martedì 12 maggio 2015

64. BACHI DA PIETRA: Dieci anni di bozzolo


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INTRO E BIOGRAFIA
   I BACHI DA PIETRA (splendido nome!) sono uno dei power duo italiani storici: nati nel 2004 ad Asti, compiono quest'anno dieci anni di discografia e per l'occasione pubblicano un Ep commemorativo di tre pezzi, "Habemus Baco". Un breve excursus storico, intanto, per onorare l'anniversario...

   Il duo è composto da Baco1 e Baco2, ossia Giovanni Succi (il Gianbeppe degli esordi) e Bruno Dorella. Entrambi iniziano quest'avventura da musicisti già professionisti, infatti Giovanni proveniva da un'esperienza interessante con i Madrigali Magri (dieci anni di post-rock in trio) mentre Dorella (ex Wolfango) era già batterista della mitica noise band OvO, suonava la chitarra e componeva negli ancora attivi Ronin nonché aveva fondato un'etichetta indipendente denominata Bar la Muerte con la quale nel corso dei 13 anni di attività ha contribuito a dar lustro a tante realtà interessanti dell'underground italiano. Tra loro, molte le 2-piece (le MOTORAMA, duo garagepunk capitolino; gli ALMANDINO QUITE DE LUXE, married duo mascherato di garage blues, da Bologna; il duo math/grind basso e batteria ZEUS!) ma anche artisti originali come Bugo, Nicola Manzan dell'one-man band BOLOGNA VIOLENTA, appena passato in duo chitarra-batteria, oppure Inferno, Fuzz Orchestra e tanti altri.
   Quella dei Bachi è una realtà molto particolare nel panorama musicale nazionale che ha fatto scuola sotto molti punti di vista. Prima della svolta hard rock li si poteva catalogare all'interno del cantautorato noir e blues, con testi in italiano, ma ciò non preparava all'esperienza travolgente che l'ascoltatore era destinato a vivere con qualsiasi dei loro album. Succi è l'impronta dei Bachi, con la sua voce scura, profonda e gutturale che scava nell'anima con testi criptici ma profondi, di forte impatto evocativo. Il cantato non è mai veramente tale, è piuttosto un parlato melodico ma anche ipnotico, subdolo e strisciante come uno dei tanti insetti portabandiera delle tematiche del suo autore. Abilissimo giocoliere delle parole (grandioso uso delle allitterazioni più che delle rime scontate), Giovanni incanta con i suoi testi, ammicca a dei significati che lascia però volutamente celati, sebbene le tematiche si ripercorrano da album ad album, descrivendo scene di quotidiana ipocrisia o elogiando la semplicità degli umili, dei diseredati, degli eroi solitari ed incompresi, del ruolo bastardo di tutti noi novelli servi della gleba. Il mondo inorganico e quello degli insetti, le sue ossessioni verbali; un certo pessimismo e una profonda conoscenza dell'animo umano (da cui il plausibile pessimismo!), il marchio identificativo dei testi.
   A livello di produzione discografica i due non si tirano certo indietro proponendo in questi dieci anni ben 5 album, due ep (tra cui quest ultimo), uno split e un vinile con Dvd, oltre a comparire in compilation di prestigio (vedi volumi vari tra i best of di Rock.it) e con molta umiltà anche nella nostra Compilation EDP Vol.1 (qui). Tutta la loro produzione musicale è caratterizzata da un'attenzione maniacale per i particolari, per le peculiarità di registrazioni usate (da quella del primo album nella cripta di una chiesa all'uso di strumentazione analogica e così via) e per l'attenzione allo sperimentale (virate noise, per esempio). Seguiti fin dall'esordio dall'etichetta milanese Wallace Records, è del 2013 la loro svolta, tanto dal punto di vista stilistico che di etichetta, con l'uscita dell'album "Quintale" che ci presenta un duo più aggressivo, dalle sonorità hard rock, a tratti metal, dove la voce di Giovanni finalmente approccia il canto, pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche di base, e dove il drum set minimalista di Dorella s'arricchisce di qualche pezzo. Se un album come "Quarzo" aveva incantato, questo letteralmente scuote. Il marchio particolare è dato anche dalla produzione di Giulio Ragno Favero, de Il Teatro degli Orrori, loro grande fan, che li fa traghettare da sonorità cupe ed oppressive ad un sound più aperto e godibile ai più, quasi a voler aprire le ali di quei bachi a lungo nascosti nel rassicurante buio dei loro caldi bozzoli setosi. La Tempesta Records de I Tre Allegri Ragazzi Morti è l'etichetta che li accompagna in questo nuovo percorso.
Ed eccoci quindi all'ep commemorativo...
   "Habemus Baco", che è uscito il 5 maggio come la gloria di un annuncio, celebra il decennale traguardo del duoin versione mini album a tiratura limitata in vinile bianco; dietro al mixer ancora Giulano Favero mentre una cordata di tre etichette di fiducia per la sua pubblicazione: La Tempesta, Wallace e Tannen Records. Il primo brano, title track, è un rock spinto con venature metal, un gran bel pezzo di spessore e dalle interessanti dinamiche in cui l'autore descrive con parole sue chi erano chi sono e chi saranno i due bachi; la seconda traccia un rock di più ampio respiro che potrebbe tranquillamente svettare nelle hit nazionali (facendo l'occhiolino ad affermati rockers nazionali del calibro di Pelù e Ligabue -"che dovranno farsene una ragione", secondo parole dello stesso Succi) mentre a conclusione la coraggiosa lettura musicata di un articolo del 1914 a firma Giovanni Papini, "Amiamo la guerra", destinata a sicure polemiche ed incomprensioni... Originale infine l'artwork della cover: una trascrizione fitta dei testi, il logo della band, la discografia completa... ci accingiamo ora ad incontrare Giovanni Succi e Bruno Dorella per una breve (ed ironica) intervista in tema, concludendo l'articolo con la frase di chiusura della cover stessa: Habemus Baco tutta la vita!
   Con l'occasione ricordo che domani, mercoledì 13 Maggio alle ore 21.00, grazie alla collaborazione EDP-RockGarage.it, i Bachi da Pietra verranno presentati alla GarageRock Radio, in streaming, e durante la settimana sui canali Fm del circuito associato. Per chi volesse riascoltare la puntata ecco qui il link. 


“Habemus Baco” in streaming http://sentireascoltare.com/album/bachi-da-pietra-habemus-baco


Dall'album “Quintale”
Dall'album “Quarzo”
"Dragamine” live... @Mucchio Tv https://www.youtube.com/watch?v=q50ZyxlavPc
“Dragamine” Official Video https://www.youtube.com/watch?v=o2SaUrsz_5c





INTERVISTA
Ciao Giovanni e Bruno, sun di girare attorno ai Bachi finalmente vi incontro! Anche se virtualmente... E' un piacere presentarvi all'EDP tutto. 
Siete arrivati al decennale della vostra carriera discografica e in questi casi si tende a fare un punto della situazione: cosa è cambiato e cosa è rimasto dei Bachi di dieci anni fa? Mutazione dopo mutazione sono finalmente diventati farfalle?
G- No accidenti, sono diventati coleotteri da un quintale. Chi lo avrebbe mai detto. La natura, così
graduale nelle mutazioni genetiche, in determinati frangenti procede a salti.

2. La svolta hard rock del 2013 non ha stravolto la struttura dei Bachi ma ne ha segnato sicuramente la produzione. Quanto ha influenzato il lavoro di Giuliano Favero (Teatro degli Orrori) sia come produttore che dietro il banco mixer? E' stato comunque un incontro soddisfacente visto che la vostra collaborazione procede a gonfie vele!
G- Volevamo fare un album come Quintale e abbiamo chiesto a Claudio Cecchetto. Lui ci ha dato il numero di Giulio Favero.

3. Come concepisci la chitarra, Giovanni, all'interno di una 2-piece? Quali i cambiamenti tra la versione blues noir e quella rock? Hai suonato anche il basso nei Bachi a volte, è vero?
G- Sì ho suonato anche il basso acustico. All’interno di un duo trovo utile (paradossalmente forse) che lo strumento a corde si impegni nella ritmica con particolare attenzione. I cambiamenti tra il prima e il dopo riguardano per lo più sbalzi notevoli di dinamica. Se prima suonavamo in punta di zampe, schiacciati talvolta dal brusio degli umani, ora pestiamo con i volumi a chiodo e gli umani li schiacciamo noi (…per un’ora, per carità: poi come sempre vincono loro).

4. In occasione dei dieci anni della vostra carriera discografica avete appena pubblicato l'Ep "Habemus Baco". In questi casi celebrativi si è propensi a pubblicare un "The Best of" mentre voi vi presentate con due brani figli della vostra più recente svolta rock e la lettura di un articolo del 1914 inneggiante alla guerra, a firma Giovanni Papini, che si presta ad ovvie polemiche ed incomprensioni (mai facili le vostre proposte!). Vorreste illuminarci su questa scelta?
G- Trovavo interessante mettere in evidenza come spesso accada che chi semina vento e invoca i cataclismi nella storia, poi, nel momento della bufera, se ne stia comodamente al calduccio. Quando vide la guerra, l’autore si pentì del testo in cui esortava ad amarla. Bisogna stare attenti a quel che si invoca, potrebbe avverarsi. Stile Lampada di Aladino? Sì, e se alcuni non colgono questo aspetto dell’operazione non è un problema mio. Non è obbligatorio conoscere i retroscena (…nel 1914 non esisteva il fascismo e anche la sinistra era interventista) ma per chi non ne avesse voglia nemmeno di aprire Wikipedia, quello è solo un bel testo black metal di cento anni fa. Tutto il resto è stucchevole retorica che spalma il politicamente corretto a vanvera su tutto.

5. Giovanni, tra i vari cambiamenti di questi ultimi anni sei di recente anche diventato padre: ti sembra che questa esperienza ti abbia cambiato, influenzato nel tuo modo di vedere le cose del mondo e quindi di interpretarle nella tua musica?
G- Faccio interviste più stringate e questo è un bene. Ascolto i Motorhead cambiando pannolini. Una botta di concretezza ulteriore… Il tempo per tergiversare o essere indecisi non c’è più. La scelta è solo agire o non agire. Quindi sono sempre io, con qualche ora di sonno in meno e una gran voglia di suonare in arretrato.

6. Un'ultima domanda per Bruno... Come sappiamo tu suoni in vari progetti paralleli e la tua svolta rock con i Bachi si è quasi ripercossa anche nell'altro tuo duo, gli OvO (o viceversa...). In entrambe le band suonavi un drum set minimalista, ridotto all'osso, mentre ora hai aggiunto qualche pezzo in più ampliando le sonorità. Parlaci del tuo nuovo approccio allo strumento.
B- Ripetere le stesse cose cambiando ragione sociale è un trucchetto da quattro soldi di cui prima o poi si accorgono tutti. L'avvicinamento tra OvO e Bachi Da Pietra, anche se lievissimo, limitato solo alla potenza d'impatto di alcune ritmiche, mi ha imposto di diversificare ulteriormente. Il che non è un male, se aiuta a trovare nuove strade e sperimentare nuove soluzioni. Ho aggiunto un charleston nei Bachi. Sembra niente, ma in un set minimalista da 3 pezzi di batteria, salire a 4 è come aprire un intero mondo di alternative. E poi il charlie è molto rock and roll. Invece negli OvO ho aggiunto l'elettronica. E direi che la differenza tra i due progetti resta notevole, e la mia integrità artistica dorme sonni tranquilli.

Grazie per il tempo concessoci, Giovanni e Bruno. Un buon proseguimento di carriera allora, e se questo è il risultato, sì, che restino Bachi per tutta la vita!




DISCOGRAFIA
TORNARE NELLA TERRA Lp 2005 WallaceRecords/Audioglobe (Sperimentale)

1.Primavera del sangue 2.Aprile D.C. 3.2:40 4.Solare 5.Verme 6.Zolle 7.Stella 8.Prostituisciti 9.Stirpe Confusa






NON IO Lp 2007, WallaceRecords/Die Schachtel/Audioglobe (Sperimentale, Folk)

1.Casa di legno 2.Altri guasti 3.Non io 4.Fisica elementare 5.Lunedì 6.Farfallazza 7.Check Life 8.Bastiano 9.Giorno perso 10.Ofelia





TARLO TERZO Lp 2008, Wallace Records (Sperimentale, Blues)

1.Servo 2.Mestiere che paghi per fare 3.Tarlo della seta 4.I suoi brillanti anni ottanta 5.Lina 6.Seme nero 7.Lui verrà 8.Andata 9.FBD (fosforo bianco democratico) 10.Dal nulla per nulla 11.Per la scala del solaio






QUARZO Lp 2010, Santeria/Wallace Records (Sperimentale, Rock)

1.Pietra della gogna 2.Bignami 3.Dragamine 4.Niente come la pelle 5.Zuppa di Pietre 6.Muta 7.Morse 8.Notte delle blatte 9.Pietra per pane 10.Non è vero quel che dicono 11.Orologeria 12.Fine pena






INSECT TRACKS 2010 Vinile+Dvd, Wallace Records

Lato A, studio recording: 1.Per la scala del solaio 2.Andata 3.Notte delle blatte 4.Casa di legno
Lato B, live recording: 1.Mestiere che paghi per fare 2.I suoi brillanti anni Ottanta 3.Strada verso Incisa 4.Prostituisciti/Verme





BACHIDA PIETRA/MASSIMO VOLUME Split 2011, Tempesta Dischi (Sperimentale, Rock)

1.Morse 2. Un altro domani (Massimo Volume)
3.Litio 4.Stige11 (Bachi da Pietra)






QUINTALE 2013, La Tempesta Dischi (HardRock, Cantautorale, Noise)

1.Haiti 2.Brutti versi 3.Coleotteri 4.Enigma 5.Fessura 6.Mari lontani 7.Io lo vuole 8.Pensieri, parole, opere 9.Paolo il tarlo 10.Sangue 11.Dio del suolo 12.Ma anche no 13. Baratto@bachidipietra.com (traccia presente solo nelle versioni digitali dell’album)




FESTIVALBUG Ep 2013, Corpoc, Vinile e digitale download (Cantautorato, Rock)


1.Tito Balestra 2.Madalena 3.Baratto Resoconto Esatto






HABEMUS BACO Ep 2015, Rock, Mini album in vinile bianco e Cd (Tannen/ Wallace/ La Tempesta)

1.Habemus Baco 2.Tutta la Vita 3.Amiamo la Guerra




Lo ascolti qui:





Articolo ed intervista ad opera di Giusy Elle



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