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martedì 11 agosto 2015

77. RECENSIONE18: Eeeh?!? by Ludmilla Spleen






   Per una retrospettiva completa sul duo LUDMILLA SPLEEN rimandiamo all'articolo a loro dedicato con intervista, discografia e panoramica sulle etichette discografiche che li hanno seguiti nel loro percorso.
   Vi lasciamo intanto all'scolto completo dell'ep "Eee?!?" su Bandcamp e alla recensione esaustiva del nostro collaboratore Bob Cillo del duo garage blues barese Dirty Trainload.


Ascolto di "Eeeh?!?" su youtube





EEEH?!? 2014, Bloody Sound Fucktory/Artista Anch'io (PostPunk, Noise, ArtCore)


LATO A 1.Gelato gusto puffo 2.Camion
LATO B 3.Eeeh?!?











Ascolto e freedownload



RECENSIONE
LUDMILLA SPLEEN "Eeeh?!?"
Vinile 12" 2014, Bloody Sound Fucktory/Artista Anch'io

Fioriti dalla fertile scena musicale marchigiana sul finire degli anni ‘90, i Ludmilla Spleen risultano al data base dell’EDP, il più anziano duo chitarra-batteria d’Italia. Agli inizi del decennio seguente Filippo, chitarrista e cantante, e Niki, batterista, si trasferiscono a Bologna, dove sono residenti a tutt’oggi. Nelle loro esibizioni live i Ludmilla Spleen mostrano la loro vocazione naturale ad un post-punk viscerale e potente, a tratti quasi noise, sempre suonato con invidiabile energia.
La longevità da guinness dei primati del duo tuttavia, non deve farci pensare ad una formazione ormai fossilizzata nell’autocompiacimento del proprio passato. Al contrario questo ultimo lavoro “Eeeh?!?”, testimonia una florida salute creativa ed un’attitudine ricca di freschezza e vitalità.
“Eeeh?!?” è un mini LP in vinile 12” realizzato in coproduzione dall’attiva etichetta marchigiana “Bloody Sound Fucktory” e dall’oscura label “Artista anch’io”. La copertina acquerellata con un disegno fallico contiene un foglio con i testi dalla grafica molto curata, in stile fanzine-punk ’77. Il disco si articola in tre composizioni suddivise tra due facciate, entrambe con pari dignità di “side A”. Le composizioni sono un po’ delle suite articolate, tutte di durata ben superiore ai 5 minuti. L’impostazione “double A sided”, è un aperto invito ad iniziare da dove si vuole. La puntina del giradischi cade su “Gelato Gusto Puffo”, il brano culmina in una notevole esplosione di energia che tradisce una matrice rock’n’roll di base; naturalmente qui parliamo di rock’n’roll ad alto numero di ottani, quello che affonda le sue radici nella motor city fine anni ’60. L’album prosegue senza quartiere con tinte forti e vivide; i Ludmilla Spleen creano un linguaggio musicale carico di tensione ed i solchi di questo vinile sprigionano un’elettricità che pervade il corpo come fossero un fascio di cavi conduttori; cavi scoperti che non offrono alcuna garanzia di sicurezza.
Il cantato italiano non concede nulla alle consuete impostazioni melodico-cantautoriali con cui il nostro idioma viene solitamente tradotto in musica ma è spesso urlato istericamente o frammentato in una serie discontinua di vocalizzi articolati ed eterogenei. Le modulazioni della voce sono sempre in equilibrio precario, contribuendo ad accrescere il generale senso di instabilità e tensione che impera fino alla title track conclusiva… sempre che si ascoltino le facciate nello stesso ordine.
I riferimenti si possono ricercare nella no wave dei Teenage Jesus and the Jerks di Lydia Lunch ma c’è anche chi, non a torto, ha individuato una certa somiglianza con i Voivod di album come "Nothingface".
“Eeeh?!?” suona in maniera potente e presente, grazie all’ottimo sound “Fenderiano DOC” di Filippo e alla sapiente ed impeccabile produzione tecnico-artistica di Fabio Magistrali. Il grande Magistrali era producer di fiducia della band già nel precedente lavoro “Bassucks”, autoprodotto nel 2011.
Insomma, i Ludmilla Spleen con questo nuovo disco si confermano a pieno diritto esponenti di spicco di quella “scena marchigiana” che è fiore all’occhiello della migliore produzione musicale nazionale, fianco a fianco con band come Butcher Mind Collapse, Jesus Franco and the Drogas e l’eccellente duo Above the Tree & The E-Side.

Bob Cillo
8/10


Articolo ad opera di Giusy Elle








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