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giovedì 5 giugno 2014

28. SWALLOW MY PRIDE: Il duo “aperto”


   Dalla Sardegna non conoscevo nemmeno un duo fino a quando mi sono stati segnalati i SWALLOW MY PRIDE, una formazione recente ma di grande impatto sonoro. I due sono Elias Capra, alla chitarra e voce ma anche al basso, e il batterista/percussionista Keko Magrini (Francesco), due ragazzi dei primi anni Ottanta, amici di lunga data visto che militavano assieme nella band ProsmiQus fin dal 1999 e che nell' Ottobre 2012 si riuniscono in sala prove dando vita al nuovo progetto a due.


   “Swallow My Pride”, oltre che un brano dei Ramones, è anche il titolo di una canzone dei Green River (1985), band di Seattle, agli albori del grunge rock che lì vide i natali, e i cui membri andarono poi a formare i Mudhoney da un lato (Mark Arm, Steve Turner) e i Pearl Jam dall'altro (Jeff Ament, Stone Gossard). Il brano è stato quindi coverizzato dai Soundgarden e riproposto a sorpresa durante un concerto a Las Vegas, nel Novembre del 1993, dove sul palco si riunirono i quattro di cui sopra... Non dev'essere un caso che il nostro duo abbia scelto un brano di questo filone per nominare la propria band, visto che la musica ad influenzarli e a colorare i loro brani è proprio, innanzitutto, il grunge rock di Seattle! Lo mescolano ed alternano sapientemente con lo stoner metal, altro genere figlio degli anni '90 e infine col rock lisergico degli anni '70. Un mix di grande e sicuro effetto che i SMP sanno gestire con eleganza, facendolo proprio, in una interpretazione del tutto personale.
   Elias e Keko provengono da Torpè, in provincia di Nuoro, zona che nel Novembre del 2013 ha subito l'impatto devastante del ciclone Cleopatra il quale, come la grande regina d'Egitto, ha fatto gran sfoggio della propria forza distruttiva; nemmeno la sala prove dei nostri è stata risparmiata... con un po' di difficoltà all'inizio, riescono a raccogliere le loro forze e a ripartire daccapo facendo di quest'esperienza un evento su cui meditare, da cui il brano “Cleo” che darà poi nome all'intero album che tra quelle quattro mura stava ormai prendendo forma.
   Abbiamo presentato i SMP come un duo “aperto”... ma in quale senso? Come sappiamo, ci sono duo elettrici puristi, due strumentisti e due strumenti, energia grezza allo stato puro, nulla più; chi, pur in questa line-up base, usa loop, basi preregistrate, elettronica, doppi ampli e trucchi vari, e chi, invece, ama non darsi limiti alla propria formazione di duo. In questo caso Elias non si ferma all'uso della sola chitarra ma l'alterna al basso, inoltre la band resta “aperta” (da qui il titolo) ad ogni forma di collaborazione con altri musicisti amici. I brani nascono dalla mente dei due, le prove vengono eseguite solo tra di loro, ma in fase di live o di registrazione amano chiamare altri musicisti ed esibirsi in formazione più allargata anche se non necessariamente canonica, visto che alla fine possono ritrovarsi a suonare in trio con due chitarre! A suo tempo avevamo analizzato un duo simile, i SAKEE SED, che, come i nostri isolani, una volta fuori dalla sala prove diventavano una “full band” (qui il post). Del resto anche i più famosi ed internazionali White Stripes o Black Keys usano escamotage simili nel corso dei loro live...
   E' ora quindi di passare all'incontro diretto con Elias e Keko con i quali parleremo un po' di tutto, della musica che li influenza, della loro esperienza con l'uragano Cleopatra, del panorama musicale in Sardegna e, ovviamente, del loro primo nuovissimo album, totalmente autoprodotto, del quale presentiamo anche una recensione ad opera dello staff dell'Undergroundzine Webzine, rivista web che ci supporta in questo servizio.
Buona lettura a tutti....

Swallow My Pride”:



 "Immigrants" feat Joe Perrino & Simone Piu (Breakin'Down): https://soundcloud.com/swallowmypride/swallow-my-pride-feat-joe




INTERVISTA

1. Ciao Elias e Keko, benvenuti a questa puntata dell'EDP in rappresentanza anche dei duo sardi! Partiamo parlando della scelta del nome della band: "Swallow my Pride" è il titolo di un brano che si ripropone nel panorama musicale del grunge di Seattle; essendo questo uno dei generi a cui fate riferimento con la vostra musica, deduco vi siate rifatti a questo brano dei Green River per nominare la vostra band, è corretto?
Giustissimo. Nel primo periodo in cui iniziammo a suonare (1999) arrivai (Elias) in sala prove con un giro di chitarra in testa. Iniziai a suonarlo e Keko mi fece notare che stavo suonando un pezzo dei Soundgarden (che avevano fatto la cover del brano dei Green River). La notte prima mi ero addormentato con lo stereo acceso (Screaming life/Fopp – Soundgarden) e quel brano mi era talmente entrato in testa che pensai fosse mio!!! 14 anni dopo, nuovamente in due in sala prove, ci ricordammo di quell’episodio. Quindi: Swallow My Pride.

2. Voi suonate da oltre 15 anni, molti dei quali assieme nella band PromisQus (a proposito Elias, eri il chitarrista o il bassista della band?), com'è nato il duo infine?
I PromisQus erano un progetto che ha visto passare diversi musicisti. Noi due fondammo il gruppo e ci restammo fino alla fine. Nei PromisQus suonavo la chitarra e cantavo. Dopo anni di live e dopo un album in studio (“La Rivincita dell’Odio” del 2009) ci ritrovammo praticamente fermi e privi di stimoli. Quindi decidemmo a malincuore di sciogliere la band. Il duo è nato a qualche mese dallo scioglimento dei PQ. Entrammo in sala prove a fine Ottobre, così, per fare una suonata fine a se stessa. Invece sentimmo un qualcosa che non poteva fermarsi ad una prova. Da lì iniziammo a vederci due volte a settimana ed eccoci qui.

3. Come e quando avete iniziato il vostro percorso musicale? I generi che usate come riferimento per la vostra musica attuale (Grunge e Stoner anni '90, Rock anni '70) sono quelli che ascoltate da sempre?
Il percorso musicale è nato in seguito alla nostra grande passione per la musica. Nessuno dei due sapeva suonare uno strumento. Scegliemmo le nostre “armi da combattimento” ed iniziammo a strimpellare. I generi di riferimento sono sempre stati quelli. Iniziammo in due come cover band dei Nirvana. Il grunge e lo stoner, i Led Zeppelin, i Black Sabbath…sono da sempre quelli i nostri punti di riferimento.

4. Ci sono molti amici musicisti con i quali avete deciso di collaborare (vi fate accompagnare su palco e molti brani dell'album hanno la traccia di basso suonata da uno di loro): ci spiegate questa vostra scelta e questa concezione particolare di duo? E' un po' insolito partire in due in sala prove per la creazione dei brani e poi allargare l'organico in fase live o di registrazione...
Abbiamo concepito l’album in due. In studio avevamo comunque deciso di inserire le basse frequenze nei brani. Avrei potuto registrare io (Elias) tutti i bassi. Ma abbiamo pensato di colorare l’album con delle collaborazioni serie. Il progetto stava entusiasmando diversi amici musicisti. Allora abbiamo iniziato a fare delle valutazioni brano per brano e ad assegnare ad ogni brano il musicista amico più vicino per attitudine. Da lì pensammo anche di chiamare dei cantanti che in un paio di brani potessero duettare con noi. Il risultato ci ha soddisfatti tantissimo. Noi siamo ancora di quegli idealisti che pensano sul serio che l’unione fa la forza. E adoriamo collaborare e completarci con l’arte dei nostri cari colleghi.

5. Elias, so che suoni sia il basso che la chitarra ma mi pare di capire che nel duo prediligi l'uso della chitarra. A quando il basso?
Divento bassista per esigenza. Ma in realtà sono solo un chitarrista. Ci piace sperimentare e di tanto in tanto sia in sala prove che in live proviamo diverse soluzioni. Credo che prima o poi la finirò a farmi costruire una doppio manico basso/chitarra stile Tagliapietra (Le Orme) !!!

6. In generale, come definireste il panorama musicale nella vostra Sardegna?
L’underground sardo, contrariamente a quanto si possa pensare, è più vivo che mai. Pullula di band validissime. Il mare nel nostro caso è un pò penalizzante, gli ingenti costi per le trasferte rendono molto problematico lo spostarsi nella penisola per esibirsi dal vivo. Ma vi possiamo assicurare che ci sono tantissime band sarde che meriterebbero un successo maggiore rispetto a quello avuto sin ora. Inoltre gli spazi per esibirsi in Sardegna sono sempre di meno ed i gestori dei locali pronti ad investire per una serata dal vivo purtroppo iniziano a scarseggiare. Ma teniamo duro.

7. L'esperienza del ciclone Cleopatra vi ha segnato, nel bene e nel male: come avete vissuto quest'avventura? E come ci descrivete la reazione della gente? Com'è la situazione attuale, sei mesi dopo?
Il 18 novembre ha segnato profondamente la vita di ogni sardo. Anche quella di chi non è stato colpito direttamente. Vedere la distruzione, la morte, vedere portati via in un attimo tutti i sacrifici di una vita fa molto male. Ma noi sardi siamo tosti. La mattina dopo abbiamo cominciato a ricostruire col sorriso in faccia. Di notte si piangeva, di giorno si ricostruiva. Avevamo il cuore “gonfio” della solidarietà delle migliaia di persone che ci hanno aiutato. Purtroppo le istituzioni ancora una volta non sono riuscite a garantire un “vero” aiuto alle popolazioni. Crediamo che se non fosse per i privati la situazione sarebbe ancora molto grave.

8. Avete composto e registrato le 11 tracce dell'album "Cleo" in tempo da record: ci dite come sono nati i brani? Avete usato molta cura nella grafica del booklet e nella stesura dei vostri video, parlateci un po' di questo aspetto dell'artwork.
La stesura della parte musicale è sempre quella più “facile”. Entriamo in sala prove, improvvisiamo, raccogliamo pezzi, tagliamo, ricomponiamo. Più che artisti siamo artigiani!!! Ci piace la spontaneità delle cose. Tuttora in live ci capita di improvvisare e di stravolgere i brani (sempre in maniera diversa), crediamo faccia parte del nostro dna. Dopo l’alluvione poi, la carica emotiva ha dato un grosso contributo alla stesura dei testi. Per quanto riguarda i video, le nostre turbe psichiche prendono sempre il sopravvento. Nella “saga” Rivality/Puzzle abbiamo descritto quanto di peggio possa succedere nel Mondo. Sette segrete che praticano riti magici, odio razziale e venerano feticci dai presunti poteri magici. Sette che spesso nella vita reale detengono o hanno detenuto il Potere. Noi siamo i soliti guastafeste!!! In Strangers ipotizziamo un disturbo della personalità del protagonista che vive un rapporto d’amore con la stessa donna ma con le sue due personalità antitetiche. Un delirio insomma. La parte art work è curata dalla Thanit (www.thanit.it) del nostro fratellone maggiore Paolo Angus Carta (alias il frate del video “Puzzle”). Paolo fa parte della nostra famiglia sin dall’inizio ed è con lui che ci interfacciamo per qualsiasi discorso inerente la comunicazione. Inoltre lavorare con una persona che ha curato per esempio (uno tra i tanti) il sito del premio Oscar Ennio Morricone non può che essere un onore, oltre che un piacere!!!

9. A fine Marzo avete iniziato il tour promozionale del vostro album: come sta andando? E vi è forse capitato di condividere il palco con qualche altro power duo? Quali i progetti per il prossimo futuro?
Sta andando a gonfie vele. Dieci serate in un mese e mezzo per due persone che non fanno i musicisti di professione sono tantissime. Abbiamo girato un po’ in Sardegna tra palchi e club. Siamo contenti di come la gente stia accogliendo la band ed il primo album. Purtroppo non abbiamo ancora condiviso il palco con nessun altro power duo. I progetti per il futuro…suonare live in giro, in estate in Sardegna, in autunno sulla penisola ed in inverno in Europa. Un nuovo album entro 2 anni. Speriamo bene, noi incrociamo le dita.

Ok ragazzi, siamo arrivati alla fine della chiacchierata. Vi auguro ogni bene per la vostra carriera e tanta, tanta soddisfazione dalla vostra musica. Un saluto dall'EDP tutto e grazie ancora per la disponibilità verso il nostro Progetto.
Grazie a voi e a tutti i lettori…di CUORE!!!





DISCOGRAFIA
CLEO 2014, Autoprodotto
1.Lake’Sound 2.Red 3.Rivality 4.Strangers 5.Television 6.Cleo
7.Oceans 8.Immigrants 9.Sardinian Cookie 10.Puzzle 11.One





RECENSIONE by DroB, reperibile anche nel numero di Giugno dell'Undergroundzine Webzine (qui)
"Cleo", Swallow My Pride 2014, Autoprodotto.

Nella presentazione di questo progetto si legge della sua recente nascita e del bisogno di dedicare il senso dell'album alla tragedia dell'alluvione Cleopatra che ha investito la regione d'appartenenza del duo nuorese.
Stoner rock - grunge - rock '70 è dichiaratamente il sound suonato e ricercato e ne abbiamo la conferma dai primi accordi. Tracce ben suonate, potenti, scandite. Unica pecca forse il missaggio troppo pulito che non rispecchia la ruvidità del genere, ma poco influisce sull'efficacia delle canzoni. Il duo si avvale peraltro di validi ospiti che arricchiscono l'intero lavoro (Immigrants dove l'alternanza delle voci rende il genere corale) e sviluppa l'EP in cinque brani -ultimo un mash up- alternando lenti cadenzati quasi acustici (One) a brani serrati di kyussiana memoria (Puzzle). Il singolo Rivality è forse il manifesto-riassunto della band: potenza dello stoner contaminata da sonorità malinconiche del grunge con melodie non innovative ma ben calibrate.


Un'altra recensione, molto dettagliata.



Articolo ed intervista ad opera di Giusy Elle

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