INTRO
Oggi presentiamo un duo con alle
spalle ben dieci anni di carriera, originario dalla provincia di
Padova e che porta il nome curioso di LITTLE BOY LOST. Al di là di
essere un nome originale, lo ritroviamo come titolo di un brano hit
australiano di Johnny Ashcroft, di una nota poesia di William Blake,
nonché di un romanzo a firma di Marghanita Laski da cui il film
Golden Globe Award con Bing Crosby del 1953, diretto da George
Seaton.
Ma concentriamoci ora sui Little Boy Lost nazionali e sulla loro
travagliata carriera che li ha portati fono a qui, in bilico tra duo,
trio e presunti scioglimenti della band.
BIOGRAFIA
Andrea Saggion (classe '84) e Edy Cabrele ('86) si conoscono fin
dall'infanzia. Andrea è il primo ad approcciare il mondo della
musica acquistando nel 2001 una Fender Squire Stratocaster con la
quale suonare, da autodidatta, i suoi miti del momento, che andavano
dai Red Hot Chili Peppers ai Sex Pistols, dai Muse ai Nirvana. Suona
in una cover band chiamata ''I.L.L.'' (Tre Allegri Ragazzi Morti,
Punkreas, Derozer, Verdena) mentre Edy lo segue tra il pubblico, fino
ad entrare anche lui a far parte del gruppo (due chitarre-batteria)
come bassista e corista. La vita del quartetto è di breve durata e i
due amici decidono di fondare così una nuova band, un trio con brani
originali ispirati ai Verdena, Nirvana e punk stampo Ramones,
denominata Mastide, nella quale Edy si impegna a suonare la batteria,
sua attrazione prima. Ma la vita con il bassista Alberto Alessi, come
spesso capita nelle dinamiche di una band, non è tra le più facili
e il combo si riduce all'osso con i due soli componenti primi. Andrea
e Edy procedono registrando una demo composta da 5 tracce
chitarra-voce e batteria, registrata in presa diretta in digitale e
che decidono di chiamare "Little Boy Lost": siamo
nell'autunno del 2005, il duo è nato definitivamente e da quella
prima demo prende infine anche il nome della band.
Sostituito Edy alle pelli dal collega Mattia Munaron, il sound
del duo acquisisce velocità e potenza e in pochi mesi esce il primo
album ufficiale, "Suisound", registrato da Franz Fabriano
negli studi del The Cube Room di Padova, alias lo studio-sala prove
dove i Little Boy Lost si esercitano. La critica ne è subito
entusiasta, le recensioni sono tutte spontanee e favorevoli; ciò per
il gruppo sarà determinante per la decina di date che riusciranno a
procurarsi, la più importante delle quali fu l'esibizione al
Rockonte nell'agosto 2007. Ricordiamo che in quegli anni era molto
più complicato di ora esibirsi live e che il duo elettrico era
ancora guardato con un certo "sospetto" dagli addetti ai
lavori. Ma purtroppo le sorprese dietro l'angolo erano in agguato e
nel bel mezzo delle loro prime soddisfazioni il batterista Mattia
abbandona il duo che dovrà rinunciare ad un ingaggio importante,
quale l'apertura di un concerto dei Jennifer Gentle, live al quale i
Little Boy Lost erano stati convocati niente meno che dalla
prestigiosa etichetta bergamasca Jestrai Records. L'umore del
fondatore Andrea è ai minimi storici tanto da intraprendere la via
per l'estero, in un viaggio di due mesi in Argentina, lasciando il
duo ufficialmente sciolto per tutto il 2008. Rientrato
incredibilmente rigenerato, comunica che i Little Boy Lost in realtà
non si sono mai sciolti, che sono solo rimasti in stand by e che ora
sono pronti a ricomporre nuova musica grazie al ritorno
dell'originale batterista Edy Cabrele alle pelli. Il duo è
nuovamente attivo e per di più nella sua formazione originale...
Si riparte dalla sala prove dove i due si intrattengono a lungo e
solo dopo oltre un anno registrano la prima autoproduzione, un unico
brano, ''The Mountain Song'', registrato e masterizzato in analogico
(Studer Revox 2piste) da Saggion nel novembre 2010. La canzone
ottiene un timido saluto che è più che sufficiente per spingere il
duo ad autoprodurre anche altre 11 canzoni ma l'impresa si rivelerà
titanica e fuori portata. L'album "Sim" vedrà la luce solo
a inizio 2012 per essere riregistrato da lì a pochi mesi dal
ricontattato Franz Fabriano, il produttore del precedente "Suisound".
Per la registrazione dell'album e per alcuni live i due chiamano
nuovamente al basso Alberto Alessi, e in questo periodo il duo si
presenta nuovamente in formazione a tre. Anche all'ennesima uscita di
Alberto, Andrea e Edy si fanno accompagnare da un nuovo bassista,
Tommaso Mazzonetto, per il tour triveneto del 2013.
E' solo per la creazione dell'album successivo che i nostri
"ragazzi persi" decidono nuovamente di contrarsi a duo: a
dicembre 2013 si chiudono in studio al Mal de Testa Records, a
Tombolo (PD), dove registrano, in presa diretta e in due sole
sessioni, chitarra e batteria di ben sette nuovi brani. Da gennaio a
giugno 2014 Andrea compone invece la parte vocale del nuovo lavoro
mentre il resto dell'anno viene speso nel tentativo di ottenere il
mix migliore per un lavoro che vedrà la luce definitiva soltanto nel
luglio di quest'anno, il 2015, quando finalmente esce "@_@"
(emoticon per ottenere la faccina "perplesso, stordito"),
l'ultimo full lenght del duo, un 6 tracce più bonus track per un
totale di poco meno di trenta minuti di musica, ascoltabile e acquistabile al loro profilo
Bandcamp.
Per quanto riguarda il sound dei Little Boy Lost, band che si è
inventata e reinventata nel corso di questi dieci anni, possiamo dire
che mantiene invece una nota stilistica fondamentalmente uniforme.
Partito da basi grunge e stoner condite con la pesantezza del doom e
divagazioni psichedeliche, si evolve lentamente introducendo degli
elementi sperimentali. Nel primo lavoro, "Suisound", fa
spesso capolino il grunge delle origini, specie nella voce di Andrea,
novello Cobain veneto, mentre l'atmosfera di base è cupa e potente,
claustrofobica alla Alice in Chains. "Sim" si perpetua
nella stessa linea mentre si intuisce una tecnica accresciuta nella
chitarra di Andrea, che ora si espone con qualche piacevole arpeggio.
Ci scappa anche una ballad e una parentesi più garage prima di
rituffarsi nelle atmosfere pesanti tanto care al duo. Ma è con
l'ultimo lavoro, "@_@", che troviamo le maggiori novità:
oltre alla potenza della batteria e ai riff pesanti e ripetitivi di
chitarra, quasi ipnotici, si innesta ogni tanto qualche rapido assolo
mentre la voce di Andrea, che finora si era esibita in canoniche
espressioni vocali, cambia registro e modo di esprimersi. Uno stile
che era appena accennato nell'album precedente prende ora il
sopravvento abbandonando le parole e la melodia classica per
tramutarsi in un lontano lamento in falsetto, un coro indefinito
registrato in secondo piano che lascia una traccia di sperimentazione
nella scia del duo. Ma lasciamo al nostro collaboratore Giac Drummer
il compito di condurci nei dettagli di "@_@" nel corso
della sua
recensione (un otttimo 7/10 il suo giudizio) mentre noi
procediamo con l'intervista ad Andrea Saggion e Edy Cabrele del duo
Little Boy Lost da Curtarolo (PD).
"The Mountain Song"
“Legato Bluesummer” 2012 in trio
INTERVISTA
1.
Ben arrivati negli spazi EDP, Andrea e Edy. Che ne dite di
raccontarci come è nata la scelta del nome "Little By Lost"
per la vostra prima demo e successivamente del duo?
A: Il nome Little
Boy Lost mi è stato appunto suggerito da una poesia di William Blake
contenuta nel suo celeberrimo “Songs of Innocence” che nel 2005
stavo studiando per un esame di letteratura inglese all'Università.
Mi ero invanamente portato il testo, con la speranza di studiarlo,
all'Oktoberfest a Monaco di quell'anno. Una sera in camera d'albergo
lessi quella poesia sotto i fumi dell'alcol e decisi che avrei
portato avanti un progetto musicale con quel nome.
E: Un mese dopo
pubblicammo infatti il nostro primo demo con quel nome e ci
affezionammo ad esso.
A: Abbiamo avuto
momenti però nei quali avremmo voluto cambiare il nome: ad un tratto
eravamo convinti fosse troppo emo. Ma ormai eravamo in ballo.
2.
Nel corso dei vostri dieci anni di carriera siete spesso passati
dalla formazione a due a quella a tre, ci dite quali differenze, in
pro e contro, avete riscontrato nelle due line-up? A prescindere dal
rapporto felice o meno tra i membri...
A: Il gruppo è
sempre stato incentrato sulle nostre idee principali. Anche nel corso
dei cambiamenti di formazione comunque Edy è sempre stato presente.
E: Nella
formazione a due riusciamo ad essere più immediati e ad essere più
veloci nel processo creativo. Se una canzone secondo noi è buona ci
deve colpire da subito e in due riusciamo a confrontarci meglio e ad
essere più diretti su questioni delicate. In compenso abbiamo spesso
ricevuto critiche negative dal vivo per l'insufficienza di bassi
nelle nostre canzoni.
A: Il mio è un
suono piuttosto chitarroso che bassoso.
E: Sono molto
importanti le alte frequenze per noi, se vogliamo davvero assordare
la gente. (Sganascia, ndr)
A: In compenso
quando suonavamo in tre le critiche live erano decisamente più
favorevoli, eravamo più compatti ed il carico di lavoro su di me era
notevolmente alleggerito, a livello sia pratico che mentale.
E: In tre gli
errori si sentono di meno.
A: Siamo tutti e
due notevolmente alleggeriti. Il lato negativo è che ciò può
portarti ad una dipendenza dal basso non solo a livello di frequenze
ma anche di arrangiamenti e melodie. Alcune canzoni contenute in
“Sim”, ad esempio, non possiamo più riprodurle dal vivo poiché
sarebbero troppo scarne, se non addirittura completamente diverse.
3.
Quella a due attuale pensiate sia la line-up definitiva per voi o
siete propensi a qualche altra sperimentazione a tre?
A: Siamo aperti a
nuove esperienze con musicisti nuovi, ma siamo certi che in ogni caso
il lavoro di composizione dipenderà esclusivamente da noi due in
sala prove senza bassista. Abbiamo però avuto ottime esperienze di
miglioria negli arrangiamenti portate da critiche provenienti da un
ascoltatore esterno. Alberto Alessi mi ha dato ottimi consigli
nell'arrangiamento di “Quore I'm Sick”, che reputo una delle
nostre canzoni più belle.
E: … per i live
sicuramente arebbe meglio con bassista tosto.
Le basi della vostra musica sono il grunge e lo stoner ma
4.
In due avete mai cercato di sopperire alle frequenze mancanti del
basso? Quali i vostri accorgimenti per far "stare in piedi"
un power duo?
A: Eh... bella
domanda. All'inizio, nel 2005, ero convinto che un gruppo a tutto
volume in un piccolo locale fosse abbastanza per qualsiasi tipo di
ascoltatore. Così mi comprai ben due amplificatori, uno per i puliti
ed un altro per un incremento del 100% di volume, ma distorto.
Funzionò, e parecchio, all'inizio. Poi con i palchi leggermente più
grandi, microfonati o non, all'aperto o grandi palchi al chiuso, i
difetti cominciarono a farsi sentire e pesantemente. Provai varie
combinazioni di set-up, acquistai pick up sempre più grossi ed un
octaver molto pesante. Il bassista è il basssita, non c'è niente da
dire e lo riconosciamo appieno. Noi siamo nati per suonare in piccoli
club a volume orrendo.
E: Il bassista è
molto importante ma quello che abbiamo sempre cercato di fare era
qualcosa di diverso dall'ordinario power tiro. Chi segue questa
rubrica potrebbe esprimerlo con parole migliori, ma fondamentalmente
è tutto qua.
A: Anche suonare accordi in quarta non è male.
5. Le basi della vostra musica sono il
grunge e lo stoner ma dentro c'è molto di più, per una miscela
personale targata Little Boy Lost. Ci parlate della peculiarità del
vostro stile? Come lo avete raggiunto, di quale miscela è
composto...
A: So che Josh Homme è disposto
addirittura a mentire per domande come questa, in effetti è un po'
come rivelare il proprio ingrediente segreto. Ma siccome noi non
siamo nessuno (non ditelo in giro però eh) posso solo dire che il
volume è importante per noi. Il concerto deve essere un'esperienza
fisica che ti tocca dappertutto. Mi piacciono poi gli effetti per
chitarra. Non ne ho molti ma le combinazioni sono parecchie. Ogni
canzone deve essere diversa dall'altra e devi suonare come se, oltre
la chitarra, la corrente la stessi prendendo anche tu.
E: Grunge e Stoner sono due generi
musicali divisi da qualche barriera ma che in comune hanno quello che
piace a noi: cattiveria e distorsioni.
A: Distorsioni della realtà.
E: Sfogarsi. Andiamo gente viviamo in
tempi piuttosto cupi. Non si può sopportare tutto senza impazzire.
A: Non si può restare apatici. Si può
fare musica che trasmetta rassegnazione e apatia ma è comunque un
fare qualcosa. Trasmettere emozioni? Più che altro esplorare mondi
intoccati. Non possiamo parlare di tribute band, per esempio.
E: Ci piace molto poi la psichedelia.
La nostra società è infestata dalle droghe. Ci piace suonare
ricreando gli stessi effetti con la musica di chitarra e batteria.
6.
Andrea, quali sono le tematiche dei tuoi testi?
A: Nel periodo di “Suisound” ero un
po' ingenuo: pensavo che i testi non avessero molta importanza,
sicché componevo pensando più che altro alla metrica e alla
correttezza nella musica. Le tematiche erano, come dire, lucidamente
depressive, perché non stavo tanto bene fisicamente all'epoca. Poi
con “Sim” ho tentato di dire più cose, esprimermi meglio su
questioni quali l'odio, l'amore, la pazzia, la morte, l'Arte e tutte
cose che avevo studiato in passato dai grandi scrittori con i quali
volevo misurarmi. So che può sembrare ridicolo, ma è così. In
“Sim” volevo un album canonico. Nell'ultimo album ho tentato
invece “la via di mezzo”: canzoni semplici, di poche parole, ma
di grande importanza. Per esempio: penso sia una bella domanda
chiedere ad una persona quando è stata l'ultima volta in cui ha
“immaginato”. E ripeterla all'infinito sarebbe pazzesco.
7.
Con quali altri duo elettrici avete condiviso i palchi?
E: Pochi a dir la verità.
A: Forse solo un gruppo, nel 2008, che non sappiamo se suona ancora: Run&Gun si chiamavano, facevano rock standard da quanto ricordo.
8.
"Suisound", "Sim" e ora uno schematico "@_@",
attinto dagli emoticon (a proposito, si pronuncia "chiocciola
trattino chiocciola"?): com'è stata la scelta dei titoli dei
vostri album?
A: Il primo album si chiama “Suisound”
ed è un gioco di parole. “Sim” vuol dire “sì” in portoghese
e noi per un bel pezzo ci abbiamo riso sopra senza motivo. E' un
album molto cupo a livello sonoro, ma i testi sono piuttosto positivi
ed allegri. L'ultimo album non ha un titolo pronunciabile. Deve
essere di libera interpretazione, anche se ovviamente il fattore
“faccetta” è piuttosto determinante. E' un album ipnotico e
psichedelico ed è questo l'effetto che cerchiamo di trasmettere, lo
stordimento e l'incredulità. Il simbolo @_@ rappresenta la staticità
perenne, l'immobilità di chi è bloccato in una situazione dalla
quale non può più uscire. È il nostro modo di intendere la nostra
situazione oggi come oggi. È lo stupore ma anche il disincanto di
chi sa di essere bloccato in una prigione dorata, l'estasi perpetua e
mortale di chi fà musica in italia. È Paul Sheldon dopo la sua
avventura con Annie Wilkes. È Santa Teresa colpita all'angelo
malizioso del Bernini. È il Little Boy Lost. È lo spettatore di
Infinite Jest. L'immagine è tratta da un quadro che ho dipinto io
mischiata con un'immagine che ha trovato Edy. Un pastrocchio, un
errore voluto di proposito, una cosa kitsch, un'opera d'arte. Chi ha
ascoltato il disco sa che ci sono 7 tracce e non 6 come indicato. È
una canzone che si discosta tanto dalle altre, dovrebbe sorprendere
ma neanche più di tanto ed ecco che ritorniamo a @_@, la faccia
steccata. Stupore, assuefazione, rassegnazione e disillusione. Il
nostro è un bel disco, ma assolutamente inutile e prescindibile come
qualsiasi altra opera d'arte.
E:
''Suisound''e ''Sim'' sono stati prodotti in maniera molto diversa
rispetto a questo ultimo @_@ che è stato registrato dal vivo in sole
due sessioni nel dicembre 2013. Per tutto l'anno successivo Andrea è
stato a fare le voci, in diverse versioni e maniere molto diverse da
quelle poi finalmente pubblicate. Non volevamo pubblicarlo a solo un
anno di distanza da ''Sim''. Quindi se qualcuno ascolterà il nostro
album saprà che effettivamente questo è il nostro modo di suonare,
questi sono i suoni della nostra batteria e della nostra chitarra.
Pochissimo editing, solo tanto lavoro di missaggio e tanto lavoro
prima in sala prove. C'è poi l'assolo di chitarra in ''You Wonder?''
di Lotus Purity. Era una cosa che non avevamo mai fatto. Abbiamo
voluto invitare questo nostro caro amico, Lotus Purity appunto, e gli
abbiamo detto di scatenarsi e tirare fuori il miglior assolo metal
per la nostra canzone. E' stato un grande, ci aveva sempre
affascinato l'idea di un featuring e questo è andato addirittura
oltre le nostre aspettative.
Sarà
questa la canzone o magari ''Mirrors'', di cui ne faremo un video
promo.
9.
Nella vostra decennale carriera avete pubblicato tre album ma a
fatica, pochi video e nessuna foto ufficiale. Come intendete la
promozione dei Little Boy Lost? E' molto faticoso il lavoro Do It
Yourself?
A: A noi piace suonare e creare musica
nuova. Non siamo poser o fotomodelli. Quello non ha niente a che fare
con la musica. Abbiamo anche girato un video stile “standard”
(Lovers' Eyes, Sim 2012 ndr) ma non ci è piaciuto per niente e
l'abbiamo ritirato. Magari lo ripubblicheremo più avanti.
Il nostro fine ultimo è appunto creare
musica nuova: I concerti, i video digitali della rete, le foto e la
vita stessa dei musicisti se ne andranno e verranno dimenticati per
sempre. Se rimarrà qualcosa, rimarrà appunto un disco e magari
neanche un supporto adatto per leggerlo (ahahahhah). Sono i dischi
che restano e devono essere belli: Artisticamente, del nostro passato
siamo piuttosto soddisfatti, anche se cerchiamo sempre di evitare di
ripeterlo: Non ci interessa quindi promuoverci in nessun modo, tranne
quando buttiamo fuori un disco nuovo. Non siamo ricchi e non abbiamo
centinaia di migliaia di euro da spendere per cose che sono veramente
futili. Abbiamo ricevuto diverse proposte da diverse etichette
“indipendenti”. Le abbiamo tutte rifiutate, solo perché non
avevamo i soldi per pagarle e per fare cose che abbiamo fatto
benissimo lo stesso anche da soli, ovvero recensioni (anche se mai
paraculate dall'etichetta di turno) e disponibilità della musica
tramite i vari supporti digitali del periodo che stavamo vivendo.
La Fama. Ci sono ben due sonetti di
Keats sulla Fama. Per non parlare dell' ”Ode all'indolenza”.
E: Le cosiddette etichette indipendenti
degli anni duemila si offrono (magari) di fare lavori che puoi fare
anche da solo: ovvero cose che non servono a niente.
10.
Come avete visto svilupparsi la scena musicale in quel di Padova in
questo decennio di attività? I locali, le band, il pubblico... c'è
stata qualche sensibile trasformazione?
A: Sempre peggio: Un tempo riuscivi ad
inserirti nella scena ora devi pagare per suonare. Non stiamo
scherzando e lo sapete benissimo tutti quanti. Già la scena è
appestata dalle cover band, in più a Padova ci saranno cinque locali
in cui suonare che ovviamente sono perennemente occupati. A Padova
poi abbiamo suonato dappertutto: Abbiamo addirittura stancato.
Purtroppo non abbiamo i mezzi ed un budget sufficiente per un tour
all'estero, o anche solo fuori regione.
E: Eh sì, siamo proprio sfigati. Non
come Ramazzotti.
A: Ci sono ottime band in giro di
musica originale ed è giusto che adesso suonino loro.
11.
Avete notato un approccio diverso nei confronti dei power duo, sia
dal pubblico che dagli addetti ai lavori, nei vostri dieci anni di
carriera?
A: Noi saremo sempre uno scandalo dal
vivo. Devi venire a vederci Giusy! Scherzi a parte, normalmente la
gente è piuttosto colpita, ma inevitabilmente dopo un po' il locale
si svuota per l'eccessivo volume o perché semplicemente a nessuno
interessa la nostra musica, magari perché facciamo semplicemente
schifo. Non riusciamo ad inserirci facilmente nella scena... io
purtroppo non riesco a farmi tanti nuovi amici così spontaneamente.
E: A Padova, in Veneto, la musica rock
non interessa a nessuno, a meno che non parliamo di tribute band: La
gente ha bisogno di essere sicura di ciò che sta ascoltando. Troppi
input nuovi potrebbero cambiarti davvero la vita!
12.
Voi siete partiti da Myspace, quando le band facevano appena capolino
nel mondo del web. Come avete vissuto e come vedete il mezzo della
rete per quanto riguarda il mondo della musica?
A: Myspace è appunto sparito ed è
questo il triste destino di tutti i social network. Su Mypsace
avevamo molto materiale, sia fotografico che musicale, anche con
inediti pubblici (ahahah) che però sono andati perduti con la
pagina. Meglio fare un disco che suonerà come nuovo fra dieci,
quindici, venti anni.
E: Facebook è dannosissimo. Se dici
davvero quello che pensi sei fregato. Prima o poi scoppierà una
guerra.
13.
Prossimi progetti per i Little Boy Lost?
Abbiamo in mente di fare un video per
promuovere il nostro ultimo album “@_@”, la canzone sarà
“Mirrors”, che pensiamo sia la nostra evoluzione più estrema.
E: Suonare e migliorare la tecnica:
Fare musica nuova ed originale, sempre.
Grazie
Andrea e Edy per la vostra presenza qui all'EDP; vi auguro un'ancora
lunghissima carriera a due e vi lascio salutare i nostri lettori con
parole vostre.
Grazie
a te Giusy, questo pensiamo sia il nostro testamento definitivo del
2015. Grazie a tutti coloro che ci hanno seguito, che ci supportano
e/o sopportano e a tutti coloro che eventualmente si avvicineranno
alla nostra musica. Buon ascolto a tutti!
Little Boy Lost
DISCOGRAFIA
SUISIDE
2007, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)
1.Draven 2.Nagasaki Nightmare 3.Herbert Knaupp 4.Agonamesa 5.Rose
9.15 6.Self Made Man 7.Tu Tu Cha Cha 8.Little Boy 9.Stranguria
Qui
lo ascolti:
SIM
2012, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)
1.El Vermonts 2.Flammipher 3.Legato BlueSummer 4.Re Cecconi
5.Favourite Garden 6.Quore I am Sick 7.The Mountain Song 8.Venere
Qui lo ascolti:
@_@
2015, Autoprodotto (Grunge, Stoner, Doom)
1.Penetration
2.You Wonder? Feat Lotus
Purity 3.Mirrors 4.Hi, Mario!
5.Pop Korn 6.Da-Doom
Qui lo ascolti:
Qui
la nostra recensione
Articolo e intervista
ad opera di Giusy Elle