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martedì 27 dicembre 2016

129. RECENSIONE38: Acephale by Ludmilla Spleen




   Dalla provincia di Ancona (ma con stanza a Bologna), ecco arrivare il duo chitarra-batteria più "antico" d'Italia. Nato stilisticamente nel 2011 con la svolta sonora che li distingue attualmente, riassumibile in un ArtCorePunk, in realtà suonano assieme fin dal 1996, quand'erano solo dei ragazzini. Un full album e due ep nella prima fase, specularmente: due ep e un full lenght nella seconda.
   Oggi andiamo a presentare Acephale, l'ultima fatica discografica (uscita ormai da un anno) di Filippo Brandi (chitarra e voce) e Niki Ruggeri (batteria), un album formato da 9 tracce all'insegna dello sperimentalismo dove i due miscelano le loro storiche influenze musicali: hardcore, noise e RIO, affrontate con attitudine punk. Il cantato, componente sempre in evoluzione nella loro carriera, si attesta ora in un alternarsi di sussurra e grida mentre i testi, in italiano e costantemente frammentati, ci parlano del mal di vivere e della follia del mondo che ci circonda.
   I Ludmilla Spleen, dopo vent'anni di vita, suonano per il puro piacere di farlo, non pianificano nulla, né il numero né la rotta da imprimere ai propri dischi, semplicemente suonano in sala prove dove sperimentando si evolvono; fondamentalmente una live band, quando si ritrovano ad avere un numero sufficiente di tracce, le raccolgono in una registrazione. Come detto in altre occasioni: la loro è pura espressione artistica, scevra da dettami d'ogni sorta e da regole preposte.
   In questo nuovo percorso che si concretizza a partire dal 2011, i due si appoggiano a una figura di spicco nell'imprenditoria musicale italiana, ossia Fabio Magistrali (A Short Apnea), che con la sua concezione della musica e del rapporto da instaurare con gli artisti, ne è diventato infine un fido amico. Con Acephale si appoggiano finalmente anche a delle etichette discografiche, Neon Paralleli su tutte (di Paolo Cantù -Afterhours, A Short Apnea), seguita da altre piccole realtà coproduttrici.
   Per l'approfondimento su tutte queste label indipendenti, su Acephale e sulla carriera dei due, nonchè per poter accedere all'intervista con Filippo e Niki, rimando all'articolo d'appoggio a questa recensione, mentre qui procediamo con un po' di dati tecnici relativi all'album e al suo approfondimento secondo la prospettiva del nostro collaboratore Nicola Cigolini, batterista del duo aretino Samcro. Buona lettura quindi e buon ascolto della proposta musicale marchigiana che prende il nome di LUDMILLA SPLEEN!

Ascolto integrale di Acephalehttp://ludmillaspleen1.bandcamp.com/album/acephale


CREDITS:
Filippo Brandi: chitarra voce em-20 sa-1
Niki Fabiano: Ruggeri batteria voce em-20
Registrato & Missato da Fabio Magistrali
@ a short pants's house (LE) luglio 2015 & @ la baliverna (AN) agosto 2015
w/t Magister Mob Studio
Mastering Maurizio Giannotti
@ New Mastering Studio (MI) novembre 2015
Testi: Filippo Brandi
Foto di Maria Ambra Silvi
Layout e grafica: Njoy Falling
Etichette: Neon Paralleli -Artista Anch'io -Astio Collettivo -Icore Produzioni -Narvalo Suoni -Villa Inferno Records


ACEPHALE 2015
Neon Paralleli,
Artista Anch'io, Astio Collettivo, Icore Produzioni,
Narvalo Suoni, Villa Inferno Records
(PostPunk, Noise, ArtCore)

1. Emilia
2. Abito la battaglia
3. Fame
4. Rosebud
5. Il popolo dei topi
6. Marte
7. Ebani
8. La sera del dì di festa
9. Bilbao


RECENSIONE
LUDMILLA SPLEEN "Acephale"
Lp 2015 Neon Paralleli

I LUDMILLA SPLEEN (Filippo Brandi alle corde e Niki Ruggeri alle pelli) sono un duo di origini marchigiane con base a Bologna. Sono attivi dal 1996 (uno dei più longevi duo in circolazione nell’italico stivale) e nel novembre 2015 fanno uscire "ACEPHALE".

Atmosfere dark di un’Emilia nebbiosa e rassegnata a una brutta fine in cui il duo ci vuole trasportare fin dai primi secondi di disco. Non c'è speranza, l'unica soluzione plausibile è la rassegnazione, si prova a combattere questo malessere interiore ed esteriore ma alla fine se ne esce sconfitti in barba a tutti i possibili lieti fini cui favole e tv ci hanno abituati, solo un enorme gioco al massacro che si apre con "in bilico, in bilico, nel baratro, una moneta in più" (Abito da battaglia, traccia 2) e si chiude con un proverbiale "sì lo sai, giri intorno, sì lo sai, che sei un povero stronzo" (La sera del dì di festa, traccia 9).

Un buon lavoro, egregiamente prodotto, sapientemente orchestrato tra noise e riff ben curati, ma che secondo me pecca in una cosa fondamentale, questo è un disco, e in quanto tale deve essere un sunto di quello che è la propria idea originale di pezzo, invece ascoltandolo sembra di ritrovarsi in un live, troppo prolisso e troppo dispersivo nelle parti noise (sulla traccia 3 "Fame" la canzone parte dopo 4 minuti di noise, e non dico il cantato, ma proprio la canzone).
Sono strasicuro che se avessi "visto" questo disco dal vivo sarei ancora a stropicciarmi occhi ed orecchie, perché c'è una potenza di fondo che colpisce allo stomaco e alla testa ma che purtroppo, registrato su un supporto, perde tutta la sua efficacia, anzi, a tratti risulta essere anche noioso.

In sostanza un lavoro buono ma che può essere ancora molto sgrezzato senza però perdere il suo fascino puro, aspettando ansiosamente un’opportunità di live nelle mie zone così da poter scapocciare un po’!

Nicola Cigolini
6/10

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