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mercoledì 10 maggio 2017

141. Il Male e l'Odio secondo gli Hate&Merda


INTRO
   "H&M"... visto che Edp non è un blog di moda, possiamo essere certi che questo acronimo non riguarda la nota marca d'abbigliamento. Anzi, nulla di più lontano da ciò che è moda o tendenza! Gli "H&M" di oggi sono piuttosto un combo chitarra-batteria fiorentino, dedito a uno sludge estremo e disturbante, che non ama proprio per nulla mettersi sotto i riflettori. Semmai, tutto il contrario.
   HATE & MERDA il loro nome per esteso, dopodiché il riserbo più assoluto. Non desiderano rivelare i loro nomi e tanto meno i propri volti che, su palco, nascondono sempre sotto spessi cappucci neri. Lontani da ogni snobismo o provocazione, il loro intento è ben diverso e più nobile: non coltivare ego alcuno... L'idea di base non è tanto l'anonimato, quindi, quanto proprio l'annullamento del concetto di identità. Come dicono di sé stessi : "Siamo tutti uguali nel nostro non essere nessuno".
   Non essendoci così passato da raccontare nell'universo degli Hate & Merda, il mio articolo è costretto a prendere una piega diversa dall'impronta che dedico comunemente alle presentazioni dei duo. Mi piace molto, e trovo utile, presentare un progetto musicale seguendo il background delle persone che lo compongono, arrivando al personaggio partendo dalla persona, secondo un excursus umano che contestualizzi il tutto. Ma quando gli Hate & Merda salgono sul palco non sono nemmeno personaggi, soltanto persone spogliate del proprio ego e dei costumi quotidiani. Semplici testimoni di un disagio comune, si fanno portavoce di questo messaggio universale che comunicano con intensità ed impatto.
   Così, sebbene molti di noi siano a conoscenza delle splendide realtà che Unnecessary1 e Unnecessary2 (ovviamente è così che si fanno chiamare!) coltivino in parallelo, e che avrei amato approfondire, ci limitiamo a raccogliere qui le notizie su di loro che già circolano in rete, contando in qualche chicca in più in fase d'intervista...

Foto by Katia Egiziano

BIOGRAFIA
   Gli Hate & Merda nascono a Firenze nel 2012 dall'incontro di due sconosciuti denominati semplicemente Unnecessary1 (batteria) e Unnecessary2 (chitarra e voce). Si vestono di nero, si incappucciano il volto e sfornano uno sludge estremo, cantato in italiano, che li fa da subito spiccare nel panorama underground nazionale.

   L'anno dell'odio è il loro album d'esordio, uscito a fine 2014 e supportato da tre interessanti etichette indipendenti (Toten Schwan, Utu Conspiracy e la nascente Dio Drone), tuttora testimoni attive del percorso musicale dei due. Sei tracce registrate in presa diretta che ci rivelano il background hardcore del duo, rifinito però da una bella manciata di noise ed atmosfere doom e i cui testi in italiano non lasciano veli sulle intenzioni e sul pensiero dei due. Il disco, registrato e mixato da Niccolò Gallio e masterizzato da Alessandro Maffei, è ottimamente accolto sia dalla critica che dal pubblico che, sovrastato dai volumi e dall'etica-estetica dei due, non può far altro che riconoscerne la valenza. Una bella serie di live li portano in giro per tutto lo stivale mentre nel 2015 approdano anche in Belgio, al Pukkelpop Festival.

   E' del 2016 invece l'uscita del secondo album, La Capitale del Male, supportato da una lunga schiera di etichette -orgoglio dell'underground nostrano- in prima fila le case discografiche già presenti per il primo disco. Nell'onda delle riconferme anche per questa registrazione i due si rimettono nelle mani della coppia Gallio-Maffei. Con qualche spoken word, molte grida straziate dal dolore e tanta violenza sonora, i due Unnecessary ci vomitano la loro inquietudine ricalcando la forma vincente dell'album precedente: sonorità cupe e disturbanti, atmosfere tenebrose e violente. Solo "In Itinere", brano ad intermezzo dell'album, ci concede qualche minuto di tregua regalandoci anche collaborazioni magistrali come il violoncello sognante di Matteo Bennici (Squarciatrici) e la voce di Stefania Pedretti degli OvO, maleficamente sussurrata in sottofondo. Interessanti e coinvolgenti sono poi i live, intesi quasi come una performance, dove il duo ci fa partecipe della propria repulsione per un mondo privo di speranza.

   Detto questo, non possiamo scendere in maggiori dettagli sugli Hate & Merda: è la musica stessa a parlare in vece loro... proviamo soltanto ad approfondire il taglio particolare conferito al duo con l'interessante intervista ai nostri musicisti Non-necessari. Passeremo poi ad analizzare la cordata di etichette indipendenti a supporto de La Capitale del Male e infine a scandagliare le caratteristiche di questo album particolare con la recensione secondo Giacomo Guidetti, bassista del power duo Ka.
   Come sempre... buon ascolto e buona lettura!

Official Video “In Itinere” www.youtube.com/watch?v=Nkevc_vNrY0
Ascolto integrale La Capitale del Male www.diodrone.bandcamp.com/album/la-capitale-del-male



INTERVISTA
1. Ciao persone non indispensabili, benvenute nelle pagine dell'Edp. Tanto per incominciare, raccontateci come vi siete incontrati e come è nato il duo. Ma soprattutto, perché proprio il duo? Avevate già una pensiero comune che vi ha portati all'estetica della band o la filosofia che soggiace al progetto è nata in un momento successivo?
Unn1: il duo è nato dopo essere usciti dal noto negozio di abbigliamento, eravamo andati a comprarci delle mutande, un po’ schifati dalla vita.
Unn2: abbiamo gravitato nello stesso ambiente per anni senza frequentarci, ma alla fine è stato inevitabile avvicinarci e collaborare, e di conseguenza suonare insieme appena ci siamo resi conto di avere un sentimento comune da sputare fuori.

2. Nella tradizione noise, ma non solo, il mascheramento del volto è molto diffuso. Nel vostro caso non si tratta di scenografia o di alienamento dalla realtà, né tanto meno di celamento dell'identità. Per voi è qualcosa di più forte e nello stesso tempo maggiormente carico di significato: è l'annullamento stesso dell'ego.
Da una parte l'ego va riconosciuto per sviluppare un sano senso di identità e di autostima, dall'altro va superato per non restare ingabbiati nella relatività di questo mondo. Quale il percorso personale e filosofico, fors'anche spirituale, che vi ha portati a questo traguardo?
Unn2: potrei dilungarmi all'infinito con dissertazioni più o meno plausibili e filosofiche sull'idea di coprire viso e identità, ma la realtà è molto più semplice: non ci interessa raccontare di noi come persone e neppure di vedere la nostra faccia su una rivista o in rete. I social sono pieni di facce e di cazzi personali dei quali non interessa nulla a nessuno, abbiamo scelto di dissociarci da questo tipo di approccio all'esistenza. non siamo neppure vanitosi sulle nostre 'maschere', indossiamo lo stesso putrido paio di calze dall'inizio.
Unn1: dai, poi fa figo no? In realtà mettersi una calza che copre i tuoi lineamenti e le tue espressioni riesce a farti distaccare da una sorta di ego personale, per diventare, come nel mio ruolo, un semplice fabbro ai tamburi.

3. Quando salite sul palco sembra proprio che vi caliate in una realtà parallela, in una dimensione particolare della quale il pubblico può soltanto intuire la portata. Ci volete descrivere l'esperienza live dal vostro punto di vista, ossia da dietro le maschere? E' qualcosa di simile a un'esperienza mistica, a un viaggio sciamanico? Vivete il potere estatico della musica? Come ritornate alla realtà dopo un vostro concerto?
Unn2: sotto la calza fa sempre molto caldo e si vede davvero poco. La realtà scompare letteralmente dagli occhi e si resta soli. Credo che anche questo influenzi molto il nostro modo di porci sul palco. Fondamentalmente è come se suonassimo sempre da soli in fondo a un pozzo.
Unn1: l’effetto è quello descritto da unn2. Il ritorno alla realtà del dopo concerto è faticoso. In primis perché spesso ti trovi a dovere smontare tutto senza avere un attimo di tregua. E poi ti senti scarico, esaurito, ma in pace con te stesso. Per pochi minuti, sempre meno.

4. Nel vostro progetto a due l'entità e l'ego sono celati, si diceva, cosa che non vale invece per i testi! Scritti in italiano, sono fatti per essere ascoltati e capiti, il messaggio è quindi esplicito e diretto. Il vostro può essere ritenuto un messaggio universale di disagio e repulsione che non abbisogna di nessun personaggio specifico per essere veicolato?
Unn1: i testi sono scritti in italiano proprio per questo. Perché devono essere capiti e onestamente pensare di scriverli in inglese significherebbe che stai affrontando una platea di ascoltatori di tutto il mondo. Un po’ troppo, almeno per quello che è successo fino a ora.
Unn2: il messaggero non è mai importante, ma le parole devono arrivare in faccia come coltellate. i nostri testi non pretendono di essere universali, mi sorprende sempre quando qualcuno ci dice di essersi ritrovato in una nostra frase, e in quel caso mi dispiace per lui.

5. Le bruttezze e i difetti degli umani sono un nodo cruciale dei vostri testi. Parole negative imperano nei titoli e nel nome stesso del duo. Per superare il male è necessario scandagliarlo così in profondità? Da qualche parte avete detto: "Viviamo nella Luce ma crediamo nel Buio...". Inoltre, secondo la filosofia di Stefano Santoni che avete condiviso: "Il male serve. Serve anche il male...". In ultima analisi, qual è -se c'è- la vostra ricetta contro i mali che soffocano il mondo?
Unn1: sicuramente suonare per me è un grosso aiuto psicologico. Non sarei niente se non suonassi, non potrei rapportarmi con nessuno, non ci riuscirei. Ognuno ha la sua strada, questo aiuta l’individuo. Ognuno ha il suo male, anche questo aiuta l’individuo nel suo cammino verso la fine.
Unn2: la prima frase non è nostra, e di sicuro con una calza in faccia non si vive facilmente nella luce. Stefano è riuscito senza saperlo a condensare in un unico discorso tutti i nostri pensieri che hanno formato poi La Capitale Del Male.
Di ricette non ne ho, ma di recente qualcuno mi ha detto 'per essere libero devo morire'.

6. Nei due anni trascorsi tra la stesura dei vostri due album, H&M in cosa sono cambiati, o meglio, evoluti? Sia sonoricamente che a livello d'intenti, quali le differenze e le continuità tra L'anno dell'odio e La capitale del male?
Unn1: lascio ai critici dire o scrivere cosa sia cambiato ed evoluto. Per noi a un certo punto diventa una necessità di espressione, e in quel momento bisogna iniziare a provare i pezzi nuovi. Non so quale strada prenderemo, se continueremo questa via.
Unn2: teniamo molto a mantenere il nostro approccio spontaneo e istintivo com'è sempre stato fin dal primo live improvvisato. i due dischi raccontano storie diverse ma dal medesimo punto di vista. forse ci siamo solo incattiviti ancora un po', se possibile.

7. Visto il vostro inserimento totale nel panorama musicale underground nazionale, grazie alle vostre band e ad alcuni interessanti progetti paralleli, siete i referenti adatti per analizzare il fenomeno della musica estrema in Italia. Mi pare di vedere una bella scena in tal senso, attiva e propositiva, dove anche i duo si distinguono. Qual è la vostra analisi, in proposito, di questi ultimi dieci anni?
Unn2: i due non necessari suonano soltanto negli HM, in tal senso non ci sentiamo rappresentativi di nessuna scena o fenomeno. personalmente apprezzo che in Italia al momento circolino diversi progetti 'estremi', negli ultimi anni il fraintendimento della parola 'indie' aveva rammollito fin troppe persone.
Unn1: sono molto combattuto sui miei sentimenti riguardo alla “scena”, di per sé già una parola un po' inutile. A volte mi sembra tutto uno schifo, o quasi tutto, mi sembra che ci siano posers ovunque, dediti più all’apparenza e ai rapporti interpersonali che alla musica in quanto tale o a un modus operandi diverso da quello che ti faccia apparire un po’ “yeah”. A volte invece incontro qualche amico (sono pochi), e passo una gran bella serata.

8. Gli stessi duo rock (chitarra-batteria e basso-batteria, anche se un po' meno questi ultimi) sono cresciuti a dismisura in termini di quantità nonché passati dall'incomprensione di venti anni fa al riconoscimento completo di quest'ultimo periodo. Spesso si organizzano serate a tema se non interi festival spadroneggiati da queste combo. Come descrivereste voi l'evoluzione del fenomeno? E quale il motivo di tale successo?
Unn2: anni fa iniziò ad andare di moda la 'formazione monca', che a volte pareva fin troppo forzata e più una scelta di campo. Forse oggi imperano le bands a due perché difficilmente più persone riescono a sopportarsi tra loro.
Unn1: oltre al fatto della sopportazione, credo ci siano svariati fattori che scremino il numero di persone coinvolte in un progetto. Vuoi il tempo e la geografia, vuoi i pochi soldi e le tante spese, vuoi l’importanza che ha preso l’idea di potere fare musica in modo diverso, senza più contare sul classico quartetto o terzetto rock e pop.

9. Infine come vedete, all'interno di questo quadro, il contributo di Edp? C'è qualcosa che, secondo voi, potremmo sviluppare maggiormente a favore della realtà dei power duo chitarra-batteria nazionali?
Unn1: se siete fissati con i duo, pensate che ci sono infinite forme per esserlo, non solo il power duo composto da chitarra e batteria. Certo, proprio per non disperdersi nel mare magnum dei duo abbiamo voluto specializzarci...
Unn2: smettere di perseguitare i gruppi che vogliono restare anonimi [ahah].

10. Ho apprezzato molto lo scambio di opinioni con voi, che anche in questo caso vi siete dimostrati più utili e necessari di quanto non volete far credere! ;) Vi ringrazio enormemente e vi saluto mentre vi chiedo di delucidarci sui vostri progetti futuri.
Unn2: se è così allora abbiamo decisamente sbagliato qualcosa! Al momento siamo reticenti a suonare live, dopo un anno e mezzo trascorso prevalentemente in giro preferiamo dedicarci un po' di tempo per scrivere un capitolo nuovo.
Unn1: forse ci allargheremo a 3 componenti ma se ci pagate, rimaniamo in due.



DISCOGRAFIA
L'ANNO DELL'ODIO 2014, Toten Schwan, Utu Conspiracy, Diodrone (Sludge, Drone, Doom, Hardcore)

1.Ascoltare con dolore 2.Carne gotica 3.Pioggia d cicatrici e sogni negati 4.Pietà 5.L'eternità di un'estate terribile 6.Veglia di condoglianza


Ascolto e freedownload

LA CAPITALE DEL MALE 2016, Diodrone, Dischi Bervisti, Icore Produzioni, Sangue Dischi, Shove Records, Simula Records,Toten Schwan Records, Utu Conspiracy, Zas Autoproduzioni (Sludge, Drone, Doom, Hardcore)

1.La Capitale del Male 2.Foh 3.L'Inesorabile Declino 4.In Itinere 5.La Capitale del mio Male 6.Profondo nero senza fine 7.Vai via

Qui lo ascolti
Qui la nostra recensione


Link ad altre recensioni



LABELS
Etichetta indipendente della quale abbiamo già trattato in occasione della loro ultima uscita di prestigio, Creatura degli OvO.

Sotto il nome Dio Drone, a seguito della censura del termine da parte di un social network, si raccoglie ad inizio 2013 un gruppo di amici musicisti fiorentini che si interrogano sul confine tra ciò che è lecito perché comunemente accettato, o ciò che è frutto di espressione artistica personale, libera da ogni tipo di costrizione. Quest'ultimo soltanto è il vero underground, e il collettivo che si forma attorno a questo nome decide di supportare la scena musicale (e artistica in generale) votata alla libertà di espressione e alla sperimentazione. Convinti del potere estatico della musica, prediligono espressioni artistiche rumoristiche o di ricerca mentre l'idea di base è di riunire sotto un unico tetto realtà artistiche particolari ed isolate per stimolare nuove collaborazioni: la metodologia applicata è quindi quella del DIY e della collaborazione, che prevede un forte supporto reciproco.
Capitanati dal fondatore Naresh Ran, allora voce della band post metal Qube, Dio Drone inizia le sue attività raccogliendo vari artisti in una serie di compilation ed organizzando concerti con le suddette band. Compilation e festival sono ancora il punto forte del collettivo mentre è nata successivamente e in maniera spontanea la realtà di etichetta discografica. Nel loro ricco catalogo troviamo anche altri power duo chitarra-batteria: dagli stessi Hate&Merda, al duo doom LA CUENTA fino alla coproduzione di un album dei pistoiesi MARLON BRANDO. In un'epoca in cui il formato fisico di libri e musica è andato smaterializzandosi, Dio Drone preferisce supporti old style, come vinili e audio cassette.
www.facebook.com/diodrone

Dischi Bervisti www.dischibervisti.com
Altra interessante realtà discografica indipendente, già presentata in occasione dell'articolo sui Cani dei Portici (qui). 

Dischi Bervisti viene fondata a Treviso nel 2012 come etichetta di musica indipendente per supportare l'uscita del nuovo album di Bologna Violenta: Utopie e piccole soddisfazioni. L'idea nasce dallo stesso Nicola Manzan (solista dei Bologna Violenta, ora in duo con batteria) e dalla compagna Nunzia Tamburrano che da lì in poi continuano l'attività con band a loro affini, spesso di amici. Proprio per questa filosofia, dettata dal gusto personale, non c'è un genere specifico supportato dalla casa editrice.
Essendo Bologna Violenta, la band del fondatore, in realtà un progetto solista approdato alla formazione di duo elettrico, una 2-man band di AvantGarde e GrindCore, molti sono i duo presenti nel loro catalogo. Oltre ai CANI DEI PORTICI troviamo anche i METEOR (noise, Brescia), gli HATE&MERDA (sludge, Firenze), e il duo lui-lei di chitarre HARMONIC PILLOW.
Dischi Bervisti non è solo etichetta di musica indipendente ma anche Ufficio Stampa diretto da Nunzia e dedicato anche a band non presenti nel proprio roster.

Si tratta di un'etichetta indipendente fondata nel 2014 a Fabriano (AN), lo stesso paese d'origine dei LUDMILLA SPLEEN, e quindi etichetta già presentata in un articolo dedicato a questo duo (qui). Quasi un' "etichetta di quartiere", per loro, è stata fondata da Giacomo Bergantini, un personaggio che non faceva parte della scena musicale marchigiana ma che, da buon fruitore di musica e organizzatore di concerti, ha voluto contribuire in un momento in cui la ricca scena musicale anconetana stava languendo. Icore Produzioni non è però un modo per trovare e conservare un panorama musicale locale, piuttosto è l'intento di aprirsi all'esterno per accogliere ciò che ha da offrire e nutrire un tessuto locale, cercando di colmare quelle assenze che si sono venute a creare nel tempo.
Principalmente focalizzata in produzioni Metal e PostHardcore, Icore segue lo scopo di ricercare la bellezza nei suoni scuri e viscerali. I membri del collettivo credono nell'underground come forma di comunità e socializzazione, di rapporto di collaborazione tra individui e secondo questa filosofia adottano la metodologia DIY coinvolgendo attivamente le band associate.
Dalla scena underground italiana si stanno recentemente allargando alle produzioni internazionali, mentre nel loro catalogo troviamo altri power duo, come gli HATE&MERDA di oggi e i Bolognesi HYPERWULFF.

Sangue Dischi www.sanguedischi.com
Etichetta Diy e di distribuzione nata a Bologna nel 2007. Luca è il fondatore e l'unico a gestire il progetto. Le uscite nascono per lo più da un rapporto diretto con i gruppi, ovvero da rapporti di amicizia o conoscenza consolidata negli anni, mentre per i nuovi ascolti predilige le proposte che veramente lo entusiasmano. Quando il tempo è poco, si è costretti ad ottimizzare... Sangue Dischi si dedica per lo più ai generi punk, hardcore e noise con predilizione per il formato in vinile.
Nel suo catalogo troviamo band interessanti e tra i duo segnaliamo i METEOR (chitarra-batteria noise, duo strumentale da Brescia), le basso-batteria milanesi Agatha oppure gli inossidabili Zeus!
www.facebook.com/pg/sanguedischi

Etichetta indipendente italiana fondata nel lontano 1994 ad Alessandria e gestita da Manuel Piacenza. HardCore, Emo, Crust, Grindcore... questi i generi prediletti dalla Shove Records.

Simula Records è un'etichetta con sede a Bristol (Uk) che produce quasi esclusivamente tapes.









ToTen ScHwAN Records www.totenschwan.altervista.org
Della Toten Schwan abbiamo già avuto modo di parlare in occasione dell'articolo dedicato ai CANI DEI PORTICI e successivamente in quello incentrato sul secondo album dei Bresciani SDANG! (qui). Quest'etichetta indipendente è infatti molto attiva oltre a concedere ampio spazio ai power duo nazionali.  
La TSR è innanzitutto un'associazione culturale no-profit che tra le altre attività è anche etichetta discografica. Nata a La Spezia nel 2011 da un collettivo di musicisti, porta avanti la filosofia della controcultura. Controcultura come necessità per la sopravvivenza etica, collettivo come mondo ideale dove si collabora e ci si aiuta.
Tra le sue pubblicazioni troviamo 5 interessanti compilation freedownload (e in stampa a tiratura limitata di 50pz) e gli ultimi album di alcuni power duo: oltre agli H&M e ai due nomi già menzionati, nel loro catalogo troviamo anche il duo chitarra-batteria da Pistoia MARLON BRANDO nonché lo storico duo all female basso-batteria SHE SAID DESTROY.

Utu Conspirancy www.utuconspiracy.bandcamp.com
Attiva a Firenze fin dal 2008, viene fondata dal trio sludge/noise LA CUENTA per la pubblicazione del loro primo album. Trio rimasto da qualche tempo in duo chitarra-batteria, viene attualmente portata avanti dai membri sopravvissuti, Matteo e Nicola.
Col tempo si sono dedicati alla pubblicazione e co-produzione di molti altri dischi e nel loro catalogo compare anche qualche duo, seppure non propriamente chitarra-batteria: Gargamella per esempio è un duo tra il medievale e la musica sperimentale, mentre Whip Me sviluppa le proprie sonorità sull'industrial e la witchouse.
www.facebook.com/UTU-CONSPIRACY-125589167481864

Zas Autoproduzioni www.zasrec.blogspot.it
Zas Autoproduzioni è una storica etichetta Grind e Hardcore, nata alla fine del 1997 in Val Susa (TO) come etichetta di cassette registrate in casa; il fondatore è ormai noto a tutti come Marco Zas. Col tempo si è impegnato, secondo fedele ottica Diy, alla produzione di cassette, dischi e cd hardcore/punk in tutti i suoi “sotto-generi” più violenti ed estremi come il grindcore, il crust, il power-violence… insomma hardcore estremo. Etichetta testimone dei primi anni fatti di scambi di cassette, lettere e francobolli fino all’era di internet, la Zas non ha fini di lucro ed è mossa solo dalla passione; proprio in quest'ottica ha anche una distribuzione di registrazioni e merchandising frutto di scambi con altre etichette.



Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle


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