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venerdì 29 aprile 2016

101. Lo smembramento musicale degli HYSM?DUO

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INTRO
Torniamo ora ai duo con la centounesima pubblicazione...
   Nell'articolo primo sugli HYSM?DUO abbiamo avuto modo di parlare delle loro origini, della loro scelta musicale alternativa, dello sviluppo sonoro sviluppato dal 2006, anno di fondazione, ad oggi, attraverso le numerose pubblicazioni in studio, nonché della loro attività parallela come casa editrice, etichetta indipendente concentrata sulle produzioni sonore originali (noise, improvvisazione radicale e molto altro). Abbiamo colto l'occasione per spiegare i generi musicali di riferimento del duo (Rio, Altrock, Improvvisazione Radicale) nonché fatto una rapida carrellata sulle case editrici che nel corso del tempo hanno supportato i lavori discografici della band, mirabile esempio di collaborazione tra etichette indipendenti. Per tutto questo rimandiamo quindi all'articolo in questione mentre noi oggi ci concentriamo sugli aggiornamenti intercorsi in questo ultimo anno e alla presentazione del loro ultimo, doppio album, intitolato "Small Universes".


AGGIORNAMENTI
   E' passato un anno dal nostro ultimo incontro con Stefano Spataro e Jacopo Fiore, i fondatori nel 2006 di questo originale e prolifico duo tarantino, e nemmeno un anno e mezzo dalla pubblicazione del loro ultimo lavoro "All Impossible Worlds". Eccoci pronti ad aggiornarvi sulla loro nuova pubblicazione... Tra 'mondi impossibili' e 'piccoli universi' gli Hysm?Duo sembrano muoversi sulle stesse tematiche, ma a livello musicale ci sono vari cambiamenti che preannunciano le sonorità alle quali stanno consapevolmente tendendo Stefano e Jacopo. Dopo la registrazione di "All Impossible Worlds" i due hanno suonato molto in giro, per lo più in Italia, quindi si sono concentrati sulla registrazione del nuovo, duplice album. Da un lato hanno realizzato un'unica, lunghissima traccia di 46 minuti che va a formare il Cd1, dal titolo omonimo dell'album, e che altro non è che la riproposta di vecchio materiale inedito pre "All Impossible Worlds", dall'altra hanno recuperato le 6 tracce aperte dell'ultimo album, "All Impossible Worlds", appunto, lasciandole riarrangiare a tre amici della scena underground italiana, nello specifico Andrea Caprara, Paolo Cantù e Superfreak. Il vecchio disco viene presentato quindi completamente remixato nel Cd2, in chiave personale da ogni artista: c'è chi reinterpreta "aiw" in chiave rumoristica, chi ci aggiunge un intro di lirica o un intermezzo rap su base melodica, fornendo così un nuovo punto di vista all'espressione musicale degli Hysm?Duo. Il primo album, quasi come una sinfonia per la sua lunghezza ed amalgama delle tracce, è praticamente un ritorno alle sonorità crude e spezzate che avevano caratterizzato la produzione pre "Aiw", album che avevo solennemente osannato anche per la sua vena a tratti melodica, che conferiva una maggiore universalità d'ascolto, ma preannuncia anche i cambiamenti ai quali i due tendono. Legata invece al bel ricordo degli originali, ho dovuto ascoltare più volte le versioni remixate per sganciarmi dalle impressioni prime, ormai fissate.
   "Small Universes" è formato quindi da due Cdr che rappresentano un po' un preludio alla pratica di smembramento e rimescolamento che gli Hysm stanno dando al proprio progetto. Attualmente, infatti, stanno già lavorando al materiale per il nuovo album nell'ottica di trasformare l'avant-rock di "Science in Action" e "All Impossible Worlds" in una sorta di rock concreto con sonorità più vicine a quelle del free-jazz e del jazz-electronic. Nel frattempo Stefano e Jacopo portano avanti un progetto parallelo di improvvisazione radicale, con tendenza al free-jazz, sempre in due, denominato LAOGAI. Il set up è sax (soprano) e batteria, una combinazione molto in voga tra i duo al momento, che di solito in questa formazione compongo free-jazzcore, o comunque qualcosa di alternativo. Mi vengono in mente i mitici Mombu (duo sperimentale con Luca T.Mai degli Zu e il batterista dei Neo), i Jooklo Duo (ossia Virginia Zenta e David Vanzan, dell'indimenticabile duo chitarra-batteria hardcore ZURICH AGAINST ZURICH, all'epoca famosi per realizzare show al fulmicotone non più lunghi di 15 minuti...), o i Trentini Kuru. Nella versione chitarra-sax mi vengono in mente invece i JHATOR, nuovo progetto di Ferdinando Farro, ex MAYBE I'M, fondatore della Kaspar House, etichetta indipendente proprio coinvolta nella pubblicazione di "Small Universes" e altri lavori degli Hysm?Duo. Come sempre, i mondi dei duo tendono ad incrociarsi....
   Ma diamo ora la parola a Stefano per sapere qualcosa di più sulle intenzioni musicali della band, mentre per calarci maggiormente nell'atmosfera di "Small Universes" con le considerazioni di Danilo Peccerella, nostro nuovo recensore Edp nonché batterista del duo beneventano math-core e sperimentale GLOBETROTTER, rimando alla sua recensione prima nell'articolo a seguire.

Ascolto integrale degli album:

INTERVISTA
1. Ben tornati tra noi dell'Edp Stefano e Jacopo! Siete sempre sul pezzo, alla fine, vero? Con una media di un anno, un anno e mezzo c'è sempre in uscita un nuovo lavoro a vostro nome... Il vostro è un progetto strumentale ma ogni volta vi basate su un tema che vi faccia da canovaccio. Tra "All Impossible Worlds" e "Small Universes" siamo sempre nelle tematiche legate allo spazio e al tempo?
S. Ciao Giusy! E grazie per l'attenzione costante che riservi per progetti come il nostro. Sempre sul pezzo, dici? Magari! Avessimo più tempo libero faremmo un paio di dischi l'anno (senza contare tutti i progetti paralleli), ma facciamo il possibile. Per quanto riguarda i dischi, sì, ci hai visto giusto. SU è materiale di vecchie improvvisazioni che risalgono al periodo post “Science in Action”, ma che ci hanno sempre gustato. Da qui l'idea di pubblicare materiale vecchio con remix di materiale “nuovo”. L'idea dei piccoli universi è nata proprio dall'incrociarsi di queste idee: il vecchio inedito e una versione parallela del nuovo. Ci piaceva l'idea di poter creare allo stesso tempo una sorta di b-side di AIW, che fosse in qualche modo un ritorno alle origini. Anche le immagini hanno avuto un ruolo fondamentale. In copertina infatti si vede uno spaccato di un quartiere della nostra città (Taranto) e i balconi sembrano essere le aperture di piccoli mondi isolati l'uno dall'altro.
2. Nell'ottica della collaborazione, che tanto vi distingue, oltre a presentarci la vostra nuova composizione di 46 minuti, si diceva, avete voluto far remixare l'intero "All Impossible World" a degli amici colleghi. Come li avete scelti? Avevate già in mente in che maniera avrebbero potuto reinterpretare il vostro materiale?
S. Quando ci è balenata in testa l'idea del remix, la scelta è stata quasi obbligata. Paolo Cantù è un eroe dell'underground italiano, nonché nostro compagno di avventure ormai da un bel po' di anni, e di questo ne siamo davvero orgogliosi. Superfreak è invece “l'amico di infanzia”. Quando anni fa abbiamo iniziato a suonare con questa attitudine, lui e tutta la Lepers Produtcions sono stati i primi che abbiamo frequentato (non so se sia stato un bene...) e con cui abbiamo condiviso altri progetti (vedi Bokassà e Amin da dà). Andrea Caprara è poi un nostro caro amico conterraneo e un grandissimo sassofonista e produttore, anche lui lottatore estremo nella fanghiglia underground italiana. Ha suonato su AIW, come ricorderete.
3. "Small Universes" mi è sembrato quasi un ritorno alle sonorità precedenti "All Impossible Worlds", album dove vi eravate espressi in maniera per la prima volta con tratti più melodici. Invece mi pare di capire che sia uno step verso un nuovo cambiamento. Ci volete illuminare sul percorso musicale che vi ha portato fino a qui e spiegarci qual è la vostra idea di "smembramento sonoro"?
S. L'impro di SU è stata suonata e registrata nel 2012, appena uscito SIA. Tuttavia vira radicalmente verso qualcosa di diverso rispetto ad AIW, verso qualcosa che non si è mai realizzato, per ora. (SU=Small Universes; SIA=Science in Action; AIW=All Impossible Worlds, N.d.a) Ultimamente i nostri ascolti si rifanno ad un certo tipo di free-jazz/alt-jazz anche contemporaneo, e il nostro set è diventato più minimale, con meno cambi e più dinamiche. Io personalmente suonerò solo ed esclusivamente un basso fretless ed ho tolto qualsiasi tipo di effetto. Jacopo invece sta lavorando parecchio sui suoni della batteria ed entrambi stiamo ancora cercando di capire quali tipi di suoni “altri” ci possiamo inserire. Il riascoltare e pubblicare SU ci è sembrato come mettere un tassello per saltare definitivamente verso le nuove sonorità.
4. Sempre voi due vi esprimete in un progetto parallelo di improvvisazione radicale, i LAOGAI. Quanto considerate vincente la formazione duo visto che spesso ricadete in questa line-up? Penso ai vostri progetti precedenti, ai DARDO CHALET di Jacopo e al basso-batteria noise-prog di Stefano Ada Nuki...
S. Hai toccato un punto scottante! Laogai è da sempre un'idea più che un progetto musicale, infatti ha come sottotitolo H-Project #1 (una sorta di serie numerata immaginaria di progetti paralleli). Nasce come line-up acustica di sax soprano e batteria (tra l'altro le prime registrazioni, pubblicate nel mini l'estate scorsa, risalgono al periodo di registrazione di SU) ed è mentalmente indipendente da HysM?Duo. Almeno lo era fino ad ora, poiché sembra che i due mondi si stiano per incontrare. Nei pochi live che abbiamo fatto in questa veste infatti abbiamo iniziato ad aggiungere suoni elettronici che inevitabilmente si ritroveranno nel nuovo di HysM?Duo; stessa cosa per il sax soprano. Chissà cosa prevede il futuro. Al momento non so dirti se Laogai sarà riassorbito in HysM?Duo o meno, sicuramente nasceranno nuovi progetti, sempre in duo, per dare seguito all'idea dell'H-Project.
5. Ci aggiornate anche sulle novità di Hysm?, la vostra etichetta indipendente?
S. A parte Jhator, che hai già citato, nel nuovo anno abbiamo cacciato fuori già un po' di dischi interessanti: “Nero” di The Great Saunites, psichedelico e massiccio, il mio ultimo personale “Minimal Architecture vol. 1” dalle sonorità ambient-drone sul tedesco anni '70 andanti e l'esordio di L.B.B., trio di improvvisazione radicale frastagliata e rumorosissima. Per l'immediato futuro abbiamo il nuovo di The Big Drum In The Sky Religion, un nostro amico americano fulminato, un live del trio Babau, anche loro psichedelici colorati, e il grande ritorno di un veterano della nostra etichetta, Clov, un vero e proprio cantautore sopravvissuto a mille formattazioni di computer.
Ottimo, lieta di aver seguito i vostri ultimi sviluppi. Buon proseguimento di carriera!
S. Grazie a te, e un saluto agli amici di EDP.




DISCOGRAFIA
SMALL UNIVERSES 2016, Hysm?, Neon Paralleli, Kaspar House (RIO, AvantRock)

CD1- 1.Freedom Day
CD2- 2.Joel 3.The Path 4.Fall 5.Thirst 6.Introduction 7.Double Room 8.Dots 9.Walk with me




QUI lo ascolti
QUI la nostra recensione


Per le case discografiche che hanno appoggiato i lavori degli Hysm?Duo e per consultare la loro vasta discografia completa, rimandiamo all'articolo di presentazione della band.



Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle



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