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martedì 10 dicembre 2019

193. RECENSIONE67: The Mushrooms by The Mushrooms

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Vengono da Napoli ma hanno il cuore a Seattle, sono i MUSHROOMS partenopei ma non sono lisergici, loro sono i funghi della muffa, che in breve invaderanno il panorama sonoro dell'underground nazionale. Seppur molto giovani, sanno ricreare alla meraviglia l'atmosfera degli anni '90, dai Mudhoney agli Alice in Chains, con una freschezza moderna che non sa necessariamente di clonazione.
Escono con un Ep omonimo di 6 pezzi, pubblicato su Cd ma anche nella nostalgica versione tape, sulla cui copertina compare il logo Jestrai: una garanzia sotto tutti gli aspetti, che invita a non farsi perdere l'ascolto di questo gioiellino...

Qui a seguire la recensione del nostro fido Cesare Businaro; nell'articolo appena pubblicato (qui), tutto sulla genesi del duo, un paio di righe per presentare la Jestrai Records ed infine la piacevole chiacchierata con Antonio Scimonetti (chitarra e voce) e Cristiano Del Gaudio alla batteria.
Per tutti voi dalla camicia a quadretti in flanella, buon ascolto nostalgico!


Video
The Mushrooms - Full Of Dust (live at B studio) 
Youtube -ascolto "Why Am I So Angry With You?"
https://www.youtube.com/watch?v=9YN4a8qljow

Contatti Band:


The Mushrooms credits:
Composto ed eseguito da The Mushrooms: Antonio Scimonetti -Chitarra e voce e
Cristiano Del Gaudio -batteria (Batteria)
Ep d'esodio "The Mushrooms"
Pubblicato il 18 ottobre 2019
Formato: Cd, Audio tape, Digitale
Genere: grunge, stoner, sludge metal, noise rock
Mixato e masterizzato da Danilo Turco 'Danjlo'
Etichetta Jestrai Records 


Qui lo ascolti

The Mushrooms 2019
Jestrai

1. Why Am I So Angry With You?
2. Full Of Dust
3. CaAgbe
4. The Endless Melancholy Of My Mind
5.
Sprout
6. Fantasma


RECENSIONE
THE MUSHROOMS "The Mushrooms"
Ep 2019 Jestrai Records
Grunge, Sludge metal, Noise rock e Stoner
Ricevo un pacchetto dal formato insolito: sembra una di quelle palline di carta ricoperte di scotch, che si facevano alle elementari per giocare a calcio fra i banchi della classe durante la ricreazione… Sopra c’è attaccato un foglietto con il nome e il cognome del mittente, che non riconosco e sale la curiosità, anche perché questo pacchetto mi viene recapitato in ufficio (e sto parlando di uno studio legale…).

Mi aiuto con le forbici per tagliare lo strato di scotch (chi l’ha spedito avrà fatto fuori un rotolo...) ed apriti cielo: “Grande Giove!”, esclamo come un improbabile scienziato del secolo scorso, come se una Delorean alimentata da un vasetto di plutonio, toccate le 88 miglia orarie, mi avesse riportato a cavallo fra gli anni ‘80 e i ‘90, quando ricevetti l’oggetto che mi avrebbe accompagnato nella tasca dell’Invicta dalle superiori in poi, giorno dopo giorno, sui miei viaggi in autobus da casa a scuola, che ci fosse un’interrogazione o una manifestazione e così fino all’avvento del CD…

Sto parlando naturalmente del mio fedelissimo e - con mia sorpresa - ancora funzionante Walkman, perché ciò che fuoriesce dalla pallina rivestita di scotch è proprio lei: una cassetta! Apro la custodia e il colore della cassetta, viola trasparente, mi ricorda il case del terzo disco degli Alice in Chains, quello con il cane a tre zampe in copertina e scoprirò poi, ascoltando il nastro, che il collegamento ha un senso, almeno per me…

Estraggo la copertina, un semplice cartoncino nero, ripiegato in tre lembi, col disegno di un fiore sul lato frontale, un numero (#1) e il titolo dell’EP sul dorso e all’interno cinque titoli apparentemente scritti a mano, più un bonus, fra parentesi, intitolato “Fantasma”, evidentemente una ghost-track che più-ghost-non-è, in quanto svelata fin dai titoli di copertina, per l’appunto (mi ritroverò poi a riavvolgere in avanti il nastro, per ascoltarla…).

Quel mio “apparentemente scritti a mano”, non è tuttavia soltanto una questione grafica: ne ho il sospetto e il sospetto diventa (quasi) certezza, avvicinando il cartoncino al riflesso della lampada accesa sulla mia scrivania… Questa copertina sembra disegnata e compilata a mano! L’apprezzamento viene in parte smorzato quando mi accorgo peraltro che la stessa copertina è rovesciata, rispetto al senso di apertura della custodia, da destra a sinistra: un errore grossolano?
[N.d.t.: la cassetta recapitata era effettivamente handmade, inviata al recensore in attesa delle originali, quest'ultime con la copertina ovviamente stampata.]

So poco o niente della band in questione, ma una foto rapidamente cercata su Google mi fa supporre che i Mushrooms abbiano - come minimo - una decina d’anni in meno, rispetto al destinatario del pacchetto e così mi convinco che la cassetta possa essere la scelta stilistica di giovani neo-nerd, per non chiamarli Millennial, affascinati da un decennio musicale che non hanno vissuto (poveri loro…), tanto da “cannare” - per inesperienza (?) - il verso della copertina…

L’ascolto del nastro, rimuoverà peraltro qualsiasi dubbio: questi non recitano nessun copione, questi sanno il fatto loro e se non fossero di Napoli, ma della città più piovosa d’America e il loro EP d’esordio fosse uscito, indistintamente, il 1.10.1987, il 20.10.1988 o il 15.6.1989 e ancora, se a bordo della Delorean di cui sopra, impostassi il timer del flusso canalizzatore su ciascuna di quelle date, per poter tornare in uno di quei negozi reali (oggi chiusi per passare il testimone a quelli virtuali…), in cui la musica la compravo su cassetta, troverei senz’altro i Mushrooms sullo stesso scaffale dello Screaming Life EP dei Soundgarden, di Superfuzz Bigmuff dei Mudhoney o di Bleach dei Nirvana…

Il Seattle Sound è servito, dal lato A al lato B di questa cassetta, su un piatto d’argento, perché i Mushrooms me lo ricordano, eccome se me lo ricordano, ma senza affatto scadere in macchiette o in sicuri scarti della Sub Pop…

Dunque, la mia destinazione temporale è impostata e il flusso sta “flussando”, per cui inserisco il nastro, imposto il selettore normal/chrome, quasi fosse lo switch di una chitarra vintage e schiaccio play… Ci vuole un pochino, perché la bobina raggiunga l’inizio del primo pezzo, ma il silenzio “forzato”, com’era tipico delle cassette, per proteggere con un segmento “vergine” il nastro registrato, rende ancora più d’impatto l’incipit del primo pezzo, fra il leggero fruscio di una testina magnetica un po’ provata dagli anni…

Il brano di apertura (Why Am I So Angry With You?), mi rimanda istantaneamente ai già citati Mudhoney: suona infatti come la risposta dei Mushrooms alla loro “Touch Me I’m Sick” (o “Dick”, per chi non ricordasse l’originale, ma la versione cantata da Cliff - alias, Matt Dillon - con alcuni membri dei Pearl Jam, nel film che Cameron Crowe ha dedicato al Seattle Sound e che nel Belpaese fu distribuito con il titolo “L’amore è un gioco”). Come il celebre singolo di debutto dei Mudhoney, questo pezzo consiste in tre-accordi-su-tre, “zappati” con la stessa veemenza della band di Seattle, ad accompagnare una linea vocale in cui il cantante e chitarrista dei Mushrooms, ha come espliciti riferimenti uno “svogliato” Kurt Cobain sulla strofa e uno “spettinante” Mark Arm sul ritornello.

La seconda traccia (“Full Of Dust”), è la prima delle due strumentali presenti nell’EP: qui, il duo, dopo un’introduzione arpeggiata dalle tinte post/rock e uno “one-two-three-four”, presumibilmente urlato dal batterista, sterza verso il noise dei primissimi Tad, scandendolo con la pesantezza sludge/metal di un riff stoppato, prima di esplodere in una sequenza di “frustate” sonore, con “morelliani” colpi di (pedale) Whammy.

Il titolo del terzo brano (“CaAgbe”), parrebbe indicare una sequenza di power-chord o forse l’accordatura usata dal chitarrista, se non fosse che ho imbracciato la mia seicorde per verificarlo e il risultato non è proprio quello che si sente nel pezzo; ad ogni modo, dopo un’introduzione nuovamente incupita da un arpeggio in toni minori, il duo riprende la veemenza sludge/metal già anticipata in “Full Of Dust”, ma per accompagnare questa volta una linea vocale, nuovamente “cobainiana”, tanto che potrebbe trattarsi di un’out-take del già citato Bleach, se non fosse per il controcanto del ritornello, che mi si conficca in testa in un nanosecondo, dando un senso evidente al paragone di cui sopra, fra il colore di questa cassetta e quello del terzo CD degli Alice in Chains. Ciliegina sulla torta: un finale dissonante e distruttivo, di quelli su cui “qualcuno” dei già citati capostipiti del grunge, avrebbe ridotto a pezzi il suo strumento…

Giro il nastro e per il quarto brano (“The Endless Melancholy Of My Mind”), è stato amore al primo ascolto! Qui, la Delorean, per una sosta ai box di oltre 6 minuti (tanto dura quella che è la traccia più lunga dell’EP), fa rotta dal litorale di Seattle, fin verso il lago Michigan, bussando - anche per il titolo che ne ricorda l’epico doppio album - agli Smashing Pumpkins di “Porcelina Of The Vast Oceans”… Due sole parole per descrivere il brano: intensità e coinvolgimento, dalla prima all’ultima nota di questa mini-suite strumentale.

A seguire il quinto ed ultimo pezzo della playlist “ufficiale” (“Sprout”) e la successiva ghost-track (“Fantasma”, come detto): nella prima i Mushrooms ritornano sulle sonorità del già citato Bleach, con “lisergiche” sferzate sludge/metal, ad accompagnare urla “annichilenti”, mentre nella seconda si congedano con un riff rinforzato su due ottave, alternato a dissonanze “lancinanti” e bordate noise, che vanno ad aggiungere i roboanti Melvins (come se non bastasse…), al già “succulento” repertorio d’influenze del duo napoletano.

Il mio voto, manco a dirlo, è un 10 su 10 ed è il mio primo 10 da quando scrivo per Giusy Elle, ma tant’è: non saprei davvero cosa si possa migliorare in questo EP d’esordio, sia per l’autenticità con la quale i Mushrooms interpretano il genere proposto, quasi lo suonassero dalla nascita (loro e/o dello stesso genere), oltretutto in formazione ridotta all’osso (e senza evidenti stratagemmi per supplire alla mancanza di altri elementi, a parte il summenzionato pedale), sia per essere (sorprendentemente) la loro prima pubblicazione.

Li aspetto dal vivo, in camicia di flanella, non appena ritornato al futuro!

Cesare Businaro
10/10



Articolo ad opera di Giusy Elle
www.facebook.com/groups/ElectricDuoProject


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