sabato 24 ottobre 2020

216. La nuova pepita dei GOLD MINERS NIGHT CLUB

BIOGRAFIA

I Gold Miners Night Club vengono da Brescia ma portano addosso tutta la polvere dei cercatori d'oro del mitico West. Sudore e blues s'impastano nella loro musica tra riff intriganti, chitarre fuzzose e voce effettata.

Federico Capuzzi (chitarra e voce) e Nicola Romano (batteria e cori), due ragazzi nati nei primi anni '90, si conoscono nel 2010 e suonano assieme in varie band fino a quando nel 2016, vista l'affinità raggiunta su palco e i medesimi gusti musicali, decidono di formare un gruppo che trasmettesse la forza delle grandi formazioni rock in una chiave, però, più snella e minimalista: cosa meglio della formazione a due?

Nel giro di un anno è già on line il loro primo omonimo album di otto tracce, con una bella copertina dove i due, armati di frontalino e picozza, rafforzano il concept della band. L'impronta musicale del duo, un rock blues grintoso, è già ben che definita.

L'anima prima del combo è sicuramente quella live e le occasioni per esibirsi non mancano: tra locali e festival li si possono trovare in vari luoghi dello stivale, ed è in questo periodo che nascono anche nuovi brani, undici alla fine, che andranno a comporre il loro secondo lavoro discografico, Gold and Booze, un'altra pepita, che vede la luce in pieno lockdown dell'aprile 2020. Undici nuovi brani inediti che sono in realtà le storie di undici personaggi che frequentano il Night Club dei minatori e che raccontano i loro drammi in chiave rock'n'roll.

L'album viene registrato in presa diretta, per cogliere al meglio l'impatto dei due su palco, al Poddighe Studio di Brescia. Nessun Cd per questa versione, che potrete acquistare e ascoltare in digitale su tutte le principali piattaforme musicali, ma che prevedeva una preziosa stampa in vinile, rimandata ormai a tempi migliori, quando i live torneranno a riempire i nostri calendari.

I Gold Miners Night Club, in compenso, ci hanno deliziati con una serie di videoclip, scritti e diretti dagli stessi componenti della band: due ad anticipazione dell'album ("I Want Gold" e "Run, Run, Run") e un terzo, "Italian Boy", subito dopo.


E' invece del 9 Maggio il video della ballad a chiusura dell'album, "Oh Death", una struggente preghiera rivolta alla morte da un naufrago che chiede di prendere se stesso e risparmiare i suoi cari in balia del mare. Nel contesto riporta alle rocambolesche traversate oceaniche di secoli fa ma il tema è ancor oggi attuale ricordando i migranti che tentano la traversata del Mediterraneo. Con la pubblicazione di questo video, animato da Maria Comi, è stata anche lanciata una campagna di raccolta fondi a sostegno di Mediterranea per rilevare l'importanza del lavoro di testimonianza, di denuncia e di salvataggio che svolge. A questo scopo sono state realizzate anche delle t-shirt in vendita sulla piattaforma Worth Wearing con il disegno di una nave veleggiante su un’onda sonora a dimostrazione di come anche la musica possa contribuire al prezioso lavoro delle ONG in mare.



Altri video: "I Want Gold" / "Run, Run, Run" /

Ascolto integrale di Gold and Booze

Disponibile su iTunes, Apple Music, Spotify, Deezer, Google Play, Amazon

 

A seguire l'intervista con Federico e Nicola dei Gold Miners Night Club, che ci hanno risposto coralmente, e nell'articolo a seguire la recensione a firma Bob Cillo dei Dirty Trainloads. Chi meglio del nostro collaboratore barese per espolorare le sonorità d'Oltre Oceano del loro secondo album Gold and Booze? Preparatevi a ballare, dopo una dura giornata di lavoro, nonostante la stanchezza, i minatori hanno voglia di divertirsi al Club!

INTERVISTA

1. Ciao Federico e Nicola, lieta di accogliervi nei nostri spazi virtuali. Dalla pianura lombarda alle terre polverose del Vecchio West: come nasce la passione per il rock'n'roll e il blues e l'idea di rifarsi ai minatori d'oro?

Siamo entrambi cresciuti ascoltando le grandi rockband degli anni 70 e i bluesman degli anni 50, perciò le atmosfere statunitensi sono ben radicate nel nostro immaginario. Volevamo creare un sound diretto e sporco, e l'ambiente buio e polveroso di un locale notturno frequentato da minatori è l'ideale per ospitare la nostra musica.

2. Una volta deciso di fondare una propria band, come mai proprio la scelta del duo chitarra-batteria? Chi avevate in mente come modello?

Abbiamo entrambi avuto esperienze in band più numerose e sentivamo la necessità di suonare con dinamiche più semplici e dirette, sia a livello musicale che umano. Sono vari gli artisti che ci influenzano. Se da un lato amiamo l'aggressività essenziale di gruppi come i White Stripes e i primi Black Keys, manteniamo l'ambizione di esprimere un sound ricco e pieno in stile Led Zeppelin o Queens of the Stone Age, pur essendo solo in due.

3. Come ottente questo sound pieno, appunto ? Chitarra baritona fuzzosa e voce effettata... le frequenze basse vengono mantenute. La batteria, invece, ha dovuto adattare il suo drumming per far quadrare i suoni di un duo?

F: Come chitarrista non sono un grande amante degli effetti. Mi piace che la chitarra sia il più "vicino" possibile all'amplificatore e che abbia un suono potente  e immediato. Quando uso la chitarra con accordatura normale mi aiuto con fuzz e octaver, mantre per la chitarra baritona basta la distorsione e un tocco di fuzz. E riguardo il doppio ampli? Per registrare il secondo disco in studio ho usato un doppio ampli, ma non l'avevo mai fatto prima. Il risultato mi ha molto soddisfatto perché permette di ampliare molto il suono. Non ho ancora avuto modo di sperimentarlo dal vivo, per ovvi motivi, ma non vedo l'ora di provarlo.

N: Per la batteria invece ho optato per una Zep Set, la riproduzione della batteria di Bonam. La cassa é da 26 e mi permette di avere una potenza notevole accompagnata da suono profondo e avvolgente. In questo modo riesco a non perdere il groove delle basse, che ovviamente mancano un po' in un duo, e a non perdere la botta.

4. In quattro anni due dischi e tanti concerti, mi pare di capire che la dimensione live sia quella che meglio vi rappresenta (da qui anche la scelta, credo, di registrare in presa diretta): com'è in questo periodo di quasi assenza di live?

Registrare e pubblicare un disco è sicuramente bellissimo, ma è sul palco che la nostra musica prende vita davvero. In questo periodo non abbiamo suonato né abbiamo cercato date, perché esibirsi davanti a una platea di persone sedute e distanzate, nel sacrosanto rispetto delle regole di sicurezza, sarebbe per noi anche peggio che non suonare affatto. Per ora preferiamo aspettare tempi migliori, quando potremo di nuovo accalcarci e sudare tutti insieme.

5. Gold and Booze, il vostro secondo album, è composto da 11 brani che raccontano le storie di altrettanti personaggi, ipotetici frequentatori del locale notturno per minatori. C'è il produttore clandestino di whisky, il musicista, l'avido e l'incorrutibile, il giovane immigrato italiano e altri ancora. Da dove avete preso ispirazione per dipingere queste figure?

Alcune sono ispirate a persone che abbiamo incontrato durante le tournée, come ad esempio Brian and the invisible band, altre sono personificazioni di un lato della nostra personalità o di un sentimento. Il disco è nato da una domanda che ci siamo posti: se il Gold Miners Night Club fosse un vero locale notturno, chi lo frequeterebbe e che tipo di storie avrebbe da raccontare?

6. Gold and Booze è uscito solo in versione digitale. Nessun Cd in programma ma avevate in mente di pubblicare un vinile, al suo posto, rimandato solo per le contingenze da Covid-19. La domanda in generale è, e che ho fatto in altri casi simili: come mai puntare tutto su un formato fisico che sì, è tornato in auge ed è di prestigio, ma che è limitato nella riproduzione in quanto non sono in molti a possedere un giradischi?

Abbiamo stampato il primo album su CD e abbiamo avuto modo di appurare che si tratta ormai di un supporto obsoleto. Chi lo acquista ai nostri concerti lo fa praticamente solo come gesto di sostegno economico nei nostri confronti, ma in pochi lo usano davvero per ascoltare i brani, avendo a disposizione il formato digitale molto più comodo. Invece il vinile unisce la volontà di contribuire alle spese della band con il piacere di avere in casa un oggetto di grande fascino e che raccoglie sempre più appassionati.

7. La vostra musica è universale, diretta e d'effetto, come mai nessuna etichetta a supportare le vostre uscite discografiche? E' una scelta? Oltre che tra le italiane si può pensare a una ricerca anche tra le straniere.

Abbiamo cercato il sostegno di un'etichetta per un po', sia in Italia che all'estero. Forse non abbiamo cercato abbastanza o l'abbiamo fatto nel modo sbagliato, ma di fatto a un certo punto ci siamo stancati. Per ora procediamo da soli, se poi la nostra musica arriverà alle orecchie di qualcuno che la apprezza, ben venga.

8. In compenso vi siete sbizarriti nella creazione di vari videoclip: i primi tre, "I Want Gold",  "Run, Run, Run" e "Italian Boy", sono tutti frutto della vostra fantasia e produzione. Ci raccontate come li avete realizzati?

Sarà poco romantico, ma quando si è in due le spese vanno divise per due e dopo la produzione del disco ci era rimasto poco budget. Abbiamo allora deciso di realizzare alcuni videoclip da soli, cercando idee semplici ma efficaci. Abbiamo giocato col montaggio per I want gold, cambiando d'abito e di personalità per sottolineare come la febbrile smania per l'oro accomuni diverse tipologie di persone. Run Run Run racconta una fuga disperata, e il video è più essenziale che mai: un uomo che corre, con sullo sfondo un paesaggio che può ricordare atmosfere statunitensi ma che è in realtà la pianura padana. Per quanto riguarda Italian Boy invece la scelta è stata obbligata, perché eravamo in pieno lockdown e non potevamo muoverci da casa. Abbiamo dovuto perciò trovare un modo di realizzare un video stando ognuno presso la propria abitazione, e con l'escamotage della televisione siamo riusciti a fare una panoramica del Paese. Il tempo per curare il montaggio non ci mancava di certo.

9. Diversamente, il videoclip di "Oh Death", toccante ballad sul tema della migrazione in mare, è stato lasciato disegnare alle abili mani di Maria Comi. Com'è nata questa collaborazione e la scelta di avviare una campagna fondi per Medditerranea, una Onlus che si dedica al salvataggio dei naufraghi migranti dal Nord Africa?

Quello dei migranti è un dramma che occupa da troppi anni le pagine dei giornali, fino a diventare quasi una tragica normalità, ma rimane a nostro avviso uno dei temi più importanti cui si possa dare voce. La canzone è una preghiera che un naufrago rivolge alla morte, e ci sembrava che un cartone animato potesse trasmettere meglio il lato poetico della storia, mentre le immagini reali riportano lo spettatore alla cruda realtà. Maria Comi è un'amica e un'artista dotata di grande sensibilità, perciò era perfetta per l'incarico e nonostante fosse la prima volta che realizzava un'animazione ha fatto un lavoro straordinario. Al momento di pubblicare il brano però sentivamo di poter fare di più. Abbiamo quindi disegnato una t-shirt, sempre con l'aiuto di Maria, che abbiamo messo in vendita sulla piattaforma Worthwearing, che si occupa di raccogliere fondi per associazioni no profit, tra cui appunto Mediterranea.

10. Quali i prossimi passi del duo? Quanto c'è ancora da scavare nel tunnel in cerca d'oro?

In attesa di poter portare sul palco questo ultimo disco, le idee sono tante. Stiamo scrivendo pezzi nuovi, e stiamo anche pensando di registrare un disco di cover riarrangiate in stile Gold Miners. Siamo convinti che il tunnel che abbiamo iniziato a scavare sia profondo e ricco di filoni, non ci resta che darci dentro con la pala!

Grazie a voi Federico e Nicola per la vostra testimonianza qui a Edp. Lunga vita al rock'n'roll! Grazie a voi, ci si vede ai prossimi live!

 

Link band: Facebook / Instagram / YoutubeCahnnel


DISCOGRAFIA

GOLD AND BOOZE 2020, Autoprodotto (Rock Blues, Hard Rock, Garage Rock, Rock'n'roll)

1.If I Had a Guitar  2.Loser  3.Gold and Booze  4.Moonshiner  5.Brian and the Invisible Band  6.Muscle Car 7.I Want Gold  8.Goodbye  9.Italian Boy  10.Run Run Run 11.Oh Death


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QUI la nostra recensione

GOLD MIENRS NIGHT CLUB 2017, Autoprodotto (Rock Blues, Hard Rock, Garage Rock, Rock'n'roll)

1.Gummy Eyeballs  2.Everybody want to be like me  3.I live my life  4.Shut the fuck up  5.Rock'n'roll song  6.I wanna fah 7.Gold & dinamyte  8.Funeral party 


 

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Link ad altre recensioni:

https://www.rockit.it/recensione/47821/goldminersnightclub-gold-and-booze

https://www.vivamag.it/gold-miners-night-club-gold-and-booze/

https://universorockandmetal.wordpress.com/2020/05/09/gold-miners-night-club-gold-and-booze

https://www.rockrebelmagazine.com/index.php/2020/05/06/recensione-gold-miners-night-club-gold-and-booze

Link ad altre interviste: https://www.instagram.com/p/B_rg3naFezs/

 

Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle

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electricduoproject@gmail.com


 

 

 

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