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martedì 31 maggio 2016

105. GLOBETROTTER: i vagabondi matematici...


INTRO
   Come spesso accade, i duo chitarra-batteria che seguo col progetto Edp mi vengono segnalati da amici e colleghi che conoscono la mia passione per questa line-up. Nella mia regione, il Trentino-Alto Adige, non sono numerosi questo tipo di duo, tant'è che Malaciort Moreno, il bassista che mi ha segnalato i Globetrotter di oggi, è in realtà campano e ha fondato qui a Rovereto un duo basso-batteria denominato Atacama Death Experience. Era la fine del 2014, in occasione dell'uscita del loro secondo lavoro discografico "Fibonacci". Math-rock strumentale, molto tecnico ed ibrido di altre influenze, indubbiamente interessante. Mi ero ripromessa di dedicar loro un articolo, ma poi le cose cambiano, gli impegni si sommano, e il tutto è sfumato.
   Eccomi qui, un anno e mezzo dopo, legata a doppia mandata proprio con i Globetrotter! Infatti, ad un appello in ricerca di recensori per generi "core", non uno ma entrambi i musicisti di questo duo beneventano hanno dato la loro disponibilità per questo ruolo. Tra contatti epistolari e distribuzione di album non potevo infine ovviare alla mia passata manchevolezza. Eccoci allora pronti a presentarvi un duo interessantissimo, per chi si diletta di musica strumentale, riff matematici, e tante proposte sperimentali.

BIOGRAFIA
   'Globetrotter' (letteralmente 'colui che trotterella in giro per il globo') è un termine inglese per descrivere quei viaggiatori, per lo più giovani, che con pochi mezzi girano il mondo a scopo turistico. Il globo che i fondatori di questo duo intendono esplorare in ogni dove è indubbiamente quello musicale: interazione tra i generi e sperimentazione sonora sono infatti i tratti salienti di questi due musicisti sanniti.
   I GLOBETROTTER nascono nel 2009 a Benevento e sono composti dal chitarrista Giovanni Nazzaro e il collega alle pelli Danilo 'Damage' Peccerella. Ve li presento singolarmente...

Giovanni Nazzaro, classe 89, inizia a suonare la chitarra all'età di 14 anni. Come i ragazzini della sua età si appassiona in breve al rock ed inizia a studiare la chitarra elettrica con vari insegnanti privati. Subito le prime esperienze con rock band, quindi incomincia a scrivere brani originali per chitarra solista che lo portano ad esordire in tutta Italia e parte della Germania. Contemporaneamente sviluppa interessi verso la musica progressive e sperimentale, ed è proprio questa predisposizione alla ricerca sonora che lo porta alla creazione di progetti musicali caratterizzati da una forte sperimentazione tecnica e al di fuori dagli schemi del rock tradizionale. Frequenta il corso sperimentale di orchestrazione per organici jazz al conservatorio di Benevento e nell'ambiente inizia a suonare con varie big band e formazioni jazz/funk. Contemporaneamente si iscrive all'accademia Lizard e continua a studiare la chitarra elettrica rock and heavy, conseguendo il diploma di terzo livello e successivamente intraprende il corso fusion, che lo porta alla fine del corso professionale e alla specializzazione turnista/compositore/insegnante. Partecipa a numerose master class tra cui: Steve Vai, Guthrie Govan, Greg Howe, Scott Henderson, Massimo Varini, Andrea Braido, Kurt Rosenwinkel. Alla fine di questo percorso di studi è attualmente impegnato come direttore, insegnante di chitarra, armonia e musica d'insieme al laboratorio musicale Lizard di Benevento.
   Giovanni nutre un particolare interesse per la line-up a due tant'è che, oltre ai Globetrotter, presta la sua competenza chitarristica nei DROP DUO con Ettore Patrevita al sax. Proprio questa sua curiosità per le possibilità musicali che un duo può offrire, lo ha fatto scegliere il nostro Progetto Edp per la collaborazione come recensore. Suona anche come solista: notevole il suo progetto GIOVANNI NAZZARO SOLO CONCERT dove la forma canzone viene drasticamente smembrata e trasformata in un ammasso di suoni, voci e rumori, che mutano nel turbinio di ricerche sperimentali. Loop, campionamenti, textures e nuove tecnologie, incentrati sulla chitarra, il sitar e l'oud, con un uso maggiore di effettistica, fanno da matrice a molteplici ambientazioni sonore che spaziano tra il jazz, il rock e la world music. Interessante miscela sonora alla Robert Fripp fruibile e godibile da un vasto pubblico di ascoltatori.

Danilo Peccerella, detto 'Damage', è un batterista nato nel 1980. Si diploma perito meccanico e si presta a numerosi e svariati lavori prima di dedicare l'intera vita alla sua grande passione, nata già in tenera età, che è la musica. Studia per lo più da autodidatta a parte qualche parentesi: nel 1995 prende lezioni di teoria e pratica per 6 mesi da un maestro di chitarra; frequenta, in qualità di batterista, il corso base all’Università della Musica di Roma nell’anno 2003/2004 ed infine consegue il primo livello all’accademia Lizard di Benevento, nell’anno 2011. Ma la sua vera scuola sono state le esperienze nelle band, che alterna tra i generi più disparati: inizia nel 1996, urlando dietro un microfono in un gruppo Hard Rock/Punk/Heavy Metal, per poi variare line-up tra sporadiche esibizioni con voce, chitarra e basso. Inizia a suonare la batteria soltanto tra il 2002 e il 2003 con gli OMEN MORTIS, band Thrash/Technical Death Metal, per poi cercare continuamente persone con cui condividere gusti musicali sempre differenti, dai TETANO (Formazione Crust/Punk) ai DETONHATE (Grindcore/Death Metal), dallo Stoner/Doom dei TEVERTS all’Industrial/Psy-Trance/Electro/Rock dei TOXIC KARMA al Tribal/Stoner Metal dei LOST MOON (con cui, da quasi quattro anni, viaggia in Europa in qualità di turnista), fino ad un recentissimo progetto in ambito Hardcore/Sludge. Sono queste esperienze a fare di lui un batterista versatile ed interessante nonché un gran conoscitore di musica, per lo più sperimentale ed alternativa.
   Sua seconda passione è il cinema tant'è che lo ritroviamo su vari set come assistente della post produzione audio, creatore di effetti sonori e musiche.

   Giovanni e Danilo sono inoltre amici di lunga data e il duo nasce quasi per caso nel 2009, in quel di Benevento, dalla voglia di esprimere se stessi e tutto il background di ascolti, nonché di band precedenti, in cui i due avevano suonato. Una specie di incontro per confrontarsi e sperimentare, concretizzato in un vero e proprio duo quando decidono di coprire una band mancante durante un contest cittadino.
   Esordiscono nel 2012 con un album omonimo di math-rock strumentale che li contraddistingue da subito per la loro ricerca di sonorità sperimentali. Desiderano non dar limite a nessuna idea, creando un genere fuori dagli schemi del rock tradizionale, caratterizzato da una complessa ed insolita struttura ritmica, melodie angolari, da accordi dissonanti e da una grande sperimentazione tecnica. Dopo il disco d'esordio ecco uscire Fibonacci a fine 2014, un full-lenght di 7 tracce, come il precendente, registrato in presa diretta e brevissimo, in quanto si ascolta in soli 24 minuti. L'attitudine è quella dell'album d'esordio anche se con meno influenze metal a favore di un suono più sobrio ed elegante. Il genere è ancora difficilmente descrivibile: se parte dal math-core, per via delle ritmiche scomposte, è anche vero che 'viaggia' alla globetrotter verso sonorità jazz, funk, fusion, metal, noise, progressive e psichedeliche... ogni brano si presenta così diverso dal precedente rendendo meno ostico il genere math-rock, troppe volte freddo e incompreso. Ma non solo, persino ogni singolo brano risulta un collage di vari generi e stili, tant'è che in ogni traccia vi troviamo idee germinali per più di un brano. E' anche questo lo sperimentalismo a cui i Globetrotter tendono, a partire dalla destrutturazione della forma canzone. La chitarra tecnica di Giovanni, quasi sempre distorta, viaggia imperterrita mentre Danilo si dimostra abile nel seguirla e supportarla in tutti i suoi repentini cambi di direzione e nelle strutture articolate e complesse. I suoni, specie della chitarra, sono grossi e presenti, registrati con loop station e un octaver splittato su un ampli per basso per riempire così le frequenze di base.
   Fibonacci, noto matematico pisano del dodicesimo secolo, si ricorda soprattutto per la sua sequenza numerica, caratterizzata da numeri formati dalla somma dei due precedenti... non c'era titolo migliore per un album di math-rock... ad opera di due soli strumentisti...
   Attualmente Giovanni e Danilo, oltre a portare avanti il 'Fibonacci tour', stanno lavorando al loro prossimo album, con uscita prevista per l'autunno 2016 a cadenza biennale rispetto ai lavori precedenti.
   Passiamo quindi all'intervista con Giovanni Nazzaro e Danilo 'Damage' Peccerella del duo beneventano GLOBETROTTER. Nell'articolo a seguire, infine, la recensione al loro Fibonacci a firma del nostro collaboratore Luca Sabata, batterista del duo partenopeo sperimentale KARAWANE. Buona lettura e buon ascolto a tutti!

Link video:
Giovanni Nazzaro "Solo Concert"
Giovanni Nazzaro "Gentle Acoustic"




INTERVISTA
1. Carissimi Giovanni e Danilo, benvenuti nei nostri spazi Edp. Per incominciare a conoscerci, ci raccontate come siete passati dall'ascoltare e suonare musica più "comune" a quella più o meno sperimentale?
Entrambi abbiamo un background di ascolto musicale molto ampio, ascoltiamo dalla classica al deathmetal. Per quanto riguarda le nostre esperienze musicali di band ci differenzia il fatto che Danilo ha scelto quasi sempre di suonare musica alternativa anche se in varie sfaccettature. Giovanni ha avuto esperienze live più ampie (folk, jazz, rock, funk, metal ecc. ecc.). Tuttavia abbiamo sempre condiviso gli stessi gusti musicali ed è stato semplice iniziare un progetto insieme.

2. Cos'avete nell'impianto stereo in questo momento? O nel lettore mp3...
Danilo: In questo preciso momento Naked City, per il resto ora sono affezionato a tutti i vinili delle band DIY che ho a casa.
Giovanni: La mia playlist è abbastanza assurda, passo con facilità dai Karate, Bjork, Bill Frisell, Allan Holdsworth …. Bho sarebbero troppi elencarli tutti…. Forse in mezzo c’è anche Rihanna.

3. Giovanni, nella tua carriera hai suonato in innumerevoli band eppure attualmente ti sei stabilizzato nella forma solista e nella line-up a due. Suoni in duo, infatti, in un paio di progetti, nei Globetrotter con Danilo e nei DROP DUO con Ettore Patrevita al sax. Inoltre ci hai già svelato la tua passione per questa line-up ridotta durante l'intervista a Giovanni-recensore Edp. Parlaci delle tue motivazioni, come professionista, a fondare un duo oggi. Quali i pro e i contro che ci vedi?
Amo avere situazioni ridotte per una facilità logistica e organizzativa. E’ anche vero che ultimamente è molto più comodo a livello lavorativo suonare con tali situazioni. Da un lato è bello perché in situazioni ridotte la comunicazione tra musicisti è molto più veloce ma non nascondo che avere un progetto tipo Zappa sarebbe figo!

4. All'interno di questo contesto come interpreti una realtà come la nostra dell'Electric Duo Project?
E’ bello avere una realtà del genere in Italia che si dedichi ad una situazione musicale (nell’ambito duo) sempre più in crescita.

5. Come si svolgono le sessioni di prova dei Globetrotter e come nascono i suoi brani?
La fonte di ispirazione parte sempre da situazioni quotidiane di qualsiasi natura. A volte utilizziamo la musica per tradurre proprio cose che ci sono successe. La composizione in se è molto libera, basta partire da un riff di chitarra e tutto il resto viene subito vomitato sui tappeti della sala prove, dopo la prima idea ci dedichiamo agli arrangiamenti.

6. Il matematico Fibonacci vi è sembrato adatto a titolo del vostro ultimo album proprio per via della natura math della musica lì proposta?
Quale poteva essere nome migliore per il disco? Per ricordarci i brani ci affidiamo a colori e numeri.

7. Quali gli accorgimenti per rendere alla grande anche nella line-up ridotta chitarra-batteria?
Sono troppi gli accorgimenti, e sono troppi i pedali nella pedalboard, e sono troppe le parti da ricordare. A parte tutto cerchiamo di fare un lavoro al contrario, cerchiamo di pensare che chitarra e batteria siano un solo strumento ad uso del messaggio da comunicare.

8. Danilo, come ti sei trovato la prima volta nel doverti confrontare con una chitarra come unico strumento?
Già conoscevo Giovanni e le sue doti chitarristiche. Questo mi avrebbe in teoria aiutato molto in quella che è l’intesa tra noi. Dal primo momento c’è stata simbiosi nonostante l’assenza del classico organico da band, le uniche complicazioni sono state nella cura dei suoni.

9. Perchè vieni soprannominato "Damage", ossia 'danno'?
Perché faccio “danni”, ma mai a scapito altrui.

10. So che come seconda passione hai quella del cinema: quando nasce e in cosa consiste?
Nasce in un passato ormai remoto nella pornografia, posso dire di aver scoperto anche altro cinema da che ero piccolo. Avendo poi incontrato amici appassionati anch’essi di cinema tra cui registi, sceneggiatori, cast tecnici mi sono approcciato da un po’ di anni all’ambito audio.

11. Come si svolge una giornata tipica da set?
Una giornata di set è organizzata ovviamente secondo ruoli ben precisi in tempistiche esageratamente incastrate tra loro. Ogni cosa dipende da un'altra e il lavoro di squadra è fondamentale.

12. So che state ultimando i brani del vostro nuovo album la cui uscita è prevista per il prossimo autunno. Ci potete anticipare qualcosa?
Gli ultimi brani sono estremamente vari ed hanno un sound totalmente rinnovato. Per ora siamo contentissimi del lavoro che stiamo facendo e siamo curiosissimi di ascoltarlo dall’esterno. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma per ora non è ancora il momento. Sentiremo!

13. Un'ultima domanda per Giovanni: tu insegni e sei direttore di un laboratorio musicale Lizard nella tua città. Come vedi i giovani di adesso nel loro approccio con la musica rispetto per esempio alla tua esperienza personale? Cosa è cambiato ed eventualmente migliorato in quest'ultimo decennio?
I giovani oggi sono molto più passivi nel recepire la musica, c’è un'attenzione minore in confronto ad anni addietro. Internet ha avvantaggiato tantissimo la musica ma ne ha rovinata anche una buona fetta. Sento sempre molto più raramente tra i giovani parlare di dischi, di formare band e di mettersi in gioco. Si è perso un po’ il gusto di costruire le cose con calma. Sembra quasi diventata una gara a chi è più figo con la chitarra addosso. Ovviamente non è così per tutti, ci sono anche tantissimi ragazzi fortissimi e loro, ad oggi, hanno molti più mezzi di quanti ne avevamo noi all’età di 13 o 14 anni.

14. Vi lasciamo ora la parola a conclusione dell'intervista...
La parola è stata già divulgata pesantemente migliaia di anni fa: “Il Verbo”. Noi possiamo solo dire grazie ad EDP!
Grazie anche a voi, Giovanni e Danilo, per la vostra disponibilità in questa intervista e per la collaborazione che ci avete riservato come recensori Edp. Ci si aggiorna con il prossimo album!


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DISCOGRAFIA
GLOBETROTTER 2012, Autoprodotto (MathRock, Jazzcore, Sperimentale)

1.Notes for a Nerd 2.Globetrotter 3.01000100 4.Maestro Miyagi 5.Fury (only coffee) 6.Welcome to Trotterworld 7.WiFi Zone




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FIBONACCI 2014, Autoprodotto (MathRock, Jazzcore, Sperimentale)

1.Taurina 2.Untore 3.Pachiderma 4.P___skip 5.The March of left-handed butterflies 6.Boaka 7.King Cococock




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Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle


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