INTRO
Ci sono nomi che si ripetono, qui
all'Edp, duo che lasciano il segno e che si ripropongono con
regolarità... uno di loro è sicuramente quello dei SAMCRO,
two-piece aretina di rock-blues sanguigno formata dal chitarrista,
cantante e compositore Mario Caruso e il suo collega alle pelli
Nicola Cigolini. Li abbiamo incontrati all'uscita del loro primo
album, "Terrestre" del 2014 (qui),
abbiamo di recente seguito la figura di Mario nella veste di
scrittore debuttante, con il suo romanzo di narrativa "Un Salto
nel Buio" (qui) e li ritroviamo
infine oggi all'uscita di "Colpevoli", il loro secondo full
lenght, pubblicato il 22 dicembre 2015 e presentato ufficialmente il
5 gennaio successivo al Pastificio Elettrico di Arezzo. Nell'articolo
di presentazione dei Samcro abbiamo capito l'origine del loro nome,
il differente background musicale dei due fondatori e la magica
interazione che ha portato alla peculiarità della loro musica, ora,
a un anno e mezzo di distanza dall'album di debutto e dopo un intenso
anno di attività live che li ha visti sui palchi di gran parte
d'Italia, vediamo i Samcro pronti a ripartire con un disco di rock
duro e crudo, sempre in tensione sul metronomo, un undici pezzi
adrenalici che nel secondo brano, "La Ricostruzione", vede
anche l'intervento di voce narrante da parte di Paolo Benvegnù,
special guest di spicco. Solo alla fine dell'album possiamo godere di
un attimo di riposo, ci si rilassa su una lunga splendida ballad (12
minuti) dalle sonorità dolci ed aperte, come la porta di benvenuto
che l'autore spalanca ai moderni migranti, giunti per mare dopo pene
e sofferenze, ansie, paure e rinnovate speranze... "Benvenuto"
è infatti il titolo del brano di chiusura: dopo il cantato un lungo
intermezzo sonoro, la risacca del mare, il dolce fragore delle onde
che si spezzano sulla costa, sulla banchisa, su una spiaggia
salvifica... infine torna la musica che lentamente si trasforma in
una melodia orientaleggiante, quasi a mostrare la via dello scambio e
della convivenza... questo il messaggio finale che i Samcro vogliono
comunicare con il loro nuovo lavoro discografico "Colpevoli".
Sebbene ci siano voluti solo 9 mesi di composizione per passare da
un disco all'altro, i segni di un processo evolutivo ci sono tutti.
Se da un lato i notevoli punti di forza del primo album (energia,
coinvolgimento, grinta e freschezza) sono stati mantenuti e
valorizzati, dall'altro il contenuto dei testi si è arricchito di
spessore. Mentre in "Terrestre" Mario cantava delle
semplici cose di tutti i giorni, ora ci presenta un Concept Album
concentrato sulle problematiche sociali di questi ultimi anni: ci
parla di immigrazione, dei sordidi giochi delle banche, dei problemi
forti di oggi giorno, attraverso però la critica aperta nei
confronti dei maggiori "colpevoli", gli ipocriti appunto,
coloro che: "fanno finta di non vedere o che per comodità
preferiscono guardare il tutto attraverso un piccolo schermo",
citando il loro comunicato stampa. I testi sono sempre in italiano,
lingua prediletta del compositore Caruso vista anche la sua grande
passione per la Letteratura Classica del nosto Paese, mentre il
cantato fa l'occhiolino al rock cantautorale di Giovanni Succi del
duo piemontese BACHI DA PIETRA, dei quali i Samcro dichiarano
apertamente di subire il fascino e l'influenza. La voce è più
matura, sviluppata roca, e i suoni della chitarra più grossi e
pesanti.
L'album, pubblicato dalle riconfermate Soffici
Dischi e Warning Records, è distribuito da Audioglobe. Ma vediamo di
andare più a fondo alle tematiche di quest'ultimo lavoro in studio
del duo con l'intervista ai diretti interessati, Mario Caruso e
Nicola Cigolini della two-piece aretina Samcro, e con una breve
impressione-recensione del nostro collaboratore Martino Vergnano.
RECENSIONE
SAMCRO
"Colpevoli"
Lp
2015, Soffici
Dischi/Warning Records
Che
bello il nuovo disco dei Samcro, porca miseria già dopo tre pezzi so
che gli darò 10. Il dramma è che mi piace talmente tanto che so già
che farò una recensione di merda... bravissimi, disco pazzesco e
suoni pazzeschi... il duo elettrico come me lo immagino: fuzz,
batteria, riff, e poi il cantato in italiano... 10 bon... cos'altro
potrei dire? Bravissimi... sono bloccato di fronte a cotanta
"duoelettricità"! 10... anzi dieci e lode... vostro
Martino Vergnano, a voi studio.
10/10
Martino
Vergnano
Ascolto di "I
COLPEVOLI"
“Opponibile”, Official Video
INTERVISTA
1.
Bentornati negli spazi Edp, cari Mario e Nicola. Mi sembra che siete
molto attivi come duo, due album a un anno e mezzo di distanza l'uno
dall'altro, molti live in giro per l'Italia, addirittura la stesura e
pubblicazione di un romanzo nel qual mentre! Raccontateci come è
stato questo periodo...
M. È stato un anno lungo, per certi aspetti
anche difficile, ma abbiamo deciso di fare un disco riversandoci
tutto quello che avevamo da dire. Abbiamo trascorso giornate intere
in sala prove a registrare provini su provini: la voce che non va, i
passaggi che non funzionano. Ciò che ha valorizzato le nostre
difficoltà facendone virtù è stato il tipo di concept scelto. In
questo disco, nient’altro che le parole hanno funzionato da
combustibile per questa nuova miscela di suoni molto più potenti e
studiati, dove siamo fieri di dire che, forse per la prima volta,
almeno secondo noi, parole, interpretazione e musica vanno di pari
passo.
2.
Quando avete iniziato a comporre il materiale per il secondo album? 9
mesi, pari alla gestazione di un bambino, sembra essere il vostro
tempo medio di composizione: Mario, hai composto in questa tempistica
un album e altrettanto tempo ti è voluto per concepire il tuo
romanzo, pensate di riuscire a mantenere una media del genere anche
per i prossimi lavori?
M. Sì, pensiamo che ci vuole almeno un anno
per lavorare davvero su un disco, specie se si vuol valorizzare i
testi ed elaborare un concept. I nostri nove mesi sono stati intensi,
ma in realtà qualcosa era pensata anche prima, ecco perché parliamo
di un anno.
3.
Quali le maggiori novità in "I Colpevoli" rispetto al
precedente "Terrestre"? Ci sono state scelte fatte "a
tavolino"? Le tematiche dei testi riconducono il tutto a un
Concept Album... Inoltre sento i suoni ispessiti, la voce più
matura... soprattutto questa è passata da una timbrica pulita, che
comunque mi piaceva molto, a una versione più felpata, roca a
volte...
M. Mentre Terrestre era un disco più
contaminato dal blues, come i testi, semplici all’apparenza ma
criptici, Colpevoli è la svolta che cercavamo. Già prima che
l’album nascesse sentivamo come un irrefrenabile impulso di creare
un disco che mettesse luce su una situazione disperata, tuttavia
inserendosi in un contesto globale, poiché oggi, a prendere
posizione su una cosa precisa, si rischia di essere accusati di
qualunquismo. In relazione di ciò, senza prendere una posizione
politica, né ideologica, né inquisitoria, né morale, abbiamo
musicato non una condanna né tantomeno un giudizio, ma un’analisi,
a volte ironica com’è nel nostro stile, a volte più crudele, non
solo sul dramma dell’emigrazione africana, ma anche del fatto
stesso in senso globale e su come questo viene metabolizzato nella
più spicciola realtà, che può essere quella di un adolescente
provinciale, fino a quella delle grande istituzioni. Il disco non
vuol essere mai troppo diretto, ci siamo riservati di nascondere
alcune cose dietro a qualche “allegoria e derisione”.
4.
Mario, nell'intervista per l'occasione dell'uscita del tuo romanzo,
ti chiedevo in cosa differisse il processo di scrittura tra un
romanzo e una canzone. Ovviamente sottolineavi come nel romanzo ci si
possa dilungare in ogni forma di descrizione e sviluppo della
tematica mentre nel testo di una canzone bisognasse condensare i
concetti e puntare tutto sull'essenza. Ora che con "I Colpevoli"
hai trattato argomenti più "corposi", hai adattato il tuo
stile di scrittura?
M. Sì i testi sono scritti tutti da me ad
eccezione di “Opponibile” nato da un’idea di Nicola e poi
arricchita insieme. Per la scrittura di questi testi ho adottato un
registro alternativo al mio normale modo di scrivere: ho lavorato più
sulle parole tenendo conto della loro musicalità e della metrica, è
più un fatto di gusto che uno letterario in questo genere.
Probabilmente ciò che avvicina più la letteratura e la musica è il
cantautorato, ma nel rock, a maggior ragione quando c’è il blues
di mezzo, occorre fare delle scelte, delle quali comunque vado fiero.
5.
Sono tanti i "colpevoli" in una società che non va ma tu,
Mario, punti il dito anche verso chi tacitamente guarda e non si
muove, verso chi prende poca posizione. Come vedi i travagliati
giorni contemporanei e che soluzione suggerisci?
M. I colpevoli che descriviamo noi sono quelli
pervasi da indifferenza e passività. Soprattutto questa ultima
condizione è quella deleteria. Finché non ci sarà una solidarietà
genuina e ogni pregiudizio razziale sarà bandito, continuerà ad
esserci passività e intolleranza. Non dimentichiamoci chi siamo, noi
italiani, e non dimentichiamoci nemmeno la nostra storia che, guarda
caso, è caratterizzata in gran parte da emigrazione: in fondo, tutti
i popoli del mondo sono nomadi, è un fatto antropologico provato.
6.
Nella seconda traccia dell'album, "La Ricostruzione",
godete di un intervento di spicco quale il cantante Paolo Benvegnù.
Come è stata l'idea di coinvolgerlo e come si è sviluppata la
collaborazione?
N. L’idea è nata in sala prove quando Mario
ha portato quella porzione di testo parlato e me lo ha fatto sentire,
la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “questo pezzo
sarebbe bellissimo se a interpretarlo fosse Paolo Benvegnù”, era
una mia ferma convinzione far cantare quella parte proprio a lui.
Fortuna ha voluto che al Simmetrie Festival eravamo il gruppo di
apertura proprio dei Benvegnù, e da una semplice domanda è partita
una bellissima collaborazione, sana e senza fronzoli come nella
musica dovrebbe essere sempre. Paolo è stato gentilissimo e in meno
di due settimane avevamo il pezzo pronto.
7.
Mi incuriosisce la genesi del brano di chiusura, "Benvenuto".
Lo considero un pezzo forte dell'album pur discostandosi
completamente dal resto delle composizioni; può quasi considerarsi
canzone-manifesto di un fenomeno sociale di spicco come lo è quello
dell'immigrazione in questi ultimi anni. E' un benvenuto, ovviamente,
ma velato di tristezza, di sospesa malinconia... da un lato per la
nostalgia del passato lasciato alle spalle, dall'altra per la
consapevolezza del destino incerto che li attende ora, alla fine del
loro viaggio, penso... è così?
M. È un pezzo nell’ottica di quelle persone
realmente sensibili al dramma dell’emigrazione. Quel “benvenuto”
si inserisce in un discorso molto più globale, ci sono parole che lo
fanno intendere ma, dato che ci piace essere un po’ labirintici,
questo “benvenuto”, paradossalmente, è il pezzo con più
positivismo dell’album. Non solo è rivolto a chi viene, ma anche a
chi va; è rivolto a quelli che giudicano con razzismo ed
etnocentrismo, affinché anche loro possano essere dei bevenuti in
un’ottica più solidale. A un discorso così più volte si sente
rispondere: «ma son tutti criminali, e hanno la cultura delle
bestie». Inutile dire che questo pensiero non ha consistenza. Gli
umani possono essere crudeli come no, ci saranno sempre i “buoni”
e i “cattivi”. Non può essere né una questione di razza né di
religione.
8.
Immagino siate pronti per il tour promozionale dell'album. Avete in
programma anche date fuori confine? Sebbene i testi siano in italiano
ci vedo una gran internazionalità nella musica dei Samcro...
M. Per ora le date del tour si concentrano
soprattutto in Italia, perché è qui che dobbiamo lavorare a fondo.
Ma il fatto di andare all’estero ci ha da sempre attratto e stiamo
studiando a delle possibilità per spostarci su gran parte
dell’Europa centrale. L’America è un progetto, per ora, troppo
ambizioso: per noi sarebbe un sogno, pertanto non escluderemo
l’ipotesi.
9. Un'ultima domanda a Mario scrittore: come procede con la promozione e la vendita del tuo romanzo di debutto "Il grande buio"?
M. Procede davvero bene, e molto meglio di
quanto mi aspettassi. Il 2015 è stato un anno magnifico sotto questo
punto di vista, e sdoppiarmi tra letteratura e musica è stata una
sfida ma anche una bella soddisfazione. Sto cominciando adesso a
raccogliere tutte le opinioni dei lettori del romanzo, come quelle
degli ascoltatori del disco dei SAMCRO: la dura fatica prima o poi
pagherà, l’importante è crederci, sempre.
Grazie
ancora Mario e Nicola, tanta buona musica a voi!
DISCOGRAFIA
TERRESTRE
2014, Soffici Dischi/Warning Records
1.Terrestre
2.Parentesi 3.Police Tango 4.Causa Effetto 5.Ritorno
6.Trenitalia.com 7.Cartone 8.Tu Come Stai 9.Un Motivo
Qui
lo ascolti
Qui
la nostra recensione
COLPEVOLI
2015, Soffici Dischi/Warning Records
1.Dalle
Ceneri 2.La ricostruzione 3.Reagire al dolore 4.Opponibile
5.Martin X 6.Similitudine 7.Mahmud 8.Kingsley 9.Colpevoli
10.Il mare dentro di te 11.Benvenuto
Qui
lo ascolti
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle