Siamo al terzo
appuntamento con gli Sdang! (Nicola Panteghini e Alessandro
Pedretti), duo strumentale chitarra-batteria bresciano che, dopo l'Ep
autoprodotto degli esordi (Il giorno delle altalene) e il 6
tracce successivo (La malincoia delle Fate) esce a dicembre
2018 con un nuovo, splendido album, dall'ennesimo titolo suggestivo:
Il paese dei camini spenti. Un'opera discografica completa di
11 tracce in cui si sedimenta l'estetica degli Sdang!: tecnica al
servizio dell'ascolto, generi freddi e schematici (math rock)
ammorbiditi da una forte presenza di melodia e repentini ma
intriganti cambi prog.
Questro concept album, come i
precedenti, volge lo sguardo al passato, alla spensieratezza
dell'infanzia, alla magia delle fiabe, con ulteriore nostalgia, in
questo caso, nei confronti di un glorioso seppur umile passato che è
destinato ad essere fagocitato dal moderno che avanza. Parla anche
della nostra mente e della capacità di mantenerla sana e
positivamente attiva. Il pacchetto di cerini che, con il medesimo
artwork della cover, viene presentato in allegato all'album, ci
invita simbolicamente a riaccendere tutti i nostri ricordi spenti e a
mantenere viva la fiamma della vita stessa.
Interessante il video costruito attorno
alla settima traccia dell'album, "Teleferica al chiaro di luna",
realizzato con immagini di repertorio gentilmente concesse
dall'Archivio Storico Cinema d’Impresa di Ivrea. L'artwork, questa volta sganciato
dalla grafica fumettistica (ma concettualmente legato da un punto di
vista del colore), è stato invece elaborato dagli stessi Sdang! in
concerto con Milena Berta mentre le etichette indipendenti a supporto
del disco sono la riconfermata DreaminGorilla e la nuova alleata
Edison Box.
Per ogni approfondimento sulla carriera
del duo o sulle etichette di cui sopra, come per accedere
all'intervista a Nicola ed Alessandro, rimando all'articolo completo, appena pubblicato, mentre in questa sede ci addentriamo nei
dettagli tecnici dell'album e alla sua recensione a firma Mali Yea,
chitarrista del duo reggiano Anice.
Video:
"Teleferica al chiaro di luna"
https://www.youtube.com/watch?v=ymendjzlF5U&feature=youtu.be
"Il campanile oltre la nebbia" https://youtu.be/D_2aiZWRq74
Contatti Band:
Il paese dei camini
spenti credits:
Gli Sdang! sono:
Nicola Panteghini (chitarre, batteria
elettronica, bass synth) e
Alessandro Pedretti (batteria,
percussioni, pianoforte, glockenspiel, filed recording)
Con la partecipazione di:
Superdownhome:
batteria e cigar box in "Il meccanismo dell'orologio"
Claudia Ferretti:
voce in "Tre vecchie streghe"
Fidel Fogaroli: Korg Sigma, Fender
Rhodes e Siel Orchestra 2 in "Tre vecchie streghe" e
"Teleferica al chiaro di luna"
Ronnie Amighetti: synth in "Estate
- Cartolina"
Francesco Venturini: tromba in "Ruggine
sul mulino ad acqua"
Pierangelo Taboni: pianoforte in "In
assenza di nuvole"
Scritto e suonato da Sdang!
Prodotto da Sdang! e Ronnie Amighetti
Registrato e mixato da Ronnie Amighetti
@La Casa del Bao, Prevalle (BS) a febbraio/marzo 2018
Masterizzato da Daniele Salodini
@Woodpecker Studio (BS)
Pubblicato nel Dicembre 2018
Coprodotto da DreaminGorilla
ed Edison Box
Artwork by
Sdang! e Milena Berta
Qui
lo ascolti
Il paese dei camini
spenti 2018
DreaminGorilla,
Edison Box
(PostRock,
MathRock, Prog)
1. Il paese dei camini
spenti
2. Il campanile oltre la
nebbia
3. Forse dopo cena verrà
la neve
4. Il meccanismo
dell'orologio
5. Tre vecchie streghe
6. Estate -Cartolina
7. Teleferica al chiaro di
luna
8. Ruggine sul mulino ad
acqua
9. Quando le donne stavano
ai lavatoi
10. La festa di San
Sebastiano
11. In assenza di nuvole
RECENSIONE
SDANG! "Il paese dei
camini spenti"
Lp 2018 DreaminGorilla, Edison Box
Terzo album per il duo chitarra e
batteria bresciano, nel 2018 gli Sdang! rompono il silenzio
aggiungendo un altro capitolo alla loro personale
discografia. A distanza di 2 anni dal precedente lavoro intitolato
“La malinconia delle fate”, Alessandro Pedretti e Nicola
Panteghini, sostenuti dalle etichette EdisonBox Records e
DreaminGorilla Records, confezionano con cura “Il paese dei camini
spenti”, opera strumentale dal nome particolarmente evocativo.
Altrettanto suggestivi i titoli delle 11 tracks che vanno a comporre
questo concept album caratterizzato da un sound limpido e
piacevolmente privo d’orpelli.
L’aspirazione è quella di richiamare
alla mente, attraverso una mirata scelta dei titoli, storie e visioni
di un’altra epoca, un immaginario bucolico che si perde tra le
spire del tempo, vecchi scatti in bianco e nero pervasi
d’inconsolabile nostalgia.
Al di là del fatto che i brani in
questione raggiungano o meno l’obiettivo sopracitato, l’ultima
fatica degli Sdang! restituisce una certa freschezza,
malgrado gli ingredienti della ricetta siano sdoganati da tempo,
infatti è facile captare nel background dei due musicisti bresciani
evidenti influenze Math Rock e molto altro ancora, il loro bagaglio
stilistico è ampio e spazia in maniera generosa dalla Prog alle
oniriche atmosfere proprie del Post Rock, dal Jazz al Southern Rock,
dal Blues fino ad arrivare a sonorità più ruvide prossime al Metal.
L’album apre con l’omonima title
track che in sostanza non è altro che un breve intro fatto di
crepitii di legna che arde, per l’appunto in un camino, e note
lievi di pianoforte in sottofondo. Il cambio è radicale e si passa
repentinamente a “Il campanile oltre la nebbia”, brano mordace
che senza mezze misure lascia intuire le reali intenzioni della band.
La tensione cala col seguire di “Forse dopo cena verrà la neve”,
narcotico brano che fluttua tra antitetici stati d’animo. “Il
meccanismo dell’orologio” invece spiazza un po’, nell’accezione
negativa del termine, lasciando in bocca quel retrogusto che ricorda
alla lontana, azzarderei dire, qualcosa di già digerito dei Lynyrd
Skynyrd. “Tre vecchie streghe” al contrario alza il tiro, con un
sound più erosivo e dai richiami nordici. Il resto prosegue
agevolmente tra risalite psichedeliche che trasudano nel brano
intitolato “Teleferica al chiaro di luna” e atmosfere
dichiaratamente jazz alla Miles Davis in “Ruggine sul mulino ad
acqua”…
Altro dettaglio che potrebbe risultare
marginale ma che in realtà non lo è affatto, è la scelta di
accompagnare il CD con una piccola confezione di fiammiferi,
coordinati graficamente con la copertina dell’album, soluzione che
personalmente ho trovato alquanto commovente.
Mali Yea
Articolo ad opera di Giusy Elle
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