INTRO
Torniamo ora ai duo con la centounesima pubblicazione...
Nell'articolo primo sugli
HYSM?DUO abbiamo avuto modo di parlare delle loro origini, della loro
scelta musicale alternativa, dello sviluppo sonoro sviluppato dal
2006, anno di fondazione, ad oggi, attraverso le numerose
pubblicazioni in studio, nonché della loro attività parallela come
casa editrice, etichetta indipendente concentrata sulle produzioni
sonore originali (noise, improvvisazione radicale e molto altro).
Abbiamo colto l'occasione per spiegare i generi musicali di
riferimento del duo (Rio, Altrock, Improvvisazione Radicale) nonché
fatto una rapida carrellata sulle case editrici che nel corso del
tempo hanno supportato i lavori discografici della band, mirabile
esempio di collaborazione tra etichette indipendenti. Per tutto
questo rimandiamo quindi all'articolo in questione mentre noi oggi ci
concentriamo sugli aggiornamenti intercorsi in questo ultimo anno e
alla presentazione del loro ultimo, doppio album, intitolato "Small
Universes".
AGGIORNAMENTI
E' passato un anno dal nostro ultimo incontro con Stefano Spataro e
Jacopo Fiore, i fondatori nel 2006 di questo originale e prolifico
duo tarantino, e nemmeno un anno e mezzo dalla pubblicazione del loro
ultimo lavoro "All Impossible Worlds". Eccoci pronti ad
aggiornarvi sulla loro nuova pubblicazione... Tra 'mondi
impossibili' e 'piccoli universi' gli Hysm?Duo
sembrano muoversi sulle stesse tematiche, ma a livello musicale ci
sono vari cambiamenti che preannunciano le sonorità alle quali
stanno consapevolmente tendendo Stefano e Jacopo. Dopo la
registrazione di "All Impossible Worlds" i due hanno
suonato molto in giro, per lo più in Italia, quindi si sono
concentrati sulla registrazione del nuovo, duplice album. Da un lato
hanno realizzato un'unica, lunghissima traccia di 46 minuti che va a
formare il Cd1, dal titolo omonimo dell'album, e che altro non è che
la riproposta di vecchio materiale inedito pre "All Impossible
Worlds", dall'altra hanno recuperato le 6 tracce aperte
dell'ultimo album, "All Impossible Worlds", appunto,
lasciandole riarrangiare a tre amici della scena underground
italiana, nello specifico Andrea Caprara, Paolo Cantù e Superfreak.
Il vecchio disco viene presentato quindi completamente remixato nel
Cd2, in chiave personale da ogni artista: c'è chi reinterpreta "aiw"
in chiave rumoristica, chi ci aggiunge un intro di lirica o un
intermezzo rap su base melodica, fornendo così un nuovo punto di
vista all'espressione musicale degli Hysm?Duo. Il primo album, quasi
come una sinfonia per la sua lunghezza ed amalgama delle tracce, è
praticamente un ritorno alle sonorità crude e spezzate che avevano
caratterizzato la produzione pre "Aiw", album che avevo
solennemente osannato anche per la sua vena a tratti melodica, che
conferiva una maggiore universalità d'ascolto, ma preannuncia anche
i cambiamenti ai quali i due tendono. Legata invece al bel ricordo
degli originali, ho dovuto ascoltare più volte le versioni remixate
per sganciarmi dalle impressioni prime, ormai fissate.
"Small Universes" è formato quindi da due Cdr che
rappresentano un po' un preludio alla pratica di smembramento e
rimescolamento che gli Hysm stanno dando al proprio progetto.
Attualmente, infatti, stanno già lavorando al materiale per il nuovo
album nell'ottica di trasformare l'avant-rock di "Science in
Action" e "All Impossible Worlds" in una sorta di rock
concreto con sonorità più vicine a quelle del free-jazz e del
jazz-electronic. Nel frattempo Stefano e Jacopo portano avanti un
progetto parallelo di improvvisazione radicale, con tendenza al
free-jazz, sempre in due, denominato LAOGAI. Il set up è sax
(soprano) e batteria, una combinazione molto in voga tra i duo al
momento, che di solito in questa formazione compongo free-jazzcore, o
comunque qualcosa di alternativo. Mi vengono in mente i mitici Mombu
(duo sperimentale con Luca T.Mai degli Zu e il batterista dei Neo), i
Jooklo Duo (ossia Virginia Zenta e David Vanzan, dell'indimenticabile
duo chitarra-batteria hardcore ZURICH AGAINST ZURICH, all'epoca
famosi per realizzare show al fulmicotone non più lunghi di 15
minuti...), o i Trentini Kuru. Nella versione chitarra-sax mi vengono
in mente invece i JHATOR, nuovo progetto di Ferdinando Farro, ex
MAYBE I'M, fondatore della Kaspar House, etichetta indipendente
proprio coinvolta nella pubblicazione di "Small Universes"
e altri lavori degli Hysm?Duo. Come sempre, i mondi dei duo tendono
ad incrociarsi....
Ma diamo ora la parola a Stefano per sapere qualcosa di più sulle
intenzioni musicali della band, mentre per calarci maggiormente
nell'atmosfera di "Small Universes" con le considerazioni
di Danilo Peccerella, nostro nuovo recensore Edp nonché batterista
del duo beneventano math-core e sperimentale GLOBETROTTER, rimando
alla sua recensione prima nell'articolo
a seguire.
Ascolto
integrale degli album:
"Small
Universes" Hysm?Duo
https://hysm.bandcamp.com/album/small-universes-hysm-122
INTERVISTA
1.
Ben tornati tra noi dell'Edp Stefano e Jacopo! Siete sempre sul
pezzo, alla fine, vero? Con una media di un anno, un anno e mezzo c'è
sempre in uscita un nuovo lavoro a vostro nome... Il vostro è un
progetto strumentale ma ogni volta vi basate su un tema che vi faccia
da canovaccio. Tra "All Impossible Worlds" e "Small
Universes" siamo sempre nelle tematiche legate allo spazio e al
tempo?
S.
Ciao Giusy! E grazie per l'attenzione costante che riservi per
progetti come il nostro. Sempre sul pezzo, dici? Magari! Avessimo più
tempo libero faremmo un paio di dischi l'anno (senza contare tutti i
progetti paralleli), ma facciamo il possibile. Per quanto riguarda i
dischi, sì, ci hai visto giusto. SU è materiale di vecchie
improvvisazioni che risalgono al periodo post “Science in Action”,
ma che ci hanno sempre gustato. Da qui l'idea di pubblicare materiale
vecchio con remix di materiale “nuovo”. L'idea dei piccoli
universi è nata proprio dall'incrociarsi di queste idee: il vecchio
inedito e una versione parallela del nuovo. Ci piaceva l'idea di
poter creare allo stesso tempo una sorta di b-side di AIW, che fosse
in qualche modo un ritorno alle origini. Anche le immagini hanno
avuto un ruolo fondamentale. In copertina infatti si vede uno
spaccato di un quartiere della nostra città (Taranto) e i balconi
sembrano essere le aperture di piccoli mondi isolati l'uno
dall'altro.
2.
Nell'ottica della collaborazione, che tanto vi distingue, oltre a
presentarci la vostra nuova composizione di 46 minuti, si diceva,
avete voluto far remixare l'intero "All Impossible World" a
degli amici colleghi. Come li avete scelti? Avevate già in mente in
che maniera avrebbero potuto reinterpretare il vostro materiale?
S.
Quando ci è balenata in testa l'idea del remix, la scelta è stata
quasi obbligata. Paolo Cantù è un eroe dell'underground italiano,
nonché nostro compagno di avventure ormai da un bel po' di anni, e
di questo ne siamo davvero orgogliosi. Superfreak è invece “l'amico
di infanzia”. Quando anni fa abbiamo iniziato a suonare con questa
attitudine, lui e tutta la Lepers Produtcions sono stati i primi che
abbiamo frequentato (non so se sia stato un bene...) e con cui
abbiamo condiviso altri progetti (vedi Bokassà e Amin da dà).
Andrea Caprara è poi un nostro caro amico conterraneo e un
grandissimo sassofonista e produttore, anche lui lottatore estremo
nella fanghiglia underground italiana. Ha suonato su AIW, come
ricorderete.
3.
"Small Universes" mi è sembrato quasi un ritorno alle
sonorità precedenti "All Impossible Worlds", album dove vi
eravate espressi in maniera per la prima volta con tratti più
melodici. Invece mi pare di capire che sia uno step verso un nuovo
cambiamento. Ci volete illuminare sul percorso musicale che vi ha
portato fino a qui e spiegarci qual è la vostra idea di
"smembramento sonoro"?
S.
L'impro di SU è stata suonata e registrata nel 2012, appena uscito
SIA. Tuttavia vira radicalmente verso qualcosa di diverso rispetto ad
AIW, verso qualcosa che non si è mai realizzato, per ora. (SU=Small
Universes; SIA=Science in Action; AIW=All Impossible Worlds, N.d.a)
Ultimamente i nostri ascolti si rifanno ad un certo tipo di
free-jazz/alt-jazz anche contemporaneo, e il nostro set è diventato
più minimale, con meno cambi e più dinamiche. Io personalmente
suonerò solo ed esclusivamente un basso fretless ed ho tolto
qualsiasi tipo di effetto. Jacopo invece sta lavorando parecchio sui
suoni della batteria ed entrambi stiamo ancora cercando di capire
quali tipi di suoni “altri” ci possiamo inserire. Il riascoltare
e pubblicare SU ci è sembrato come mettere un tassello per saltare
definitivamente verso le nuove sonorità.
4.
Sempre voi due vi esprimete in un progetto parallelo di
improvvisazione radicale, i LAOGAI. Quanto considerate vincente la
formazione duo visto che spesso ricadete in questa line-up? Penso ai
vostri progetti precedenti, ai DARDO CHALET di Jacopo e al
basso-batteria noise-prog di Stefano Ada Nuki...
S.
Hai toccato un punto scottante! Laogai è da sempre un'idea più che
un progetto musicale, infatti ha come sottotitolo H-Project #1 (una
sorta di serie numerata immaginaria di progetti paralleli). Nasce
come line-up acustica di sax soprano e batteria (tra l'altro le prime
registrazioni, pubblicate nel mini l'estate scorsa, risalgono al
periodo di registrazione di SU) ed è mentalmente indipendente da
HysM?Duo. Almeno lo era fino ad ora, poiché sembra che i due mondi
si stiano per incontrare. Nei pochi live che abbiamo fatto in questa
veste infatti abbiamo iniziato ad aggiungere suoni elettronici che
inevitabilmente si ritroveranno nel nuovo di HysM?Duo; stessa cosa
per il sax soprano. Chissà cosa prevede il futuro. Al momento non so
dirti se Laogai sarà riassorbito in HysM?Duo o meno, sicuramente
nasceranno nuovi progetti, sempre in duo, per dare seguito all'idea
dell'H-Project.
5.
Ci aggiornate anche sulle novità di Hysm?, la vostra etichetta
indipendente?
S.
A parte Jhator, che hai già citato, nel nuovo anno abbiamo cacciato
fuori già un po' di dischi interessanti: “Nero” di The Great
Saunites, psichedelico e massiccio, il mio ultimo personale “Minimal
Architecture vol. 1” dalle sonorità ambient-drone sul tedesco anni
'70 andanti e l'esordio di L.B.B., trio di improvvisazione radicale
frastagliata e rumorosissima. Per l'immediato futuro abbiamo il nuovo
di The Big Drum In The Sky Religion, un nostro amico americano
fulminato, un live del trio Babau, anche loro psichedelici colorati,
e il grande ritorno di un veterano della nostra etichetta, Clov, un
vero e proprio cantautore sopravvissuto a mille formattazioni di
computer.
Ottimo,
lieta di aver seguito i vostri ultimi sviluppi. Buon proseguimento di
carriera!
S.
Grazie a te, e un saluto agli amici di EDP.
DISCOGRAFIA
SMALL
UNIVERSES 2016, Hysm?, Neon
Paralleli, Kaspar House (RIO, AvantRock)
CD1- 1.Freedom Day
CD2-
2.Joel 3.The Path 4.Fall 5.Thirst 6.Introduction 7.Double Room
8.Dots 9.Walk with me
Per
le case discografiche che hanno appoggiato i lavori degli Hysm?Duo e
per consultare la loro vasta discografia completa, rimandiamo
all'articolo di presentazione della
band.
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle