo stessa rotta e fermiamo la propulsione.
- Segnale DSRV in avvicinamento... (Deep Submergence Rescue Vehicle)
- Viene qui? Chiede il secondo.
- E già per strada, carissimo, e non voglio che l’equipaggio veda quello che sta per succedere... Sgombrare la centrale!!! Rimangono soltanto il secondo, il capo centrale e Jones, tutti gli altri via.
I bip ravvicinati del DSRV scandiscono il tempo dell'evacuazione fino al rumoroso docking del mezzo sopra il nostro boccaporto. Prendo la chiave a manovella per i segnali di procedura:
- Pam papapa pam... batte Giusy vittoriosa e scherzosa.
- Pum... pum... rispondo come un cane bagnato.
Apro il boccaporto per sentirla arringare a squarcia gola:
- Wyznooooooooooooo! Bruffolazzo ortografico! Pagliaccio grammaticale! Verme della sintassi in decomposizione! Lobotomizzato degli accenti! Foruncolo linguistico! Mucca spagnola della lingua di Dante! Finalmente ti becco, mio vecchio lupo di mare!!!
Certe volte penso che il mio più grande completamento è rimanere lì, bello zitto.
- Aaaah Aaaaah! Bestione... Eccoti finalmente alla mia portata! Allora, già... complimenti per avermi ingannata per la recensione dei Loyal Wankers: Gran colpo, maestrale, brava! Stessa cosa per Maria Devigili e i Death by Pleasure. Sai giocarla fine e mi piace. Però occhio agli Otterloop, se no lì mi arrabbio davvero, ok?
- Grazie... e.. ok.
- Però da Ammiraglio, sai, sono molto più impegnata, quindi certe volte mi fai anche comodo, vecchio petomane! Del resto son venuta a visitare la tua lattina d’acciaio con la Martina del UndergroundZine... Ostia, c'è odore di maschio qua dentro... Sì facendo mi afferra la guancia tra il pollice e l’indice e ci dà un mezzo giro... Fa un male boia. Ma non mi muovo.
- Ciao Martina... (lei risponde con un timido gesto della mano).
- Allora sei sulla traccia dei “Fucsia”... eh? Quelli navigano in mari comuni a noi due, quindi non pestare troppo le mie aiuole... Ti sto in scia dalla tua uscita dalla base di Nibraforbe.
Una voce arriva dal DSRV... Sono visibilmente collegati con il vascello ammiraglio:
- Ammiraglio Elle? Gli OvO l’hanno personalmente invitata ad un pic nic/intervista presso il lago di Levico... cosa rispondo?
- Ahem... Eeeeeh.... un minuto. (Verso di me a bassa voce) Vecchio furbacchione, sei fortunato... sembra che ho da fare e che il dovere mi chiama. Per questa volta passami il reso conto che metto due virgolette a posto, è materiale da pubblicare, roba tosta! (verso il DSRV) Sgombrare! Via subito! Preparare il set da pic nic e due bottiglie di Schiava!
Nel minuto che segue restiamo da soli con un po' di musica da ascoltare... infatti l’Ammiraglio ha lasciato cadere di tasca una chiavetta USB con qualche MP3 dentro: Phoenix Can Die, Bologna... quei due son fuori dalla nostra giurisdizione però faccio man bassa sul contenuto. Tanto siamo a poche miglia dal rilevamento e giusto il tempo di richiamare l’equipaggio alla centrale che siamo già su “Lazy Electrons”.
- Capitan, hanno quasi la stessa firma sonar dei...
- ... Resando... Sento bene Jones, sento bene.Laser” si riveste in fatti di sonorità, tessiture e stile quasi identici alla famosa band che lasciò le montagne trentine per orientarsi verso un destino professionale a Londra. Atto coraggioso e testimone di una determinazione forte: “Una volta arrivato nel nuovo Mondo, Cortez bruciò le sue navi e l’equipaggio si mostrò più che motivato ad andare avanti”. Poche notizie dei Resando dal ritorno di Michele Ceola (basso) in Trentino: la loro pagina facebook riporta un nome solo... “Fucsia” è lontano dal copiare il suo fratello maggiore... Però la miscela tastiere-chitarra-batteria e la voglia di suonare rock, rimandano subito a questa band, e la voce di Simone lo conferma. Una chitarra potente e corposa assume un ruolo determinante nel muro sonoro che ci viene proposto. Quasi all’opposto dei Phoenix Can Die, dove le tastiere sono più presenti e pilotate dalla chitarra tramite connessione midi. Simone porta qui il suo stile già in atto nell'Opera di Amanda per firmare il tutto con Paolo Brugnara alla batteria e campionamenti. Notare che Michangelo de Cia, colui che gravita anche intorno agli Exercoma e il loro “Mondo blu”, firma qui un video CGI a supporto della traccia. “Something More” si campa sulla stessa miscela di ingredienti. Siamo nel rock industriale, quello ben proporzionato. Il giusto bilanciamento fra macchine, chitarre rabbiose e batteria "organica". L'Elettronica prende il sopravvento per sollevare il ritornello di un gradino (1:14) mentre i cori programmati aggiungono un bell'effetto, una bella raffica sincopata di batteria per concludere la traccia su un finale muscoloso e potente. La mia traccia preferita, a dire la verità. Ultima sudata dell'album è “Improve” che scala nel tempo senza diventare proprio un lento. Si orienta piuttosto sull'heavy, come una forza inesorabile ma che avanza a passo d’uomo. La voce di Simone è sostenuta da un'eco a lungo periodo. Un respiro penoso e un campanello di cucina sono gli accessori che colorano la scena, come per significare che il piatto è pronto da portare in sala:
Si sbrighi cameriere, è caldo!... Poi a 2:20 una sequenza ossessiva crea una frontiera verso la parte strumentale del pezzo e mette in evidenza una batteria prepotente che porta la traccia verso l’inchiodata finale. Troppo corto questo disco, non abbastanza, ancora, ancora... vi prego!
Così siamo stati razziati da vicino oggi, siamo passati accanto alla corregionale. Adesso rimane soltanto che l’EDP apra i suoi orizzonti verso gruppi chitarra ed elettronica come i Little Fingers, per esempio. Chissà chi non la passerà liscia la prossima volta! Intanto quei Bolognesi dei Phoenix Can Die dormono a bordo, stasera...






giovedì 10 novembre 2016

123. 1.000 e ancora 1.000... QUARANTAMILA!!!!

Altri post correlati:


   E' consuetudine per noi dell'Edp fare il punto della situazione ogni diecimila passaggi al blog, mostrarvi quali sono gli articoli più letti e le band che hanno incuriosito di più. abbiamo ormai superato le quarantamila visualizzazioni delle nostre interviste, numero che ci dà la conferma dell'interesse che ruota attorno alla realtà dei duo elettrici italiani. Molti portali importanti o riviste con aggiornamenti quotidiani raggiungono questi numeri in poche settimane, a dire il vero, ma per noi che sudiamo sette camicie per pubblicare un paio di presentazioni-duo al mese, si tratta di numeri assolutamente ragguardevoli, dei quali andare fieri.
   Saltato l'aggiornamento dei Trentamila poiché caduto in un periodo molto oberato per l'Edp (EmilyDuo compilation in lavorazione e alcune collaborazioni in fase di definizione -i duo Edp on air in California sulle onde radio di Free Radio Santa Cruz, una tra le storiche radio pirata statunitensi, per esempio- qui l'articolo) ci fermiamo oggi per vedere quali sono stati i 10 articoli più visitati tra quelli pubblicati dopo l'aggiornamento dei Ventimila, ossia in questo ultimo anno.
   Ciò che salta subito all'occhio guardando i numeri e le date dei vari post più quotati, è che incredibilmente hanno goduto maggior successo molti articoli pubblicati da poco. Se ne evince o che col tempo pubblichiamo articoli sempre più interessanti o che, con maggior probabilità, il numero dei nostri lettori diventa sempre più numeroso, in maniera quasi esponenziale. Perfino certe recensioni, che solitamente ricevono meno passaggi rispetto all'articolo-intervista della stessa band, hanno raggiunto un posto di rilievo nella nostra top-ten.
   Vi aggiornerò infine sui post più letti di sempre mentre vi lascio qualche suggerimento sugli articoli secondo me sempre utili ed interessanti. Una gran buona lettura a tutti voi, che ringrazio di cuore per la fedeltà dimostrata nei confronti del nostro umile operato. Lunga vita ai power duo!


I 10 POST PIU' VISITATI in questo ultimo anno
1) 1.366 visitatori EMILYDUO COMPILATION 28.6.16 
L'organizzazione della compilation è un lavoro che riteniamo utilissimo sia per forma promozionale che per istantanea di un fenomeno. Le nostre compilation regionali hanno proprio lo scopo di definire lo stato dei duo in una precisa area regionale e di divulgare tale realtà di nicchia. Le realizziamo a questo scopo in formato freedownload mp3. Qui potete avere la lista completa delle compilation finora realizzate, con i relativi link di scarico. 
L'EmilyDuo Compilation è evidentemente dedicata ai duo chitarra-batteria dell'Emilia Romagna ed è l'ultima realizzata. Comprende 15 dei 21 duo presenti in regione ed i brani sono distribuiti a seconda del genere, dai più "abbordabili" a quelli di nicchia. Per questo motivo ognuno potrà trovare canzoni e band di suo gradimento. L'articolo è corredato di breve scheda per ogni 2-piece partecipante, ma c'è anche una descrizione dei duo non presenti e di quelli del passato, che comunque hanno segnato la storia musicale della regione. In questi articoli correlati alle compilation regionali, aggiungo anche i duo che nascono successivamente, sempre nella sezione "non presenti nella compilation" così da rendere questo documento una fonte preziosa di informazioni relative alla nostra line-up di un'area geografica ben definita.

Bachi da Pietra, ossia il poeta noir Giovanni Succi e il batterista degli OvO Bruno Dorella. Talmente famosi che l'articolo su di loro ha da subito superato le mille visualizzazioni! Parliamo qui di Necroide, il loro ultimo album, una specie di excursus storico del metal interpretato alla Baco. Segna definitivamente la svolta stilistica del duo.


3) 1.171 vis. Ma quanto ringhiano i CANI DEI PORTICI! 22.9.2016 
I Cani dei Portici è una giovane band rimasta orfana di recente del bassista. Assestati a duo, pubblicano un Ep intitolato Due, proprio a sottolineare quanto questa formazione sia ormai la loro ideale. Sono Claudio Adamo (chitarrista e fonico professionista) e Demetrio Sposato alla batteria, due amici calabresi di lunga data stanziati a Bologna da ormai una decina di anni. Si tratta del più interessante duo post-core dell'underground nazionale, e i numeri ricevuti al seguito della loro intervista lo dimostrano appieno. Questo articolo è quindi una ghiotta occasione per fare la loro conoscenza, guardare i video e ascoltare integralmente il loro album di riferimento.

Anche i passaggi radio sono un ottimo mezzo di divulgazione per i power duo e noi dell'Edp abbiamo sempre cercato di raggiungere interessanti collaborazioni in tal senso. La più eclatante è sicuramente la presentazione periodica di un duo Edp nei canali di Free Radio Santa Cruz, storica radio pirata statunitense. L'articolo ci parla un po' del fenomeno delle radio pirata, di come nascono e delle difficoltà che incontrano quotidianamente, ma soprattutto presenta uno splendido personaggio nella figura di Kiply Dj, l'hostess del programma che ci ospita. Interessante il percorso di vita che l'ha portata a stabilirsi in California a partire dal territorio pugliese dove ha fatto anche parte della sezione ritmica del duo, ancora attivo, Dirty Trainload. Insomma, tutto da leggere!

Pressione su Malta: una 2-man band che arriva dalla Sicilia dopo un percorso fatto di cambi di nome e virate stilistiche. Con il loro strepitoso nuovo album Uhu! Uhu! (definito dal nostro recensore Martino Vergnano "il miglior album rock del 2016") ripercorrono i decenni del rock stabilizzandosi nelle coordinate grunge-stoner tanto da firmare con la GoDown Records, attuale etichetta anche di band del calibro degli statunitensi Karma to Burn. Ascolto integrale dell'album nell'articolo stesso.

Duo di recente formazione e composto da due giovani ragazzi bolognesi, i Nadsat incuriosiscono non poco. Sarà la loro proposta musicale (duo strumentale che si muove tra il math rock e il noise, con soluzioni sperimentali prog e psichedeliche), sarà il concept fantascientifico che sta alla base dell'ep di debutto, fattostà che i ragazzi si sono già fatti notare in certi ambienti underground. Questo articolo è un'ottima occasione per fare la loro conoscenza, vedere cos'hanno da dirci e, ovviamente, ascoltare la loro musica.

7) 532 vis. RECENSIONE32: Due by Cani dei Portici 22.9.2016 
Prima recensione a raggiungere la quotazione da articolo di presentazione-band. Ovviamente si tratta dell'ep dei Cani dei Portici, il duo bomba postcore che da Bologna sta furoreggiando in tutto lo Stivale. Recensione ad opera di Giacomo Guidetti, neo recensore Edp ma con già esperienza nel settore giornalistico musicale, e a sua volta militante nel power duo Ka (basso-batteria).

8) 500 vis. RECENSIONE30: Terminus Ep by Nadsat 15.7.2016 
La novità si ripete ed ecco un'altra recensione tra gli articoli top ten di quest'ultimo anno. Come dicevo, se la band è famosa o inizia a destare curiosità, ogni fonte su di essa viene letta più che volentieri. Ecco allora la recensione approfondita di Terminus Ep ad opera del nostro valido collaboratore Danilo Peccerella, batterista del duo sperimentale beneventano Globetrotter.




Dalla pianura veneta ecco arrivare i Riverweed che ci deliziano con un bel garage ispirato ai miti del Delta Blues. Il Sile, come il Mississipi, sporca il loro sound di terra e fango e ce lo riporta in un album vincente quale il loro Full Moon, qui recensito dal nostro Nicola Cigolini degli aretini Samcro. I Riverweed sono anche la prima band Edp selezionata per andare on air in California grazie a Free Radio Santa Cruz.

10) 471 vis. In prima linea con i GUERRRA! 30.3.2016 
Dal Centro Italia, al momento tristemente disastrato dal terremoto, giunge quest'interessantissimo duo strumentale jazz-math-core. Originali, con soluzioni 'colte', tecnicamente validi e civilmente impegnati, i GueRRRa ci presentano un concept album sugli abusi del genere umano nei confronti di personaggi storici e contemporanei più o meno illustri. Soprusi, questo il titolo dell'album, è una carrellata di miniature pregevolmente musicate. Retrospettiva della band, intervista ai due, descrizione delle etichette indipendenti a supporto dell'album, video e ascolto integrale del disco, questo è tutto ciò che potrete trovare in questo articolo esaustivo dedicato al duo ternano.


IL PODIO DEI PIU' LETTI IN ASSOLUTO
1) 1.411 vis. POWER DUO ITALIANI: censimento 23.8.14 
A quanto pare molti sono incuriositi dal fenomeno power duo e accedono periodicamente all'archivio band Edp. Ogni qual volta riusciamo ad identificare un duo nazionale chitarra elettrica-batteria, appena nato o ormai sciolto, noi lo inseriamo in questo censimento suddividendo le band per genere musicale, caratteristiche peculiari, quinquennio di fondazione e regione di provenienza. Oltre a trovare qui i contatti con le band, si può avere subito una panoramica generale del fenomeno a livello nazionale, sia per ordine cronologico che di locazione. Un ottimo strumento per capire la portata del fenomeno 2-piece e il suo sviluppo in questi ultimi vent'anni. Articolo di consultazione, costantemente aggiornato.

2) 1.366 visitatori EMILYDUO COMPILATION 28.6.16 
L'articolo dedicato alla free compilation mp3 sui power duo dell'Emilia Romagna, non solo si trova in testa alla classifica dei 10 articoli più letti di quest'ultimo anno, ma ottiene anche la medaglia d'argento nel podio dei più letti in assoluto. Una compilation che ha destato curiosità e che se non avete ancora ascoltato significa che è proprio ora di scaricare!





Anche qui, un articolo tra i più letti degli ultimi dodici mesi raggiunge una posizione da podio tra gli oltre 120 pezzi ormai pubblicati in questi spazi. La svolta metal dello storico duo piemontese ha destato gran curiosità in generale e i numeri raggiunti lo dimostrano. Ovviamente un metal da Bachi, dove i profondi testi in italiano la fanno ancora, per fortuna, da padroni.





I POST CONSIGLIATI
Uno tra i miei primi articoli è stato questo, un tentativo di scendere alle radici del fenomeno chitarra-batteria presentando poi l'evoluzione storica dello stesso attraverso i più importanti nomi ed esempi internazionali. Breve descrizione delle band e link di collegamento ai loro video




A continuazione del discorso, presento il fenomeno attraverso l'analisi di 2-piece al femminile, o almeno con una donna come frontband, sempre a livello mondiale. Interessante il punto di vista rosa che ci presenta dei personaggi originali e di gran carisma.


Il mio lavoro con Edp è un lavoro solitario, di ricerca ed elaborazione dati. Fortunatamente mi permette di mettermi in contatto con molti musicisti nazionali che poi, periodicamente, ho occasione di incontrare di persona nei vari live. Riconoscendo il valore del lavoro di gruppo, della collaborazione e degli scambi, ho inoltre sempre cercato di ampliare la mia cerchia di contatti, a volte sfociati in vere e proprie amicizie. L'ho fatto in particolare con le collaborazioni. Dapprincipio con persone o realtà che potessero colmare le mie lacune, infine con realtà in grado di far circolare la realtà dei power duo. Ad ogni nuova collaborazione ho dedicato un proprio spazio, un articolo con la descrizione della realtà specifica e l'intervista alle persone coinvolte. Questo perchè credo fortemente nello scambio di idee ed esperienze, che vanno quindi valorizzate e divulgate. Ci sono tante persone che lavorano ore al computer o ad intessere contatti, spesso in forma gratuita e nei propri ritagli di tempo, a favore dell'underground! Vi presento quindi quelle che mi è capitato d'incontrare...

4) EDP STAFF: Presentazione 8.10.2014 
Nello stesso spirito di cui sopra ho coinvolto membri volontari tra i duo per coprire incarichi quali l'organizzazione di eventi, la realizzazione di compilation ma soprattutto le recensioni agli album. Molte sono le persone che hanno prestato le proprie competenze al Progetto, confermando quanto la Community stia diventando forte e coesa e quanto l'Edp sia dai duo stessi considerato un valido strumento per la categoria. Per ognuno di loro ho stilato una breve biografia e posto qualche domanda sul loro ruolo, sul perché della scelta, sul percorso personale che li ha portati fino a qui: ci sono background molto interessanti che mostrano il panorama variegato delle persone che ruotano attorno al Progetto Edp. Vi consiglio vivamente di dare un'occhiata alle splendide persone che mettono periodicamente a disposizione le proprie competenze, in forma totalmente gratuita e disinteressata, in nome dell'underground musicale italiano. Buona lettura, un grazie a tutti loro e lunga vita all'Edp!


Articolo ad opera di Giusy Elle

venerdì 4 novembre 2016

122. RECENSIONE34: La malinconia della fate by Sdang!





   Con gli Sdang! rinnoviamo la collaborazione Edp. Abbiamo infatti avuto il piacere di presentare questo duo bresciano all'uscita del loro primo lavoro discografico (qui), l'Ep Il giorno delle altalene. Musicisti professionisti, Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti non stanno certo con le mani in mano per cui si presentano già col loro primo full lenght, un 6 pezzi di musica strumentale, intitolato La malinconia delle fate. E' di questo album che vogliamo oggi trattare.
   Come per l'ep precedente le coordinate sonore sono molto simili e riconoscibili, identificative del duo stesso (Postrock, Mathrock, Metal, Shoegaze, repentini cambi Prog) ma il disco si dimostra più maturo, completo, pensato e ricco di spunti. Con l'ep gli Sdang! hanno voluto mettersi alla prova, vedere se il duo colpisce nel segno, tra il pubblico e la critica così, una volta passato l'esame, si sono impegnati in maniera più seria, appoggiandosi ora anche a una serie di etichette indipendenti che supportano l'uscita discografica. Per capire appieno la filosofia dei due, il mondo fatato da cui prendono spunto, e tutti i risvolti del nuovo album, rimando all'articolo di approfondimento corredato di intervista ai due. Qui andiamo di aspetti più tecnici per lasciare infine il posto all'approfondita recensione del nostro collaboratore Luca Sabata, già virtuoso batterista del duo sperimentale napoletano Karawane.
   La malinconia delle fate è stato registrato nell'ottobre 2015 nello studio bresciano Bluefemme durante un'intensa sessione di tre giorni e rifinito con poche sovraincisioni in un secondo momento. L'approccio degli Sdang! alla registrazione in studio è però molto sciolta e semplice, fatta di presa diretta dove tutti i brani vengono suonati assieme dall'inizio alla fine: lo scopo è quello di riprodurre su disco, in maniera fedele, ciò che l'ascoltatore potrebbe vivere durante un concerto. Tale filosofia è ribadita dai due video tratti dall'album: Astronomica, il video ufficiale ad anticipazione dell'Lp, è registrato in sala prove mentre Il primo giorno di scuola è nientemeno che la registrazione del live durante il release party del 26 aprile al Carmen Town di Brescia (Regia di Stefano Resciniti, audio a cura di Ronnie Amighetti e Alessandro Petrol Pedretti).
   L'album è stato prodotto tra ottobre 2015 e febbraio 2016 con la collaborazione di La Fornace Dischi, Dreamingorilla Rec, Taxi Driver Rec, Toten Schwan Rec e Acid Cosmonaut Records. Recording, mixing e mastering sono ad opera di Marco Franzoni, titolare del Bluefemme Studio di Brescia, e dell'assistente Ronni Amighetti. L'artwork della copertina è ad opera di La Fornace Dischi mentre il duo è seguito dall'Ufficio Stampa Astarte, nella figura di Nina Selvini, mentre Marialuisa Rovetta è il referente per l'agenzia di booking LALA. Buona lettura e buon ascolto di questo ottimo album post-prog che non vi stancherete mai di ascoltare...

Video:
"Il primo giorno di scuola" (Offcial Video live)
Live promo 2016/2017:


Contatti:
Booking:  info@lalamusic.it
Ufficio Stampa: nina@astarteagency.it


Streaming:


La malinconia delle fate 2016
Acid Cosmonaut, Dreaming Gorilla Records, La Fornace Dischi,
Taxi Driver Rec., Toten Schwan Rec.
(PostRock, Prog)

1.Il primo giorno di scuola
2.Martina
3.Astronomica
4.Scrivimi una lettera tra nove anni
5.Cento metri all'arrivo
6.La malinconia delle fate



RECENSIONE
SDANG! "La malinconia delle fate"
Lp 2016 Acid Cosmonaut, Dreaming Gorilla, La Fornace Dischi, Taxi Driver, Toten Schwan Rec.


Di solito mi piace fare qualche commento sul packaging del disco, ma essendo in questo caso piuttosto semplice, proseguo senza indugi alla mia personale analisi.


Il primo giorno di scuola è una perfetta sintesi dell’esperienza degli Sdang!: un susseguirsi di strutture efficaci, impalcate in una forma variegata e solida. È il tipico cavallo di battaglia, che vuole darti la botta iniziale, farti ripetere l'ascolto e muovere la testa a ritmo. Notevole è la configurazione del suono della chitarra, capace di agire su due piani distinti: mentre il lead, bilanciato da un octaver, si posiziona predominante al centro, numerose code si posizionano ai lati. Il risultato è un suono davvero pieno, ben diverso dai soliti muri di suono.

Segue Martina. Batteria a sinistra, chitarra a destra, un dialogo tra due amanti. Uno è esplosivo, l’altro è pacato; il dialogo va avanti tra battibecchi, sfoghi, lunghi respiri. I toni tornano a soffermarsi sullo stesso concetto, ribadito ogni volta con una sfumatura diversa. Molto belli i passaggi fluidi da quartine a sestine, in cui l’hi-hat rimane costante. La batteria, quando apre sul ride, mi ricorda un po’ il feeling andante di Jupiter Island. Il lavoro di chitarra è semplicemente meraviglioso: Nicola Panteghini è bravissimo a mescolare impalcature ritmiche minimali e a far progredire il pezzo con piccoli cambiamenti, aggiunti poco alla volta. Laddove Il primo giorno di scuola vuole imporsi, Martina rimane in testa più a lungo, grazie alle sue strutture ricorrenti e l’atmosfera dolce, più che malinconica.

Se fin qui si è spaziato tra vari generi, Astronomica assume un’identità più lineare: nonostante gli effetti synth, che in certi punti sembrano strizzare l’occhio al progressive anni ‘70, il pezzo procede a ritmo sostenuto, per poi finire col botto. Un treno hard rock, pensato per travolgerti e trascinarti.

Dopo l’ascolto dei primi pezzi, in Scrivimi una lettera tra nove anni si sentono alcune ridondanze: le aperture di chitarra in accordi alla Steven Wilson; lo sticking di batteria, in cui spesso gli accenti vengono raddoppiati sull’hi-hat, o la ritmica viene eseguita sul cerchio di un tom; gli stacchi improvvisi che sospendono l’andamento; il terminare ribadendo una sezione principale. In particolare, penso che la sezione che comincia al secondo minuto è già perfettamente rappresentata, seppur con meno spazio, in Martina. La parte finale comprende una sezione di batteria a tratti twist, che si alterna bene con la ripresa del riff in 5/8 iniziale, qui concluso scandendo con forza gli accenti.

Cento metri all’arrivo riaccenna al discorso presentato nell’ultima parte del pezzo precedente: dopo alcuni riff introduttivi, che sembrano una versione meno caotica di quelli degli Arduo, si passa ad un’altra sezione ballabile, stavolta in stile rock’n’roll. L’impellenza e la tensione svaniscono presto, perché in fondo i metri all’arrivo sono solo cento, dunque si approda in un’atmosfera più distesa. Questa però ricorda un po’ i toni di Martina, per cui torna la sensazione di ridondanza.

Dei cupi stridori fanno da collegamento all’ultimo pezzo, La malinconia delle fate, creando un’interessante atmosfera nelle prime fasi della title track. Tuttavia, si prosegue con un modus operandi ormai familiare: alternanza di fasi, una pacata e l’altra esplosiva; passaggi alle sestine, in cui la batteria diserta alle quartine dopo qualche battuta; alcune varianti ritmiche in 5/8; costruzioni additive come in Martina; il treno hard rock; gli effetti synth; lo sticking raddoppiato sul cerchio del tom. Si inserisce anche una chitarra acustica a duplicare quella elettrica. Il finale arriva in modo prevedibile, e anch’esso si chiude tipicamente, in questo caso in modo simile ad Astronomica. Insomma, un riassunto finale che ripropone quanto è stato ascoltato.

Presi individualmente, i pezzi funzionano uno meglio dell’altro: le idee sono efficaci, e la qualità del prodotto è elevata. Il problema è ascoltarli insieme come disco, in quanto la seconda metà del lavoro aggiunge davvero pochissimo al risultato finale. Si nota la grande capacità dei musicisti, e si percepisce la decisione matura di evitare tecnicismi fini a se stessi in favore di mezzi più funzionali alla musica. Nel semplificare, però, bisogna fare attenzione a non ridurre troppo al minimo comune denominatore, altrimenti si rischia di finire nell’autoreferenzialità, dunque nella ridondanza. Sebbene questo possa non essere considerato un difetto, lo è effettivamente il timore di provare ad uscire dalla formula ben congeniata, troppo spesso reiterata in un lavoro che somiglia ad un insieme di variazioni su tema, omogenee persino nella lunghezza. Per l’appunto, una buona collezione di singoli, anziché un disco vero e proprio.

Pezzo preferito: Martina.

Luca Sabata
8 / 10





Articolo ad opera di Giusy Elle