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Eccoci oggi al primo appuntamento
dell'anno nuovo! E' passata la Befana stanotte e ci ha lasciato
questo post... oggi parleremo di musica italiana, un po' Folk e un
po' Punk, un po' Grunge e anche Delta Blues, con il duo I COSPIRATORI
dalla provincia di Torino. Quale data migliore del 6 Gennaio, per un
articolo su di loro, visto che il singolo di punta del loro omonimo
album si intitola proprio “La Befana”?
L'anima del duo è Martino Vergnano classe '76, musicista di
vecchia data. Nella band Filid suona Irish Music da oltre quindici
anni, indifferentemente chitarra acustica, cornamusa e flauti
irlandesi (low whistle e ulleann pipes). Nella sua lunga carriera la
band si esibisce in numerosi festival nazionali ed internazionali
(Celtic Connections Glasgow 2014, Busto Folk, Irlanda in festa
Bologna e molti altri) suonando in tutta Italia ed Europa. Hanno
all'attivo 5 album e molti loro brani compaiono su compilation di
riviste specializzate di musica irlandese e celtica. Per anni ha
militato poi in varie band Rock, Folk Rock e Irish prestando la sua
voce e suonando indifferentemente chitarre e mandolino, strumenti che
porta in eredità nel duo de I Cospiratori. Tutta questa attività
musicale ha dato le sue soddisfazioni portando Martino ad esibirsi su
numerosi palchi nazionali ma anche in Germania, Inghilterra, Irlanda,
fino a un tour negli Stati Uniti nel 2010. Di rilievo la band
Rosenkranz con la quale incide 3 album e vince il primo MEI Space,
contest di musica indie, venendo poi premiata al MEI di Faenza.
Martino nel contempo si ingegna in un fantasioso ventaglio di
mestieri approdando infine al centro per disabili CST “Un Passo
Insieme” di Val della Torre (TO), una fondazione onlus nata per
sviluppare le loro abilità e renderli indipendenti. A tale scopo
tengono corsi di danza, arti marziali, biologia, green economy, corsi
di primo soccorso e di musica, tant'è che all'interno della
struttura si trova anche una sala musicale (sala prove e studio di
registrazione Upi) che Martino gestisce e nel quale ha registrato e
autoprodotto tutti i lavori del duo. Siamo nell'autunno del 2012 e un
giorno Elisa Cerrano, sua collega e batterista esordiente, prova la
batteria in dotazione e Martino rimane colpito dal suo stile semplice
ed efficace. In un attimo si rende conto delle potenzialità e degli
stimoli creativi che un duo potrebbe offrire anziché la solita
formazione di 3, 4 o 5 elementi e sebbene l'idea di creare un duo
chitarra-batteria non lo avesse mai sfiorato prima di allora, da
subito inizia a suonare con Elisa in questa nuova formazione. Sono
nati I COSPIRATORI... i due registrano dapprima il singolo “La
Befana” e subito a ruota un album omonimo di 9 tracce (più due
cover della tradizione Old Time come Bonus Tracks) che esce
autoprodotto nel giugno di quest anno. Un bel mix di blues, folk,
cantautorato punk dai testi originali ed irriverenti; una chitarra
semiacustica dai bei suoni distorti per lui, ma anche mandolino,
qualche traccia di pianoforte e abbellimenti sonori vari.
Nel contempo il duo entra nella scena nazionale musicale vincendo
anche il Music Contest del “Bierfest Almese 2013” con la presenza
in giuria, tra gli altri, di Bass Vicio dei Subsonica.
Ad inizio 2014 però la batterista Elisa, con la quale l'album era
stato registrato, lascia il duo per maternità (auguri alla neo
mamma!) e al suo posto subentra Paolo Chiorino. Strumentista
navigato, da oltre 20 anni suona nel gruppo di Folk Rock americano
Wells Fargo e nei Refounders, band di rock inglese con i quali si
esibisce regolarmente in tutta Italia, Francia, Inghilterra e
Germania e con i quali ha all'attivo numerosi album e un tour
giapponese.
Per I Cospiratori il 2014 si presenta denso di novità: vengono
selezionati per partecipare alle selezioni live del Pistoia Blues
Festival 2014, in estate aprono il concerto degli inglesi The
Onironauts e vengono selezionati per partecipare a settembre al Reset
Festival di Torino. Non paghi di questi riconoscimenti, i loro testi
gli danno l'accesso a un workshop a numero ristretto con autori ed
editori della BMG Italia e in autunno la loro cover di “Name Your
Heart” di Matt Moody (canzone resa celebre da uno spot della
Mercedes a livello mondiale nel 2011/2012) riceve apprezzamenti
direttamente dall'autore e dai suoi fan americani. Una passione, per
I Cospiraotri, quella di realizzare cover omaggio ai loro autori
preferiti (le trovate tutte pubblicate su
soundcloud),
riarrangiando il materiale in maniera nuova e del tutto personale.
Ma ci sono altre sorprese dentro la calza della befana per questo
duo piemontese! Attualmente la coppia è all'opera su ben due album:
il primo, di inediti, e un secondo di traditional americani
rivisitati e riarrangiati per dobro, mandolino, pentole, bidoni e
latte arrugginite, ma anche canzoni Old Time, Blues primordiale,
canti dei prigionieri ai lavori forzati... un loro omaggio a certa
musica americana e anche al grande Alan Lomax senza il quale oggi non
conosceremmo buona parte dei bluesman entrati nella storia. Ed ora
quattro piacevoli chiacchiere per conoscere meglio Martino e Paolo de
I Cospiratori.
GENERI
MUSICALI TRATTATI NELL'ARTICOLO
OLD
TIME: Per chi non fosse a conoscenza di questo genere musicale,
ecco una breve descrizione: l'Old Time è quel genere di musica nato
nel Nuovo Mondo ad opera dei coloni europei. Questi si portavano
dietro un bagaglio culturale fatto anche di musica folk,
tradizionale. Ecco che l'Old Time si ispira così a composizioni
folkloristiche specie Inglesi, Irlandesi e Scozzesi ma anche alla
musica tradizionale Francese, Spagnola, Tedesca nonché Africana. E'
la forma più antica di musica tradizionale del Nord America dopo
quella dei Nativi Americani e dalla quale discendono generi
sviluppatisi nel Nuovo Mondo, quali il Bluegrass e il Country. Viene
per lo più suonata con strumenti acustici quali il violino, la
chitarra, il banjo e l'armonica.
INTERVISTA
1.
Ciao Martino, benvenuto nei nostri spazi EDP. Per incominciare a
conoscerci raccontaci come e quando ti sei avvicinato alla musica
suonata e come sei approdato all'Irish Music e all'Old Time.
M- Ciao EDP grazie, mi
sono avvicinato alla musica suonata intorno ai 14 anni, io e due dei
miei 5 fratelli entusiasmati dai dischi dei Beatles, Deep Purple,
Creedence, Led Zeppelin etc. che avevamo in casa e dai primi concerti
dal vivo ai quali ci capitò di assistere decidemmo di provare a
mettere su un gruppo o meglio di provare a suonare insieme senza un
"piano preciso".
Un negozio di strumenti
a Giaveno (paese dove sono nato e cresciuto) stava svendendo gli
ultimi strumenti musicali prima di chiudere così io e i miei 2
fratelli comprammo un basso, una chitarra, una tastiera e un
amplificatore con 4 ingressi. Quello fu il primo timido passo di
avvicinamento alla musica suonata.
Da quel momento e
lentamente nel tempo con fratelli e amici abbiamo esplorato vari
generi e vari strumenti musicali fino poi ad approdare alla musica
irlandese, con questa musica e quel mondo fu amore a prima vista,
durante un viaggio a Belfast nel '97.
Da lì la mia passione
per la musica folk, popolare, tradizionale si estese a tutti i 4
punti cardinali fino appunto ad arrivare alla musica old time
americana (in buona parte grazie a mio fratello Davide Vergnano,
violinista dei Filid e dei The Rosenkranz), anche se, per quanto mi
appassiona e ne riarrangio e ripropongo molti brani, non mi considero
un fautore tanto meno un "purista" di quel genere.
2.
Hai suonato spesso in band numerose e mai preso in considerazione la
line-up a due chitarra-batteria. Cosa ti ha fatto cambiare idea, in
un attimo? Cosa ci trovi di interessante in questa formazione
rispetto a band più numerose?
M- Mi è capitato di
suonare in vari tipi di formazioni, numerose e non (suono anche in
duo "zampogna e ciaramella"); non ho mai escluso a priori
alcun tipo di formazione e nemmeno mai preso come dogma che una band
debba per forza avere i canonici basso chitarra e batteria, non ho
mai avuto nessuna pianificazione a livello di line up, ho suonato e
suono con persone accomunate dalla passione per certa musica,
atmosfere, ritmi, per un certo tipo di sound, a volte si è in tanti
a volte in pochi.
Il duo de I Cospiratori
nasce comunque da una scelta precisa, da una curiosità, da una
volontà di provare a vedere e sentire cosa può venire fuori quando
si è in pochi, due, meno di due si è solisti ed è un concetto di
far musica ancora diverso.
Al di là comunque del
numero dei componenti è importante avvicinarsi il più possibile a
ciò che si ha in mente a livello musicale cercando di esprimerlo al
meglio. Se ci si rende conto che in due tutto questo viene fuori
senza bisogno di altro allora ha senso, se invece ci si accorge che
"manca qualcosa" allora ben vengano altri musicisti a
contribuire...
Ciò che trovo
interessante e stimolante in un duo è appunto l'essenzialità con la
quale ci si trova a fare i conti e poi (per esperienza diretta) ti
trovi in due a un continuo confronto diretto, a un serrato dialogo,
sei "costretto" a dover parlare, ragionare,
confrontarti costantemente e questo in formazioni più numerose può
non accadere, spesso le dinamiche sono molto diverse così succede di
avere il batterista che lega molto col tastierista, il bassista che è
amicone del cantante ma non sa il cognome del chitarrista e si creano
dei "sottogruppi", delle "correnti", il che non
necessariamente è negativo... in due è tutto più diretto... se il
batterista non parla col chitarrista e il chitarrista non va
d'accordo col batterista la cosa è belle che al capolinea.
3.
Com'è stata dettata la scelta del vostro nome? Cosa volete
“cospirare” e contro chi?
M- Il nostro nome
voleva avere il gusto del "western all'italiana", vuoi per
la passione per la musica old time, per la musica americana, per
l'immaginario di un mondo che forse non esiste... volevamo e vogliamo
dare l'idea di ciò che siamo e ciò che ci piace, con autoironia e
leggerezza. All'inizio avevo proposto "gli uccisori" ma
grazie alla sensibilità di una donna nel duo, il nome svoltò in
qualcosa di meno cruento... sono comunque (uccisori e cospiratori)
due titoli di episodi di Tex Willer (altro grande esempio di america
"all'italiana")... I Cospiratori non è un nome dettato da
polemiche o beghe ma uno scanzonato omaggio a Tex e comunque a un
"far west" visto da italiani... non cospiriamo contro
niente e nessuno... e poi se anche cospirassimo segretamente non
potremmo rivelarlo altrimenti che razza di cospiratori saremmo? :)
4.
Nelle altre band in cui hai suonato, cantavi anche. Solo in questo
progetto parallelo componi personalmente e canti i tuoi brani?
M- Ho sempre cercato di
comporre e scrivere, cantare e suonare cose mie, l'ho fatto nei
progetti precedenti e lo faccio nei progetti attuali, oggi come oggi
mi piace anche cimentarmi con covers e traditionals ovviamente
riarrangiati secondo un gusto personale.
5.
Nelle altre band vi esprimete in Inglese, come è stata la scelta di
comporre i testi in Italiano?
M- Per non dilungarmi
vi dirò che nasce da un'esigenza di comunicare ed entrare in
contatto con chi ho intorno nella maniera più diretta e più veloce
possibile, un'esigenza che prima non avevo e che ora sento molto...
un po' come quando corri dal verduriere a comprare un bel cespo di
insalata perché il tuo corpo te lo chiede anche se tu vorresti
invece tutt'altro...
Ho cantato e scritto in
inglese perché volevo entrare in contatto con amici e amiche
irlandesi, scozzesi, inglesi e americani... sono stato là, ho
vissuto, lavorato, cazzeggiato in paesi anglosassoni, ho dovuto
correggere, limare, migliorare, semplificare perché appunto volevo
comunicare, entrare in contatto in qualche modo con loro.
Adesso sto a Grange di
Brione, dietro a un cimitero in piena campagna, luoghi con poche
centinaia di anime (quasi tutte belle anime ;) e voglio entrare in
contatto (musicalmente parlando) con loro e poi con altri 60 milioni
di italiani e quindi sono ripartito con la lingua italiana e con
frasi semplici e dirette e spero a volte anche divertenti... mi
permetto di consigliare a chi scrive canzoni in varie lingue di
andare sempre a "testarle" nei luoghi dove si parla quella
lingua... fatelo almeno una volta!
6.
Da dove sbucano i tuoi personaggi? Perchè in ogni brano si dipinge
una figura precisa, una scenetta specifica...
M- I miei personaggi
(ma anche luoghi e fatti) sbucano dalla tradizione popolare,
dall'immaginario collettivo anche di piccole comunità, mezzi
proverbi, filastrocche etc. ovviamente riviste dal nostro punto di
vista sbilenco, in un certo senso facciamo musica popolare... (col
big muff ) senza però essere un gruppo folkloristico che si mette in
costume e ne fa una rappresentazione ingessata bensì mischiamo
generi e strumenti, influenze, ritmi, filastrocche etc.
divertendoci.
Il fatto che ci sia
quasi sempre uno straccio di storia, una figura precisa raccontata
nella maniera più semplice e diretta possibile, è dettata
dall'esigenza di comunicare ed entrare in contatto con gente
schietta, semplice e che ha voglia di divertirsi e vogliamo farlo
senza strani ermetismi o sfoggi stilistici intellettualoidi a volte
indecifrabili.
7.
I tuoi brani nascono prima dalla musica o dai testi?
M- Dalla musica, spesso
da un ritmo...
8.
All'inizio sei stato affascinato dall'essenzialità del drumming di
Elisa, ora invece ti fai accompagnare da un batterista navigato:
com'è la differenza tra i due? Un druimming diverso ti porta a
comporre in maniera diversa?
M- In entrambi i casi
un'esperienza per me molto preziosa e unica: con Elisa suoni con una
brava musicista che non sa di esserlo, con la sensibilità ma anche
la praticità di una donna, un'attitudine professionale spontanea e
naturale, uno stile diretto e asciutto che in un duo è tutto.
Paolo non è solo un
gran batterista ma un polistrumentista, con una cultura musicale
incredibile, nonostante la sua bravura ha un'umiltà e una
serenità di fondo che ti trasmette sia in concerto che in studio. Il
suo contributo negli arrangiamenti è fondamentale, non sarà mai
qualcosa di scontato ma sarà diretto, semplice ed efficace senza
cose inutili o inutili sfoggi di tecnica... ha un'esperienza
pluridecennale e un grande lato umano che trasmette quando
suona. Quando avevo 16 anni andavo in autostop a sentirlo
suonare col suo gruppo
Wells Fargo e poi con The Refounders e mai più avrei sperato di
suonarci insieme 20 anni dopo... Un drumming diverso porta
necessariamente a comporre in maniera differente ed è bello che sia
così: i ritmi e le melodie si inseguono, a volte parte tutto da un
ritmo altre volte la batteria asseconda la chitarra...
In entrambi i casi
oltre a divertirmi molto ho imparato e sto imparando molto da loro e
per questo sono grato a entrambi.
L'altra differenza nel
suonare con Paolo o con Elisa sta nel fatto che quando finisco di
suonare con Paolo nessuno viene a chiedermi se siamo fidanzati...
comunque per togliere eventuali dubbi: non sono fidanzato ne' con
Elisa ne' con Paolo... perché se due musicisti suonano insieme
devono anche stare insieme nella vita? Non siamo gli Abba! :)
9.
Paolo, questa de I Cospiratori è la tua prima esperienza in duo?
Cosa trovi d'interessante in una line-up a due rispetto a una comune
full-band e com'è, da batterista, lavorare senza basso?
P-
Sì, già... ho un'esperienza precedente in duo con mio fratello. Era
un gruppo moooolto saltuario formato nel 1978 e volendo ancora
attivo, anche se non abbiamo mai più fatto niente. Ci chiamavamo C.
BROS. Lui voce, chitarre, armoniche. Io voce, chitarra acustica,
mandolino, varie percussioni. Nel repertorio c'erano degli originali
dei Wells Fargo oltre a dei classici prevalentemente USA , Dylan,
Byrds, Woody Guthrie, Big Bill Broonzy... i Beatles e gli
stones. Comunque quello era il classico duo acustico.
Quella
con I Cospiratori è la mia prima esperienza di duo elettrico senza
basso. Ho iniziato ad interessarmi al duo lo-fi dal primo LP del
White Stripes, che ho poi visto 4 volte dal vivo. Sicuramente ci sono
stati in precedenza altri duo ma i WS sono stati i primi ad uscire a
livello internazionale. Considero Jack White un genio, uno dei
pochi musicisti innovatori degli ultimi 20 anni.
L'esperienza
senza basso mi attira molto e sempre di più. Questo non ne
esclude l'utilizzo. Ritengo che un bel quartetto di r'n'r, di rock
blues, eccetera abbia delle motivazioni molto valide. Il duo lo
ritengo un modo differente di fare e ascoltare musica.
Proprio l'altra sera alla fine di un concerto dei Cospiratori uno del
pubblico (un batterista, tra l'altro) mi ha detto: molto bello ma non
trovi che vi manchi un basso? Mi è venuto in mente un paragone che,
non so se perché, forse perchè ero all'ottava birra, mi è sembrato
abbastanza azzeccato. Hai sempre mangiato la pasta col
parmigiano, una volta la mangi senza. Tutto subito pensi che manchi
qualcosa, però dopo un po' ti accorgi che ha un suo perché, un
altro gusto ma egualmente positivo. Il che non toglie il fatto di
mangiarla nuovamente con. È solo un differente gusto e non è detto
che non sia anche migliore.
Lavorare senza basso lascia molto più spazio
all'improvvisazione, puoi andare senza regole precise ovviamente
rispettando il tempo. E questa è la cosa più bella.
10.
Ci anticipate qualcosa dei prossimi album? Quand'è prevista la loro
uscita?
M- Stiamo preparando
due album in contemporanea, uno sarà un album di inediti in
italiano, essenzialmente per voci, chitarra elettrica e batteria...
molto Electric Duo nel pieno significato del termine! L'altro sarà
un album di brani della tradizione Old Time e Folk Blues americana
riarrangiati alla nostra maniera per chitarra resofonica e acustica,
mandolino, batteria, percussioni (bidoni arrugginiti, pentole,
coperchi), washboard, cucchiai, con due grandi amici ospiti qua e là
all'armonica e violino; entrambi registrati con registratore
analogico a bobina.
I lavori dovevano
uscire per Natale ma purtroppo nel pieno della lavorazione, dei ladri
sono venuti a rubare in studio quasi tutta la nostra strumentazione e
attrezzatura e questo ha rallentato di molto i lavori, fortunatamente
non hanno rubato i nastri e grazie all'aiuto di molti amici potremmo
finire i due lavori. A questo punto dovrebbero essere pronti per
questa primavera (2015).
Ciao
Martino e Paolo, grazie per la vostra presenza qui all'EDP; vi auguro
per questo duo tutte le gratificazioni e soddisfazioni musicali già
ottenute con le altre vostre band. Lascio a voi concludere
l'intervista con parole vostre...
Grazie a voi e grazie a
te Giusy!
Grazie al vostro
progetto, alla pagina facebook e al blog abbiamo avuto occasione di
ascoltare dei duo molto bravi e interessanti che senza di voi
difficilmente avremmo conosciuto.
Suonare in duo è un
buon modo per provare a vedere e interpretare la musica in maniera un
po' diversa e questo ci piace molto e ascoltando altri electric duo
questo si sente ed è stimolante.
Vista la crisi che
purtroppo ricade anche nel settore musicale, sui concerti nei locali,
pub etc stiamo cercando di pensare e proporre nuove formule di
concerti come ad esempio suonare in orari diversi dai soliti...
mattino, pranzo, pomeriggio.. se qualcuno lì fuori avesse altre idee
per nuove formule di concerto ci scriva, sicuramente gente che riesce
a far stare in piedi una canzone, un brano, un album in due,
avrà qualche trovata geniale anche in materia di concerti!
Se qualcuno volesse
ascoltare la nostra musica (e perché no sostenerla acquistandola)
può trovarla seguendo i nostri links... se poi qualcuno ci
volesse a suonare dal vivo, ci scriva.
Grazie ancora a tutti,
ciao
I Cospiratori
Ascolto
di tutte le loro pubblicazioni:
Per acquisto:
DISCOGRAFIA
LA
BEFANA singolo 2014, Autoprodotto
1.La
Befana
I
COSPIRATORI 2014, Autoprodotto
Stampato
in 100 copie numerate
1.Un
monaco in Baviera 2.I tuoi maledetti rutti 3.La befana 4.Fino a
domani 5.Mammeglio 6.Un problema che vorrei avere 7.Brutta ma
ricca 8.Non sei più qui 9.Il porto di Torino BONUS TRACKS 10.Oh
Death 11.A Man of Constant sorrow
Articolo ed intervista ad opera di
Giusy Elle