Presenti nella nostra Instrumental Vs Vocalist Compilation (articolo) |
INTRO
Bentrovati
lettori di Edp in questo nuovo 2019! Pronti ad affrontare un
altro anno assieme, carichi di album da ascoltare, video da
assaporare, nuovi duo da scoprire? Noi sì, e così iniziamo con il
botto, anzi... con il punto esclamativo! Sì perché la band di oggi,
che approfondiamo per ben la terza volta nel suo percorso, è un duo
tosto e deciso e quel punto esclamativo, alla fine del nome, sta
proprio a sottolinearlo. Splendida proposta quella degli Sdang!, che
andiamo ad analizzare grazie al nuovo album, di recentissima uscita:
Il paese dei camini spenti...
AGGIORNAMENTO
Nicola
Panteghini e Alessandro Pedretti vengono da Brescia, suonano a
livello professionale e sono stati per anni un'abbinata fissa
all'interno della band I Giuradei. A un certo punto della loro
carriera, in un momento di sosta tra i vari tour, i due si mettono a
suonare da soli, quasi per gioco e, meraviglia delle meraviglie, tra
bravura e feeling da amici, nascono cose belle, spunti interessanti
su cui valeva la pena lavorarci... senza pensarci troppo, il duo era
nato. Era il 2014 e in breve i ragazzi registrano un primo Ep,
autoprodotto, per poter iniziare a suonare in giro e vedere come il
progetto veniva recepito. Loro sono ancora qui per cui pare siano
stati accolti alla grande, nei loro live, e come poteva essere
diversamente? Tecnica e poesia sono un mix vincente, che caratterizza
questo duo PostRock. Sì, gli Sdang! sono tecnicamente bravi, ci
propongono il loro rock strumentale, venato di noise con divagazioni
prog e incrudito dalle ritmiche schematiche math, eppure amano farci
sognare con delle splendide ed evocative melodie. L'insieme li
caratterizza e li propone nell'underground nazionale come uno dei più
interessanti duo chitarra-batteria di questi ultimi anni.
Il
giorno delle Altalene, La malinconia delle Fate e infine
quest'anno Il paese dei Camini Spenti, sono le pubblicazioni
discografiche del duo che si presentano con rapida regolarità. I
titoli già ci delineano le atmosfere che i due vogliono dipingere:
si tratta di concept album, a descrizione di nostalgiche memorie,
secondo il motto: “raccontiamo storie senza parlare”. Lo sguardo
è rivolto al passato, al periodo dell'infanzia, con i suoi giochi,
le sue emozioni, il fantastico mondo delle fiabe, raccontate la sera
prima di addormentarsi... Similmente l'ultimo album è un omaggio a
un vecchio paese, ormai disabitato, come purtroppo molti nel nostro
territorio nazionale. Un paese svuotato dalla presenza dei suoi
abitanti, delle loro attività, del brusio delle loro chiacchiere...
dai camini delle case, infatti, nessun fumo esce più... Ma il tutto
è simbolico e ci invita a non demordere e a non lasciar spegnere il
fuoco delle nostre memorie, della ricerca interiore, della vita
stessa.
L'album,
dalla cover semplice ma d'effetto, ci presenta uno sfondo rosso
anticato con al centro un vecchio francobollo, come se ci giungesse
una missiva da lontano, nello spazio e nel tempo, affrancandosi così
dalla grafica fumettistica adottata fino ad ora per le varie cover.
Sul francobollo una teleferica, simbolo della ormai passata modernità
del villaggio e da cui un brano dell'album, il primo estratto a cui
segue un video in tema. Realizzato semplicemente con immagini
d'epoca, di proprietà dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea, fa da sfondo, senza
elaborazioni alcune, alla musica del duo. A corredo dell'album un
piccolo ma graditissimo -nonché nostalgico- gadget: una confezione
di vecchi cerini che ripropone l'artwork del disco, e che, molto
simbolicamente, ci invita a riaccendere tutti i camini della nostra
memoria. C'è quasi da commuoversi...
Il paese dei Camini
Spenti, 35 minuti per 11 tracce, gode del contributo di molti
emeriti amici musicisti al suo interno e, dopo una carrellata di
etichette indipendenti chiamate a raccolta per il disco precedente,
esce grazie alla coproduzione della riconfermata DreaminGorilla e
della nuova compagna di viaggio Edison Box. Già in tour per
accendere i camini d'Italia, gli Sdang! approdano al disco con oltre
100 concerti macinati nell'anno precedente: molti in duo ed altri con
al basso Colin Edwin (Porcupine Tree) grazie alla collaborazione
imbastita dal batterista Pedretti nello splendido progetto denominato
Endless Tapes. E nonostante l'uscita a
fine anno (30 Novembre in formato digitale e 7 Dicembre per il
fisico, in occasione del release party alla Latteria Molloy di
Brescia -da cui un video) l'album è
riuscito a sconquassare le classifiche di fine anno di molte riviste
del settore: Il paese dei camini spenti compare infatti tra i
50 migliori dischi italiani secondo la classifica di Rockambula, e
nientemeno che tra i primi 20 per Impatto Sonoro.
In
conclusione, Il paese dei Camini Spenti è un album che fissa
lo stile del duo, riconoscibile fin dalle prime note, e che mette la
tecnica al servizio dell'estetica, della melodia e della fruibilità
delle composizioni. Un album che andremo ad approfondire nel prossimo
capitolo con la recensione del nostro
collaboratore Mali Yea (Anice) mentre
qui, dopo un breve excursus sulle etichette indipendenti a supporto
del disco, procediamo con una bella chiacchierata tra noi di Edp,
Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti dell'interessante e maturo
progetto a due bresciano Sdang!
"Teleferica al chiaro di luna" Official
Video
"Il campanile oltre la nebbia" @Latteria Molloy
LABELS
DGR
nasce già nel 2005 a Savona ad opera di Francesco Cerisola ma il
primo album viene pubblicato solo nel 2010 in quanto sopravvengono
altre attività correlate al loro nome, quali l'organizzazione di
concerti e la promozione delle band. Nel loro roster troviamo in
coproduzione uno Split tra BOLOGNA VIOLENTA e i Surgical Beat Bros
(duo elettro-pop da Roma con Fabio Recchia dei Germanotta Youth e
Antonio Zitarelli, già batterista del duo sax-batteria Mombu), e
l'ultimo lavoro in studio dei LEGNI VECCHI. Gli SDANG!
si affidano a questa realtà discografica già dal loro secondo album
La malinconia delle Fate ma vi troviamo anche gli ASINO con il disco
Amore, i TRISTAN DA CUNHA per il loro Praia e Inerte
del duo basso-batteria KA. www.facebook.com/dreamingorillarecords
Edison
Box http://www.edisonbox.it/
Edison
Box è un'etichetta indipendente con sede a Cuneo e Torino. Nasce nel
2006 come agenzia booking incentrata nella figura del fondatore
Gabriele Grosso, per evolversi naturalmente in etichetta, sei anni
dopo. Specializzata nella distribuzione on line, segue linee opposte
alle comuni leggi di mercato supportando la cultura della
condivisione (copyleft): distribuisce
infatti i dischi dei propri artisti nei principali digital store nel
formato free download.
Il
paese dei camini spenti non è il primo lavoro di duo
chitarra-batteria appoggiato dalla label poiché nel loro roster
troviamo anche i NITRITONO (Panta Rei 2017) e i RINUNCI A
SATANA? con il loro Blerum Blerum del 2018. https://www.facebook.com/edisonboxpage
INTERVISTA
1.
Ciao Nicola e Alessandro, ormai questi spazi sono diventati un
salotto dove ci incontriamo con regolarità... Bentornati quindi,
anche perché ci portate delle belle novità! Un disco uscito da un
mesetto e siete già in pieno tour promozionale: come si stanno
svolgendo le date?
N:
Tutto ok, grazie. Locali nuovi e vecchi, buona risposta del pubblico
presente, un po’ di dischi venduti. Non ci possiamo lamentare.
A:
Il 7 dicembre abbiamo presentato il nuovo disco “Il paese dei
camini spenti” sul palco della Latteria Molloy a Brescia. Giocavamo
in casa ed abbiamo colto l’occasione anche per suonare insieme agli
ospiti che hanno dato il loro contributo su alcuni brani del disco.
Fidel Fogaroli, Claudia Ferretti, Enrico Sauda e Francesco Venturini.
La serata è stata documentato dal regista Silvano Richini che ha
realizzato un videoclip, in uscita a breve.
Ci
riteniamo molto soddisfatti dalle prime date. Il più delle volte
abbiamo suonato davanti a persone attente e coinvolte.
2.
Tre album e tre concetti molto simili: i titoli evocativi, degli
album stessi quanto dei singoli brani, rimandano sempre al passato,
all'infanzia, al ricordo di un mondo che non esiste più. Come mai
questo continuo volgersi all'indietro, a quello che fu? Cos'è che fa
voltare il capo? La nostalgia, la delusione del presente, le paure
del futuro…
A:
Aggiusterei l’osservazione dicendo che, piuttosto che guardarsi
dietro, è più un guardarsi dentro.
La
nostra musica suggerisce scenari introspettivi, dove sono ricordi o
certe emozioni (“Forse dopo cena verrà la neve”, “Quando le
donne stavano ai lavatoi”) a riaffiorare liberamente sotto una
luce nuova. Questo succede (penso) perché è una musica che nasce
istintivamente, dall’incontro di me e Nicola improvvisando in sala
prove. Successivamente viene elaborata, pensata nel minimo dettaglio
e infine, sia in fase di registrazione del disco che dal vivo,
sprigionata totalmente. La musica di Sdang! contiene in sé istinto
puro, maniacalità e tanta energia. Quindi niente sguardi verso il
passato, piuttosto una rielaborazione energetica di quello che fu.
3.
Quando avete pensato a questo nuovo concept da sviluppare ne Il
paese dei camini spenti, avevate in
mente un luogo preciso, un paese realmente esistito e poi col tempo
svuotato della sua vita, oppure si tratta di un villaggio simbolico,
a rappresentazione di un mondo che si spopola e di epoche che
chiedono realtà diverse? Oppure, ancora, è simbolo del tempo che
passa, si trasforma e abbandona il superfluo del passato?
N:
Il concept non è mio ma di Alessandro. Lui è la mente dietro i
titoli, la copertina e la gestione di queste cose. Io mi sono
limitato magari a modificare qualcosa o dare la mia opinione in
merito. In questo momento la mia idea in relazione al titolo di disco
e pezzi è questa: il paese in realtà è la mente umana, fatta di
tante cellule, gangli e terminazioni nervose, tante parti insomma che
contribuiscono alla vita. A volta qualche cosa si inceppa, qualche
camino si spegne e non funziona più… può iniziare una reazione a
catena che porta al totale abbandono del paese (malfunzionamento
generale dell’individuo), oppure qualcuno resiste e pian piano
ritorna la serenità di sempre riscaldata dalle fiamme della vita. La
vedo come una metafora della lotta tra individuo e malattia mentale,
un tema molto delicato ma che mi sta molto a cuore.
4.
Con il gadget allegato al disco, una scatola di cerini molto graziosa
e nostalgica, volete suggerire il gesto di riaccendere e coltivare le
proprie memorie quindi?
A:
E’ un gadget in linea con il concept del disco e un augurio che
ognuno lo possa usare come strumento di purificazione!
N:
Riaccendere la propria serenità, la propria vita, ripartire. Ognuno
deve poter riaccendere il proprio fiammifero, la propria fiammella
con la quale alimentare un fuoco sempre più grande, il proprio fuoco
interiore, senza far male a nessuno.
5.
L'artwork di questo album, seppur semplice e minimalista, è elegante
e di grande effetto. Vi siete sganciati dalla grafica fumettistica,
alla fine…
A:
Volevamo in qualche modo mantenere la serialità. L’abbiamo fatto
sotto l’aspetto cromatico, scegliendo il colore rosso dopo il
giallo de “Il giorno delle altalene” e il blu de”La malinconia
delle fate”. L’idea dell’artwork realizzato da Milena Berta,
mia compagna e artista, è nata il giorno in cui, a casa sua, abbiamo
scovato un raccoglitore contente circa una ventina di buste di
francobolli dei primi del novecento. Abbiamo pensato quindi di creare
per “Il paese dei camini spenti” un francobollo ad hoc con
riferimenti ai brani del disco. Ho contattato quindi Dolomite
Franchi, un azienda bresciana che possiede una teleferica per il
trasporto grezzo del materiale per ottenere il consenso dell’utilizzo
della foto di copertina. Il francobollo contiene anche degli indizi.
Munitevi di lente di ingrandimento per scovarli.
N:
Siamo parecchio soddisfatti della riuscita dell’artwork, che
abbiamo utilizzato anche per delle cartoline promozionali spedite ad
una cinquantina di amici prima dell’uscita del disco.
6.
Anche il video di "Teleferica al chiaro di luna" ha attinto
a vecchie immagini di repertorio, ci raccontate come è nata l'idea
di questo videoclip e come si è sviluppata?
A:
E’ molto semplice, è la storia di due innamorati che ci hanno solo
messo un po’ di tempo per incontrarsi! Cercando del materiale video
per un progetto artistico (che sto seguendo sempre insieme a Milena
riguardante la valorizzazione delle cave della Valle Camonica, Bs)
sono incappato nel documentario di estrazione del marmo di
Montecatini Terme, di proprietà dell’Archivio Nazionale Cinema
d’Impresa di Ivrea. Mentre guardavo il video ascoltavo i provini
del nuovo disco Sdang! e con immenso stupore notai che video e musica
erano perfettamente sincronizzati.
Dopo
lunghe mail, proposte e controproposte, sono riuscito a trovare un
accordo con i proprietari del materiale per utilizzare le immagini.
Così come la musica è stata suonata e mixata senza editing, non
abbiamo fatto montaggio o editing nel video.
7.
Mi pare che il duo Sdang!, partito come un gioco, una curiosità
senza crederci troppo, stia diventando un progetto consolidato e ben
inserito nel tessuto musicale underground nazionale. Ne siete
consapevoli, soddisfatti, meravigliati? Quale sarebbe la vostra
descrizione degli Sdang! in mezzo alla prolifica proposta di duo
chitarra-batteria italiani, realtà che ormai conoscete molto bene?
A:
Di strada ne abbiamo fatta, sia prima di Sdang! che durante. Ci piace
suonare, sembra banale dirlo, ma è proprio cosi! Detto questo
cerchiamo di trovare situazioni adatte alla nostra proposta che in sé
ha solo bisogno di ascolto. Evitiamo spesso di parlare di generi o
etichette.
Il
motto “Raccontiamo storie senza parlare”, parla chiaro. Siamo in
due ma ci piace ragionare come gruppo e il nostro punto di forza è
quello di voler comporre ottima musica, ben suonata sfruttando le
nostre caratteristiche, la nostra esperienza e limando i nostri
limiti tramite una chitarra e una batteria.
N:
Siamo un duo per necessità. In realtà credo che la nostra
aspirazione sia uscire dal contesto underground, pur essendo ben
consci che non è PROBABILE, data la nostra proposta. Facciamo
funzionare al meglio quello che facciamo tra date e vendita dischi,
al nostro livello, senza pisciare fuori dal vaso. Poi Alessandro
lavora costantemente in modo che succeda qualcosa di più e che ci si
apra qualche spiraglio diverso. Personalmente ho vissuto
l’underground quando suonavo Metal un po’ di anni fa. Il concetto
stesso di underground non mi è mai piaciuto troppo perché tende a
legittimare concetti che non mi hanno mai trovato d’accordo…
insomma, come se suonare per pochi, in posti discutibili, zero soldi,
facendo cose esclusive, estreme e anche un po’ pallose fosse una
bandiera da esibire. Noi tendiamo a farci rispettare per quello che
siamo (due musici professionisti) evitando il più possibile il
rischio di tirarsela, evitando situazioni inadatte.
8.
Siete partiti con un Ep autoprodotto, per vedere come la proposta
funzionava. Siete poi passati al supporto di una cordata di etichette
indipendenti per fermarvi ora alla scelta più mirata di due singole
labels. Qual è il rapporto che vi lega a queste realtà, come le
avete scelte tra le numerose proposte del settore?
A:
Un progetto come il nostro vive di rapporti veri. Noi facciamo
musica e cerchiamo di farla conoscere nella maniera più pulita
possibile. Dreaminggorilla ha lavorato molto bene con noi con il
disco precedente e Edisonbox è una realtà che sforna parecchie
novità discografiche interessanti. Abbiamo scelto loro perché
credono seriamente nel progetto.
Conta
poi che molta della distribuzione dei dischi, al nostro livello, la
si fa ai concerti, perché è l’unico modo per farsi realmente
conoscere, per come suoni e non per come ti “immaginano”. Ci
tengo quindi a ripetere, e consiglio a molti artisti giovani, di
cercare rapporti veri, di stima reciproca, prima di mandare la
propria musica in mano a mercenari di serie b (in zona
retrocessione).
N:
Le nostre attuali etichette ci hanno dato una mano a distribuire il
disco fisico e digitale, si tratta di unire i nostri contatti per far
funzionare meglio la cosa. Per quel che riguarda le etichette ne
abbiamo sentite tante ricevendo tanti rifiuti cortesi o proposte non
adatte, è normale, con così tanta gente che butta fuori dischi sul
nostro territorio.
9.
Come organizzate i vostri tour? In maniera autonoma o con l'appoggio
di un'agenzia specializzata?
A:
Proseguendo il discorso iniziato sopra, chi meglio di te può sapere
cosa vuoi ottenere? Ci mettiamo la faccia, scriviamo noi direttamente
ai locali, passiamo ore al telefono e al computer.
E’
un lavoro tanto stressante quanto gratificante, anche perché poi, in
questo modo, conosci persone con le quali fidelizzare e costruire un
rapporto continuativo.
N:
Le agenzie specializzate non esistono, o meglio, esistono ma lavorano
bene solo con nomi grossi e già conosciuti, lasciando agli altri le
briciole. Li capisco: è una realtà difficile e pure loro devono
arrivare a fine mese. Per noi è molto reale il detto ‘chi fa da sé
fa per tre’, nel nostro caso per trenta. Fa tutto Alessandro: tiene
i contatti e organizza il tour, se si vuole suonare un po’ è
l’unico modo, non siamo gli unici a fare così, siamo in compagnia
di tanta gente che si autoproduce
Carissimi
Nicola ed Alessandro, è sempre un piacere confrontarsi con voi. Dopo
tre album ascoltati su fisico e tutti questi incontri virtuali, mi
resta soltanto di incontrarvi ed ascoltarvi dal vivo! Spero che
questo mio desiderio possa essere ben presto esaudito... Con
Alessandro ci siamo già incontrati, in occasione di un'esibizione
degli Scaab nella rassegna estiva che organizzo qui in Trentino, ma
gli Sdang! mi mancano proprio... a presto quindi!!!! Mentre vi lascio
al vostro tour e al nobile intento di riaccendere tutti i camini
tristemente spenti delle nostre memorie...
Grazie a voi e, certo, ci piacerebbe
averti tra il pubblico, magari proprio in Trentino!
Link band
DISCOGRAFIA
IL
PAESE DEI CAMINI SPENTI 2018, DreaminGorilla, Edison Box
(PostRock, Math, Prog)
1.Il
paese dei camini spenti 2.Il campanile oltre la nebbia 3.Forse dopo
cena verrà la neve 4.Il meccanismo dell'orologio 5.Tre vecchie
streghe 6.Estate -Cartolina 7.Teleferica al chiaro di luna
8.Ruggine sul mulino ad acqua 9.Quando le donne stavano ai lavatoi
10.La festa di San Sebastiano 11.In assenza di nuvole
Qui
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Qui la nostra recensione
LA
MALINCONIA DELLE FATE 2016, Acid Cosmonaut, Dreaming Gorilla
Records, La Fornace Dischi, Taxi Driver Rec., Toten Schwan Rec.
1.Il
primo giorno di scuola 2.Martina 3.Astronomica 4.Scrivimi una
lettera tra nove anni 5.Cento metri all'arrivo 6.La malinconia
delle fate
Qui
lo ascolti
Qui
la nostra recensione
IL
GIORNO DELLE ALTALENE 2015, Autoprodotto (Metal, MathRock,
Progressive)
1.Il
giorno delle altalene 2.La notte di San Lorenzo 3.Metafisica
4.Autunno 5.Il ponte del diavolo
Qui
lo ascolti
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la nostra recensione
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Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle