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martedì 19 dicembre 2017

149. RECENSIONE47: Muzak by The Big South Market






Ecco a voi oggi un gran bel duo rock, i THE BIG SOUTH MARKET da Barletta. Formati nel 2015 dal chitarrista e vocalist Giuseppe Chiumeo (The Rest Side) e dalla sua controparte alle pelli Ruggiero Rocco (Cancrena), vantano una ventennale carriera nella scena underground pugliese, in ambito cross over e trash metal. La combinazione dei due background porta a una sonorità vincente per il duo: un Hard Rock teso e cattivo, riff rotondi alla Southern Rock e tanto Stoner. Un concetto di drum&guitar portato all'estremo visto l'ampio uso del basso nei generi da loro prescelti ma una sfida che i due superano alla grande con ausili tecnici e un ricco interplay tra i due strumenti. Con questa ricetta si distinguono da subito a livello regionale piazzandosi poi finalisti dell'Arezzo Wave 2017 ed esibendosi al fianco dei Lombardi Destrage. La loro vera natura si esprime al meglio su palco, dove i suoni devastanti e travolgenti non vi faranno rimpiangere l'assenza del basso! Attestando definitivamente i The Big South Market come live band d'impatto.

Il loro debutto discografico risale al 2016 con la pubblicazione dell'Ep Muzak, un album di 5 tracce dai canonici tre minuti di esecuzione, che vi lascia senza respiro dall'inizio alla fine. Registrato e masterizzato ai Golem Dungeon Studios da Giuseppe Dentamaro (già produttore di un album per i Cancrena) ha il suono curato da Alessandro Paolucci, basista dei Raw Power, ed è promosso dal singolo ‘Before (You Make It Deeper)’ che rappresenta al meglio la proposta della band.

L'album e il nome della band sottostanno a un concept ben preciso: quello del centro commerciale, che nell'immaginario d'abbondanza della band non è il non-luogo a noi ben noto, bensì un grande punto di smercio per la musica rock, dove l’ascoltatore è libero di rifornirsi nei vari reparti suddivisi per sottogenere. 'Muzak' è infatti il termine gergale per intendere quella musica di sottofondo tipica dei grandi luoghi di raduno come i centri commerciali, appunto, mentre l'artwork del cd ricalca appieno questa ideologia presentandoci da un lato il passaggio a una cassa da supermercato (foto di Alessandro Imbriaco), e dall'altra la fredda e geometrica cartina di un centro commerciale.

Per chi volesse approfondire la retrospettiva del duo rimandiamo all'articolo appena pubblicato da Edp che raccoglie anche le testimonianze dei due fondatori grazie all'intervista concessaci. Qui ci concentriamo invece sull'ascolto dell'album condotti dalla recensione del nostro collaboratore, il batterista del duo beneventano Globetrotter, Danilo 'Damage' Peccerella. Buona lettura e buon ascolto, il Grande Mercato del Sud è ufficialmente aperto e vi proporrà solo del bel sano rock!



Muzak credits:
Prodotto da Giuseppe Dentamaro e The Big South Market
Registrato, mixato e masterizzato da Giuseppe Dentamaro @i Golem Dungeon Studios, Capurso BT
Tutte le tracce scritte e suonate dai TBSM
Data di pubblicazione: 2016
Etichetta: Autoprodotto
Distribuzione: The Orchard
Design: Fabio Barile
Fotografie cover: Alessandro Imbriaco
Fotografie band: Angela Lombardi
Promozione: RED CAT Di Alice Cortella info@redcatpromotion.com


Qui lo ascolti

MUZAK 2016
(HardRock/Stoner)
Autoprodotto/The Orchard

1.Big Deal
2.Before (You Make it Deeper)
3.Moondrink
4.Red Carpet
5.Desert Motel


RECENSIONE
THE BIG SOUTH MARKET "Muzak"
Ep 2016 Autoprodotto

Muzak è questo EP firmato dai THE BIG SOUTH MARKET, power duo formato a Barletta, nella provincia di Bari, dal chitarrista/cantante Giuseppe Chiumeo e dal batterista Ruggiero Ricco. Cinque le tracce al suo interno.
Apre le danze 'Big Deal', potente brano che viaggia tra groove possenti e cambi di tempo davvero ben congegnati, tra giochi di doppio pedale da parte di Ruggiero ben eseguiti e mai inutilmente invadenti, considerato anche lo stile proposto. Un inizio perfetto per questo EP.
Si continua con 'Before (you make it deeper)', brano che va diritto in faccia su un 4/4 terzinato che non si perde in fronzoli. 'Moodrink' è il terzo brano, ricco di riff di chitarra notevoli, su stacchi e pause di batteria al vetriolo.
La quarta traccia si intitola 'Red Carpet'. E' molto potente, nonostante l'inizio lento. Si evolve in una fase che porta ad un finale dal groove possente, fino ad un fade out che lascerà spazio a 'Desert Motel', brano di chiusura ricchissimo di respiro e dalla melodia travolgente, che conclude alla grande questo Muzak. Un disco estremamente efficace sia per quanto riguarda la scelta del minutaggio (circa 17 minuti totali, per una media di 3 minuti a brano), sia da un punto di vista compositivo, considerato che scorre alla grande.
Personalmente, l'ascolto non è per nulla pesante. Sia inteso, non intendo assolutamente sottovalutare questo lavoro, a mio avviso roccioso, preciso e fatto ad arte. Al contrario, ci tengo a dire che a volte, proprio in ciò che è più diretto e 'in your face', si può trovare il meglio che l'orecchio possa desiderare e questo Hard Rock venato di Stoner è proprio l'esempio lampante di semplicità e potenza strumentale e vocale per un godimento acustico assicurato.

Danilo 'DAMAGE' Peccerella
8/10







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