The Devils, un nome e una garanzia di diavoli su palco. Loro
sono Switchblade Erika e
Gianni Blacula (rispettivamente batteria /voce e chitarra), sfacciatamente
brutali col loro trash'n'roll e audaci nei testi come soprattutto nell'immagine
blasfema che danno di sé. Ma sono anche la dimostrazione di come sapendo osare
-imprescindibile però l'ottima proposta di base- si possa far carriera a
livello mondiale pur partendo dal più oscuro underground. La loro storia parte
infatti dall'interland napoletano nel 2015 per approdare ai giorni nostri al
terzo album in studio con la produzione di Alain Johannes e un duetto con Mark
Lanegan. Tutto quello che c'è in mezzo lo potete approfondire nel nostro articolo appena pubblicato; intanto buon ascolto dei
due demoni partenopei, guidati dalla recensione del nostro collaboratore di
fiducia Bob Cillo (Dirty Trainload).
RECENSIONE
THE
DEVILS "Beat Must Regret Nothing"
Lp 2021
Goodfellas
Il titolo della
overture “Roar”, mantiene quanto promette e questo “Beast Must Regret
Nothing” dei napoletani “Devils”, inizia a ruggire già dalle prime note.
Aggiungo subito che una volta carpita l’attenzione dell’ascoltatore, il
rock’n’roll sanguigno del duo non molla la presa. Per la sua intera durata, il
lavoro procede serrato ed incisivo fino all’ultima battuta, senza perdere un
colpo.
Il biglietto da
visita è dei più lusinghieri: la produzione è firmata da Alain Johannes che ha
collaborato, sia in veste di musicista che di producer, con Queens of The Stone Age, Chris Cornell, PJ Harvey,
Mark Lanegane Them Crooked Vultures.
A detta dei Devils,
la collaborazione con Johannes non si limita alla cabina di regia: “ha
allargato i nostri orizzonti musicali partecipando anche agli arrangiamenti e
suonando tutti gli strumenti presenti nello studio”. Ne scaturisce un’alchimia
palpabile che regna sovrana su tutto l’album.
Il sound è potente
e accattivante, richiama subito alla mente riferimenti culturali di gran
classe: Cramps, Alan Vega, Jon Spencer. Il timbro delle chitarre di Gianni
Blacula è ottimo, con fuzz pedal spiegato al vento ma sempre ben dosato. La
batteria di “Switchblade” Erika pompa con grande potenza e precisione, forte
anche di un sapiente aiuto di post-produzione. Erika ricopre brillantemente
anche il ruolo di “lead vocalist”, come dimostrato dal bluesaccio “Real Man”,
primo singolo tratto dall’album. Il brano è accompagnato da un video-clip in
cui Erika veste i panni della “sexy-panterona”.
Altro momento clue
del disco è “Devil Whistle, Don’t Sing”, per la quale si è scomodato
nientemeno che il “Big Daddy” Mark Lanegan. Il vocione di Lanegan fa da
contrappunto ad un riff di grande efficacia.
Sempre a proposito
di eccellenti riferimenti culturali, segue una brillante reinterpretazione
della strepitosa versione di Link Wray di “Ain’t That Lovin’ You Babe”,
scritta da Jimmy Reed. Purtroppo nel press kit inviatomi mancano le note di
copertina ma, andando a naso, credo che si tratti dell’unica cover presente nel
lavoro.
La linea di basso
di “Roll With Me” evoca addirittura lo spettro di Tracy Pew, spina
dorsale dei leggendari Birthday Party di Nick Cave.
Chiude la maestosa
title track, proverbiale “ciliegina sulla torta”. Qui Alain Johannes imbraccia
una cigar box guitar ad 8 corde. La componente acustica delle sue droning
notes, conferiscono al suono una forma compiuta e matura creando un perfetto
blend con la fuzz guitar di Gianni. Anche questo brano è accompagnato da un
riuscito video-clip.
In conclusione,
questo “Beast Must Regret Nothing” è un’opera di grande fattura; ci
restituisce senza riserve l’immagine di una band in florido stato di salute
creativa.Feeling ed energia dei due
musicisti sono supportati da una produzione dalla tecnica impeccabile, in un
riuscito connubio.
Ho visto in un paio
di occasioni i Devils esibirsi dal vivo, tra cui sul prestigioso palco del Beat
Festival di Salsomaggiore. Il pericolo era che i due si affidassero troppo alla
pantomima un po’ fasulla del prete satanico e della suora-bagascia. Questo
album dimostra inequivocabilmente che la sostanza c'è. Spero che il nuovo
lavoro possa rappresentare per la formazione un deciso e definitivo salto di
qualità e che il duo partenopeo riesca ad affermare la propria personalità
senza lasciarsi imprigionare in cliché stantii e ruoli angusti.
1.Roar2.I Appeared To The Madonna3.Real Man4.Life Is A
Bitch5.Time Is Gonna Kill Me6.Don’t Call Me Any More7.Whistle Don’t Sing (feat. Mark Lanegan)8.Ain’t That Lovin’ You Babe9.Devil’s Tritone10.Roll With Me11.Beast Must Regret Nothing (feat. Alain Johannes)
Provengono direttamente da qualche girone dantesco e dopo
aver firmato un patto di sangue con Satana in persona, ottengono fama e
successo. Jim Diamond, Alain Johannes, Mark Lanegan, i personaggi con cui hanno
collaborato; Jon Spencer, The Sonics, Mudhoney, i musicisti con cui hanno
suonato. Dai bassifondi partenopei ai palchi mondiali, ecco un excursus sulla
carriera dei nostrani THE DEVILS. L'occasione, l'uscita del loro terzo album in
studio, Beast Must Regret Nothing.
DAGLI
ESORDI AI GIORNI NOSTRI
Loro sono Erica Toraldo e Gianni Vessella, due
napoletani che del rock'n'roll più verace e blasfemo hanno fatto un credo di
vita. Già musicisti, si incontrano nel 2015, anno in cui formano il duo The
Devils, nome ispirato al leggendario film horror di Ken Russel del 1971; ciò
che li accomuna è un background musicale fatto di note selvagge: una passione
nata per entrambi in giovane età nei sobborghi malfamati della città, dove
tutto ciò che è ribelle alimenta l'energia pulsante che circola da quelle
parti.
Erica al tempo suonava il basso in una band punk ma
per l'occasione passa alla batteria con il nome di Black Sticks Killer
mentre il nostro Gianni si accanisce sulla sei corde con lo pseudonimo di Elvis
Fucking Christ. I Cramps e The Sonics sono le loro muse ispiratrici e la musica
che nasce in quel garage dell'hinterland napoletano è fatta di canzoni brevi e
riff furiosi in un mix tra punk e blues, per un garage rock primitivo e
martellante. Da subito si delinea anche la loro estetica, l'immagine con cui si
presentano su palco e che li caratterizza come personaggi: si attinge da un
serbatoio torbido e blasfemo, dove sex and rock'n'roll vanno a braccetto, le
suore sono sodomizzate e gli eccessi all'ordine del giorno; i testi non sono da
meno e l'irriverenza la fa da padrona.
Foto by Didier Vanspranghe
E' con questa formula ed urgenza che vengono creati e
pubblicati i primi due album dei The Devils: Sin, You Sinners del 2016 e
Iron Butt dell'anno successivo, entrambi registrati e mixati in non più di
tre giorni ed ascoltabili sul profilo Bandcamp del duo. Cattivissimi e
trasgressivi, il reverendo e la suora sono così pronti per la crociata
evangelica, dove il crocefisso viene sostituito da un fallo e le allusioni
sessuali sono più che esplicite.
Un po' perché in Italia il rock'n'roll verace non ha
mai avuto grandissimo seguito ma anche perché la nazione bacchettona avrebbe
avuto sicuramente qualcosa da ridire sulla proposta estetica del duo, i Devils
puntano da subito all'estero, per una decisione che risulterà più che vincente,
a partire dall'idea di proporsi a Jim Diamond (il produttore dei primi White
Stripes, The Sonics e Dirtbombs), una volta saputo che si era trasferito in
Francia. La demo non passa inosservata e il genio di Diamond viene ad arricchire
la proposta già vincente del duo. Per la pubblicazione del primo album viene
poi scelta l'etichetta svizzera Voodoo Rhythm Records, fondata dall'One Man
band Reverendo Beat-Man nonché leader della band psycobilly The Monsters e in
breve i due si ritrovano sui palchi di mezza Europa e a seguire anche in
Canada, per un tour on the road di oltre 400 date. All'interno si inserisce Iron
Butt, il secondo lavoro con la riconferma delle due collaborazioni, un
album che è ancor più brutale di quello d'esordio e dove i brani si alternano
al ritmo di un paio di minuti all'uno in quello che ormai si può definire
Trash'n'roll mentre lo spirito peccaminoso del duo diventa sempre più
sfacciato.
Nel frattempo nasce il materiale per il nuovo album e
improvvisamente assistiamo a dei sostanziali cambiamenti: gli abiti talari
finiscono in soffitta e un'aderentissima tutina di lattice (alternata a una in
pizzo) è tutto ciò che rimane a definire la silhouette di Erica, assestando
così il look nel filone motor sexy, mentre i due musicisti si fanno ora
chiamare Gianni
Blacula e Switchblade Erika. Le canzoni che escono in questa fase, e
che vengono raccolte nell'album Beast Must Regret Nothing,
segnano però la svolta più rilevante essendo molto più sobrie e pensate, a sottolineare la
maturità espressiva del duo: si va a perdere la frenesia e l'isteria dell'album
precedente per dare spazio a sonorità più soft, di matrice blues, mentre il
metronomo si assesta su battiti più sostenibili. Durante un tour in Spagna dei
Devils a settembre del 2019, saputo che in zona c'era anche Alain Johannes (sì,
proprio lui, colui che ha seguito artisti del calibro degli Arctic Monkeys,
Queen of the Stone Age, PJ Harvey, Mark Lanegan, Chris Cornell...), non esitano
a proporre il materiale ancora grezzo al noto produttore e, magicamente, anche
questa volta la palla va in buca. Il talento del duo viene riconosciuto e
valorizzato con questa nuova collaborazione: lo stesso Alain, infatti,
collabora attivamente alla produzione dell’album partecipando anche agli
arrangiamenti e suonando vari strumenti, interviene cantando nella title track
e suggerisce infine un duetto nientemeno che con Mark Lanegan che presta la sua
voce su "Whistle Don't Sing", la traccia numero sette dell'album.
Il cambio di rotta prevede anche una nuova
collaborazione editoriale e il 23 aprile 2021 il disco esce per l'italianissima
Goodfellas, già precedentemente in collaborazione col duo seppur in veste di
distributore. L'album in realtà era stato registrato già nell'autunno del 2019
(in due settimane allo storico Auditorium Novecento di Napoli, dove lavora
anche Fabrizio Piccolo, il chitarrista del rinomato duo
chitarra-batteria Mesmerico) e pronto per la pubblicazione, dopo i lavori
di rifinitura a Los Angeles, aprimavera successiva, quando però l'esplosione della pandemia da Covid19
ferma ogni attività. L'album resta quindi in stand by per un anno quando, visto
che ormai nuovi brani stavano facendo capolino sulla scaletta del duo, si
intuisce che non si può più rimandare e viene quindi ufficialmente pubblicato.
La release dell'album viene anticipata da alcuni
video: "Real Man" apre le danze a gennaio 2021, assieme all'Official
Audio del featuring con Mark Lanegan; a febbraio è l'ora della title track con
tanto di comparsa di Johannes in persona, infine, un mese dopo e a pochi giorni
dall'uscita dell'album stesso, è il turno di "I Appeared to the
Madonna". Qui a seguire i link d'ascolto mentre per l'approfondimento
dell'album, con la meticolosa recensione del nostro Bob Cillo, rimando a uno spazio dedicato (qui). Come non
rivolgermi a lui x parlare di questo disco, visto che la passione per il blues grezzo e verace di Hound
Dog Taylor lo accomuna alla band? Ricordiamo che Gianni ha pure la mano
polidattile del bluesman tatuata sull'avambraccio...
Buon viaggio all'inferno, quindi, con i nostri demoni partenopei.
Nata nel 2000 dall'incontro di addetti ai lavori con
numerose esperienza alle spalle, Goodfellas si impone da subito per
l'accuratezza e la qualità delle sue proposte fino a diventare, oggi, tra le
più rispettate realtà indipendenti internazionali. Le attività di
distribuzione esclusiva e promozione -oltre al lavoro di scouting sul
territorio nazionale come etichetta discografica- ne caratterizzano
l'operato. Ad oggi, il grosso del lavoro è rappresentato ancora dalla
vendita dei Cd con il download digitale in continua ascesa ed il vinile come
zoccolo duro; grande attenzione, infatti, è sempre stata rivolta nel corso
degli anni al formato vinile, rilanciato anche attraverso un puntuale programma
di ristampe di titoli classici e non. Goodfellas è impegnata
parallelamente anche nel lavoro di sincronizzazione, valorizzando alcuni degli
artisti in catalogo ed introducendoli allo sterminato mondo della cinematografia
e della pubblicità. Più di ogni altro cenno biografico parlano però i
titoli in catalogo e le prestigiose realtà indipendenti con cui da anni
collaborano.
DISCOGRAFIA
BEAST
MUST REGRET NOTHING(GarageBlues)
1.Roar2.I Appeared To The Madonna3.Real Man4.Life Is A
Bitch5.Time Is Gonna Kill Me6.Don’t Call Me Any More7.Whistle Don’t Sing (feat. Mark
Lanegan)8.Ain’t That Lovin’ You
Babe9.Devil’s Tritone10.Roll With Me11.Beast Must
Regret Nothing (feat. Alain Johannes)
IRON
BUTT 2017, Voodoo
Rhythm Records (Trash Rock'n'roll)
1.Put Your
Devil into my Ass2.Red Grave3.Pray You Parrots4.Guts is Enough5.White
Collar Wolf6.Don't tell Jesus7.Big is our Sin8.Radio Maria Anthem9.The Devil's Trick is not a Treat10.The People suite
SIN
YOU SINNERS
2016, Voodoo Rhythm Records (GaragePunk, Rock'n'roll)
1.Puppy
Nun2.Coitus Interruptus (From a
Priest)3.Magic Sam4.Drunk Town5.Don't Look in the Basement6.Misery7.Azazel8.Sin, You Sinners!9.Hell's Gate10.Shaking Satan's Balls