LISTA RECENSORI
Vengono da Napoli
ma hanno il cuore a Seattle, sono i MUSHROOMS partenopei ma
non sono lisergici, loro sono i funghi della muffa, che in breve
invaderanno il panorama sonoro dell'underground nazionale. Seppur
molto giovani, sanno ricreare alla meraviglia l'atmosfera degli anni
'90, dai Mudhoney agli Alice in Chains, con una freschezza moderna
che non sa necessariamente di clonazione.
Escono con un Ep omonimo di 6 pezzi,
pubblicato su Cd ma anche nella nostalgica versione tape, sulla cui
copertina compare il logo Jestrai: una garanzia sotto tutti gli
aspetti, che invita a non farsi perdere l'ascolto di questo
gioiellino...
Qui a seguire la recensione del nostro
fido Cesare Businaro; nell'articolo appena pubblicato (qui),
tutto sulla genesi del duo, un paio di righe per presentare la
Jestrai Records ed infine la piacevole chiacchierata con Antonio
Scimonetti (chitarra e voce) e Cristiano Del Gaudio alla batteria.
Per tutti voi dalla camicia a quadretti
in flanella, buon ascolto nostalgico!
Video:
The Mushrooms - Full Of Dust (live at B studio)
Contatti Band:
The
Mushrooms
credits:
Composto ed eseguito da The Mushrooms:
Antonio Scimonetti -Chitarra e voce e
Cristiano Del Gaudio -batteria (Batteria)
Cristiano Del Gaudio -batteria (Batteria)
Ep d'esodio "The Mushrooms"
Pubblicato il 18 ottobre 2019
Formato: Cd, Audio tape,
Digitale
Genere: grunge, stoner, sludge metal, noise rock
Mixato e masterizzato da Danilo Turco 'Danjlo'
Genere: grunge, stoner, sludge metal, noise rock
Mixato e masterizzato da Danilo Turco 'Danjlo'
Etichetta Jestrai Records
Qui
lo ascolti
The Mushrooms
2019
Jestrai
1. Why
Am I So Angry With You?
2. Full Of Dust
3. CaAgbe
4. The Endless Melancholy Of My Mind
5. Sprout
6. Fantasma
2. Full Of Dust
3. CaAgbe
4. The Endless Melancholy Of My Mind
5. Sprout
6. Fantasma
RECENSIONE
THE MUSHROOMS "The
Mushrooms"
Ep 2019 Jestrai Records
Grunge, Sludge
metal, Noise rock e Stoner
Ricevo un pacchetto dal formato
insolito: sembra una di quelle palline di carta ricoperte di scotch,
che si facevano alle elementari per giocare a calcio fra i banchi
della classe durante la ricreazione… Sopra c’è attaccato un
foglietto con il nome e il cognome del mittente, che non riconosco e
sale la curiosità, anche perché questo pacchetto mi viene
recapitato in ufficio (e sto parlando di uno studio legale…).
Mi aiuto con le forbici per tagliare lo
strato di scotch (chi l’ha spedito avrà fatto fuori un rotolo...)
ed apriti cielo: “Grande Giove!”, esclamo come un improbabile
scienziato del secolo scorso, come se una Delorean alimentata da un
vasetto di plutonio, toccate le 88 miglia orarie, mi avesse riportato
a cavallo fra gli anni ‘80 e i ‘90, quando ricevetti l’oggetto
che mi avrebbe accompagnato nella tasca dell’Invicta dalle
superiori in poi, giorno dopo giorno, sui miei viaggi in autobus da
casa a scuola, che ci fosse un’interrogazione o una manifestazione
e così fino all’avvento del CD…
Sto parlando naturalmente del mio
fedelissimo e - con mia sorpresa - ancora funzionante Walkman, perché
ciò che fuoriesce dalla pallina rivestita di scotch è proprio lei:
una cassetta! Apro la custodia e il colore della cassetta, viola
trasparente, mi ricorda il case del terzo disco degli Alice in
Chains, quello con il cane a tre zampe in copertina e scoprirò poi,
ascoltando il nastro, che il collegamento ha un senso, almeno per me…
Estraggo la copertina, un semplice
cartoncino nero, ripiegato in tre lembi, col disegno di un fiore sul
lato frontale, un numero (#1) e il titolo dell’EP sul dorso e
all’interno cinque titoli apparentemente scritti a mano, più un
bonus, fra parentesi, intitolato “Fantasma”, evidentemente una
ghost-track che più-ghost-non-è, in quanto svelata fin dai titoli
di copertina, per l’appunto (mi ritroverò poi a riavvolgere in
avanti il nastro, per ascoltarla…).
Quel mio “apparentemente scritti a
mano”, non è tuttavia soltanto una questione grafica: ne ho il
sospetto e il sospetto diventa (quasi) certezza, avvicinando il
cartoncino al riflesso della lampada accesa sulla mia scrivania…
Questa copertina sembra disegnata e compilata a mano! L’apprezzamento
viene in parte smorzato quando mi accorgo peraltro che la stessa
copertina è rovesciata, rispetto al senso di apertura della
custodia, da destra a sinistra: un errore grossolano?
[N.d.t.: la cassetta recapitata era
effettivamente handmade, inviata al recensore in attesa delle
originali, quest'ultime con la copertina ovviamente stampata.]
So poco o niente della band in
questione, ma una foto rapidamente cercata su Google mi fa supporre
che i Mushrooms abbiano - come minimo - una decina d’anni in meno,
rispetto al destinatario del pacchetto e così mi convinco che la
cassetta possa essere la scelta stilistica di giovani neo-nerd, per
non chiamarli Millennial, affascinati da un decennio musicale che non
hanno vissuto (poveri loro…), tanto da “cannare” - per
inesperienza (?) - il verso della copertina…
L’ascolto del nastro, rimuoverà
peraltro qualsiasi dubbio: questi non recitano nessun copione, questi
sanno il fatto loro e se non fossero di Napoli, ma della città più
piovosa d’America e il loro EP d’esordio fosse uscito,
indistintamente, il 1.10.1987, il 20.10.1988 o il 15.6.1989 e ancora,
se a bordo della Delorean di cui sopra, impostassi il timer del
flusso canalizzatore su ciascuna di quelle date, per poter tornare in
uno di quei negozi reali (oggi chiusi per passare il testimone a
quelli virtuali…), in cui la musica la compravo su cassetta,
troverei senz’altro i Mushrooms sullo stesso scaffale dello
Screaming Life EP dei Soundgarden, di Superfuzz Bigmuff dei Mudhoney
o di Bleach dei Nirvana…
Il Seattle Sound è servito, dal lato A
al lato B di questa cassetta, su un piatto d’argento, perché i
Mushrooms me lo ricordano, eccome se me lo ricordano, ma senza
affatto scadere in macchiette o in sicuri scarti della Sub Pop…
Dunque, la mia destinazione temporale è
impostata e il flusso sta “flussando”, per cui inserisco il
nastro, imposto il selettore normal/chrome, quasi fosse lo switch di
una chitarra vintage e schiaccio play… Ci vuole un pochino, perché
la bobina raggiunga l’inizio del primo pezzo, ma il silenzio
“forzato”, com’era tipico delle cassette, per proteggere con un
segmento “vergine” il nastro registrato, rende ancora più
d’impatto l’incipit del primo pezzo, fra il leggero fruscio di
una testina magnetica un po’ provata dagli anni…
Il brano di apertura (“Why Am I So Angry With You?”), mi rimanda istantaneamente ai
già citati Mudhoney: suona infatti come la risposta dei Mushrooms
alla loro “Touch Me I’m Sick” (o “Dick”, per chi non
ricordasse l’originale, ma la versione cantata da Cliff - alias,
Matt Dillon - con alcuni membri dei Pearl Jam, nel film che Cameron
Crowe ha dedicato al Seattle Sound e che nel Belpaese fu distribuito
con il titolo “L’amore è un gioco”). Come il celebre singolo
di debutto dei Mudhoney, questo pezzo consiste in tre-accordi-su-tre,
“zappati” con la stessa veemenza della band di Seattle, ad
accompagnare una linea vocale in cui il cantante e chitarrista dei
Mushrooms, ha come espliciti riferimenti uno “svogliato” Kurt
Cobain sulla strofa e uno “spettinante” Mark Arm sul ritornello.
La seconda traccia (“Full Of Dust”),
è la prima delle due strumentali presenti nell’EP: qui, il duo,
dopo un’introduzione arpeggiata dalle tinte post/rock e uno
“one-two-three-four”, presumibilmente urlato dal batterista,
sterza verso il noise dei primissimi Tad, scandendolo con la
pesantezza sludge/metal di un riff stoppato, prima di esplodere in
una sequenza di “frustate” sonore, con “morelliani” colpi di
(pedale) Whammy.
Il titolo del terzo brano (“CaAgbe”),
parrebbe indicare una sequenza di power-chord o forse l’accordatura
usata dal chitarrista, se non fosse che ho imbracciato la mia
seicorde per verificarlo e il risultato non è proprio quello che si
sente nel pezzo; ad ogni modo, dopo un’introduzione nuovamente
incupita da un arpeggio in toni minori, il duo riprende la veemenza
sludge/metal già anticipata in “Full Of Dust”, ma per
accompagnare questa volta una linea vocale, nuovamente “cobainiana”,
tanto che potrebbe trattarsi di un’out-take del già citato Bleach,
se non fosse per il controcanto del ritornello, che mi si conficca in
testa in un nanosecondo, dando un senso evidente al paragone di cui
sopra, fra il colore di questa cassetta e quello del terzo CD degli
Alice in Chains. Ciliegina sulla torta: un finale dissonante e
distruttivo, di quelli su cui “qualcuno” dei già citati
capostipiti del grunge, avrebbe ridotto a pezzi il suo strumento…
Giro il nastro e per il quarto brano
(“The Endless Melancholy Of My Mind”), è stato amore al primo
ascolto! Qui, la Delorean, per una sosta ai box di oltre 6 minuti
(tanto dura quella che è la traccia più lunga dell’EP), fa rotta
dal litorale di Seattle, fin verso il lago Michigan, bussando - anche
per il titolo che ne ricorda l’epico doppio album - agli Smashing
Pumpkins di “Porcelina Of The Vast Oceans”… Due sole parole per
descrivere il brano: intensità e coinvolgimento, dalla prima
all’ultima nota di questa mini-suite strumentale.
A seguire il quinto ed ultimo pezzo
della playlist “ufficiale” (“Sprout”) e la successiva
ghost-track (“Fantasma”, come detto): nella prima i Mushrooms
ritornano sulle sonorità del già citato Bleach, con “lisergiche”
sferzate sludge/metal, ad accompagnare urla “annichilenti”,
mentre nella seconda si congedano con un riff rinforzato su due
ottave, alternato a dissonanze “lancinanti” e bordate noise, che
vanno ad aggiungere i roboanti Melvins (come se non bastasse…), al
già “succulento” repertorio d’influenze del duo napoletano.
Il mio voto, manco a dirlo, è un 10 su
10 ed è il mio primo 10 da quando scrivo per Giusy Elle, ma tant’è:
non saprei davvero cosa si possa migliorare in questo EP d’esordio,
sia per l’autenticità con la quale i Mushrooms interpretano il
genere proposto, quasi lo suonassero dalla nascita (loro e/o dello
stesso genere), oltretutto in formazione ridotta all’osso (e senza
evidenti stratagemmi per supplire alla mancanza di altri elementi, a
parte il summenzionato pedale), sia per essere (sorprendentemente) la
loro prima pubblicazione.
Li aspetto dal vivo, in camicia di
flanella, non appena ritornato al futuro!
Cesare Businaro
10/10
Articolo ad opera
di Giusy Elle
www.facebook.com/groups/ElectricDuoProject
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