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martedì 29 settembre 2015

82. RECENSIONE20: Porkestra by Zolle



Stefano e Marcello degli Zolle
Presenti anche nella nostra Lombarduo Compilation

   Dopo l'esaustiva presentazione degli Zolle, duo lodigiano nato nel 2012, e della simpatica intervista con i suoi fondatori Marcello e Stefano, eccoci alla presentazione del loro secondo lavoro in studio, il full lenght "Porkestra".
   Marcello Bellina (detto Marcio, conosciuto anche come il Lan dei MoRkObOt) alle chitarre e il batterista Stefano Contardi, hanno suonato per molti anni assieme nella sessione ritmica di una heavy metal band locale, i Klown. Alla fine si ritrovano in due e così continuano a suonare... il duo è strumentale e pur restando nel filone dell'hard rock ed heavy metal, introduce elementi doom, sludge, psichedelici e core (pur non essendo quest'ultimo parte del loro background), tanto da rendere il proprio suono unico e immediatamente distinguibile. Nel 2013 i due pubblicano il loro primo, omonimo album al quale segue questo secondo full lenght, uscito l'11 Aprile del 2015. E' formato da ben 12 pezzi tutti intitolati dallo sviluppo della radice -pork seguendo un'ottica di goliardia che caratterizza l'intera attività degli Zolle. Figli delle grandi e fertili campagne della pianura lombarda, fanno del mondo contadino e dei suoi simboli il proprio portabandiera giocando un po', ma nemmeno troppo, a quanto pare... salami e vino rosso della loro iconografia, vacche e suini dei vari video nonché i titoli dei brani del loro primo album, ne sono un esempio inequivocabile.
   La cover di "Porkestra" è realizzata dallo stesso chitarrista del duo, Marcello Bellina che per hobby è un abile disegnatore, e che sotto il moniker di Berlikete ha già realizzato parecchie mostre personali e cover di album (compresa la nostra Lombarduo Compilation). Lo ha aiutato, per lo più con il contributo del colore, il collega Eeviac.
   "Porkestra" è stato registrato da Michelangelo Roberti e Roberto Rizzo al Mizkey Studio di Lodi, quindi mixato da Roberto Rizzo al Tray Studio, Inzago (MI); il mastering è stato affidato a Giovanni Versari al La Maestà Studio, Tredozio (FC). Bloody Sound Fucktory da Jesi (AN) è invece l'etichetta che li segue, come il duo concittadino degli Zolle, il basso-batteria The Great Saunites. Per caso o per volontà molti sono i duo seguiti da questa etichetta indipendente, che in realtà è molto di più, nell'ottica della factory vera e propria. E' per questo motivo che ne abbiamo ampiamente trattato nei vari articoli dei duo a loro abbinati, quali gli A.n.o o i Ludmilla Spleen.
   Dal primo estratto dell'album, il brano "Porkediem", segue un simpatico video che come molti altri degli Zolle è improntato sul mondo contadino presentato con ironia e con l'ausilio di giocattoli in tema.
   Tra tour nazionali ed europei gli Zolle stanno già lavorando al loro prossimo album con ben già 6 tracce all'attivo. Godiamoci quindi a fondo l'attuale "Porkestra" in attesa di continuare il viaggio sonoro con gli Zolle.

Zolle live 2014, COX 18, Milano https://www.youtube.com/watch?v=K3wEVmFIW5Q





PORKESTRA Cd e Vinile 2015, Bloody Sound Fucktory
1.Porkediem 
2.Porkeria 
3.Porkasmatron 
4.Porkona 
5.Porkemon 
6.Porkimede 
7.Porkata 
8.Porkobot 
9.Porkenstein 
10.Porkastica 
11.Pork vader 
12.Porkangelogabriele


Per ascolto:


RECENSIONE
ZOLLE "Porkestra"
Album 2015, Supernatural Cat, Bloody Sound Fucktory

Duo lodigiano formato da Marcello Bellina (Viscera///, Morkobot) e il suo storico compagno di scorribande sonore, Stefano Contardi, insieme già sezione ritmica dei Klown.
Questo nuovo lavoro registrato da Michelangelo Roberti e Roberto Rizzo al Mizkey Studio si configura come un’ostentazione della loro formula portata alle estreme conseguenze e così reiterata in 13 episodi suona come un affronto all’ascoltatore che si trova a fare i conti con un suono compatto e greve, suddiviso in brevi sequenze di 2/3 minuti.
Un disco dove lo sbeffeggiare è evidente sin dal concept, e musicalmente si concretizza in un suono “heavy”, a sua volta denigrato attraverso soluzioni spiazzanti come l’inserimento di glockenspiel, campanacci e percussione varie.
Immobilità delle formule e insistenza delle soluzioni per una coerenza stilistica e di intenti ben evidente, che parte dall’ingresso abrasivo di “Porke Diem” in territori sludge/slow core, parentesi heavy rock in odore di anni '80 (Porkona e Porkeria) e continua con la trascinante “Porkemon”, il blasfemo math-core di “Porkangelo Gabriele” - tra i pezzi più interessanti del disco­- in un susseguirsi di sequenze doom e improvvise accelerazioni, fino al rumore trascinato e seducente di Porkobot.
Giustamente l’imperfetta creatura “Porkenstein” non poteva ricevere un tributo più azzeccato in un brano dalle derive psych – prog.
Totalmente folli e arroganti, ci lasciano, ad ascolto ultimato, con un formicolio che attraversa tutto il corpo e le orecchie piene zeppe di distorsione e sconquasso ritmico; insomma un qualcosa di molto vicino ad un vero e proprio stordimento sensoriale.
“Porkestra” è un disco di metal monolitico e dall’atteggiamento marziale, rigido, ben poco propenso a compromessi e divagazioni di sorta, per un suono solido e intenzionalmente impertinente.

7/10
Giac Drummer



Articolo ad opera di Giusy Elle


81. Il mondo "bucolico" degli ZOLLE

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INTRO
   Qualche articolo fa abbiamo parlato del più antico duo italiano, i LUDMILLA SPLEEN, attivi fin dal 1996 quando incominciarono la loro avventura come "Baby Duo". Oggi presentiamo invece gli ZOLLE, two-piece strumentale lodigiana legata alla band di cui sopra dall'etichetta in comune: il loro ultimo lavoro discografico vede infatti la luce sotto l'egida Bloody Sound Fucktory. Quest'ultima è un'etichetta indipendente underground attiva in quel di Ancona fin dal 2006 grazie all'attività congiunta di due strepitosi Dj della zona, Andrea Refi e Jacopo Iencinella; come avevano i due animato la scena musicale della zona dietro alle consolle, così pian piano creano una vera e propia factory, dove fondatori e musicisti collaborano tra loro dando forma a parte della ricca scena musicale marchigiana. Prima l'uno e solo recentemente il secondo, abbandonano il progetto che ora viene egregiamente portato avanti dai colleghi Alessandro Gentili e Daniele Luconi.
   Destino vuole che i power duo non manchino in questa zona (A.N.O, LUDMILLA SPLEEN, .CORA.) e che la sensibilità dei fondatori, consapevolmente o meno, penda per questa line up. Ecco allora che nel catalogo dal suono sanguinante possiamo trovare nomi come i basso-batteria THE GREAT SAUNITES (concittadini degli nostri Zolle) o GERMANOTTA YOUTH ma anche one man band o comunque solisti che si sono poi abbinati ad un batterista, come nel caso di ABOVE THE TREE (poi con E-SIDE) o di ONE-MAN BAND 100% BLUEZ di Davide Lipari dell'ormai defunto duo capitolino blues LO-TUNE.
   Delineata la scena musicale dove si trovano attualmente gli Zolle, procediamo quindi con una divertente e divertita analisi del duo di oggi.


BIOGRAFIA
   Marcello Bellina (detto "Marcio") e Stefano Contardi suonano rispettivamente chitarra e batteria nel duo strumentale Metal/HeavyRock ZOLLE, formato a Lodi nel 2012. Entrambi coscritti (classe '78) provengono da Caselle Landi, in provincia di Lodi, ma ancor meglio dalla microscopica frazione della pianura lombarda denominata Bruzzelle dove da 15 anni i due fanno prove; teniamo ben a mente la loro ambientazione perchè molto ha a che vedere con i simbolismi attorno ai quali si costruisce la two-piece. Intanto diciamo che Marcello e Stefano sono amici di lunga data; da sempre poi fanno parte della sezione ritmica (basso e batteria) di vari gruppi. Iniziano con i Klown, gruppo primo ai quali restano affezionati sebbene fosse una band d'altri tempi e i membri suonavano pure male, ma quanto si sono divertiti con le loro canzoni fichissime! Il divertimento nella musica è un marchio che gli viene impresso a fuoco da quella volta in poi, a Marcio e Stefano, come le iniziali di appartenenza nel fondo schiena delle vacche delle loro amatissime campagne alluvionali (beh, non siamo in Texas e dalle nostre parti si usa un meno romantico cartellino di plastica numerato fissato ad un orecchio...). Trovandosi spesso in due per le prove, decidono infine di creare proprio un duo, così nel 2012 l'avventura Zolle prende inizio con la virata alle sei corde da parte di Marcello.
   Ma Marcello suona il basso, suo strumento primo, anche in altre band! Come non menzionare i mitici MoRkObOt! Originalissimo power trio strumentale, di musica noise-psichedelica composta da due bassi, batteria e synth e i cui membri in realtà sono messaggeri d'altri mondi scesi qui in incognita per divulgare il verbo di Morkobot, appunto, “Dio delle galassie, dominatore delle forze magnetiche e regolatore ancestrale dei flussi di coscienza”. I fondatori, come in uno scioglilingua cinese, sono Lin Lan e Len, tre simpatici svalvolati di cui il nostro è il Lan Morkobot. Se poi ci aggiungiamo una chitarra ecco formata la band noise-sludge Osso...
   Ma torniamo ai nostri due... Il titolo di quest'articolo parla del "mondo bucolico" degli Zolle, ma che sia chiaro: non intendevamo certo il romantico paesaggio campestre che quest'aggettivo revoca per primo alla mente! Provenendo loro da un paese di campagna della fertile pianura lombarda, prendono sì riferimento alla propria terra d'origine ma in una versione più spartana, arcana ed arcaica, legata al quotidiano del vivere contadino, che in mano loro diventa addirittura cruda e selvaggia. Ecco allora iniziare a dipingersi lo scenario dove i due giovani crescono e sviluppano i propri riferimenti. Le zolle fanno subito pensare alla terra screpolata, riarsa dal sole cocente delle afose estati di pianura, ma se andiamo a ben analizzare il vocabolo studiandone l'etimologia, altro panorama si sviluppa davanti ai nostri occhi. Zolle, da un antico vocabolo longobardo (il cui popolo abitò anticamente proprio queste terre, guarda caso!) significa in realtà ammasso, composizione, massa compatta di... sterco. La zolla prima era proprio un blocco di merda animale, se vogliamo dirla apertamente, dalla cui forma si estende poi il concetto, a noi più familiare, di zolla di terra. E' proprio quella antica, di zolla, che il duo di oggi vuole ereditare nel nome, e del suo antico significato impregnare il messaggio della musica proposta. Ecco allora che Marcio e Stefano si divertono a giocare con questi simbolismi, attinti dal mondo contadino sporco di terra e letame e dalla tavola di osteria, con fiasco di vino, pane e salame e immancabile tovaglia a quadretti... Pervasi di quest alone lo sono l'estetica del duo e i simpatici titoli dei loro brani: con un minimo di fantasia chiunque può intuire l'origine dei loro nomi... Trakthor, LeeQuame, Mayale, Weetellah, Moongitruce... tutti tratti dall'omonimo album di debutto, oppure gli sviluppi monotematici, Porkediem, Porkeria, Porkona, Porkemon, Porkenstein e via dicendo, dell'album di recente pubblicazione... "Porkestra"!!! E' chiaro che il secondo tratto distintivo degli Zolle è anche la simpatia, il divertimento, se non la più cruda dell'autoironia. L'aspetto ludico li pervade e ogni concerto è per loro innanzitutto fonte di divertimento mentre nell'insieme, ci svelano, amano recitare un po'...


   Si diceva che gli Zolle diventano un duo effettivo nel 2012, anno stesso in cui incidono, in soli due mesi, l'omonimo album di debutto. Verrà poi registrato a fine anno da Michelangelo Roberti al Mizkey Studio (Morkobot) e masterizzato da Giovanni Versari (Zu, Morkobot, OvO, One Dimensional Man) nonchè rilasciato a Maggio 2013 nientemeno che dall'etichetta di culto Supernatural Cat! Del resto da quelle parti erano già stati pubblicati i lavori dei Morkobot, nonchè, per noi amanti delle notizie relative ai power duo, qualche opera degli OVO. "Zolle", suonato quasi tutto dal vivo, presenta pochissime sovraincisioni mentre compaiono soltanto alcuni interventi al synth da parte di Urlo, degli Ufomammut e Roberto Izzo (Quasiviri, Runi); le chitarre sono state registrate attraverso un vecchio amplificatore anni '50 per ottenere un suono volutametne granitico mentre la batteria utilizzata, dalle notevoli dimensioni, era costruita tutta in rame. Ecco come si presentano gli Zolle stessi, secondo filosofia di cui sopra, fin dall'inizio: "Solo chi conosce la disinvoltura di un bovino mentre defeca può comprendere la genesi dei brani degli Zolle. Figli di un percorso naturale, diretti, compatti, soggetti a forza di gravità. Di impatto sicuro, con anima calda che non si esaurisce nel cadere al suolo. Neppure gli schizzi si perdono. In questa contemporaneità, complessa e indefinita, i pezzi di Zolle affermano l’essenziale, presentandosi come solchi di terra della pianura da cui provengono. Venendo rotti, rivoltati, sbriciolati, tritati. Odori e profumi si confondono in un’unica massa sonora: Zolle". Vi avevamo avvertiti...!!! 10 pezzi strumentali, tutti belli cupi, potenti e martellanti, nel genere sludge e doom. Assolutamente ipnotici...
   E' invece dell'11 Aprile 2015 la data ufficiale d'uscita del nuovo album "Porkestra", che perpetua il suono tipico della band. Anche qui vale la pena dare una sbirciatina a come i due lo presentano... "Porkestra, il nuovo album degli Zolle, abbatte il muro che separa la sala pranzo dalla sala prove. Interamente concepito durante il processo digestivo, trasforma lo stare a tavola conviviale in potenza sonora, violenta e positiva. È figlio di umani piaceri momentanei, talvolta straripanti, che possono uccidere". L'album è stato registrato nuovamente da Michelangelo Roberti, mixato da Roberto Rizzo, il mastering è stato affidato a Giovanni Versari mentre la promozione è seguita da Nicolas di Vavavuma Press; la simpatica cover è invece ad opera congiunta di Berlikete ed Eeviac. Qui vale la pena fare un ulteriore inciso per presentare la figura di Berlikete, un promettente e simpatico disegnatore che altro non è che... ancora il nostro Marcio Lan Morkobot! Uomo imprevedibile e dalle molte risorse, pare... crea disegni a penna dai personaggi buffi e fantasiosi e molte sue opere sono diventate cover di album nonché numerose sono le mostre personali a lui dedicate. Berlikete era una specie di "Uomo Nero" che da sempre, nella pianura padana, ha infestato le buie notti dei bimbi locali. Marcello ne è stato così influenzato da farlo perfino diventare il suo nome d'arte! Con questo moniker firma le sue opere in bianco e nero, mentre l'apporto di Eeviac, per la cover di "Porkestra", è dato soprattutto dal colore. Per amor di cronaca e per far chiudere il cerchio, sotto il moniker Berlikete, Marcello crea anche musica ambient....
   Un video infine tratto dalla traccia d'apertura all'album, "Porkediem". Come per gli altri video degli Zolle le registrazioni sono molto casalinghe e spesso i soggetti vengono rappresentati con vecchi giocattoli riapparsi dagli scatolini in soffitta... qui una rassegna dei loro video, quindi una descrizione delle labels che hanno seguito il duo in questi anni ed infine la mitica intervista a Marcello e Stefano al rientro del loro tour europeo e che, come potete facilmente intuire da questa presentazione, non sarà delle più seriose... E' di un altro post la recensione EDP di "Porkestra" ad opera del nostro fidato collaboratore Giac Drummer.

ZOLLE 
Zolle live 2014, COX 18, Milano https://www.youtube.com/watch?v=K3wEVmFIW5Q
Forko” Official video https://www.youtube.com/watch?v=8iyeKTJYHzY
“Zolle” Teaser dell'album https://www.youtube.com/watch?v=99VizXAWXL4
“Leequame” ascolto https://www.youtube.com/watch?v=Qrbsc-2Eulg
MORKOBOT
BERLIKETE



LABELS
Supernaturalcat www.supernaturalcat.com
La Supernatural Cat è un'etichetta indipendente nata nel 2005 come branca della famosissima MALLEUS ROCK ART LAB, il collettivo di tre persone dedito alla realizzazione di magnifici poster musicali realizzati a mano. Entrambe le realtà sono ormai di culto e conosciute in tutto il mondo e i cui fondatori sono Lu nonchè Poia e Urlo della band piemontese doom-psichedelica Ufomammut.
La filosofia della casa discografica è quella di promuovere band dal suono nuovo, originale, non facilmente inseribili nei generi canonici. Vengono seguite come artisti ai quali dedicare ogni attenzione e cura, le stesse usate per la stesura dei loro poster; il disco viene concepito come un vero e proprio lavoro d'artigianato, curato nei minimi particolari grafici e di packaging. Ogni uscita è in edizione limitata, accompagnata da poster serigrafici realizzati a mano e numerati, il tutto rifinito in un cofanetto deluxe. L'etichetta stampa su formati diversi, dal Cd al vinile e Dvd. OvO e Zolle sono i power duo chitarra-batteria presenti nel loro catalogo mentre gli altri nomi di punta sono gli Ufomammut stessi nonchè Morkobot, Incoming Cerebral Overdrive, Lento e FarwestZombee.

Bloody Sound Fucktory www.bloodysoundfucktory.com
Gli ZOLLE sono l'ultimo acquisto della factory Bloody Sound e ben il terzo duo chitarra-batteria che analizziamo dal catalogo di questa etichetta, oltre ai LUDMILLA SPLEEN e agli A.N.O. E' proprio all'articolo degli Ano e agli aggiornamenti presenti nell'articolo dedicato ai Ludmilla Spleen, che rimandiamo per un approfondimento di questa famosa etichetta marchigiana, molto attiva con formazioni a due, basti pensare ai concittadini degli Zolle, il duo basso-batteria THE THE GREAT SAUNITES da Lodi, e a molti altri che troverete nelle fonti citate.




INTERVISTA
1. Ciao Marcello e Stefano, è un piacere ospitarvi negli spazi EDP. Raccontateci quali sono stati gli ascolti musicali che vi hanno portato al sound degli Zolle: un misto tra metal, math-rock, doom, sludge... dall'effetto molto ipnotico...
M: Ciao! Sai che parlavamo giusto ieri sera di Appetite for Destruction dei Guns n’Roses? :D
Quando eravamo piccoli noi, si iniziava a suonare con i Guns, e quando volevi fare lo sborone facevi il riff di Enter Sandman. Ah, non dimentichiamoci di Smoke on the Water, la prima volta che ho provato una chitarra! Ahah!
S: Ciao! Io di nascosto ascoltavo anche gli Snap e gli Hocus Pocus…

2. Perchè proprio un duo? Avevate qualche 2-piece di riferimento?
M: A dire la verità, non è stata una scelta quella del duo. Purtroppo io e Ste suoniamo insieme da 20 anni (giusti giusti). Prima eravamo un gruppo vero e proprio (ci chiamavamo Klown, come mille altri, ahah!), io suonavo il basso, c’era un chitarrista dalla lunga chioma e un cantante con l’ugola enorme. Purtroppo però quei due hanno deciso di prendere altre strade (ma siamo ancora molto amici e ci vediamo spesso a tavola) e così ci siamo ritrovati Ste ed io. Non abbiamo mai pensato di sostituirli, non avrebbe avuto senso. Non eravamo mica i Guns n’Roses. Suonavamo perché ci piaceva stare insieme (e perché da queste parti non c’è mai stato nulla da fare).
S: A dire il vero io sono tornato su un palco dopo nove anni di assenza completa dalla scena e, praticamente, ho scoperto la dimensione del duo con Zolle, nel 2012. Ho conosciuto il tessuto underground negli ultimi due anni. Quindi niente 2- piece di riferimento. Non erano contemplati. Un percorso naturale il nostro. Ci siamo trovati lì ed eccoci qui.

3. Da dove la scelta del nome e perchè revocare ambienti contadini per contraddistinguere la vostra band?
M: …eheh, per capirlo dovresti vedere dove facciamo le prove! ;)
S: …omaggio al paesaggio… alla nostra storia… suoniamo nello stesso cortile, disperso nei campi, da mooolto tempo…

4. Qanto c'è di persona e quanto di personaggio nel Marcello e Stefano degli Zolle?
M: Sai che questa domanda non l’ho capita? Purtroppo siamo proprio noi quelli che vedi nelle foto :D Le macchie di vino che ci sono sul muro dietro di noi non sono state versate apposta e quel salame ce lo siamo mangiato subito dopo la foto. Suonare alla fine è una scusa per gozzovigliare, eheheh!
S: Rispondo seriamente, perché lo stimolo mi attizza. Approfitto dunque. Zero personaggi, solo persone. Per quanto mi riguarda la sfida è piuttosto tenere insieme i pezzi di persona che sono: il folle viscerale sul palco; il responsabile misurato in aula scolastica; il contemplativo pragmatico nell’orto. Tre dimensioni della mia identità, tutte autentiche. In Zolle forse vive di più una parte di me.

5. Usate qualche accorgimento per ovviare alla mancanza delle frequenze basse? Sento una bella differenza tra le corde alte e quelle basse della chitarra, inoltre la batteria è bella cupa...
M: Non ci siamo mai accorti di questa cosa a dire la verità! Ahahah!
S: Tu sei raffinata, noi… insomma… meno…

6. Siete una band strumentale, avete mai pensato di aggiungere un cantato o un cantante esterno?
M: A dir la verità in due siamo già in troppi! Ahahahah! :D Non abbiamo mai pensato di inserire una voce fissa. Oddio, se William dei Klown un giorno decidesse di tornare a cantare per lui la porta sarebbe sempre aperta. Bisogna poi considerare anche il fatto che la voce alla fine (ma anche all’inizio) è solo una formalità. Parliamoci chiaro: quanti cantanti con le palle ci sono in giro? Buona parte fanno super cagare, eheheh! :D
E in più non hanno nulla da dire.
Ora che mi ci fai pensare, nemmeno io e Ste abbiamo qualcosa da dire (ahahah!)
S: Purtroppo ha ragione Marcio.

7. Come nascono i brani degli Zolle?
M: Più o meno così: “dai, ancora una e poi iniziamo, eh”, “ce l’hai te il cavatappi?”, “come cazzo hai fatto a perderlo ancora?”, “va bè, dai, suoniamo un po’ che è tardi, ostia.”
S: Ecco c’è chi parte dalla ricerca di suoni particolari per comporre, c’è chi parte dalla ricerca del cavatappi… Per fortuna il nostro talento compensa l’approccio da osteria… Hehehehe…

8. Come vivete voi l'esperienza in duo rispetto a una full-band?
M: In linea di massima, in meno si è e meglio è e se si è in tanti, bisogna essere amici (a meno che non si guadagni un sacco di soldi, ahahahah!)
S: Al ristorante c’è sempre posto per due!

9. Con quali altri duo chitarra-batteria avete condiviso il palco?
M: Che rimanga fra noi, ma io non ricordo mai i nomi! Ahahah! Però è capitato spesso, ma credo sia stato un caso. In linea di massima se in un gruppo ci suonano 2 o 20 persone fa poca differenza, l’importante è il risultato finale. Ah! Aspetta però! Qualcuno me lo ricordo! Gli OvO, i Great Saunites, gli A.n.o., i Garaliya. Va beh, che memoria di merda che ho.
Ah, cazzo! Gli Zeus! E poi i miei preferiti, i Surgical Beat Bros! \m/
S: Non ho altro da aggiungere…

(I Garaliya sono un duo di elettronica con Lin dei Morkobot mentre i Surgical Beat Bros sono un duo tastiere-batteria che vede Fabio Recchia del duo basso-batteria Germanotta Youth e Antonio Zitarelli, batterista del duo MOMBU assieme a Luca T. Mai al sax. -N.d.a.)10. Come siete approdati alla Bloody Sound Fucktroy? Come vi trovate all'interno della "famiglia", voi ultimi arrivati?
M: Ricordo che i baldi giovani di Bloody Sound Fucktory ce lo dissero già un paio di anni fa, dopo un concerto nelle Marche, una cosa del genere: “Oh, se un giorno avrete bisogno di un’etichetta, contate pure su di noi!”. Tra l’altro li salutiamo, che purtroppo non li vediamo spesso, ma meglio per loro! Ahahahah! :D
S: Credo ci accomuni un approccio passionale, “serio” ed al contempo ludico all’esperienza musicale… A pelle: brave persone, genuine, come la terra da cui provengono.

11. Marcello, come Berlikete esprimi la tua vena artistica anche come disegnatore. L'artwork della band è quindi a firma tua, ci vuoi parlare delle copertine di Zolle e Porkestra? So che disegni cover anche per altre band...
M: Dunque, la copertina di Porkestra (che mi piace un sacco), parte da alcuni disegni che ho fatto, ma sono stati egregiamente colorati dal temibile Eeviac. Eeviac è un grafico vero e proprio ed ha fatto un sacco di copertine. Mentre quella del nostro primo album è opera di Malleus Rock Art Lab (ma credo non abbiano bisogno di presentazioni!) e hanno interpretato decisamente bene l’idea della divinità maiale \m/ :D
Come Berlikete mi diletto più che altro a fare disegni in bianco e nero (io i colori li odio, secondo me anche loro odiano me), mi piace disegnare mostri o cose abbastanza irreali. A volte è capitato di aver utilizzato alcuni disegni per alcune copertine come ad esempio per Claudio Milano, Osso (in collaborazione con Petulia Mattioli), Boda, Beta, Mulo Muto, Diysco Webzine, Aidan, Muschio e la copertina di EDP Compilation Lombardia, hai presente? :D
S: Io amo i colori!!!
M: (Ognuno ha gli amici che si merita.)

12. Ho notato, Marcello, che hai un forte interesse per l'astronomia: ci vuoi parlare della tua attrazione per il cielo e per tutto ciò che contiene? In qualche misura ne fai riferimento anche nelle tue band...
M: …mah, bella domanda, non saprei! Ahahah! Il cielo, di notte, esercita un fascino assai ragguardevole nei miei confronti, si scopre sempre qualcosa di nuovo. Passerei un sacco di tempo con il naso all’insù, se non fosse per il mal di collo, ahahah!
Il cielo di giorno invece, da queste parti, è bianco e grigio anche d’estate, è decisamente monotono.
S: Ha un’età mentale pari a nove o dieci anni. Vive nel suo mondo di alieni e galassie. Scambia impianti di irrigazione per draghi… trattori per mostri… Ha bisogno di comprensione, invece i coetanei spesso lo prendono in giro. E’ circondato da bulletti che lo sfottono, per fortuna è inconsapevole, nel suo mondo.
M: Ste! Hai visto che hai bucato la ruota dietro?

13. Siete appena rientrati dal vostro tour europeo, cosa ci raccontate di tale esperienza? Com'è il pubblico straniero rispetto al nostrano? Aneddoti...?
S: I nostri concerti peggiori non scendono sotto il voto 8, su scala da 0 a 10. Presuntuoso? Vanitoso? No! Ho 37 anni, nella vita mi sono spesso sentito inadeguato, oggi, mezzo adulto, posso dire che spacchiamo davvero, con un filo di imbarazzo, ma senza vergogna. L’Inghilterra ci attrae… Non facevano finta di godere come delle bestie quei barbari sotto il palco, sudati ed euforici. Che energia! In Italia possiamo ritenerci fortunati per altro… per ‘sta roba… meglio l’Inghilterra…

14. Quali le prossime mosse per gli Zolle?
M: Vogliamo fare un altro disco a breve, anzi, prima! Ahahah! Abbiamo già scritto 6 “canzoni”. Secondo me a ‘sto giro facciamo alla svelta! Ahahah!
(e i pezzi, incredibilmente, ci sono piaciuti da subito)
Poi chiaramente vogliamo anche suonare un po’ in giro.
Poi chiaramente vogliamo anche assaggiare qualcosa di tipico in giro.
Poi chiaramente vogliamo anche divertirci.
S: Innanzitutto dentista: pulizia dei denti.
Poi estetista.
Poi esami del sangue e controllo della pressione arteriosa.
Se dentista, estetista e medico compiranno al meglio il proprio lavoro, il terzo disco determinerà un’ulteriore svolta per gli Zolle, in termini di visibilità e di possibilità di godere insieme ad un numero di persone più ampio. 2013 – 2015 positivi. Dal 2016 puntiamo all’ottimo…

Ok Marcello e Stefano, grazie infinite per il vostro piacevole contributo. Ora vi lascio la parola per salutare il pubblico EDP e lanciare un vostro messaggio mentre noi vi auguriamo di continuare a divertirvi alla grande con la vostra musica. Stay rock, stay duo, stay Zolle!
M: grazie a te Giusy per lo spazio, il tempo e la dedizione (e la pazienza!) :D
S: Porco duo! Giusy, credo tu sia completamente fuori!!! Splendido complimento! Bello essere in buona compagnia ;)



DISCOGRAFIA
ZOLLE Cd 2013, Supernatural Cat


1.Trakthor 2.LeeQuame 3.Forko 4.Mayale 5.Man Ja To Ja! 6.Melicow 7.Heavy Letam 8.Weetellah 9.Trynchatowak 10.Moongitruce




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PORKESTRA Cd e Vinile 2015, Bloody Sound Fucktory

1.Porkediem 2.Porkeria 3.Porkasmatron 4.Porkona 5.Porkemon 6.Porkimede 7.Porkata 8.Porkobot 9.Porkenstein 10.Porkastica 11.Pork vader 12.Porkangelogabriele



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Qui la nostra recensione


Link ad altre recensioni:
"Zolle"
"Porkestra"



Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle


mercoledì 16 settembre 2015

80. RECENSIONE19: Plans by Culture Wars





   Con i power duo abbiamo analizzato ogni genere musicale: c'è chi suona metal in tutte le sue varianti, garage o blues, altri si dedicano al core di vario tipo o al noise... e alla fine abbiamo scoperto che le semplici, sane canzoni, da hit o da tormentone, sono quasi del tutto assenti. Ci pensano però i Culture Wars che con i loro album propongono brani solari e positivi, a forma canzone, cantati in inglese ad ispirazione del punk rock e di un certo underground musicale statunitense degli anni '80 e '90 e che a loro, in realtà, ricorda il periodo migliore della propria adolescenza.
   I Culture Wars sono Mirko Salvati e Giovanni Schirru da Avellino, entrambi classe '85, rispettivamente chitarra-voce e batteria; si conoscono da vent'anni e da quindici suonano assieme in varie band fino a fondare, nel 2009, questo progetto 2-piece... come spesso accade è l'affiatamento tra i membri a condurre alla line-up a due...
   L'anno successivo alla fondazione vede la pubblicazione della loro opera prima, un Ep omonimo al quale segue, nel 2012, il primo full lenght che già nel titolo "Poptimism" anticipa l'atmosfera delle loro canzoni. Pausa di tre anni ed ecco finalmente il nuovo lavoro, il "Plans" che andremo qui a recensire con il nostro collaboratore Martino Vergnano. Un album di 10 tracce per un totale di 25' circa all'insegna della serenità, della voglia di lasciar tutte le preoccupazioni alle spalle, in un susseguirsi dei brani in maniera fluida e di uniformità di stile.
   "Plans" è stato registrato al Machina Project Studio con il riconfermato Antonio di Sarno, uscito a fine Aprile 2015 e seguito, nella stampa e distribuzione, da ben quattro etichette indipendenti: Fallo Dischi, La Fine Edizioni, Macrostudio e la recentissima Upton Records. Ad opera di Alessandra Magno le foto dell'artwork. La prima traccia, "Shannyn", è anche il brano di lancio per l'album, al quale seguono un paio di video in tema, il video ufficiale girato dalla stessa band, e un secondo organizzato dalle loro case discografiche.
   Ma per approfondimenti sul duo, per saperne di più sulle etichette che li seguono e per leggere le loro stesse parole dalla nostra intervista, rimando all'articolo a loro dedicato (qui).

"Shannyn":Video ufficiale https://www.youtube.com/watch?v=9qEBLoN_hns
Video ufficiale in studio https://www.youtube.com/watch?v=a3tntSgZVpk
Plans” lo ASCOLTI e lo SCARICHI in freedownload! 





PLANS 2015, Fallo Dischi, La Fine, Macrostudio, Upton Records (PostPunk/PopNoise)

1.Shannyn 
2.Trust Your Cupid
3.Kiev
4.Rebound
5.Shattered Past
6.Poor Berlin
7.Love Comform
8.Summer Tape
9.Unhappy Kids
10.Heart Failure


RECENSIONE
Ho nell'impianto audio il nuovo album dei Culture Wars che sta girando: Plans.
E' notte fonda e lo sto ascoltando a un volume sostenuto, sto dietro un cimitero in aperta campagna e nessuno potrà venire a lamentarsi…
L'album in questione si intitola Plans, loro sono un duo, un duo elettrico, ed è per questo che siamo qui a parlarne su EDP…
Una batteria  senza sbavature viaggia dritta sugli accordi e riff di una chitarra che getta le basi e i presupposti per un rapido tuffo in una specie di seconda metà degli anni 90' dove la rabbia giovanile e l'illusione di ribellione erano state sepolte o cremate con il compianto Kurt Cobain e ciò che veniva fuori dopo il funerale era un rock che aveva ancora la batteria e le chitarre come simboli ma aveva riff e accordi più morbidi e in qualche modo l'atmosfera era andante ma meno scalmanata, come un fiume che scorre veloce ma senza cascate o rocce che affiorano e potrebbero essere pericolose, il che non è necessariamente un male e con Plans per quel che mi riguarda mi sento da quelle parti.
Quindi eccoci con i Culture Wars in questo tuffo in quegli anni e quelle atmosfere che sanno un po' di Placebo, un po' di Dinosaur Jr. e volendo alcune cose dei nord irlandesi Ash. Tre giusto per dirne tre di e non annoiarvi con estenuanti elenchi.
A chi piace quel sound e quelle atmosfere non potrà che apprezzare un lavoro come Plans, album cantato interamente in inglese… i Culture Wars vanno per la loro strada e nelle note di copertina ringraziano i loro benamati ascoltatori e si fottano tutti gli altri (ovviamente tutto in inglese).
C'è qui un ottimo buon gusto nelle linee melodiche, il fatto che siano un duo non li limita e anzi credo quel sano dono della sintesi che solo in due si può sviluppare e mantenere, li abbia aiutati a non eccedere in arrangiamenti e anzi andare al nocciolo della questione in ogni canzone.
Essere in due ti porta a tralasciare certi aspetti e a concentrarsi su altri, in questo caso le linee melodiche hanno ricevuto la giusta cura e attenzione.
La voce è ben prodotta e incastrata nel modo giusto tra una chitarra e una batteria che non fa sentire la mancanza di un basso.
Provate ad ascoltarli, potreste diventare altri beneamati ascoltatori dei Culture Wars... mal che vada ci hanno già pensato loro a mandarvi a farvi fottere preventivamente... buon ascolto…
E a 'sti ragazzi se di voto vogliamo parlare do un bel sei più.
Un grazie ai beneamati lettori e pace amore e serenità anche a chi non ci segue.

6,5/10
Martino Vergnano


Articolo ad opera di Giusy Elle

79. L'estate dei CULTURE WARS


INTRO
   Siamo ancora in estate e vale la pena di presentare i CULTURE WARS, duo di Avellino che delle sonorità lievi e solari fa il suo marchio di fabbrica. Giusto se volete aggiungere un po' di piacevoli e sane canzoni al vostro ultimo riposo sotto l'ombrellone...


BIOGRAFIA
   I CULTURE WARS sono formati da due trentenni, Mirko Salvati e Giovanni Schirru, coetanei classe '85. Vivono ad Avellino dove sono musicalmente attivi da tempo immemore; si conoscono fin dalla prima adolescenza quando iniziano a suonare assieme in diverse band dai generi più disparati: Shevil (Stoner/doom), Vacanza (Post/Hardcore), Phantom Klang (Kraut/disco); Giovanni suona inoltre per anni nei The Bidons (GaragePunk) oltre a registrare la batteria per diverse bands, mentre Mirko milita nei The Provincials (Garage/DiscoFuturissimo) e ha parte attiva in tutte le produzioni Marialonga Records. Attualmente, oltre a suonare nei Culture Wars, lavorano part-time e studiano entrambi all'università: Lettere Classiche il primo, Archeologia il secondo... 
   Il duo nasce nel 2009 a Montoro, paese nella provincia di Avellino, con uno scopo preciso in mente: esprimere in suoni e parole ciò che dell'adolescenza è ancora vivo in loro come estremo rimedio alla mediocrità e alla pigrizia musicale e culturale che circonda i giovani di provincia. Un progetto ambizioso che si consolida in ben tre pubblicazioni, un omonimo Ep di quattro pezzi uscito l'anno successivo alla fondazione e registrato in un seminterrato, il full lenght "Poptimism" del 2012, stampato in 200 copie, e l'attuale "Plans", un dieci pezzi pubblicato da ben quattro etichette che si sono sommate nel corso degli anni e delle pubblicazioni del duo: Fallo Dischi, La Fine Edizioni, Macrostudio e la più recente e giovane Upton Records. I brani dell'Ep vengono registrati e prodotti con la collaborazione dell'artista salernitano Rosario Memoli mentre i due album successivi vedono riconfermata la collaborazione con il produttore, ormai amico, Antonio Di Sarno del Machina Project Studio di Nola (NA).
   A livello sonoro i due si esprimono in maniera solare e delicata, con chitarre dai distorti appena accennati, un indie di facile ascolto dalla risonanza molto positiva, canzoni post punk che si agganciano alla musica con la quale Mirko e Giovanni sono cresciuti, ovvero al punk rock e all'underground musicale statunitense degli anni '80 e '90, da cui il cantato in inglese. I loro brani compaiono inoltre in diverse compilation, anche internazionali, che hanno fatto conoscere la musica dei Culture Wars fin negli Stati Uniti, dove ricevono ottime recensioni.
   Lasciamo il compito di approfondire l'album "Plans" al nostro collaboratore Martino Vergnano nella sua recensione dedicata mentre noi, dopo una rapida carrellata sulle etichette che appoggiano i lavori della band, passiamo all'intervista con i Culture Wars, che ci rispondono coralmente nella persona di Mirko. Del resto quando si è amici da vent'anni e si suona assieme da 15 si finisce per pensarla uguale su molte cose... Buona lettura e buon ascolto!    

"Shannyn":
Video ufficiale https://www.youtube.com/watch?v=9qEBLoN_hns
Video ufficiale in studio https://www.youtube.com/watch?v=a3tntSgZVpk
Plans” lo ASCOLTI e lo SCARICHI in freedownload! 



LABELS
Fallo Dischi www.fallodischi.com
Fallo Dischi è un'etichetta indipendente napoletana, nata nel 2010 con l'intento di produrre e far conoscere la musica underground locale.




La Fine Edizioni www.lafine.it
La Fine, etichetta indipendente dell’illustratore Manuele Altieri, nata ad Eboli nel 2006 dalle ceneri della Respira Records, non è soltanto etichetta discografica ma molto di più: pubblica sì musica ma anche libri e, vista la predisposizione del fondatore, è attenta verso tutto ciò che è grafica e illustrazione; ecco quindi che in catalogo compare tutta una sezione dedicata alla serigrafia.
La Fine è più che altro un laboratorio basato sulla filosofia del Do It Yourself, ossia del fai da te; la maggior parte delle loro creazioni è realizzata con amici e con artisti stimati. La Fine non ha grandi tirature e nemmeno aspira ad averle, tutto il ricavato delle vendite viene reinvestito per produrre altro materiale inerente le Edizioni stesse.
Hanno in catalogo un brano feat tra Maybe I'm (duo elettrico salernitano di Blues-Afro-Punk) e Rocco Hunt ma anche i CRANIO, originale power duo da Pavia formato da due one-man band che suonano entrambi la chitarra elettrica mentre picchiano dirimpetto una grancassa comune...
www.facebook.com/nellafine


Macro Studio www.macrostudio.it
Macro Studio di Eboli è un'etichetta completa di agenzia di booking, promozione e creazione eventi. Mitico il loro Festival Indipendente DISORDER che nell'edizione 2015, appena trascorsa, ha visto esibirsi i Ronin del nostro Bruno Dorella (OvO), il duo napoletano basso batteria Superoverdrive nonchè l'artista Above the Tree (a noi più noto nel combo a due con E-Side) nella versione Drum Ensemble Du Beat.


Upton Records www.facebook.com/uptonrecords
Il logo Upton compare già nel 2009 sui dischi dei loro fondatori, i membri della band napoletana No Strings Left, che lo usano quasi per gioco per le proprie pubblicazioni. Sciolta la band, il batterista Antonio di Sarno prosegue la sua carriera producendo dischi per altri gruppi senza però mai pensare di riutilizzare quel nome. E' solo con "Plans" dei Culture Wars che Antonio decide di rispolverare l'idea della vecchia Upton Records dando il via al suo primo e vero percorso e attrezzandosi per crescere rapidamente in tal senso.
La motivazione che da sempre spinge il suo fondatore in questa direzione è quella di aiutare musicisti con qualcosa da dire a poterlo fare nel migliore dei modi.




INTERVISTA
1.Ciao a voi Mirko e Giovanni, siete i benvenuti qui all'EDP. Raccontateci come siete arrivati al duo...
Per necessità prima, per convinzione poi. La necessità veniva dalla mancanza di musicisti che poi fossero non musicisti ma semplicemente persone interessanti prestate alla musica. La convinzione, e quindi la scelta di restare in due, è nata dall’impossibilità di trovare qualcuno con cui potessimo condividere le nostre esperienze formative, musicali e di vita (si dice background?). Qualcuno che avesse la nostra stessa testa, insomma.

2. Avevate dei punti di riferimento tra i duo italiani o internazionali?
Suonavamo una cover dei Black Keys, un singolo di un disco uscito quando ancora erano su Epitaph e non in rotazione su Deejay TV. Poi tipo mi piaceva molto White Blood Cells dei White Stripes.

3. Da dove nasce il vostro nome? Quali sono, secondo voi, le Guerre Culturali degne di essere combattute?
L’ultima guerra degna di essere combattuta è finita nel 1945, purtroppo quarant’anni prima che nascessimo. Quelle culturali le fanno i teorici statunitensi con buon tenore di vita o i teologi occidentali con ottimo tenore di vita.
Il nome è un calco dal tedesco kulturkampf, devo averlo letto in qualche libro di storia contemporanea all’epoca, e ci è piaciuto.

4. Il vostro scopo dichiarato è quello di riproporre musicalmente ciò che ha segnato la vostra adolescenza: a trent'anni siete ancora di questa opinione? Non c'è nulla della musica più moderna che vi abbia positivamente colpiti?
No, aspetta, non vogliamo riproporre nulla musicalmente. Noi semplicemente, in quanto trentenni anagraficamente ma adolescenti perenni, cerchiamo di portarci dietro e di rivivere le emozioni dell’adolescenza. Quelle emozioni ce le dava anche un certo tipo di musica, quindi inevitabilmente quando buttiamo giù un pezzo nuovo ci torna dentro qualcosa di quello.
Però, riguardo la tua seconda domanda, no, per me personalmente non c’è disco uscito dopo il 1996 che sia valido d’essere (ri)ascoltato. Giovanni è meno integralista ed è sicuramente arrivato a qualche anno dopo.

5. Come nascono i brani dei Culture Wars? Quale il messaggio che volete convogliare nei vostri testi?
I brani nascono da un riff di chitarra o da un beat, da un’idea insomma. A volte c’è anche una melodia con la voce, solitamente viene fuori a Giovanni. Poi suoniamo e risuoniamo, aggiungiamo, togliamo, limiamo fin quando non ne esca fuori una canzone, una roba che ci convinca.
No, messaggi proprio no. Sono canzoni.

6. Fin dall'inizio delle vostre pubblicazioni musicali avete deciso di appoggiarvi alla professionalità di una casa discografica: quali sono secondo voi i vantaggi di un tale supporto rispetto al Do It Yourself? Ad oggi siete seguiti da ben quattro etichette: qual'è il vostro rapporto con le labels? Come le scegliete?
Questa cosa fa molto sorridere, perché associare la “professionalità” ai ragazzi delle etichette con cui abbiamo a che fare è a dir poco un azzardo. Sono tutti amici che ci danno una mano a stampare e promuovere un po’ i nostri dischi. La cosa è molto, molto più DIY di come l’hai immaginata, mi sa. Beh sì... è lo spirito di molte etichette underground, in effetti... 

7. Con quali altri duo elettrici (anche non più esistenti oppure basso-batteria) avete avuto il piacere di suonare assieme?
Boh, che io ricordi nessuno, mi sa. Allora è ora di fare serate duo! Spesso i power duo che seguono l'EDP si sono poi contattati, realizzato scambi di date ecc.

8. Come considerate la scena musicale nella zona di Avellino e ancor più in quel di Napoli?
Ci sono gruppi molto validi ma si contano sulle dita di una mano.
Anche sulle dita della mano di un tizio che ha avuto un brutto incidente e ne ha perse un paio.

9. I prossimi progetti come duo?
Documentare tutte le cose nuove che abbiamo buttato giù negli ultimi tempi, stampare un Ep, suonare un po’ in giro. Poi venderci tutti gli strumenti per comprare una strumentazione base per fare musica techno. O per andarcene un paio di mesi in Bulgaria...

Ottimo Mirko e Giovanni, siamo arrivati alla fine; augurandovi un soddisfacente proseguimento di carriera lascio a voi la parola per un saluto ai lettori dell'EDP...
Alla grande! Bella cosa l’EDP! Ce lo ricordavamo dai tempi di myspace! Continuate così e gente, mi raccomando, fate i gruppi con poche persone così non annoiate nessuno durante i soundcheck e soprattutto non litigate tra voi per la ragazza del bassista o per la puzza del tastierista che non si lava dopo tre giorni di tour. I tastieristi sono avvisati...



DISCOGRAFIA
CULTURE WARS Ep 2010, Fallo Dischi (PostPunk/PopNoise)

1.Late Comer 2.Cheap Talks 3.Hope for Youth 4.So Young, So Unfit





POPTIMISM 2012, Fallo Dischi, La Fine (PostPunk/PopNoise)

1.Disappointment 2.Cut the Wires 3.In a Daze 4.Requiem for a Drum 5.Get Out of my Dreams 6.Vacanza 7.Even if I Try 8.Teenage (revisited) 9.Fader 10.Something I can't get (Infatuation) 11.Autocritica!


Ascolto http://culturewars.bandcamp.com/album/poptimism
e free Download www.mediafire.com?3z9ppphqbuw3hqr


PLANS 2015, Fallo Dischi, La Fine, Macrostudio, Upton Records (PostPunk/PopNoise)

1.Shannyn 2.Trust Your Cupid 3.Kiev 4.Rebound 5.Shattered Past 6.Poor Berlin 7.Love Comform 8.Summer Tape 9.Unhappy Kids 10.Heart Failur

Ascolto http://culturewars.bandcamp.com/album/plans
e Free Download
http://www.mediafire.com/download/h3z3quyul4hxyfu/Culture+Wars+-+Plans+%282015%29.7z

Qui la nostra recensione

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Articolo e intervista ad opera di Giusy Elle