lunedì 1 febbraio 2021

223. L'animo solitario dei NITRITONO

Presenti nella nostra NEW RELEASES 2020 Compilation

 

INTRO

Dopo la carrellata delle pubblicazioni discografiche dell'anno appena trascorso, la compilation di 11 brani estratti (qui) e la creazione delle playlist EDP su Youtube e Spotify (qui), procediamo finalmente con la presentazione dei duo. E siccome qualcuno disse: "Beati gli ultimi che saranno i primi"... iniziamo gli approfondimenti dall'ultimo duo inserito nella compilation NEW RELEASES 2020: i NITRITONO. Vista poi la loro attività fin dal 2012, diciamo anche che era ora...

BIOGRAFIA

NITRITONO, un neologismo composito, un collage tra 'nitrito' (all'epoca il chitarrista aveva una fissa coi versi degli animali) e 'tritono', l'intervallo tra note di quarta eccedente (o quinta diminuita che dir si voglia) che porta a quella specifica dissonanza denominata diabolus in musica; questo intervallo, nel medioevo, veniva comunque usato dai menestrelli e più avanti da compositori anche diversissimi tra loro, da Monteverdi a Beethoven. Ancor oggi si usa nel metal (gli Sleyer hanno pubblicato persino un album con questo titolo), nella musica gotica, nei film horror, ed è persino alla base del suono della sirena della polizia! Questo per preparare al terreno dove si muovono i due musicisti piemontesi di oggi, "Sir" Siro Giri (chitarra elettrica) e Luca Lavernicocca (batteria).

Siro Giri (reale nome all'anagrafe) nasce nel 1989 e già da piccolo ha le idee chiare su cosa farà da grande: suonerà la chitarra! Scopre lo strumento all'età di dieci anni e il percorso è segnato, dalle medie ad indirizzo musicale fino alla laurea a pieni voti al conservatorio in Didattica dell’Insegnamento Strumentale. Questo infatti il suo lavoro attuale, visto che insegna musica, di ruolo, alla scuola secondaria di primo grado. La chitarra classica è quindi il suo strumento primo e dopo la laurea segue corso di perfezionamento e frequenta svariate masterclass con concertisti di fama mondiale. Ha all’attivo numerosi concerti e un progetto discografico monografico su musiche originali per chitarra della seconda metà del Novecento di autori italiani. Accanto all’attività solistica è anche attivo nel progetto del Duo Giri, un piacevole dialogo tra flauto traverso e chitarra classica. La sua curiosità e l'interesse per lo strumento va però oltre la versione classica della musica e così Siro espande i suoi orizzonti sonori dal rock alla musica d'ambiente: scrive le colonne sonore di alcuni spettacoli teatrali, accompagna reading di scrittori vari ma soprattutto suona stabilmente nel duo Nitritono dove spazia in una vasta gamma di generi, miscelando elementi sludge/doom, psichedelia, sfumature noise e sperimentali.

Diverso il percorso del compagno alle pelli Luca Lavernicocca (Classe '91). Anche lui insegnante, ma di lingue straniere, inizia a studiare la batteria a 15 anni facendo della musica un hobby, seppur preso seriamente. Nel 2012, pur militando in una band post-rock, inizia l'avventura a due con Siro per via di una medesima condivisione di ascolti, tra i quali anche materiale estremo, tipo i Bologna Violenta di Nicola Vanzan. Dopo neanche un anno il gruppo di Luca si scioglie e il duo resta per entrambi l'unico progetto elettrico stabile nel quale investire le proprie risorse.

Già a dicembre 2013 pubblicano un omonimo 6 pezzi in streaming, istantanea del percorso sperimentale che stavano affrontando, a partire da musiche degli Zu, Melvins e Fantomas. Ancora idee confuse che invece trovano un linguaggio più omogeneo e coerente con le composizioni successive, raccolte infine nel 2017 in Panta Rei, il primo full lenght del duo, regitrato, mixato e masterizzato a Bologna da Enrico Baraldi e pubblicato con la Edison Box, etichetta indipendente con sedi a Cuneo e Torino, che darà appoggio successivamente anche ad altri duo (ai Bresciani SDANG! con Il paese dei camini spenti, 2018 e il recente singolo "La crepa nella diga di Itaipu" come ai RINUNCI A SATANA? con il loro Blerum Blerum del 2018). E' grazie a questo disco che i live dei Nitritono escono dai confini regionali per arrivare fino in Centro Italia.

Dopo uno split album con i Ruggine, dell'anno successivo, tornano nel 2020 con un disco più corposo: il loro Eremo, uscito ai primi di Novembre. Si tratta di un concept album che raccoglie sei tracce strumentali post-rock/post-metal in un elogio alla natura solitaria e selvaggia che tanto affascina i due compositori. Con tratti marcatamente noise, doom/sludge e psichedelici, si dipingono scenari specifici, come il Monviso ("Il Re di pietra", massiccio di oltre 3800 metri), il santuario di Samos, una delle tappe più difficili del cammino di Santiago di Compostela, fino al "Costa da Morte", nel nord della Galizia, una delle zone marine più impervie della Terra: questa traccia, a conclusione dell'album, è una bella collaborazione con l'amico Enrico Cerrato (InfectionCode, Gabbiainferno, Moksa), in arte Petrolio, artista elettronico di dark ambient, ormai conosciuto ovunque per via della sua instancabile attività live. Di questo brano è stato anche realizzato un video, in bianco e nero, con varie scene di natura cruda e selvaggia, diretto da Valentina Ruffa e Francesco Romagnolo. E' "Passo di Terre Nere", la terza traccia dell'album, che fa invece da gloriosa chiusura alla nostra compilation New Releases 2020.

Pubblicato in forma fisica esclusivamente su Vinile (edizioni limitate in nero ma anche in rosso), Eremo esce per I Dischi del Minollo e in distribuzione per una bella cordata di etichette: Shove Records, Vollmer Industries, Brigante Records & Productions e Longrail Records, tutte realtà già note nel mondo dei duo, come da breve presentazione qui in calce. Un'ultima nota sull'artwork della cover che, come per le altre copertine dei Nitritono, è ad opera della pittrice Cristina Saimandi, niente meno che la madre stessa del chitarrista Siro. Sempre belli, seppur rari, questi incroci artistici famigliari...

Bene, non resta che ascoltare qualcosa del duo strumentale di Cuneo Nitritono, continuare con l'interessante intervista a Siro e Luca, per concludere, nell'articolo a seguire, con la recensione di Eremo ad opera del nostro collaboratore Mali Yea (Anice).

 

Ascolto integrale di Eremo https://nitritono.bandcamp.com/album/eremo

 

"Costa da Morte" feat. Petrolio O.V.


Link band: Facebook / Bandcamp / Instagram / Youtube Channel


LABELS

I Dischi del Minollo www.minollorecords.com
Il 'minollo' è un animale immaginario inventato dal compianto Massimo Troisi in un famoso sketch de La Smorfia, similmente I dischi del Minollo vogliono proporsi come qualcosa di nuovo, immaginario ed inedito nell’ormai saturo mercato discografico. Questa realtà abruzzese viene fondata nel 2007 da
Francesco Strino (Art Director) e Daniela Nativio (Media Relations & Press Office) che con passione decidono di produrre, promuovere e diffondere le opere di quegli artisti in grado di farli innamorare del proprio sound. Proprio per questo l'etichetta non è incentrata su un unico genere musicale ma spazia da una sonorità all’altra senza limiti di sorta. Nel loro roster, prima dei Nitritono, troviamo i lodigiani HIBAGON e i riminesi SAN LEO (Y). www.facebook.com/idischidelminollo

Shove Records www.shoverec.bandcamp.com

Etichetta indipendente italiana fondata nel lontano 1994 ad Alessandria e gestita da Manuel Piacenza. HardCore, Emo, Crust, Grindcore... questi i generi prediletti dalla Shove Records. Tra i duo del loro catalogo ricordiamo anche gli HATE and MERDA e i Bolognesi HYPERWULFF

www.facebook.com/SHOVE-records-101133637901346

Vollmer Industries www.vollmer-industries.bandcamp.com

Etichetta musicale indipendente nata a Cuneo nel 2013 e basata sulla filosofia del Do It Yourself, viene fondata da Alberto Cornero (musicista indipendente) e Francesco Groppo (tecnico del suono), personaggi attivi nella scena musicale locale da quasi vent'anni. I due decidono dapprincipio di offrire supporto alla rigogliosa scena musicale della zona per poi allargarsi alle band del resto d'Italia e infine anche a proposte dall'estero.

Prerogativa principale è quella di non porsi limiti di genere ma di supportare e produrre i progetti che più piacciono, offrendo loro servizi che spaziano dalle riprese effettuate con lo studio mobile professionale WhereverRecording, alla preparazione di grafiche, alla gestione dei rapporti con pressing plants, etc. Spaziano quindi dal Pop al PowerViolence, passando per PostRock, Noise, DoomJazz e PostHardcore. Nell'ottica del DIY amano anche, quando possibile, instaurare e mantenere contatti diretti con le band che supportano e che sono prima di tutto costituite da persone con le quali è bello scambiare opinioni per crescere e maturare.

Le Vollmer Industries sono i distributori della zona per Due (2016) dei CANI DEI PORTICI mentre nel loro roster sono presenti anche i PASTEL (power duo poi passato al trio), i riminesi SAN LEO (Dom 2017) e i NADSAT (Crudo 2017). www.facebook.com/VOLLMERindustries

Brigante Records & Productions www.briganterecords.altervista.org

www.briganterecordsproductions.bandcamp.com

Etichetta indipendente fondata nel 2016 a Fossano (CN) da Simone Calvo. Oltre a produrre e distribuire album di matrice Noise, PostCore, Sperimentale, Grunge, Stoner e Psichedelica, si occupa di promuovere le band a tutto tondo, con servizi di artwork e booking; organizza essa stessa interessanti eventi musicali. Per i duo, già nel loro roster gli HIBAGON e i TRISTAN DA CUNHA con il loro recente Onda Do Mar (NB: da non confondere con la Brigante Records da Tours (Francia), imperniata invece sulla divulgazione della musica reggae e dub). www.facebook.com/Briganterecordsandproductions

Longrail Records www.longrailrecords.bandcamp.com

Longrail Records è nata a Dicembre del 2015 in provincia di Torino ad opera di Francesco Girasole. Questa etichetta ha lo scopo di promuovere musica indipendente attraverso co-produzioni con altre etichette e distribuire dischi autoprodotti. Longrail Records si è occupata anche di organizzare concerti e house show, sempre secondo l'etica del DIY. I CANI DEI PORTICI sono l'unico duo da loro prodotto; prima dei NITRITONO (Eremo 2020) hanno invece avuto in distribuzione anche La capitale del male del duo sludge toscano HATE and MERDA.

www.facebook.com/Longrail-Records-1621460661447606/

 

INTERVISTA

1. Un saluto a voi Siro e Luca, benvenuti qui a Edp. Domanda a brucia pelo: cosa rappresenta per voi il duo Nitritono?

S: Ciao, un carissimo saluto a voi e grazie di cuore per lo spazio. Per me è uno spazio mentale indispensabile, in cui posso sfogarmi liberamente. Il momento in sala prove è uno stacco da tutto il resto, la nostra ora d’aria.

L: Un modo per non finire nel repartino.

2. Siro, non sono in molti i musicisti classici ad esprimersi al di fuori dei propri confini. Come ti sei avvicinato alla musica rock, anche estrema, e quando hai deciso di suonare anche la chitarra elettrica?

S: il mio percorso in realtà parte proprio con la musica rock. Quando ero piccolo mio padre accendeva la musica praticamente ogni momento della giornata (quando ha smesso di farlo lui, ho iniziato io), per cui sono cresciuto ascoltando rock, metal e cantautorato in dosi molto massicce. Quando ho deciso di imparare a suonare la chitarra, mi sono iscritto alle scuole medie ad indirizzo musicale (dove il percorso era di chitarra classica) con l’idea di “farmi le basi”, per poi passare alla chitarra elettrica. Strada facendo però ho trovato nella chitarra classica un mondo che mi piaceva sempre di più, questa passione è poi sfociata nel percorso in conservatorio e la coltivo tutt’ora.

3. Qual è la tua formula, Siro, per rendere nel formato a due?

S: Nel duo ho dovuto imparare a gestire con il giusto equilibrio tutta l’effettistica in pedaliera oltre ad equilibrare il suono di tre amplificatori, perché le sonorità che andavo a ricercare erano completamente diverse da un suono di chitarra “normale”. Nello specifico, uso due ampli da chitarra e uno da basso. Il segnale entra in una a/b box ed esce da una parte sul basso (passando solo per octaver e overdrive), l’altro passa in overdrive, delay, riverberi (la sala giochi per intenderci) e poi passa in un’altra a/b box che va nei due ampli da chitarra. La scelta l’ho fatta quando volevo cambiare la mia prima testata (un muletto da poco) e, comprata la seconda, per curiosità le ho usate entrambe. Così riesco a coprire molte frequenze in più perché gli ampli sono settati in modo diverso: quello da basso lavora sulle frequenze basse e i due da chitarra sono uno molto medioso, l’altro settato più sulle medio alte. Inoltre ribasso l'accordatura in La.

4. Per quanto riguarda il tuo approccio alla batteria, Luca, è cambiato qualcosa tra suonare in una band e in un duo? Oppure ti esprimi diversamente soltanto per via dei generi diversi?

L: Sinceramente non saprei dirti se cambio stile o meno. Quello che mi sento di dire è che cerco sempre di fare ciò che richiede il brano. A volte mi concedo qualche tecnicismo, ma con Siro in particolare non penso si senta la mancanza ad esempio del basso. Sicuro però quando mi sono trovato a suonare con altri ho sempre cercato di far esaltare le linee di basso o comunque la parte ritmica della chitarra.

5. Nel 2012 siete partiti con l'idea di sperimentare. Come siete arrivati al complesso linguaggio musicale del 2020? Evoluzione spontanea o risultato ricercato e voluto?

S: Suonare in duo è una lama a doppio taglio; da un lato si ha la fortuna di poter comunicare in modo molto diretto, dall’altro lato gli arrangiamenti devono essere studiati nello specifico. All’inizio abbiamo sperimentato molto senza essere troppo consapevoli di questo aspetto, poi con il tempo abbiamo iniziato a selezionare le soluzioni più funzionali e a scartare quelle che invece funzionavano meno. Alla fine è stata un'evoluzione che si è portata avanti per tentativi, fallimenti e risultati, guidata da un’idea di suono che volevamo raggiungere. 

6. Entrambi avete passione per la natura cruda e selvaggia, in particolar modo per l'alta montagna. Su Fb, Siro, vedo spesso i resoconti fotografici delle tue escursioni. Quando è scaturita l'idea di realizzare un concept album in tema?

S: Sì, la montagna è da sempre stata una parte della mia vita. Da bambino arrampicavo, poi ho dovuto scegliere tra la chitarra classica e l’arrampicata; a parte una parentesi adolescenziale in cui a vincere è stata la pigrizia, la mia passione per gli spazi montani si è trasformata nelle grandi camminate e nel cercare cime nelle nostre montagne. L’idea del concept è nata da un’idea di Luca di accostare lo stato di pace e serenità che proviamo negli spazi naturali con quello che percepiamo in sala prove a scrivere nuovi pezzi. Sono due modalità diverse di chiuderci nella nostra idea di eremo.

7. Sono nati prima i brani, e poi avete scelto i titoli in base alle ambientazioni ispirate, oppure avevate bene in mente dei luoghi specifici da dipingere con le vostre note?

S: Sono nati sempre prima i pezzi e poi decidiamo i titoli in base al tipo di messaggio emotivo che ci lasciano. Per ora, non abbiamo mai provato a comporre musica “a tema”, ma potrebbe essere un’idea interessante.

L: Direi sicuramente prima la musica. Forse il fatto di avere questa passione ha dato sicuramente qualche fonte d’ispirazione in più. Qualcuno diceva che fare la musica solo con la musica è impossibile…

8. Enrico Cerrato, aka Petrolio, è un interessante artista elettronico noise e post-industrial vostro corregionale. Quando lo avete conosciuto e com'è nata l'idea di collaborare in questo album?

L: Conoscevo Petrolio per la sua attività negli Infection Code. Un giorno gli scrissi per cercare di organizzare una data insieme e mi propose il suo progetto solista che era ancora in fase embrionale. Da lì è nata un’amicizia musicale davvero bella e sono molto contento di come il suo progetto sia andato a gonfie vele fin da subito!

9. Di quest'ultima traccia con Petrolio è stato girato anche un videoclip in bianco e nero. Il brano "Costa da Morte" si riferisce a una delle zone marine più impervie della Terra, nel nord della Galizia, eppure il video sembra quasi un sunto dell'immaginario di tutto l'album: vi è sì il mare nero, alla fine, ma anche la foresta, il Monviso, gli stambecchi... Com'è stato girato il video?

S: In effetti il videoclip è un po’ una convergenza dell’idea che sta alla base del disco, riunisce i luoghi che sono descritti nelle varie tracce. Le riprese sono state fatte in (minima) parte da me nelle mie gite montane, da mia cugina (che si è occupata di tutto il montaggio e della regia) e da un suo amico. Siamo a dir poco entusiasti del risultato, è un prodotto che ci è piaciuto davvero tantissimo ed è perfettamente attinente allo spirito del disco! 

10. Dalla Edison Box del precedente Panta Rei a una cordata di ben cinque etichette per il vostro Erisimo. Come siete arrivati a questa decisione? Ognuna di queste labels ha già avuto a che fare con duo chitarra-batteria, è un caso o le avete scelte proprio per questo?

L: Bè semplicemente le abbiamo scelte perché ascoltiamo molte delle band presenti nel loro catalogo. Quindi ci sembrava l’unica cosa giusta da fare.

11. L'artwork delle vostre copertine è ad opera di Cristina Saimandi, che poi è tua madre, Siro. Sei quindi figlio d'arte? Come ricordi la tua infanzia, in questo senso?

S: Si sono un figlio d’arte in effetti. Mia madre crea opere d’arte da sempre, per cui sono cresciuto vedendola al lavoro sin da quando ero più piccolo. La cosa interessante è che quando ero bambino era in una fase abbastanza monumentale e materica e lavorava spesso con grandi lamiere o grandi pannelli di legno. Quello che mi è rimasto più impresso è il lavoro che avevamo rinominato la “cozzata” (che ovviamente era intitolato diversamente); si trattava di una lamiera piuttosto grande con delle concrezioni materiche fatte di cozze annegate nella resina plastica. In più ho partecipato a molte mostre d’arte, sia quelle più grandi come la Biennale di Venezia, sia quelle più modeste in provincia (ovviamente la grandezza non corrisponde sempre alla qualità dei lavori esposti).

12. Viviamo ancora tutti in una realtà sospesa che ci tiene lontani dai palchi. Appena si può ripartire avete in mente di organizzare un tour promozionale dell'album? In estate, immagino, quando entrambi avete più tempo libero dal lavoro, visto che siete entrambi insegnanti.

S: Non vediamo l’ora e speriamo davvero tanto di poter tornare a fare qualche concerto. Come a tutti nel nostro ambiente, il palco ci manca tantissimo (sia suonarci, sia stare sotto).

L: L’amarezza per non aver potuto suonare questo disco in giro è tanta. Nel 2020 avremmo dovuto suonare davvero tanto in Italia e si stava iniziando ad aprire uno spiraglio per l’estero. Speriamo di poter fare qualcosa questa estate… intanto noi continuiamo a provare a programmare cose nuove.

13. In riferimento alla vostra professione, visto il continuo contatto con i giovani studenti, come ci descrivete gli adolescenti del nuovo millennio? Si raccontano tanti luoghi comuni sulle nuove generazioni, mi piacerebbe una testimonianza più diretta.

S: Le nuove generazioni sono molto promettenti. Come in qualsiasi generazione, ci sono ragazzi più brillanti e sensibili e altri molto meno; ma eravamo così noi alla loro età, come credo anche i nostri genitori. Personalmente mi trovo molto bene a lavorare con le nuove leve, trovo stimolante rapportarmi con loro e accompagnarli nel loro percorso di crescita. Come insegnante di chitarra poi ho la fortuna di poter fare lezione uno ad uno, avendo modo di conoscerli a fondo. In più la musica ha davvero il potere di veicolare emozioni molto forti. Per quanto riguarda i luoghi comuni, onestamente, lasciano il tempo che trovano. Da sempre le generazioni più stagionate guardano quelle più giovani con pregiudizio (“ai miei tempi…bla bla bla).

L: Io personalmente li vedo sicuramente un po’ spaesati. Detto ciò mi sento di dire anche che per certe cose forse sono un minimo più positivi rispetto alla mia generazione (nati nel ’90 circa). Non so se quelli della mia età si portano strascichi di quegli anni, ma noto che per certe cose i ragazzi comunque di oggi abbiano un pelo di positività in più. Inoltre se indirizzati in un certo modo, scoprono spesso cose di cui poi rimangono affascinati.

14. Siro, a livello musicale hai un'apertura mentale a 360 gradi. Come vedi la musica dei giovani d'oggi? E come ti sembrano predisposti alla musica suonata, questi stessi giovani?

S: Mi verrebbe da dire che i giovani d’oggi ascoltano musica di merda, ma a pensarci bene lo facevano già i miei compagni di classe quando avevo la loro età hahaha. A parte gli scherzi, oggi il problema più grosso nella diffusione della musica tra i ragazzi risiede nella totale mancanza di consapevolezza di ciò che ascoltano (non tutti, ma tantissimi). Mi spiego meglio, “ai miei tempi” (oddio, l’ho scritto davvero) ascoltare un certo tipo di musica era anche un segno di appartenenza ad un gruppo, per esempio ci si scannava tra truzzi e metallari. Ad oggi, questo senso di appartenenza non esiste più, per lo più sono onnivori (che sarebbe anche una cosa positiva, da un certo punto di vista), ma manca un po’ di chiarezza di fondo. Per farti un esempio, una volta in gita io e il mio collega di lettere (bassista dei Premarone) eravamo davvero stufi di quasi due ore di trap e abbiamo chiesto un attimo di tregua ai ragazzi, proponendogli un paio di brani da ascoltare. Ci siamo lanciati sui Black Sabbath, la prima cosa che ci era venuta in mente, e gli abbiamo solamente chiesto di arrivare alla fine della canzone prima di esprimere un giudizio. Risultato: quasi tutti hanno apprezzato tantissimo la nostra proposta, ma avevano difficoltà a descrivere le differenze tra un genere e l’altro.

L: Sul discorso della musica spesso quello che sento dire loro è che non sanno bene dove cercare perché c’è troppa roba. Una cosa utile da fare invece di lamentarsi a caso è almeno tentare di guidare all’ascolto e dire “hey... guarda che c’è anche questa roba qui”. Spesso molte persone non ascoltano semplicemente perché non sanno che esistono certe cose… è un discorso lunghissimo e ne avrei altre da dire, ma credo di aver già detto abbastanza.

Bene, allora direi che siamo arrivati alla fine. Vi lascio concludere con parole vostre, mentre restiamo tutti in trepidante attesa di ripartire... Grazie ancora, Siro e Luca, per il vostro contributo nei nostri spazi e tanta buona musica live, al di fuori dei luoghi isolati, però!

S: Grazie mille a te per lo spazio concesso, è sempre un piacere! Speriamo di poterci incontrare presto!

L: Grazie a te per le domande e per il tuo tempo! Speriamo proprio di vederci dal vivo al più presto!

 

DISCOGRAFIA

EREMO 2020, I Dischi del Minollo, Shove Records, Vollmer Industries, Brigante Records & Productions, Longrail Records (Noise, Ambient metal, Sperimentale)

1.Re di pietra  2.Samos  3.Passo di Terre Nere 4.Hospitales  5.Bric costa rossa  6.Costa da Morte (feat. Petrolio)

 

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QUI la nostra recensione

RUGGINE/NITRITONO 2018, Escape from Today (Noise, Ambient metal, Sperimentale) Split album

 

1.Catarsi 



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PANTA REI 2017, Edison Box Records (Noise, Ambient metal, Sperimentale)

 

1.Preludio  2.La morte di Dio  3.La morte dell'Io 4.Lobotomia  5.Interludio  6.L'atarassia del giorno dopo 7.Zen-it  8.Postludio

 

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NITRITONO 2013, Autoprodotto (Noise, Ambient metal, Sperimentale)

1.Stonerpolka  2.Zero in condotta  3.Lobotomia 4.Audiolesione  5.Disasterpiece  6.Nitritono

 

 

  

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Link ad altre recensioni:

https://grindontheroad.com/2021/02/02/nitritono-eremo/ 

https://fotografierock.it/album/nitritono-recensione-di-eremo

https://www.radioaktiv.it/nitritono-eremo/

https://www.allternative.it/eremo-by-nitritono/

http://www.paranoidpark.it/2020/10/30/eremo-nitritono/

https://www.systemfailurewebzine.com/nitritono-eremo/

Link ad altre interviste: http://spettacoliculturaeventi.it/2020/11/nitritono-eremo-recensione/

 

Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle

www.facebook.com/groups/electricduoproject

electricduoproject@gmail.com


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