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martedì 2 dicembre 2014

45. RECENSIONE 8: Secret Garden by Graftage




   Eccoci alla presentazione in dettaglio dell'album di oggi, "Secret Garden" del duo da Varese GRAFTAGE. Come sempre questa recensione è anticipata da un approfondimento sulla band, con biografia ed intervista, che potete trovare qui.
   Il duo di oggi è un po' particolare, di quelli che compongono sì in due e fanno prove in due ma l'amore per più strumenti li porta a registrazioni da full band. Come trasportare il tutto in fase live? Come altri prima di loro, sia in Italia che all'estero, adottano infine una soluzione meno purista, ossia di farsi accompagnare su palco da altri strumentisti... il risultato dal vivo, ovviamente: una full-band... E' che la line-up a due si presta a molte variazioni e grazie alla sua flessibilità si muove agevolmente su piani diversi. I Graftage, infatti, considerano questa una semplice soluzione "funzionale", vista la ricca musica proposta, e non intendono pertanto abbandonare la formula di base del duo.
   Batti Bleackheart è l'ideatore del progetto: dapprincipio compone alcuni brani da solista registrando tutti gli strumenti eccetto la batteria, poi trova in un suo compagno di band, Jo, il batterista adatto a completare l'opera. L'incontro dei due fa sì che il materiale raccolto prendi pieghe diverse tramutandosi infine in un vero e proprio Concept Album. L'unione di queste due menti, Batti e Jo, porta ad un'evoluzione migliorativa del progetto iniziale, tanto che il nome che scelgono per il duo è Graftage, "innesto" in inglese.
   La storia narrata parte da alcune teorie fantascientifiche formulate da un archeologo-scrittore di nome Shinckin, che si ispira ai miti degli antichi popoli Mesopotamici e al poema Enuma Elish. Si ipotizza che la vita sulla terra sia di origine aliena, per questo i terrestri hanno sempre rivolto lo sguardo al cielo, facendolo dimora dei loro Dei... Nella tradizione viene nominato il pianeta Nibiru come sede originaria dei nostri Creatori, che a un certo punto sono costretti a lasciare la terra per tornare al loro pianeta, ormai in allontanamento secondo la propria orbita spaziale. Ogni 3600 anni Nibiru conclude il ciclo tornando così nella posizione di partenza, e da qui si muove il racconto musicato dai nostri due. Il pianeta è avvistato, gli Umani sono desiderosi di ricongiungersi ai loro Dei e conoscere finalmente le origini della loro esistenza. Una missione arriva sul pianeta, ma questo è arido e vuoto, già abbandonato dagli antichi abitanti. Fortunatamente esiste un Giardino Segreto, dove gli Umani possono attingere all'antica saggezza degli Dei e diventare come loro. Purtroppo questa rapida evoluzione non cancella le debolezze umane, come arroganza e cupidigia, portando ad un apocalittico scontro spaziale tra i due pianeti: ne' la Terra ne' Nibiru sopravvivono a questa ondata di violenza ed entrambi i pianeti scompaiono portando con se' la totale distruzione delle rispettive civiltà, con la loro storia e i loro popoli... gli unici sopravvissuti restano un Comandate e la sua ciurma, che ormai senza certezze, senza casa, ma evoluti in una forma di uomo futuribile dotato di poteri divini, altro non possono fare che viaggiare nell'Infinito, con la loro nave spaziale Argo, alla ricerca, ancora più profonda, delle proprie radici ed origini divine. Chi siamo, da dove veniamo, qual'è il nostro scopo nella vita... sembrano domande destinate ad essere rimandate all'infinito... la sete degli Umani per la conoscenza e le domande profonde che da sempre assillano la mente dell'Uomo, non trovano qui completa risoluzione...
   Il disco ci parla quindi di abbandono, di distruzione, ma anche di speranza e coraggio. Di vita aliena nella Terra, di sentirsi stranieri in quello che viene considerato il proprio Paese (tematiche alle quali i Graftage fanno riferimento anche a livello autobiografico) ma soprattutto del confronto tra uomo e infinito, qui rappresentato dallo Spazio, ed il pericolo costante di cadere nel vuoto dell'oblio...
   I testi si sviluppano in chiavi di lettura a diversi livelli, non tutti espressamente delineati, ma nulla, nessuna parola è stata lasciata al caso. Originale anche la scelta di usare due lingue in questi brani, l'inglese e l'italiano, il primo come lingua popolare, usata dagli umani, la seconda come lingua colta, aulica, in cui si esprimono esclusivamente gli Dei o qualche umano illuminato. Il racconto si trasforma infine in un viaggio spaziale, intergalattico senza tempo, che parla di futuro oltre che di passato. Ma che si rivolge anche al presente vista l'attualità intramontabile delle tematiche affrontate.
   Indispensabile quindi l'ascolto di quest'album all'interno del suo contesto, lasciandosi guidare dai testi stessi; come in un film, ogni brano è un capitolo della storia raccontata e la parte strumentale la sua stessa colonna sonora. Solo così si possono apprezzare al meglio le pause, le sospensioni, l'incedere a volte maestoso, altre mesto, le ripetizioni tematiche, le improvvise cavalcate sonore... da un semplice ascolto si perdono tutte queste sfumature, che anzi non vengono comprese, come è capitato a volte per questo album. Il pubblico si è come diviso in due gruppi, chi è riuscito ad immergersi nella storia potendo godere del ricco e meticoloso lavoro elaborato nel disco, e chi invece, ascoltandolo come semplice musica da “diletto”, non è riuscito ad apprezzarlo fino in fondo. Quello che faremo qui oggi, grazie all'aiuto dei nostri recensori metal Cryptic&Maniac, sarà quello di analizzare a fondo questo album, traccia per traccia, così da renderlo ampiamente comprensibile, fruibile e godibile infine!







SECRET GARDEN 2014, Autoprodotto

1.Enuma Elish 2.As Gods 3.Planet of Gods 4.Storm  5.We Are Leaving You, Gea 6.Dead and Empty 7.Secret Garden 8.Theia, the Day of Doom 9.Hyper  10.Bonus Track














   Passiamo ora all'introduzione dei nostri due collaboratori Cryptic&Maniac. Mi preme innanzitutto sottolineare come questa sezione dedicata al Black Metal e ai suoi sottogeneri sia strutturata come una vera e propria rubrica, vista l'originalità dei duo proposti. Spesso infatti questi generi, così ricchi dal punto di vista sonoro, vedono in fase compositiva e di registrazione soltanto un singolo musicista o al massimo un duo. Le menti del progetto sono poche mentre gli strumenti registrati, tutti dai musicisti stessi, polistrumentisti, sono numerosi, con un effetto da full band. Il concetto base di duo elettrico chitarra-batteria viene a perdersi, però... Essendo questa una realtà diffusa ed attestata nel genere e sottogeneri musicali in questione, e la musica prodotta spesso interessante, li ho comunque sempre seguiti con piacere. Quando Cryptic&Maniac si sono resi disponibili nel ruolo di recensori EDP, cosa dargli in realtà da recensire, di duo puristi Black Metal italiani? Ecco allora l'idea di allentare la restrizione del Progetto allargando a questa tipologia di duo l'attenzione dell'EDP. Cryptic&Maniac, essi stessi fondatori di un duo SDBM (Suicidal Depressive Black Metal), gli About Abortion da Ferrara, hanno quindi la libertà di presentare il disco in analisi in maniera del tutto libera, al di là della semplice e breve rivista musicale. Sarà loro compito guidarci, attraverso l'analisi degli album proposti, nelle pieghe infinite dei sottogeneri del Black Metal.

   Se volete sapere di più sui nostri recensori, qui la presentazione dello staff EDP. Ed ora a voi la recensione prima di Cryptic&Maniac (che si firmeranno in maniera inversamente proporzionale al contributo alla recensione stessa), per l'album primo dei Graftage, "Secret Garden", oggi qui, all'EDP...


GRAFTAGE – SECRET GARDEN (Recensione)

“Secret Garden” è l’Album di Debutto dei “Graftage”, un Duo dalla provincia di Varese, che noi definiremo come Avantgarde Black Metal con spiccate influenze Melodic Death Metal, Thrash Metal & Progressive, ma a loro piace lasciare al pubblico la propria interpretazione musicale personale del genere.
Un Duo che ama senz’altro sperimentare nuove unioni musicali e tentare strade diverse, con differenti sfaccettature, per non ricadere sempre nella classica “Monotonia” del solito Genere Musicale “Unico e Standardizzato”.
“Secret Garden” è un Concept Album che non è stato adeguatamente capito, anche per via della complessità delle Tematiche e del Sound stesso che non sono certo a senso unico, anzi!!!
Noi oggi, con questa recensione, oltre che dare, finalmente, Vita ad un meraviglioso Album, pesantemente trascurato, cercheremo anche di colmare alcuni di quei vuoti e di dare finalmente forma ad un lavoro musicale che la gente non è stata in grado di comprendere da sé semplicemente ascoltandolo.
Questo Album è concepito come un “Viaggio Inter-Stellare” all’interno delle tradizioni mesopotamiche, ma soprattutto all’interno dell’umanità e della società corrente, con chiari riferimenti autobiografici dei due membri della Band.
Per i Testi, il nostro Duo si è chiaramente ispirato e debitamente documentato con letture e notizie su alcuni concetti delle tradizioni Sumere e Babilonesi che, prevedevano alcune figure di una certa importanza ed adeguati per descrivere il “Viaggio Spaziale” intrapreso con “Secret Garden”, concetti applicabili anche alla società odierna, con elementi leggermente romanzati e resi autobiografici da Blackheart (Voce, Chitarra, Tastiere, Basso, Songwriting & Lyrics) e sostenuti da Jo (Batteria, Programming e Addetto ai Sistemi Informatici). Antiche figure, quali “An” che era considerato dalla popolazione sumera come il “Dio del Cosmo”, “Colui che Appartiene ai Cieli”, in parole povere “Il Creatore”; o figure come “Nibiru” che nella tradizione babilonese era detto come “Il Pianeta Presunto”, “Il Punto di Arrivo”, “La Meta Ultima” e identificato come il pianeta Giove, (a volte come la Stella Polare), o anche visto come “Punto di Attraversamento o Transizione”, associato anche dagli antichi Sumeri al Dio Marduk; o altre figure come “Argo”, chiaro riferimento alla Costellazione, ma anche alla famosa Nave greca che, in questo “Viaggio Stellare” nei meandri di “Secret Garden”, potremmo interpretare come l’astronave che ci porta via da un posto in cui non siamo né ben voluti né ben accetti e dove noi stessi non ci sentiamo a nostro agio, perché non lo consideriamo casa nostra; ed è proprio qui che, mondo antico, società moderna ed elementi personali autobiografici della Band si intersecano. A proposito di ciò, c’è da sottolineare quanto il Duo di Varese, composto da Blackheart e Jo, abbia elaborato il concetto che, non solo è probabile che sulla Terra ci sia vita di origine aliena, ma anche che loro stessi si sentono come due Alieni dentro ad una società moderna che respinge tutto ciò che considera “Diverso” dagli Standard della società stessa. Anche la scelta, decisamente non troppo usuale, di scrivere i propri testi in due lingue diverse (Italiano e Inglese), lascia presupporre che i “Graftage” vogliano comunicarci che gli Alieni potrebbero essere tra di noi, persino uno di noi! ...e parlare tranquillamente lingue diverse, perché approdati in Paesi diversi.


Si comincia con “Enuma Elish”, un’Intro Space-Ambient che vuole fungere come una specie di Ipnosi Catartica, di modo da introdurre l’ascoltatore dentro al loro “Viaggio Planetario” senza via di fuga; per poi passare alla Perla più Preziosa dell’Album, intitolata“As Gods”, brano molto Melodic Death Metal, dove le Chitarre, a tratti Melanconiche e a tratti leggermente Rabbiose ed una Batteria talmente ben concepita da essere paragonabile ad un Battito Cardiaco, ti rapiscono letteralmente, mentre testo e voce ti trasportano sulla via del “Non-Ritorno” ed è il brano che in assoluto ti sussurra “Devo assolutamente continuare questo Viaggio insieme ai Graftage per sapere come si conclude!”. Si continua con “Planet Of Gods”, un brano con venature Thrash Metal duro, alla “Annihilator”, per capirci, dove tutto è arrabbiato ma estremamente funzionale; “Storm” è un perfetto passaggio di estrema comprensione, dove i suoni di voce e strumenti rimangono comunque pieni di rabbia, ma con giusta collocazione e dove il suono si rifà molto al Death Metal Estremo. “We’re Leaving You, Gea”, brano solo strumentale, di nuovo richiama sonorità tipiche del Thrash ma più delicato rispetto al precedente “Planet Of Gods”. Passiamo, quasi senza accorgercene a “Dead And Empty”, brano molto Progressive nel suo essere principalmente Avantgarde Black Metal; davvero bella e piacevole la voce pulita in questo pezzo, molto emotiva e con note di Sofferenza Cosmica che richiamano uno stile decisamente Avantgarde con deliziose venature Doom Metal che rendono al brano il suo giusto Pathos e molto ben assemblati e congeniati gli strumenti, di modo che il tutto prenda vita in qualcosa di notevole. Ed ecco comparire la “Title Song” dell’Album “Secret Garden”, un brano che usa i suoni in modo molto duttile, a tratti Chitarra, Basso e Batteria sono Leggeri, Soavi e quasi Toccanti, in altri tratti è come se la Furia si inoltrasse attraverso le note richiamando chiaramente suoni più tipici del Melodic Death Metal; molto gradevole l’incrocio tra voce in Scream e momenti quasi narrati a sottolineare che, in una canzone, spesso l’emotività batte decisamente la tecnica. “Theia, The Day Of Doom” è forse il pezzo in assoluto più tipicamente Death Metal di tutto l’Album, con meravigliosi prodigi di Batteria che danno a questo brano la spinta giusta per essere adeguatamente aggressivo. Arriviamo, teoricamente, al finale dell’Album, “Hyper”, un’altra delle Perle più preziose di “Secret Garden”; le Chitarre a tratti graffianti e a tratti appena un po’ più tristi e melodiche di Balckheart, si sposano perfettamente con la Batteria meravigliosamente scandita e potente di Jo; inutile aggiungere che il ritornello della canzone è una delle frasi più belle trovate nei testi di queste canzoni e dà il potere a “Hyper” di precedere degnamente la reale conclusione dell’Album che è sottolineata dalla Bonus Track “Ray Of Light”, dove i suoni sembrano tornare apparentemente docili per poi incattivirsi di nuovo e concludere l’Album con la potenza della sensazione di non essere soli, ma di essere soli, di essere partiti e mai arrivati a destinazione… o forse sì… chissà… Ma questo lo lasceremo scoprire a voi che ascolterete “Secret Garden”.


Ci tenevamo a sottolineare che in tutto l’Album c’è un arpeggio di chitarra, (l’arpeggio principale del Brano-Gioiello “As Gods”), che si ripete diverse volte, durante anche altri pezzi, quasi in maniera ossessiva, per far capire a chi ascolta che questo stupendo “Audio-Libro” è perfettamente rilegato.
Questo modo di concepire l’Album, sotto l’aspetto di un Racconto a capitoli, dove i vari capitoli sono proprio le canzoni stesse, ci è sembrato semplicemente Grandioso e Innovativo, di sicuro non di facile interpretazione, ma più per cervelli con vedute ampie ed estese, per persone con un grande acume ed intelletto che sanno scavare a fondo nei significati più profondi delle singole parole e dei singoli suoni; un Album che dona agli ascoltatori qualcosa in più di ciò che avevano prima dell’ascolto, perché li porta dentro ad un Viaggio di Eterna Consapevolezza del Bene, del Male e che essere Diversi, a volte, può dilaniare l’Anima a tal punto da volersi allontanare da tutto e da tutti. Un Album per ascoltatori che vogliono una certa ricercatezza sia nei suoni che nelle parole, Un Album con moltissime peculiarità, sicuramente degno di nota, perché ben costruito a tutti i livelli e su tutti i fronti. Un Album che trasporta l’ascoltatore dentro di sé fin dalle prime note, qualcosa di diverso per veri intenditori e con la chiara differenza da tutto ciò che è già stato conosciuto e sperimentato in questi ambiti. Un Album che non può essere ignorato, perché rimane in testa fin dai primissimi ascolti.
“Secret Garden” dei “Graftage”… Assolutamente da avere nella propria collezione !

- Maniac & Cryptic -
VOTO : 8,5/10






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